Azienda Ospedaliera Universitaria “Gaetano Martino” Piano Strategico Aziendale Il presente documento, è stato redatto da un gruppo di lavoro aziendale coordinato dalla Direzione Sanitaria e composto dal Geom. Amoroso, dott. Arcoraci, dott. Artemisia, prof. Barberi, prof. Caputi, prof. Davella, dott. De Pietro, dott. Gulletta, dott. Materia, dott. Panagia, dott. Salvatore, prof. Santamaria, prof. Scribano. 1. PREMESSA ............................................................................................................................................... 7 1.1 LE FINALITÀ DEL PIANO .............................................................................................................................. 7 1.2 NOTE METODOLOGICHE .............................................................................................................................. 9 1.3 TEMPI E DOCUMENTI DEL PIANO ............................................................................................................... 10 1.4 IL PSA COME DOCUMENTO DI CONFRONTO CON LA REGIONE SICILIANA .................................................. 12 2. ANALISI DELL’AMBIENTE ESTERNO E DEL CONTESTO INTERNO .................................... 17 2.1 IL RUOLO E IL POSIZIONAMENTO DELL’AZIENDA NEL SSR E RISPETTO AGLI ALTRI POLICLINICI SICILIANI 17 2.2 LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E I RISULTATI GESTIONALI ..................................................................... 28 2.3 LA QUESTIONE DELLA «MOBILITÀ» ........................................................................................................... 31 3. POLITICHE D’INTERVENTO E ORIENTAMENTI PER L’AZIONE .......................................... 35 3.1 MIGLIORARE L’APPROPRIATEZZA DELLE PRESTAZIONI ............................................................................. 35 3.2 SVILUPPARE LE LOGICHE DEL GOVERNO CLINICO ..................................................................................... 45 3.3 PROMUOVERE L’INTEGRAZIONE CON LE ATTIVITÀ TERRITORIALI E CON LA MEDICINA GENERALE ............ 47 3.4 GOVERNARE LA MOBILITÀ ........................................................................................................................ 49 3.5 SVILUPPARE LA RETE DELL’EMERGENZA-URGENZA E LA TERAPIA INTENSIVA .......................................... 52 3.6 PRESIDIARE LA FORMAZIONE E LO SVILUPPO PROFESSIONALE .................................................................. 56 3.7 RAFFORZARE LE LOGICHE DIPARTIMENTALI ............................................................................................. 60 3.8 PROCEDERE ALLA REINGEGNERIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI SUPPORTO ................................................ 63 3.9 VALORIZZARE I CENTRI DI RIFERIMENTO REGIONALE ............................................................................... 64 3.10 ALTRE LINEE D’INTERVENTO .................................................................................................................. 70 4. PROGETTI AZIENDALI ...................................................................................................................... 74 4.1 L’INFORMATIZZAZIONE ............................................................................................................................ 74 4.2 LE RISTRUTTURAZIONI EX ART. 20 ............................................................................................................ 76 4.3 L’ACCREDITAMENTO DELLE STRUTTURE E LA GESTIONE DELLA QUALITÀ ................................................ 77 4.4 FARMACOVIGILANZA E APPROPRIATEZZA NELLA PRESCRIZIONE DEI FARMACI ......................................... 81 4.5 IL POLO TORO-CARDIO-VASCOLARE .......................................................................................................... 84 4.6 L’AREA DELLE NEUROSCIENZE ................................................................................................................. 89 4.7 LA RIANIMAZIONE..................................................................................................................................... 91 4.8 LA DIAGNOSTICA E LA TERAPIA ONCOLOGICA........................................................................................... 91 Sigle e acronomi utilizzati AO: Azienda ospedaliera AOU: Azienda ospedaliero-universitaria ASL: Azienda sanitaria locale ASSR: Agenzia per i servizi sanitari regionali MDC: Major diagnostic category NHS: National health service PDT: percorso diagnostico terapeutico CDM: Classe di diagnosi maggiore PDTA: Percorso diagnostico terapeutico assistenziale CUP: Centro unico di prenotazione PET: Tomografia ad emissione di positroni DA: Decreto assessoriale PRUO: Protocollo di revisione dell’uso dell’ospedale DAI: Dipartimento attività integrata DGR: Decreto di giunta regionale DH: Day hospital DLGS: Decreto legislativo DM: Decreto ministeriale DPCM: Decreto del presidente del consiglio dei ministri DPR: Decreto Presidente della Repubblica DRG: Diagnosis related group DS: Day surgery EBM: Evidence based medicine ECM: Educazione continua in medicina FSR: Fondo sanitario regionale GC: Governo clinico GU: Gazzetta ufficiale GURS: Gazzetta ufficiale Regione Siciliana IRCCS: Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico PS: Pronto soccorso PSA: Piano strategico aziendale PSN: Piano sanitario nazionale PSR: Piano sanitario regionale PTO: Prontuario terapeutico ospedaliero PVA: Protocollo per la valutazione dell’appropriatezza RM: Risonanza magnetica ROD: Raggruppamenti omogenei di diagnosi SDO: Scheda di dimissioni ospedaliera SSN: Servizio sanitario nazionale SSR: Servizio sanitario regionale STEN: Sistema trasporto neonatale TAC: Tomografia assiale computerizzata TAT: Turn around time TC: Tomografia computerizzata TIPO: Terapia intensiva post-operatoria LC: Laboratorio centralizzato UO: Unità operativa LEA: Livelli essenziali di assistenza URP: Ufficio relazioni con il pubblico LG: Linea guida UTIC: Unità terapia intensiva coronarica LR: Legge regionale UUOO: Unità operative 1. PREMESSA ___________________________ 1.1 Le finalità del piano 1.2 Note metodologiche 1.3 Tempi e documenti del piano 1.4 Il PSA come documento di confronto con la Regione Siciliana ___________________________ 1.1 Le finalità del piano Il Piano Strategico Aziendale (PSA) costituisce il documento attraverso cui l’Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU) Policlinico «G. Martino» esplicita e diffonde le politiche assistenziali e organizzative di medio periodo. Questo piano ha lo scopo di orientare l’azione aziendale attraverso l’analisi e la condivisione degli obiettivi aziendali nel medio termine. Il piano descrive gli orientamenti per l’azione, le politiche d’intervento, nonché i principali progetti aziendali nei quali tali orientamenti e politiche troveranno attuazione. Questo documento è diretto, allo stesso tempo, all'interno e all'esterno dell'azienda. All'interno dell'azienda, il PSA contribuisce a orientare i comportamenti delle persone che vi lavorano. Infatti, indicare una direzione chiara e condivisa per le attività da svolgere nel medio periodo è condizione necessaria, anche se non sufficiente, perché il comportamento di ciascun individuo possa essere coordinato verso il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Inoltre, il processo di stesura e approvazione del piano è un momento per riflettere sulle priorità e operare scelte esplicite e meditate riguardo l'allocazione della capacità manageriale dell'azienda per il prossimo futuro. All'esterno dell'azienda, il PSA rappresenta uno strumento di comunicazione istituzionale con la Regione Siciliana, l’Università, le altre aziende del servizio sanitario regionale e gli enti locali. Il piano, infatti, serve a comunicare la direzione intrapresa e i traguardi che l’azienda intende raggiungere a diversi attori istituzionali d’importanza centrale per l'azienda. Perché l'AOU PIANO STRATEGICO AZIENDALE «G. Martino» possa raggiungere i suoi obiettivi, è infatti necessario coordinare le proprie azioni con quelle dei portatori d’interesse esterni all’organizzazione, in primo luogo Regione e Università. Il PSA non è l'unico documento di programmazione aziendale e, peraltro, la redazione di documenti non è l'unico strumento di programmazione. In particolare il PSA, documento di programmazione aziendale di medio termine, si colloca a un livello intermedio tra il Piano Sanitario Regionale, che fornisce indicazioni di medio termine ma per tutto il sistema sanitario Siciliano e il documento di budget, che fornisce indicazioni di breve termine alle unità organizzative interne all’azienda. Inoltre, la visione che l'azienda ha del futuro viene elaborata e interpretata costantemente in tutte le interazioni quotidiane tra i responsabili delle unità organizzative e la direzione generale. È opportuno, però, che questa visione sia coerente con le politiche e gli orientamenti espressi dal piano oppure che esso sia esplicitamente modificato se non fosse più opportuno seguire la direzione stabilita in precedenza. Nella selezione delle azioni per il triennio, si è scelto di fare leva sui punti di forza dell’azienda, su ciò che di positivo essa è riuscita produrre all’interno dei propri confini e nei rapporti con l’ambiente, piuttosto che concentrarsi esclusivamente su ciò che funziona meno. In questo contesto il PSA rappresenta al tempo stesso: - lo strumento di comunicazione istituzionale tra l’azienda, l’Università e la Regione in cui si dà conto della direzione intrapresa, si fissano i traguardi che l’azienda intende raggiungere, si rendono coerenti i traguardi con le condizioni più generali di sistema; - un patto tra i diversi attori in cui ognuno s’impegna a contribuire secondo il proprio ruolo e possibilità al risanamento e allo sviluppo dell’azienda a fronte di precisi impegni; - la sfida e l’impegno che il management propone agli operatori, il quadro delle opportunità di sviluppo e di crescita, ma anche dei possibili limiti di tali azioni e delle condizioni necessarie per perseguire e sfruttare le opportunità; - il messaggio che l’azienda propone alla collettività, il ruolo che essa intende giocare nell’insieme delle istituzioni e degli altri attori che si danno carico del soddisfacimento di bisogni collettivi di salute; - il punto di riferimento per le decisioni del sistema aziendale che attorno alle logiche delineate e alle priorità individuate si organizza e definisce gli opportuni strumenti. In sintesi, questo PSA vuole essere un documento di facile lettura che rende noti ai portatori di interesse interni ed esterni all'azienda l'orientamento di fondo dell'AOU nei prossimi anni e i progetti considerati prioritari per lo sviluppo dell'organizzazione. 8 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” 1.2 Note metodologiche La missione istituzionale dell'AOU prevede il perseguimento congiunto di obiettivi di didattica, ricerca e assistenza, in coerenza con gli stretti legami istituzionali e funzionali con l’Università e la Facoltà di Medicina e Chirurgia in particolare. L'AOU è in grado di pianificare, quindi di operare scelte e attuare le azioni conseguenti, solo perché è dotata di autonomia sia formale che sostanziale. Come per ogni altra azienda pubblica o privata, l'autonomia aziendale è esercitata all'interno di un insieme di regole nazionali e regionali e attraverso una rete di rapporti con altri attori tra i quali la Regione Siciliana, la Facoltà di Medicina e Chiurugia e i pazienti. L’esercizio dell’autonomia e la redazione di questo PSA, tengono presente l'insieme di regole e di relazioni all'interno del quale l'azienda opera. Tra le regole in campo di pianificazione ospedaliera, particolarmente rilevanti sono quelle stabilite a livello regionale. In ogni caso, la definizione del PSA in un’AOU non può rispondere a una logica meccanicistica di mera articolazione a livello aziendale degli orientamenti di fondo stabiliti a livello regionale. Al contrario, è importante disporre del PSA anche nell’attesa di un Piano Sanitario Regionale. Un approccio meccanicistico prevedrebbe un’articolazione rigidamente ordinata per cui dagli obiettivi più generali e di più lungo periodo vengono fatti discendere gli obiettivi specifici da conseguire nel breve. Quest'approccio sottovaluta la complessità del funzionamento aziendale e la necessità di tenere distinti piani diversi della gestione. Inoltre. l’approccio meccanicistico ha condotto a scarsi risultati nelle esperienze in cui è stato concretamente applicato. Per questo motivo, visioni, politiche e azioni che l’azienda intende perseguire non devono essere considerati come una catena di elementi collegati da relazioni di causa/effetto, ma come elementi di un quadro unitario fatto di: - impegni che l’Azienda assume nei confronti di tutti i portatori di interesse e che vengono resi espliciti, se necessario oppure utile, attraverso una più dettagliata previsione delle sequenze operative e gestionali atte a garantirne il rispetto; - coerenze che non solo assicurano la possibilità che i diversi impegni possano essere simultaneamente onorati, ma anche che essi convergano e si alimentino reciprocamente. Di tali coerenze si può dare in parte conto nel piano, ma esse non possono che essere complessivamente garantite dal management e dalla sua azione di conduzione dell’azienda, in modo da ricondurre a sistema, insieme ai contenuti del piano, anche le analisi e le informazioni derivanti dal bilancio di previsione, dal processo di budget, ecc. 9 PIANO STRATEGICO AZIENDALE Politiche e azioni illustrate nel piano non rappresentano un elenco esaustivo dei risultati che l’azienda intende ottenere, ma segnalano i punti qualificanti, quelli di più elevato interesse o per i quali si prevede la maggiore discontinuità rispetto alle dinamiche consolidate. Il PSA, infatti, è un programma per il cambiamento dell'organizzazione, inteso in due accezioni: - come insieme degli orientamenti e dei progetti necessari per far fronte alle esigenze concrete e immediate dell'AOU; - come competenza organizzativa indispensabile all’azione aziendale nel tempo. Cioè come capacità delle persone e dell'azienda di migliorare continuamente la qualità dell'organizzazione e anticipare le modifiche rilevanti nell'ambiente esterno. È utile sottolineare come l’approccio prescelto nella costruzione del PSA non preveda correlazione diretta ed esplicita tra politiche, azioni e grandezze economiche. È il management che considera l’insieme degli obiettivi e degli impegni assunti compatibile e coerente con gli equilibri economici e operativi. La programmazione di breve periodo, e in particolare il processo di budget, esplicitano, invece, la coerenza tra le risorse utilizzate e i risultati attesi. Infine, lo stesso processo di definizione del Piano è importante. Esso costituisce infatti un momento di riflessione, coinvolgimento e responsabilizzazione per l’organizzazione. In sintesi, la redazione del PSA rientra nell’esercizio dell’autonomia aziendale. Questa autonomia non è assoluta ma si esercita all’interno di un insieme di relazioni e di regole. Inoltre, i contenuti del PSA sono il risultato di un processo partecipativo che non può seguire procedure meccanicistiche che lo renderebbero mera specificazione dei documenti di programmazione regionali e nazionali. Nel PSA è presentata una veduta d’insieme sugli impegni dell’azienda verso i portatori d’interesse interni ed esterni e sono delineate le logiche che assicurano la coerenza sia tra gli impegni assunti che tra impegni e risorse disponibili. Una descrizione più analitica e quantitativa degli impegni, dei progetti concreti e delle coerenze tra impegni e risorse esula dallo scopo di un PSA e trova spazio in documenti di programmazione specifici. 1.3 Tempi e documenti del piano La definizione del PSA è un processo in cui sono chiamati a collaborare diversi soggetti che fanno parte dell’organizzazione aziendale. Solo in tal modo il piano avrà a disposizione le informazioni e le valutazioni rilevanti ai fini della sua costruzione e, al contempo, potrà essere occasione e strumento d’informazione, responsabilizzazione e orientamento efficaci. 10 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Il piano specifica orientamenti e azioni assumendo un orizzonte temporale di tre anni dalla sua approvazione. Questi orientamenti e azioni devono essere coerenti con quelli determinati dal Piano Sanitario Regionale (PSR) e Nazionale (PSN) in vigore nel triennio. Tuttavia, i livelli cui si riferiscono i tre piani sono differenti e il ruolo istituzionale delle aziende universitarie (contribuire alle funzioni di didattica e di ricerca attraverso l'assistenza e garantendo la capacità di mantenere un solido e duraturo equilibrio economico) è relativamente stabile nel tempo. Per questi motivi, il triennio oggetto del PSA non deve necessariamente coincidere con quello del PSR o PSN. Il PSA, infatti, regola aspetti dell'organizzazione e degli investimenti interni all'azienda anche se la rilevanza delle scelte che descrive è certamente esterna. È importante, quindi, che il PSA non sia in conflitto con gli orientamenti di fondo regionali e nazionali e che sia coerente, soprattutto, con il ruolo istituzionale, stabile nel tempo, che gli è assegnato nel Servizio Sanitario Regionale (SSR) e Nazionale (SSN). Passando alla struttura del documento, la parte 2 presenta un'analisi del contesto interno ed esterno all'azienda, lasciando alle parti 3 e 4 il compito di descrivere politiche d’intervento, orientamenti per l’azione e progetti dell’AOU per il triennio. Nella parte 3, dedicata alle politiche d’intervento e agli orientamenti per l’azione, sono descritti i criteri-guida per la scelta delle priorità concrete dell'AOU nel triennio. Esplicitare i criteri-guida è utile rispetto alla sola descrizione dei progetti concreti su cui si prevede di investire. Infatti, la diffusione di queste idee permette una maggiore comprensione degli obiettivi generali dell'azienda da parte di tutti. Inoltre, queste politiche dal contenuto ampio sono strumenti di pianificazione più flessibili rispetto ai singoli progetti e permettono di orientare i comportamenti nell'arco del triennio anche in situazioni che non si è in grado di prevedere al momento della redazione del PSA. Nella parte 4, invece, sono descritti alcuni progetti aziendali realizzabili nel triennio e importanti in base ai criteri descritti nella parte 3. Si tratta di progetti di diverse dimensioni in termini di investimenti richiesti e d’impatto sull'AOU. Sono accomunati, però, dalla concretezza delle azioni da attuare e dalla richiesta di risorse economiche e manageriali complessivamente coerenti con quelle disponibili nel triennio. Le politiche d’intervento e i progetti descritti nelle pagine che seguono trovano poi coerenza con gli altri documenti di programmazione aziendale, e in particolare col piano degli investimenti, con quello delle assunzioni, col piano della formazione e, quindi, col bilancio pluriennale, che qui si allegano. 11 PIANO STRATEGICO AZIENDALE Infine, per i progetti che già oggi hanno raggiunto uno stadio avanzato di progettazione, la documentazione disponibile è allegata al piano. 1.4 Il PSA come documento di confronto con la Regione Siciliana Il PSA presenta alcune politiche per l’azione aziendale e alcuni progetti specifici. Esso, quindi, contribuisce a rendere più esplicite le intenzioni dell’AOU anche nei confronti della Regione Siciliana, chiamata a confrontarsi nel merito del documento, nel quadro più generale della programmazione sanitaria regionale, sia sotto l’aspetto assistenziale, sia sotto l’aspetto economico. In particolare, con riferimento alla dimensione economica, il Policlinico di Messina è fortemente impegnato in un’azione che è, da un lato, di perseguimento di condizioni d’efficienza organizzativa ed economica, dall’altro, di sviluppo e riqualificazione delle attività. L’azienda ritiene, infatti, che tali due obiettivi, apparentemente non conciliabili, costituiscano in realtà gli ingredienti necessari per perseguire al contempo le finalità istituzionali dell’azienda – in termini di didattica, ricerca e assistenza – e condizioni di economicità nel medio periodo. Per l’Azienda non è più rinviabile l’avvio di un serio percorso che possa condurre in tempi accettabili ad equilibri di gestione coerenti con l’evoluzione dell’ambiente istituzionale ed economico. Tale percorso di «sviluppo sostenibile», non può essere guidato dalla sola logica del rientro economico e finanziario. Infatti, è fondamentale evitare che l’esigenza di compressione dei costi si traduca nel semplice deperimento delle attività e delle capacità dell’Azienda, cui si accompagnerebbe una perdita di capacità di controllo complessivo dell’attività senza miglioramenti nei risultati economici. Un piano di rientro deve, quindi, essere inserito in un contesto di programmazione di più lungo periodo che permetta il raggiungimento dell’equilibrio economico senza compromettere il raggiungimento dei fini istituzionali. Le azioni programmatiche qui proposte sono volte a determinare nel medio termine il pareggio di bilancio. Il PSA pianifica dunque le azioni future sia attraverso la programmazione delle attività, sia attraverso la condivisione di politiche che permettano il raggiungimento di risultati economici e finanziari accettabili. L’accettabilità dei risultati è determinata dall’equilibrio tra attese dell’ambiente ed esigenze di sviluppo e riqualificazione dell’azienda e delle persone che in essa operano e, realisticamente, non è definita a priori come il raggiungimento di un pareggio di bilancio in tempi strettissimi. Infatti, nonostante la necessità di riconquistare equilibri economici più accettabili sia sentita come un’urgenza da parte della direzione aziendale, non risulta possibile 12 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” identificare cause o aree di funzionamento cui sia singolarmente imputabile il disequilibrio. I fattori vanno quindi considerati come molteplici e ciò implica: - da un lato la difficoltà di ricorrere come in passato a ricette «drastiche e presumibilmente risolutive» e a mantenere una pressione elevata per periodi di tempo brevi su obiettivi concreti e specifici; - dall’altro la necessità di produrre uno sforzo di governo complessivo dei processi e delle decisioni aziendali esteso e continuo nel tempo, che a sua volta necessita di un quadro di relativo consenso all’azione del management da parte di tutti gli attori rilevanti. Se un primo elemento della strategia di perseguimento dell’equilibrio economico passa attraverso uno sforzo diffuso e persistente di governo dei processi interni e di razionalizzazione e da alcuni interventi significativi, un contributo di non secondaria importanza dovrà venire dalle condizioni di ambiente e segnatamente dalle risorse messe a disposizione. La maggior parte delle azioni presenti in questo PSA sono trasversali all’azienda e mirano a migliorare strutturalmente l’efficienza delle attività. Le altre, più specifiche, mirano ad investire su alcuni punti di forza dell’AOU per incrementare il livello di specializzazione e complessità delle prestazioni erogate. Per realizzare queste azioni, soprattutto considerando che nel settore sanitario la crescita dei costi è determinata anche da fattori tecnologici e demografici fuori dal controllo della programmazione sanitaria, non è verosimile programmare un’immediata riduzione dei costi ma è possibile programmare un contenimento della velocità con cui questi costi crescono. Contenendo il tasso di crescita dei costi nell’AOU, è possibile raggiungere, nel medio periodo, l’equilibrio economico considerato che nel medio periodo i finanziamenti messi a disposizione tendono comunque a crescere. Come schematicamente rappresentato nella Figura 1, l’Azienda s’impegna a raggiungere l’equilibrio economico nel medio periodo (al tempo t* della Figura) garantendo un tasso di crescita dei costi aziendali ragionevolmente inferiori a quelli del finanziamento, cosicché costi e risorse possano incontrarsi. La praticabilità di questa prospettiva dipende in maniera critica, oltre che dai tassi di crescita dei costi di sistema (tecnologia, ecc.), da due elementi che vanno attentamente considerati: - il primo è quello relativo alle previsioni di medio periodo sulle risorse che la Regione riuscirà a mettere a disposizione dell’Azienda; - il secondo elemento concerne la fiducia che il sistema concede all’Azienda e che si traduce nei tempi a disposizione per pervenire ad equilibri più sostenibili. 