scheda progetto per l`impiego di volontari in

SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
CARITAS ITALIANA
La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di
promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai
bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare
attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto).
È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II.
Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il
senso cristiano della Carità.
Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al
servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale.
Caritas diocesana di Rimini
La Caritas diocesana di Rimini nasce ufficialmente il 25 Gennaio del 1978, anche se da anni il territorio
riminese era attivo nelle opere di carità nei confronti degli ultimi e degli emarginati. Il primo servizio attivato
dalla Caritas diocesana è stata la mensa della fraternità. Nel 1985, per dare forma ufficiale e giuridica alle
iniziative promosse dalla Caritas, viene costituita la Cooperativa Madonna della Carità. E’ negli anni ’90 che
la Caritas amplia il proprio raggio di intervento grazie alla creazione di servizi quali: Telefono della
Solidarietà, Giro nonni, Centro Servizi Immigrati, Centro Betania Migrantes, Associazione Famiglie Insieme.
Nel 2002, viene costituito un nuovo strumento di servizio ai poveri: l’Osservatorio Diocesano delle Povertà e
delle Risorse con la finalità di favorire la conoscenza del disagio sociale presente sul territorio della diocesi.
Dallo stesso anno i giovani possono svolgere Servizio Civile in diversi settori di intervento della struttura.
Attraverso il laboratorio diocesano la Caritas stimola la crescita delle realtà caritative parrocchiali ed
interparrocchiali, assieme alle quali raccoglie dati utili che offrono alle istituzioni elementi per dare risposte
concrete ed efficaci ai bisogni dei poveri.
L’Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande per il presente progetto è:
CARITAS DIOCESANA DI RIMINI
Via Madonna della Scala, 7 cap 47921 città Rimini – Tel. 0541.26040
Fax 0541.24826
E-mail [email protected]
Persona di riferimento: Paola Bonadonna
2) Codice di accreditamento:
NZ01752
3) Albo e classe di iscrizione:
NAZIONALE
1° CLASSE
CARATTERISTICHE PROGETTO
1
4) Titolo del progetto:
Il centro nel mondo - Rimini
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
Settore: Educazione e Promozione Culturale
Area di intervento: Centri di aggregazione (bambini, giovani, anziani)
Codice: E01
2
6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il
progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori
misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:
1) Analisi del territorio specifico, evidenziando la domanda e l’offerta
1. Descrizione dell’ambito di intervento
Il progetto “Il Centro nel Mondo” si identifica nell’ambito dell’educazione extra-scolastica
dei minori delle scuole primarie e secondarie di 1° grado. In particolare si struttura
attraverso un percorso di aggregazione inclusiva per bambini stranieri e/o in situazioni di
disagio sociale.
La scelta di un percorso educativo rivolto in particolar modo agli stranieri, è motivata
dalla forte presenza sul territorio riminese di minori immigrati inseriti all’interno delle classi,
ma che presentano notevoli difficoltà nel conseguire un successo scolastico positivo.
“L’analisi sugli studenti stranieri che presentano un ritardo scolastico rispetto alla propria
età anagrafica evidenzia che:
l’86% di questi studenti vive in una famiglia i cui componenti sono tutti stranieri.”
[Provincia di Rimini - Assessorato agli Osservatori Statistici - Servizio Statistica – 1 gennaio
2012]
Ad esclusione dei casi con problematiche importanti, la criticità generale individuata
dalle insegnanti è nell’area del sostegno ai compiti pomeridiani, perché le famiglie
straniere non riescono a seguire adeguatamente i figli, avendo a loro volta difficoltà con
la lingua italiana.
Nonostante i dati dell’osservatorio provinciale sulle migrazioni confermino la maggior
stabilità delle famiglie straniere sul territorio riminese (vedi tab.1), l’inclusione sociale delle
stesse rimane ancora una prospettiva non imminente. Insieme alle famiglie straniere
ancora molte famiglie italiane sono fortemente carenti nell’attivazione di reti sociali e
nella partecipazione alla società d’appartenenza. Queste famiglie sono quelle che
vivono situazioni problematiche e/o di disagio conclamato. I bambini che vivono
nell’infanzia condizioni di privazione socio-economica sono quelli maggiormente a rischio
di abbandonare i percorsi formativi ordinari, per questo si vuole intervenire per
combattere la dispersione scolastica, ma anche (e soprattutto) per offrire nuove
possibilità ai bambini e alle loro famiglie, per risollevarsi e ritrovare la propria
autodeterminazione.
L’inclusione è un processo complesso, per il quale si intrecciano diverse variabile, perciò lo
scopo del progetto “Il Centro nel Mondo” è quello di offrire una proposta educativa
integrata, che supporti i bambini nel percorso scolastico per vivere positivamente
l’esperienza dell’apprendimento, ma anche nel proporre esperienze relazionali
significative, tra pari e con adulti di riferimento.
A partire dalla lettura dei bisogni del territorio (sopra evidenziati) la Caritas di Rimini vuole
offrire con questo progetto un centro educativo inclusivo per bambini stranieri e/o con
disagio sociale che si occupi sia del sostegno scolastico, sia dello sviluppo sociorelazione del minore. Sarà necessaria la rete con i nuclei familiari dei bambini e con gli
altri servizi del territorio: istituti scolastici, servizi socio-sanitari, associazioni e cooperative
sociali che si occupano di immigrazione e di inclusione.
3
Tab.1 - Provincia di Rimini - Assessorato agli Osservatori Statistici - Servizio Statistica – 1 gennaio 2012
2. Analisi dei dati generali sul bisogno rilevato – per poi arrivare allo
specifico
-
FONTI ESTERNE
La Provincia di Rimini, al 1° gennaio 2013 contava 326.926 persone residenti e il tasso della
popolazione straniera si confermava al 10,7% (Istat).
I bambini stranieri nella fascia di età 6 -13 anni sono circa 2500 (Osservatorio Provinciale
Immigrazione) ovvero il 10,3% della popolazione totale di quella età. Le nazionalità
maggiormente rappresentate sul territorio provinciale sono: Albania, Romania, Ucraina,
Marocco, Cina, Senegal, Moldavia, Macedonia, Russia, Tunisia.
Sempre i dati dell’osservatorio provinciale del 2012 ci indicano che l’11,3% degli studenti
delle scuole secondarie di I° grado è straniera, mentre nelle scuole primarie gli stranieri
sono l’8,3%. Queste percentuali diventano anno dopo anno sempre più importanti e
portano con sé bisogni ed esigenze specifiche.
Una variabile specifica che ha inciso sulla costruzione del progetto “Il Centro nel Mondo”,
è l’alto tasso di DSA (Disturbi specifici dell’apprendimento) riscontrato fino ad ora nei
servizi per minori stranieri. Ad oggi le ricerche pedagogiche in tale ambito sono poche e
poco attendibile, perciò non è stata ancora verificata una correlazione tra
l’appartenenza ad una famiglia straniera e la possibilità di avere un disturbo
dell’apprendimento. Nonostante ciò, dai dati forniti dai servizi per minori e dagli istituti
scolastici, emerge una forte presenza di scolari con patologie nella sfera
dell’apprendimento.
“L’analisi sugli studenti stranieri che presentano un ritardo scolastico rispetto alla propria
età anagrafica evidenzia che:
- l’86% di questi studenti vive in una famiglia i cui componenti sono tutti stranieri;
- Il 56,4% sono studenti immigrati in un’età compresa tra i 6-12 anni, ed il 66,4% di questi
è immigrato in Provincia negli ultimi 5 anni;
- Tra gli studenti stranieri che frequentano le scuole primarie il 30,5% presenta un ritardo
scolastico;
- Tra gli studenti stranieri che frequentano le scuole secondarie di 1° grado il 53,6%
risulta avere un ritardo scolastico.”
[Provincia di Rimini - Assessorato agli Osservatori Statistici - Servizio Statistica – 1 gennaio
2012]
Tab. 2 - Dati Aprile 2012 da Ufficio Scolastico Regionale per l'Emilia Romagna
Disabilità nelle Scuole Primaria dell'Emilia Romagna
PROVINCIA
HANDICAP
DSA
H + DSA
RIMINI
310
230
Emilia
Romagna
4.798
2.769
540
7.567
4
Tab. 3 - Dati Aprile 2012 da Ufficio Scolastico Regionale per l'Emilia Romagna
Disabilità nelle Scuole Secondarie di I° dell'Emilia Romagna
PROVINCIA
HANDICAP
DSA
H + DSA
RIMINI
234
322
556
Emilia Romagna
3.355
4.033
7.388
Tab. 4 - Dati Aprile 2012 da Ufficio Scolastico Regionale per l'Emilia Romagna
La forte presenza di queste patologie richiede un intervento mirato e qualitativo, nel
rapporto diretto con i minori e nell’offrire strumenti adeguati alle famiglie.
-
FONTI INTERNE (Caritas Rimini)
Descrizione dettagliata del gruppo sul quale si vuole intervenire, già preso in carico
dall’ente
Dati del 1 gennaio 2014, derivanti dalla compilazione periodica di schede di
monitoraggio sulla situazione del minore e della famiglia e dai colloqui con gli altri servizi
di riferimento (scuole, AUSL).
I minori con i quali si svolgerebbe il progetto sono 53, dei quali 15 provenienti dalla
Macedonia, 12 dalla Cina, 11 dal Bangladesh, 5 dal Marocco, 3 dal Kosovo e dalla ExIugoslavia (di etnia Rom), 2 dalla Tunisia, 2 dal Perù, 1 dall’Albania, 1 dalla Bolivia e 1 da
Santo Domingo.
5
Ci sono 37 maschi e 16 femmine, 39 frequentano la scuola primaria mentre 14 la scuola
secondaria di I° grado del Comune di Rimini. Di questi 53 bambini 15 sono nati in Italia,
mentre 2 bambini sono arrivati solo da pochi mesi e non conoscono la lingua.
Situazioni familiari critiche:
- 9/53 bambini vivono con un solo genitore a causa di separazione, morte di un genitore
oppure per la carcerazione di un genitore.
- 2/53 fratelli sono affidati nelle ore diurne ad una persona esterna alla famiglia.
