Il film “1492 - La scoperta del paradiso” è un film diretto dal regista Ridley Scott nel 1992, in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America. L’attore francese Gerard Depardieu interpreta il ruolo del grande navigatore. Cristoforo Colombo (1451 c.a – 1506) Biografia Ritratto di Cristoforo Colombo ad opera di Sebastiano del Piombo (1520 circa) <--------------- Ritratto postumo eseguito da Ridolfo Ghirlandaio, ca. 1520 Ritratto postumo pubblicato nel 1551 in un'opera di Paolo Giovio <----------------- Le numerose dispute sulla data di nascita e la patria di Colombo sono tuttora in atto, anche se i documenti notarili sembrano decisamente confermare che Cristoforo nacque in territorio genovese nel 1451. In una carta firmata a Savona nel 1472 il navigatore venne registrato come “lanaio genovese” (tessitore di lana) ma in una lettera ai reali di Spagna del 1501 egli dichiara: “In giovanissima età cominciai a navigare e ancora oggi vado per mare. Questa medesima arte inclina chi la segue a desiderare di conoscere i segreti di questo mondo. Sono al presente più di XL [quaranta] anni che io la pratico”. Parrebbe dunque un’affermazione in contraddizione con il documento savonese. L’ipotesi oggi più accreditata per risolver la contraddizione è che Colombo si sia limitato per alcuni anni (1465-1470) a viaggi per mare a scopo commerciale, intervallati con periodi più o meno lunghi di ritorno al mestiere di lanaio ereditato dal padre. A partire dal 1476 la biografia di Colombo è meno oscura. In quell’anno fece naufragio in Portogallo in seguito dell’attacco di un corsaro francese al convoglio di navi genovesi sulle quali navigava. Proprio in terra lusitana Cristoforo conobbe l’amore e sposò Felipa Moniz, figlia del navigatore Bartolomè Perestrello. Alla morte della prima moglie, nel 1484, Colombo si trasferì in Spagna con il figlioletto Diego e qui fece un incontro fondamentale per la sua vita: nel monastero di La Rabida conobbe il cosmografo Antonio Marchena, al quale confidò il suo progetto di voler navigare verso occidente. Ottenuta udienza a Corte nel 1486-87 grazie all’appoggio dell’amico, Colombo tuttavia non riuscì a persuadere i reali di Spagna a concedergli mezzi e denaro per l’impresa. Il 1488 fu un altro anno cardine nella vita del navigatore genovese: ebbe un nuovo figlio, Fernando, dalla relazione con la giovane Beatriz Enriquez Arana, e propose il suo progetto a tre corti europee (spagnola, francese e inglese), non riuscendo però ad ottenere nulla. Tornato nel monastero di La Rabida, Colombo fece un nuovo incontro fondamentale: conobbe Juan Perez, frate ed ex confessore di Isabella di Castiglia. Questi gli combinò un incontro con la regina, che si rivelò decisivo. Le corone di Castiglia ed Aragona, riunite, avevano scacciato gli arabi dal territorio spagnolo (2 gennaio 1492 – caduta di Granata), avevano espulso gli ebrei dalla Spagna (30 marzo 1492) ed erano pronte per gettarsi in una nuova impresa di conquista ed espansione. Il primo viaggio (agosto 1492 - marzo 1493) L’accordo tra Colombo e i reali di Spagna si perfezionò il 17 aprile 1492 con i “Capitolati di Santa Fe”: a Colombo vennero assegnate due caravelle a vela latina1, la Pinta (Capitano Martyin Alonso Pinzon) e la Nina (Capitano Vicente Yanez Pinzon), che la città di Palos era obbligata ad armare per il Re ogni anno come pena per un antico episodio di ribellione. La terza imbarcazione, una nao basca a velatura mista (latina e quadra), chiamata Santa Maria fu presa in affitto: era la capitana, guidata da Colombo stesso. L’equipaggio, costituito da un centinaio di uomini, fu reclutato a fatica e grazie all’aiuto di M.A. Pinzon e il convoglio partì il 3 agosto 1492 dal Porto di Palos: l’approdo alle “Indie” si ebbe tra l’11 e il 12 ottobre 1492, quando le navi giunsero in vista dell’isola di Guanahani (si crede l’odierna Watling nelle Bahamas), ribattezzata “San Salvador” da Colombo. Dopo un periodo di esplorazione delle isole circostanti (Cuba e Haiti ribattezzata “Hispaniola”) Colombo fece ritorno in Europa nel marzo 1493. 