RELAZIONE V ASSEMBLEA

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SCHEMA DELLA RELAZIONE
“PIANETA GIOVANI E PROSPETTIVE PASTORALI
IN UN MONDO CHE CAMBIA”
A cura di Mons. Mauro Parmeggiani
1. Ricordiamoci che il cristiano è ottimista per natura
- Il giovane è “capace di Dio”, di accoglierlo e di relazionarsi con Lui.
- Questo dà serenità e fiducia all’azione della Chiesa nonostante le evidenti difficoltà ed il dover sopportare i
tempi lunghi senza essere “snervati”.
- Con “i piedi nel presente” dobbiamo avere “il cuore proiettato nel futuro con la certezza che Dio non ci
abbandona”.
2. Una fotografia del “pianeta giovani”
2.1 I segni positivi
- La giovinezza è un periodo dato ad ogni uomo come compito, dalla Provvidenza, per iniziare a costruire la
sua vita
- I giovani desiderano affermarsi ma sono anche disposti a lasciarsi educare.
- Desiderano guide vicine ed autorevoli.
- Cercano l’amore e la comunione.
- Sperimentano la vita come dono e da tali esperienze nascono le vocazioni ai diversi stati di vita nella
Chiesa.
- I giovani desiderano vivere l’amore bello e non hanno paura dei sacrifici.
- Cercano la verità e la felicità.
2.2 I segni di preoccupazione
- Davanti a tali segni spesso neppure noi operatori oggi siamo preparati a sufficienza per affrontarli e
proporre soluzioni.
- I problemi dei “lontani” sono spesso anche quelli dei “vicini”.
- Ogni problema è opportunità per un’opera di nuova evangelizzazione e ci stimola ad accostarci in maniera
nuova ai giovani per far incontrare Cristo salvatore “ieri, oggi e sempre”.
- I problemi dei giovani prima che riguardo alla fede, riguardano la vita.
- Problema dell’identità e conseguentemente della spiritualità.
- La spiritualità: la capacità di coniugare la vita quotidiana con quella dello Spirito.
- Ricerca da parte dei giovani di molte forme di spiritualità.
- Necessità di innestarci come Chiesa in questa “crepa” per fare recuperare o proporre per la prima volta una
vera spiritualità cristiana.
- La crisi di identità dei giovani.
- L’identità come elaboratore complesso di informazioni che attingiamo dall’esterno e che ci aiuta a cogliere
e valutare la realtà e decidere dove e come intervenire.
- La famiglia disagiata come apportatrice di ferite grandissime nell’identità del giovane.
- La mancanza di proposta di mete alte ma anche di educazione, di paternità e maternità.
- Alla ricerca del senso della vita, i giovani danno varie risposte:
mi sperimento;
mi deprimo e cerco felicità preconfezionate;
ostento la mia corporeità.
- Il problema della crisi di identità maschile e femminile.
- I rapporti tra pochi.
- L’estrema fragilità psicologica.
- Il pensare solo a se stessi.
- La costruzione dell’uomo senza Dio, frutto delle ideologie.
- L’incomprensione del senso della vita e del rispetto che si deve ad essa dal suo concepimento fino alla
morte naturale.
- La perdita del trascendente e di tutto ciò che è “metafisico”. E’ vero solo ciò che sperimento.
- Il narcisismo giovanile.
- La tendenza a ricondurre integralmente la nostra intelligenza e libertà al funzionamento dell’organismo
celebrale. Non c’è spazio per la trascendenza.
2.2.1 L’intercultura e il rapporto tra religioni
- I giovani vivono in un contesto pluriculturale e multireligioso.
- Le religioni si equivalgono?
- Nonostante la secolarizzazione sono molti coloro che sentono Dio vicino.
- La fede cristiana si rivolge al cuore e alla coscienza dell’uomo ma possiede anche una sua ineliminabile
dimensione pubblica.
- Il rapporto con l’Islam e le tradizioni culturali e religiose che vengono dalla Cina.
2.2.2 Il senso di appartenenza
- Bassa percezione, da parte dei giovani, dell’esclusività del proprio Credo.
- Concezione individualistica della fede. Il cristianesimo supermarket a disposizione della coscienza
personale.
2.2.3 La Verità e le verità
- Grande confusione tra la Verità e le verità.
- Mancanza di chi annuncia la Verità.
- Necessità di proporre con chiarezza la Verità.
3 In questa realtà occorre innestare la nostra pastorale
- Il “pianeta giovani” non è più una massa per cui è necessario una pastorale “personalizzata”.
- Non sono più sufficienti i classici itinerari formativi dell’iniziazione cristiana.
- La necessità di dare spazi di espressione e di azione ai giovani nelle nostre comunità.
- Necessità di andare alla ricerca dei giovani, accoglierli, dialogare con loro, crescere insieme per farli
diventare se stessi, aiutarli nell’assunzione di responsabilità, farli sentire a casa nella Chiesa, farli incontrare
con Gesù il Signore nella preghiera e nella contemplazione.
