I social network aiutano a trovare lavoro e per le aziende cresce la “web reputation” Una ricerca del quotidiano “Il Sole 24 Ore” ha messo in evidenza come al giorno d’oggi per trovare lavoro non basta possedere un buon curriculum ma bisogna anche mostrarsi attenti e partecipativi agli argomenti discussi sui forum dei social network. Infatti, Facebook, Xing, Viadeo, LinkedIn, MySpace, Friendster, Jobmeeters, e tanti altri, sono sempre più frequentati non solo da giovani in cerca di lavoro, ma soprattutto dagli “head hunter”, i reclutatori sguinzagliati online dalle aziende, in cerca del profilo più adatto. Attraverso i social network, infatti, le aziende hanno la possibilità di individuare il candidato più adatto, anche sulla base di gusti, preferenze e opinioni, impossibili da avere in sedi più formali. Con 55 milioni di iscritti al mondo, dei quali 15 milioni in Europa, e più di 800mila in Italia, il più cliccato dei social network legati allo sviluppo dei rapporti di lavoro è LinkedIn. “Cerchiamo di dare ai nostri membri la possibilità di mettersi in contatto con il proprio network professionale di riferimento - commenta Kevin Eyres, managing director Europe di LinkedIn - e ciò può comportare tre vantaggi: creare e tenere costantemente aggiornata la propria identità personale, stabilire contatti sicuri con specialisti della stessa materia, mettere in condivisione informazioni ed esperienze professionali specifiche. E’ importante però continuare a far crescere il numero di contatti che hanno accesso al proprio profilo, mantenere una buona “web reputation” e partecipare attivamente ai gruppi di discussione che riguardano la propria specializzazione”. E, se è vero che i candidati si fanno notare dalle aziende mantenendo una buona reputazione, è anche vero che cresce, proprio per le aziende stesse, la necessità di aumentare la propria “web reputation”. Molto spesso, infatti, accanto alla presenza su internet di alcuni marchi, è facile ritrovare commenti e giudizi che possono pregiudicare il lavoro di mesi o anni. Solo poche aziende, ad oggi, stanno cercando di mettere in campo un modello di public relation in grado di intercettare i canali di comunicazione preferiti dalla comunità virtuale e di entrare attivamente nelle conversazioni che gli utenti stanno generando. Un aspetto che, invece, dovrebbe avere un ruolo sempre maggiore nelle strategie comunicative di “employer branding”, proprio perché la rete è un luogo importante di discussione reciproca. Attraverso alcuni sistemi di “web crawling”, infatti, si è riusciti a conoscere e analizzare cosa viene detto online, in Italia, su un marchio o un’azienda. CheBanca! è l’azienda di cui parla di più la blogsfera quando discute di lavoro, seguita dal gruppo Fiat, da Intesa Sanpaolo, Accenture ed Enel. Non a caso, le aziende più discusse sono anche quelle che negli ultimi anni stanno assumendo. Enrico Leporati