GENNAIO 2010
GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI 2010
«SEGUIMI»
LECTIO DIVINA (LC 9,57-62)
A cura del CDV di Ragusa (Nello Dell'Agli)
Celebrante: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.
Celebrante: Signore, tu cammini per le nostre strade, ti fai nostro compagno di viaggio e ci chiamai a
seguirti. Anche oggi camminando accanto a noi ci chiami a seguirti.
Tutti: Rendici pronti e disponibili a seguirti ovunque tu vorrai.
Celebrante: Donaci la forza e il coraggio per testimoniare il tuo amore.
Tutti: Con il tuo Santo Spirito anche noi saremo tuoi testimoni.
Veni Sancte Spiritus
Tutti: Riempici di Te, Padre Creatore. Riempici di Te, Figlio Salvatore.
Riempici di te. Spirito d'Amore. Riempici di Te...
Vieni, Signore, passi il tuo soffio come la brezza primaverile che fa fiorire la vita e schiude l'amore, o come
l'uragano che scatena una forza sconosciuta e solleva energie addormentate.
Passi il tuo soffio nel nostro sguardo per portarlo verso orizzonti più lontani e più vasti. Passi il tuo soffio sui
nostri volti rattristati per farvi riapparire il sorriso
sulle nostre mani stanche per rianimarle e rimetterle gioiosamente all'opera.
Passi il tuo soffio fin dall'aurora per portare con sé tutta la nostra giornata in uno slancio generoso. Passi il
tuo soffio all'avvicinarsi della notte per conservarci nella tua luce e nel tuo fervore. Passi e rimanga in tutta la
nostra vita per rinnovarla e donarle le dimensioni più vere e più profonde.
Riempici di Te, Padre Creatore. Riempici di Te, Figlio Salvatore.
Riempici di te, Spirito d'Amore. Riempici di Te...
Lettore: Signore Gesù, tu sei sempre con me: la tua Parola è luce ai miei passi.
Per donarci la salvezza, o Gesù, sei venuto a vivere in mezzo a noi. Tu sei passato sulle nostre strade e oggi
passi accanto a me, mi chiami per nome e mi dici: «Seguimi...». Come tanti santi che mi hanno preceduto
anche io voglio dirti: «Anch'io, Gesù, vengo con Te. Sarò tuo discepolo per sempre».
LA PAROLA
Dal Vangelo secondo Luca (9,57-62)
Mentre erano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose:« Le volpi
hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare prima a seppellire mio padre».
Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annunzia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli
rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Lettore: Gesù è in viaggio verso Gerusalemme, «mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato
tolto dal mondo» ed in tale viaggio ha «indurito il suo volto» (cf Le 9,81). La sua crescita in età, sapienza e
grazia, realizzata attorno al desiderio di occuparsi delle cose del Padre suo (cf Le 2,41-52), sta ora
raggiungendo, in termini umani, il culmine dell'adultità: dare la vita e rivelare un Dio che non annienta
l'uomo malato e peccatore, ma che si carica di ogni dolore e peccato, tutto contenendo, a tutti perdonando e a
tutti usando misericordia. In tale contesto, l'espressione corporea usata dall'evangelista (indurì il volto), sta a
significare la determinazione del Signore nell'andare avanti verso il compimento. Durante tale viaggio, Gesù,
stando al nostro brano, incontra tre diversi personaggi, in cui possiamo vedere rispecchiate tre diverse parti
del nostro cuore: una in cui facciamo coincidere l'amore con l'avere sicurezze, senza pensare che esso
significa correre rischi; un'altra in cui non siamo capaci di discernere veramente dove è la vita e dove è la
morte; un'altra in cui non abbiamo ancora unificato tutte le nostre energie verso la meta che è il Regno.