13 PIANO STRATEGICO AZIENDALE Evidentemente i tempi potrebbero dipendere anche dalle capacità di realizzazione progressivamente dimostrate dall’Azienda di implementare le azioni di sviluppo e di razionalizzazione. Da questo punto di vista la definizione della «velocità di rientro» assume un’importanza primaria. Le azioni messe in atto dall’azienda per migliorare i suoi gradi di efficienza sono numerose. Tra questi, è utile ricordare almeno: - il rafforzamento dei sistemi di contabilità analitica; - l’avvio di un reale processo di budget; - il rafforzamento dei dipartimenti e della messa in comune degli spazi, delle risorse umane e delle tecnologie; - le procedure di accreditamento istituzionale e lo sviluppo di sistemi di controllo della qualità; - la definizione di azioni volte a governare i comportamenti prescrittivi e la variabilità delle prestazioni; - un più puntuale controllo dell’appropriatezza organizzativa delle prestazioni; - il rinnovamento e l’integrazione del sistema informatico aziendale. L’azienda ritiene che l’insieme di tali azioni permetterà un marcato recupero di efficienza e il controllo dei costi di produzione. Inoltre, azioni come, ad esempio, la creazione del polo toro-cardio-vascolare, gli investimenti nella diagnostica oncologica, e le azioni di sensibilizzazione dei professionisti supportate anche da strumenti come il budget e il controllo della appropriatezza organizzativa, permetteranno di migliorare il case-mix delle prestazioni erogate dall’Azienda e, quindi, da un lato incrementare in valore assoluto dei finanziamenti ottenuti in base alle regole di finanziamento attualmente in vigore, dall’altro di ricoprire al meglio il ruolo di struttura ad alta specializzazione. D’altro canto, gli investimenti descritti nel documento intendono rispondere agli obiettivi della Regione e alle reiterate richieste volte ad assicurare qualità, efficacia ed efficienza al SSR. In particolare ci si riferisce alla qualità clinica, alla necessità di una migliore integrazione dei percorsi assistenziali, all’obiettivo di ridurre le liste di attesa e a quello di recuperare la mobilità passiva. Il punto di partenza è l’analisi delle concrete condizioni dell’azienda, con riferimento ai suoi dati economici, alle infrastrutture fisiche, alla tecnologia disponibile, alla cultura organizzativa e alle competenze professionali. Tale analisi rende inverosimili – e quindi irresponsabili – ipotesi di rientro economico rapido e fanno invece propendere per un orizzonte temporale che sia 14 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” necessariamente di medio periodo. Il ragionamento fin qui condotto trova una sua esemplificazione grafica nella Figura 1 in cui, pur in assenza d’indicazioni quantitative e puntuali, vengono richiamate le dinamiche relative a: costi di produzione in assenza di misure di contenimento, costi con azioni di contenimento, finanziamento. Figura 1: Andamento previsto dei costi e dei finanziamento nel medio periodo € Costi in assenza di azioni di contenimento Periodo di investimenti e rinnovamento tecnologico Finanziamento Costi con azioni di contenimento T t* anni *T* Gli investimenti intrapresi dall’azienda e confermati nel presente PSA, insieme all’azione di rinnovamento organizzativo e tecnologico cui l’azienda sta già lavorando, contribuiranno a riconfigurare l’offerta clinico-assistenziale dell’azienda su livelli qualitativi più elevati. Tutto ciò si accompagnerà nel breve periodo a un impegno anche economico importante, che verrà parzialmente controbilanciato – e cioè sostenuto – dai guadagni di efficienza ottenibili dalle misure già citate. D’altro canto risulta evidente che tale progetto debba svolgersi in coerenza con la programmazione regionale e col supporto della Regione Siciliana. In particolare, i sistemi di finanziamento SSR in essere, pur costituendo uno strumento di governo di sistema e dei comportamenti aziendali estremamente efficace, dovranno tener conto dei progetti dell’AOU, così da supportare i suddetti progetti di rinnovamento. Il bilancio economico pluriennale 2005-07 stima i valori del conto economico per il prossimo triennio ed evidenzia la particolare attenzione posta sul rispetto del vincolo del pareggio di 15 PIANO STRATEGICO AZIENDALE bilancio anche durante il periodo d’investimenti. Tra questi investimenti quelli di dimensioni più importanti sono l’acquisto del nuovo sistema informativo aziendale (§ 4.1 del Piano), della PET-TC (§ 4.7) e lo sviluppo del polo toro-cardio-vascolare (§ 4.5). Il valore della produzione stimato dal Bilancio Pluriennale è 150.970.067 € per l’esercizio 2005, 158.502.051 € per il 2006 e 162.857.340 per il 2007. Il leggero aumento dei ricavi stimati è dovuto principalmente all’effetto dell’inflazione e dei ricavi di prestazioni ad alta complessità che il sistema di finanziamento incentiva e che sono particolarmente coerenti con le finalità istituzionali di un’azienda ospedaliera universitaria. Nella determinazione dei ricavi per il bilancio pluriennale si è, inoltre, tenuto conto dell’integrazione del 5% del valore annuo dell’attività di ricovero previsto dall’Art.13 del Protocollo d’Intesa tra la Regione Siciliana e l’Università degli Studi di Messina. Gli investimenti previsti per gli anni 2005-2007 ammontano in totale a circa 76 milioni di euro, ripartiti per circa il 50% in lavori di ristrutturazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, messa a norma per la sicurezza, trasferimenti interni di attività e adeguamenti strutturali vari e per il restante 50% in apparecchiature elettromedicali, con investimenti particolarmente rilevanti per il dipartimento di Diagnostica per immagini e radioterapia (cfr. Piano degli investimenti allegato). Una marcata tendenza alla riduzione strutturale dei costi, effetto delle azioni già intraprese, è riscontrabile nel bilancio economico preventivo 2005 e nelle proiezioni di spesa sullo stesso anno che indicano un calo delle spese per l’acquisto dei beni sanitari, rispetto al 2004, dell’8,8% con un risparmio di 2.830.000 € nell’anno 2005. Questa riduzione rappresenta una fonte di autofinanziamento di parte del programma degli investimenti per il triennio. I ricavi che deriveranno dagli investimenti citati in questo paragrafo, copriranno interamente i costi che comportano secondo specifici studi di fattibilità richiamati in questo PSA, che hanno analizzato oltre che alle ricadute assistenziali anche le sostenibilità economiche. Dal punto di vista meramente finanziario le risorse necessarie per gli sono state reperite ricorrendo a mutui e leasing che, come detto, saranno ripagati dagli stessi investimenti. Infine, il pareggio di bilancio può essere raggiunto attraverso l’erogazione dell’integrazione del 5% riconosciuta dal Protocollo d’Intesa. Per quanto riguarda le assunzioni di personale nel triennio, non sono previste radicali trasformazioni. Fino al 2007 non sono previste cessazioni per raggiungimento dell’età pensionabile per il personale a totale carico dell'Azienda. È comunque previsto che tra il personale universitario non docente in servizio presso l'Azienda, circa cento persone vadano in pensione. La programmazione per il 2005 di nuove assunzioni è allegata a questo piano e prevede prevalentemente posizioni a tempo determinato. 16 2. ANALISI DELL’AMBIENTE ESTERNO E DEL CONTESTO INTERNO ___________________________ 2.1 Il ruolo e il posizionamento dell’Azienda nel SSR e rispetto agli altri Policlinici siciliani 2.1.1. 2.1.2. 2.1.3. 2.1.4 Il contesto normativo L’AOU nella rete ospedaliera siciliana Il finanziamento dell’attività di ricovero e la classificazione delle strutture ospedaliere siciliane Il Policlinico e le altre strutture sanitarie della provincia 2.2 La struttura organizzativa e i risultati gestionali 2.2.1. 2.2.2. 2.3 La struttura organizzativa I risultati economici La questione della «mobilità» ___________________________ 2.1 Il ruolo e il posizionamento dell’Azienda nel SSR e rispetto agli altri Policlinici siciliani L’Azienda Ospedaliera Universitaria «G. Martino» ha il compito di rispondere ai bisogni di salute della popolazione fornendo assistenza, adeguata sotto il profilo quali-quantitativo, in un processo inscindibile con la didattica, intesa come strumento di costruzione e miglioramento delle competenze degli operatori e dei soggetti in formazione, e la ricerca, intesa come continuo progresso delle conoscenze cliniche e biomediche. Questa missione dell’AOU deve, naturalmente, svilupparsi all’interno di un processo di organizzazione e programmazione coerente e conforme alle politiche sanitarie nazionali e regionali, e ai bisogni del territorio di riferimento, interagendo inoltre con tutti gli altri enti istituzionali, incluse le associazioni di tutela dei cittadini e le associazioni di volontariato (Figura 2). Questo paragrafo descrive i principali elementi inerenti il contesto in cui opera l’AOU, con particolare riguardo agli indirizzi normativi e alle altre strutture universitarie regionali. PIANO STRATEGICO AZIENDALE Figura 2: Il Policlinico all’interno nel suo contesto normativo e istituzionale Norme regionali PSR Protocolli intesa A.O.U. G. Martino Normativa nazionale PSN Dls. 517/99 Contesto ambientale Altre strutture Mobilità Il contesto sociale e demografico all’interno del quale l’AOU svolge la propria attività è caratterizzato da elementi noti ed esaustivamente descritti dai piani sanitari di riferimento, tra i quali sembra utile ricordare almeno i seguenti: - progressivo invecchiamento della popolazione; - prevalenza di patologie cronico-degenerative, con relativa sfida agli ospedali orientati alla gestione delle fasi acute da parte di strutture alternative; - incremento delle fasce sociali a “rischio” a causa dei contraddittori processi economici in corso e dell’espansione dei flussi d’immigrazione (stranieri irregolari con difficoltà di accesso alle cure e con necessità d’intermediazione culturale, “nuovi poveri”, ecc.); - crescente consapevolezza nei pazienti del sistema sanità, con maggiore disponibilità d’informazioni, mobilità crescente sul territorio e selezione del “fornitore di prestazioni”; - progressi della tecnologia diagnostica e terapeutica con incremento della domanda di prestazioni e fenomeni di “medicalizzazione” della società; - sviluppo e diffusione delle tecnologie dell’informazione, da cui l’opportunità di automatizzare le procedure interne e le relazioni con l’esterno. In questo scenario l’AOU deve mantenere un ruolo equilibrato, ponderando e distribuendo il proprio impegno e le risorse disponibili al fine di perseguire, al contempo, obiettivi di: - contenimento della domanda di assistenza generica proveniente dal territorio; - promozione e potenziamento dei settori di alta specialità che contrastino la fuga dei pazienti verso altre regioni; - mantenimento, pur se in quota limitata, di un ampio spettro di prestazioni assistenziali che comprendano la pratica clinica di base necessaria alla formazione e al bagaglio di esperienza clinica degli studenti della facoltà di medicina e chirurgia. 18 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” 2.1.1 IL CONTESTO NORMATIVO Il quadro di riferimento legislativo all’interno del quale l’AOU di Messina programma la propria attività è principalmente il seguente: Contesto Normativa Nazionale D.Lgs 517/1999 «Disciplina dei rapporti fra Servizio Sanitario Nazionale e Università» PSR – Piano Sanitario Nazionale 2002-2004 Regionale PSR – Piano Sanitario Regionale 2000-2002 D.A. 12/06/2002 Protocolli d’intesa fra Regione e università D.A. 10/12/2003 «Attuazione dei Protocolli d’intesa tra la Regione Siciliana – Assessorato alla sanità, e le Università degli studi di Catania, Messina, Palermo» In particolare, il D.Lgs. 517/1999 rappresenta un punto di svolta nel processo d’integrazione dei policlinici universitari all’interno del SSN, rinnovando la struttura di tali aziende, pur confermandone le finalità relative alla didattica e alla ricerca, rispetto alle quali la componente assistenziale svolge una funzione sostanzialmente strumentale e quindi necessaria ed inscindibile. Il decreto sancisce la collaborazione tra SSN e Università per il tramite di aziende ospedaliero-universitarie (aziende ospedaliere universitarie integrate con il SSN – Policlinici Universitari – e aziende ospedaliere integrate con l’Università - AO, IRCCS, presidi ospedalieri di ASL – ai sensi dell’art. 2 D.lgs. 517/1999). Nello specifico, tra gli aspetti presi in considerazione nel decreto, i più significativi sono: - l’attività assistenziale delle università è determinata sulla base di protocolli d’intesa stipulati dalla Regione con le Università ubicate nel territorio in modo da assicurare la funzionalità e la coerenza con le esigenze della didattica e della ricerca (art. 1); - l’organizzazione dipartimentale è il modello ordinario di gestione delle AOU così da assicurare l’esercizio integrato delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca (art. 3); - gli organi delle AOU sono 1) il direttore generale (nei Policlinici è nominato dal rettore dell’Università, nelle altre tipologie di aziende dalla Regione), 2) il collegio sindacale, 3) l’organo d’indirizzo che propone iniziative e misure per assicurare la coerenza della programmazione generale dell’attività assistenziale con la programmazione didattica e scientifica dell’Università e verifica la corretta attuazione della programmazione (art. 4). Il PSN 2002-04 prevede tra gli obiettivi strategici: 19 PIANO STRATEGICO AZIENDALE - il ridisegno della rete ospedaliera con la finalità di convertire la funzione di alcuni ospedali minori e di attivare la ospedalità a domicilio, nonché di realizzare centri avanzati di eccellenza; - un potenziamento/miglioramento della comunicazione verso la popolazione per chiarire le trasformazioni in corso, insieme alle finalità di fornire servizi efficaci e moderni, modificando quelle condizioni strutturali e organizzative che assorbono risorse per mantenere servizi di limitata utilità; - una migliore integrazione tra territorio e ospedale, nonché della rete delle alte specialità nell’ambito dell’emergenza; - una formazione di alto livello in sanità. I primi due obiettivi prendono atto delle trasformazioni demografiche, tecnologiche ma anche socio-politiche degli ultimi anni, evidenziando la necessità di un marcato ripensamento dell’organizzazione ospedaliera e della visione ospedale-centrica del passato che individuava nell’ospedale il principale punto di riferimento per tutti i bisogni di salute della popolazione. Oggi la patologia cronico-degenerativa, conseguenza dell’allungamento della vita media, s’impone sempre più su quella dell’acuto, facendo emergere un crescente bisogno di servizi socio-sanitari, domiciliari e territoriali che non possono essere di competenza di un moderno ospedale per acuti. In parallelo l’incalzante evoluzione tecnologica ha messo in campo nuove apparecchiature e metodiche sempre più sofisticate che, per l’elevato costo e le necessarie competenze specialistiche di supporto, non possono che essere concentrate in pochi centri di alta specializzazione. Alla luce di questo nuovo scenario i piccoli ospedali, non potendo spesso disporre delle attrezzature e del personale che consentono di attuare cure moderne e tempestive, saranno più funzionali nella qualità di Centri Distrettuali di Salute (Pronto Soccorso – o PS – di 1° livello, diagnostica di base, reparto di osservazione), con il compito di inviare ai centri di alta specialità i casi più complessi, rinunciando ad attuare procedure diagnostiche o terapeutiche non più sufficientemente moderne. Indispensabile quindi individuare e/o potenziare un numero limitato di centri di eccellenza di altissima specializzazione, distribuiti razionalmente sul territorio nazionale. Con riguardo all’obiettivo d’integrazione tra ospedale e territorio, si manifesta l’esigenza di collegare secondo modalità operative e tecnologiche efficienti ed efficaci gli “avamposti territoriali sanitari” distribuiti nel territorio, con quelle strutture di elevato livello idoneo alla gestione integrale del paziente in emergenza. Infine, con riguardo alla formazione, il PSN sottolinea il ruolo delle aziende ospedaliere e delle Università quali principali attori del sistema, in quanto sede naturale di formazione continua, 20 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” in grado di offrire una “formazione in contesto professionale”, eminentemente pratica, senza la quale la formazione rimane mero esercizio cognitivo, privo di ricadute concrete sulle competenze. Il PSR 2000-2002 rappresenta il piano strategico degli interventi per raggiungere gli obiettivi di salute e soddisfare le specifiche esigenze della popolazione regionale sulla base degli obiettivi del PSN allora vigente, articolando l’assetto istituzionale del SSR in tre livelli: - la Regione, con compiti di: o sviluppo di politiche regionali e piani generali e di settore per garantire alla popolazione adeguati livelli di assistenza; o indirizzo, coordinamento e verifica; o valutazione delle aziende mediante indicatori di risultato collegati agli obiettivi assegnati; o coordinamento del sistema informativo sanitario regionale; o assegnazione delle risorse in funzione della soddisfazione dei LEA e dei programmi e dei progetti individuati nel documento; o coordinamento della formazione e dell’aggiornamento; o coordinamento e supervisione dei piani di qualità e di accreditamento; - le aziende, tra le quali è individuata l’AOU; - gli Enti Locali. Il PSR afferma che l’AOU fa parte integrante della Rete ospedaliera regionale in qualità di azienda di 3° livello (l’ASL è azienda di 1° livello e l’azienda ospedaliera di 2°). Si afferma inoltre che le AOU sono sede di sperimentazione organizzativa e gestionale nei rapporti Regione– Università. Infine, in quanto aziende autonome integrate col SSN e inserite nella rete ospedaliera regionale, sussiste per i policlinici l’obbligo di attuare gli interventi di rimodulazione organizzativa dettati dall’Amministrazione regionale ai sensi della 382/96 e della 662/96. Tra gli obiettivi del PSR per l’attività ospedaliera dei policlinici, è opportuno segnalare: - la qualificazione negli interventi per acuti e nelle patologie complesse, nella specialistica medi alta e nell’emergenza urgenza; - la funzione di garanzia per l’accesso alla rete ospedaliera e alle prestazioni più complesse da ogni punto del territorio mediante specifici protocolli di accesso, collegamenti funzionali infrastrutturali di telecomunicazione e telemedicina; - il ruolo di terzo livello – di altissima specializzazione – nel sistema ospedaliero siciliano, come identificato dal PSR per tutti i policlinici universitari; 21 PIANO STRATEGICO AZIENDALE - la spinta all’innovazione e alla ricerca delle Facoltà di Medicina e Chirurgia. Il D.A. 10.12.2003 dà attuazione ai Protocolli d’Intesa tra Regione Siciliana e Università degli Studi di Catania, Messina e Palermo, che riaffermano la connessione tra insegnamento clinico e cura degli ammalati. Tra i punti salienti degli accordi si segnalano i seguenti: - l’attività assistenziale è necessaria per lo svolgimento dei compiti istituzionali dell’Università ed è determinata nel quadro della programmazione nazionale e regionale, in modo da assicurare funzionalità e coerenza con le esigenze di didattica e ricerca; - l’Università contribuisce all’elaborazione dei piani sanitari regionali, nonché alla definizione di indirizzi di politica sanitaria e di ricerca mediante l’istituzione di una commissione paritetica Regione-Università (tre membri nominati dall’Assessorato della sanità e tre dai rettori delle Università); - la programmazione aziendale e la relativa integrazione tra didattica, ricerca e assistenza è garantita dalla concertazione tra Facoltà e AOU; - ai sensi del D.Lgs. 517/99 e per un periodo sperimentale di 4 anni è individuata l’AOU Policlinico Gaetano Martino di Messina; - le attività assistenziali coerenti con le funzioni istituzionali dell’università devono essere individuate per: o tipologia in base alla programmazione concordata tra azienda e la Facoltà; o volume adeguato al numero programmato degli iscritti del primo anno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia; in particolare per le strutture di degenza il numero dei posti letto è determinato nella misura di 3 posti letto per studente con l’eventuale integrazione per ulteriori fabbisogni di 1,5 posti letto per studente. Per il periodo di sperimentazione le aziende ospedaliere s’impegnano a mantenere il numero complessivo e la distribuzione dei posti letto già convenzionati nei precedenti accordi (DGR 135/2003); o il Dipartimento ad attività integrata (DAI) è il modello ordinario di gestione di tutte le attività delle AOU e si connota come centro unitario di responsabilità e di costo, garantendo l’unitarietà della gestione e l’ottimale collegamento tra assistenza, didattica e ricerca; - la determinazione della dotazione organica, prevista nell’atto aziendale, e la programmazione delle attività delle singole strutture complesse, deve tenere conto che per il personale docente, perseguendo integralmente le funzioni previste (assistenza, didattica e ricerca), è previsto un monte orario per l’assistenza pari al 50% del debito orario totale; 22 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” - la Regione riconosce i maggiori costi indotti sulle attività assistenziali dalle funzioni di didattica e ricerca, corrispondendo annualmente alle AOU un’integrazione pari al 5% della valorizzazione annua della attività assistenziale complessiva (DRG). 2.1.2 L’AOU NELLA RETE OSPEDALIERA SICILIANA I posti letto disponibili nei tre policlinici della Regione e nelle strutture di ricovero pubbliche convenzionate con l’Università sono circa 3.000 (Tabella 1). Il Policlinico di Messina, in particolare, risulta essere la principale struttura di ricovero del SSR, disponendo di 755 posti letto in regime ordinario, 160 posti letto di day hospital, 4 poltrone, 13 posti letto per la dialisi e 7 posti letto di hospice. Tabella 1: Posti letto nei policlinici siciliani e nelle altre strutture convenzionate con le Università Provincia Azienda Catania N. posti letto Azienda policlinico 499 + 9 poltrone Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele 463 Azienda Ospedaliera Garibaldi 228 Azienda Ospedaliera Cannizzaro 136 ASL n. 3 CT 10 Totale 1336 + 9 poltrone Messina Azienda policlinico 755 + 160 dh + 4 poltrone Palermo Azienda policlinico Altro 13 posti rene + 7 p.l. hospice Azienda Ospedaliera Cervello Presidio Ospedaliero Pediatrico Di Cristina Presidi ASL n.6 Totale 2.1.3 IL 893 FINANZIAMENTO DELL’ATTIVITÀ DI RICOVERO E LA CLASSIFICAZIONE DELLE STRUTTURE OSPEDALIERE SICILIANE Con il D.A. 12/06/2002 la Regione Sicilia ha articolato le tariffe delle prestazioni di assistenza ospedaliera per classi di strutture sanitarie individuate sulla base della complessità funzionale ed organizzativa, e della complessità della casistica trattata, come per altro previsto dal PSR 2000-02. Tale sistema prevede la classificazione delle strutture ospedaliere in sei fasce (da A a F) per le quali sono previste le seguenti tariffe: - Fascia A: tariffe massime; - Fascia B: tariffe massime abbattute del 2,5%; - Fascia C: tariffe massime abbattute del 5%; - Fascia D: tariffe massime abbattute del 7,5%; 23 PIANO STRATEGICO AZIENDALE - Fascia E: tariffe massime abbattute del 10%; - Fascia F: tariffe massime abbattute del 12,5%. L’attribuzione delle strutture sanitarie alle fasce ha seguito la seguente metodologia: 1. Definizione di Classi Omogenee per complessità tecnologica e organizzativa, distinguendo le strutture sanitarie in tre classi come adottato dalle L.R. 30/1993: Tabella 2: Classi di strutture sanitaria in base alla L.R. 30/1993 Classe Descrizione n. strutture 1 Aziende Policlinici Aziende di rilievo nazionale Aziende di riferimento regionale per emergenza di III livello 10 2 Aziende di riferimento regionale emergenza II livello e ospedali classificati 11 3 Presidi di ASL 60 2. Valutazione dell’attività sanitaria in base ai ricoveri ordinari 1996-’99, rielaborati attraverso le MDC (Major Diagnostic Category) mediche e chirurgiche, analizzate attraverso le variabili “n. ricoveri” e “peso medio ponderato”. I criteri di rilevanza della singola MDC sono: - MDC rilevante per l’attività dell’azienda: MDC con % dei ricoveri, sul totale dei ricoveri dell’azienda, maggiore del 2% per MDC chirurgiche e 5% per MDC mediche (valutazione positiva peso 1); - MDC rilevante per l’attività sanitaria della Regione: MDC di ciascuna azienda per la quale le prestazione erogate rappresentino almeno il 20% del totale ricoveri della stessa classe istituzionale alla quale appartiene l’azienda (valutazione positiva peso 2); - MDC con peso medio superiore a quello della classe istituzionale di appartenenza (complessità indice case mix) (valutazione positiva peso 1). - La MDC è rilevante (positiva) ai fini del punteggio finale se ha un peso complessivo superiore o uguale a 2. Il procedimento ha determinato la classificazione delle strutture riportata nella Tabella 3. L’AOU «G. Martino», in quanto azienda di alta specializzazione e polo di riferimento per il territorio regionale, (ma anche extra regionale), si colloca quindi nella fascia più alta della nuova classificazione della rete ospedaliera regionale. 24 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Tabella 3: Classificazione delle strutture di ricovero della Regione Sicilia Classe Descrizione N. strutture A N. 1 Azienda di rilievo nazionale N. 1 Azienda di riferimento regionale emergenza III livello N. 1 Azienda Policlinico (Messina) N. 1 Azienda con il triennio clinico di formazione dell’Università 4 B N. 2 Azienda di riferimento regionale emergenza III livello N. 2 Azienda Policlinico N. 1 Azienda di riferimento regionale emergenza II liv. 5 C N. 2 Azienda di riferimento regionale emergenza III livello N. 6 Azienda di riferimento regionale emergenza III livello N. 1 Ospedale classificato N. 19 Presidi di ASL. 28 D N. 1 Azienda di riferimento regionale per l’emergenza di III livello N. 3 Azienda di riferimento regionale emergenza III livello N. 18 Presidi ASL 22 E N. 9 Presidi ASL 9 F Case di cura private L’importanza di erogare prestazioni di elevato livello e complessità, oltre che ai fini di produrre assistenza appropriata ai bisogni del territorio, è confermata dalle disposizioni regionali in tema di finanziamento contenute nel D.A. 22/12/2004 dove, nell’ambito dei criteri di riparto del fondo sanitario nazionale alle aziende sanitarie, si tiene conto di: - fatturato delle prestazioni di ricovero ordinario con peso ≥3 al fine di valorizzare i ricavi derivanti da prestazioni rilevanti svolte a contrasto della mobilità passiva; - fatturato delle prestazioni di ricovero in regime di day-hospital e/o day surgery con peso ≥2, in maniera da premiare l’utilizzo appropriato delle procedure di conversione dal ricovero ordinario. La Tabella 4 illustra alcuni dati relativi ai tre policlinici siciliani. Come risulta evidente, l’azienda messinese risulta maggiormente spostata sui ricoveri in regime ordinario (a Catania e Palermo questi risultano meno numerosi dei ricoveri in regime diurno). Tabella 4: Dati di confronto tra i policlinici siciliani Numero ricoveri AOU Palermo AOU Messina AOU Catania Dh 2002 34.049 20.092 15.949 Ordinario 2002 29.579 27.847 10.873 25 PIANO STRATEGICO AZIENDALE Totale 2002 63.988 47.939 26.882 Dh 2003 38.745 19.347 12.969 Ordinario 2003 27.170 25.575 10.385 Totale 2003 65.915 44.922 23.354 2002 4,89 5,85 4,52 2003 3,76 5,32 4,44 2002 2,38 2,42 2,17 2003 2,69 2,28 2,22 2002 16% 13% 12% 2003 16% 15% 12% Case-mix 1,24 1,05 1,15 % casi complessi 5,52 4,83 17,16 Ricoveri chirurgici 20.232 11.008 4.842 Ricoveri medici 31,62 22,96 18,05 % ricoveri medici 43.756 36.931 21.980 Totale 63.988 47.939 26.882 Indicatori Degenza media standardizzata Tempo medio tra ricovero e intervento chirur. %DRG complicati sul totale ricoveri Indicatori di complessità 2.1.4 IL POLICLINICO E LE ALTRE STRUTTURE SANITARIE DELLA PROVINCIA L’AOU «G. Martino» costituisce un punto di riferimento per le altre strutture sanitarie del territorio cittadino e provinciale, pubbliche e private, determinato dalla propria capacità di offrire prestazioni di natura multispecialistica, supportata dal valore delle competenze professionali presentio, dall’elevato livello tecnologico diagnostico e dall’organizzazione dei percorsi assistenziali interni che consentono di fornire risposte tempestive ai bisogni espressi dall’esterno. La domanda di prestazioni all’AOU proviene da tutte le diverse strutture sanitarie pubbliche e private distribuite nella provincia, comprese le case circondariali (quella di Messina è il primo richiedente in assoluto; Figura 3). 