- 3/53 bambini Rom vivono in condizioni abitative precarie (roulotte, baracche, …).
- 10/53 bambini hanno entrambi i genitori che non conoscono la lingua italiana in
maniera sufficiente ad esprimersi comprensibilmente;
- 19/53 famiglie sono prese in carico dalla Caritas di Rimini per le scarse risorse finanziarie a
disposizione;
- 11/53 famiglie sono seguite dai servizi sociali territoriali.
Solo una famiglia delle 53 coinvolte nel percorso dichiara di aver a disposizione sul
territorio riminese una rete formale e/o informale adeguata a supportare le necessità
economico-sociali del nucleo.
18 bambini su 53 presentano forti disturbi psico-sociali che si manifestano maggiormente
nella sfera dell’apprendimento e nelle relazioni tra pari. 2 bambini non parlano la lingua
italiana perciò hanno grosse difficoltà di inserimento nei gruppi organizzati (scuola, centro
d’aggregazione,…).
9 di questi 18 ragazzi hanno ricevuto una certificazione di disabilità specifica:
- 5/9 bambini presentano disturbi specifici dell’apprendimento;
- 3/9 bambini presentano un ritardo cognitivo (supportati da insegnanti di sostegno
scolastico);
- 1/9 bambino è affetto da sordità e disturbo specifico dell’apprendimento.
I restanti 9 bambini con disturbi psico-sociali non hanno avuto una certificazione da parte
dei servizi sociali ma presentano grosse difficoltà nel seguire il programma della classe e
nell’autonomia di organizzazione delle attività personali. In 2 casi non si è ancora
proceduto con la segnalazione ai servizi in quanto l’età ancora non permette una
diagnosi esatta (6-7 anni).
6
N° Bambini
ISTITUTI SCOLASTICI
Frequentanti il Centro
d’Aggregazione
Direzione Didattica “Decio Raggi”
19/53
Direzione Didattica “Montessori”
3/53
Direzione Didattica “De Amicis”
4/53
SCUOLA PRIMARIA
Direzione Didattica “Madre Teresa di 6/53
Calcutta”
Direzione Didattica “Ferrari”
5/53
Direzione Didattica “Anna Frank”
2/53
Istituto Comprensivo “Dante Alighieri”
8/53
Scuola Media Statale “Bertola”
1/53
Istituto Comprensivo “Panzini”
5/53
Tipologia Istituti
SCUOLA
SECONDARIA DI I°
GRADO
Tab.5 Fonte interna Caritas Rimini
INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI SPECIFICI
Dall’analisi fino ad ora esposta emergono bisogni specifici per i quali l’ente intende agire
in sinergia con i servizi del territorio:
- Difficoltà delle famiglie a seguire adeguatamente i figli nello svolgimento dei
compiti scolastici, soprattutto per i 10 bambini che non possono contare sulla
conoscenza base della lingua italiana da parte dei genitori.
- Rischio di fallimento scolastico per i 18 bambini che presentano disturbi psicosociali e che non possono contare su servizi specifici.
3. Analisi delle risorse del territorio
RISORSE ESTERNE
Sul territorio riminese operano i seguenti servizi educativi, in settori analoghi a quello
evidenziato nel codesto progetto. Sono realtà importanti e consolidate per la
popolazione riminese e richiedono alle famiglie un contributo economico periodico.
DENOMINAZIONE OFFERTA EDUCATIVA
ENTE
UTENTI PRESI IN
CARICO
Associazione
Arcobaleno
(Associazione di
Promozione
Sociale)
Circa 150
bambini delle
scuole
elementari e
medie tutti di
origine
straniera.
- Attività integrative
extrascolastiche pomeridiane
(1 pomeriggio a settimana)
realizzate su richiesta ed in
collaborazione con gli Istituti
scolastici pubblici operanti sul
territorio del Distretto di Rimini,
destinate alla formazione ed
LUOGO DI
SVOLGIMENTO
DELLE ATTIVITA’
Provincia di
Rimini: 10 plessi
scolastici.
7
COOPERATIVA
SOCIALE a r. l.
“IL MILLEPIEDI”
alla socializzazione interetnica
ed interculturale, fra allievi
stranieri ed italiani nella fascia
dell’obbligo scolastico
e formativo.
- Interventi di mediazione
linguistico- interculturale per
agevolare l’iscrizione alle
scuole comunali (nidi e scuola
d’infanzia)
- Interventi formativi/informativi
con insegnanti e genitori
Gruppi Educativi Territoriali che
si ritrovano tutti i pomeriggi dal
lunedì al venerdì con questi
obiettivi:
la socializzazione
l’integrazione con il
territorio
il sostegno scolastico
l’acquisizione di
competenze
la proposta di un’amicizia
significativa
il sostegno alle famiglie
nel processo di crescita dei figli
Circa 110
bambini delle
scuole
elementari e
medie di cui 2/3
segnalati dai
servizi sociali
Distretto di
Rimini (n. 6
GET): Dogana,
S.Giuliano
Martire, Zona
Centro Studi,
Viserba
elementari,
Viserba medie,
Miramare.
RISORSE INTERNE
Dal 2001 è attivo un Centro d’aggregazione per bambini stranieri (inizialmente indirizzato
ai bambini Rom), totalmente gratuito per le famiglie e sostenuto in larga parte dal
volontariato locale.
Attualmente il servizio conta 53 iscritti e si svolge nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì
dalle 14,00 alle 17,00 presso i locali della Caritas di Rimini. Nella prima parte del
pomeriggio i bambini, seguiti dai volontari (possibilmente con rapporto 1:2), eseguono i
compiti scolastici e lavorano sulle competenze didattiche. A metà pomeriggio si consuma
la merenda insieme (offerta dall’ente) e nel tempo restante si organizzano giochi di
gruppo, attività manuali (realizzazione oggettistica, decorazioni natalizie con materiali di
riciclo, origami) e laboratori creativi (cucina, creta, danza, disegni con tecniche
innovative, biglietti per gli anziani di Rimini).
In parallelo i volontari cercano di utilizzare percorsi e strategie personalizzate per ogni
bambino, lavorando in particolare sulle competenze da incrementare.
Viene valorizzata anche la dimensione socializzante del servizio, dove i bambini possono
stimolare e aiutare i compagni nella realizzazione dei compiti e delle attività ludiche,
sempre sotto la supervisione degli adulti.
Il Centro è seguito da due educatori che curano l’impianto educativo e i rapporti con le
famiglie dei bambini e con la rete dei servizi dedicati. I volontari che hanno deciso di
prestare servizio al Centro sono circa 60, suddivisi nei 3 giorni di apertura.
Dall’esperienza dell’ente Caritas Rimini si sono avviate negli ultimi 3 anni, due proposte
similari in strutture parrocchiali della Provincia.
8
DENOMINAZIONE OFFERTA EDUCATIVA
ENTE
UTENTI PRESI IN
CARICO
Caritas
Parrocchiale
“Regina Pacis”
15 bambini
Caritas
Parrocchiale
“Viserba”
Dopo-scuola pomeridiano (2
pomeriggi a settimana) per
ragazzi delle scuole elementari
e medie della parrocchia,
seguiti da volontari
Dopo-scuola pomeridiano (1
pomeriggio a settimana) per
ragazzi delle scuole elementari
e medie della parrocchia,
seguiti da volontari
20 bambini
LUOGO DI
SVOLGIMENTO
DELLE ATTIVITA’
Parrocchia
“Regina Pacis”
Via Rovetta 20 Rimini
Parrocchia
“Viserba Mare”
Via Tonini, 14 Rimini
2) Indicatori scelti sui quali incidere
Come già detto inizialmente, l’inclusione sociale è un processo che coinvolge molteplici
aree della vita di un individuo. Per dare una risposta adeguata e coerente al bisogno, si
vuole agire trasversalmente su diversi livelli essenziali, con un’attenzione specifica alle
situazioni di bisogno più gravi.
1. Numero dei bambini stranieri che frequentano il Centro d’Aggregazione e
attraverso il quale migliorano il loro rendimento scolastico;
2. Numero dei bambini che acquisiscono una padronanza sufficiente della lingua
italiana;
3. Numero dei bambini con disturbi psico-sociali che accrescono le loro abilità di
apprendimento grazie alle attività personalizzate del Centro;
4. Numero delle attività ludico-didattiche mirate ad implementare le competenze dei
bambini con DSA.
a. Perché si sono scelte le sedi per rispondere al problema
La sede “Caritas Rimini” dal 1976 si occupa di situazioni problematiche e ha come mission
l’educazione all’accoglienza verso tutti. Dagli anni ’90 segue fortemente l’area
dell’immigrazione ed è un riferimento fondamentale in materia per tutto il territorio
provinciale.
Grazie al contatto diretto con moltissime persone che si trovano in situazione di bisogno
(nel 2013 ha incontrato 2407 persone – Osservatorio Caritas Rimini), l’ente ha la possibilità
di avere un quadro esaustivo delle necessità e delle caratteristiche molteplici delle
povertà del territorio (vedi Rapporto On-line sul sito www.caritas.rimini.it).
Nel 2001 l’ente decide di aprire un centro educativo con lo scopo di accompagnare
nella crescita alcuni bambini Rom della Provincia e le loro famiglie, vista la forte richiesta
del momento. Successivamente, considerata la positività dell’esperienza e l’emergere di
nuovi bisogni, si decide di ampliare l’offerta, accogliendo anche bambini cinesi. A partire
dal 2009 poi, il centro vede la partecipazione di bambini di diverse nazionalità.
Grazie alla forte presenza sul territorio riminese attraverso i molteplici servizi che la Caritas
di Rimini offre, oggi si riesce a rispondere ad esigenze concrete, in sinergia con altri
soggetti che si occupano di minori stranieri e/o con disagio sociale. Negli anni
l’esperienza si è consolidata e rafforzata, la collaborazione con gli Istituto Scolastici del
9
Comune e della Provincia è molto migliorata e le rete dei volontari che si impegnano in
questo servizio cresce ogni anno.
