ISTITUTO D`ISTRUZIONE SUPERIORE SOLERI

ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE SOLERI-BERTONI
LICEO DELLE SCIENZE UMANE
SALUZZO(CN)
PINESE BARBARA
CLASSE IVB
SEZIONE: IL SOCIALE COME SCIENZA
DOCENTE REFERENTE: PROF.SSA Nadia Miretto
Titolo: LA SOCIOLOGIA
Sitografia: http://it.wikipedia.org/wiki/Sociologia; http://sociologia.interfree.it/; http://www.docsity.com/itdocs/Sociologia_Generale_6; http://www.inftube.com/filosofia/sociologia/SOCIOLOGIA-SCHEDE-DEGLIAUTORI44762.php
La sociologia è la scienza che studia i fenomeni della società umana, indagando i loro effetti e le loro cause,
in rapporto con l'individuo e il gruppo sociale.
La sociologia è una scienza emersa nel XIX secolo come risposta ai cambiamenti del mondo moderno. I
sociologi speravano non solo di capire che cosa univa i gruppi sociali, ma anche di sviluppare un "antidoto"
alla disgregazione sociale.
I temi principali dell'epoca, definiti quelli della sociologia classica includono la ricerca su aspetti come il
sistema sociale, classi e norme sociali e il genere. Anche lo studio delle istituzioni diventa un tema
fondamentale, soprattutto quello della famiglia e della scuola, per poi passare ai problemi della società
stessa, come la devianza, il crimine, l'immigrazione, il divorzio, l'integrazione sociale, l'ordine e la legge.
Anche la sociologia moderna si è interessata dei diversi aspetti della vita quotidiana, soprattutto delle
istituzioni, e di come essi riescano ad influenzare la nostra società. Per questo motivo sono nate diverse
sottodiscipline autonome, come la sociologia del lavoro, sociologia dell'arte o sociologia dello sport.
La sociologia è una scienza relativamente nuova rispetto ad altre scienza sociali, alcuni considerano Ibn
Khaldun (1332-1406) il precursore della sociologia, poiché nella sua opera l'introduzione di sette volumi di
analisi della storia universale, è stato forse il primo ad avanzare ragionamenti di filosofia sociale e scienze
sociali nella formulazione di teorie sulla coesione e sul conflitto sociale.
Il termine "sociologia" fu però coniato da Auguste Comte, che sperava di unificare tutti gli studi sull'uomo,
includendo storia, psicologia ed economia. Il suo pensiero era tipico dell'epoca: egli credeva che l'esistenza
umana passasse sempre attraverso le stesse tappe storiche e che, comprendendone la progressione, si
potessero individuare i rimedi per i problemi della società.
L’obiettivo che Comte si propose fu quelle di creare una scienza della società basata su tre metodi
fondamentali delle scienze naturali: osservazione, sperimentazione, comparazione, per studiare e scoprire le
leggi dello sviluppo sociale. Egli elaborò la teoria dei tre stadi, secondo cui l’evoluzione della società
rispecchia quella dell'individuo: l'infanzia rispecchia il mondo antico e la famiglia, l'adolescenza il mondo
medioevale e lo stato e infine la maturità che rappresenta il mondo moderno e quindi lo stato.
Assolutamente contrario al pensiero di Comte è Weber secondo il quale le scienze sociali non possono
essere studiate tramite i tradizionali metodi delle scienze naturali, perché le azioni umane non sono regolari
e prevedibili come gli eventi naturali.
Weber ideò il tipo ideale, uno strumento per fare studi comparativi, per distinguere le deviazioni e le
similitudini; si ottiene accentuando certe caratteristiche e omettendone altre, non corrisponde quindi alla
realtà
Grazie ai tipi ideali, Weber studiò i rapporti di potere. Il potere che una persona o un gruppo detiene, deriva
sempre dalla legittimazione che riceve dagli altri che può essere di tipo legale (carabinieri, professori,
magistrati), tradizionale (re, papi, vescovi) o carismatica (leader politici, dittatori, eroi sportivi o idoli musicali)
Un altro autore che ha dato il suo contributo alla sociologia è Karl Marx (1818-1883), egli considera la
società come una realtà costituita da forze contrapposte che lottano tra loro e danno vita così al mutamento
sociale. Marx studia la storia dei rapporti umani inseriti in un contesto economico e la lotta per la
sussistenza. Non appena nella società umana si crea una divisione del lavoro, questa determina la
formazione di classi antagoniste, protagoniste del dramma storico.
A questo proposito elabora la teoria delle classi e cioè il rapporto tra gruppi umani ed i mezzi di produzione.
Gli operai diventano sempre di più e possono sconfiggere i capitalisti che invece diminuiscono per via della
concorrenza.
Altro importante autore che si è occupato di sociologia è Emile Durkheim(1858-1917).
Durkheim pensa che l’uomo sia per sua natura insaziabile, e che questa insaziabilità debba essere limitata
dall’esterno, attraverso il controllo sociale. Quando però quest'ultimo si indebolisce, l’influenza esercitata
dalla società per contenere l'individuo viene meno, e gli uomini sono lasciati in balia delle loro passioni.
Questo stato si chiama anomia: gli individui sono lasciati senza una guida morale per il raggiungimento dei
loro obiettivi.
L’individuo è strettamente legato al gruppo in cui vive, tanto da arrivare al suicidio se i rapporti con esso non
sono più soddisfacenti.
Durkheim sostiene inoltre che la religione sia una proiezione del potere del gruppo. La religione è una forza
di coesione, generatrice di moralità, nasce dalla divisione tra cose sacre e cose profane: è quindi uno dei
fondamenti della società.
Per Durkheim gli atti devianti sono funzionali alla società, in quanto stimolano la coesione dei normali contro
i criminali, servono a delimitare il confine dei comportamenti leciti e per attenuare il malcontento sociale,
utilizzando i criminali come capri espiatori.