26 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Figura 3: I principali utenti esterni dell’AUO negli anni 2003 e 2004 principali utenti esterni 20003-2004 700 600 585,0 500 400 300 218,0 182,0 200 86,0 100 59,0 30,0 30,0 0 casa circ. messina osp. Papardo A.O. Piemonte ist. Ortopedico Osp. Milazzo Osp. Psichiatrico Barcellona altre La tipologia delle richieste è naturalmente composita, ma la domanda di prestazioni specialistiche diagnostiche e/o terapeutiche risulta predominante (Figura 4). Figura 4: Tipi di prestazioni richieste all’AOU negli anni 2003 e 2004 tipo di prestazioni richieste all AOU % 2003-2004 TAC 9% ERCP 7% RICHIESTA RICOVERO 5% AUDIOMETRIA 2% ANGIOGRAFIA 2% SCINTIGRAFIA 10% Altro 32% ALTRO 28% RMN 16% CONS. SPECIALISTICA 21% 27 PIANO STRATEGICO AZIENDALE 2.2 La struttura organizzativa e i risultati gestionali 2.2.1 LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA Il personale complessivo dell’Azienda Policlinico è di circa 2.550 persone, tra personale di ruolo e incaricato. Tale organico è sostanzialmente stabile negli ultimi anni. A questi si aggiungono poi numerose altre persone che, a vario titolo, prestano la propria attività in azienda: addetti a servizi esternalizzati, specializzandi e altro personale in formazione, ecc. Per svolgere le proprie attività, il Policlinico ha adottato una struttura organizzativa che si basa sui Dipartimenti ad Attività Integrata (DAI), previsti dal D.Lgs. 517/1999 come il modello ordinario di gestione operativo di tutte le attività delle AOU. All’interno dei DAI, le attività sono poi ulteriormente organizzate all’interno di strutture complesse e semplici (in totale circa 120 strutture). La Tabella 5 riporta, per ciascun dipartimento clinico, le strutture complesse ad essi afferenti (per ragioni di spazio, non riporta invece le strutture semplici). Tabella 5: La struttura organizzativa dell’AOU al 10.06.2005, attività cliniche Dipartimenti Medicina interna Strutture complesse Medicina interna Medicina geriatria Terapia subintensiva metabolica e dialitica Clinica medica e farmacologia clinica Clinica medica Nefrologia e dialisi Endocrinologia Farmacologia clinica Chirurgia generale Chirurgia generale Chirurgia generale a prevalente indirizzo endocrino Chirurgia dell’apparato dirigente Chirurgia oncologica Scienze chirurgiche Chirurgia generale e mininvasiva Chirurgia d’urgenza e dei trapianti d’organo Urologia Metodologia chirurgica Chirurgia specialistica Chirurgia plastica Otorinolaringoiatria Oftalmologia Odontoiatria e odontostomatologia Diagnostica per immagini e radioterapia Radiodiagnostica Radiodiagnostica specialistica Radioterapia oncologia Medicina nucleare Anestesia, rianimazione ed emergenze Anestesia e terapia sub e post-intensiva medico-chirurgiche Anestesia e rianimazione Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza con osservazione breve 28 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Dipartimenti Medicina sociale Strutture complesse Medicina del lavoro Dermatologia Medicina legale e delle assicurazioni Igiene, epidemiologia, medicina Epidemiologia preventiva e sanità pubblica Igiene ospedaliera Diagnostica di laboratorio Patologia clinica Micologia e microbatteriologia Biochimica clinica Virologia Microbiologia Pediatria medica e chirurgica Chirurgia pediatrica Pediatria Clinica pediatrica Neuropsichiatria pediatrica Patologia neonatale e UTIN Ginecologia, ostetricia, fisiopatologia della Ginecologia e ostetricia riproduzione umana e neonatologia Neonatologia Scienze neurologiche Clinica neurologica Neuropatologia Clinica neurologica Psichiatria Scienze cardiovascolari e toraciche Chirurgia vascolare Chirurgia toracica Cardiologia e riabilitazione cardiologia Emodinamica e cardiologia interventistica UTIC Cardiochirurgia (richiesta alla Regione per l’attivazione assistenziale) Pneumologia Oncologia e medica e medicina Oncologia medica e diagnostica patologica ultrastrutturale specialistica Malattie infettive Allergologia e immunologia clinica Anatomia patologica Anatomia e istologia patologica 2.2.2 I RISULTATI ECONOMICI Nel 2004 il valore della produzione è stato pari a 146,5 milioni di euro; la perdita di esercizio è stata pari a 31,2 milioni di euro. Tale perdita è però almeno in parte da riferirsi a esercizi precedenti. L’analisi della gestione caratteristica per l’esercizio 2004 mostra un risultato negativo di circa sette milioni di euro. Si tratta di una situazione economica difficile, che richiede azioni rapide e incisive capaci di recuperare risorse e rivedere il case-mix dei servizi attraverso il miglioramento delle condizioni di efficienza e la graduale sostituzione di prestazioni a bassa complessità, potenzialmente inappropriate per un Policlinico universitario, con prestazioni più complesse. 29 PIANO STRATEGICO AZIENDALE A tale proposito, è utile ricordare che l’attuale sistema di finanziamento del SSR (ribadito dall’assegnazione della quota di Fondo sanitario regionale – FSR – di parte corrente relativa all’anno 2004 e deliberata dall’Assessorato regionale il 22.12.2004) prevede contributi in conto esercizio determinati dalla Regione e suddivisi in: 1. quota ospedaliera (fatturato con decrementi); 2. prestazioni ambulatoriali (file C); 3. somministrazione farmaci (file F); 4. compensazioni prestazioni (file Z); 5. incentivazione attività trasfusionale; 6. ex art. 2 punto 5 del DM 14.12.1994. In particolare, la voce principale (pari al 59% del totale della quota di FSR di parte corrente) è quella relativa alla «quota ospedaliera (fatturato con decrementi)», che si riferisce al budget per le prestazioni di ricovero annualmente assegnato dalla Regione alle singole strutture di ricovero. Il Policlinico di Messina, così come le altre strutture, ricevono i rimborsi pieni per le prestazioni di ricovero, fino al raggiungimento del «tetto» (o budget) ad esso assegnato. I rimborsi delle prestazioni erogate oltre tale tetto subiscono decurtazioni crescenti: per le prestazioni che oltrepassano il budget fino al 20%, i rimborsi riconosciuti sono pari al 90% delle tariffe piene; oltre il 20%, il rimborso riconosciuto è pari soltanto al 10% della tariffa piena. Ciò significa che l’aumento della produzione relativa a tali prestazioni comporta un aumento dei costi compensato solo parzialmente dall’aumento nei trasferimenti da parte della Regione. La seconda voce per importanza è quella « ex art. 2 punto 5 del DM 14.12.1994» (pari al 32% del totale della quota di FSR di parte corrente), riconducibile a due principali determinanti: - i trasferimenti con i quali la Regione «premia» i DRG con peso maggiore di 3, ritenendo in tal modo di contrastare la mobilità passiva dei residenti; - il riconoscimento della rilevanza nazionale dell’azienda e quindi il finanziamento per alcuni servizi particolarmente onerosi che sono disponibili in tali strutture. Le finalità istituzionali del Policlinico rendono l’azione dell’Azienda parzialmente autonoma rispetto ai sistemi di finanziamento. La sua missione riguarda infatti la risposta ai bisogni di salute, insieme alle necessità della didattica e della ricerca. D’altro canto, è evidente che i sistemi di finanziamento costituiscono allo stesso tempo un vincolo e un sistema di orientamento e di pressione del quale l’AOU deve necessariamente tener conto, pena la non sostenibilità economica nel medio-lungo termine. A tale proposito, particolarmente incisivi risultano, da una parte, gli strumenti del «tetto» e della decurtazione dei rimborsi per le prestazioni che vadano oltre tale tetto, dall’altra, il «premio» per l’erogazione di prestazioni ad alto assorbimento di risorse (DRG con peso maggiore di 3). 30 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Infine, è importante notare che alcuni dettagli delle regole di finanziamento in vigore nella Regione, creino incentivi negativi per l’attività della AOU e i flussi di cassa della Regione. Ad esempio, i pazienti provenienti da altre regioni, quota significativa in Sicilia soprattutto per questo Policlinico che è il secondo in Italia per mobilità attiva (cfr. § 2.3 “Governare la mobilità”), sono inclusi nel calcolo del tetto assegnato a questa struttura. Un cambiamento di tali regole di finanziamento aumenterebbe per il Policlinico i ricavi potenziali e le economia di scala ottenibili. 2.3 La questione della «mobilità» La mobilità ospedaliera extra-regionale, cioè il ricorso da parte dei cittadini all’assistenza presso strutture sanitarie di regioni diverse da quella di residenza, è un fenomeno in aumento e che può indurre disagi per i pazienti ed un utilizzo inappropriato delle risorse economiche pubbliche. Per questo, diversi elementi del contesto istituzionale spingono verso l’attuazione di politiche per affrontare il tema della mobilità. Il PSR 2000-02 dichiara che «uno degli obiettivi che s’intende perseguire riguarda il contenimento della spesa per prestazioni sanitarie erogate a cittadini rese in strutture extra-regione». Pur garantendo la libertà di scelta del luogo di cura da parte dei pazienti, valore fondante del SSN, è possibile intraprendere azioni che consentano di gestire il fenomeno (cfr. § 3.4), partendo da un’analisi dei dati sulla situazione attuale. Secondo l’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (ASSR)1, la Regione Sicilia è quella che ha avuto la seconda mobilità passiva più alta in valore assoluto (155.712 ricoveri ordinari di residenti in Sicilia in strutture di altre regioni durante il triennio 2000-2002). La mobilità passiva è, quindi, un fenomeno che interessa tutta la Regione. A causa della sua vicinanza con la Calabria, l’area geografica in cui si trova l’AOU «G .Martino» è, inoltre, più esposta delle altre aree della regione ad una tipologia di mobilità sanitaria «di confine». Si parla di mobilità di confine passiva, quando i residenti in Sicilia trovano più comodo attraversare lo stretto e rivolgersi ad ospedali in Calabria piuttosto che ad ospedali che offrono le stesse prestazioni nei confini della propria regione ma sono geograficamente più lontani dal luogo di residenza. Si parla di mobilità di confine attiva, invece, quando cittadini residenti in Calabria scelgono di farsi curare da strutture sanitarie siciliane. Una quota di mobilità costituita da prestazioni erogate in strutture di regioni diverse da quella di residenza è fisiologica e inevitabile. Si tratta dei ricoveri effettuati perché il paziente si trovava fuori Regione nel momento in cui ha avuto bisogno di assistenza sanitaria, oppure di ricoveri per quelle prestazioni che si è scelto (esplicitamente o implicitamente) di non erogare in 1 Dati pubblicati sulla rivista Monitor (n. 10, ottobre 2004), www.assr.it. 31 PIANO STRATEGICO AZIENDALE tutte le regioni perché molto rare o complesse. Una quota significativa di ricoveri, però, può essere evitata e si riferisce a prestazioni ospedaliere di livello ordinario cui i pazienti scelgono di sottoporsi in ospedali di altre regioni perché vi ripongono maggiore fiducia. Qui di seguito sono analizzati i dati2 relativi alle prestazioni di ricovero effettuate a cittadini residenti nella provincia di Messina presso strutture di regioni diverse dalla Regione Sicilia3. Per quanto riguarda la mobilità passiva per i ricoveri ordinari, l’8% dei pazienti residenti in provincia di Messina ha fatto ricorso a strutture sanitarie di altre regioni nel 2003. Le Classi di Diagnosi Maggiori (CDM) per le quali si riscontra un’alta percentuale di cittadini assistiti fuori Regione sono la CDM 2 – Malattie dell’occhio (718 pazienti, il 20% degli abitanti in provincia di Messina ricoverati per questa categoria di diagnosi nel 2003) e la CDM 17 – Malattie e disturbi mieloproliferative e neoplasie (704 pazienti, pari al 12% del totale). La CDM per la quale la Regione Siciliana paga l’importo assoluto più alto alle altre regioni è la CDM 8 - Malattie e disturbi del sistema nervoso. La cifra pagata per le prestazioni erogate in altre regioni per prestazioni in questa CDM ad abitanti della provincia di Messina è stata di 5.635.890 euro nel 2003. Per le prestazioni nella CDM 5 – Malattie e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio, l’importo per i ricoveri fuori Regione è stato 5.579.560 euro. Nella Tabella 5 invece, sono riportati i primi dieci ROD4 in base al valore assoluto della spesa sostenuta dalla Regione Sicilia per i ricoveri fuori regione di residenti nella provincia di Messina. Le principali regioni di destinazione dei pazienti sono: la Lombardia (cui si sono rivolte 2.899 persone, pari al 31% dei pazienti messinesi che sono stati ricoverati fuori Regione durante il 2003), la Calabria (il 12%), il Veneto, il Lazio e l’Emilia-Romagna (ciascuna con circa il 10% dei ricoveri extra-regionali totali). La percentuale di pazienti che si rivolge a strutture calabresi scende a circa il 5%5 se si considera la mobilità passiva di tutti i siciliani e non solo dei messinesi. Questo dato indica che, al contrario della mobilità verso altre regioni, sono prevalentemente residenti a Messina ad essere ricoverati in Calabria e che gran parte della mobilità passiva verso la Calabria è, quindi, mobilità «di confine». 2 Dove non diversamente specificato, la fonte dei dati che sono qui sintetizzati e commentati è il rapporto sulla «Casistica ospedaliera 2003» riguardante i ricoveri ordinari ed in day hospital redatto per questa azienda dai consulenti della PriceWaterhouseCoopers (Versione 1.0 del 16 febbraio 2005) che utilizza i dati regionali delle schede di dimissione ospedaliera dell’anno 2003. 3 Per l’analisi svolta, la mobilità è costituita solo dalle prestazioni erogate in altre regioni e non sono, quindi, considerate mobilità le prestazioni erogate da altre aziende pubbliche o private che fanno parte del sistema degli erogatori della Regione Sicilia. 4 ROD (Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi) è la traduzione in italiano del più noto termine inglese DRG (Diagnosis Related Groups) sistema di classificazione delle diagnosi utilizzato dai tariffari regionali per rimborsare le prestazioni di ricovero alle aziende. 5 Secondo i dati ASSR il dato medio tra il 2000 e il 2002 è stato il 4,8% se riferito a tutti i residenti in Sicilia. 32 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Tabella 5 – I primi 10 ROD per importo assoluto della spesa sostenuta dalla Regione Sicilia per i ricoveri fuori Regione di cittadini della provincia di Messina nel 2003. ROD Descrizione Importo in euro 209 Interventi su articolazioni maggiori e reimpianti di arti inferiori 1.565.000 112 Interventi sul sistema cardiovascolare per via per cutanea 1.039.000 104 Interventi sulle valvole cardiache con cateterismo cardiaco 873.000 1 Craniotomia età > 17 eccetto per traumatismo 741.000 483 Tracheotomia eccetto per disturbi orali, laringei o faringei 736.000 75 Interventi maggiori sul torace 710.000 481 Trapianto di midollo osseo 683.000 410 Chemioterapia non associata a diagnosi secondaria di leucemia acuta 654.000 480 Trapianto di fegato 644.000 12 Malattie degenerative del sistema nervoso 614.000 Per quanto riguarda la mobilità attiva per i ricoveri ordinari, il Policlinico è in grado di attrarre una significativa quota di pazienti dalle altre regioni italiane. Il 9% (2.140 ricoveri) dei casi assistiti dal Policlinico nel 2003 è costituito da prestazioni erogate a residenti di altre regioni. L’85% di questi ricoveri (1.816 casi) è stato erogato a pazienti residenti in Calabria. Il fenomeno della mobilità «di confine» è, quindi, presente anche quando si parla di mobilità attiva, cioè di residenti di altre regioni ricoverati in Sicilia. Le classi di diagnosi che hanno maggiormente attratto cittadini Calabresi sono la 1 - Malattie e disturbi del sistema nervoso, la 10 – Malattie e disturbi endocrini, nutrizionali e metabolici e la 5 – Malattie e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio. In totale, il 14% di tutte le prestazioni di ricovero erogate in Sicilia a non-residenti, è stato erogato dall’AOU «G.Martino» (che ospita circa il 6% del totale dei posti letto della Regione) ed il 40% di tutte le prestazioni è stato erogato in provincia di Messina. In base ad i dati sui ricoveri ordinari, nel 2003 i messinesi ricoverati in altre regioni sono stati 9.230 mentre i residenti di altre regioni ricoverati in provincia di Messina sono stati 6.112. Le considerazioni sul saldo tra mobilità attiva e passiva devono tenere presente che, se è vero che dal punto di vista economico-finanziario i costi e i ricavi delle due mobilità si compensano in parte, è anche vero che dal punto di vista dei disagi sofferti dai pazienti non si può assumere la stessa logica di compensazione tra mobilità attiva e passiva. Per quanto riguarda la mobilità passiva per i ricoveri in day hospital, il 4% dei pazienti residenti in provincia di Messina ha fatto ricorso a strutture sanitarie di altre regioni nel 2003. Questa percentuale è la metà di quella rilevata per i ricoveri ordinari perché i pazienti percepiscono una minore complessità delle prestazioni erogate in day hospital e sono quindi meno disposti ad affrontare un viaggio per usufruirne. Gran parte della mobilità passiva per i ricoveri diurni è 33 PIANO STRATEGICO AZIENDALE costituita, quindi, da mobilità di confine, da mobilità fisiologica (così come definita all’inizio del paragrafo) oppure da ricoveri diurni collegati ad un ricovero ordinario erogato fuori Regione. La CDM per la quale si riscontra un’alta percentuale di cittadini assistiti fuori Regione in regime di day hospital è la CDM 17 – Malattie e disturbi mieloproliferative e neoplasie (475 ricoveri diurni, pari al 15% del totale) e, all’interno di questa classe, il ROD 410 – Chemioterapia non associata a diagnosi secondaria di leucemia è quello più frequente. Per questa stessa CDM è alto anche il valore della mobilità passiva per ricoveri ordinari, e i due valori sono correlati trattandosi di ricoveri diurni che possono essere successivi ad un ricovero ordinario e molti pazienti possono, quindi, scegliere di affrontare le difficoltà di recarsi fuori regione per essere seguiti dagli stessi professionisti che li avevano presi in cura durante la degenza ordinaria. Per quanto riguarda la mobilità attiva per i ricoveri in day hospital, il 13% dei casi assistiti dal Policlinico nel 2003 (2.509 ricoveri diurni) è costituito da prestazioni erogate a residenti di altre regioni. Quindi, in proporzione al numero dei ricoveri, la capacità del Policlinico di attrarre pazienti da altre regioni è maggiore per i ricoveri diurni rispetto ai ricoveri ordinari (9% del totale). Il 94% dei ricoveri diurni erogati dal Policlinico a cittadini non residenti in Sicilia è stato erogato a pazienti calabresi. La mobilità di confine è, sul totale della mobilità, una quota molto maggiore nel caso dei ricoveri in day hospital rispetto ai ricoveri ordinari. 34 3. POLITICHE D’INTERVENTO E ORIENTAMENTI PER L’AZIONE ___________________________ 3.1 Migliorare l’appropriatezza delle prestazioni 3.1.1 L’appropriatezza del ricovero ospedaliero e la sua valutazione 3.1.2 La normativa 3.1.3 I dati di appropriatezza dell’AOU 3.1.4 Azioni per il miglioramento 3.2 Sviluppare le logiche del governo clinico 3.3 Promuovere l’integrazione con le attività territoriali e con la medicina generale 3.4 Governare la mobilità 3.5 Sviluppare la rete dell’emergenza-urgenza e la terapia intensiva 3.5.1 La terapia intensiva pediatrica 3.5.2 Progetto di laboratorio unificato del DAI di anestesia, rianimazione ed emergenze medico-chirurgiche 3.6 Presidiare la formazione e lo sviluppo professionale 3.7 Rafforzare le logiche dipartimentali 3.8 Procedere alla reingegnerizzazione dei processi di supporto 3.9 Valorizzare i centri di riferimento regionale 3.9.1. Le cefalee 3.9.2. La reumatologia 3.9.3. Gli impianti cocleari 3.9.4. La fibrosi cistica 3.10 Altre linee d’intervento 3.10.1 Progetto REGEM – Rete genetica Messina 3.10.2 Day hospital di oncoematologia pediatrica 3.10.3 Fondazione Saverio D’Aquino 3.10.4 Acquisto di prestazioni in regime di libera professione aziendale 3.10.5 Ambulatorio ortodontico 3.10.5 Dietologia e dietetica ___________________________ 3.1 Migliorare l’appropriatezza delle prestazioni L’evoluzione della scienza, dell’economia, dell’epidemiologia e della tecnologia ha determinato una continua e importante metamorfosi del sistema sanitario italiano ed europeo nell’ultimo ventennio: l’incremento quali-quantitativo dell’offerta di servizi e prestazioni erogabili PIANO STRATEGICO AZIENDALE dal SSN si è scontrato con un’esponenziale crescita della domanda di assistenza sanitaria generata dall’innalzamento della vita media, dal correlato aumento delle patologie croniche degenerative e delle disabilità, e dall’incremento delle informazioni disponibili all’utenza. Tali condizioni hanno causato un’enorme crescita della spesa sanitaria (v. spesa farmaceutica nella regione Sicilia), a fronte di risorse finanziarie evidentemente limitate, rendendo necessaria l’adozione di nuovi modelli di offerta per operare processi di contenimento e razionalizzazione della spesa, prevedendo interventi quali: - produzione di servizi di assistenza sanitaria più efficienti soddisfacendo, a parità di risorse consumate, una quantità superiore di bisogni della popolazione; - controllo dell’impegno finanziario pubblico contenendo il numero di servizi offerto dal sistema sanitario mediante la definizione esplicita di priorità; - analisi dell’appropriatezza nell’utilizzo delle prestazioni e individuazione di eventuali correttivi e di progetti alternativi all’ospedalizzazione. D’altro canto se è complesso definire con parametri oggettivi il concetto di salute e misurare gli esiti dei processi di cura, stante la scarsa standardizzazione delle procedure, è parimenti difficile individuare quali prestazioni siano realmente efficaci ed appropriate per un determinato paziente. È evidente, quindi, che in un contesto di ristrutturazione e razionalizzazione dell’offerta sanitaria, è necessaria un’attenta valutazione, che coniughi evidenze scientifiche e necessità economiche, al fine di non colpire indiscriminatamente anche le prestazioni utili e significative. 3.1.1. L’APPROPRIATEZZA DEL RICOVERO OSPEDALIERO E LA SUA VALUTAZIONE L’appropriatezza di una prestazione sanitaria si riferisce al suo grado di utilità rispetto al problema di salute, misurato in relazione alle conoscenze scientifiche e alle potenzialità tecnicoorganizzative del momento. Possiamo definire due tipi di appropriatezza: 1) specifica, che stabilisce la convenienza dell’erogazione diagnostica o terapeutica, in rapporto ai benefici e rischi che questa determina; 2) generica, che valuta il livello assistenziale nel quale un determinato caso clinico viene affrontato. Considerando l’ambito dell’appropriatezza generica, indichiamo come «inappropriato» da un punto di vista organizzativo quel ricovero ospedaliero effettuato per problemi clinici che si 36 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” potrebbe affrontare, con pari efficacia, minore rischio di iatrogenesi e maggiore economicità nell’impegno delle risorse, ad un livello di assistenza meno intensivo. Il sistema di remunerazione prospettico in vigore in Italia (i DRG), oltre a promuovere l’efficienza operativa e l’equità distributiva, genera incentivi tali da determinare, in assenza di un efficace sistema di controllo, l’aumento dei ricoveri non necessari e il trasferimento di prestazioni verso i livelli assistenziali più intensivi. Infatti, a partire dal 1995 l’incremento dei ricoveri si è tradotto in un aumento dei tassi di ospedalizzazione per acuti pari al 10% nel periodo 1994-97, mentre l’unico decremento è stato riscontrato in Friuli-Venezia Giulia, la prima Regione che ha sistematicamente associato il rimborso alla verifica di appropriatezza generica del ricovero. Di contro la disponibilità di nuove tecnologie e conoscenze mediche, consente oggi il trasferimento di molte prestazioni in regime diurno (day-hospital o DH, day-surgery o DS), o talvolta anche in regime ambulatoriale. L’appropriatezza generica può essere valutata mediante: - dati clinici: l’analisi delle cartelle cliniche da parte di uno o più medici per valutare la congruità dell’assistenza nei reparti per acuti risale agli anni ’70, facendo ricorso a criteri impliciti non strutturati e mediante l’espressione di giudizi soggettivi sulla necessità del ricovero. In seguito sono stati approntati metodi basati su criteri espliciti riferiti alle condizioni cliniche dei pazienti, fra i quali il più utilizzato è il PRUO, Protocollo di revisione dell’uso dell’ospedale, che classifica come appropriate o meno le giornate di degenza e di ammissione analizzando una serie di requisiti clinici, diagnosi indipendenti, e consente di individuare i motivi alla base dell’eventuale errata scelta assistenziale; - dati amministrativi: un'altra fonte di dati è quella delle schede di dimissione ospedaliera, le quali, pur se condizionate dalla possibile incompletezza e/o distorsione dei dati inseriti e dalla mancanza d’informazioni di contesto, talvolta determinanti per motivare il prolungamento della degenza, quali lo status sociale del paziente, presenta i vantaggi della pronta disponibilità dei dati di processo e di esito del ricovero. Questa valutazione non prevede il giudizio sul singolo ricovero, bensì lo studio di un gruppo di ricoveri (o di un intero archivio). Il sistema di riferimento per questa analisi è l’APR-DRG, che opera un’individuazione progressiva di ricoveri a bassa complessità assistenziale che, a motivo di ciò, sono potenzialmente effettuabili in DH. La Regione Sicilia utilizza entrambi i metodi per valutare l’operato del SSR. 37 PIANO STRATEGICO AZIENDALE 3.1.2. LA NORMATIVA Già il Dlgs. 229/1999 contiene riferimenti all’appropriatezza come condizione necessaria dei livelli di assistenza erogati a carico del SSN, ma è principalmente durante l’Accordo Stato Regioni 22/11/2001 che viene sancito il principio secondo cui «le Regioni disciplinano i criteri e le modalità per contenere il ricorso e l’erogazione di prestazioni che non soddisfano il principio di appropriatezza organizzativa e di economicità nell’utilizzo delle risorse», e successivamente con il DPCM del 29/11/2001 vengono identificati i 43 DRG «ad altro rischio di inappropriatezza» se erogati in regime ordinario, per i quali le Regioni dovranno indicare un valore percentuale/soglia di ammissibilità (Tabella 6). Tabella 6: I 43 DRG «LEA» a rischio d’inappropriatezza organizzativa Cod. Descrizione Cod. Descrizione 6 Decompressione tunnel carpale 222 interventi su ginocchio senza cc 19 mal. nervi cranici e periferici 232 artroscopia 25 convulsioni e cefalea 243 affezioni mediche del dorso 39 interventi sul cristallino con o senza vitrectomia 262 Biopsia mammella e esciss. locale non per neopl. 