- I giovani: non pericolo o problema, ma stimolo per verificare l’autenticità del nostro essere Chiesa.
- La nuova evangelizzazione ha i giovani come prioritario campo di impegno e necessita di giovani preparati
e convinti per evangelizzare.
4 Aver chiaro cosa è la pastorale giovanile
- Definizione di pastorale giovanile
5 Cosa annunciare?
- Far crescere nei giovani la sete di conoscenza e comunione con il Signore: “Rabbì, dove abiti?” (Gv 1, 38).
- L’incontro vitale con Gesù: non una semplice emozione né una fredda formula dottrinale e precettistica.
- Unità tra fede e vita.
- La proposta di Cristo deve farsi cultura.
- La proposta della Resurrezione che apre alla speranza e riscatta ogni sconfitta e debolezza utilizzando la
Scrittura e i Catechismi.
- Offrire luoghi di silenzio per l’incontro con il Signore.
- Iniziare i giovani alla vita come risposta ad una vocazione.
- La santità come autentica spiritualità laicale.
- Essere capaci di umanizzare il mondo creando autentiche relazioni personali e luoghi umani e umanizzanti.
- L’incontro con Gesù porta all’attenzione verso le situazioni di povertà giovanili e di emarginazione.
- In sintesi: Gesù al centro!
6. Come annunciarlo?
- Insieme! Come Chiesa.
- Attuando una “pastorale integrata” in cui nell’unità della Diocesi, abbandonando pretese di autosufficienza
e autoreferenzialità, le parrocchie si collegano tra loro valorizzando anche la vita consacrata e i nuovi
movimenti.
- Come Chiesa missionaria che si sente tutta responsabile del Vangelo.
- Dove gli uni sono contenti dei successi degli altri.
- L’unità e la comunione sono segni e strumenti efficaci per l’annuncio.
7. La comune progettazione pastorale
- La necessità di progettare insieme, senza escludere nessuno e senza scendere a compromessi, pur con
l’atteggiamento della “pazienza”.
- “La parrocchia realizza se stessa fuori di se stessa” con la consapevolezza che la ricchezza di vita, al suo
interno, fa risplendere come credibile la testimonianza al di fuori.
- La comunità ecclesiale deve aprire ai giovani luoghi di crescita umana e nella fede.
- Necessità di unitarietà di percorsi tra pastorale della fanciullezza e della pre-adolescenza, pastorale
giovanile e pastorale famigliare.
- Rilanciare cammini per la formazione di un laicato sempre più corresponsabile, missionario, orientato verso
la vocazione alla santità.
8. La pastorale missionaria
- La necessità di annunciare Cristo al di fuori delle nostre strutture agli uomini e alle donne di oggi.
- Essere preparati a rispondere insieme alle domande che ci verranno poste.
- Divenire amici e compagnia di chi amici e compagnia non ha per far scoprire il volto di Cristo.
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- Divenire amici delle nostre città, della cultura e dei problemi dei giovani con la nostra chiara identità, per
annunciare Cristo.
- Riscoprire la missionarietà come “vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda” (EN, 14).
- Il cristiano: cittadino destinato a una città futura ma senza fuggire dal mondo.
9. Evangelizzazione e/o catechesi?
- Evangelizzazione e catechesi oggi praticamente si equivalgono.
- Necessità di riappropriarci dell’ansia paolina del “guai a me se non predico il Vangelo”
- Riscoprire il battesimo e l’innamoramento di Cristo per sentirci spinti all’evangelizzazione.
- Evangelizzare come Cristo esige il prezzo di uno sforzo crocifiggente e la disponibilità 24 ore su 24.
10. La Diocesi, la Parrocchia, le Parrocchie o le Unità (o zone) pastorali
- Basta con i campanilismi.
- Riscoprire l’importanza della Chiesa locale con un proprio piano pastorale.
- L’obbedienza si costruisce sul concreto.
- La diocesi è comunità di comunità.
- La “parrocchia” che significa “presso le case” …
- I cristiani: stranieri domiciliati nel mondo per i quali “ogni terra straniera è patria e ogni patria terra
straniera”.
- La dimensione territoriale è importantissima ma occorre essere Chiesa radunata intorno al Vescovo i cui
cristiani chiedono la sym-patheia con la gente del luogo.
- “La Chiesa è stata fatta non per separare quelli che si radunano, ma per unire quelli che sono divisi, perché
questo è il significato della Chiesa – assemblea” (Giovanni Crisostomo).
- Tuttavia occorre essere presenti dove vivono i giovani, anche nei “non luoghi” per indirizzarli a vivere la
fede in “luoghi” comunitari (diocesi, parrocchia, unità pastorale…).
11. La pastorale dei “luoghi” abitati dai giovani
La scuola e l’Università.
Il lavoro.
Il tempo libero.
L’impegno sociale.
La marginalità e la devianza.
Il mondo dell’immigrazione.
I vari muretti…
12. Gli operatori della pastorale giovanile
- Devono essere uomini di preghiera, attrezzati culturalmente ed eticamente orientati in senso cristiano,
capaci di leggere ed usare i linguaggi dei giovani.
