calendario febbraio 2010 - Notiziario delle associazioni

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CALENDARIO FEBBRAIO 2010
Giovedì 4 febbraio 2010, ore 21.00
[al ridotto “Luigi Pirandello”]
«…E DIMANI CADRO'. MA DI LONTANO/PACE DICONO AL CUOR LE TUE COLLINE…»
dalla produzione poetica di Giosue' Carducci
con gli Attori del teatro Sociale
regia e guida storica di Delia Cajelli
conferenza-spettacolo
Fonti di ispirazione della poetica di Giosuè Carducci (1835- 1907), primo italiano a vincere il premio
Nobel per la letteratura nel 1906, sono state l’esaltazione del classicismo, le origini antiche
dell’Italia, la passione per la politica, i problemi sociali di fine Ottocento, ma anche i moti
dell’animo, la consapevolezza dello sfiorire delle cose e della morte, la rievocazione di un passato
lontano e inconsapevolmente felice. Il filo della memoria, con il suo carico di rimpianti e di
malinconie, ha portato più volte il poeta a celebrare la bellezza dei luoghi della sua infanzia e
giovinezza, la verde e selvaggia Toscana, rileggendone i paesaggi e gli abitanti in una chiave
mitica e idilliaco-bucolica. Ci imbattiamo così in “Davanti a San Guido”, struggente ricordo dei
cipressi «alti e schietti» di Bolgheri, in “Idillio maremmano”, reminescenza di una ragazza amata, in
“San Martino”, rievocazione della vita di paese nel giorno della vendemmia, ma anche nelle liriche
“Rimembranze di scuola”, “Per Val d’Arno”, “Traversando la Maremma toscana” (dalla quale è
tratta il titolo dell’appuntamento) e “Sogno d’estate”.
Ingresso: posto unico € 8.00, ridotto [giovani fino ai 21 anni; ultra 65enni; militari; soci TCI; Cral,
biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone] € 6.00.
Informazioni: teatro Sociale di Busto Arsizio, tel. 0331.679000.
Nota: L'appuntamento si inserisce nel ciclo di incontri "Perché tu mi dici: poeta?", promosso
dall'associazione culturale "Educarte", con il patrocinio e il contributo economico della Fondazione
comunitaria del Varesotto.
[produzione interna]
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Sabato 6 febbraio 2010, ore 10.30
RIBELLE PER AMORE
[in “Sala grande”]
(Giornata della memoria 2010)
commedia teatrale di Massimiliano Paganini
regia di Massimiliano Paganini e Sergio Farioli
con la compagnia filodrammatica "Entrata di sicurezza"
commedia
«La vicenda si svolge in una valle montana del nord Italia (volutamente non viene specificato il
luogo perché tale storia si sarebbe potuta svolgere in qualsiasi paese) nella casa di Don Clemente,
Il teatro Sociale Srl, piazza Plebiscito 8 – 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331679000, fax. 0331 637289,
[email protected]. Sito web: www.teatrosociale.it. P.IVA 02230520120, C.F. 10805250155.
parroco del luogo. Il nostro curato vive con un giovane sacrista un po’ fesso (tale è il motivo per cui
è stato riformato) e con la sorella zitella che gli fa da perpetua.
Quando l’8 settembre del 1943 il generale Badoglio firma l’Armistizio con gli anglo-americani, il
podestà del paese convince don Clemente ad ospitare in casa propria la giovane figlia con la
scusa che essendo rimasto vedovo non è più in grado di provvedere alla sua educazione. In realtà
egli teme per l’incolumità della figlia qualora dovessero giungere in paese le truppe alleate. Dopo
pochi giorni don Clemente accetta in casa anche un partigiano ferito, scampato
miracolosamente ad uno scontro a fuoco con dei nazisti, dandogli la copertura di seminarista. Tra i
due giovani sboccia l’amore…[…]» (dalla presentazione della compagnia "Entrata di Sicurezza")
Ingresso: riservato agli studenti del liceo artistico "Paolo Candiani" di Busto Arsizio.