40 int. strutture extraoculari ecc. orbita >17 267 int. perianali e pilonidali 41 int. strutture extraoculari ecc. orbita <18 270 altri inter. Su pelle, sottcute e mammella senza cc 42 int. strutture intraoculari ecc.retina, iride e 276 patologie non maligne della mammella 55 miscellanea di interv. Orecchio, naso e gola 281 traumi pelle, sottocute e della mamm. >17 senza cc 65 alterazioni dell'equilibrio 282 traumi pelle, sottocute e della mammella <18 119 legatura e stripping di vene 283 mal. minori della pelle con cc 131 mal. vascolari periferiche senza cc 284 mal. minori della pelle senza cc 133 aterosclerosi senza cc 294 Diabete>35 134 ipertensione 301 mal. endocrine senza cc 142 sincope e collasso senza cc 324 calcolosi urinaria senza cc 158 int. ano e stoma senza cc 326 segni e sint. app. urinario >17 senza cc 160 int.. ernia, eccetto inguinale e fem. >17 senza cc 364 dilataz., raschiam. e conizzaz. non per neo. maligne 162 int. ernia inguinale e fem. >17 senza cc 395 anomalie globuli rossi 163 interventi per ernia <18 426 Nevrosi depressive 183 esofagite, g.enterite e pat. Digerente >17 senza cc 427 nevrosi eccetto nevrosi depressive 184 esofagite, g.enterite e pat. Digerente <18 429 disturbi organici e ritardo mentale 187 estrazioni e riparazioni dentali 467 altri fattori influenzanti stato di salute 208 mal. vie biliari senza cc Tali disposizioni sono state recepite dalla regione Sicilia con i seguenti provvedimenti: - decreto 27/06/2002 «Disposizioni relative all’erogazione di alcune prestazioni in attuazione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria»; - nota Assessorale del 08/08/2004 con oggetto «Verifica dei Direttori Generali finalizzata all’incentivo economico. Anno 2004» che introduce l’obiettivo dell’appropriatezza dei ricoveri (area attività ospedaliera) (Tabella 7); 38 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” LR 15/2004, art. 1 c. 8: «al fine di assicurare l’appropriatezza delle prestazioni […] viene - determinata […] la percentuale di decurtazione da applicare alla remunerazione dei DRG ad elevato rischio di inappropriatezza, ferma restando la non remunerabilità delle prestazioni inappropriate». Tabella 7: Obiettivi, indicatori, risultati attesi per la verifica dei direttori generali delle aziende del SSR della Regione Siciliana Area Obiettivo Sottobiettivo Attività ospedaliera Andamento del numero di ricoveri (riferimento attività 2° semestre 2004) Appropriatezza con trasferimento in D.H. dei ricoveri a bassa complessità assistenziale Indicatore 1) Percentuale di appropriatezza della giornata di ammissione nei ricoveri ordinari relativi ai 43 DRG secondo metodologia RS-PVA Tendenza attesa 80% 2) Numero ricoveri in D.H. dei 43 DRG 47,5% /N. totale ricoveri effettuati per i 43 DRG «a rischio» 3) Numero totale ricoveri ordinari <2,5% (2003) È di tutta evidenza che l’indicatore 1) della Tabella 7 si basa su criteri di appropriatezza estrapolati da dati clinici (metodo RS-PVA; Box 1), mentre l’indicatore 2) riconosce la propria fonte in quelli amministrativi (SDO). Box 1 – Protocollo per la valutazione dell’appropriatezza (PVA) Il PVA è uno strumento utile a valutare l’appropriatezza dell’ammissione al ricovero e di ogni singola giornata di ricovero. Utilizza la documentazione presente nella cartella clinica e una serie di criteri espliciti (e quindi oggettivi) diagnosi-indipendenti. Il PVA definisce inappropriata una prestazione non perché inutile o errata ma perché potrebbe essere erogata, con maggiore efficienza del sistema, ad un altro livello assistenziale o con altri tempi. Qualora il ricovero esaminato venga classificato inappropriato il rilevatore identifica i motivi di tale giudizio utilizzando una apposita lista di motivi. La Regione Sicilia ha approvato il 06/10/03 la versione esecutiva del programma regionale «RS-PVA Regione Siciliana Protocollo di valutazione dell’appropriatezza dell’uso dell’ospedale», utilizzando l’esperienza e la professionalità dei 150 valutatori preventivamente formati. Il programma ha avuto due obiettivi: - diffondere l’utilizzo del PVA come strumento di valutazione delle prestazioni ospedaliere a supporto della programmazione regionale e come strumento di autovalutazione delle aziende ospedaliere; - determinare le soglie di appropriatezza dei 43 DRG riportati nell’allegato 2C del DPCM 29 novembre 2001. La Regione ha calcolato i valori attesi degli indicatori in base alle valutazioni fatte sui risultati dello studio RS-PVA, condotto nel 2003 sui ricoveri delle strutture ospedaliere siciliane, mediante l’analisi dei 43 DRG ad alto rischio di inappropriatezza se effettuati in regime ordinario, 39 PIANO STRATEGICO AZIENDALE distinguendo i ricoveri in: a) totalmente appropriati; b) parzialmente appropriati con un a sola giornata di ricovero appropriata; c) totalmente inappropriati. Per ciascun’azienda il valore atteso è stato definito per il complesso dei 43 DRG ed è stato calcolato con riferimento alla propria casistica, utilizzando come standard i valori DRG specifici regionali. La scelta di utilizzare un parametro fissato sul totale dei DRG consente alle aziende di raggiungere l’obiettivo incidendo in modo diversificato all’interno della propria organizzazione. 3.1.3. I DATI DI APPROPRIATEZZA DELL’AOU Rilevazione mediante dati clinici. Il programma regionale «RS-PVA Regione Siciliana – Protocollo di Valutazione dell’Appropriatezza d’uso dell’Ospedale 2004-05» ha preso in esame l’attività di ricovero in regime ordinario nel primo semestre 2004 effettuata dalle strutture di ricovero per acuti, pubbliche e private, mediante un sistema di campionamento, relativamente a tutti i DRG prodotti. La Figura 5 riporta il valore percentuale medio di appropriatezza della giornata di ammissione in ambito regionale, ottenuta pesando le percentuali rilevate per tutte le aziende. Figura 5: Percentuale di appropriatezza della giornata di ammissione negli istituti di ricovero pubblici e privati della Regione Siciliana 100% 69,8% 80% 60% 40% 20% 0% La Figura 6 rappresenta invece il risultato scaturito dall’analisi delle 373 cartelle cliniche relative ai ricoveri dell’AOU di Messina, dimostrando una percentuale di appropriatezza marcatamente superiore della media regionale. I valori raggiunti possono certamente essere indicati come standard di riferimento per tutte le strutture di ricovero per acuti delle Regione Siciliana. 40 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Figura 6: Valori dell’AOU «G. Martino» Appropriatezza dell'Ammissione 91% 100% 80% 60% 40% 9% 20% 0% Appropriate Inappropriate Per quanto riguarda invece i ricoveri non appropriati, il motivo H1 – Esecuzione esami diagnostici (57%) è risultato il più rappresentato, significando che durante la giornata di ammissione l’unica prestazione rilevabile dalla cartella clinica è l’esecuzione di accertamenti diagnostici, che non richiedevano il ricorso ad una struttura per acuti in quanto effettuabili in altro regime assistenziale. Un’ulteriore disamina dei dati differenzia le diverse prestazioni diagnostiche riscontrate nei ricoveri inappropriati (Figura 7), evidenziando il motivo H1a – esami di laboratorio come il più rappresentato (35%). È evidente che i punti critici rilevati, pur se numericamente limitati, devono costituire una base di riflessione e di ricerca delle soluzioni miranti ad abbattere ulteriormente le quote d’inappropriatezza emerse da questa valutazione. 41 PIANO STRATEGICO AZIENDALE Figura 7: Motivi d’inappropriatezza H1 legati all’esecuzione di esami diagnostici 1% 3% 6% 3% 6% 1% 35% 13% 19% 9% 0% 4% - a) esami di laboratorio - b) ECG - c) EEG - d) anatomia patologica - e) ecografia - f) Rx tradizionale - g) RMN - h) TAC - i) Rx invasiva - j) medicina nucleare - k) endoscopia - l) altro Rilevazione mediante dati amministrativi. La Tabella 8 riporta il numero dei ricoveri in DH dei 43 DRG, confrontato col totale dei ricoveri effettuati per i 43 DRG a rischio nel 2004 confrontati con i valori regionali, DRG specifici, della percentuale attesa e con i corrispondenti valori ricavati dall’attività del 2003. La comparazione dei dati configura un quadro eterogeneo e complesso, che nel suo insieme comunque dimostra una tendenza positiva dell’AOU verso l’appropriatezza delle prestazioni. Infatti il confronto 2003-2004 evidenzia un incremento dell’attività di ricovero effettuata in regime diurno rispetto a quello ordinario che coinvolge la maggioranza delle prestazioni correlate ai DRG potenzialmente inappropriate; particolarmente significativi gl’incrementi delle prestazioni in regime diurno relativi ai DRG 6 (decompressione del tunnel carpale) e 84 (estrazioni e riparazioni dentali grazie alla attivazione di posti letto in DH, e 134 (ipertensione) e 364 (dilatazione, raschiamento, conizzazione non per neoplasie maligne) determinati da un processo di sensibilizzazione maturato nelle rispettive aree di competenza. Naturalmente il confronto con gli standard regionali fotografa alcune aree a tutt’oggi ancora critiche, che necessitano di una specifica attenzione al fine di ottimizzare le modalità di erogazione dell’assistenza (oculistica, specifici settori di medicina e chirurgia). 42 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Tabella 8: Valori regionali, DRG specifici, della percentuale attesa di ricoveri DH/tot; 2004 DRG Denominazione Indici Regione % DH/tot Scosta_ mento Aou/Reg. Scosta_ mento 2003/04 6 decompressione tunnel carpale 59 87,3 28,3 23,7 19 malattie nervi cranici e periferici 64 65,4 1,4 6,7 25 convulsioni e cefalea 73 73,2 0,2 3,6 39 interventi sul cristallino con o senza vitrectomia 43 21,1 -21,9 3,0 40 int. strutture extraoculari ecc. orbita >17 76 54,7 -21,3 18,6 41 int. strutture extraoculari ecc. orbita <18 53 32,3 -20,7 4,5 42 int. strutture intraoculari ecc. retina, iride e cristallino 51 3,0 -48,0 0,2 55 miscellanea di interv. Orecchio, naso e gola 29 37,1 8,1 8,0 65 alterazioni dell'equilibrio 55 55,7 0,7 2,6 119 legatura e stripping di vene 16 95,0 79,0 -0,1 131 malattie vascolari periferiche senza cc 54 42,5 -11,5 2,5 133 aterosclerosi senza cc 65 29,0 -36,0 1,3 134 ipertensione 61 61,5 0,5 18,9 142 sincope e collasso senza cc 27 42,0 15,0 1,3 158 int. ano e stoma senza cc 16 18,9 2,9 2,8 160 int. per ernia, eccetto inguinale e femorale >17 senza cc 4 3,6 -0,4 3,6 162 int. per ernia inguinale e femorale >17 senza cc 15 30,6 15,6 -1,6 163 interventi per ernia <18 6 2,3 -3,7 0,1 183 esofagite, g.enterite e pat. digerente >17 senza cc 61 52,9 -8,1 3,2 184 esofagite, gastroenterite e pat. digerente <18 26 63,4 37,4 0,8 187 estrazioni e riparazioni dentali 81 86,9 5,9 84,1 208 malattie vie biliari senza cc 34 31,9 -2,1 2,4 222 interventi su ginocchio senza cc 5 0,0 -5,0 0,0 232 artroscopia 9 0,0 -9,0 0,0 243 affezioni mediche del dorso 35 41,6 6,6 5,6 262 biopsia mammella e escissione locale non per neoplasia 43 13,6 -29,4 -5,3 267 int. perianali e pilonidali 40 27,6 -12,4 1,5 270 altri interventi su pelle, sottocute e mammella senza cc 84 84,4 0,4 -0,8 276 patologie non maligne della mammella 96 85,8 -10,2 -8,2 281 traumi della pelle, sottocute e mammella >17 senza cc 14 17,4 3,4 -3,4 282 traumi della pelle, sottocute e della mammella <18 7 0,0 -7,0 -11,1 283 mal. minori della pelle con cc 55 25,9 -29,1 9,8 284 mal. minori della pelle senza cc 87 75,5 -11,5 -1,3 294 diabete>35 45 60,8 15,8 3,0 301 mal. endocrine senza cc 91 78,2 -12,8 -2,0 324 calcolosi urinaria senza cc 43 39,3 -3,7 9,4 326 segni e sintomi app. urinario >17 senza cc 61 36,5 -24,5 18,3 364 dilataz., raschiamento e conizzaz. non per neopl. maligne 61 82,4 21,4 23,9 395 anomalie globuli rossi 60 67,6 7,6 1,2 426 nevrosi depressive 50 44,2 -5,8 9,1 427 nevrosi eccetto nevrosi depressive 63 77,1 14,1 -4,8 429 disturbi organici e ritardo mentale 57 74,6 17,6 4,2 467 altri fattori influenzanti stato di salute 80 79,4 -0,6 -5,4 TOTALE 60% 1,7 43 PIANO STRATEGICO AZIENDALE Dai dati delle SDO si ricava l’indicatore regionale 2.1.a.2 relativo all’attività ospedaliera «numero di ricoveri in regime di DH effettuati per i 43 DRG dell’allegato 2C del DPCM 29 Novembre 2001/numero totale di ricoveri effettuati per i 43 DRG dell’allegato 2C del DPCM 29 Novembre 2001*100» che riporta nuovamente valori molto superiori agli standard regionali: Tabella 9: I valori dell'indicatore regionale 2.1.a.2 Valore atteso regionale AOU 2003 AOU 2004 47,5% 58,4% 60% Infine, deve essere considerata inappropriatezza generica o organizzativa anche la cura di un paziente anche in una struttura che ha un livello di specializzazione non adatto alla patologia. Questo problema è centrale in un’AOU, anche se più difficilmente quantificabile rispetto agli altri tipi di inappropriatezza. Poiché il fine istituzionale del Policlinico prevede la contemporanea presenza di ricerca, didattica e assistenza, esso eroga cure ad un costo potenzialmente maggiore per il SSR rispetto ad un’azienda ospedaliera dedicata solo all’assistenza. La presenza della ricerca e della didattica, d’altra parte, fornisce l’opportunità di disporre di una quantità e qualità di conoscenza scientifica difficilmente disponibile in altre tipologie di aziende. Per questo motivo, è inappropriato erogare nel Policlinico assistenza per patologie che possono essere curate con modalità consolidate e diffuse nella pratica medica ad un numero di pazienti maggiore a quello strettamente necessario per l’attività didattica. 3.1.4 AZIONI PER IL MIGLIORAMENTO Le azioni che l’AOU deve mettere in campo per incrementare ulteriormente il proprio livello di appropriatezza nell’erogazione delle prestazioni, focalizzando in particolare i settori che ancora presentano ampi margini di miglioramento, possono essere distinte in dirette e indirette. Le azioni dirette si distinguono in interne ed esterne all’azienda. Tra le prime si citano: - potenziare l’attività ambulatoriale; - potenziare l’attività di ricovero programmato con preospedalizzazione; - osservazione in pronto soccorso dei pazienti «borderline»; - potenziamento del Day- hospital e del Day-surgery; - adozione di protocolli diagnostici terapeutici; - ottimizzazione della programmazione degli interventi chirurgici. 44 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Tra le azioni extraospedaliere si citano: - collaborazione con i medici della medicina di base; - coordinamento con le strutture residenziali per anziani; - coordinamento con i servizi territoriali deputati all’ADI (assistenza domiciliare integrata). Le azioni indirette necessitano di un forte impegno da parte della dirigenza aziendale, insieme al coinvolgimento formativo e operativo di tutto il personale medico e sanitario. A tal fine è opportuno programmare le seguenti azioni: - inserimento di obiettivi collegati ai processi di appropriatezza dei ricoveri nei meccanismi di incentivazione e nei documenti di budget; - formazione e addestramento del personale addetto alla rilevazione secondo il metodo RSPVA (corsi di formazione regionali); - individuazione di un gruppo di lavoro formalizzato che, utilizzando il metodo RS-PVA, operi un monitoraggio continuo sul corretto ricorso al settino assistenziale; - organizzazione incontri formativi e informativi con il personale delle UUOO (diffusione e condivisione dei risultati delle rilevazioni). 3.2 Sviluppare le logiche del governo clinico L'AOU Policlinico, in considerazione della propria complessa attività, promuove la clinical governance, cioè «il contesto organizzativo in cui professionisti e amministratori dei servizi sanitari si rendono responsabili del miglioramento della qualità dell’assistenza e del percorso verso l’eccellenza clinica nel limite delle risorse disponibili» (NHS White Paper 1999). Le politiche per il Governo Clinico (GC), traduzione italiana di Clinical Governance, sono dirette a orientare l'assistenza sanitaria verso interventi a sostegno dell’efficacia e della qualità. La diffusione di politiche di sviluppo del governo clinico nell'AOU ha l'obiettivo di focalizzare l'attenzione di tutto il personale dell'azienda su strumenti clinici di garanzia della qualità, integrando le logiche manageriali e organizzative. «Governance» si riferisce alla creazione di un ordine che è il risultato dell’interazione di una molteplicità di attori che si autogovernano influenzandosi reciprocamente e che non è imposto con l'autorità dall’esterno. Il governo clinico è, quindi, un insieme di politiche e di strumenti generali che, attraverso l’utilizzo di metodologie adeguate, consente la lettura e la valutazione della qualità 45 PIANO STRATEGICO AZIENDALE dei processi assistenziali e della pratica clinica ai fini della promozione e del miglioramento della qualità delle prestazioni erogate. Le indicazioni normative che supportano il governo clinico sono contenute nel D.Lgs. 299/1999 e nel PSN 1998-2000. L'AOU intende seguire queste indicazioni per sviluppare politiche e azioni volte al miglioramento costante della propria assistenza. Gli elementi che caratterizzano il governo clinico sono rappresentati da un lato dall’importanza attribuita alla dimensione prettamente clinica delle attività dei servizi sanitari e, dall’altro dall’esigenza della valutazione della qualità delle attività ovvero dalla capacità di monitoraggio e di conoscenza dei fenomeni. Per la realizzazione del governo clinico è richiesto lo sviluppo di strumenti e di competenze di tipo metodologico che devono integrarsi e supportare l’attività clinica ed assistenziale, orientando sia le singole decisioni degli operatori, sia il funzionamento dell’organizzazione verso un’attenzione sistematica all’erogazione di prestazioni efficaci ed appropriate ed alla valutazione della qualità come parte integrante dell’attività istituzionale. Appurato che l’applicazione nella pratica clinica dei principi di medicina basata sulle evidenze scientifiche (EBM) è elemento imprescindibile, gli strumenti operativi principali per l’esercizio del governo clinico sono: - la valutazione critica della letteratura scientifica; - l’adozione di metodologie adeguate per la definizione di linee guida/protocolli evidence based; - la traduzione delle linee guida in percorsi/profili di cura multidisciplinare; - lo sviluppo di database clinici; - la pianificazione di programmi di valutazione/audit clinico; - l’adozione di modelli di gestione del rischio clinico. In termini pratici, l'obiettivo di un approccio di sviluppo del governo clinico è, essenzialmente, di rendere sistematico in tutti i dipartimenti dell’azienda l’utilizzo di strumenti a garanzia della qualità clinica. Il governo clinico prevede, per ogni aspetto clinico/organizzativo affrontato, un processo/percorso di audit e peer-review che si sviluppa attraverso: - raccolta delle informazioni riguardo l’offerta rispetto a quantità, qualità e modalità di erogazione, le motivazioni dell’offerta e i risultati; 46 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” - analisi delle informazioni che sono state raccolte, attraverso la verifica della quantità e qualità delle prestazioni, l'applicazione di strumenti che permettano il confronto dei risultati, l'elaborazione delle informazioni e la loro presentazione in un formato comprensibile; - definizione di una proposta di cambiamento attraverso un processo che si articola in: o condivisione delle informazioni ottenute dall’interno; o recupero e condivisione di informazioni dall’esterno; o creazione del gruppo di lavoro; o discussione con esperti; o elaborazione condivisa di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA); o implementazione del PDTA; - applicazione nella prassi adottando il percorso condiviso e applicando nella pratica clinica i PDTA elaborati; - misurazione dei risultati ripetendo la fase di raccolta delle informazioni con particolare attenzione a quelle relative all'applicazione del PDTA e l'eventuale ripetizione delle fasi che ne hanno portato alla definizione. 3.3 Promuovere l’integrazione con le attività territoriali e con la medicina generale Il patrimonio medico-scientifico, professionale, didattico e di contenuti maturato all’interno del settore universitario rappresenta una grande opportunità per il miglioramento dei servizi sociosanitari distribuiti sul territorio, in particolare per quelli che richiedono progetti formativi specifici. Questo patrimonio è di fondamentale importanza per un’efficace integrazione dei servizi socio-sanitari, in linea anche con l’impianto organizzativo del SSN che, soprattutto a seguito del D.lgs. 229/1999, rivaluta la centralità del paziente, come logica alternativa a quella della centralità del servizio. L’impianto del SSN prevede infatti che il territorio costituisca il baricentro dell’offerta assistenziale, in misura massima nel caso delle prestazioni integrate socio-sanitarie. Occorre stabilire, quindi, quali sinergie sono possibili tra mondo universitario e territorio, per sviluppare processi formativi basati sull’utilizzo delle nuove tecnologie e di processi in materia di definizione, diffusione e adozione di percorsi diagnostico-terapeutici. 47 PIANO STRATEGICO AZIENDALE In tale visione, i Distretti della ASL e il Policlinico costituiscono strutture di offerta complementari, con un focus sulla complessità assistenziale nei primi e sugl’interventi sanitari complessi nell’AOU. Il buon funzionamento del Distretto valorizza il Policlinico in quanto fornisce risposte alla domanda di salute espressa sul territorio, bloccando i ricoveri impropri e consentendo un uso più appropriato delle risorse. Bisognerà, quindi, analizzare i bisogni di salute del territorio e delineare la mappa dei servizi, per poi valutare la corrispondenza domanda/offerta. In quest’ottica è evidente la necessità di coinvolgere nell’elaborazione di tale programma i diversi soggetti operanti sul territorio: gli Enti Locali, le ASL, il Policlinico, con il supporto del volontariato e dei rappresentanti degli utenti. Inoltre, il programma delle attività territoriali è pensato per ricondurre a unità alcune problematiche del SSN: la prevenzione e promozione della salute, le procedure per l’educazione e l’orientamento della domanda, la continuità assistenziale, l’uso appropriato delle risorse, la cura e la riabilitazione. Nello specifico, l’azienda persegue una sempre maggiore – e migliore – integrazione con l’Ordine dei Medici e Odontoiatri della Provincia di Messina. Tale collaborazione ha già dato luogo nel 2000 a un progetto d’istruzione permanente tra Ordine e Università per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Tale accordo è poi stato allargato, negli anni successivi, ad altre componenti della sanità provinciale, come l’odontoiatria, l’ospedalità pubblica e privata e i medici pubblici del territorio. Il DM 445/2001 ha innovato in modo sostanziale lo svolgimento degli esami di abilitazione all’esercizio della professione medica, prevedendo una significativa collaborazione tra Università e Ordini. Il DM prevede infatti lo svolgimento di un tirocinio clinico di tre mesi, realizzato dopo il conseguimento della laurea, presso Policlinici, Aziende ospedaliere o presso l’ambulatorio di un MMG. Ciò ha dato luogo alla sottoscrizione di una convenzione tra Ordine e Università nel 2004. La convenzione rappresenta solamente l’ultima tappa di un percorso seguito da Ordine e Università in questi ultimi anni e che ha visto la collaborazione di tutte le figure professionali mediche presenti nella provincia, tra le quali in particolare le figure mediche dell’ASL 5. Inoltre, in accordo con le altre aziende che insistono sullo stesso territorio, l’Azienda intende promuovere il sistematico incontro dei Direttori Generali per discutere le problematiche comuni e sviluppare iniziative comuni. Le tipologie di collaborazione possibili che saranno discusse sono diverse e vanno dalla creazione di organizzazioni comuni per la fornitura di servizi, al coordinamento delle attività cliniche anche sui progetti discussi all’interno di questo piano. 48 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” 3.4 Governare la mobilità La mobilità passiva extra-regionale rappresenta un fenomeno che può essere gestito dalla Regione Siciliana e dalla rete di strutture regionali di cui il Policlinico è parte. Il ricorso dei pazienti della Regione Siciliana in strutture di altre Regioni ha diversi fattori determinanti. Una parte dei ricoveri in strutture extra-regionali è dovuta a problemi di salute che si verificano durante permanenze fuori Regione di residenti in Sicilia. Una seconda tipologia di ricoveri può essere considerata «mobilità di confine» e si verifica nei casi in cui una struttura di una Regione limitrofa è geograficamente più vicina all’abitazione di un cittadino rispetto alla struttura della propria Regione in grado di erogare la stessa prestazione. Una terza causa dei ricoveri fuori Regione può essere l’assenza di una struttura regionale in grado di curare una patologia particolarmente rara o che necessità una terapia od operazioni chirurgiche particolarmente complesse. Infine, i pazienti possono decidere di farsi curare in strutture di altre Regioni, perché ripongono in esse maggiore fiducia che nelle strutture regionali e preferiscono affrontare le difficoltà di un viaggio nonostante la disponibilità ad accoglierli di strutture siciliane. Le conseguenze della mobilità extra regionale sulla qualità e appropriatezza delle cure, sulle difficoltà che il paziente affronta e sull’economicità della gestione del Servizio Sanitario Regionale sono significative. Per quanto riguarda la qualità e appropriatezza delle cure, la lontananza geografica tra la struttura sanitaria e l’abitazione del paziente rende più difficile il rapporto continuo con il paziente e più complesso il follow-up dei casi che lo richiedono, inducendo così ricoveri più lunghi del necessario. Tra le difficoltà che affronta il paziente non c’è solo il suo viaggio, affrontato in un stato di salute non ottimale, e di un accompagnatore, ma anche la distanza psicologica da casa e l’impossibilità di avere accanto amici e parenti. Dal punto di vista economico e gestionale, per la compensazione della mobilità alle altre Regioni e per rimborsi ai pazienti delle spese sostenute si utilizzano risorse che potrebbero essere investite nel miglioramento delle strutture siciliane. Per gli investimenti già effettuati, le aziende vedono diminuire il numero di prestazioni attraverso cui recuperare i costi fissi già sostenuti. Infine, la Regione non dispone, verso le strutture extraregionali, degli strumenti di controllo della spesa che può utilizzare verso le strutture regionali. Ad esempio, non può modificare gli incentivi alle aziende attraverso modifiche alle tariffe o limitare la produzione imponendo tetti di spesa. Il governo della mobilità passiva extraregionale è un compito istituzionale dell’amministrazione regionale e il Policlinico non intende sostituirsi ad essa nella gestione di questo fenomeno. D’altra parte, la direzione e i professionisti di quest’azienda sono coscienti che le 49 PIANO STRATEGICO AZIENDALE proprie azioni hanno effetti rilevanti sulla mobilità e che, ricercando attivamente un coordinamento con le istituzioni e le altre strutture sanitarie, possono contribuire con a un miglioramento del fenomeno. Il coordinamento con le istituzioni e le strutture pubbliche e private siciliane permette di evitare la duplicazione degli investimenti in conoscenza e tecnologie e, quindi, di rispondere ad un maggior numero di bisogni di salute che attualmente trovano una risposta in strutture delle altre Regioni. Inoltre, il coordinamento tra le strutture erogatrici permette di creare una rete di assistenza che indirizzi i pazienti verso le strutture regionali di eccellenza e di gestire le fasi di diagnosi e di follow-up nelle diverse strutture sul territorio regionale secondo un progetto unitario e orientato alla continuità delle cure e alla centralità del paziente. Le azioni che il Policlinico intende attuare per svolgere il proprio ruolo nel governo della mobilità sono in parte determinate dalle peculiarità dell’azienda nel sistema delle strutture regionali. In primo luogo, essendo un’AOU, il Policlinico dispone di professionisti altamente specializzati e orientati alla ricerca. Per questo, il Policlinico ha l’opportunità e il dovere di continuare ad aumentare la complessità della propria casistica e quindi di migliorare la capacità di prendere in carico pazienti che oggi si rivolgono a strutture di altre Regioni. Inoltre, la creazione di una rete – non necessariamente formalizzata – che favorisca il coordinamento delle cure con le altre strutture regionali e che aiuti a indirizzare i pazienti verso il centro specializzato regionale, è più facile per il Policlinico perché le persone che vi lavorano si trovano in una posizione privilegiata nel network di relazioni tra i professionisti sanitari. Molti degli operatori delle strutture sanitarie siciliane si sono infatti formati in quest’azienda e possono mantenere relazioni professionali o di reciproca conoscenza con il Policlinico. Inoltre, l’attività di ricerca e di divulgazione dei risultati ottenuti permette ai professionisti del Policlinico di attivare molte più relazioni rispetto ai professionisti che lavorano in strutture non universitarie. Allo scopo di comprendere le necessità dei pazienti e di coordinarsi con le altre strutture erogatrici per progettare le azioni concrete da intraprendere, è necessario attivare meccanismi di ascolto sistematico della popolazione e delle istituzioni. Per l’ascolto della popolazione, il primo passo concreto può essere costituito dalla realizzazione d’incontri in cui i progetti di rinnovamento del Policlinico contenuti in questo piano sono presentati alle associazioni dei pazienti e dei cittadini attive nel territorio regionale. L’ascolto delle istituzioni questo sarà attivato attraverso i rapporti della direzione e attraverso quanto previsto nel paragrafo 3.3. Inoltre, la sistematica valutazione dei dati sulla mobilità ospedaliera permetterà di ottenere indicazioni ulteriori sui risultati raggiunti e sul quadro di interventi mirati da attuare. 