Preso atto delle esigenze del territorio e della complessità del settore immigrazione, l’ente
si auspica di continuare nel tempo ad offrire gratuitamente per le famiglie, il servizio del
Centro d’Aggregazione.
La Caritas di Rimini ritiene preponderante “la funzione pedagogica” nei confronti della
cittadinanza, attraverso l’attenzione ai più deboli e alla presa in carico di situazioni difficili
presenti nella comunità. Questa prospettiva educativa viene incarnata anche all’interno
del servizio con i bambini stranieri e/o in situazione di disagio psico-sociale, perché ritenuti
un tassello fondamentale per gettare le basi di un’inclusione effettiva e duratura dei
gruppi minoritari. Ciò è dimostrato dalla presenza di un operatore marocchino (residente
in Italia da 10 anni) all’interno del servizio che offre una mediazione linguistica e culturale
tra il territorio riminese e le famiglie straniere che chiedono sostegno per i propri figli.
Il metodo educativo della Caritas si è sempre caratterizzato con una forte attenzione ai
bisogni individuali, assieme ad una valorizzazione costante delle dimensione sociale e
aggregante, soprattutto durante l’età evolutiva. La relazione interpersonale diventa lo
strumento principe per lavorare con l’utenza e per produrre cambiamenti significativi
nelle persone coinvolte. Le competenze educative vengono acquisite dai volontari nei
momenti di formazione periodici, e il coordinamento di un educatore esperto garantisce il
mantenimento di una struttura pedagogica di qualità.
Un altro elemento fondamentale che caratterizza la Caritas di Rimini è la grande presenza
di volontari (soprattutto giovani) che offrono il loro tempo per i bambini con difficoltà.
Nell’anno scolastico 2013-2014 i volontari del Centro d’Aggregazione erano circa 70 e
questa disponibilità permette di abbattere i costi del servizio e di avere molteplici abilità
trasversali da mettere a disposizione dei bambini.
b. Quali destinatari (diretti)
I soggetti destinatari dell’intervento sono 53 bambini stranieri e/o con problematiche
psico-sociali, in particolare 10 bambini che hanno entrambi i genitori che non parlano
italiano e 18 bambini che presentano disturbi psico-sociali, residenti sul territorio della
Provincia di Rimini.
Caratteristiche quantitative/qualitative del target
9 di 53 minori hanno ricevuto una certificazione di disabilità specifica:
- 5/9 bambini presentano disturbi specifici dell’apprendimento;
- 3/9 bambini presentano un ritardo cognitivo (supportati da insegnanti di sostegno
scolastico);
- 1/9 bambino è affetto da sordità e disturbo specifico dell’apprendimento.
Ulteriori 9 bambini presentano forti disturbi nella sfera psico-sociale però non sono ancora
stati segnalati dai servizi sociali e sanitari.
10 minori hanno difficoltà nella lingua italiana, e non sono supportati adeguatamente
dalle famiglie d’appartenenza perché anch’esse non hanno la conoscenza base della
lingua.
53 MINORI
Divisione per conoscenza della lingua italiana
Insufficiente
10
10
Discreta
Buona
Ottima
17
21
5
53 MINORI
Divisione per fasce d’età
6-10 anni
39 bambini
11-13 anni
14 bambini
53 MINORI
Divisione per genere
Femmine
16 bambine
Maschi
37 bambini
53 MINORI
Divisione per cittadinanza
15 Macedonia
12 Cina
11 Bangladesh
5 Marocco
3 Kosovo e Ex-Iugoslavia (di etnia Rom)
2 Tunisia
2 Perù
1 Albania
1 Bolivia
1 Santo Domingo
c. Quali beneficiari (indiretti)
1. FAMIGLIE DEI MINORI
I primi beneficiari del progetto saranno le famiglie dei minori coinvolti nel servizio,
soprattutto nel miglioramento delle abilità linguistiche.
53 FAMIGLIE
Divisione per conoscenza della lingua italiana
Insufficiente
Discreta
Buona
Ottima
10
27
13
3
2. ISTITUTI SCOLASTICI RIMINESI
Il servizio proposto sarà complementare alle azioni intraprese dagli insegnanti all’interno
delle classi dei bambini, perciò supporterà gli apprendimenti scolastici e andrà ad
incrementare le abilità dei minori.
11
In particolare risulteranno beneficiari dell’intervento gli istituti frequentati dai 53 bambini,
target del progetto.
SCUOLE PRIMARIE
Direzione Didattica “Decio Raggi”
Direzione Didattica “Montessori”
Direzione Didattica “De Amicis”
Direzione Didattica “Madre Teresa di Calcutta”
Direzione Didattica “Ferrari”
Direzione Didattica “Anna Frank”
SCUOLE SECONDARIE DI PRIMO GRADO
Istituto Comprensivo “Dante Alighieri”
Scuola Media Statale “Bertola”
Istituto Comprensivo “Panzini”
3. SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI
Saranno implementate azioni in sinergia anche con i servizi territoriali che si occupano di
minori, ed in particolare si offrirà una risposta di qualità agli 11 casi di minori supportati dal
“Servizio Tutela Minori” dell’AUSL di Rimini – Sezione Romagna.
4. COMUNITA’ STRANIERE RESIDENTI A RIMINI
Il progetto “Il Centro nel Mondo”, come dichiarato sopra, vuole offrire un servizio che miri
ad un’integrazione effettiva degli stranieri all’interno della società riminese, a partire dalla
conoscenza della lingua italiana, in particolare per i bambini e le famiglie con maggiori
difficoltà di comunicazione (come segnalato sopra, 11 famiglie non possiedono sufficienti
abilità nella lingua italiana).
Questo dato andrà ad incidere positivamente per le comunità straniere presenti nella
Provincia riminese, in quanto offrirà maggiori strumenti di empowerment alle famiglie.
5. COMUNITA’ RIMINESE
Tutta la comunità riminese beneficerà del lavoro svolto dalla Caritas di Rimini perché
favorirà l’integrazione degli stranieri coinvolti e delle relative reti parentali. Il percorso
fornirà ai soggetti coinvolti nuovi contatti e reti trasversali, che andranno ad implementare
lo scambio interculturale sul territorio, anche attraverso momenti specifici di incontro con
la cittadinanza.
7) Obiettivi del progetto:
PREMESSA
Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile
Nazionale come esperienza di formazione globale della persona.
12
Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una
“parentesi” nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le
memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future.
L’intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e
profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società.
Le Caritas diocesane si uniscono nell’impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza
del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un
anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani
i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L’intento è quello di proporre
un’esperienza che cerchi e costruisca senso. Un’esperienza che davvero cambi.
Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare
alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile nazionale, affermando l’impegno alla realizzazione
delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani
coinvolti nel progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società civile come
sensibilizzazione alla testimonianza della Carità.
Queste finalità generali sono così riassumibili:
Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d’informazione per una
cittadinanza attiva e responsabile.
Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e
sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione.
Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento
spirituale.
Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito
sociale.
Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà.
Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che
verranno coinvolti nell’esperienza.
Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del
conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di
diritti.
OBIETTIVO GENERALE DEL PROGETTO
Implementare l’aggregazione inclusiva per bambini stranieri e/o con disturbi psico-sociali
che frequentano il Centro della Caritas di Rimini.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO
1. BISOGNO SPECIFICO DEL CONTESTO
(Situazione di partenza)
Difficoltà delle famiglie a seguire adeguatamente i figli nello svolgimento dei compiti
scolastici, soprattutto per i 10 bambini che non possono contare sulla conoscenza
base della lingua italiana da parte dei genitori.
1.1 OBIETTIVO SPECIFICO DEL CONTESTO
Migliorare l’inclusione a livello scolastico ed accrescere la padronanza della lingua
italiana nei partecipanti al Centro d’Aggregazione, in particolare per i bambini le cui
famiglie non parlano italiano.
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INDICATORI DI RISULTATO
QUANTITATIVI
N. bambini che raggiungono una padronanza sufficiente della lingua:
10/53 (vedi punto 6.3.b).
Attività per potenziare la conoscenza
della lingua italiana: 2 laboratori specifici. -


QUALITATIVI
Miglioramento
delle
relazioni
interpersonali;
Maggiori possibilità di integrazione
sociale;
Aumento delle abilità linguistiche di
tutto il gruppo.
2. BISOGNO SPECIFICO DEL CONTESTO
(Situazione di partenza)
Rischio di fallimento scolastico per i 18 bambini che presentano disturbi psico-sociali e
che non possono contare su servizi specifici.
2.1 OBIETTIVO SPECIFICO DEL CONTESTO
Potenziamento delle abilità didattiche e relativa riduzione del fallimento scolastico,
attraverso un sostegno individualizzato, nei 18 bambini stranieri con disturbi psicosociali che frequentano il Centro d’Aggregazione.


8)
INDICATORI DI RISULTATO
QUANTITATIVI
QUALITATIVI
Numero delle attività ludico-didattiche  Aumento dell’autostima dei bambini
mirate ad implementare le competenze
con bisogni speciali;
dei bambini con DSA: 5 laboratori  Potenziamento delle life skills dei
specifici e introduzione di 2 strumenti
minori.
didattici compensativi o facilitanti;
Aumento del 20% delle abilità di
apprendimento dei bambini con disturbi
psico-sociali;
Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le
attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio
civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:
8.1 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI
Descrizione dettagliata delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Area d’intervento:
Centri d’aggregazione
Sede:
Caritas Rimini
Obiettivo
Migliorare l’inclusione a livello scolastico ed accrescere la padronanza
Specifico n. 1
della lingua italiana nei partecipanti al Centro d’Aggregazione, in
14
particolare per i bambini le cui famiglie non parlano italiano.
Azione
Generale 1:
Potenziament
o della lingua
italiana
Attività 1.1
Centro
d’aggregazione
Il centro d’aggregazione è aperto tutti i pomeriggi dal
lunedì al venerdì dalle 14,00 alle 17,00.
Dalle 14,00 alle 15,30 circa si svolgono i compiti scolastici
(attività 1.1.1) e a seguire si condivide la merenda tutti
insieme.
Dalle 16,00 alle 17,00 vengono proposte attività
ludico/creative a seconda delle esigenze del gruppo,
oppure i bambini partecipano a laboratori specifici (attività
1.1.2).