Informazioni: liceo artistico "Paolo Candiani", tel. 0331.633154.
Nota: L'appuntamento è promosso in occasione delle celebrazioni promosse dal liceo artistico
“Paolo Candiani” per la Giornata della memoria 2010.
[Sala riservata dalla direzione del teatro Sociale di Busto Arsizio per il liceo artistico “Paolo
Candiani”]
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Lunedì 8 febbraio 2010, ore 16.00 e ore 21.00
[in “Sala grande”]
MORTO UN PAPA SE NE FA UN ALTRO
commedia teatrale da Francis Veber
con la compagnia teatrale “Antica Bottega”
commedia
Risate con sfondo noir sul palco del teatro Sociale. In scena una commedia che racconta di una
visita papale in un piccolo centro lombardo.
Ingresso: spettacolo pomeridiano, € 15, 00; spettacolo serale € 25,00.
Informazioni: tel. 0331.771474.
Nota: Il ricavato sarà devoluto all'Anffas (associazione nazionale famiglie di persone con disabilità
intellettiva e/o relazionale) - sezione di Busto Arsizio.
[affitto sala]
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Martedì 9 febbraio 2010, ore 21.00
CONCERTO DI SAN VALENTINO
[in “Sala grande”]
concerto in ricordo di don Isidoro Meschi
Il teatro Sociale Srl, piazza Plebiscito 8 – 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331679000, fax. 0331 637289,
[email protected]. Sito web: www.teatrosociale.it. P.IVA 02230520120, C.F. 10805250155.
con gli allievi ed ex-allievi concertisti e danzatori del liceo classico "Daniele Crespi" di Busto Arsizio
concerto
L'appuntamento, patrocinato dal Comune di Busto Arsizio, è promosso dal liceo classico "Daniele
Crespi" di Busto Arsizio, in ricordo di don Isidoro Meschi. Durante la serata sarà possibile contribuire
al sostegno della comunità "Marco Riva", istituita dal sacerdote lombardo a favore del recupero di
giovani tossicodipendenti.
Informazioni: liceo classico "Daniele Crespi" di Busto Arsizio, tel. 0331.633256.
[Sala riservata dal Comune di Busto Arsizio per il liceo classico "Daniele Crespi" di Busto Arsizio]
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Mercoledì 10 febbraio 2010, ore 10.00
TESTIMONIANZA DI GOTI BAUER
[in “Sala grande”]
(Giornata della memoria 2010)
conferenza
Goti Bauer fu arrestata in provincia di Varese, sul confine svizzero, a causa del tradimento dei
“passatori”, il 1°maggio 1944. Deportata ad Auschwitz insieme ai genitori e al fratello, il 16 maggio
1944, fu liberata a Theresienstadt l’8 maggio 1945. E' l'unica sopravvissuta della sua famiglia.
LA TESTIMONIANZA: «Avevo 14 anni quando nel 1938 la nostra vita che, fino ad allora era stata
perfettamente integrata nella società, fu sconvolta dalle leggi razziali. Leggi che ci privarono da un
giorno all’altro dei più sacrosanti diritti civili, quelli che consentono ai giovani di frequentare le
scuole, ai loro padri di esercitare le loro professioni.
Vivevo a Fiume con i miei genitori e un fratello di 12 anni. Fummo emarginati: solo pochi ci
dimostrarono solidarietà mentre la maggioranza della popolazione fu del tutto indifferente al
dramma che stavano vivendo. Per opportunismo o per totale insensibilità era più comodo far finta
di non vedere adeguarsi alle disperazioni governative.
Nel 1943, quando dopo l’8 settembre i tedeschi invasero l’Italia ed estesero qui da noi le loro leggi
antiebraiche, la nostra condizione divenne tragica.
