PROTOCOLLO D’INTESA TRA CONFINDUSTRIA BARI e CGIL CISL UIL/BARI PER MIGLIORARE LA COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA INDUSTRIALE DELLA PROVINCIA DI BARI PREAMBOLO L’Associazione degli Industriali della Provincia di Bari e le OO.SS. CGIL CISL UIL, già da tempo discutono – ciascuna parte con proprie distinte elaborazioni - sulla necessità di costruire e perseguire azioni positive per il conseguimento di obiettivi di crescita e sviluppo dei vari comparti della economia barese. In particolare, emerge che l’evoluzione economica e sociale della provincia di Bari è direttamente collegata alla sua capacità di porre come priorità la competitività del suo sistema industriale attraverso lo sviluppo di prodotti e servizi a maggior valore aggiunto, una maggiore capacità di penetrazione nei mercati nazionali ed esteri, una maggiore attrattività di investimenti e di flussi di merci e persone. In tale ambito il rafforzamento delle imprese e del contesto in cui operano, la valorizzazione del lavoro e delle risorse umane rappresentano fattori decisivi per ripensare e ridisegnare il futuro della provincia di Bari nella consapevolezza che la competizione globale ha come prima declinazione la competizione tra territori su scala nazionale e comunitaria. Pertanto il territorio deve diventare sempre più riferimento strategico per la crescita e lo sviluppo economico, sostenendo costantemente i processi innovativi, rafforzando i contesti ambientali, sociali, infrastrutturali – sia materiali che immateriali – per valorizzare le ricadute su un sistema altamente orientato verso la competitività. 1 PER UN RILANCIO DELLA POLITICA INDUSTRIALE La partecipazione all’impostazione del nuovo ciclo di programmazione 2007-13 è stata occasione per un approfondimento congiunto tra Confindustria e Sindacati Confederali utile ad individuare le modalità di approccio alle necessità espresse dal tessuto economico barese, partendo dai punti di forza presenti nel sistema industriale locale, per consentire il superamento di quei fattori che ne frenano una completa valorizzazione. Si è quindi concordato di elaborare proposte che avessero come criterio di scelta quello della condivisione degli obiettivi e degli interventi prioritari, in modo da formulare una prima griglia di temi da proporre al Sistema della Pubblica Amministrazione Locale (Comuni, Provincia e Regione) per assumere un effettivo impegno comune per lo sviluppo della competitività del sistema produttivo della Provincia di Bari. In particolare si è cercato di privilegiare obiettivi e progetti di intervento volti a superare le principali criticità dei nostri settori produttivi e dei contesti in cui le aziende operano, in modo da superare visioni ed interessi particolari. Ciò è stato reso possibile anche grazie a contributi di base resi disponibili da Confindustria Bari col Progetto “La Fabbrica del Futuro” e da CGIL CISL e UIL attraverso il documento “Rilanciare il territorio, perseguire lo sviluppo” già presentato al Comune di Bari,alla Provincia ed alle Istituzioni territoriali. Gli obiettivi da perseguire per il rilancio e il rafforzamento del sistema produttivo provinciale e per accrescere la competitività delle imprese ai livelli richiesti dalla situazione internazionale possono essere individuati, in sintesi: - nella crescita delle dimensioni d’impresa; - nella diffusione dell’innovazione e della efficienza aziendale, sempre congiunta alla valorizzazione del lavoro e delle risorse umane; - nell’internazionalizzazione del sistema. IL RAFFORZAMENTO DELLE IMPRESE Il rafforzamento delle imprese costituisce un prerequisito importante per rilanciare la produttività del sistema economico e favorirne la crescita. Sotto questo profilo la politica industriale deve puntare al miglioramento della qualità del management delle imprese, e soprattutto delle pmi, attivando strumenti e percorsi formativi che consentano il consolidamento delle competenze e conoscenze degli imprenditori, anche sul terreno del passaggio generazionale; l’inserimento nelle aziende di profili professionali innovativi, con particolare riferimento a giovani laureati qualificati; l’inserimento di figure manageriali a tempo per realizzare specifici piani di sviluppo e riconversione. In secondo luogo, in considerazione del varo definitivo delle procedure di “rating” bancario (Basilea 2) e delle previsioni di crescente costo del denaro, è indispensabile attivare sia strumenti di sostegno dell’accesso al credito bancario (consorzi fidi di primo e secondo livello), sia strumenti di accesso al mercato dei capitali (merchant banking, fondi d’investimento e MAC). Infatti, in prospettiva è ineludibile la necessità di diversificare le fonti di finanziamento. Infine, se è opportuno mantenere aperte tutte le possibilità di attrazione di investimento o di sviluppo aziendale legate a specifici Accordi di Programma con l’Amministrazione regionale, è decisivo dare il massimo impulso a tutte le opportunità di aggregazione tra imprese, valorizzando al massimo la recente legislazione regionale sui distretti tecnologici, produttivi, turistici. L’Associazione degli Industriali di Bari e le OO.SS. CGIL CISL e UIL, a tal proposito, definiranno iniziative comuni finalizzate alla promozione dei distretti e al raccordo degli stessi con i Piani Strategici di Area Vasta. 