1 Vela latina: vela triangolare, particolarmente adatta a navigare in presenza di venti non costanti. Il secondo viaggio (settembre 1493 – giugno 1496) Il 25 settembre 1493, Colombo ripartì da Cadice col duplice obiettivo di proseguire l’esplorazione delle Indie occidentali e di fondare una colonia a Hispaniola. Con lui c’erano 17 navi ed un equipaggio di circa 1200 uomini, tra i quali vi erano il figlio Diego, il fratello Giacomo e l'amico Michele da Cuneo, savonese, che ci ha lasciato un'importante relazione. Questa volta l’ammiraglio approdò più a sud, nelle Piccole Antille, ed esplorò numerose isole dell’arcipelago. Alla fine di novembre giunse a Hispanola dove non trovò più traccia degli spagnoli che aveva lasciato nella colonia di La Natividad: erano stati uccisi dagli indiani. Dopo aver fondato una nuova colonia, “Isabella”, partì per l’esplorazione di Cuba e scoprì anche la Giamaica. Al suo ritorno, tuttavia, dovette affrontare i primi disordini dovuti all’insubordinazione degli stessi spagnoli, sempre più violenti e assetati di ricchezze. Nel 1495 giunse a Hispaniola Juan Aguado, inquisitore inviato dalla regina: il potere di Colombo cominciava a declinare. Nel 1496, comunque, Cristoforo lasciò in mano al fratello Bartolomeo il governo militare delle nuove terre e ritornò in Spagna, dove giunse l’11 giugno. Il terzo viaggio (maggio 1498 – 1500)) Ottenute nuove navi e nuovi rifornimenti, Colombo ripartì alla volta delle Indie il 30 maggio 1498 alla testa di 330 coloni. Questa volta il navigatore toccò Trinidad proprio davanti alla foce dell’Orinoco, innanzi alla terraferma sudamericana. Quando giunse ad Haiti trovò poi una situazione ingovernabile che provocò l’arrivo dell’ispettore governativo Francisco de Bobadilla, dotato di pieni poteri. I fratelli Colombo vennero ricondotti prigionieri a Cadice e all’ammiraglio venne fatto divieto di tornare ad Haiti. Il quarto viaggio (maggio 1502-settembre 1504) Nel 1502 Colombo riuscì ad allestire un’altra flotta per individuare il passaggio verso l’Oceano Indiano che riteneva situato tra il continente meridionale e Cuba, considerata una penisola dell’Asia sudorientale. Questa volta seguì le coste dell’Honduras e del Nicaragua, in una impresa folle e delirante: avendo appreso dai locali che al di là dell’istmo di Panama c’era un altro mare si convinse di essere a dieci giorni di navigazione dal Gange, in India. Nel corso di questo viaggio fece naufragio e affrontò la ribellione dei suoi uomini in Giamaica: tornò con i superstiti in Spagna e, ormai povero e ammalato, si ritirò a Siviglia. Questo fu l’ultimo viaggio, poi sopraggiunse la morte che lo colse a Valladolid il 19 maggio 1506. Un amaro destino Colombo morì fermamente convinto di avere scoperto un arcipelago asiatico (le Antille), una provincia della Cina meridionale (Cuba) e un lembo di Asia non descritto dai geografi (il Sud America e l’istmo). Di lui il frate Bartolomè de Las Casas scrisse che Colombo mori “espropriato e spogliato delle sue condizioni e dei suoi onori, che con tanti immensi e incredibili pericoli, sudori e traversie aveva guadagnato, spodestato ignominiosamente, senz’ordine di giustizia, posto in catene e incarcerato senza che fosse ascoltato né riconosciuto colpevole, né gli fossero contestate le prove a carico o ricevute quelle a discarico”. L’eroe della scoperta sarà invece il fiorentino Amerigo Vespucci, non certamente un uomo di mare ma un attento osservatore del mondo. Con il Mundus Novus del 1503 e con una lettera-relazione del 1504 si affermerà come lo scopritore del nuovo continente che, non a caso, prenderà il suo nome.