Attività
1.1.1 Ogni giorno, all’apertura del Centro
educativo, si dedica un momento
Sostegno
specifico all’accoglienza dei bambini,
compiti
che successivamente vengono suddivisi
in piccoli gruppi, sulla base delle materie
da
affrontare
e/o
della
classe
frequentate.
Supportati da volontari, i minori svolgono i
compiti scolastici assegnati e lavorano
sulle abilità da implementare attraverso
modalità vicine ai loro interessi e alle loro
passioni (disegno, computer, gioco di
lingua, quiz di matematica, lettura,…).
I volontari seguono i bambini, sulla base
delle
indicazioni
pervenute
dagli
insegnanti e dai genitori, con lo scopo di
rinforzare
le
aree
deboli
e
di
implementare le abilità già consolidate.
Fondamentale è l’approccio di peereducation che si tenta di promuovere,
ovvero l’aiuto tra pari nella risoluzione di
problemi
o
nella
facilitazione
dell’apprendimento.
Nell’area del sostegno, rientra anche
l’aiuto al minore nell’autonomia di
gestione del proprio materiale scolastico
e nella cura di esso. Molto spesso, i
bambini che partecipano al Centro, non
hanno la possibilità di acquistare tutto
l’occorrente che la scuola richiede,
perciò si è istituita una collaborazione con
l’azienda
Marcaccini
che
fornisce
periodicamente e gratuitamente prodotti
di cancelleria.
Attività
1.1.2 Alle 15,30 circa si organizza la merenda
Socializzazione insieme, offerta dall’ente. Per la vita del
Centro, l’intervallo diventa un momento
/Inclusione
prezioso per sperimentare il piacere di
stare insieme e il rispetto delle regole
condivise. E’ una palestra indispensabile
per sperimentare la relazione positiva tra
pari e con i volontari, al di fuori di attività
strutturate.
Al termine della merenda, per facilitare la
socializzazione, soprattutto nella fase
iniziale del progetto, si organizzano giochi
di squadra e attività ludiche in grado di
stimolare i bambini alla cooperazione,
15
Attività 1.2
Laboratorio di
lingua
Attività 1.3
Laboratorio
genitoribambini
alla conoscenza reciproca e al rispetto di
ognuno.
In alternativa si propongono percorsi
creativi al fine di sperimentare diverse
strade per sviluppare abilità personali e
crescere nella relazione con gli altri
(cucina, riciclaggio, pittura, …).
Trasversalmente alla tipologia di azione, il
gruppo durante l’anno riflette insieme su
vari temi che riguardano la loro vita di
cittadini stranieri in Italia: intercultura,
integrazione,
rispetto,
fratellanza
e
amicizia.
All’inizio del progetto, vengono individuati tre gruppi di
bambini in relazione al livello di conoscenza della lingua
italiana (comprensione, linguaggio e comunicazione,
grammatica) e si valutano le necessità specifiche comuni
attraverso test preposti. E’ fondamentale considerare anche
la diversa provenienza dei minori, in quanto ogni lingua
madre ha specificità che possono indurre a commettere i
medesimi errori nell’apprendimento di un’altra lingua.
Insieme alle insegnanti di classe, si progettano tre
percorsi/laboratori diversificati per accrescere il livello di
padronanza della lingua italiana dei singoli e lavorare per
colmare le lacune linguistiche. Ogni laboratorio è composto
da 10 incontri a cadenza settimanale, e si realizza nello
spazio al termine dei compiti scolastici (16.00 – 17.00). La
metodologia vuole essere attiva e dinamica (giochi,
musica, arte, …), per favorire l’apprendimento e la
disponibilità dei bambini.
Si prevede una prova intermedia (al 5° incontro) e una
finale per valutare i risultati raggiunti. Al termine dei
laboratori i bambini continueranno ad essere seguiti
individualmente nel sostegno ai compiti, supportati
soprattutto nelle aree in cui hanno maggiori difficoltà.
Al termine dei laboratori specifici per i bambini, si procede
con il coinvolgimento dei genitori (in particolare delle madri)
per organizzare 5 incontri nei quali offrire strumenti pratici e
consigli su come approcciarsi al sostegno scolastico dei figli.
Prima di attivare i laboratori verranno incontrati
singolarmente i genitori, ai quali verrà spiegato l’obiettivo
del percorso e l’importanza della loro messa in gioco.
L’intero gruppo del Centro viene nuovamente diviso per tre
laboratori, questa volta in base all’età, e per ognuno si
pianificano attività da svolgere insieme ai genitori, sulla base
degli interessi dei partecipanti.
Inoltre si tenterà di individuare le specificità educative delle
diverse culture per introdurre elementi innovativi e vicini alla
quotidianità delle famiglie.
I laboratori punteranno a gettare le basi affinché i genitori
abbiamo consapevolezza del sistema scolastico italiano,
del percorso educativo dei propri figli e del loro apporto
indispensabile in esso, anche se diversificato per le diverse
fasi evolutive.
Si rifletterà sul giusto approccio da adottare per stimolare i
bambini all’apprendimento e nell’individuare le eventuali
criticità sulle quali porre maggiori attenzioni.
Contemporaneamente i genitori verranno incentivati ad
16
assumere un atteggiamento accogliente e di sostegno,
favorendo l’autostima e rafforzando l’identità dei minori.
I contenuti verranno trasmessi attraverso azioni concrete
che vedranno la realizzazione di attività congiunte tra
genitori e figli, come la creazione di oggetti con materiali di
riciclo, la lettura di fiabe, la compilazione di schede e giochi
di matematica.
Nei casi in cui i genitori abbiano un livello insufficiente di
conoscenza della lingua, vengono suggeriti corsi specifici di
italiano per stranieri.
Area d’intervento:
Centri d’aggregazione
Sede:
Caritas Rimini
Obiettivo
Potenziamento delle abilità didattiche e relativa riduzione del fallimento
Specifico n. 2
scolastico, attraverso un sostegno individualizzato, nei 18 bambini
stranieri con disturbi psico-sociali che frequentano il Centro
d’Aggregazione.
Un’attenzione particolare vuole essere centrata alle diverse
Azione
Attività 2.1
situazioni che i bambini con disturbi psico-sociali iscritti al
Generale 2:
Percorso
Sostegno
all’ individualizzato Centro stanno vivendo, perciò inizialmente si procederà con
apprendimento
Attività 2.2
Laboratori
apprendimento
di
il monitoraggio delle singole situazioni di partenza. Per
questa fase sarà fondamentale il lavoro in rete con le
famiglie, le scuole e gli insegnanti, i servizi territoriali e le
eventuali agenzie educative coinvolte. Per ogni bambino
verrà redatto un bilancio di competenze trasversali, e si
concorderà insieme su quali abilità sarà prioritario
concentrare l’azione educativa.
I bambini continueranno a svolgere i compiti in gruppo con
altri bambini, ma saranno seguiti da volontari esperti che li
sapranno indirizzare e sostenere.
A metà anno scolastico si rivaluterà il percorso sulla base dei
risultati raggiunti e si focalizzeranno nuovamente gli obiettivi
da perseguire per ogni singolo bambino.
Durante l’anno la rete sarà coinvolta a seconda delle
esigenze e delle specifiche situazioni, mentre al termine
dell’anno scolastico si riunirà per verificare il percorso
intrapreso e le possibili prospettive per ciascun caso.
Per facilitare l’esperienza educativa dei bambini con disturbi
psico-sociali, e rafforzare la relazione di peer-education, si
costituiranno tre gruppi di lavoro nei quali saranno inseriti
anche ragazzi con difficoltà. Ognuno porterà le proprie
abilità e sarà chiamato ad essere protagonista attivo nel
gruppo, creando un processo di empowerment individuale
e gruppale.
Gli operatori e i volontari proporranno quattro esperienze di
lavoro in gruppi con una modalità di educazione attiva, che
andranno ad offrire nuovi approcci al testo e alle materie
disciplinari in generale (“il mio diario mi spiega”, “le mappe
concettuali mi riassumono”, il disegno mi racconta”, “il pc
mi aiuta”). Lo stile educativo dei laboratori, i temi trattati e
l’interazione tra i bambini stessi, saranno facilitatori dei
processi di apprendimento e aiuteranno tutti i bambini (non
solo quelli con disturbi) a migliorare le loro abilità
17
Attività 2.3
Strumenti
compensativi
scolastiche.
Verranno attivati dopo aver redatto i percorsi individualizzati
e si svolgeranno nell’ora dopo la merenda, con cadenza
mensile per permettere di applicare e sedimentare gli
apprendimenti dei laboratori, nello svolgimento ordinario
dei compiti.
Dopo una prima analisi dei bambini con disturbi
dell’apprendimento e del gruppo nel suo complesso,
verranno individuati almeno due strumenti compensativi
("quegli strumenti che permettono di compensare difficoltà
di esecuzione di compiti automatici derivanti da una
disabilità specifica, mettendo il soggetto in condizioni di
operare più agevolmente" G. Stella 2001) che possono
incidere positivamente sulle abilità da incrementare. Grazie
ad una formazione specifica per il loro utilizzo e la
supervisione di esperti educatori, questi strumenti verranno
messi a disposizione dei singoli bambini che ne hanno
maggiormente bisogno, ma tutto il gruppo conoscerà e
potrà utilizzare nuovi metodi di apprendimento. Anche alle
famiglie verrà insegnato ad utilizzare tecniche innovative
nell’accompagnare i figli nel percorso scolastico in modo
da trasmettere uno stile di cura che si basi sui bisogni del
singolo.
ATTIVITÀ’
PERIODO DI REALIZZAZIONE
Obiettivo specifico n. 1 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12°
mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese
Attività 1.1.1
Attività 1.1.2
Attività1.2
Attività 1.3
1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12°
Obiettivo specifico n°2 mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese mese
Attività 2.1
Attività 2.2
Attività 2.3
8.2 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE
ATTIVITÀ PREVISTE, CON LA SPECIFICA DELLE PROFESSIONALITÀ IMPEGNATE E LA
LORO ATTINENZA CON LE PREDETTE ATTIVITÀ.