2 Si richiede, a questo proposito, che sia posta la massima attenzione, da parte delle autorità preposte, a selezionare i programmi che scaturiscono realmente dal mondo del lavoro e della ricerca (e non da artificiose elaborazioni riprodotte in laboratorio), in linea con gli orientamenti e gli strumenti finanziari nazionali ed europei che promuovono con molta determinazione forme di cooperazione anche transnazionale tra reti di imprese (Ministero Sviluppo Economico) e . “clusters” (Commissione Europea). Si propone, inoltre, che l’adesione a qualsivoglia iniziativa distrettuale costituisca per le aziende un elemento di premialità nell’accesso a tutti gli incentivi riservati alle singole imprese o aggregazioni in filiera di imprese: la logica distrettuale, oltre che richiedere il cofinanziamento, è infatti centrata sulla costruzione di servizi e attività comuni alla compagine delle imprese, escludendo esplicitamente contributi in conto capitale per singoli programmi di potenziamento della base produttiva. I settori sui quali si intende agire nel breve termine con l’allestimento di specifici piani di settore sono quelli della Moda (Tessile-abbigliamento, Calzature e Gioielli) dell’Agroalimentare, del Terziario Innovativo, della Meccanica fine, dell’Energia, dell’Aerospazio. Si ritiene peraltro indispensabile realizzare le politiche settoriali a sostegno delle produzioni del mobile imbottito, che ancora oggi costituisce quota consistente del nostro export provinciale, ed il cui polo industriale caratterizza il nostro sistema produttivo a livello regionale, nazionale ed internazionale, con un’alta concentrazione di occupazione. Per questo è necessaria una verifica sugli strumenti già varati e sulle risorse a disposizione per poter meglio rispondere alle emergenze occupazionali settoriali e nel contempo concertare iniziative congiunte, anche attraverso la stipula di accordi, al fine di migliorare la posizione competitiva dei settori in crisi. Si sottolinea infine che il sistema industriale barese è caratterizzato anche dalla presenza di grandi gruppi multinazionali. La salvaguardia di questi investimenti, costantemente esposti a rapidi mutamenti dello scenario competitivo mondiale, è strategica, sia come presupposto dell’attrazione di nuovi investimenti o del potenziamento di quelli esistenti, sia come presupposto per il mantenimento dei livelli occupazionali. In tal senso è indispensabile valorizzare i punti di forza degli insediamenti e migliorare le condizioni di contesto in cui operano le piccole e medie imprese locali al fine di sviluppare un adeguato “indotto”. INNOVAZIONE ED EFFICIENZA L’innovazione costituisce un fattore determinante dell’impresa e di conseguenza di tutto il sistema industriale per consentire una migliore qualità dei prodotti e la diversificazione della produzione verso fasce più alte e redditizie di mercato. In questa direzione strategico è lo sviluppo del Distretto regionale della Meccatronica, incardinato a Bari, e un miglior coordinamento col Distretto regionale dell’Agroalimentare, incardinato a Foggia. Ma altrettanto rilievo potranno avere una più attenta rivisitazione del ruolo e della funzionalità dei Centri di competenza tecnologica e della Rete dei Centri di competenza (relativi ai settori Agroindustria-Agroalimentare, Analisi e prevenzione del rischio ambientale; Nuove Tecnologie per le attività produttive; Tecnologie avanzate e ICT, Biologie avanzate; Trasporti). Da mettere infine a punto la progettualità e l’operatività degli ILO (Industrial Liason Offices) del Politecnico e dell’Università di Bari. Il tutto in una cornice che abbia come obiettivo lo sviluppo delle relazioni tra imprese e Centri di ricerca pubblici e privati e il contenimento del fenomeno della “fuga di cervelli”, che vede il costante depauperamento delle risorse umane e intellettuali formate dal sistema universitario territoriale. In questo senso occorre sostenere anche lo sforzo di internazionalizzazione del nostro sistema universitario, che deve sempre più rappresentare per il nostro territorio un luogo di attrazione di intelligenze straniere e di scambio interculturale, partecipando con una sua visibilità alla realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca delineato nel Trattato di Lisbona. Alla data della stesura dell’attuale documento si è inoltre in attesa della definizione della legge regionale sull’innovazione, alla luce della quale certamente