50 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Infine, per ridurre la mobilità di quei pazienti che scelgono di rivolgersi a strutture extraregionali nonostante le prestazioni di cui hanno bisogno siano accessibili nel sistema degli erogatori siciliani, è indispensabile intraprendere azioni di valorizzazione e comunicazione delle competenze del Policlinico. Infatti, tra le cause della maggior fiducia dei siciliani in strutture extraregionali c’è anche una scarsa attenzione delle strutture regionali a valorizzare le competenze dei propri professionisti. Alcuni dei pazienti che decidono di affrontare un difficile viaggio per farsi curare in altre Regioni non sempre conoscono i risultati raggiunti dai professionisti nelle strutture siciliane. Da un lato, quindi, è necessario intraprendere azioni che migliorino costantemente la qualità effettiva della prestazioni, dall’altro, il miglioramento continuo della qualità tecnica delle prestazioni non è sufficiente a ridurre la mobilità ed offrire ai pazienti un servizio migliore perché, se le capacità dei professionisti del Policlinico ed i progetti di innovazione intrapresi dall’azienda non sono comunicati in maniera adeguata, i pazienti continueranno a rivolgersi ad altre strutture. La qualità effettiva deve essere comunicata ai pazienti attraverso i medici che lavorano sul territorio e che li indirizzano verso le strutture specialistiche e attraverso la stampa e gli altri mezzi d’informazione. La comunicazione attraverso i medici può essere attivata creando quelle reti di coordinamento tra e strutture e gli specialisti di cui si è detto. La comunicazione attraverso la stampa, invece, può essere migliorata aumentando il raggio di azione del servizio preposto alle relazioni esterne (URP – ufficio stampa). Questa struttura può agire come collegamento tra i professionisti del Policlinico e gli organi di stampa locali e nazionali che abbiano bisogno di accedere a competenze medico-scientifiche. Inoltre, può trasmettere agli organi di stampa i risultati delle ricerche scientifiche svolte al Policlinico. Infine, questa struttura può comunicare l’impegno verso l’innovazione della direzione per migliorare l’immagine del Policlinico nel suo complesso. In conclusione, il governo della mobilità è un elemento di politica sanitaria in cui l’attività delle singole aziende sanitarie regionali è particolarmente rilevante. L’Azienda Policlinico «G. Martino» sente in particolar modo la sua responsabilità sul controllo di questa variabile per due ordini di motivi. In primo luogo, essendo un’azienda universitaria, il Policlinico può naturalmente occuparsi di prestazioni ad alta complessità che sono quelle per le quali è più forte la mobilità passiva. In secondo luogo, la posizione geografica della città di Messina rende l’area in cui opera il Policlinico la più esposta in Sicilia al fenomeno della «mobilità di confine». Il governo della mobilità e l’aumento della qualità reale e percepita mirano non solo a ridurre la mobilità passiva, ma anche ad aumentare il numero di pazienti di altre Regioni che si rivolgono al Policlinico in modo da migliorare il saldo complessivo della mobilità regionale. 51 PIANO STRATEGICO AZIENDALE 3.5 Sviluppare la rete dell’emergenza-urgenza e la terapia intensiva Il miglioramento della rete dell’emergenza-urgenza è parte integrante del processo di accreditamento dell’AOU Policlinico «G. Martino», secondo le direttive dell’Assessorato della Sanità «Direttive per l’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione Siciliana» (GURS n.29 del 28/06/2002). Il sistema di emergenza-urgenza si pone come obiettivo quello di assicurare un’assistenza tempestiva ed efficace nelle emergenze-urgenze, dal territorio sino alla definitiva collocazione del paziente, tramite un’organizzazione integrata, formazione specifica e interdisciplinare, linee guida diagnostico-terapeutiche, con l’obiettivo di offrire a tutti i pazienti l’accesso ad una qualità di cura uniformemente elevata, di assicurare la migliore assistenza possibile e la migliore qualità di vita. Un sistema funzionale deve perseguire, per strutture, organizzazione, personale e mezzi tecnici, l’offerta delle cure migliori, nel più breve tempo possibile, nella sede più adatta. Il sistema si articola con la configurazione a rete: - emergenza territoriale; - centrale operativa 118; - rete di strutture funzionalmente differenziate e in grado di rispondere alle necessità d’intervento in base alle loro caratteristiche strutturali ed organizzative. L’AOU Policlinico «G. Martino» si colloca fra queste strutture come Dipartimento di Emergenza Urgenza Accettazione di II livello. Esso è costituito dalle seguenti strutture: DAI di Anestesia, Rianimazione ed Emergenze medico-chirurgiche che comprende le seguenti unità operative complesse: Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza con osservazione breve; Anestesia e rianimazione; Anestesia e terapia sub e post-intensiva. Pur non facendo parte del DAI, il Pronto soccorso (PS) ostetrico e il PS pediatrico svolgono anch’essi uno specifico ruolo nella rete di accettazione e di emergenza/urgenza. Sono altresì da considerare strutture connesse all’area delle emergenze/urgenze la UTIC e la Terapia intensiva pediatrica. L’AOU dispone inoltre di un’elisuperficie attiva sulle 24 h. Nell’ambito di queste aree, sono da monitorare con particolare attenzione e, se necessario, migliorare alcuni PDTA che rappresentano criticità di rilievo: trauma minore; traumi maggiori ortopedico-vascolari; politrauma; stroke; paziente neurochirurgico; mielolesioni; sindrome 52 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” coronarica acuta, angioplastica primaria; cardiochirurgia; trasfusione in emergenza; trasporto e trasferimento del paziente critico; grandi ustioni. Inoltre, nel triennio l’Azienda si impegnerà a migliorare la risposta all’emergenza intraospedaliera dell’AOU. L’obiettivo di tale programma di riorganizzazione è garantire una assistenza di qualità elevata, cioè: - di dimostrata efficacia, in base ai risultati della ricerca scientifica; - appropriata, cioè indicata per quel particolare paziente; - sicura, cioè tale da comportare il minimo rischio per il paziente; - accessibile; - attenta a considerazioni di costo, cioè corrispondente ad una utilizzazione ottimale delle risorse disponibili. Il servizio dev’essere strutturato in modo da fornire una assistenza non solo di elevato livello qualitativo a garanzia di reale efficienza ed efficacia, ma in continuo miglioramento quanto ad organizzazione e prestazioni. Occorre considerare la continua evoluzione che caratterizza, in particolare, questo settore dell’assistenza sanitaria, ad elevato contenuto tecnologico, soprattutto per gli aspetti strutturali e le dotazioni strumentali. Occorre pensare ad una risposta all’emergenza in termini di «sistema», utilizzando una metodologia adeguata a risolvere le necessità da essa generate. L’organizzazione del sistema di emergenza/urgenza di questa AOU è condizionato dalla sua struttura che manca della centralizzazione dei servizi tipica del sistema monoblocco, e si caratterizza invece per la distribuzione dei diversi servizi in padiglioni separati e distanti tra loro. L’anestesista-rianimatore chiamato a prestare soccorso deve dunque affrontare difficoltà logistiche connesse a tale strutturazione ed è chiamato a prestare soccorso in sedi distanti dalla postazione basale sita al padiglione E. Per razionalizzare e ottimizzare tali prestazioni occorre: - prevedere adeguati sistemi di comunicazione e richiesta soccorso; - organizzare punti di primo intervento intra-ospedalieri; - razionalizzare il sistema di spostamento interno dell’equipe di emergenza, equipaggiandola adeguatamente; - stabilire protocolli e linee guida; - migliorare la risposta all’emergenza presso le sedi dei PS generale e pediatrico; - migliorare i sistemi di archiviazione e documentazione; - ripensare il trasporto e trasferimento del paziente critico; - formare ad affrontare l’eventualità di corpi estranei nelle vie aeree nel paziente pediatrico; 53 PIANO STRATEGICO AZIENDALE - attivare la reperibilità per la Medicina Iperbarica. 3.5.1 LA TERAPIA INTENSIVA PEDIATRICA La terapia intensiva in ambito pediatrico e neonatale rappresenta un elemento a cui prestare particolare attenzione. Le numerose e complesse problematiche correlate ad una domanda ineludibile e sempre crescente di cure intensive trovano una risposta adeguata in età neonatale ma incontra difficoltà nella fascia pediatrica. Il bacino di utenza del Policlinico per questo livello assistenziale è ampio ed è costituito da popolazione siciliana e calabrese. L’attuale carenza di posti letto in Terapia Intensiva Pediatrica condiziona in negativo le situazioni critiche in pazienti di età compresa tra un mese e dieci anni. Sono svariate, infatti, le patologie per cui tali bambini necessitano di monitoraggio invasivo e di manovre rianimatorie eseguibili soltanto in un centro di terapia intensiva pediatrica. I bambini infatti non possono essere considerati solo come “piccoli adulti”, e hanno bisogno di un’assistenza dedicata in ambienti progettati e strutturati per le loro esigenze. Per questo, la soluzione del ricovero in reparti di rianimazione dell’adulto risulta inopportuna. La citata carenza della strutture per fronteggiare le richieste, che interessa tutta la realtà sanitaria siciliana e meridionale, comporta frequentemente il ricorso a soluzioni organizzative non idonee, quali il trasferimento di tali bambini che non è possibile ricoverare per mancanza di posti letto, di solito con elicottero o automezzo del 118 a Napoli o a Palermo, le soli realtà del Sud Italia in grado di accoglierli. È dunque impegno dell’AOU potenziare la Terapia Intensiva Pediatrica e dotarsi di un adeguato sistema di trasporto neonatale (STEN) e, in tale ambito, sviluppare anche il Pronto Soccorso Pediatrico con l’istituzione di posti letto di terapia semintesiva. 3.5.2 PROGETTO DI LABORATORIO UNIFICATO DEL DAI DI ANESTESIA, RIANIMAZIONE ED EMERGENZE MEDICO-CHIRURGICHE In diverse realtà sanitarie di tutto il territorio nazionale si stanno ripensando i cosiddetti laboratori centralizzati con una riorganizzazione che prevede lo smantellamento dei megalaboratori omnicomprensivi ridotti ad «esamifici» e la loro riconduzione all’interno dei dipartimenti. In genere i laboratori correlati a tali scelte di funzionalità e peraltro rispondenti alle denominazioni di legge sono: patologia clinica, chimica clinica, chimica analitica, microbiologia e virologia. 54 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” La più parte di queste ristrutturazioni prevedono un laboratorio da adibire esclusivamente all’emergenza con percorsi propri e con utenza che riguarda le UUOO di emergenza e le terapie intensive, tutte realtà che hanno bisogno di ridurre il TAT (Turn Around Time) o tempo di risposta al quesito diagnostico al fine di un immediato intervento dei professionisti coinvolti. Molte sono le ragioni che conducono a ipotizzare una struttura similare nell’AOU. La prima è legata ai problemi logistici connessi alla fase d’inoltro e accettazione del prelievo data la distanza fisica esistente tra il DAI di Emergenza ed Accettazione e le UUOO ad esso afferenti ed il Laboratorio Centralizzato (LC). Una struttura a se stante adibita allo scopo, nello stesso padiglione, azzererebbe tali tempi mentre è difficilmente ipotizzabile la creazione di una sezione a parte nel LC stante l’affollamento umano e strumentale che in ogni caso non risolverebbe il problema distanza e neppure il problema relativo alla fase di discriminazione tra prelievi di routine, urgenza ed emergenza. La seconda ragione, di natura tecnico-strumentale, è relativa alla strumentazione tipica di un laboratorio di grandi dimensioni che, per essere remunerativa, deve avere numeri molto alti di analiti e analisi/ora: sospendere il ritmo per analisi di urgenza è controproducente sia per la routine sia per l’analisi d’urgenza ed ancor di più per l’emergenza schiacciata dai processi di sospensione delle analisi in corso. La terza ragione è relativa ai problemi di comunicazione tra LC ed utenti di UUOO di emergenza e terapie intensive: anche se queste sono abbattibili tramite linee software dedicate non saranno mai annullati i tempi di accettazione, processazione, validazione degli esami richiesti. La quarta ragione è di natura economica: un laboratorio adibito all’emergenza che lavori tramite strumentazione dimensionata al numero di analisi, specifica per i propri ritmi ed utilizzo, garantirebbe costi inferiori rispetto ad una struttura che per necessità e peculiarità deve disporre di almeno due unità di processazione e di backup che impegnano risorse lavorative e capacità intellettuali in attività di routine e con costi adeguati a strumenti, ognuno, con ritmi di 1700 test/ora, almeno 40 canali in linea, 100 metodiche memorizzabili ecc. Ai fini di un’eventuale allocazione della struttura ipotizzata, si può pensare agli attuali laboratori insistenti nel DAI e che servono l’UO Servizio Trasfusionale e l’UO Anestesia e Rianimazione, quindi nello stesso padiglione degli utenti più interessati al sorgere di un tale laboratorio, ed ancora all’utilizzo delle attuali unità di personale ivi operanti. Un’integrazione del personale, tramite trasferimenti interni, garantirebbe il servizio per tutti i giorni per ventiquattro ore senza turni di reperibilità o guardia. 55 PIANO STRATEGICO AZIENDALE 3.6 Presidiare la formazione e lo sviluppo professionale Al cuore del funzionamento dell’AOU ci sono le persone che vi lavorano. Dalle loro competenze professionali, dalla loro motivazione e dalle modalità di organizzazione del lavoro dipendono la funzionalità e il successo dell’Azienda nel perseguire le proprie finalità istituzionali. La gestione del personale riveste un ruolo centrale a ragione delle dimensioni dell’azienda, degli alti livelli di professionalità diffusa, dei processi assistenziale che necessitano di alta integrazione multiprofessionale e d’interazione continua con l’utenza. Per una gestione capace di valorizzare appieno le caratteristiche e le potenzialità dell’azienda, di riconoscerne cioè la forte connotazione professionale, è centrale la costruzione di un «patto» coi professionisti improntato a un ampio coinvolgimento nella definizione dei sistemi e degli strumenti operativi e a un’ampia delega delle attività di gestione alla linea clinica e quindi agli stessi professionisti. È in tal senso che l’Azienda intende ripensare i propri sistemi di gestione del personale, anche grazie a una riqualificazione dei ruoli degli uffici coinvolti (servizi amministrativi, direzione sanitaria e infermieristica, formazione, servizi di staff per lo sviluppo organizzativo, ecc.), così da definire modalità e obiettivi di un’efficace delega della gestione ai diversi livelli della linea clinica (dipartimenti, unità operative, ecc.). La gestione del personale sembra costituire oggi la frontiera dell’aziendalizzazione del sistema sanitario italiano. Essa rappresenta la leva di responsabilizzazione e cambiamento potenzialmente più importante per le aziende nel prossimo futuro, al pari del ruolo giocato dai sistemi di programmazione e controllo (contabilità analitica, processo di budget, ecc.) nei dieci anni passati. Un adeguato sviluppo del patto tra professionisti e azienda riveste anche presso il Policlinico un’importanza centrale nel rinnovamento e nella capacità di orientare la propria azione al perseguimento dei fini istituzionali. In ottica di medio periodo, ciò significa certamente saper supportare la crescita professionale degli operatori, eventualmente saperne stimolare e orientare l’«imprenditorialità», contribuendo allo sviluppo di un clima interno che sia responsabile ma «caldo» e sempre più capace di riconoscere l’impegno mostrato e i risultati raggiunti. A tal fine, l’azienda è interessata a coinvolgere (a vario titolo) il personale, non solo quello dirigente, nelle decisioni aziendali e delle proprie unità organizzative di appartenenza, rendendolo partecipe del cammino di continuo aggiustamento dell’offerta ai bisogni espressi dall’utenza e ai vincoli posti dal contesto di riferimento. Le azioni previste per il triennio riguardano quattro principali piani d’intervento. 56 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Sviluppo delle competenze di gestione del personale. L’AOU deve procedere a un deciso sviluppo delle proprie competenze di gestione delle risorse umane, improntato a un pieno riconoscimento dell’autonomia aziendale nel definire politiche di gestione del personale adatte al contesto culturale e operativo del Policlinico. Ciò implica un’azione di riqualificazione sia dei servizi amministrativi, che devono supportare l’azione della linea clinica e al contempo devono garantire affidabilità nella gestione dei rapporti d’impiego sotto il profilo retributivo, previdenziale, assicurativo, ecc., sia di quelli di staff, che si occupano di definire standard e strumenti operativi. Al contempo, è necessaria una parallela azione di coinvolgimento della linea clinica attraverso un’adeguata formazione e quindi una crescente delega dei sistemi di gestione del personale, con particolare riguardo alle attività di formazione, valutazione, progressioni di carriera. Migliore specificazione delle responsabilità dirigenziali e valorizzazione delle responsabilità di natura prettamente professionale. Nell’azienda convivono due tipologie di ruoli organizzativi per il personale con qualifica dirigenziale: quelli gestionali e quelli professionali. I ruoli di tipo gestionale risultano visibili nell’organigramma aziendale, costituendo centri di responsabilità nei sistemi di programmazione e controllo e centri di costo nella contabilità analitica. Il riconoscimento di un ruolo gestionale implica il concetto d’incarico, e porta con sé l’assunzione di responsabilità circa l’uso delle risorse preventivamente assegnate all’unità operativa perché questa persegua poi i propri obiettivi di gestione. È in tal senso che si esprime l’azione manageriale, ovvero, la responsabilità di prendere decisioni discrezionali rispondendo delle conseguenze gestionali ottenute. Per tali ruoli la graduazione dell’incarico è associata prioritariamente ai contenuti della posizione in termini di responsabilità, complessità e professionalità richiesta. Gran parte dei dirigenti non hanno incarichi di natura gestionale ma operano quali professionisti all’interno delle unità organizzative aziendali. L’Azienda tutela, valorizza e garantisce loro percorsi di crescita professionale e carriera sganciati dai ruoli gestionali. Per i ruoli professionali assegnare obiettivi annuali individuali appare più difficile e il concetto d’incarico perde di rilevanza concreta. In questi casi, il sistema di orientamento e valutazione si basa piuttosto sulle competenze professionali e sui comportamenti. L’impegno dell’Azienda è quello di rendere appetibili le carriere di tipo professionale e di sviluppare adeguati sistemi per la loro gestione. Sviluppo dei sistemi di valutazione e di orientamento dei professionisti. Prima ancora che essere un’attività richiesta dalle norme di legge e contrattuali, la valutazione è una leva chiave per la gestione dei ruoli aziendali e delle responsabilità ad essi associate. In generale, i sistemi di valutazione riguardano tre dimensioni: i risultati ottenuti su obiettivi assegnati; i comportamenti 57 PIANO STRATEGICO AZIENDALE organizzativi realizzati; le competenze tecnico-professionali sviluppate. Tali dimensioni avranno importanza differenziata, in base ai diversi ruoli svolti dai singoli dipendenti. I sistemi di valutazione del personale saranno tanto più efficaci nell’orientare il comportamento dei singoli, quanto più confortati da informazioni e giudizi provenienti da più fonti e attori. La sfida per il triennio è quindi quella di definire un sistema di orientamento e valutazione dell’operato dei singoli professionisti che costituisca la sistematizzazione e la sintesi di informazioni riguardanti i risultati di budget raggiunti dall’unità operativa di appartenenza, l’impegno mostrato dal singolo nel perseguimento di quegli obiettivi, i comportamenti organizzativi giudicati dal responsabile gestionale del dirigente e dai suoi collaboratori, la soddisfazione dell’utenza, la capacità di attrazione del professionista e dell’unità operativa in cui opera, i fattori d’impatto relativi alla produzione scientifica, le informazioni relative alla malpractice e quelle provenienti dall’ufficio relazioni con il pubblico, la libera professione intramuraria svolta, ecc. Soltanto lo sviluppo di un sistema d’informazioni, valutazione e giudizio «a 360°» può garantire un apprezzamento ampio dell’operato del professionista, che prenda in considerazione le relazioni che egli intrattiene coi colleghi, con l’utenza, ecc. Per un’attività di valutazione efficace e capace di tener conto dei diversi ruoli giocati dai professionisti che operano in Azienda, questa svilupperà i sistemi di valutazione in collaborazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia, così da avere un sistema a 360° integrato AziendaUniversità, per come peraltro auspicato da quest’ultima. A tal fine, risulta cruciale un’opportuna azione da parte del Collegio Tecnico istituito ai sensi dei protocolli d’intesa. Il nucleo di valutazione aziendale e il collegio tecnico, organi previsti dalla normativa e dalla contrattazione collettiva, partecipano alle attività di valutazione avvalendosi di informazioni provenienti dalla linea operativa e danno pareri che, basati su quel sistema di orientamento multidimensionale, costituiscono elementi utili alle decisioni aziendali in termini di assegnazione della retribuzione variabile, di conferma o meno degli incarichi dirigenziali, di progressione di carriera lungo la linea professionale, ecc. Presidio delle attività di formazione. Le attività di aggiornamento e formazione consentono di preservare e sviluppare le competenze individuali degli operatori. Esse rappresentano quindi l’attività di «manutenzione» del capitale umano dell’azienda. A tale proposito l’Azienda fornirà opportunità di formazione in linea con quanto richiesto dal programma nazionale di Educazione Continua in Medicina (ECM) e, con impegno comparabile, anche per gli operatori che non appartengono al ruolo sanitario. 58 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” La formazione riguarderà tanto le competenze tecnico-professionali, in linea con un approccio di gestione del personale basato sui modelli delle competenze, quanto le competenze relazionali e manageriali, per i dipendenti con responsabilità di coordinamento e gestionali. La formazione sarà erogata all’interno dell’Azienda o ricorrendo a fornitori esterni, con un mix capace di contemplare i seguenti obiettivi: - valorizzare le competenze del personale e dell’organizzazione interna; - favorire l’acquisizione di conoscenze e competenze comuni; - acquisire competenze specialistiche non presenti in azienda; - confrontarsi con le esperienze fatte da altre aziende o comunque all’esterno dell’Azienda. L’obiettivo è quello di garantire il conseguimento dei crediti richiesti dal programma ECM entro il triennio. Evidentemente è intenzione dell’Azienda valorizzare adeguatamente le competenze della Facoltà di medicina e chirurgia, in un’ottica di “messa a sistema” delle esperienze da questa sviluppate. Più in particolare, il piano della formazione aziendale prevede che la definizione del fabbisogno formativo derivi, in primo luogo, dalle necessità identificate dai singoli dipartimenti. A queste si aggiungono le necessità proprie della direzione aziendale e quelle che derivano direttamente dalla programmazione regionale. Anche in tal caso è quindi evidente la volontà aziendale d’identificare i DAI come principali interlocutori e protagonisti della gestione. Le iniziative formative programmate per il triennio – e in parte già cominciate – per il personale infermieristico riguardano i seguenti temi: - il triage in pronto soccorso; - la formazione ai formatori in campo sanitario; - le infezioni ospedaliere: misure di controllo e strumenti per la prevenzione; - procedure, protocolli e linee guida per il personale infermieristico; - la dirigenza del ruolo infermieristico, tecnico e della prevenzione; - pianificare, gestire e valutare l’assistenza infermieristica; - BLS-D; - BTLS; - sicurezza e gestione delle sale operatorie; - la gestione dei conflitti (per il personale di coordinamento); - il lavoro in équipe (per il personale di coordinamento); - la gestione degli interventi formativi (per il personale di coordinamento); 59 PIANO STRATEGICO AZIENDALE - il mobbing (per il personale di coordinamento); - la gestione delle risorse umane (per il personale di coordinamento); - la valutazione da parte degli utenti (per il personale di coordinamento). Per il personale amministrativo sono previste iniziative sui seguenti temi: 1) il budget, 2) la semplificazione del linguaggio amministrativo e la redazione degli atti; 3) il controllo di gestione. A ciò si aggiunge un ciclo di seminari – già iniziati – per il personale amministrativo sulle procedure di aggiudicazione di appalti pubblici di forniture, servizi e lavori. Infine, sono previsti corsi «trasversali» su: 1) il miglioramento continuo della qualità; 2) la comunicazione efficace; 3) il processo di aziendalizzazione. A questo Piano Strategico è allegato il Piano per la formazione dell’Azienda allo scopo di fornire un quadro più dettagliato di questo importante elemento della strategia aziendale. 