18
AREA DI INTERVENTO (con riferimento a quanto indicato nel punto 5)
Centri d’aggregazione
SEDE (indicare la dizione della sede come da accreditamento)
Caritas Rimini
Numero
Elenco attività in cui è coinvolto e eventuale spiegazione della
Professionalità coerenza con la professionalità indicata.
n. 1
Amministratore
laureato in Scienze Forestali,
esperienza come obiettore di
coscienza nel 1993,
Presidente della cooperativa
che gestisce i servizi e le
risorse del Centro operativo
Caritas, dipendente dal 2001
per 13 ore settimanali.
n. 1
Responsabile Struttura
(Presidente dell’Associazione
di volontariato che coordina il
servizio dei volontari Caritas,
volontaria dal 2006, per 30
ore settimanali)
n. 1
n. 1
n. 1
Responsabile
dell’Osservatorio delle
Povertà e delle Risorse
(laureata in Scienze
dell’Educazione, si occupa
del coordinamento
dell’Osservatorio, dipendente
dal 2006 per 40 ore
settimanali)
Responsabile del Centro di
Ascolto Diocesano (Suora ex
insegnante, diplomata in
Magistero, volontaria dal 2004
per 35 ore settimanali)
Responsabile di settore Centro Servizi Immigrati- (ha
maturato esperienza in
questo ambito, formandosi
come operatore di sportello e
coordinatore di progetti,
dipendente dal 1994 per 40
ore settimanali )
-Gestione amministrativa del personale e delle
risorse del Centro operativo Caritas.
- Gestione dei rapporti amministrativi con tutti gli enti
pubblici ed istituzioni coinvolti nei vari progetti del
Centro.
- Gestione di tutti i volontari che prestano servizio nel
Centro operativo Caritas.
- Gestione dei rapporti con gli enti pubblici come ad
es. partecipazione ai Piani di Zona (Piani Locali) e ai
Tavoli di coordinamento sulle Povertà e sulle Risorse
- Persona di riferimento per gli enti pubblici e titolare
di diverse convenzioni con essi.
- Mappatura delle Risorse presenti sul territorio
- Responsabile delle stesura del Rapporto sulle
Povertà
- Coordina gli incontri del tavolo sulle Povertà
- Gestione degli operatori del Centro di Ascolto
- Gestione della Prima Accoglienza della Caritas
diocesana
-Gestione dell’erogazione dei servizi volontari
- Partecipa alle riunioni di equipe del Centro
d’Ascolto
.- Referente della Delegazione Caritas dell’EmiliaRomagna sui Richiedenti Asilo
- Gestione degli sportelli di consulenza ed
orientamento sulla materia immigrazione in
convenzione con il Comune di Rimini
- Coordina i progetti sull’immigrazione della Caritas
diocesana
19
Operatore nel settore
Immigrazione
n.1
Laurea in Scienze
Antropologiche presso
l’Università degli Studi di a. Gestione del progetto “Sprar” per i rifugiati
politici;
Bologna
Operatrice presso lo sportello
Centro Servizi Immigrati (20122010)
Operatrice progetto SPRAR
(2011-ad oggi)
n. 1
n. 1
n.1
n.2
Responsabile di settore Centro Educativo Caritas(laureta in Scienze della
Formazione, indirizzo
magistrale “Formazione e
cooperazione”, volontaria dal
2014 )
- Gestione del Centro Educativo per bambini
immigrati
- Coordina le attività proposte ai bambini
- Verifica le situazioni proposte dal Centro di Ascolto
dove i genitori o i ragazzi che si trovano in difficoltà,
vengono inseriti nel percorso del Centro Educativo
Mediatore culturali
- Gestiscono i colloqui nelle lingue di origine tra
(operatrice marocchina,
familiari e operatori
dipendente dal 2013 per 30
- Cura l’accoglienza dei bambini stranieri al Centro
ore settimanali )
d’aggregazione
Responsabile di settoreEducazione alla Mondialità b. Coordinamento e gestione dei percorsi di
(laureata in Scienze
educazione alla mondialità attivi nelle scuole
Filosofiche, c. Esperta in percorsi di integrazione e di intercultura
dipendente dal 2013 per 30
ore settimanali)
Responsabili di settore Educazione finanziaria
d. Coordinamento e gestione dei percorsi di
(formazione specifica sui temi
educazione finanziaria nelle scuole (Progetto
della finanzia etica dal 2012 –
“Sbankiamo”)
dipendenti per 30 ore
settimanali)
Totale
n. 11
8.3 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO.
Area d’intervento:
Centri d’aggregazione
Sede:
Caritas Rimini
Obiettivo
Migliorare l’inclusione a livello scolastico ed accrescere la padronanza
Specifico n. 1
della lingua italiana nei partecipanti al Centro d’Aggregazione, in
particolare per i bambini le cui famiglie non parlano italiano.
I volontari seguiranno tutte le attività del centro
Azione
Attività 1.1
d’aggregazione che è aperto tutti i pomeriggi dal lunedì al
Generale 1:
Centro
venerdì dalle 14,00 alle 17,00.
20
Potenziamento
della lingua
italiana
d’aggregazione
Attività 1.2
Laboratorio di
lingua
Dalle 14,00 alle 15,30 circa svolgeranno i compiti scolastici
(attività 1.1.1) e a seguire prepareranno e condivideranno la
merenda tutti insieme.
Dalle 16,00 alle 17,00 i giovani in servizio civile gestiranno le
attività ludico/creative a seconda delle esigenze del
gruppo (attività 1.1.2).
Attività
1.1.1 I volontari accolgono i bambini al loro
arrivo e insieme agli operatori dell’ente
Sostegno
suddividono i bambini in gruppi.
compiti
Supportati dai volontari, i minori svolgono i
compiti scolastici assegnati e lavorano
sulle abilità da implementare attraverso
modalità vicine ai loro interessi e alle loro
passioni (disegno, computer, gioco di
lingua, quiz di matematica, lettura,…).
I volontari seguono i bambini, sulla base
delle
indicazioni
pervenute
dagli
insegnanti e dai genitori, con lo scopo di
rinforzare
le
aree
deboli
e
di
implementare le abilità già consolidate.
Fondamentale è l’approccio di peereducation che si tenta di promuovere,
ovvero l’aiuto tra pari nella risoluzione di
problemi
o
nella
facilitazione
dell’apprendimento.
Nell’area del sostegno, rientra anche
l’aiuto al minore nell’autonomia di
gestione del proprio materiale scolastico
e nella cura di esso.
Attività
1.1.2 Alle 15,30 circa si organizza la merenda
Socializzazione insieme. Per la vita del Centro, l’intervallo
diventa un momento prezioso per
/Inclusione
sperimentare il piacere di stare insieme e
il rispetto delle regole condivise. E’ una
palestra indispensabile per sperimentare
la relazione positiva tra pari e con i
volontari, al di fuori di attività strutturate.
Al termine della merenda, per facilitare la
socializzazione, soprattutto nella fase
iniziale
del
progetto,
i
volontari
organizzano giochi di squadra e attività
ludiche in grado di stimolare i bambini
alla cooperazione, alla conoscenza
reciproca e al rispetto di ognuno.
In alternativa si propongono percorsi
creativi al fine di sperimentare diverse
strade per sviluppare abilità personali e
crescere nella relazione con gli altri
(cucina, riciclaggio, pittura, …).
Trasversalmente alla tipologia di azione, i
volontari aiutano il gruppo durante tutto
l’anno a riflette insieme su vari temi che
riguardano la loro vita di cittadini stranieri
in Italia: intercultura, integrazione, rispetto,
fratellanza e amicizia.
I volontari gestiranno insieme agli operatori i laboratori di
italiano per bambini stranieri.
All’inizio del progetto, vengono individuati tre gruppi (2
21
Attività 1.3
Laboratorio
genitoribambini
volontari ognuno) di bambini in relazione al livello di
conoscenza della lingua italiana (comprensione, linguaggio
e comunicazione, grammatica) e si valutano le necessità
specifiche comuni attraverso test preposti. E’ fondamentale
considerare anche la diversa provenienza dei minori, in
quanto ogni lingua madre ha specificità che possono
indurre a commettere i medesimi errori nell’apprendimento
di un’altra lingua.
Insieme alle insegnanti di classe, i volontari progettano tre
percorsi/laboratori diversificati per accrescere il livello di
padronanza della lingua italiana dei singoli e lavorare per
colmare le lacune linguistiche. Ogni laboratorio è composto
da 10 incontri a cadenza settimanale, e si realizza nello
spazio al termine dei compiti scolastici (16.00 – 17.00). La
metodologia vuole essere attiva e dinamica (giochi,
musica, arte, …), per favorire l’apprendimento e la
disponibilità dei bambini.
Al termine dei laboratori i bambini continueranno ad essere
seguiti individualmente dai volontari nel sostegno ai compiti,
supportati soprattutto nelle aree in cui hanno maggiori
difficoltà.
Al termine dei laboratori specifici per i bambini, si procede
con il coinvolgimento dei genitori (in particolare delle madri)
per organizzare 5 incontri nei quali offrire strumenti pratici e
consigli su come approcciarsi al sostegno scolastico dei figli.
Prima di attivare i laboratori i volontari e gli operatori
incontrano singolarmente i genitori, ai quali verrà spiegato
l’obiettivo del percorso e l’importanza della loro messa in
gioco.
L’intero gruppo del Centro viene nuovamente diviso in tre
laboratori (sempre 2 volontari ogni gruppo), questa volta in
base all’età, e per ognuno si pianificano attività da svolgere
insieme ai genitori, sulla base degli interessi dei partecipanti.
Inoltre si tenterà di individuare le specificità educative delle
diverse culture per introdurre elementi innovativi e vicini alla
quotidianità delle famiglie.
I laboratori punteranno a gettare le basi affinché i genitori
abbiamo consapevolezza del sistema scolastico italiano,
del percorso educativo dei propri figli e del loro apporto
indispensabile in esso, anche se diversificato per le diverse
fasi evolutive.
Si rifletterà sul giusto approccio da adottare per stimolare i
bambini all’apprendimento e nell’individuare le eventuali
criticità sulle quali porre maggiori attenzioni.