- Tre categorie più una per la pastorale giovanile:
la famiglia
gli insegnanti e gli altri responsabili delle varie “agenzie educative”
i catechisti-animatori
i sacerdoti.
- La comunità cristiana sia la culla per tutti gli operatori.
- Vanno avviate iniziative di sostegno tra parrocchie.
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V ASSEMBLEA DIOCESANA
“PRIORITA’ PASTORALI: GIOVANI E FAMIGLIA”
I RELATORI:
DON GIORGIO MAZZANTI
Sacerdote della Diocesi di Firenze, docente di Sacramentaria presso la Pontificia Università Urbaniana
in Roma e presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale. Ha insegnato Patrologia presso il Pontificio
Seminario Marchigiano Pio XI di Fano; ha elaborato la tesi dottorale sulla Cristologia di Basilio Magno,
sotto la direzione del P.Jean Gribomont presso l’Istituto Patristico Augustinianum di Roma.
Ha pubblicato alcuni testi poetici: L’ombra del velo (1985); Nella fiamma del dono (1986), Ultimo
Avvento (1983); Da una terra devastata (Salmo) (1993); Il canto della madre (1997 – 2001); alcuni saggi
sulla poesia di Luzi: “Hustrio: La tragedia della ripetizione” in Pensiero e Poesia dell’opera di Mario Luzi
(Vallecchi, Firenze 1989), Dalla metamorfosi alla trasmutazione. Destino umano e fede cristiana
nell’ultima poesia di Mario Luzi (Bulzoni, Roma 1993).
In ambito più strettamente teologico ha pubblicato alcuni articoli sulla Cristologia di san Basilo Magno;
il volume Testi Cristologici di Basilio Magno ( Borla, Roma 1991); un saggio sulla Teologia spirituale di
don Divo Barsotti intitolato “Spiritualità della presenza escatologica del Risorto. Evento Eucaristico e
comunione universale. Saggio extravagante sulla dimensione profetica di don Divo Barsotti” , in Cerco
Dio solo. Omaggio a Divo Barsotti (Settignano – Firenze1994), distribuito dalla Dehoniana Libri di
Bologna; i volumi I Sacramenti simbolo e teologia. I. Introduzione generale (EDB, Bologna 1999), I
sacramenti simbolo e teologia. II. Eucaristia, Battesimo e Confermazione (EDB, Bologna 2000); tre
saggi intitolati “ La famiglia è parola – immagine”, “ Parola – carne”, “Parola – parabola”, del mistero di
Dio Amore; “Gli sposi: attualizzazione sacramentale – simbolica del rapporto sponsale Cristo – Chiesa”; “
La nuzialità illumina ed orienta la Pastorale. Lineamenti biblici” in R.Bonetti (ed.), Progettare la
Pastorale con la famiglia in parrocchia, Cantagalli, Siena 2001); e altri saggi e contributi in riviste e
miscellanee.
MONS.MAURO PARMEGGIANI
Prelato Segretario Generale del Vicariato di Roma.
Nato a Reggio Emilia il 5 luglio 1961 è stato ordinato sacerdote il 18 ottobre 1985.
Dopo aver ricoperto per breve tempo gli incarichi di Vice Assistente Diocesano per il Settore
Giovanissimi e del Movimento studenti di AC nella Diocesi di Reggio Emilia oltre che di insegnante di
religione in un Istituto Tecnico Industriale, è a Roma dal 1986 quando fu chiamato in qualità di Aiutante
di studio, con il compito di Segretario particolare del Cardinale Camillo Ruini, presso la Segreteria
Generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Dal 1986 al 1991 ha svolto incarichi di collaboratore parrocchiale anche presso la Parrocchia romana di
S.Filippo Neri alla Pineta Sacchetti, soprattutto nell’ambito della pastorale dei fanciulli, dei giovani e
giovanissimi.
Nel 1991 è stato trasferito presso il Vicariato di Roma sempre come Segretario particolare del
Cardinale Camillo Ruini, incarico che ha ricoperto fino al 2003 quando è stato nominato dal Santo Padre
Prelato Segretario Generale del Vicariato di Roma.
Dal 1994 è anche Direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale giovanile di Roma e, dal 2001 è
Incaricato per la pastorale giovanile della Regione ecclesiastica del Lazio.
E’ stato Membro del Comitato per la preparazione della giornata Mondiale della Gioventù di Roma 2000
e del “gruppo di lavoro” per le attività giovanili del Comitato Centrale del Grande Giubileo del 2000.
E’ anche Membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Gioventù, Chiesa, Speranza” presso
il Pontificio Consiglio per i Laici che ha come scopo il sostegno economico delle Giornate Mondiali della
Gioventù.
A Roma ha iniziato l’esperienza dei giovedì di S.Agnese in Agone (serate di evangelizzazione e preghiera
per i giovani) che si stanno diffondendo un po’ ovunque e una scuola di evangelizzazione per preparare
giovani alla missione ai giovani.
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