3.7 Rafforzare le logiche dipartimentali L’organizzazione e le attività dell’AOU, nell’ambito delle risorse disponibili, sono improntate a criteri di efficacia, efficienza ed economicità e sono rivolte ad assicurare, nel rispetto della concertazione con l’Università e degli obiettivi posti dagli atti di programmazione nazionale e regionale, l’erogazione delle prestazioni essenziali, lo sviluppo del sistema qualità, la miglior accessibilità dei servizi al cittadino, il raccordo istituzionale con i diversi livelli di governo pubblico, il collegamento con le altre organizzazioni sanitarie e con il volontariato. Nel definire le propria organizzazione interna, l’Azienda si ispira ai seguenti principi: - snellimento: l’AOU, coerentemente con il principio di responsabilizzazione diffusa, adotta soluzioni organizzative finalizzate a garantire l’immediata individuazione delle responsabilità gestionali sui risultati, attraverso una struttura fondata su un numero limitato di livelli gerarchici in senso verticale ed orizzontale. Ciò è il portato dell’alta professionalità che caratterizza le attività dell’Azienda e di chi vi lavora, professionalità che richiede flessibilità, dinamicità, coinvolgimento, multidisciplinarietà e un’ampia delega nei sistemi di gestione. L’efficacia dell’azione aziendale richiede un’organizzazione che eviti di parcellizzare e segregare le responsabilità e che invece sia orientata a integrare le attività in base ai percorsi assistenziali e a favorire la cooperazione e la corresponsabilità, in un contesto di diffusa fiducia professionale; 60 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” - flessibilità: le scelte di organizzazione devono garantire condizioni di utilizzo delle risorse orientate al miglior sfruttamento delle potenzialità produttive, anche attraverso la concentrazione che genera economie di specializzazione e la condivisione che genera economie di scala e di scopo; - innovazione: l’azienda promuove l’innovazione gestionale e tecnologica, secondo un approccio che richiede una continua analisi e valutazione del sistema e dei suoi risultati, nonché un adattamento delle soluzioni innovative modulato sulle proprie specificità organizzative. A tale scopo, l’azienda introduce innovazioni nelle modalità gestionali che permettano di raggiungere gli obiettivi di promozione della salute nel suo contesto di riferimento, di aumentare la qualità del sistema e di garantirne la sostenibilità economica; - multiprofessionalità e multidisciplinarietà, che si realizza attraverso scelte organizzative d’integrazione tra professionisti appartenenti alla diverse funzioni produttive e tra questi e le funzioni amministrative e tecniche. L’organizzazione attorno ai processi, in funzione del bisogno assistenziale e dell’ottimizzazione dei livelli di risposta, è condizione fondamentale per la realizzazione della multidisciplinarietà. I dipartimenti ad attività integrata (DAI) rappresentano una soluzione organizzativa adatta a gestire la complessità organizzativa dell’AOU, caratterizzata da elevate dimensioni, alta professionalità e ampia differenziazione dei servizi offerti. La soluzione dipartimentale, infatti, non solo riduce la complessità aziendale, riducendo il numero d’interlocutori della direzione aziendale, ma consente anche di coordinare meglio il momento diagnostico-medico con quello interventisticochirurgico, con quello assistenziale-riabilitativo e con quello della terapia intensiva e sub-intensiva, nonché l’attività assistenziale con quella di ricerca e didattica. Nel prossimo triennio l’AOU intende rafforzare il funzionamento dei DAI, attuando le azioni necessarie a porre questa articolazione organizzativa in un ruolo centrale per l’integrazione dell’assistenza e per la messa in comune delle risorse e delle conoscenze professionali. Il DAI svolge, quindi, un’attività funzionale alle esigenze sia dell’organizzazione, sia del professionista. Quest’attività è fondamentale per attuare le politiche e le azioni del PSA perché il DAI: - continua ad agire positivamente sui costi fissi dell’ospedale, consentendo una razionalizzazione degli spazi logistici e della dotazione tecnologica e di personale condivisibile; - recepisce il bisogno di smaterializzare i vincoli strutturali della specializzazione settoriale attraverso un’organizzazione per gruppi di lavoro trasversali ad una o più UO a cui gli stessi gruppi si appoggiano per svolgere l’attività operativa; 61 PIANO STRATEGICO AZIENDALE - promuove una maggiore attenzione agli aspetti di programmazione strategica, di innovazione e sviluppo della attività. La separazione delle responsabilità e la creazione di gruppi di lavoro. L’organizzazione interna dei DAI dev’essere orientata all’utilizzo condiviso delle risorse dipartimentali e all’attribuzione separata delle responsabilità cliniche e produttive a gruppi di lavoro multidisciplinari e multiprofessionale; le responsabilità alberghiere e logistiche sugli spazi assistenziali devono essere modulate in base all’intensità assistenziale. Si tratta ovviamente di una modellizzazione che dovrà trovare attuazione graduale e che si basa su una distinzione dei ruoli di clienti e fornitori interni: da un lato il cliente (il gruppo di lavoro/équipe clinica), il quale in funzione della produttività richiede e utilizza le risorse assistenziali (ambulatori, posti letto, tecnologia e conseguente personale), dall’altro il fornitore (il responsabile dello spazio assistenziale – ambulatorio o posto letto), che ha il compito di mantenere ai massimi livelli lo sfruttamento delle risorse produttive messe in comune nel DAI. Nell’ottica dell’introduzione graduale di questo meccanismo di funzionamento nel triennio, si potrebbe cominciare dalla creazione di un primo fornitore interno che si occupi della gestione di tutte le attività alberghiere e logistiche per il livello assistenziale della riabilitazione. I sistemi gestionali e gli strumenti operativi di supporto al dipartimento. Il DAI dev’essere centro di programmazione strategica e centro di responsabilità di budget, con compiti di stimolo all’individuazione dei sentieri di sviluppo e innovazione e compiti di coordinamento spaziotemporale dell’attività dei gruppi di lavoro rispetto all’utilizzo dei macchinari messi in comune, all’impiego della capacità alberghiera, alle relazioni con i servizi e funzioni centrali dell’ospedale. A capo del DAI, dotato di personale amministrativo e sanitario dedicato, è posto UNo dei responsabili di UO complessa, con compiti di supervisione sull’attività di ricerca scientifica, di mediazione tra la direzione generale ed i gruppi di lavoro nei processi di pianificazione strategica e di budget e di gestione della parte di personale infermieristico e di supporto condiviso nel DAI. Compito del DAI sarà anche quello di sviluppare responsabili di staff (controllo di gestione, formazione e gestione del personale, comunicazione, ecc.) dipartimentale capaci di fornire adeguato supporto al direttore del DAI ed ai gruppi di lavoro, nonché di interfacciarsi con le funzioni centrali dell’AOU per le materia di competenza. L’obiettivo di medio periodo è che al DAI, da un lato, vengano delegate funzioni e attività finora svolte dai servizi di staff e di supporto centrali, dall’altro, siano trasferite competenze e 62 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” attività finora gestite a livello delle singole UUOO. A tal fine, l’azienda individua nel DAI l’interlocutore privilegiato e ordinario per le attività legate alla gestione. L’integrazione per processo e il recupero della centralità del paziente. L’organizzazione dipartimentale infine, permette di spostare l’asse di analisi dal prodotto (la prestazione) al processo produttivo (percorso del paziente), rispetto al quale al momento manca una responsabilità organizzativa formalizzata. La costituzione di gruppi di lavoro pluridisciplinari tra le UUOO che compongono un DAI rappresenta un meccanismo d’integrazione fondamentale a supporto delle logiche di gestione per processi, laddove per processo in ambito sanitario s’intende il percorso del paziente all’interno dell’AOU. In particolare, preme sottolineare come la gestione per PDTA fornisce non solo un concreto contributo al governo clinico dell’azienda ma anche alla valorizzazione dei pazienti, che diventano fulcro centrale attorno a cui progettare le modalità di offerta ed erogazione dei servizi. Integrare le scelte e i comportamenti organizzativi fa sì che diversi operatori, non rinunciando all’autonomia e alla ricerca specialistico-professionale, generino un circuito virtuoso di comportamenti non uniformi ma coerenti con l’intero processo sanitario e al problema di salute globalmente inteso. 3.8 Procedere alla reingegnerizzazione delle attività di supporto L’Azienda intende avviare un percorso di adeguamento dei processi amministrativi e logistici allo scopo di implementare un sistema di controlli interni, attraverso lo sviluppo di strumenti di governo aziendale in grado di: - garantire l’attendibilità dei bilanci; - assicurare la conformità degli atti e delle azioni poste in essere dal personale dell’Azienda alla normativa vigente e alle direttive interne; - migliorare l’efficacia e l’efficienza delle attività operative. A tale fine l’Azienda avvierà un processo di riorganizzazione basato sull’adozione di procedure che ottimizzino il livello di integrazione tra i diversi settori amministrativi e garantiscano il corretto flusso dei documenti e delle informazioni verso le unità incaricate delle rilevazioni contabili. Ciò al fine di: - creare le condizione per un’ efficace implementazione di applicativi software ritenuti più adeguati alle esigenze dell’Azienda; 63 PIANO STRATEGICO AZIENDALE - rendere chiaro a tutti i responsabili delle strutture aziendali i rispettivi ruoli e responsabilità e, nello stesso tempo, renderli partecipi del cambiamento organizzativo; - migliorare la tempestività, la completezza e la correttezza dei dati contabili; - rendere più efficienti le procedure di acquisito e gestione dei magazzini. Al momento la configurazione assunta dai processi amministrativi e di supporto dell’Azienda è frutto della progressiva stratificazione delle prassi resesi necessarie per far fronte ad esigenze operative manifestatesi nel tempo e influenzate dall’impostazione fornita dai diversi dirigenti che si sono succeduti. I processi che ne sono derivati, risultato di stratificazioni successive, sono talvolta privi di una logica progettuale riconoscibile. È proprio per far fronte a tali criticità che l’azienda intende procedere con un progetto di reingegnerizzazione, che miri a: - eliminare eventuali attività duplicate o a scarso valore aggiunto, consentendo di ottenere più elevati standard di efficienza operativa; - razionalizzare l’utilizzo delle risorse, consentendo di conseguire eventuali ulteriori risparmi; - perfezionare le modalità di utilizzo del software, alla luce dei nuovi processi in uso. I processi amministrativi oggetto del progetto sono riconducibili a due grandi categorie: - ciclo attivo: riguardano l’erogazione di una prestazione; - ciclo passivo: riguardano l’acquisizione di un fattore produttivo. I processi del ciclo attivo sono individuati in relazione alla natura delle prestazioni erogate, quelli riconducibili al ciclo passivo in relazione alla natura dei fattori produttivi acquistati. Una volta completata la mappatura, si procederà a definire i nuovi processi, tenendo conto delle criticità riscontrate (attività duplicate, attività a scarso valore aggiunto, ecc.). Definiti i nuovi processi, gli stessi verranno applicati nell’Azienda con un’adeguata formazione del personale. 3.9 Valorizzare i centri di riferimento regionale La Regione Siciliana riconosce ad alcune strutture dell’AOU il ruolo di “centro di riferimento regionale” per la propria specialità. Valorizzare queste centri di riferimento è una possibilità concreta di attuare una logica di rete con le strutture di ricovero e ambulatoriali della Regione, all’interno della quale il Policlinico può assumere un ruolo di coordinamento. 64 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” 3.9.1 LE CEFALEE Particolare impegno dev’essere riposto nell’ambito delle cefalee per le numerose e complesse problematiche connesse alla diagnostica e alla cura delle stesse. Infatti, in una fascia molto ampia della popolazione siciliana e anche calabrese che afferisce a questo Policlinico, come da rilievi epidemiologici e osservazionali, le cefalee condizionano negativamente la qualità della vita dei pazienti e comportano pesanti ricadute in termini di costi socio-sanitari. Alla diagnostica e alla cura delle cefalee all’interno dell’AOU è preposto il Centro Specialistico per la diagnosi e terapia delle Cefalee, istituito nel 1984 e inserito nell’ambito della Clinica Neurologica. Tale centro si è distinto per avere mantenuto livelli sempre alti di professionalità e di efficienza nonostante la sua esigua effettiva consistenza. L’attività è stata osservata ed apprezzata dalla Regione Siciliana che lo ha riconosciuto quale centro di riferimento regionale, a conferma della qualità della attività assistenziale didattica e scientifica svolta, prevedendone un potenziamento come statuito dall’art. 4 del DA 283/2002. A fronte di una visibilità e di un prestigio riconosciuti in ambito nazionale e internazionale, occorre rafforzare anche nella realtà locale il ruolo del centro, il quale costituisce sicuro e primario riferimento per tale patologia, al fine di superare le difficoltà del corretto inquadramento diagnostico di tali sindromi, spesso affrontate da altri specialisti di diverse discipline con approcci a volte non focalizzati e con risultati non sempre soddisfacenti. È dunque obiettivo aziendale, fatte le debite valutazioni in termini di budget, rafforzarne l’attività assistenziale, didattica, scientifica e anche di formazione, migliorandone anche la strutturazione ambientale. 3.9.2 LA REUMATOLOGIA L’unità operativa di reumatologia, centro di riferimento regionale per la diagnosi e cura delle malattie reumatiche croniche nelle forme rare, rappresenta una struttura di riferimento per le strutture di reumatologia di I e II livello del territorio siculo-calabro. Questo ruolo è garantito dalla presenza di un’offerta assistenziale completa, costituita dalla degenza ordinaria, dal day hospital, dagli ambulatori arricchiti dalla presenza della sezione di ecografia muscolo-scheletrica esclusivamente reumatologica e della sezione di riabilitazione reumatologica che fornisce trattamenti fisio-terapici che costituiscono un’efficiente integrazione ai trattamenti farmacologici, sia preventivi che curativi. Inoltre l’unità operativa è sede della Scuola di Specializzazione in Reumatologia, equiparata agli standard EULAR. 65 PIANO STRATEGICO AZIENDALE Di primaria competenza il ruolo svolto nella prevenzione e nel trattamento delle malattie muscolo-scheletriche degenerative, quali l'osteoartrosi e l'osteoporosi e le patologie infiammatorie croniche, quali l'artrite reumatoide, l'artrite psoriasica, le spondiliti, il lupus eritematoso sistemico, la sclerodermia, la sindrome di Sjogren, la patologia autoimmune in gravidanza, le vasculiti e altre malattie rare, come pure l'artrosi deformante nella sua forma grave. L’attività ambulatoriale ha visto nell’ultimo triennio un costante incremento, raggiungendo circa 2.000 prestazioni nel 2004, di cui il 60% a favore di pazienti residenti in altre regioni o ASL. L'UO di Reumatologia ha fatto parte del gruppo di centri italiani scelti dal Ministero della Salute per la somministrazione e il monitoraggio dei farmaci anti-TNFa (Infliximab e Etanercept) in pazienti affetti da artrite reumatoide severa resistente alle terapie convenzionali basate sui DMARD's, attraverso un progetto di studio della durata di 56 settimane, denominato ANTARES. L’unità operativa è anche centro unico di riferimento per la Sicilia e la Calabria meridionale per la tecnica d’infiltrazione dell’anca eseguita mediante guida ecografia, nonché membro dell’Associazione Nazionale ANTIAGE. Dal 2005 l’unità operativa ospita la LESCOMAR, lega siciliana contro le malattie reumatiche, con la quale ha approntato una serie d’incontri rivolti al malato reumatico finalizzati a sviluppare in questi pazienti un’opportuna consapevolezza della propria condizione, una maggiore capacità di autogestione e quindi una migliore qualità di vita. L’interesse riposto nella potenzialità e nel valore della comunicazione nei confronti del malato e degli interlocutori istituzionali (medico di famiglia, altre strutture sanitarie, ecc.), ha indotto la creazione di una pagina web raggiungibile tramite il sito dell’Università di Messina, che descrive le attività didattiche, scientifiche e assistenziali. Infine, fra i principali obiettivi futuri della struttura possiamo segnalare l’implementazione del network di comunicazioni con le strutture di reumatologia territoriali e, nel segno della continuità di quanto svolto ad oggi, il contributo scientifico all’aggiornamento delle linee guida e dei protocolli scientifici del settore. 3.9.3 GLI IMPIANTI COCLEARI Presso l’UO di Otorinolaringoiatria è operante un Centro ad alta specializzazione per attività d’Implantologia Cocleare, riconosciuto quale Centro di Riferimento della Regione Sicilia con DA 23/10/2003, pubblicato sulla GURS n. 53 del 5/12/2003. L’équipe si avvale dell’apporto di diverse specialità e, in particolare, audiologia, fonologopedia, neuroradiologia, psicologia, neuropsichiatria. L’approccio multidisciplinare di tale 66 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” équipe è da ritenersi fondamentale per lo sviluppo di una strategia unica, finalizzata al miglioramento della qualità della vita dell’utente che può beneficiare dell’impianto cocleare. La struttura è dotata delle più moderne attrezzature per l’intervento d’impianto e precisamente è disponibile una sala operatoria attrezzata di microscopio ottico operatorio, apparecchiatura per anestesia generale e adeguata strumentistica per interventi di microchirurgia auricolare. Sono inoltre disponibili tutte le apparecchiature per la selezione audiologica dei pazienti da impiantare. Per quanto concerne la selezione radiologica (indagini TC e RM) e la consulenza psicologica e neuropsichiatria, sono presenti nell’AOU le relative strutture competenti. Per la riabilitazione dei soggetti impiantati è presente presso l’UO di Otorinolaringoiatria una équipe di fonoaudiologi e di tecnici della rieducazione del linguaggio in grado di mappare l’impianto e di effettuare le successive regolazioni, nonché di condurre le sedute riabilitative. La funzione uditiva riveste una notevole importanza nella vita di ogni individuo in quanto ne permette la sintonizzazione con il mondo esterno attraverso l’acquisizione, l’elaborazione e il riconoscimento dello stimolo sonoro. Pertanto l’insorgenza di una menomazione uditiva ha gravi riflessi sul piano sociale: la situazione di frequente isolamento accompagnata da sentimenti di solitudine appare infatti strettamente connessa all’incapacità di comprendere gli altri e alla relativa sensazione di non essere compresi, assumendo i toni di una vera difficoltà o impossibilità a comunicare. Tale stato si riconosce in varie problematiche psico-affettive, personologiche, relazionali, che emergono a seconda dei diversi contesti di vita sperimentati dal soggetto affetto da ipoacusia neurosensoriale, nel quale la deficitaria comprensione del linguaggio verbale compromette lo stile e la qualità di vita. Il gruppo di lavoro è in questo ambito concepito per valutare e intervenire, nell’ottica di un approccio bio-psico-sociale, con interventi paralleli attuabili attraverso un’azione interdisciplinare, in un processo che va dall’individuazione del reale bisogno alla prospettazione di linee funzionali e percorsi metodologici ritenuti più adeguati al singolo caso. La linea portante di tale servizio è quindi quella di un lavoro pro-agio, nella consapevolezza della complessità del dis-agio fisico, psicologico, relazionale e ambientale. L’obiettivo generale è quindi rappresentato dal recupero del paziente poacusico grave, che si svolge in tre fasi, ciascuna con metodologie in rapporto alle specifiche competenze: 1. la fase pre-impianto, attraverso strategie metodologiche di valutazione dell’idoneità del candidato all’impianto; 2. la fase di impianto; 67 PIANO STRATEGICO AZIENDALE 3. la fase post-impianto, attraverso itinerari riabilitativi nel progressivo adattamento all’impianto cocleare. Gli operatori dell'Unità hanno già portato a termine, nel periodo aprile 2001-maggio 2005, l’impianto di 24 pazienti affetti da grave sordità bilaterale. Inoltre altri due pazienti, adulti, erano stati impiantati nel 1995 e rieducati presso la stessa Unità Operativa. In tutti i pazienti impiantati sono stati raggiunti ottimi risultati che hanno portato ognuno di loro al reinserimento nel tessuto sociale, grazie al recupero uditivo dell’orecchio impiantato. Nella stessa struttura, nel periodo temporale 2001-2005, sono stati mappati e rieducati numerosi altri pazienti (22), impiantati presso altri Centri italiani, con il ripristino della percezione uditiva in un numero limitato di mesi di riabilitazione, determinando per il paziente la possibilità di recuperare la normale autonomia relazionale sia in famiglia che sul lavoro. Alla luce dei risultati fin qui conseguiti nella cura delle gravi sordità e di tutte le patologie dell’orecchio si aprono numerose altre prospettive, che validamente potranno essere portate avanti dall’unità operativa di otorinolaringoiatria. Ci riferiamo in particolar modo ai progetti: “Impianti al tronco” e “Recupero delle sordità gravi mediante applicazione di cellule staminali”. Per quanto riguardo gli impianti al tronco encefalico, essi sono di particolare utilità nei soggetti in cui non è possibile applicare, per motivi anatomici, l’impianto coclearie. Per quel che riguarda l’utilizzo delle cellule staminali, questo rappresenta un futuro di grande impegno per la struttura, non tanto per quel che riguarda l’aspetto propriamente chirugico di applicazione, quanto per le problematiche di ordine bio-genetico che l’utilizzo di esse comporta: ciò comporterà infatti la necessità di sviluppare adeguate collaborazioni con i colleghi dei settori biologico e genetico. 3.9.4 LA FIBROSI CISTICA E LA MALATTIA CELIACA L’UO di Fibrosi cistica e gastroenterologia pediatrica è sede dei centri regionali di riferimento per la diagnosi e la cura della Fibrosi cistica e della Malattia Celiaca del bambino. Il trend di afferenza a questa UO relativo agli ultimi 5 anni, riportato in tabella, è rappresentato principalmente da pazienti affetti da celiachia, fibrosi cistica e malattie infiammatorie croniche intestinali, con un incremento annuo dell’utenza che si attesta tra il 10 e 20%. In particolare l’incremento di malattie infiammatorie croniche intestinali trattate riflette la tendenza osservata nei principali centri di gastroenterologia pediatrica nazionali ed europei. Celiaci FC MICI 1999 706 117 61 2000 803 122 79 Celiaci FC MICI 2002 1023 140 113 2003 1122 154 123 68 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” 2001 897 133 97 2004 1268 167 149 FC: Fibrosi cistica; MICI: Malattie infiammatorie croniche intestinali Il bacino di utenza dei pazienti assistiti rivela la capacità di attrazione della UO in ambito siciliano (Catania, Siracusa, Ragusa e naturalmente la provincia messinese) e calabrese (Reggio Calabria, Vibo Valentia), evidenziando la validità delle capacità professionali e l’attitudine a diffondere e far conoscere all’esterno i contenuti e la peculiarità della propria attività. L’azione di dialogo con il territorio e le istituzioni è inoltre consolidata dalla periodica organizzazione di corsi ECM, finalizzati all’aggiornamento dei medici di base sul Morbo Celiaco, e in particolare sulle possibilità di intervento precoce, rappresentando questa patologia la causa più frequente di malattia autoimmune prevenibile in età adulta. L’afferenza delle patologie soprariportate e l’elevato profilo assistenziale garantito dalla struttura, offre un’importante opportunità di formazione agli studenti pre e post laurea, ai medici in formazione e a quelli che vogliano approfondire il settore della gastroenterologia e delle malattie respiratorie croniche pediatriche. Il riconoscimento in campo nazionale ed internazionale è testimoniato dal ruolo assegnato al direttore della UO, nel triennio 1998-2001, come presidente della Società Italiana di Gastrenterologia ed Epatologia Pediatrica. Come Centro regionale di supporto per la Fibrosi Cistica, l’Assessorato per la Sanità della Regione Siciliana, ai sensi della Legge 548 del 23 dicembre 1993 assegna dei fondi per la stipula di contratti libero professionali, per l’aggiornamento e il potenziamento del centro stesso, consentendo la stipula di contratti libero professionali per figure non mediche e mediche. Per quanto riguarda le prospettive future della struttura è rilevante segnalare quanto segue: - la UO di Gastronterologia Pediatrica, pur individuata come centro regionale di riferimento per la diagnosi e la gestione del morbo celiaco nei bambini, in realtà eroga assistenza ai pazienti celiaci rappresentati per circa il 50% da pazienti adulti; assorbendo una domanda di salute non adeguatamente soddisfatta nel territorio siculo-calabro. Tale esigenza ha indotto la struttura a potenziare l’organico medico con figure specialiste in medicina Interna, ampliando lo spettro di competenze professionali al servizio dell’utenza; - i bambini e i ragazzi con sospetto di malattie infiammatorie croniche intestinali, in un contesto regionale molto sviluppato per la diagnosi e la gestione di tali pazienti in età adulta, rappresentano una delle principali cause di ricovero presso l’UO. Mentre per i pazienti con Fibrosi cistica è presente nella Sicilia occidentale il Centro di riferimento, per 69 PIANO STRATEGICO AZIENDALE i pazienti di età pediatrica con malattie infiammatorie croniche intestinali, questa UO rappresenta il punto di riferimento siciliano più noto per la diagnosi e la presa in carico di tali pazienti e giustifica la loro presenza in reparto, ormai per almeno un terzo provenienti dalla Sicilia occidentale. Considerato quanto sopra esposto, le possibili azioni future sono: - richiesta all’Assessorato regionale alla Sanità dell’estensione del centro regionale di riferimento anche ai pazienti adulti di fatto già afferenti, che continuerebbero, comunque, ad essere assistiti presso questa struttura per la capacità attrattiva dell’UO nei confronti di tali pazienti ormai da molti anni; - richiesta di formalizzazione all’Assessorato regionale alla Sanità di un Centro regionale di riferimento per la diagnosi e la gestione dei pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali pediatriche. 