Contemporaneamente i genitori verranno incentivati ad
assumere un atteggiamento accogliente e di sostegno,
favorendo l’autostima e rafforzando l’identità dei minori.
I contenuti verranno trasmessi attraverso azioni concrete
che vedranno la realizzazione di attività congiunte tra
genitori e figli, come la creazione di oggetti con materiali di
riciclo, la lettura di fiabe, la compilazione di schede e giochi
di matematica.
I volontari avranno in questo modo l’occasione per creare
relazioni significative con i genitori dei bambini e instaurare
legami di fiducia reciproca.
Nei casi in cui i genitori abbiano un livello insufficiente di
conoscenza della lingua, vengono suggeriti corsi specifici di
italiano per stranieri.
22
9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
6
10) Numero posti con vitto e alloggio:
N. posti: 0
Modalità di fruizione del vitto e dell’alloggio:
Sedi di attuazione indicate alla voce 16 dove sono collocati i posti con vitto e alloggio (indicare il codice sede
e il numero di posti con V/A):
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
0
12) Numero posti con solo vitto:
N. posti: 6
Modalità di fruizione del vitto: Il vitto sarà fornito all’interno della stessa sede di attuazione del progetto,
Caritas diocesana di Rimini, via Madonna della Scala, 7 Rimini
Sedi di attuazione indicate alla voce 16 dove sono collocati i posti con solo vitto (indicare il codice sede e il
numero di posti con vitto): Caritas diocesana di Rimini
Sede: Caritas Rimini, via Madonna della Scala, 7 Rimini
Codice: 6724
6 volontari
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
30
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6):
5
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano e ai corsi di formazione residenziali che, a seconda dei
progetti approvati e finanziati dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, potranno essere
organizzati anche d’intesa con altre Caritas diocesane della stessa regione, anche fuori dal comune e della provincia ove
si svolge il proprio progetto, in date e luoghi che verranno comunicati al Dipartimento prima dell’avvio del progetto.
Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con la Caritas diocesana e/o le sedi di attuazione
svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti a metà e a fine servizio con momenti residenziali in date e
luoghi che verranno tempestivamente comunicati al Dipartimento.
Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica
o in altri giorni festivi.
Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione, aggiornamento e sensibilizzazione
(es. 12 marzo: incontro nazionale giovani in servizio civile).
23
CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE
16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato
N.
1
Sede di
attuazione del
progetto
Comune
Caritas Rimini
Rimini
Indirizzo
Via Madonna della
Scala, 7
Cod.
ident. sede
6724
N. vol. per
sede
6
Nominativi degli Operatori Locali di
Progetto
Cognome e
nome
Data di
nascita
C.F.
Bonadonna
Paola
14/09/
1978
BND PLA 78P54
H294 H
Nominativi dei Responsabili Locali di Ente
Accreditato
Cognome e Data di
nome
nascita
C.F.
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
24
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:
L’azione di promozione del servizio civile volontario rientra in un’iniziativa allargata di promozione generale
del servizio civile e del patrimonio dell’obiezione di coscienza di Caritas Italiana.
La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica ai
valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte
dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani.
ATTIVITÀ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO NAZIONALE
Sito Caritas Italiana www.caritas.it
Foglio informativo quindicinale on line “InformaCaritas” di Caritas Italiana
Mensile della Caritas Italiana “Italia Caritas”
Sito del Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile www.esseciblog.it
Sito www.antennedipace.org della Rete Caschi Bianchi (per il servizio all’estero)
Stampa di pieghevoli, poster e altro materiale sul servizio civile.
Incontro nazionale dei giovani in servizio civile in occasione di San Massimiliano martire (12 marzo).
Marcia per la pace (1 gennaio) organizzata dall’Ufficio nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro, Pax
Christi, Azione Cattolica e Caritas Italiana.
In collaborazione con la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC), di cui la Caritas Italiana è
socio, presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri della CNESC.
ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE PRIMA DELL’AVVIO
DEL PROGETTO
Le Caritas dell’Emilia Romagna hanno allestito e aggiornano regolarmente il sito web www.caritas-er.it per
promuovere il Servizio Civile volontario, descrivendo nelle varie sezioni del sito i progetti e pubblicizzando i
diversi bandi.
Sono stati prodotti dalle Caritas dell’Emilia Romagna anche un video promozionale, pieghevoli e locandine
contenenti le principali informazioni riguardo al Servizio Civile volontario in Caritas e con rimandi al sito.
La Caritas diocesana di Rimini e tutte le organizzazioni di accoglienza, sedi di realizzazione del progetto,
sono impegnate in una campagna permanente per promuovere il Servizio Civile Volontario presso la
popolazione giovanile della città.
Vengono utilizzati i seguenti strumenti:
a. Pieghevoli, locandine e video contenenti una prima informazione sul Servizio Civile Volontario
b. Articoli e comunicati stampa su pubblicazioni periodiche e quotidiani (Quotidiani: Corriere di Rimini,
Resto del Carlino Rimini, La Voce) Presentazione sul settimanale diocesano e sul periodico della
Caritas Diocesana: Il Ponte.
c. Newsletter
d. Interventi e comunicati stampa televisioni locali (Rai Tre redazione regionale Emilia Romagna, E-TV,
TeleRimini).
e. Promozione attraverso messaggi informativi sulle radio locali: Radio Gamma, Radio Bruno e Radio
Sabbia.
f. Promozione ed organizzazione di incontri di sensibilizzazione / approfondimento con gruppi giovanili,
associazioni e scuole per diffondere capillarmente la cultura del Servizio Civile, con la partecipazione
dei volontari e delle Volontarie del Servizio Civile in qualità di testimoni privilegiate.
g. Pubblicizzazione su alcuni siti internet: www.caritas.rimini.it ; www.associazioninrete.it
h. Incontri nelle scuole e gruppi giovanili, quali: Azione Cattolica e Scout della Diocesi di Rimini.
i. Comunicazione alle Caritas parrocchiali e agli oratori.
j. Coinvolgimento nelle attività e proposte dell’Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi.
La caritas diocesana Rimini è membro del Coordinamento Provinciale degli Enti di Servizio Civile
(COPRESC) della Provincia di Rimini e si avvale di tutti gli strumenti di divulgazione che il COPRESC stesso
predisporrà nei vari bandi
25
Totale ore dedicate prima dell’avvio del progetto: circa 50
ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE DURANTE LO
SVOLGIMENTO DEL PROGETTO
I giovani in Servizio Civile saranno impegnati, ogni mese, in attività di sensibilizzazione nei gruppi
parrocchiali, nei gruppi dell’A.g.e.s.c.i. e dell’Azione Cattolica, per raccontare la loro esperienza e, quindi,
dare una testimonianza concreta della scelta di cittadinanza attiva e di condivisione con chi si trova in
difficoltà, ad altri giovani riminesi
Totale ore dedicate durante il servizio civile: circa 30
Totale complessivo ore di promozione e sensibilizzazione: circa 80
18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
Criteri autonomi di selezione verificati nell’accreditamento
19)
Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione
dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
SI
20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:
Si rinvia al sistema di monitoraggio e valutazione verificato in sede di accreditamento.
Inoltre per quanto concerne il monitoraggio, la verifica e la valutazione dell’esperienza dei volontari in
servizio civile si prevedono alcuni momenti di incontro con tutti i giovani partecipanti al progetto:
incontro di metà servizio (al 5°-6° mese);
incontri periodici (quindicinali o mensili) di alcune ore ciascuno svolti a livello diocesano;
incontro di fine servizio (al 12° mese);
Durante gli incontri verranno proposte attività di gruppo finalizzate alla verifica e alla rilettura dell’esperienza.
Durante gli stessi momenti a inizio, metà e fine servizio, verrà distribuito un questionario come previsto dal
sistema di monitoraggio accreditato.
21)
Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
SI
22)
Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli
richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:
Nessuno
23)
Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del
progetto:
26
Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate:
1.
alla copertura della quota-parte che il personale dipendente di cui alla voce 8.2 dedica al progetto;
2.
alle attività di formazione specifica previste alla voce 39 e 40;
3.
alle risorse tecniche e strumentali dedicate al progetto previste alla voce 25;
4.
alle attività di promozione di cui alla voce 17;
secondo la seguente ripartizione:
Voci di spesa in quota parte del personale retribuito (cfr voce 8.2)
n. 1 amministratore
n. 1 responsabile dell’osservatorio delle povertà e delle risorse
n. 1 responsabile del Centro Servizio Immigrati
n. 1 avvocato
n.1 operatore nel settore Immigrazione
n.1 mediatore culturale
n.1 responsabile di settore-Educazione alla Mondialità
n.2 responsabili di settore -Educazione finanziaria
Totale spesa
Risorse finanziarie
720,00
550,00
800,00
100,00
470,00
1.300,00
900,00
1.800,00
6.640,00
Voci di spesa formazione specifica
n. 4 formatori
Risorse finanziarie
1.120,00
Coinvolgimento di esperti volontari e professionisti
300,00
Utilizzo di sedi e attrezzature tecniche
400,00
Predisposizione di materiale didattico e dispense, acquisto di libri, uso
del computer e accesso a internet
100,00
Uso di automezzi per visite a realtà formative e significative
200,00
Partecipazione a corsi specialistici
200,00
Totale spesa
2.320,00
Voci di spesa risorse tecniche e strumentali (come da voce 25)
Risorse finanziarie
2.000,00
Utilizzo automezzo per la promozione e per gli spostamenti di servizio.
Utilizzo di materiale didattico e di consumo per la promozione e per l’animazione 200,00
Acquisto di materiale e eventuale strumentazione per il rinnovo dei moduli e
degli strumenti di sensibilizzazione
100,00
Materiale per banchetti
50,00
Pubblicazioni di materiali sul sito
50,00
Totale spesa
2.400,00
Voci di spesa promozione del progetto (come da voce 17)
Risorse finanziarie
Pieghevoli, locandine contenenti una prima informazione sul Servizio 800,00
Civile Volontario
Utilizzo automezzo per la promozione e per gli spostamenti di servizio.