Al primo personaggio Gesù chiarisce che seguire l'amore significa anche assumersi il rischio
dell'imprevedibilità. Ciascuno di noi, fin da bambino, cerca di stabilire dentro di sé delle sicurezze
psicocorporee riguardanti l'amare e l'essere amato, la stima, la fiducia, ecc. Tali sicurezze servono per
guidare i passi successivi, ma ciascuno di noi deve anche imparare che la vita non può essere ripetizione di
un copione già programmato, ma assimilazione di novità che generano in noi desiderio e paura. Chi può dire
veramente cosa può significare sposare una persona, crescere i figli, stare a fianco ad un amico o ad un
povero, seguire Dio? No, non c'è sempre dove posare il capo ed amare significa arrischiare il cuore in
un'avventura che ha la sua imprevedibilità e la sua dose di rischi necessari alla crescita.
Il secondo personaggio è invitato da Gesù a fare un audace ed inesorabile discernimento: dov'è la vita? Chi è
vivo e chi è morto? Chi pensa di vivere e invece sta inesorabilmente consumandosi dentro? In altri termini, il
secondo personaggio (e con lui ciascuno di noi) è invitato ad accogliere la dura e misericordiosa diagnosi del
medico divino: «Tu sei un morto vivente! La vita sta nell'accoglienza e nell'annunzio del regno di Dio!».
Tale personaggio (e ciascuno di noi) è chiamato a risvegliarsi da quel sonno mortale dovuto ai vari anestetici
con cui cerchiamo di dimenticare noi stessi ed invece di vivere sopravviviamo: ricerca del piacere, dello
stordimento di sé, conseguimento della gloria e del prestigio, accumulo delle ricchezze, ecc.
Il terzo personaggio è messo dinanzi ad un necessario passaggio di crescita: non si può sempre, come è
naturale nell'adolescenza, andare a zig-zag, fare esperienze, mitizzare la propria libertà ed autorealizzazione.
È necessario ad un certo punto mettere tutto se stesso nel cammino verso la meta. Ciò che ha senso
nell'adolescenza diventa dispersione nell'adultità e questa è caratterizzata dalla disponibilità ad un'intimità,
da un'appartenenza perseverante e dalla fecondità di chi non bada solo a se stesso, ma vuole "occuparsi delle
cose del Padre suo" e del prossimo. Sì, chiamandoci, il Signore vuole aiutarci a crescere e a dare il meglio
della nostra umanità!
ORATIO
Tutti: Nella tua generosità, Signore,
ci hai fatto un grande dono,
perché in questo modo noi siamo diventati le mani
con cui continui ad operare oggi nel mondo.
Vorremmo essere fedeli nel rispondere alla tua chiamata.
Vorremmo tornare spesso a lasciarci affascinare nuovamente
dalla tua persona e dal tuo invito,
in modo tale che tutto il nostro agire
sia sempre pieno di senso evangelico.
Sostienici costantemente con la tua grazia in mezzo a tante difficoltà.
Se lo fai, noi potremo essere sicuri
della nostra fedeltà e del nostro coraggio indomabile.
Amen
CONTEMPLATIO
L'incontro con l'Infinito
Condividiamo e comunichiamo la nostra fede e le nostre preghiere. ..
Canone
Nada te turbe, nada te espante; quien Dios tiene nada le falta.
Nada te turbe, nada te espante: solo Dios basta.
«Il regno di Dio - ci dice Cristo - è già in mezzo a voi». Ci siamo entrati anche noi? Lavoriamo anche noi
alla sua diffusione? Che lo Spirito Santo ne ravvivi in noi il desiderio!
Padre nostro...
ACTIO
Dalla Parola faccio nascere un impegno concreto per la vita
Gesù Cristo ci invita a seguirlo da veri discepoli e da annunciatori della buona novella. Sapremo riconoscere
la sua voce e mostrarci fedeli e generosi?
Impegno personale:
Orazione prima della Benedizione
Signore, tu ci esorti a trasformarci di giorno in giorno credendo al Vangelo. Aiutaci ad avere una fede così
forte da non indietreggiare di fronte a nessuno sforzo, davanti a nessun sacrificio, per riformare la nostra
mentalità, per liberarci dal nostro egoismo e orientare la nostra vita secondo le esigenze del tuo amore. Tu
che regni nei secoli dei secoli. Amen.