3.10 Altre linee d’intervento Questo paragrafo descrive alcuni programmi che l’Azienda intende realizzare nel triennio e che sono accomunati dall’essere strategici per l’AOU ma di ridotte dimensioni in termini di risorse coinvolte oppure, come il progetto di acquisto di prestazioni in regime di libera professione (v. infra), richiedono risorse significative ma non sono strategici perché sono una soluzione temporanea ad un problema come quello delle liste d’attesa che può trovare soluzione definitiva solo in periodi più lunghi attraverso la realizzazione di tutte le azioni descritte in questo Piano. 3.10.1 PROGETTO REGEM – RETE GENETICA MESSINA L’AOU ha di recente stipulato una convenzione triennale con l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo per costituire una rete inter-regionale per la diagnostica e il follow-up di malattie genetiche, rare e comuni. Il progetto coinvolge anche l’Istituto Mendel di Roma, struttura dell’IRCCS pugliese. La convenzione comporta: - la consulenza del Direttore Scientifico dell’IRCCS che, con cadenza mensile, effettuerà una supervisione delle consulenze genetiche eseguite dall’unità operativa di genetica e immunologia pediatrica dell’Azienda Policlinico; - l’invio di personale medico, biologi e tecnici della struttura messinese presso le altre strutture per acquisire tecniche di diagnostica genetica sofisticate; - una più stretta collaborazione scientifica e assistenziale; 70 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” - l’effettuazione da parte dell’IRCCS e della sua struttura romana di indagini di diagnostica citogenetica, di biologia molecolare e di genetica molecolare (prenatali e postatali), limitatamente alle tecniche non disponibili presso l’AOU o a integrazione di attività che non può essere gestita. Il budget annuo previsto per le consulenze specialistiche, l’acquisto di materiale diagnostico, lo scambio di esperienze tra le strutture è di 100.000 euro annui massimi. A questi, si aggiungeranno i costi per l’acquisto delle prestazioni diagnostiche (valorizzate al 70% del tariffario della Regione Lazio). 3.10.2 DAY HOSPITAL DI ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA La costituzione di un day hospital di oncoematologia pediatrica è un progetto destinato a portare un significativo vantaggio alla comunità che fa riferimento al Policlinico perché soddisfa l’esigenza delle famiglie di non ricorrere ai Centri di Oncoematologia Siciliani o nel resto d’Italia come accade oggi anche solo per un controllo clinico, per il posizionamento di un catetere venoso centrale o per i cicli periodici di terapia. Il progetto è finalizzato alla costituzione di un day hospital e non a quella di un nuovo centro e deve supportare e proseguire quanto impostato nei centri esistenti cui attualmente i pazienti e le loro famiglie si rivolgono. Il progetto può trovare le risorse finanziarie necessarie attraverso donazioni liberali dell’ABAL, che può finanziaria una borsa di studio per il medico specialista che si occuperà dell’assistenza, e del club Lions Ionio, che può finanziarie parte degli arredi necessari. Oltre all’importanza che l’apertura del day hospital per la popolazione di riferimento, il progetto permette anche di sviluppare esperienza nei rapporti con la società civile, nella raccolta fondi da fonti diverse da quelle principali e nella capacità dell’AOU di rendere conto alla comunità del modo in cui utilizza le risorse che gli sono affidate. 3.10.3 FONDAZIONE SAVERIO D’AQUINO L’Azienda intende prestare particolare attenzione, nell’ambito dell’Oncologia, ad un rapporto di reciproca collaborazione con le altre istituzioni sanitarie e scientifiche deputate alla diagnosi ed alla cura delle malattie tumorali. In particolare, l’AOU si ripromette di sviluppare ed intensificare la collaborazione con la “Fondazione Saverio D’Acquino”, centro oncologico d’eccellenza che sta iniziando la propria attività presso l’Azienda Ospedaliera Papardo. 71 PIANO STRATEGICO AZIENDALE Tale collaborazione, che si estende sia nell’attività assistenziale, sia nella didattica e nella ricerca, può rivelarsi di strategica importanza per il Policlinico allo scopo di gestire al meglio l’alta complessità clinica della popolazione di riferimento. 3.10.4 ACQUISTO DI PRESTAZIONI IN REGIME DI LIBERA PROFESSIONE AZIENDALE La riduzione delle liste di attesa costituisce una preoccupazione centrale per l’AOU. In tal senso, nel 2005 l’azienda ha deliberato l’acquisto di prestazioni in regime di libera professione aziendale del personale medico per quelle attività le cui liste di attesa sfiorano i tempi massimi previsti di 60 giorni (cfr, anche la nota del 7/12/2004 dell’Assessorato per la Sanità della Regione Siciliana) o comunque non sono ritenute coerenti con le finalità istituzionali dell’azienda. Le due aree d’intervento sono quella della diagnostica e quella dell’anestesia. Nel primo caso, la preoccupazione principale è quella di ridurre le liste di attesa per l’utenza esterna. Nel caso dell’anestesia, l’obiettivo è quello di ridurre le attese per gli interventi chirurgici nei servizi di emergenza e in regime di elezione, e comunque di incrementare il numero delle sedute operatorie. Per la diagnostica, le prestazioni interessate sono le indagini ecografiche, le visite specialistiche, le prestazioni del dipartimento per immagini e radioterapia. Le UUOO coinvolte, oltre al dipartimento per immagini e radioterapia, sono quelle di ginecologia e ostetricia, di cardiologia e riabilitazione cardiocircolatoria (indagini ecografiche e visite specialistiche), di medicina del lavoro (indagini ecografiche e visite specialistiche), di medicina interna (indagini ecografiche e visite specialistiche), di metodologia chirurgica (indagini ecografiche), di terapia intensiva cardiologia UTIC (ECG e visite specialistiche), di dermatologia (angioscopia videodermatoscopica e visite specialistiche). La spesa complessiva prevista per la seconda parte del 2005 è di circa 330.000 euro, al lordo IRAP. Le prestazioni richieste al dipartimento per immagini e radioterapia riguardano esami TAC compresa refertazione, radiologia convenzionale, esami RMN compresa refertazione, mammografie ed ecografie mammarie, prestazioni ecografiche. La spesa complessiva prevista per la seconda parte del 2005 è di circa 800.000 euro, al lordo IRAP. L’accordo sottoscritto a metà 2005 con le UUOO di anestesia e rianimazione e di anestesia e terapia sub e post intensiva prevede l’acquisto di prestazioni di anestesia per un massimo di circa 19.000 ore e una spesa di circa 1,23 milioni di euro, relativamente alla seconda parte del 2005. 72 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” L’azienda considera tali accordi come necessari ad assicurare adeguate condizioni di accesso ai servizi e di appropriatezza clinica. Al contempo, l’azienda riconosce che tali condizioni devono essere prioritariamente perseguite all’interno delle attività istituzionali del Policlinico e costituiscono quindi misure che potrebbero essere riviste in futuro, anche grazie a un miglioramento complessivo nei gradi di efficienza gestionale dell’azienda. 3.10.5 AMBULATORIO ORTODONTICO Le cure odontoiatriche e odontostomatologiche rivestono un ruolo importante nelle condizioni di salute della popolazione, essendo caratterizzate da una prevalenza estremamente elevata. Per migliorare l’offerta su tale area di attività, l’azienda all’inizio del 2005 ha deliberato l’apertura di un ambulatorio ortodontico per due pomeriggi alla settimana in grado di fornire prestazioni per la cura delle malocclusioni dentarie e delle disfunzioni cranio-mandibolari. Le attività prestate saranno considerate attività istituzionali dell’AOU. Le prestazioni non previste né tra quelle di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili dal SSN (GURS 69 del 02.12.1995) né nella tariffa minima degli onorari per le prestazioni medicochirurgiche (GU 128 del 02.06.1992) prevederanno tariffe interamente a carico degli utenti. In ogni caso, le tariffe dovranno essere remunerative dei costi sostenuti dall’azienda. 3.10.5 DIETOLOGIA E DIETETICA Fin dagli anni Sessanta la Facoltà di Medicina e Chirurgia e, successivamente, la direzione di questo Policlinico hanno riservato una particolare attenzione alle attività di “Scienza della Alimentazione” avviate allora nell’ambito dell’Istituto di Fisiologia Umana. Dopo la costituzione dell’AOU è stata esercitata dapprima nel Servizio autonomo di Dietologia e Dietetica afferente alla Direzione Sanitaria e, attualmente, nella UO Clinica Medica. Per una migliore valorizzazione delle attività svolte e per garantire la flessibilità di azione necessaria agli sviluppi futuri, la collocazione di tali attività passerà presso la Direzione Sanitaria dell’AOU. 73 PIANO STRATEGICO AZIENDALE 4. PROGETTI AZIENDALI ___________________________ 4.1 L’informatizzazione 4.2 Le ristrutturazioni ex art. 20 4.3 L’accreditamento delle strutture e la gestione della qualità 4.4 La farmacovigilanza e l’appropriatezza prescrittiva 4.5 Il polo toro-cardio-vascolare 4.6 L’area delle neuroscienze 4.7 La rianimazione 4.8 La diagnostica e la terapia oncologica ___________________________ 4.1 L’informatizzazione L’AOU ha scelto, in coerenza con gli orientamenti regionali finalizzati alla realizzazione di un unico sistema di governo, di acquisire un sistema informativo aziendale in grado di supportare sia i processi dell’area clinico-sanitaria sia quelli dell’area amministrativo-contabile. Il nuovo sistema informativo servirà a semplificare le procedure aziendali e a meglio rispondere alla crescente domanda di servizi ed informazioni da parte dei cittadini. Inoltre, permetterà di ottenere informazioni sull'attività più tempestive e dettagliate di quanto è possibile oggi. L’attivazione del nuovo Centro Unico di Prenotazione (CUP), attualmente in fase avanzata, è parallela e correlata al progetto di informatizzazione, sia perché ne sfrutta parte dell’infrastruttura tecnica, sia perché risponde alla stessa logiche di interfaccia con l’interno e l’esterno e di favorire l’accesso dell’utenza. Il nuovo sistema informativo rappresenta un’importante azione dell’AOU perché interessa tutte le UUOO e permetterà di ottenere e utilizzare informazioni utili a prendere decisioni informate di tipo clinico e amministrativo. L'utilizzo costante di questi dati per prendere decisioni, permetterà di razionalizzare i processi e offrire un'assistenza appropriata all'interno di un'organizzazione efficiente. Quindi, il nuovo sistema informativo é una condizione necessaria perché, a tutti i livelli 74 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” decisionali dell'AOU, le singole scelte siano prese nelle migliori condizioni possibili. Nel medio periodo decisioni informate possono permettere di recuperare risorse per i progetti d’investimento perché facilitano una migliore gestione dell'attività quotidiana. Allo scopo di rendere più rapida l'adozione e flessibile la gestione complessiva del sistema, questa sarà affidata a un unico soggetto esterno che ha la funzione d’integrare i vari moduli del software e l'hardware necessario. Per questo motivo l'AOU ha già avviato le procedure di affidamento triennale del servizio della fornitura e la gestione del sistema informativo ospedaliero. In base ai tempi definiti nel capitolato di gara, pubblicato nel maggio 2005, entro due anni il sistema sarà operativo in tutte le UUOO. Il progetto prevede la fornitura di hardware e software, il cablaggio delle aree ancora non coperte, la manutenzione e la gestione complessiva del sistema. Figura 8: I moduli del progetto di nuovo sistema informativo 75 PIANO STRATEGICO AZIENDALE Per ridurre il grado di dipendenza dal fornitore per gli affidamenti successivi dopo quello del triennio iniziale e allo scopo di facilitare l'integrazione tra i diversi moduli, il nuovo sistema informativo dovrà essere basato su standard di comunicazione informatica aperti. I diversi moduli che saranno acquisiti a seguito della gara sono raffigurati nella Figura 8. I moduli sono classificabili in tre categorie: clinico-sanitari, amministrativi e portale sanitario aziendale. Tra i moduli clinicosanitari alcuni sono denominati “Sistemi dipartimentali” perché sono utilizzati solo all'interno di alcuni dipartimenti dell'azienda quali, ad esempio, i moduli per il laboratorio o per i quartieri operatori. I moduli clinici che operano in tutta l'azienda formano il cuore del sistema detto “Sistema Informativo Sanitario”. Infine, i moduli amministrativi gestiranno i processi dei servizi di supporto all'attività clinica, come ad esempio la gestione dei magazzini e la tenuta della contabilità analitica. Strettamente collegato ai moduli utilizzati all'interno dell'azienda è il Portale Aziendale Sanitario. Si tratta dell'insieme dei sistemi informativi che l'azienda utilizzerà per comunicare verso l'esterno attraverso internet. Le informazioni fornite potranno essere sempre aggiornate perché condividono parte della base di dati con le informazioni utilizzate nei processi interni all'azienda. In tal modo il cittadino sarà in grado di prenotare visite ed esami da punti facilmente accessibili e, preliminarmente, potrà acquisire tutte informazioni utili al miglioramento della qualità del rapporto con i servizi sanitari. Il portale, insieme al CUP, rappresenta un fondamentale momento per rendere più semplice l’accesso al pubblico ed, al tempo stesso, rendere la gestione più efficiente. 4.2 Le ristrutturazioni ex art. 20 L'AOU ha iniziato un esteso programma di lavori di ristrutturazione ed adeguamento normativo che hanno l'obiettivo di rendere gli edifici dell'azienda più confortevoli e sicuri per i pazienti e i loro visitatori e più funzionali ad erogare servizi sanitari. In totale sono stati programmati interventi, da realizzare con l’utilizzo di specifici finanziamenti statali, per un valore complessivo di 26.132.722 euro. Questi interventi riguardano: a) la ristrutturazione e l'ammodernamento impiantistico e tecnologico dei padiglioni A, B e C (per un importo di circa 20 milioni di euro); b) l'adeguamento delle aree di degenza ai requisiti minimi strutturali per l'esercizio di attività sanitarie previsti dal DPR 14/01/1997 n° 37 (circa 4 milioni di euro); c) l'allestimento locali per attività intramoenia nell'edificio della “ex-lavanderia” (circa 2 milioni di euro); d) la realizzazione al quarto piano del padiglione H di una struttura per le cure palliative (Hospice) da sette posti letto (circa 300 mila euro). 76 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Questi quattro interventi hanno obiettivi diversi e sono descritti in modo dettagliato nella relazione del settore “Gestione Attività Tecniche” allegata a questo piano. Gli edifici che l'azienda utilizza sono stati progettati e costruiti in epoche diverse e, per questo motivo, quelli di concezione più lontana non rispondevano ai requisiti stabiliti dalla nuova normativa in materia di sicurezza, prevenzioni incendi, agibilità e abbattimento delle barriere architettoniche. Inoltre, le direttive per l’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione pongono obiettivi strutturali, tecnologici e organizzativi che rendono necessari molti dei lavori di ristrutturazione programmati. Il comfort alberghiero delle aree di degenza nei padiglioni oggetto dell'intervento sarà notevolmente migliorato e, soprattutto, saranno resi più funzionali i percorsi delle diverse categorie di utenti dell'AOU. Sarà possibile evitare, ad esempio, che il trasporto dei pazienti s’incroci con il passaggio di visitatori e, quindi, incrementare la privacy e velocizzare le procedure. L'intervento di dimensioni maggiori, e cioè la ristrutturazione e l'ammodernamento impiantistico e tecnologico dei padiglioni A, B e C, è stato approvato dall'Assessorato Regionale alla Sanità nel marzo 2005. Data la complessità dell'intervento, il tempo per l’esecuzione dei lavori è previsto in 36 mesi dalla data della consegna delle aree. Dato il forte impatto che provoca l’esecuzione dei lavori, previa apposita analisi è stato predisposto cronoprogramma di trasferimenti delle varie UUOO interessate in modo tale da consentire la massima disponibilità di spazi, possibilmente di interi edifici, alla ditta appaltatrice e limitare, nel contempo, i disagi delle varie attività assistenziali. È in fase istruttoria il progetto di gara per l’appalto dei lavori. 4.3 L’accreditamento delle strutture e la gestione della qualità L’AOU si trova di fronte ad una fase di revisione della sua attività gestionale puntando all’implementazione di un Sistema Qualità improntato sui requisiti previsti dal DA 890/2002 per l’accreditamento istituzionale. Tale fase coinvolge sia i DAI sia i dipartimenti amministrativi e tecnici. Come previsto dal decreto assessoriale, in questo sistema qualità assumeranno un ruolo fondamentale la Direzione Generale, gli uffici di staff adibiti al controllo della qualità e i Referenti Qualità dei DAI. L’attuale applicazione di procedure e di realizzazione di un Sistema Qualità previste per l’accreditamento sono una traccia da seguire, insieme al DPR 14 gennaio 1997, al quale lo stesso decreto assessoriale s’ispira, e alle norme ISO che pare doveroso far salire nella considerazione di tutti gli operatori e in particolare della Direzione. Pertanto L’AOU ha elaborato un progetto per l’applicazione di un sistema di miglioramento continuo della qualità orientato alla 77 PIANO STRATEGICO AZIENDALE gestione per processi che accresca le singole professionalità e il lavoro interdisciplinare e consenta di attuare un modello organizzativo volto all’efficienza ed economicità interna e alla soddisfazione dei bisogni dell’utente. 4.3.1. TRATTAMENTO A LIVELLO AZIENDALE Per “trattamento a livello aziendale” s’intendono quei trattamenti che coinvolgono tutte le UUOO aziendali, cioè si basano sull’intervento dei Referenti della Qualità in servizio presso le UUOO, ma richiedono al contempo una gestione “accentrata” con un unico polo Aziendale responsabile di stabilire e coordinare le modalità operative cui tutti devono attenersi. Tale polo Aziendale è stato individuato nell’unità operativa “sistema di controllo e qualità”. Per i trattamenti sanitari e clinici e l’emanazione di linee guida, il polo è quello della Direzione Sanitaria. Per i trattamenti di gestione aziendale e amministrativa il polo è quello del Direttore Generale. 4.3.2. IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERMENTO Nonostante l’esistenza del DPR 42/1997 che definisce gli standard minimi istituzionali, tecnologici ed organizzativi a cui avrebbero dovuto aderire tutte le organizzazioni sanitarie entro il gennaio 2002, la Regione Sicilia è in ritardo nella sua applicazione. È recente il Decreto Regionale dell’Assessore alla Sanità della Regione Siciliana 890/2002 che stabilisce i “Requisiti organizzativi, tecnologici, generali e specifici per l’esercizio delle attività sanitarie e per l’accreditamento”, prevedendo un tempo di due anni per l’applicazione da parte delle strutture del SSR. A seguito di proroghe stabilite nel 2003 e nel 2005, la data di scadenza per richiedere l’accreditamento è attualmente prevista per il 31 dicembre 2005. 4.3.3. STATO DELL’ARTE DELL’AOU G. MARTINO Nell’ottica della realizzazione del sistema qualità che risponda ai requisiti dell’accreditamento, la Direzione Generale ha investito energie per adeguare la struttura istituendo dei gruppi operativi “DAI” per la gestione, il miglioramento e la verifica del sistema qualità, formandoli con corsi specifici gestiti presso l’Azienda. La Direzione ha realizzato un sistema premiante per la realizzazione di procedure di un sistema qualità, al fine di coinvolgere tutte le UUOO nella stesura di un proprio sistema qualità. Nell’implementazione del sistema qualità aziendale e nella stesura delle procedure idonee per l’accreditamento, la Direzione Generale ha affidato ad una società esterna il compito di supportare le UUOO, in stretta collaborazione con l’unità operativa “Sistema di Controllo e Qualità”. 78 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” 4.3.4 OBIETTIVI Il sistema qualità aziendale contribuisce al perseguimento dei seguenti obiettivi dell’azienda: - coinvolgere e motivare manager, operatori e cittadini-utenti; - ridurre i tempi e le liste di attesa; - identificare e selezionare i processi e le procedure interne ed esterne suscettibili di miglioramento, alla luce degli standard del DPR 14/01/1997 e del DA 17/06/2002; - valutare l'assetto organizzativo, clinico, gestionale ed economico finanziario e verificarne la coerenza operativa in termini di efficacia ed efficienza; - identificare i bisogni formativi di tipo tecnico-professionale e organizzativo degli operatori dei servizi coinvolti nel progetto ed attivare processi formativi coerenti per una migliore risposta alle esigenze degli utenti; - definire i requisiti o standard minimi tecnico-professionali a integrazione di quelli previsti dal DPR e dal DA per garantire migliori interventi nei confronti degli utenti; - verificare l'iter e le modalità della comunicazione aziendale ai vari livelli del macro e microsistema per apportare opportune modifiche per migliorare l'efficienza, l'efficacia e il gradimento nella globalità delle relazioni; - analizzare il grado di soddisfazione dei "clienti interni ed esterni" in rapporto ai servizi ed alle prestazioni ricevute e ricercare gli interventi realizzabili, anche in termini di formazione e di indirizzo cognitivo, per il miglioramento del rapporto tra cittadini e organizzazione sanitaria; - migliorare l'appropriatezza delle prestazioni erogate. 4.3.5 RISULTATI ATTESI Più specificamente, i risultati attesi del sistema qualità aziendale sono: - la riduzione dei tempi di attesa per ricoveri ospedalieri di elezione, per attività ambulatoriali e prestazioni specialistiche, erogate anche in regime di day hospital, dalle UUOO coinvolte nel progetto; - il contenimento dei costi conseguente alla diminuzione degli sprechi grazie ad una migliore efficienza logistico-operativa; - il coinvolgimento motivante degli operatori delle UUOO che partecipano al progetto; - la definizione e l'adozione di linee guida; 79 PIANO STRATEGICO AZIENDALE - l'appropriatezza delle attività svolte e delle prestazioni erogate verificabile con la raccolta campionaria di dati e l'utilizzo di indicatori specifici da utilizzare e monitorare periodicamente; - il miglioramento della qualità tecnico-professionale e la standardizzazione delle prestazioni erogate; - la garanzia di equità nell'accesso ai servizi erogati; - l'incremento della produttività quali/quantitativa valutata periodicamente utilizzando indicatori specifici; - il miglioramento dei livelli di appropriatezza dei servizi erogati centrati su percorsi assistenziali sempre di più focalizzati sul cittadino/cliente; - la riduzione dei tempi di esecuzione e di risposta; - il miglioramento della soddisfazione dell'utente anche in termini di accoglienza e umanizzazione del rapporto. 4.3.6. PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITÀ Le attività cui tutte le UUOO dell’Azienda sono chiamate al fine di ottenere l’accreditamento e di perseguire il miglioramento continuo previsto dal DA 890/2002 sono le seguenti: - redazione di un piano annuale della qualità; - realizzazione di procedure documentali; - progettazione di strumenti di monitoraggio; - progettazione di strumenti di monitoraggio per la soddisfazione degli operatori; - progettazione di strumenti di monitoraggio dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi erogati e del grado di soddisfazione degli utenti; - piano di verifiche ispettive interne annuale; - piano annuale di formazione e aggiornamento del personale; - piano di orientamento/inserimento del personale di nuova acquisizione; - progettazione di piani di manutenzione annuale; - progettazione di piani di sicurezza per gli operatori, pazienti e visitatori; - progettazione di piani di aggiornamento del personale medico e non medico sull’utilizzo sicuro delle apparecchiature; - riesame trimestrale sui sistemi di qualità dell’AOU; - riesame trimestrale da parte dell’unità operativa “sistema di controllo e qualità” sui grado di soddisfazione dei pazienti; - gestione del rischio clinico come strumento di miglioramento della qualità assistenziale. 80 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” 4.4 Farmacovigilanza e appropriatezza nella prescrizione dei farmaci Le politiche per il governo clinico dell'assistenza nell'AOU, descritte nel § 3.2, trovano concreta applicazione nel triennio con riguardo alla razionalizzazione nell'utilizzo dei farmaci. 