500,00
Materiale per banchetti
400,00
Pubblicazioni di materiali sul sito
100,00
Totale spesa
1.800,00
TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE: 13.160,00
27
24)
Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):
Il progetto “Il centro nel mondo” può beneficiare dei seguenti partner e copromotori, i quali costituiscono la
rete finalizzata ad una migliore realizzazione del progetto:
1. La COOPERATIVA “MADONNA DELLA CARITA’” mette a diposizione:
a. tutto il personale dipendente elencato al punto 8.2 ovvero: l’amministratore, il
Responsabile dell’Osservatorio delle Povertà, il responsabile e l’operatore del centro
servizi immigrati, il mediatore culturale, i responsabili del settore educazione.
b. l’uso della struttura sita in via Madonna della Scala, 7, è lasciata in comodato dalla
Diocesi alla Cooperativa, la quale occupandosi interamente della gestione, se ne
assume tutti gli oneri connessi quali pagamento delle utenze, manutenzione dei
locali, etc…, la mette a disposizione dell’espletamento del progetto.
c. l’uso di tutti i beni strumentali quali: pc, telefoni, automobile e anche strutturali quali:
l’uso di aula didattica con strumentazione audio-video; salone per le attività, 3 uffici
del centro d’Ascolto, 1 ufficio con pc, cortile per giochi, biblioteca.
2. MARCACCINI SERVICE S.r.l. fornisce periodicamente e gratuitamente prodotti di
cancelleria per il sostegno ai compiti (attività 1.1.1).
25)
Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
Un ufficio per il Centro d’aggregazione dotato di pc e telefono, utilizzato anche come punto di raccolta per
il materiale scolastico pervenuto.
Tre uffici dove ha sede il Centro d’ Ascolto, dotati ognuno di un computer con installato il sistema
informatico Ospo per l’archiviazione dei dati.
Due dei tre uffici sono dotati di fotocopiatrice per fotocopiare i documenti degli utenti e per il materiale
informativo da consegnare loro
Un ufficio per l’Osservatorio delle Povertà dotato di tre computer con installato il sistema informatico
Ospo per l’archiviazione dei dati, l’analisi degli stessi e la redazione del Rapporto sulle Povertà e Risorse,
uno scanner e due fotocopiatrici
Ognuno degli uffici sopraccitati è dotato di telefono
Un’ automobile per eventuali spostamenti
Una sala riunioni per le riunioni di equipe, per la formazione, per gli incontri di rete e con le famiglie dei
minori.
Un salone per le attività ludico ricreative dotato di microfoni, impianto stereo, e di un videoproiettore
Una biblioteca
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
26)
Eventuali crediti formativi riconosciuti:
Riconosciuti da parte del Corso di laurea interfacoltà in "Scienze per la Pace" dell'Università di Pisa
28
27)
Eventuali tirocini riconosciuti :
Riconosciuti da parte del Corso di laurea interfacoltà in "Scienze per la Pace" dell'Università di Pisa
28)
Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio,
certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas
Italiana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite
durante il servizio (modello consegnato al Dipartimento da Caritas Italiana).
La singola Caritas diocesana rilascia –su richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti dalla leggeulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata.
Le stesse competenze sono riconosciute e certificate mediate il rilascio di un attestato da parte
dell’Ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino
Mattarelli”, come da convenzione allegata.
Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e certificate da Caritas Italiana e
dall’ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino Mattarelli”:
COMPETENZE TRASVERSALI
- Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività
organizzate dall’associazione.
- Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia.
- Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da
raggiungere.
- Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non.
- Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari.
- Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità.
- Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza.
- Lavorare in team per produrre risultati collettivi.
- Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell’ambito di sistemi e
procedure già calibrati e condivisi.
- Collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi.
COMPETENZE SPECIFICHE
- Sapere promuovere attività socio-culturali per la sensibilizzazione del territorio
- Conoscere le condizioni sociali, politiche e culturali del Paese di provenienza dei minori.
- Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione dei singoli e dei
gruppi.
- Essere in grado di accompagnare e supportare l’individuo nell’attività di apprendimento e di studio.
- Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione e di gioco.
- Possedere capacità di accoglienza e di ascolto di persone straniere (minori e adulti) provenienti da
qualsiasi paese.
- Possedere capacità di relazione con persone di culture diverse.
- Possedere capacità di accompagnare le persone straniere (minori e adulti) nel processo di integrazione
sociale.
- Possedere capacità di mediazione culturale e di confronto.
- Conoscere i principali aspetti della normativa sull’ immigrazione.
- Conoscere le problematiche psico-sociali relative all’emarginazione ed esclusione
- adulta e su modalità di intervento (bassa soglia – accompagnamento sociale – servizi di prossimità
socio-educativi - domiciliarità)
- Collaborare a identificare metodologie di intervento e alla costruzione della rete relazionale con servizi
ed istituzioni competenti per territorio.
- Possedere una capacità di interazione con soggetti svantaggiati e in difficoltà socio economica e
competenza nell’accompagnamento di tali soggetti in un percorso di autonomia e liberazione dal disagio
- Possedere capacità di ascolto empatico che elimina le barriere della comunicazione.
- Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza.
- Avere la capacità di entrare in rete e interagire con le realtà pubbliche e private che si occupano di
disagio.
29
-
-
Avere la capacità di accoglienza, ascolto e progettazione di percorsi di uscita dal disagio sociale
attraverso la relazione di aiuto
Essere in grado di lavorare in rete e in équipe
Promuovere il coordinamento di attività tra enti diversi operanti nei campi giustizia, pace e solidarietà
Essere in grado di accompagnare e supportare l’utente nelle attività ricreative.
Collaborare all’utilizzo di tecniche specifiche di animazione: attività di intrattenimento (giochi, musica,
films ecc…); attività creative (disegno, patchwork, manipolazione creta, pittura) attività culturali (visite e
gite, raccolta storie personali, drammatizzazione), sostegno ai legami familiari (feste ,
accompagnamento).
Accompagnare, promuovere e sostenere i processi educativi e di crescita della persona in situazione di
disagio.
Possedere capacità di analisi delle richieste e lettura dei bisogni espressi e inespressi della persona
Conoscere i diritti della donna e del minore
Possedere una conoscenza generale del lavoro di rete territoriale di prevenzione e reinserimento
Distinguere e rapportarsi con i settori della Pubblica Amministrazione che costituiscono riferimento per le
attività dell'ente
Costruire messaggi informatici destinati alla stampa per la pubblicizzazione delle attività dell’ente
Orientare verso percorsi di crescita etici e morali
Educare ai principi morali e sociali della pace e della nonviolenza
Conoscere le situazioni di disagio e interventi minimi per il superamento delle problematiche
Formazione generale dei volontari
29)
Sede di realizzazione:
Il corso di formazione generale si terrà prevalentemente presso la Caritas diocesana di Rimini via Madonna
della Scala, 7 Rimini
Ulteriori sedi saranno:
- Parrocchia Gesù Redentore, via Leonardo da Vinci 220 - Modena
- Villaggio senza Barriere Pastor Angelicus – Tolè frazione di Vergato (BO)
- Oratorio Don Bosco, via Adua 79 - Reggio Emilia
30)
Modalità di attuazione:
La formazione è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente
31)
Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:
SI
32)
Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione
generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato in sede di accreditamento, il percorso di
formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie.

Metodologia
Per ogni obiettivo formativo viene considerato:
- la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo
- dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà
- dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà
- dal saper fare al saper fare delle scelte
- dallo stare insieme al cooperare
30
ed in relazione a questi livelli la dimensione:
- individuale della persona
- la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza
- la società, il mondo
attraverso:
- lezioni frontali (non meno del 30% delle 42 ore);
- elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali (non meno
del 40% delle 42 ore);
- testimonianze e/o visite ad esperienze significative

-
Articolazione della proposta di formazione previste;
totale nei primi sei mesi dall’avvio del progetto: 42 ore.
La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da:
corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio.
incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2 giornate ciascuno nei mesi
successivi.
Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5° al 12° mese (vedi il piano di
monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici a partire
dalla verifica dell’esperienza svolta nell’incontro di monitoraggio.

Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di
apprendimento raggiunti;
Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione dei singoli moduli formativi.
Successive condivisioni e confronti in gruppo.
33)
Contenuti della formazione:
A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione
generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio
Civile Nazionale in sede di accreditamento, si propone una formazione generale che preveda due fasi:
una prima fase di 36 ore circa che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per la formazione generale
dei volontari” in cui presentare ad un primo livello i singoli argomenti che saranno poi, dove necessario,
approfonditi a partire dalle esigenze del gruppo.
Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà dedicato il primo periodo
all’aspetto formativo istituzionale (una giornata settimanale).
La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante:
Moduli Linee Guida
L’identità del gruppo in formazione e
patto formativo
Moduli Caritas
Sostenere l’esperienza e la sua
rielaborazione.
Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni.
Sostenere la motivazione.
Sostenere l’orientamento per il futuro.
Tempistica
6
Modalità (1)
6i
Dall’obiezione di coscienza al servizio
civile nazionale.
Il dovere di difesa della Patria -difesa
civile non armata e nonviolenta
La normativa vigente e la Carta di
impegno etico
Comprendere il significato di concorrere alla
difesa della patria
2
2f
4
3f – 1i
2
1f – 1i
Conoscere il sistema del Servizio Civile
Nazionale
La formazione civica
Le forme di cittadinanza
La protezione civile
Favorire l’educazione alla solidarietà, alla
cittadinanza attiva, alla pace e alla
responsabilità ambientale
3
3
3
2f – 1i
2f – 1i
2f – 1i
La rappresentanza dei volontari nel
servizio civile
Conoscere il sistema del Servizio Civile
Nazionale
1
1i
31
Presentazione dell’ente
Il lavoro per progetti
L’organizzazione del servizio civile e le
sue figure
Disciplina dei rapporti tra enti e
volontari del servizio civile nazionale
Comunicazione interpersonale e
gestione dei conflitti
Conoscere la Caritas come ente
Conoscere il sistema del Servizio Civile
Nazionale
Conoscere il sistema del Servizio Civile
Nazionale
Conoscere il sistema del Servizio Civile
Nazionale
Promuovere la prosocialità.