tutti gli strumenti e le iniziative sopra 3 descritte andranno rivisti. Tanto più che forte resta l’auspicio che nella programmazione resti spazio per incentivi a singoli programmi aziendali, a condizione che questi siano legati allo sviluppo di brevetti, all’acquisto di licenze d’uso, all’acquisizione di servizi qualificati (come, per esempio, quelli del Consorzio Matech per i nuovi materiali), all’accesso al know how tecnologico, e che le procedure relative siano realmente snelle (semplificazione amministrativa) e si svolgano in tempi compatibili con una logica di attività d’impresa. Essenziale è, infine, che si dia un definitivo orientamento in merito alla missione e al ruolo di Tecnopolis, che nel presente periodo sta assumendo una governance integralmente pubblica. Questa rilevante realtà, che da tempo ha cessato di svolgere attività di ricerca e sviluppo, va rilanciata per assumere definitivamente il compito di agenzia di coordinamento e pianificazione strategica delle attività nel campo della ICT dell’ente regionale, evitando di trasformarsi in società di servizi di carattere esecutivo. Un ulteriore aspetto della innovazione consiste nell’ammodernamento della capacità di promuovere e vendere anche i prodotti più tradizionali. In questo senso si propone di classificare sotto questa voce una serie di interventi e incentivi per lo sviluppo e lancio di marchi aziendali e/o territoriali, per l’adozione di DOP e IGT, per la creazione di reti commerciali dedicate, per l’accesso ai grandi portali nazionali e internazionali di commercio elettronico, per la creazione di servizi informativi settoriali per i bandi pubblici su scala regionale, nazionale, comunitaria. Per innescare nelle pmi un processo di rapido sviluppo della infrastruttura della conoscenza occorre favorire l’acquisizione di specifici servizi, ad esempio nel campo dei processi e dei materiali innovativi, accompagnati o immediatamente seguiti da iniziative di formazione specialistica locale, relazionandosi anche con strutture già sperimentate in altri contesti territoriali, dove sono anche rintracciabili specifiche qualificate competenze. Sul fronte dell’efficienza delle imprese, si sottolinea invece l’esigenza di considerare soprattutto alcuni fattori di contesto operativo. In prima istanza vengono le diverse aree di insediamento produttivo. In particolare, il Consorzio Asi di Bari, recentemente dotato dell’organo di governo ordinario, con il quale va aperto un immediato confronto al fine di creare al più presto la Società per la gestione dei servizi insistenti nell’Area e accelerare sia i programmi di manutenzione e risarcimenti su Bari\Modugno, sia i programmi di completamento e sviluppo relativi a Molfetta e Bitonto\Giovinazzo. In questa direzione, intervento di primaria importanza è il completamento della rete a banda larga (anche secondo la modalità wireless) che attualmente copre, ad eccezione di alcune porzioni, solo l’area Bari\Modugno). Al pari, andranno valorizzate anche altre opportunità emergenti come quella offerta dal Comune di Bitritto in dislocazione strategica sulla dorsale autostradale adriatica. Altro versante su cui si dovrà operare per garantire il regolare svolgimento delle attività nelle zone industriali è quello della sicurezza, che richiede uno sforzo congiunto di più soggetti istituzionali, anche attraverso la riassegnazione delle aree non utilizzate. LA FORMAZIONE E LE POLITICHE DEL LAVORO La formazione costituisce strumento indispensabile per una maggiore competitività delle imprese, per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro e per il mantenimento e l’incremento dell’occupazione, sulla quale occorre un forte impegno per realizzare un più incisivo raccordo tra la programmazione delle politiche formative, da parte delle istituzioni preposte, e le esigenze del tessuto economico-produttivo provinciale. In questo quadro si ritiene necessario: - Un forte raccordo tra l’Amministrazione Regionale e la Provincia rispetto alla programmazione e gestione delle politiche formative, con specifico riferimento alle aree di particolare concentrazione industriale, in cui sussistano situazioni di crisi per le quali è necessario individuare progetti obiettivo da sostenere con specifici finanziamenti; 4 - Favorire il decentramento delle risorse del FSE dalla Regione alla Provincia per rafforzare il livello di confronto tra le strutture territoriali delle parti sociali e tra esse e l’amministrazione provinciale; - Attivare azioni per definire la effettiva e piena delega delle competenze in materia di formazione professionale dalla Regione alle Province; - Costituire con urgenza l’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro; - Una più incisiva azione, utilizzando anche gli strumenti contrattuali e normativi esistenti, finalizzata a realizzare in Provincia di Bari una formazione che, nell’ottica della