Serve di Maria Mantellate di Pistoia-Mazzini,90 10 marzo 1990 - Sabato I Sett. di Quaresima 1Gv.4,7-21; Lc.6,27-38 Proseguendo il cammino quaresimale, care sorelle, stasera ci sentiamo come afferrati da una grave tensione: da una parte sappiamo bene che non c'é speranza per l'umanità e per ciascuno di noi, e anche per le nostre comunità religiose, se non nell'amore, in un amore sincero, generoso, gratuito. Dall'altra, quando tentiamo di tradurre in gesti concreti la volontà di amore, ci troviamo davanti tali e tante difficoltà, che ci ritiriamo rassegnati. Come è possibile amare tutti, anche i nemici? E se non si amano i nemici, non accadrà, prima o poi, che il rapporto degenererà in odio, contrapposizione, guerra? O,anche più semplicemente, possibile amare le persone antipatiche? Accettare in comunità la compagnia di persone non gradevoli? E se non riusciamo a fare questo piccolo passo di amore gratuito, come potremo amare, vincendo le contrapposizioni di interessi, ideologie, persona1ismi? Siamo insomma condannati a collocare l’amore fra le utopie illusorie? O siamo condannati a contentarci di qualche piccolo gesto di amore, rivolto a certe persone,quelle con le quali esistono legami di simpatia o di interessi comuni? Ma allora, a che cosa si ridurrebbero le nostre comunità religiose? Quale esempio ne verrebbe per i cristiani e per il mondo? Il Vangelo parla di due livelli di amore. Un primo consiste nell'amare le persone, dalle quali abbiamo ricevuto del bene, o dalle quali pensiamo di poter ricevere un compenso. In questi casi, l'amore può essere sincero,ma è sempre una forma dell'autodifesa: siccome mi è utile amare questa o quella persona, lo faccio; lo faccio liberamente, volentieri, proprio perchè volentieri cerco quel vantaggio che me ne può derivare. Devo dire che questo amore non è da disprezzare: capita anche che qualcuno risponda al bene ricevuto col male, o con l'indifferenza. Se quindi qualcuno è grato a chi gli fa del bene, dobbiamo riconoscere con gioia il suo comportamento come buono. Naturalmente, questo amore è semplicemente "umano": anche i peccatori fanno lo stesso! Non si richiede un cuore particolarmente buono, e un amore di questo genere non salverà mai il mondo! Nel mondo ci sono cumuli di ingiustizie, cattiverie, odi, che avvelenano i rapporti fra le persone. Se vogliamo che questo materiale marcio non ci sommerga dobbiamo eliminarlo. Come? Eliminando forse i cattivi? Così, non diventeremmo cattivi anche noi? E l'aspro piacere della vendetta non giungerebbe a dominare pensieri e azioni? Questo non potrebbe accadere in qualche misura anche in una comunità religiosa? No! No! C'è un unico modo per distruggere l'odio: l'Amore! Solo l'Amore sa distruggere il peccato, salvando il peccatore; sa combattere le ingiustizie,senza creare nuove e più gravi ingiustizie; sa rinnovare il mondo, senza disprezzare nessuno. Si richiede un amore creativo e gratuito. Creativo vuol dire un amore che germoglia là dove c'è solo odio e ingiustizia; gratuito vuol dire un amore che si dona senza preoccuparsi del vantaggio; che non tiene conto di ciò che ha dato, per averne il contraccambio; che è libero da se stesso e dal proprio successo. Il ragionamento è chiaro; ma l'interrogativo rimane: dove posso trovare questo amore? Dove posso andare a imparare la gratuità sincera? Ascoltiamo il Vangelo: «Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perchè Egli è benevolo verso gli ingrati e verso i malvagi. Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro». Dunque, dobbiamo andare a scuola di DIO; dobbiamo cercare di comprendere il suo amore, e accoglierlo dentro di noi, fino a che il suo amore non cambi il nostro cuore e lo renda generoso e creativo. Siate figli dell'Altissimo, dice il Vangelo! Essere figli significa portare dentro di sé, nel più profondo di sé i lineamenti del padre, tanto da assomigliare a lui. Questa è la vocazione più profonda dell'uomo, la radice della sua dignità. Non è forse vero che l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di DIO? E che quindi l'uomo è veramente uomo, quando assomiglia a Dio, quando rende presente nel mondo la bellezza del suo Volto? Con una differenza evidente: la nostra somiglianza ai genitori è scritta nel codice genetico che portiamo indipendentemente dalla nostra volontà; la somiglianza con DIO invece non si attua se non attraverso una nostra scelta libera e consapevole, quella che si esprime nell'atto di fede. Io non posso assomigliare a Dio, se non perchè liberamente accetto Lui come mio DIO, mi apro liberamente al suo Amore, mi lascio trasformare dalla Sua Volontà, lo contemplo con amore e gioia. Ma come posso conoscere l'Amore di Dio e non solo intellettualmente, ma sperimentando nella fede, esistenzialmente, in modo da esserne interiormente plasmato? C'è un itinerario da percorrere, per giungere a conoscere e a interiorizzare l'Amore di DIO, un itinerario che non si può trascurare per nessun motivo. Un itinerario nel quale incontriamo dei segni, che ci fanno pensare alla bontà di DIO; ma incontriamo anche dei segni, che sembrano contraddire questa bontà del Signore. Come uscire da questa tensione? Per il cristiano, c'è' un segno dell'Amore di DIO, che rimane fermo di fronte a ogni possibile esperienza negativa, e questo segno è Gesù Cristo. S.Giovanni manifesta questa convinzione nel modo più profondo: «In questo si è manifestato l'Amore di DIO per noi: DIO ha mandato il Suo Unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per LUI, In questo sta l'Amore: non siamo stati noi ad amare DIO, ma è LUI che ha amato noi e ha mandato il Suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati... Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'Amore che DIO ha per noi! DIO è AMORE!». Queste frasi cercano di esprimere la stessa esperienza dell'Amore di DIO, che si è rivelato verso di noi in Gesù Cristo. Se Giovanni può dire che DIO è Amore, con una frase che quasi ci mozza il fiato, non è perchè ha riflettuto come filosofo sull'essenza di DIO; ma molto concretamente, perchè egli ha visto, contemplato, toccato l'Amore di DIO, quando è vissuto insieme con Gesù. Gesù è la traduzione in parole e gesti umani, dell'Amore eterno e infinito di DIO! L'Amore di DIO è certo misterioso, e supera ogni possibile pensiero e immaginazione dell'uomo; ma nello stesso tempo l'Amore di DIO è concreto, fattivo e si è manifestato concretamente in Gesù. Non posso qui ripercorrere tutto il vangelo, per cercare di comprendere come si manifesta l'Amore di Gesù verso tutti: verso i malati e i peccatori, i piccoli e i poveri discepoli e le folle, gli scribi e i farisei. Sì, anche verso scribi e farisei, perché se verso di loro l'Amore assume i lineamenti del rimprovero, non per questo cessa di essere amore vero! Non possiamo qui ripercorrere tutti gli episodi che ci rivelano Gesù il buon samaritano, che si china sulle piaghe dell'uomo ferito; ma sarebbe proprio questo il cammino da fare, e che vi invito a fare, soprattutto voi, religiose! Qualcuno ha detto che per imparare ad amare, la cosa più necessaria è stare vicino a persone che sanno amare, e amano veramente. L'amore si insegna con l'esempio e si impara con l'attenzione. Questo vale anche a livello di fede. Se vuoi imparare ad amare, devi andare da DIO, guardare come fa Lui stesso ad amare, contemplarLo con amore, col desiderio di imparare: in questo modo il tuo cuore sarà plasmato da DIO stesso e diventerà esso stesso un cuore che ama! Figlie carissime, abbiamo tutti una gran voglia di amare; ma non ne abbiamo la forza, e spesso non sappiamo nemmeno bene, cosa significhi amare. Possiamo confondere l'amore con la debolezza, oppure con la remissività; a volte possiamo viziare l'altro, illudendoci di amarlo, facendo cosi il suo male. L'amore è un'arte difficile da imparare: chiede dedizione e spirito di sacrificio, lucidità e generosità. Per questo, dobbiamo andare a scuola di amore, di amore autentico. Il Maestro è Gesù solo LUI! Che senso ha la Messa che celebriamo oggi e ogni domenica, anzi ogni giorno? Non basterebbe qualche volta, ogni tanto? I1 fatto è che nella Messa è presente il gesto d'amore, con cui DIO ci ha donato Se stesso in Gesù! Allora, quando celebriamo la Messa, veniamo sempre di nuovo a contatto con questo gesto di immenso amore; e, venendo a contatto con l'amore di Cristo veniamo trasformati, o possiamo venire trasformati noi stessi in quello che celebriamo. La Messa ci insegna ad amare! La Messa è Gesù che passa, per lavare i piedi ai suoi discepoli, perchè essi, serviti da Lui, diventino capaci di servirsi a vicenda con generosità. Così, se ogni giorno riprendiamo in mano il vangelo cosa naturale in una religiosa, per leggere la Parola di DIO, è perchè, attraverso questa parola, possiamo conoscere meglio Gesù, e conoscere tutte le sfumature del suo Amore, le diverse modalità e tonalità. Crescendo nella conoscenza di Gesù, possiamo crescere anche nell'amore degli altri sul suo esempio: anzitutto di quelli, delle consorelle con cui viviamo a gomito di continuo. Così, fede e amore si dimostrano strettamente legate fra loro, fino a costituire un unico movimento del cuore. Fede vuol dire conoscere l'Amore di DIO, crederci, affidarsi ad esso con fiducia; amare vuol dire uscire dal proprio egoismo e rischiare nel dono gratuito di sé.. La fede è la radice, l'amore il frutto; la fede è un accogliere, l'amore è un donare; aver fede significa lasciarsi amare da DIO, e, da questo amore ricevuto, scaturisce un amore donato. L'uomo non è una sorgente di amore, per amare, deve prima lasciarsi amare, deve credere fermamente nell'amore che sostiene la sua vita, e che gli permette di vivere senza preoccuparsi troppo di se stesso! La nostra società non può andare avanti senza amore; ma noi non possiamo amare senza accogliere liberamente l'amore di DIO per noi e a noi. Quando perciò spendiamo un poco di tempo per pregare, meditare la Parola di DIO, partecipare alla Messa, facciamo un servizio immenso al mondo perché lasciamo che, attraverso noi un poco dell’amore di DIO si impianti nel mondo, e lo trasformi secondo la sua logica di esistenza. Qui c’é lo scopo anche dell'esistenza della vostra comunità religiosa: responsabilità grave, gravissima: non potete dire soltanto che il mondo va male: anche voi, comunità e singole religiose siete coinvolte in questo malessere universale, e avete in mano tanto da poter contribuire alla sua guarigione e salvezza. Continuiamo questa Messa con la consapevolezza piena del gesto che compiamo.«Carissimi, se DIO ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri». DIO ci ha amato, e l'Eucaristia ci fa incontrare OGGI QUI con questo stesso Amore. Amiamoci allora gli uni gli altri, perchè l'Eucaristia non diventi rito vuoto; ma sia sorgente di vita fraterna! Sarà anche il nostro contributo e la nostra partecipazione alla rievangelizzione del mondo!