Avevo 14 anni quando nel 1938 la nostra vita che, fino ad allora era stata perfettamente integrata
nella società, fu sconvolta dalle leggi razziali. Leggi che ci privarono da un giorno all’altro dei più
sacrosanti diritti civili, quelli che consentono ai giovani di frequentare le scuole, ai loro padri di
esercitare le loro professioni.
Vivevo a Fiume con i miei genitori e un fratello di 12 anni. Fummo emarginati: solo pochi ci
dimostrarono solidarietà mentre la maggioranza della popolazione fu del tutto indifferente al
dramma che stavano vivendo. Per opportunismo o per totale insensibilità era più comodo far finta
di non vedere adeguarsi alle disperazioni governative.
Nel 1943, quando dopo l’8 settembre i tedeschi invasero l’Italia ed estesero qui da noi le loro leggi
antiebraiche, la nostra condizione divenne tragica. Si veniva arrestati per strada, spesso denunciati
da ignobili individui che, pur di intascare la squallida taglia che c’era su ogni ebreo, non si
ponevano problemi di coscienza.
Intere famiglie, neonati, malati, centenari inclusi venivano prelevati di notte dalle case e sparivano
nel nulla. Disperatamente ognuno cercava una qualsiasi via di scampo: pochi fortunati trovavano
ospitalità presso generosi amici che affrontavano il rischio di severe punizioni pur di soccorrerli, c’è
Il teatro Sociale Srl, piazza Plebiscito 8 – 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331679000, fax. 0331 637289,
[email protected]. Sito web: www.teatrosociale.it. P.IVA 02230520120, C.F. 10805250155.
chi trovò rifugio nei conventi, altri, noi tra questi, cercarono di mascherare la propria identità
attraverso documenti falsi. Una copertura alquanto precaria in un clima sospetto e di terrore qual
era quello di allora in cui in ogni luogo e in ogni momento potevi essere fermato e interrogato sui
dati che su quella carta figuravano. E quando ogni minima esitazione nella risposta equivaleva a
un’autodenuncia.
Cercammo allora di trovar rifugio in Svizzera dove, prima di noi, molti erano riusciti a trasferirsi. Ci
rivolgemmo a un’organizzazione di Milano che, dietro lauto compenso, aiutava chi era in pericolo
a varcare clandestinamente il confine. Purtroppo le cose andarono male: a Varese fummo affidati
a due guide, contrabbandieri che conoscevano ogni nascosto sentiero di montagna attraverso il
quale accompagnare i fuggitivi. Ci portarono a Ghirla e da lì, dopo ore di faticato cammino,
durante il quale, spudoratamente, ci avevano rassicurati e illusi, arrivammo a Cremenaga dove ci
tradirono. Sì, proprio lì, sul confine, ci consegnarono ai militi della Guardia di Finanza italiana. Era un
losco tranello in cui, notte dopo notte, cadevano intere famiglie in cerca di salvezza.
Cominciò allora il nostro calvario finale: le SS che vennero a prenderci e ci condussero da un
carcere all’altro. La locanda di Ponte Tresa che fungeva da quartier generale, poi Varese, Como e
San Vittore qui a Milano. Infine il convoglio di vagoni bestiame sprangati che da Fossoli partì il 16
maggio 1944 per destinazione ignota. Una settimana di orribile viaggio, di indescrivibile sofferenza,
fisica e morale, dopo la quale approdammo a Birkenau, il lager di Auschwitz dove erano state
allestite le poderose strutture di sterminio». [testimonianza di Goti Bauer tratta da Binario21.org]
Nota: L'appuntamento è promosso dal liceo artistico "Paolo Candiani" di Busto Arsizio, nell'ambito
delle celebrazioni per la Giornata della memoria 2010.
Informazioni: liceo artistico "Paolo Candiani", tel. 0331.633154.