formazione permanente, possa accompagnare il lavoratore nella fase di ingresso in azienda e durante il rapporto di lavoro, al fine di favorire una maggiore stabilità occupazionale e, nel contempo, creare maggiori opportunità nel mercato del lavoro. Particolare attenzione va posta alle attività ed alle situazioni in cui non esistono ammortizzatori sociali; - Fare ripartire la concertazione tra Comune di Bari e le parti sociali sul tema della occupazione giovanile; - Sostenere le opportunità occupazionali attraverso la realizzazione di percorsi di tirocinio e di alternanza scuola/lavoro; - Promuovere nei Comuni della provincia con maggiore concentrazione di attività economiche strumenti di concertazione che ripercorrono la metodologia della “Commissione Comunale per le Attività Economiche e Politiche Attive del Lavoro” di Bari; - Sostenere l’attività della Commissione Provinciale per l’emersione, al fine di concretizzare protocolli di intesa con i Comuni del Territorio provinciale per le politiche di emersione a livello locale. L’INTERNAZIONALIZZAZIONE Per rafforzare la capacità competitiva internazionale del sistema produttivo, occorre puntare, oltre che al rafforzamento dei tradizionali mercati di sbocco europei, ad accrescere la presenza nei Paesi di recente ingresso nell’Unione Europea e nel Mediterraneo, in particolare nei Paesi balcanici. Per raggiungere tali obiettivi è necessario che il sostegno della Regione Puglia si esplichi attraverso l’integrazione dei diversi enti operanti nel campo, anche attraverso la creazione di una Cabina di regìa che garantisca il coodinamento ed, auspicabilmente, una ripartizione degli ambiti di competenza tra le varie realtà istituzionali. Determinante anche una chiara identificazione di aree geografiche e corrispondenti obiettivi di medio periodo. La situazione attuale vede infatti una disorganica moltiplicazione di iniziative di modesta ricaduta in termini di risultato e utili solo alla riproduzione di una congerie di inefficienti intermediari pubblici e privati. Le imprese già attive sui mercati esteri non hanno bisogno di effettuare generiche missioni esplorative o manifestazioni promozionali all’estero, ma necessitano di sintetici momenti informativi in loco, di missioni che già prevedono un’agenda di incontri con possibili clienti\ fornitori, di incentivi per la realizzazione di programmi pubblicitari\ fieristici e di creazione di show room, punti vendita e sedi commerciali (anche collettive) all’estero. Per questa classe di aziende occorre solo rendere disponibili maggiori risorse per i consorzi per l’export e per i progetti di sviluppo di singole imprese o raggruppamenti di imprese. Le aziende che non hanno esperienza all’estero necessitano invece di essere accompagnate con sintetici momenti formativi e informativi in loco e di assistenza globale per tutti gli aspetti commerciali, logistici, normativo-contrattuali, doganali, bancari e assicurativi. Per questa classe di aziende occorrono organici programmi di attività promossi dalle rispettive associazioni di categoria. 5 La politica di internazionalizzazione del territorio deve inoltre essere diversificata anche in rapporto al settore industriale di volta in volta considerato ed in una strategia complessiva, non solo relativa al momento della commercializzazione: in alcuni settori come nel mobile imbottito, più che la promozione del prodotto occorrerebbe sostenere le strategie di riposizionamento delle aziende (riqualificazione e innovazione di prodotto). Idem per il settore delle Calzature e del Tessile abbigliamento. Per l’Agroalimentare, invece, è l’aspetto della distribuzione e dell’aggregazione dell’offerta sui mercati esteri che va supportato primariamente, insieme a quello della promozione commerciale. Il settore metalmeccanico, invece, necessita di interventi concreti di matching con imprese similari o complementari all’estero. Il settore dell’Energia e Ambiente, e quello delle Infrastrutture e Impianti, invece, necessita di un supporto pubblico di carattere istituzionale, che porti le imprese a dialogare con enti e istituzioni estere in vista dell’attivazione di possibili partnership pubblico-private. Utile sarebbe infine spingere le imprese, anche attraverso interventi di formazione ad hoc, ad investire nella creazione di apposite figure professionali interne alla realtà aziendale, che siano in grado di gestire i diversi aspetti relativi all’approccio di internazionalizzazione dell’azienda stessa. Sul piano della promozione istituzionale, decisivo è il ruolo giocato dalla Fiera del Levante, in un’ottica sia regionale sia sovraregionale. Oltre che realizzare manifestazioni fieristiche, con particolare riferimento al difficile campo delle manifestazioni specializzate di settore (importanti anche per il mercato domestico), la FdL può svolgere il ruolo di cinghia di trasmissione del sistema produttivo