4.4.1 GOVERNO CLINICO APPLICATO AL PROBLEMA “FARMACI” Il governo clinico dell’uso del farmaco avverrà attraverso un processo/percorso di audit e peer-review che si svilupperà come segue. Raccolta delle informazioni. I progetti collegati all’informatizzazione delle cartelle cliniche (cfr. § 4.1) permetterà di conoscere, per UO, DRG o patologia, i dati su: a) quali e quanti farmaci vengono utilizzati e come vengono forniti, in relazione alle necessità del singolo paziente; b) le motivazioni di uso; c) l’effetto del farmaco rispetto ad altra alternativa farmacologia o meno. In attesa che tali sistemi informatici siano disponibili, i dati saranno raccolti utilizzando i sistemi attualmente in essere, acquisendo dati sulla tipologia e quantità di farmaci forniti in un anno alle singole UO, sulle modalità di fornitura e sul costo del farmaco per degente o giorno di degenza. Non sarà però possibile conoscere le motivazioni e l'esito dell’uso del farmaco. Analisi delle informazioni. I dati raccolti saranno elaborati per valutare qualità, quantità e costo dei farmaci. La valutazione qualitativa riguarda: a) il numero di molecole differenti per UO; b) il numero di molecole differenti della stessa categoria terapeutica per UO; c) il tipo di molecola rispetto alla tipologia di pazienti e dei DRG dell’UO. Per le singole molecole saranno poi valutati la quantità e il costo. Tutte le informazioni sulle quantità verranno trasformate in DDD (dose media giornaliera per l’indicazione principale nell’adulto di peso medio) e si procederà alla determinazione di diversi indicatori sul consumo di farmaci che permettano il confronto tra diversi anni o tra diverse UUOO. Queste informazioni verranno presentate in formato facilmente fruibile attraverso grafici e tabelle per quantità e costi. L’analisi effettuata in diversi periodi di tempo permetterà di valutare eventuali incrementi di 81 PIANO STRATEGICO AZIENDALE consumo e/o spesa per categorie terapeutiche o all’interno di categorie omogenee per particolari molecole. Il confronto tra diverse UUOO permetterà di evidenziare eventuali differenze per categorie di farmaci con uguale indicazione. Obiettivi e organizzazione del progetto. Gli obiettivi che il progetto persegue sono: a) ridurre la variabilità prescrittiva; b) creare un Prontuario Terapeutico Ospedaliero (PTO) provvisorio; c) stimolare la cultura della misurazione routinaria dei dati di consumo e costo/paziente; d) iniziare la stesura di un percorso per la generazione, acquisizione dei flussi d’informazione. A questo scopo, le informazioni ottenute nella raccolta ed analisi dei dati dovranno essere: a) portate a conoscenza dell’intera struttura e non solo della o delle UUOO interessate. In ciascuna UO saranno programmati incontri specifici per condividere le informazioni; b) messe a confronto, in presenza di tutti i componenti delle UO, con le migliori evidenze disponibili (EBM). Sarà creato un gruppo di lavoro per elaborare una bozza preliminare del percorso/PTO. La bozza andrà successivamente analizzata dalle UUOO che dovrebbero utilizzarlo. Tale processo di analisi e condivisione dovrà essere pubblico e consenso o dissenso dovranno essere verbalizzati. Alla fine di tale processo il percorso/PTO sarà approvato dall’AUO. Il personale sanitario dovrà attenersi al percorso/PTO e ogni eventuale deroga dovrà essere motivata e classificata. L’analisi delle deroghe e il loro numero sono parte integrante della possibilità di applicazione. 4.4.2 PDT PER LA PROFILASSI ANTIBIOTICA IN CHIRURGIA La profilassi antibiotica in chirurgia è considerata inappropriata se la scelta del farmaco, delle quantità, dei tempi e vie di somministrazione, a fronte di una riduzione del numero di infezioni del sito chirurgico non significativa, incrementa il rischio d’interazioni tra farmaci, lo sviluppo e la diffusione di resistenze batteriche, e determina uno spreco di risorse economiche. Diversi trial clinici hanno dimostrato come la profilassi antibiotica, associata a una corretta procedura, sia efficace nel ridurre l’incidenza d’infezioni della ferita chirurgica ed è, inoltre, costo-efficace con un rapporto costo-beneficio pari a 1/17. L’uso inappropriato di antibiotici in profilassi rappresenta un problema frequente in Europa e particolarmente in Italia e, nonostante diverse evidenze riportate 82 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” dalla letteratura scientifica abbiano chiarito i principi base su cui poggia una corretta profilassi antibiotica delle infezioni chirurgiche, esistono notevoli differenze tra quanto suggerito nelle linee guida internazionali e la pratica clinica. Il governo clinico dell’uso del farmaco avverrà attraverso un processo/percorso di audit e peer-review che si svilupperà nelle fasi qui di seguito descritte. Raccolta delle informazioni. Per raccogliere i dati sulle prescrizioni sarà approntata un’apposita scheda epidemiologica. Saranno coinvolte nella compilazione tutte le UUOO che effettuano interventi chirurgici in anestesia. Ciascuna di esse dovrà compilare la scheda approntata raccogliendo le informazioni dalle cartelle cliniche degli interventi effettuati nei sei mesi precedenti l’inizio del monitoraggio. Tale scheda ci permetterà di conoscere: a) tipo di intervento e rischio chirurgico (classe); b) rischio anestesiologico (classe ASA); c) tipo di antibiotico utilizzato, dose e tempo di somministrazione; d) esito dell’intervento in rapporto alla infezione chirurgica. Analisi delle informazioni. I dati delle cartelle saranno inseriti in un database informatizzato e le analisi effettuate per dati aggregati stratificati per tipologia d’intervento e classi di rischio d’infezione della ferita chirurgica, per tipologia di antibiotico utilizzato e protocollo profilattico adottato (tempi, via di somministrazione, ecc.). Obiettivi e organizzazione del progetto. Le informazioni ottenute dovranno essere: a) portate a conoscenza delle UUOO coinvolte. Nell’ambito di queste ultime dovranno essere programmati incontri specifici per condividere le informazioni; b) messe a confronto, in presenza di tutti i componenti delle UUOO, con le migliori evidenze disponibili (EBM). La condivisione delle informazioni è resa più facile dall'omogeneità delle linee guida della profilassi antibiotica in chirurgia. Sarà creato un gruppo di lavoro, costituito da 2 chirurghi e da un anestesista che proporrà una bozza preliminare del PDT (anche alla luce dei dati di resistenza batterica locali forniti dalla microbiologia dell'AOU). Tale gruppo deve avvalersi di esperti delle UUOO specialistiche. La bozza andrà successivamente analizzata dalle UUOO che dovrebbero utilizzarlo. Tale processo di analisi e condivisione dovrà essere pubblico e consenso o dissenso dovranno essere verbalizzati. Alla fine di tale processo il percorso/PTO sarà approvato dall’AUO. Il personale sanitario dovrà 83 PIANO STRATEGICO AZIENDALE attenersi al percorso/PTO e ogni eventuale deroga dovrà essere motivata e classificata. L’analisi delle deroghe e il loro numero sono parte integrante della possibilità di applicazione. A sei mesi dal PDT la misurazione dei risultati avverrà analizzando le varie deroghe motivate all'applicazione del PDT, i dati raccolti attraverso la farmacia e un nuovo questionario da sottoporre alle UUOO. Eventuali modifiche dei PDT verranno proposte se reputate opportune. 4.5 Il polo toro-cardio-vascolare Il Policlinico intende creare un polo di eccellenza toracico-cardio-vascolare coerente con la politica aziendale diretta a sostituire le prestazioni erogate attualmente con prestazioni ad elevata complessità e con quella diretta a creare una rete con gli altri attori del sistema sanitario regionale e nazionale. Per tale progetto l’Azienda ha già redatto un dettagliato piano di fattibilità, da cui sono tratte le informazioni che seguono. Gli obiettivi del nuovo polo toracico-cardio-vascolare sono i seguenti: a) effettuazione di un trattamento combinato per quei pazienti con più patologie ed effettuazione dell’intero percorso diagnostico all’interno dell’Azienda; b) trattare i pazienti infartuati in tempi rapidi, riducendo i rischi legati alle emergenze; c) riduzione della mobilità passiva verso altre Regioni, con conseguente potenziale riduzione dei costi per il SSR; d) sfruttamento delle sinergie derivanti dalla creazione del polo, mediante lo spostamento delle attività verso patologie a maggiore complessità o con complicanze, alle quali non si è potuto ad oggi far fronte; e) insegnamento integrato delle patologie cardiovascolari e toraciche; f) svolgere programmi di ricerca clinica in maniera più organica. La creazione del polo si svilupperà in due fasi. La prima fase prevede interventi mirati al miglioramento qualitativo delle prestazioni delle unità di chirurgia vascolare e toracica e nello sviluppo delle attività di cardiochirurgia. La seconda fase prevede il potenziamento delle strutture esistenti, con nuova dotazione di posti letto, di organico e con la redistribuzione degli spazi. Il Polo sarà allocato nel Padiglione H, nei piani VI, IV e terra. La dotazione di posti letto passerà dai 49 attuali (di cui 4 di terapia intensiva e 3 di terapia subintensiva non utilizzati) a 55 nella prima fase e 69 nella seconda fase. 84 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” L’attuale dotazione organica di 103 dipendenti sarà incrementata di 68 unità nella prima fase (19 medici, 31 infermieri, 2 coordinatori infermieristici, 15 OTA e tecnici e 1 amministrativo) e di 8 nella seconda fase (2 medici, 1 coordinatore infermieristico, 5 OTA e tecnici ). Il costo delle nuove assunzioni ammonta a circa 3,6 milioni di euro all’anno. A regime si prevede una produzione di 2.472 casi ROD complessivi, che corrispondono a ricavi per 14,6 milioni annui. Le prestazioni ambulatoriali saranno circa 43.000, a fronte delle quali si prevedono ricavi per 1,2 milioni annui. Gli investimenti necessari all’avvio del Polo ammontano a 3.98 milioni di euro nella prima fase e a circa 1,8 milioni di euro nella seconda fase, per un totale di circa 5.78 milioni di euro. Come evidenziato dal conto economico previsionale (cfr. Tabella 10 alla fine del paragrafo), l’iniziativa può considerarsi economicamente valida a condizione che si raggiungano i volumi di attività ipotizzati. I volumi di attività previsti corrispondono, a regime, a un tasso di utilizzo del 90% circa dei posti letti di degenza. I residui posti letto, possono essere utilizzati per aumenti di volumi o diversificazione di attività e relativo miglioramento dei risultati economici. Il risultato negativo evidenziato nei primi anni è dovuto al normale periodo di avvio dell’attività. A partire dal quarto anno, ipotizzando di raggiungere un volume di attività pari al 93% circa di quello a regime, potrà essere conseguito un risultato economico positivo. Il successo dell’iniziativa passa per la dotazione di strutture di terapia intensiva e di personale dedicato di anestesia e rianimazione, l’aggiornamento dello strumentario disponibile e l’accordo per la definizione di linee preferenziali per la diagnostica. Con riferimento a questo ultimo aspetto, si evidenzia che la riduzione dei tempi di attesa per le procedure diagnostiche consentirebbe di ridurre notevolmente le giornate di degenza. I Fase La prima fase si svilupperà in due anni. Le UUOO che sostituiscono il polo sono la chirurgia vascolare, la chirurgia toracica, la cardiochirurgia, l’unità terapia intensiva cardiologia (UTIC), la cardiologia e riabilitazione cardiologia, l’emodinamica e cardiologia interventistica. Sarà necessario, inoltre, garantire il servizio di anestesia con personale dedicato. Nella prima fase di avviamento del polo, dal punto di vista logistico, si è ipotizzata la seguente allocazione degli spazi: VI Piano Pad. H UO di Chirurgia vascolare, di Chirurgia toracica, di Cardiochirurgia, terapia intensiva, terapia sub-intensiva, sale operatorie. IV Piano Pad. H UO di Dermatologia, di DH oncologico, di Endocrinologia 85 PIANO STRATEGICO AZIENDALE Piano terra Pad. H UO di Malattie infettive e ambulatori di Pneumologia Piano terra Pad. C UO di Emodinamica e di UTIC Pad. A UOCardiologia e riabilitazione Cardiologia La dotazione di posti letto ipotizzata è di seguito dettagliata: Chirurgia vascolare 14 Chirurgia toracica 12 UTIC-emodinamica-cardiochirurgia 20 Cardiologia e riabilitazione cardiologica (DH) 2 Terapia intensiva 4 Terapia sub-intensiva 3 TOTALE 55 La dotazione organica nella prima fase comprenderà 53 medici, 80 infermieri, 5 coordinatori infermieristici, 29 OTA e tecnici e 4 amministrativi, in seguito alle seguenti assunzioni: MEDICI INFERMIERI OTA TECNICI AMMINISTRATIVI 9 Anestesia 6 Terapia intensiva 2 Degenza 2 Sale operatorie 5 Cardiochirurgia 6 Sub-intensiva 4 Terapia intensiva 1 Emodinamica 2 Chirurgia toracica 12 Sale operatorie 4 Sale operatorie 2 Chirurgia vascolare 2 Emodinamica 2 Emodinamica 1 Amministrativo 1 Emodinamica Le sale operatorie necessarie alla prima fase sono tre. Le sale di emodinamica sono due, collocate nel padiglione C. Nella prima fase si sono ipotizzati i seguenti volumi di attività, in termini di casi: UNITÀ OPERATIVA ANNO 1 ANNO 2 Chirurgia vascolare 475 495 Chirurgia toracica 308 319 Cardiochirurgia 110 170 UTIC 1.000 1.000 Cardiologia e riabilitazione cardiologia 46 69 Emodinamica 600 600 Si è, inoltre, ipotizzato un numero di prestazioni ambulatoriali esterne pari a 7.113 per il primo anno e pari a 7.399 per il secondo anno. Il numero delle prestazioni ambulatoriali interne (34.877) è stato ipotizzato costante nel tempo. Il raggiungimento degli obiettivi della prima fase comporta: 86 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” a) l’adattamento di una delle due sale operatorie del VI piano padiglione H, attrezzandola per la cardiochirurgia e la messa a punto di una terza sala operatoria, già in uso all’oncologia chirurgica, per le esigenze delle chirurgie toracica e vascolare; b) l’utilizzo del blocco di terapia subintensiva, attualmente utilizzato per il risveglio postoperatorio, per l’unità di terapia intensiva chirurgica. Le strutture già esistenti sono da riammodernare ed attrezzare; c) la creazione di un’unità di terapia subintensiva chirurgica; d) la creazione di un servizio di anestesia, che consentirà un aumento dei volumi di attività grazie a un utilizzo più efficiente delle sale operatorie. L’attività di emodinamica continuerà a operare nella strutture in cui già è allocata e sarà trasferita in spazi contigui nella seconda fase. Sin dall’avvio è previsto l’acquisto di appropriate attrezzature, che non possono prescindere dalla ristrutturazione degli attuali locali del servizio. Gli investimenti necessari alla prima fase dell’avvio del polo sono i seguenti: DESCRIZIONE IMPORTO (.000 EURO) Ristrutturazione/rimodulazione spazi laboratorio emodinamica 400 Attrezzature sanitarie 3.508 Mobili e arredi 69 II Fase La seconda fase si svilupperà in tre anni e prevede i seguenti interventi logistici: VI Piano Pad. H Sale operatorie, servizio di emodinamica, terapia intensiva e sub-intensiva, degenze di cardiologia, cardiochirurgia, U.T.I.C. ed emodinamica IV Piano Pad. H Degenze di chirurgia vascolare, chirurgia toracica, uffici amministrativi e di Direzione e aule per la didattica Piano terra Pad. H tutti gli ambulatori del polo, compresa l’unità operativa di cardiologia e riabilitazione cardiologia A regime verranno utilizzati 69 posti letto, così distribuiti. Chirurgia Vascolare Toracica 30 Degenze di cardiologia, emodinamica e cardiochirurgia 20 Terapia intensiva cardiologia 8 Terapia sub-intensiva 5 Terapia intensiva chirurgica 4 Cardiologia e riabilitazione cardiologia (DH 2 TOTALE 69 87 PIANO STRATEGICO AZIENDALE La dotazione organica a regime comprenderà 55 medici, 80 infermieri, 6 coordinatori infermieristici, 34 OTA e tecnici e 4 amministrativi, in seguito alle seguenti ulteriori assunzioni: MEDICI 2 Cardiologia INFERMIERI 1 Emodinamica OTA TECNICI 1 U.T.I.C. 2 Sale operatorie 4 Emodinamica 1 Emodinamica A regime, le sale operatorie a disposizione del polo saranno 4; le sale di emodinamica saranno 3, situate nel padiglione H. I volumi di attività di ricovero ipotizzati nella seconda fase sono di seguito dettagliati: UNITÀ OPERATIVA ANNO 3 ANNO 4 ANNO 5 Chirurgia vascolare 525 550 615 Chiururgia toracica 331 344 357 Cardiochirurgia 220 290 350 UTIC 1.000 1.000 1.000 Cardiologia e riabilitazione cardiologia 89 113 150 Emodinamica 1.000 1.000 1.000 Si è inoltre ipotizzato un numero di prestazioni ambulatoriali esterne pari a 7.562 per il terzo anno, 7.805 per il quarto anno e 8.046 per il quinto anno. Il numero delle prestazioni ambulatoriali interne (34.877) è stato ipotizzato costante nel tempo. Per raggiungere gli obiettivi della seconda fase, operativamente saranno necessari: a) il trasferimento della dermatologia e dell’endocrinologia dal padiglione H al padiglione C; b) il trasferimento del servizio di emodinamica al VI piano del padiglione H e l’adeguamento di tre sale ad hoc; c) il trasferimento dell’UTIC al VI piano del padiglione H; d) il trasferimento dei reparti di degenza della chirurgia toracica e della chirurgia vascolare dal VI al IV piano del padiglione H; e) l’utilizzo dell’area di degenza del VI piano per la cardiologia l’UTIC e la cardiochirurgia; f) la creazione di una quarta sala operatoria, per l’attività di cardiochirurgia; g) l’incremento di due posti letto di terapia subintensiva, mediante l’adattamento del locale adiacente al blocco operatorio di cardiochirurgia; h) il trasferimento della cardiologia e riabilitazione cardiologica al piano rialzato del padiglione H, insieme agli ambulatori di UTIC, chirurgia vascolare, chirurgia toracica, cardiochirurgia. 88 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Gli investimenti necessari nella seconda fase ammontano a circa 1,8 milioni di euro, composti da 1.500.000 in lavori e 300.000 in attrezzature sanitarie. Tabella 10: Il conto economico previsionale per il polo toro-cardio-vascolare 4.6 L’area delle neuroscienze L’area delle neuroscienze costituisce tradizionalmente un punto di forza dell’Azienda per motivi che possono essere così riassunti: 1. vi è una consolidata storia di eccellenza di Scuola, sia in ambito neurologico che chirurgico, essendosi succedute alla guida dei rispettivi settori personalità di riconosciuto valore nazionale in termini accademici, scientifici e assistenziali. 2. per quanto attiene alla neurochirurgia, la necessaria centralizzazione della attività in centri di riferimento per macroaree regionali fa sì che la gran maggioranza delle emergenze e della elezione neurochirurgica confluisca direttamente presso questa AOU; 3. esistono unità operative sviluppatesi sino a livelli di eccellenza parallelamente al settore delle neuroscienze, di cui paradigma è la neuroradiologia; 4. vi è un’elevata capacità da parte dei docenti dell’area delle neuroscienze di attirare fondi e ottenere finanziamenti da parte di Enti pubblici e privati. Questo si traduce non solo in risultati di valore scientifico internazionale ma anche in miglioramenti della qualità dell’assistenza per i pazienti ricoverati e, in complesso, dell’immagine pubblica dell’AOU. 89 PIANO STRATEGICO AZIENDALE Le linee di azione che l’Azienda intende perseguire, alla luce di queste premesse, per utilizzare al meglio le potenzialità del settore delle neuroscienze e al tempo stesso a potenziarne l’azione, può essere basata sulle linee di attività e sviluppo qui di seguito descritte. 1. Penetrazione nel territorio. Il settore delle neuroscienze dell’AOU attira pazienti dalle altre province siciliane ma anche da fuori Regione. D’altra parte, non può essere disconosciuto che il fenomeno dell’emigrazione sanitaria verso altre strutture è ancora esistente, seppure in riduzione visto il costante incremento delle prestazioni assistenziali – chirurgiche e non – prestate dall’AOU. Ne deriva l’obiettivo prioritario d’incrementare la consapevolezza dell’utenza territoriale circa l’offerta sanitaria dell’area delle neuroscienze e di migliorare al contempo la nostra capacità di ricezione e di risposta alla domanda. Il triennio 2002-04 ha visto realizzarsi la prima concreta esperienza regionale di telemedicina applicata al settore dell’emergenza neurochirurgica. Il programma, nato come Progetto di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica ha successivamente coinvolto imprenditoria privata di rilevanza nazionale e l’ASL 5. Le ricadute sul piano assistenziale di questo progetto sono: diminuzione dei ricoveri inutili, accelerazione delle procedure per i casi con indicazione ad immediata centralizzazione, ottimizzazione delle risorse, e alta formazione in periferia. La successiva, logica fase di sviluppo prevede l’estensione dell’esperienza maturata a più ampi settori di patologia. Per il biennio 2004-05 il MIUR ha cofinanziato un altro progetto di telemedicina, questa volto rivolto agli eventi cerebrovascolari acuti e che coinvolge Unità Operative dell’area delle Neuroscienze, del Dipartimento Clinico-Sperimentale di Medicina e Farmacologia, di Medicina Interna e Terapia Medica, di Scienze Radiologiche, di Anestesia e Rianimazione. Quest’attività rappresenta un mezzo concreto e d’immediata attuazione per potenziare la nostra presenza e la nostra visibilità sul territorio. 2. Alte tecnologie. In pochi settori della medicina moderna si è realizzato un così rapido progresso tecnologico come nelle neuroscienze, sia per quanto attiene all’imaging diagnostico, sia per quanto riguarda le attrezzature di sala operatoria e terapia intensiva. È intenzione dell’AOU supportare un aggiornamento tecnologici coerente con le competenze professionali presenti in azienda, con gli sviluppi scientifici e tecnologici, con le esigenze della didattica e con gli indirizzi di programmazione regionale (cfr. anche § 4.9). 3. Strutture “pluridisciplinari”. L’AOU attiverà entro il triennio oggetto di questo PSA una Stroke Unit. Oggi i pazienti colpiti da evento cerebro-vascolare acuto ricadono, in ragione delle 90 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” caratteristiche della loro patologia, nelle competenze del neurologo, del neurochirurgo o dell’intensivista, spesso sulla base di criteri non scientifico-organizzativi ma piuttosto legati alla disponibilità di posto-letto. La strutturazione di questa patologia in un settore dedicato dell’area della neuroscienze costituirebbe un vantaggio per la gestione dei pazienti, per l’efficienza delle cure prestate e per la soddisfazione degli operatori. Analoghe considerazioni possono essere fatte riguardo all’attivazione di una terapia intensiva dedicata alla neurochirurgia. 4.7 La rianimazione La rianimazione è connessa sia ad una sempre crescente domanda di cure intensive sia a numerose complessità organizzative. Questo Policlinico è il punto di riferimento per una fascia ampia di popolazione siciliana e calabrese, ma la carenza di posti letto di Terapia Intensiva PostOperatoria (TIPO) condiziona in negativo una molteplicità di situazioni post-operatorie in pazienti critici sottoposti a interventi chirurgici e comporta pesanti ricadute in termini di costi socio-sanitari. Tale carenza, che in realtà interessa in generale l’offerta sanitaria Siciliana e meridionale, comporta frequentemente il ricorso a soluzioni organizzative non idonee, quali il trasferimento di pazienti critici in altre province anche lontane o, addirittura, in altre regioni. In alcuni casi si ricorre al ricovero “in soprannumero” nei posti esistenti presso la UO di Anestesia e Rianimazione. È dunque impegno dell’AOU sviluppare l’ambito della Rianimazione e della Neurorianimazione. La prima tra le azioni previste nel triennio è l’attivazione di otto posti letto di TIPO presso la UO di Anestesia e Terapia Sub e Post Intensiva. Questa azione è parte di un progetto integrato che prevede la destinazione all’UO di medici e infermieri qualificati e specializzati pronti a impegnarsi in locali idonei già assegnati, con dotazioni tecnologiche oramai solo parzialmente da completare. 4.8 La diagnostica e la terapia oncologica Nell’ambito dell’oncologia e delle neuroscienze essere sulla frontiera dell’innovazione tecnologica diagnostica è particolarmente importante per la qualità dell’assistenza. Vi è, infatti, un forte bisogno sul territorio espresso da un’elevata domanda di prestazioni erogate sia a pazienti ricoverati sia a pazienti ambulatoriali. Inoltre, l’Azienda può valorizzare le elevate professionalità, riconosciute dalla comunità scientifica e professionale, di cui dispone. All’interno del Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radioterapia sono già presenti, grazie degli investimenti degli ultimi anni, alcune tra le più avanzate tecnologie. Ala fine del 2004 è 91 PIANO STRATEGICO AZIENDALE stato installato un nuovo angiografo dell’ultima generazione che consente d’incrementare la sicurezza del paziente e di ottenere elaborazioni migliori grazie al software in dotazione. Il dipartimento dispone anche di una Risonanza Magnetica (RM) di 1,5 Tesla e di una Tomografia Computerizzata (TC) volumetrica a 16 canali. Inoltre, è iniziato il processo di gestione delle immagini in formato digitale che oggi consente di inviare le immagini TC, RM e Angiografiche di un paziente alla sala operatoria di Neurochirurgia e Radiochirurgia. Tra le altre innovazioni in atto nel dipartimento ci sono la sperimentazione della “Elastosonografia” (la possibilità di valutare ecograficamente la comprimibilità e l’elasticità tissutale), l’attivazione di un reparto di degenze protette in Medicina Nucleare e lo sviluppo dell’attività interventistica in Neuroradiologia, con le prime esperienze del Sud Italia di embolizzazione con spirali di un aneurisma intracranico e di embolizzazione a distacco elettrolitico. L’AOU intende disporre sempre delle tecnologie diagnostiche più avanzate, e in base a questa politica aziendale, acquisire una PET-TC, strumento che integra una Tomografia ad Emissione di Positroni con una Tomografia Computerizzata. La PET-TC rappresenta una delle avanguardie diagnostiche oggi disponibili in ambito oncologico, delle neuroscienze e nella patologia cardiaca. La PET-TC rappresenterà un investimento significativo per l’azienda, valutabile in circa cinque milioni di euro. Inoltre, la gestione del ciclotrone, sistema che consente la produzione dei radiofarmaci positroni emittenti, rappresenta per l’azienda una sfida ed un’opportunità. Rappresenta una sfida perché la gestione di questa apparecchiatura è complessa e radicalmente diversa da quella degli strumenti normalmente utilizzati in un Policlinico. Rappresenta un’opportunità grazie alle potenziali ricadute sulla ricerca e sull’assistenza della collaborazione tra tutte le figure professionali coinvolte nella gestione del ciclotrone (medico curante, radiofarmacista, fisico sanitario, bioingegnere, medico nucleare e radiologo). Nonostante le difficoltà gestionali e gli investimenti richiesti, si è scelto di produrre direttamente il radiofarmaco acquisendo un ciclotrone perché permette di utilizzare la PET-TC per una maggior numero di prestazioni giornaliere e di ridurre i costi unitari di produzione. La necessità clinica della PET-TC comporta oggi una notevole emigrazione di pazienti nelle altre regioni. Sebbene nei prossimi anni siano previste altre installazioni in Sicilia, la PET-TC del Policlinico può contribuire a ridurre la mobilità passiva regionale (cfr. § 3.4 “Governare la mobilità”). Inoltre, l’utilizzo dei dati ottenibili con questa tecnica permette di migliorare notevolmente l’appropriatezza delle terapie in oncologia. 92 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “G. MARTINO” Inoltre, insieme all’implementazione della RM con sequenze di diffusione e perfusione, per lo studio dell’ischemia cerebrale in fase iperacuta e al nuovo angiografo, consentirebbe di costituire una Stroke Unit di cui la regione è sprovvista. Infine, l’acquisizione di una Cyberknife, innovazione tecnologica in ambito radioterapeutico e radiochirugico, consentirebbe un’eccezionale accuratezza e una dose radiante massima sul focolaio tumorale. L’investimento nella PET-TC e, in generale, lo sviluppo della diagnostica sono un impegno prioritario dell’AOU, sia perché questa scelta ha un impatto positivo per l’attività della maggior parte dei dipartimenti e quindi dell’attività assistenziale, sia perché questa politica è coerente con i fini istituzionali di un Policlinico. 93