[Sala riservata dal Comune di Busto Arsizio per il liceo artistico "Paolo Candiani" di Busto Arsizio]
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Venerdì 12 febbraio 2010, ore 10.00
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
[in “Sala grande”]
melodramma buffo in due atti
dall’omonima commedia di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
musica: Gioacchino Rossini
libretto: Cesare Sterbini
con il teatro dell’Opera di Milano
con la Corale lirica ambrosiana (direttore: Roberto Ardigò)
e con l’Orchestra filarmonica di Milano (direttore: Vito Lo Re)
ideazione scenica e regia: Mario Riccardo Migliara
scenografie e attrezzature: Arti di Scena
costumista: Carmen Iacovetta
trucco e acconciature: As Make Up
tecnico luce: Lorenzo Pagella
produzione: teatro dell’Opera di Milano
opera lirica
Un’eccellente medicina contro le preoccupazioni e le difficoltà della vita di tutti i giorni: così si
presenta “Il barbiere di Siviglia”, opera buffa in due atti che il compositore pesarese Gioacchino
Il teatro Sociale Srl, piazza Plebiscito 8 – 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331679000, fax. 0331 637289,
[email protected]. Sito web: www.teatrosociale.it. P.IVA 02230520120, C.F. 10805250155.
Rossini, allora già conosciuto al grande pubblico per il successo dei lavori lirici “L’italiana in Algeri”
(1813) e “Il turco in Italia” (1814), scrisse all’inizio del 1816, in poco meno di tre settimane, per le
celebrazioni carnevalesche del teatro Argentina di Roma.
Il componimento, su libretto di Cesare Sterbini, mutua il proprio soggetto dalla commedia “Le
barbier de Séville ou La précaution inutile” di Pierre-Augustin-Caron de Beaumarchais (Parigi, 1775),
già oggetto di varie versioni musicali, tra le quali quella, molto applaudita, di Giovanni Paisiello
(San Pietroburgo, 1782), i cui sostenitori fischiarono lungamente il debutto della versione rossiniana.
Nonostante l’insuccesso della prima rappresentazione, andata in scena il 20 febbraio 1816 con il
titolo “Almaviva ossia l’inutile precauzione” (l’attuale nome sarà utilizzato solo a partire dalla ripresa
bolognese dello stesso anno), il capolavoro del musicista marchigiano, con il suo meccanismo
teatrale perfetto e le sue frizzanti invenzioni musicali, era destinato a diventare uno dei più grandi
successi del teatro musicale italiano, incantando, tra gli altri, personaggi del calibro di Ludwig van
Beethoven, Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Stendhal e Giuseppe Verdi, che ebbe a dire: «Non
posso che credere “Il barbiere di Siviglia”, per abbondanza d'idee, per verve comica e per verità
di declamazione, la più bella opera buffa che esista».
La vicenda è ambientata nella città di Siviglia, nel tardo Settecento. Qui il maturo don Bartolo tiene
segregata in casa la pupilla Rosina, che egli desidererebbe sposare. Il barbiere Figaro, fantasioso e
pieno di risorse, aiuta l’innamorato conte di Almaviva a conquistare la giovane, che ricambia i suoi
sentimenti. Dopo arditi travestimenti, scambi di biglietti, colpi di scena e la corruzione di don Basilio,
maestro di musica della fanciulla, Figaro e Almaviva riescono a compiere il loro progetto: i due
giovani innamorati si sposano, don Bartolo riceve in dono la dote della ragazza e l’opera si chiude
nell’allegria generale.
Tra i brani entrati nell’immaginario collettivo: l’ouverture iniziale, la cavatina “Largo al factotum” e
l’aria “La calunnia è un venticello”.
L’allestimento del Teatro dell’Opera di Milano, grazie alla regia di Mario Riccardo Migliara,
evidenzia l’estremo umorismo, la pazzia giocosa e i coup de théâtre presenti nel libretto e nella
musica di Rossini. La scenografia ricalca un antico palco della Commedia dell’arte, che, a
seconda delle scene, si trasforma in balcone, in disimpegno o in interno della casa di don Bartolo.