nazionale, sia in area balcanica, sia sullo scacchiere mediterraneo, con una immediata proiezione nella dimensione dell’Area di libero scambio prevista per il 2010. Lo sviluppo del marchio e dell’attività della FdL può assorbire esigenze di promozione istituzionale all’estero di tutto il sistema produttivo regionale, concentrando risorse e iniziative che attualmente sono disperse in più rivoli senza essere ricondotte in una cornice unitaria e di continuità. In quest’ottica decisiva è la normativa di riordino del sistema fieristico regionale e l’assunzione che la FdL per cultura, tradizione e prestigio deve avere uno specifico trattamento privilegiato. E’ da prendere inoltre in attenta considerazione l’impostazione di programmi di sostegno alla creazione di alcuni distretti industriali all’estero (per esempio, il distretto di Scutari, sostenuto dall’Associazione degli imprenditori italiani in Albania) per offrire opportunità di valorizzazione del sistema produttivo territoriale. IL TURISMO Il rapporto tra il patrimonio culturale e ambientale provinciale e le diverse tipologie di attività turistiche da sviluppare sul territorio è strettissimo. La realizzazione di adeguate infrastrutture per la ricettività turistica insieme allo sviluppo di tutte le attività produttive connesse ai processi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, costituisce un formidabile incentivo per l’economia del territorio nel suo complesso. Le principali opportunità su scala provinciale, al di là della strategicità del polo portuale e aeroportuale barese per tutto il territorio regionale, sono individuate nel turismo congressuale\ fieristico, nel turismo d’affari, nel turismo crocieristico, rurale ed ambientale. In particolare, la connotazione in senso congressuale dell’area metropolitana può rappresentare un forte volano per tutta l’economia turistica provinciale laddove si consideri che il turismo congressuale costituisce sicuramente un turismo ricco e culturalmente elevato, in grado di cogliere la tipicità ed il valore del paesaggio, delle risorse culturali e della caratteristiche enogastronomiche locali. In un territorio dove mancano attrattori turistici di forte richiamo internazionale, puntare sullo sviluppo del turismo congressuale (purchè, ovviamente, si sia in grado di intercettare i grandi flussi congressistici internazionali) può rappresentare una grande risorsa da sfruttare. Lo sviluppo di tale segmento, in linea con le potenzialità rilevate, necessita tuttavia di una coordinata attività di incoming congressuale, di una forte collaborazione pubblico-privata nel promuovere la destinazione, di una infrastrutturazione ad hoc (Centro Congressuale da almeno 6 2000 posti e Convention Bureau) che possa creare le condizioni per intercettare la “domanda potenziale” e coordinare/gestire la complessiva rete congressuale. Sede ideale per realizzare tale intervento, in linea con i programmi già annunciati dalla Presidenza, è la Fiera del Levante dove il positivo incrocio tra iniziative fieristiche e iniziative congressuali può saldarsi alla prospiciente area portuale e agli assi di collegamento con l’aeroporto e costituire un fronte di sviluppo privilegiato per tutta l’area metropolitana. Coerente con tale prospettiva è l’esigenza di definire un forte punto di coordinamento per le attività di promozione istituzionale e commerciale, comprimendo la moltiplicazione di azioni scollegate e episodiche e puntando a contattare i principali tour operators (ad esempio, agevolando la localizzazione delle conventions delle reti di agenzie nell’area provinciale). Di pari passo dovrà inoltre andare la promozione di pochi, rilevanti, eventi culturali che, al pari del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca e soprattutto della Notte della Taranta, fungano da attrattori sia di pubblico sia di attenzione mediatica. Un’occasione straordinaria è offerta, naturalmente, dall’ipotesi di riapertura del Teatro Petruzzelli nel 2008, ed in tal senso bisognerà dotare di risorse economiche e, soprattutto, progettuali la Fondazione competente. Ma è possibile ipotizzare anche il potenziamento di iniziative che già insistono in altre aree della provincia, come per esempio le mostre d’arte a Palazzo della Marra a Barletta o il Locusfestival di Locorotondo o, ancora, il Carnevale di Putignano. LE INFRASTRUTTURE La provincia di Bari evidenzia nel suo insieme una dotazione infrastrutturale ancora inadeguata rispetto ai fabbisogni. Ciò la colloca in una condizione di inferiorità rispetto al resto del Paese. La sua inadeguatezza comporta ricadute dirette sulla competitività dell’intero sistema economico riducendone in misura significativa le prospettive di sviluppo. Il completamento della rete infrastrutturale rappresenta sicuramente una priorità per l’intera area barese, per la sua economia, per i suoi traffici. L’analisi dettagliata dello