Sostenere l’esperienza e la sua
rielaborazione.
Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni.
Sostenere la motivazione.
3
2
2f – 1i
1f – 1i
2
2f
2
2f
3
3i
36
20f – 17i
(1) f: lezione frontale; I:dinamiche non formali
Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l’articolazione della proposta sarà adattata in
base al gruppo dei volontari in formazione.
Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il gradimento e l’interesse dei
giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in modo da programmare il restante percorso formativo.
Una seconda fase di 6 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e tempo ad alcune tematiche
rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno
gli stessi contenuti affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle esigenze ed alla
situazione del gruppo particolare di volontari.
Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla
voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici, inerenti ai contenuti di formazione
generale, a partire dalla verifica dell’esperienza svolta.
34)
Durata:
Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore.
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
35)
Sede di realizzazione:
Caritas diocesana di Rimini via Madonna della Scala, 7 Rimini
36)
Modalità di attuazione:
La formazione specifica è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente
37)
Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
Alice Foiera
Isabella Mancino
Debora Debebe
Daniela Della Guardia
Andrea Canevaro
Pietro Borghini
Nata a Cesena il 16/11/86
Nata a Rimini il 5/8/1983
Nata a Rimini il 1/2/1986
Nata a Pescara il 27/08/1985
Nato a Genova il 19/09/1939
Nato a Rimini il 18/12/1967
FROLCA86S56C573N
MNCSLL83M45H294A
DBB DBR 86B41 H291 A
DLLDNL85M67G482T
CNVNRD39P19 D969B
BRGPTR67T18H294I
32
38)
Competenze specifiche del/i formatore/i:
NOME COGNOME
COMPETENZA SPECIFICHE
Alice Foiera
Laurea Magistrale in “Formazione e
Cooperazione”, Scienze della Formazione
– Università di Bologna (sede di Rimini)
MODULO DI
COMPETENZA
Modulo 5, 9, 10
Esperienze di ricerca e di studio nel settore
della cooperazione internazionale, e in
educazione interculturale
Esperienze lavorative con la disabilità e
con bambini con DSA
Dal 2011 coordinatrice di un progetto
giovani territoriale (Rimini).
2011: Educatrice di sostegno.
Isabella Mancino
Dal 2008 al 2010 animatrice di strada.
Laurea in Educatore professionale Facoltà
di Scienze della Formazione Bologna, tesi
di laurea in psicologia di gruppo 106/110
(29/3/2006)
Modulo 3, 4
Danzeducatrice dal 2005/2006
Coordinatrice/formatrice del Servizio Civile
presso l’Associazione “Madonna della
carità”, da Settembre 2006
Debora Debebe
Dal 2007 responsabile dell’Osservatorio
diocesano delle Povertà
Laurea in Scienze Antropologiche presso
l’Università degli Studi di Bologna
Modulo 6, 7
Volontaria in Servizio Civile presso la
Caritas diocesana Rimini (2009 – 2010)
Operatrice presso lo sportello Centro
Servizi Immigrati (2012- 2010)
Daniela Della Guardia
Operatrice progetto SPRAR (2011-ad oggi)
Laurea in Scienze Filosofiche presso
l’Università degli studi di Bologna
Modulo 1, 7
Volontaria in Servizio Civile presso RTM –
Reggio Terzo Mondo/Caritas diocesana
Reggio Emilia-Guastalla (2011-2012)
Responsabile Area Educazione alla
Mondialità presso Caritas diocesana Rimini
(2013- ad oggi)
Andrea Canevaro
Laurea in “Lettere e Filosofia”, con
specializzazione in “disabilità e
inclusione”
Modulo 8
Dal 1973 ad oggi: l’insegnamento
di Pedagogia Speciale presso la
33
Facoltà di Magistero, divenuta
successivamente Facoltà di Scienze
della Formazione, nell’Ateneo di
Bologna. E’ entrato a far parte del
Dipartimento di Scienze
dell’Educazione. E’ nel collegio dei
docenti del Dottorato di ricerca in
Pedagogia con sede presso il
Dipartimento di Scienze
dell’Educazione.
Presso l’ente: Ateneo di Bologna.
Dal 1980 al 1983 è stato eletto
Presidente del corso di laurea in
Pedagogia.
Presso l’ente: Ateneo di Bologna
Pietro Borghini
MADONNA DELLA CARITÀ
COOPERATIVA SOCIALE ARL”
Presidente del Consiglio di
Amministrazione
Responsabile della progettazione,
Responsabile delle risorse Umane e del
Centro di Prima Accoglienza (2000-2008)
Responsabile della sicurezza della sede
Caritas diocesana di Rimini
Modulo 2
“ASS. DI VOLONTARIATO MADONNA
DELLA CARITÀ”
VICEPRESIDENTE (2002-2008)
LA FORMICA COOPERATIVA SOCIALE
ARL RIMINI.
Presidente del Consiglio di
Amministrazione,
Responsabile Amministrativo, del
Personale e della Progettazione. (19962007)
“CONSORZIO SOCIALE ROMAGNOLO”
PRESIDENTE
(dal 2008)
39)
Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La metodologia utilizzata principalmente per la formazione cercherà di far sperimentare
ai volontari l’educazione attiva, attraverso attività interattive e dinamiche, lavori di
gruppo e simulazioni. La partecipazione attiva dei giovani in servizio civile sarà
indispensabile per approfondire le tematiche e per arricchire la riflessione, perché non si
esaurisce mai la scoperta nell’ambito dell’educazione.
I docenti saranno invitati a non proporre lezioni frontali, ma a far sperimentare già
nella formazione, una modalità di lavoro cooperativo in gruppo e di gestione
positiva delle relazioni.
Oltre alla trasmissioni di contenuti, il percorso formativo vuole offrire occasioni di
scambio e di consolidamento del gruppo, attraverso momenti mirati:
34
-
-
-
40)
accoglienza iniziale: presentazione della sede di realizzazione del progetto,
delle attività svolte, del ruolo e delle responsabilità richieste al volontario;
verifica e programmazione settimanale: al fine di confrontarsi sui casi,
confrontarsi sulle difficoltà incontrate e per trasmettere i contenuti formativi
affinché il volontario possa raggiungere gli obiettivi previsti, insieme agli
operatori della sede;
supervisione mensile: fornire al volontario la possibilità di esternare il proprio
vissuto emotivo in ordine al rapporto con gli utenti e con gli operatori del
centro;
incontro di bilancio intermedio e finale: per effettuare una valutazione
condivisa dell’esperienza del volontario;
presentazione da parte dei volontari di una relazione di “fine servizio” per
una restituzione dell’esperienza.
Contenuti della formazione:
Breve descrizione del percorso formativo specifico:
La proposta integrata per la formazione dei giovani in Servizio Civile vuole garantire da
una parte la trasmissione di competenze educative di base, e dall’altra gli strumenti
concreti nel lavoro quotidiano con i minori stranieri e in stato di bisogno. Per qualificare
l’intervento dei volontari è però necessario offrire una panoramica trasversale agli
argomenti trattati (flussi migratori, cooperazione) e un approccio inclusivo, indispensabile
per un effettivo percorso educativo.
Insieme ai contenuti educativi, si vogliono trasmettere le conoscenze di base di ciò che il
territorio riminese mette in atto per il sostegno al target di riferimento e di come poter
agire in una logica di rete coi servizi.
35
MODULI
1. Gruppo volontari e mission
dell’ente
CONTENUTI
-
Della
Guardia
Borghini
-
Formazione e
informazione sui rischi
connessi all’impiego dei
volontari in servizio civile
nella sede
3. La relazione d’aiuto
-
4. Tecniche d’animazione di
gruppi
-
Educazione Attiva
Percorso educativo
individualizzato
La socializzazione
Il Gioco
La musica e la danza
I mediatori
Ruolo dell’educatore
Organizzazione dello spazio
Elementi di psicologia
Elementi di didattica
Peer-education
Andamento flussi migratori
Comunità e famiglie
straniere sul territorio
Legislazione e servizi
territoriali per minori stranieri
Panoramica dei servizi
dell’ente per gli stranieri
Combattere il razzismo e il
pregiudizio
Buone pratiche di
accoglienza
Cosa significa disabilità?
Cosa significa inclusione?
Come mettere in pratica
l’inclusione
Bilancio di competenze
Metodo del laboratorio
Strumenti compensativi
Educazione cooperativa
Lavoro di equipe
6. Flussi migratori e territorio
7. Educazione Interculturale
-
8. Inclusione sociale
-
9. Apprendimento facilitato e
sostegno ai DSA
-
10. Metodo cooperativo
Relatore
Costituzione del gruppo dei
volontari
Ruolo educativo della
Caritas Rimini
Organigramma dell’ente
Ruolo del Volontario in
Servizio Civile
2. Sicurezza
5. Metodologie e strumenti per
il sostegno scolastico
Attività di
progetto a
cui si
riferiscono
Attività 2.1
Mancino
Attività 1.1.2
Mancino
Attività 1.1.1
/ 1.2 / 2.2
Foiera
Attività 1.3
Debebe
Attività 1.1.2
Debebe /
Della
Guardia
Canevaro
Attività 2.2 /
2.3
Foiera
Foiera
36
41)
Durata:
MODULI
1. Gruppo Volontari e mission dell’ente
 10 ore
2. Sicurezza
 4 ore
3. La relazione d’aiuto
 8 ore
4. Tecniche d’animazione di gruppi
 7 ore
5. Metodologie e tecniche per il sostegno scolastico
 10 ore
6. Flussi migratori e territorio
 4 ore
7. Educazione interculturale
 8 ore
8. Inclusione sociale
 5 ore
9. Apprendimento facilitato e sostegno ai DSA
 8 ore
10. Metodo cooperativo
 8 ore
Per un totale di 72 ore complessive.
37
42)
Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:
Si rinvia al sistema di monitoraggio verificato dal Dipartimento in sede di accreditamento
Data
Il direttore della Caritas diocesana
Il Responsabile legale dell’ente
Don Francesco Antonio Soddu
Direttore
________________________
_____________
38