ROMA - L’ultimo numero del trimestrale dell’Istituto addestramento lavoratori della Cisl, Formazione domani, è dedicato alle migrazioni. I protagonisti dei primi servizi del giornale non sono romeni, senegalesi o marocchini, ma i nostri connazionali all’estero. Da 50 anni l’emigrazione italiana in Germania, pur essendosi modificata per composizione e dinamiche, non si è mai arrestata. La zona industriale della Germania ovest ospita la maggior concentrazione di italiani nel paese, la terza comunità dopo quella turca e quella della ex Jugoslavia. Nel Baden-Württemberg si trova la più grande concentrazione di Italiani in Europa e la seconda nel mondo dopo Buenos Aires, con oltre 160 mila persone. Ma la comunità italiana, in base a studi e ricerche recenti, risulta essere la meno integrata dal punto di vista formativo, scolastico e culturale e manifesta anche sul piano sociale deficit tipici di minoranze di più recente immigrazione, originarie di paesi che hanno tradizioni, culture e religioni diverse dal mondo occidentale. In questo contesto, gli alunni italiani in Germania sono protagonisti dei maggiori indici di insuccesso scolastico. Il progetto speciale per l’integrazione scolastica dei ragazzi italiani nel Baden-Württemberg, Sprint (SonderPROject- INTegration), nasce in risposta all’esigenza di comprendere e far fronte in maniera sistematica a questo problema, che si accompagna alle vicende migratorie dei nostri connazionali nel paese. Finanziato dal Ministero per il lavoro e della Previdenza sociale della repubblica italiana ed ideato dal Dipartimento di sociologia dell’Università cattolica di Milano e dall’Istituto nazionale Ial Cisl di Roma, il progetto si differenzia dalle classiche attività di sostegno perché mira a prevenire l’insorgenza dei problemi e interviene, non solo sul percorso formativo e scolastico dei ragazzi, ma anche nella fase prescolare per rafforzare le competenze linguistiche dei bambini nella prima lingua. Per le attività formative sono stati quindi individuati i destinatari in tre diversi settori che comprendono le scuole primarie, con attività di sostegno in tedesco e matematica; le scuole dell’infanzia, per meglio strutturare la prima lingua, ovvero l’italiano e, in terzo luogo, la famiglia, attraverso un lavoro formativo con i genitori per la facilitazione e la moderazione del dialogo genitori – scuola tramite gli insegnanti di sostegno. La realizzazione del progetto è stata affidata allo Ial Cisl Germania, un istituto con sede a Stoccarda che, sotto la direzione di Toni Mazzaro, vanta decenni di esperienza e personale specializzato nel settore dell’istruzione e della scuola inerente alle problematiche della comunità italiana in Germania. All’interno del progetto Sprint, è stata inoltre realizzata la ricerca “Famiglie sotto esame” a cura di Michele Colasanto e Laura Zanfrini, del Dipartimento di sociologia dell’università Cattolica di Milano. La ricerca indaga l’immigrazione italiana in Germania e l’esperienza scolastica delle nuove generazioni e pone sotto esame proprio le famiglie italiane, indicate da mezzo secolo di letteratura sociologica e psicologica come le principali responsabili delle difficoltà incontrate dai figli di un’immigrazione culturalmente povera. “La ricerca è basata sulla raccolta di 60 interviste a padri e madri e figli in età pre-scolare e su una serie di focus group realizzati a Stocacrda, Monaco e Magonza, ai quali hanno partecipato giovani e adolescenti di origine italiana, insegnanti e personale direttivo delle scuole e anche “italiani di successo”, migranti per scelta o per necessità che hanno raggiunto ruoli di rilievo nella vita economica, politica e culturale della Germania” spiega Laura Zanfrini dalle pagine di Formazione Domani. Dalla ricerca emerge la persistenza di un approccio difettologico nell’agire professionale degli insegnanti che tendono ad attribuire le ragioni degli insuccessi scolastici delle minoranze ai deficit di cui esse sarebbero portatrici. Molto interessante è quanto emerge circa il peso della storia nelle vicende personali dei migranti, per cui per spiegare ciò che avviene nella scuola diventa necessario allargare lo sguardo all’intera vicenda dei rapporti tra immigrati italiani e società tedesca. Il sistema formativo tedesco è in corso di ripensamento, un cambiamento sollecitato proprio dalle vicende dei figli dell’immigrazione. I risultati della ricerca sono “utili anche alla società italiana, che s’appresta, a sua volta, a governare la transizione all’età adulta di quasi un milione di componenti della seconda generazione nata dall’immigrazione” scrive Laura Zanfrini “proponendoci una sorta di fecondo rovesciamento di prospettiva. Basti pensare che quelli descritti nel volume sono ragazzi che continuano ad essere per molti aspetti stranieri, ma al tempo stesso cittadini europei, portatori di diritti che finiscono col rendere superflua la cittadinanza tedesca”. Noi continuiamo a illuderci di poter gestire l’immigrazione secondo il nostro punto di vista, invece “l’integrazione va vista come un processo interattivo” conclude la Zanfrini. (Giulia Gezzi)