stato delle infrastrutture trasportistiche dell’area barese porta ad individuare come prioritarie alcune opere finalizzate a consentire una situazione di più agevole accessibilità in grado di assecondare, tra l’altro, una concreta politica di attrattività di investimenti esterni all’area. Per le diverse modalità di trasporto risultano importanti i seguenti interventi di potenziamento e di completamento: ○ Sistema Portuale Notevoli sono le potenzialità del sistema portuale provinciale e si condivide appieno la proposta di creare l’Autorità Portuale del Levante con competenza da Manfredonia a Monopoli, in base alla quale occorre accertare e pianificare interventi che, pur in ottica sistemica, assecondino potenzialità e vocazioni di ciascun porto. Va pertanto sollecitata con urgenza la definizione operativa dell’Autorità del Levante, di modo da cogliere e coordinare tutte le opportunità generate dallo straordinario volume di traffico attirato dal Porto di Bari: un volume di traffico che per ragioni di capienza non ha più grandi margini di crescita e che, quindi, occorre decongestionare attraverso il coinvolgimento delle altre aree portuali ricadenti nell’ambito della Autorità del Levante dotate dei necessari requisiti logistici, evitando il rischio che esso sia deviato presso altre concorrenti strutture adriatiche. In questo senso, le priorità sono: il completamento dell’area di Marisabella nel Porto di Bari; la realizzazione dei piani di sviluppo dei Porti di Barletta (e del relativo retroporto) e Monopoli già previsti dalle Amministrazioni comunali competenti; il rilancio dell’Area portuale di Molfetta, già interessata a progetti di sviluppo; la individuazione delle potenzialità commerciali dei Porti di Manfredonia (con particolare riferimento alle esigenze logistiche della Fiat di Melfi) e Monopoli (con particolare riferimento alle esigenze di gestione dei trasporti di oli vegetali 7 combustibili); l’efficientamento dei servizi doganali, nonché la velocizzazione e messa in sicurezza della intera rete stradale di collegamento dei porti (Dorsale Adriatica) al fine di agevolare le interconnessioni a terra a vantaggio del sistema produttivo e distributivo. Nelle more di tali interventi, per il medesimo Porto di Bari è prioritaria la razionalizzazione degli spazi dedicati al traffico commerciale per assecondare la realtà ormai consolidata del traffico Ro Ro e delle altre merci che caratterizzano il movimento commerciale nonché la soluzione del problema degli accessi attraverso una viabilità dedicata. Con la pianificazione di tali interventi, il progetto delle “Autostrade del mare”, da anni nella programmazione nazionale, la cui realizzazione è legata al coordinamento con altri porti adriatici, assurgerebbe ad occasione rilevante per decongestionare il traffico stradale, accreditandosi come prospettiva credibile ed ambientalmente sostenibile per l’intero territorio pugliese. ○ Sistema Aeroportuale Anche il sistema aeroportuale pugliese costituisce un elemento di primaria importanza per conseguire l’obiettivo di una maggiore accessibilità del territorio. Pur esprimendo apprezzamento per gli sforzi ed i risultati prodotti dalla società Aeroporti di Puglia, emerge l’urgenza di studiare interventi affinché i collegamenti aerei si moltiplichino e le tariffe aeree si assestino su livelli e condizioni significativamente più accessibili. Lungi dal legare questo tema fondamentale a piccole logiche campanilistiche, si auspica che tale attenzione venga sviluppata su tutto l’arco delle stazioni aeroportuali della regione, garantendo tuttavia un coerente coordinamento col trasporto pubblico su ferro e gomma e guardando senza pregiudizi a un’organica relazione con l’Aeroporto di Napoli-Capodichino. Il recente Piano di Aeroporti di Puglia, volto alla integrazione dei quattro aeroporti della regione, viene incontro a questa esigenza. Sulla stessa lunghezza d’onda occorre evidenziare per Bari, oltre che la necessità di incrementare le tratte e comprimere le tariffe già prima sottolineata, la opportunità rappresentata da un più organico sistema di collegamento con la stazione ferroviaria (metropolitana leggera, coordinamento tabelle orarie) e con il porto e dallo sviluppo di servizi di appoggio (trasferimento bagagli e passeggeri, coordinamento tabelle orarie) ○ Sistema ferroviario Per il sistema ferroviario la soluzione al problema del Nodo ferroviario di Bari, costituisce una priorità assoluta. E’ dunque essenziale accelerare i tempi di progettazione esecutiva e di realizzazione, evitando varianti radicali e soluzioni non dotate o dotabili della relativa copertura finanziaria. Si tratta infatti di un’opera di grande importanza non solo per la città, che verrebbe liberata dalla cortina del ferro che la divide, ma anche e soprattutto per l’intera regione in quanto necessaria per razionalizzare e velocizzare l’intera rete trasportistica regionale. In tale contesto destano preoccupazione alcune ipotesi di soppressione di servizi ferroviari (quale, ad esempio, la soppressione dell’Eurostar pomeridiano sulla tratta Lecce-Bari-Roma) che potrebbero tradursi in perdita di opportunità per il territorio e rispetto alle quali si sollecita l’attenzione del Governo Locale Rilevante ed ormai indifferibile è anche l’integrazione della ricca rete di ferrovie concesse tra loro e le FFSS per creare un sistema di mobilità efficiente. Resta infine essenziale promuovere con la massima energia il progetto di Alta Velocità della linea Bari-Napoli in sintonia con lo sviluppo del Corridoio 1 (Berlino-Palermo) e del Corridoio 8 (Bari-Varna) e, in ogni caso, presupposto per immaginare un grande triangolo metropolitano Bari-Napoli-Roma. 8 ○ Sistema Stradale Nell’ambito della programmazione e dei finanziamenti per il miglioramento della rete stradale sono già previsti numerosi interventi volti specialmente ad un miglioramento dei collegamenti della zona costiera e l’interno. Per completare un sistema viario che consenta più facili collegamenti a livello regionale ed extra regionale i più significativi interventi risultano essere: l’urgente completamento dell’ampliamento della SS di collegamento tra Matera e Bari; la previsione di una nuova viabilità tangenziale del capoluogo alternativa a quella attuale per decongestionare il traffico che grava sul centro urbano e per agevolare la connessione trasversale Est-ovest all’altezza del territorio metropolitano a vantaggio della velocizzazione a terra dei collegamenti tra i vari porti, da Barletta a Monopoli. ○ Infrastrutture TLC Le forme di intervento pubblico a sostegno dello sviluppo devono costruire le condizioni perché il nostro territorio attivi idonei flussi di conoscenza ed aumenti il peso degli investimenti immateriali, nella consapevolezza che l’infrastruttura della conoscenza assume un ruolo di fonte primaria di vantaggio nei processi reali che caratterizzano lo sviluppo. Come già accennato, questo significa innanzitutto puntare all’ammodernamento delle reti di telecomunicazione di tutti gli agglomerati industriali esistenti sul territorio. Diventa poi irrinunciabile sostenere l’adozione di tecnologie informatiche che facilitino i rapporti fra la aziende della filiera produttiva, della distribuzione e dei servizi connessi, e che consentano la gestione in rete, con maggior efficienza, di tutti i processi della catena del valore e l’accesso di un numero esteso di utenti ad una grande quantità di informazioni. Un’opportunità in questo senso è offerta da “Galileo”, progetto europeo di radionavigazione satellitare, che apre nuove prospettive per il tessuto industriale locale sia in termini di diversificazione produttiva in aree ad alto valore aggiunto, sia in termini di servizi innovativi per le aziende del territorio. ○ Energia e ambiente Il rafforzamento delle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, in modo che sia assicurato un rifornimento costante e continuo alle aziende utilizzatrici è una delle priorità da non sottovalutare, affinché siano garantite le condizioni di base per svolgere l’ordinaria attività di produzione negli agglomerati industriali. La paventata riduzione delle quantità di energia immessa sul mercato incoraggia inoltre il ricorso a fonti alternative (fonti rinnovabili) oltre che l’adozione di sistemi di autoproduzione aziendale. Occorre infine sostenere lo sforzo delle aziende nell’adozione di più efficienti sistemi di produzione, che possono contribuire alla politica di risparmio energetico nazionale. In tema di ambiente, si raccomanda un coinvolgimento delle aziende locali in sinergia con le strutture pubbliche per garantire una efficiente chiusura del ciclo di rifiuti. Altra importante priorità, è infine l’adozione di una rete di depuratori che riduca l’importante problema degli scarichi diretti in fogna dei liquami derivanti dai processi industriali. LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE In un Paese moderno lo sviluppo del territorio passa attraverso la più importante delle sue infrastrutture: la Pubblica Amministrazione. Una Pubblica Amministrazione riorganizzata, sburocratizzata, orientata ad accrescere la produttività del Sistema Paese, può garantire una crescita duratura dell’economia italiana. Ciò esige, però, che la stessa sia svincolata da tanti lacci e laccioli, che sia lasciata libera di poter intervenire sui problemi che attanagliano il territorio senza soffermarsi eccessivamente sulle procedure, passando da una Pubblica Amministrazione “formale” ad una Pubblica Amministrazione “client oriented”. 9 Per fare questo occorre avviare un percorso che promuova questo modello organizzativo sciogliendolo da una serie di incrostazioni accumulate nel tempo e puntando su importanti innovazioni: condivisione di disposizioni contrattuali che vadano in tale direzione; assunzione dei diversi livelli di responsabilità; un reale sistema dei controlli; investimenti in tecnologia; un sistema di reclutamento meritocratico; formazione del personale. È evidente che tutto questo potrà essere possibile solo definendo nettamente la divisione di ruolo tra politica e dirigenza, perché solo un sistema duale, con compiti ben definiti, indirizzo e controllo da una parte e gestione dall’altra, con responsabilità certe e piena autonomia, potrà consentire di individuare le cause di inefficienza e rimuoverle. IL SISTEMA DELLE AUTONOMIE LOCALI In un quadro istituzionale innovato, che punta a valorizzare l’autonomia degli Enti Territoriali attraverso il decentramento amministrativo, basandosi sul principio della sussidiarietà, è indispensabile, per una efficace azione pubblica, che i livelli istituzionali agiscano sinergicamente nel rispetto dei ruoli loro assegnati, evitando sovrapposizioni e attriti. Anche qui la cultura dell’agire politico può e deve sviluppare un modello concertativo, sia orizzontale sia verticale, con le parti sociali e datoriali al fine di contemperarne gli interessi rappresentati e operare nell’interesse generale della collettività. ○ I Comuni Un importante contributo al rilancio del territorio sicuramente può venire dalla Città di Bari e dai principali Comuni, che devono fungere da traino anche per le altre entità comunali, attraverso una politica orientata a creare occasioni di sviluppo e ad incrementare i livelli occupazionali, rendendo appetibile il territorio e creando un sistema integrato con Università, Politecnico, sistema del credito e tutti gli altri attori presenti sul territorio. ○ La Provincia di Bari Nella medesima prospettiva la Provincia di Bari può fare molto in materia di politiche attive del lavoro rendendo più efficace l’attuale sistema di incrocio tra domanda e offerta di lavoro, sviluppando un orientamento al lavoro maggiormente rispondente a quelle che sono le reali esigenze delle imprese. Mentre, per quanto riguarda i temi ambientali, particolare attenzione la Provincia deve porre alla compatibilità delle politiche per lo sviluppo economico e produttivo con la qualità dell’ambiente, per evitare nel tempo ricadute negative sul territorio. ○ La Regione Puglia Senza entrare nelle specifiche tematiche della programmazione e delle politiche su scala regionale, si sottolinea la rilevanza che l’Amministrazione ha nel promuovere sia il trasferimento delle deleghe di competenza degli enti sottostanti, sia nel dare maggiore efficienza alle procedure burocratiche che risentono di tempi lunghi e di numerosi incidenti di percorso, soprattutto nella comunicazione tra differenti uffici assessorili e strutture di assistenza tecnica. In tal senso, si propone anche una riflessione in merito al coordinamento tra l’Assessorato allo Sviluppo Economico, quello all’Ambiente (competente in materia di Energia) e quello all’Agricoltura (competente in materia di Agroalimentare). Per contro si auspica che in sede di programmazione possano essere offerte linee guida per l’accesso ai diversi strumenti e incentivi regionali: ciò potrebbe consentire un’elaborazione progettuale, da parte delle imprese, che sia confacente anche alle esigenze di carattere burocratico e formale. 10 LO SVILUPPO URBANO La questione urbana è una delle priorità della politica di coesione europea e uno dei cardini del Quadro Strategico Nazionale e del Documento Strategico Regionale 2007-2013. In questa sede si ribadisce la centralità di questo tema e la necessità, soprattutto nella definizione delle Pianificazioni Strategiche d’Area Vasta, di una istituzionalizzazione (con protocolli e regolamenti) tra gli enti responsabili dello sviluppo del territorio (Regione, Provincia, Comuni, Aree Vaste) e il partenariato economico e sociale per la costruzione di strategie e programmi condivisi. Importante è anche chiarire in che senso e in che misura le principali stratificazioni programmatorie preesistenti (Patti Territoriali, Piani Integrati Territoriali, Pianificazioni strategiche locali) verranno a incrociare le attuali programmazioni d’Area Vasta e in che misura il Piano strategico di Terra di Bari si coordinerà con la prospettiva della Città Metropolitana. Quanto ai contenuti specifici dello sviluppo urbano della città capoluogo, Confindustria Bari, di concerto con CGIL – CISL – UIL, si impegna a offrire uno specifico contributo di idee e proposte attraverso il lavoro dell’Osservatorio permanente della Regione Urbana di Bari, costituito da Confindustria Bari e Ance Bari, in collaborazione con i Politecnici di Bari e Milano e con lo Iuav di Venezia. Bari, 9 ottobre 2007 LE SEGRETERIE GENERALI CONFINDUSTRIA BARI DELLA PROVINCIA DI BARI IL PRESIDENTE (Alessandro Laterza) CGIL (Pietro Colonna) CISL (Nicola Antonio Tatone) UIL di Puglia e di Bari (Alfonso Galliano) (Vincenzo Posa) 11