Sulla scena compaiono anche delle Pupet mecanique, bambole meccaniche, a grandezza
naturale, tipiche del Settecento.
Ingresso: platea € 32.00, galleria € 25.00, ridotto [giovani fino ai 21 anni; ultra 65enni; militari; soci
TCI; Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone] € 20.00.
Informazioni: teatro Sociale, tel. 0331.679000.
Nota: Lo spettacolo si inserisce nel cartellone di "BA Teatro", rassegna che riunisce, sotto l'egida e
con il contributo economico del Comune di Busto Arsizio, riunisce i cartelloni di Palkettostage
International theatre productions e dei teatri Manzoni, San Giovanni Bosco e Sociale.
[BA Teatro]
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mercoledì 17 febbraio 2010 - ore 21.00
FESTIVAL CHOPIN 2010
[in “Sala grande”]
recital solistico di Marcello Pennuto
concerto
Il teatro Sociale Srl, piazza Plebiscito 8 – 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331679000, fax. 0331 637289,
[email protected]. Sito web: www.teatrosociale.it. P.IVA 02230520120, C.F. 10805250155.
Il recital solistico di Marcello Pennuto è organizzato dall'associazione musicale W. A. Mozart, in
occasione dei duecento anni dalla nascita di Fryderyk Franciszek Chopin. Il programma della
serata, diviso in due parti, è così strutturato: Due Notturni: op.9 n.1 e 2; Due Polacche : op. 26 n.1 e
2; Due Scherzi: n. 2 e 3; Valzer in la min. op. 34 n. 2; Due Ballate: n. 1 e n.3; Notturno in Do in. op. 48
n.1; Andante spianato e grande polacca brillante op.22. Durante la serata verranno letti passi da
lettere del compositore e pianista polacco e documenti di particolare interesse.
L’incasso, devolute le spese, sarà devoluto ad Unicef a favore dei bambini di Haiti.
Ingresso: posto unico € 10.00
Informazioni: Associazione musicale W. A. Mozart, tel./fax 0331.296528, cell. (+39)335.6251073,
[email protected]. Prevendita biglietti: teatro Sociale di Busto Arsizio (tel. 0331.679000) - mercoledì e
venerdì, dalle 16.00 alle 18.00; sabato, dalle 10.00 alle 12.00.
[affitto sala]
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giovedì 18 febbraio 2010 - ore 11.00
«SEMPRE CARO MI FU QUEST'ERMO COLLE…»
[in “Sala grande”]
dalla produzione poetica di Giacomo Leopardi
con gli Attori del teatro Sociale
regia e guida storica di Delia Cajelli
conferenza-spettacolo
«[…] Situazioni, affezioni, avventure storiche del mio animo»: con queste parole Giacomo Leopardi
(1798-1837), nei “Disegni letterari”, definisce la ricerca poetica degli idilli, componimenti di
carattere soggettivo, personale e interiore, che gran parte della critica ha individuato come il
nucleo più vitale, il momento più puro della sua lirica. Queste opere si suddividono in due segmenti.
Agli anni compresi tra il 1819 e il 1821 risalgono i cosiddetti «Piccoli idilli», ossia le poesie “La sera del
dì di festa”, “Alla luna”, “L’infinito”, “Il sogno”, “La vita solitaria” e il frammento dal titolo “Lo
spavento notturno”. Al biennio 1828-1830 sono, invece, ascrivibili i canti pisano-recanatesi, a lungo
indicati come «Grandi idilli», cioè “A Silvia”, “Le ricordanze”, “La quiete dopo la tempesta”, “Il
sabato del villaggio”, “Il passero solitario” e “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”.
L’insieme di queste liriche compone la «storia di un’anima». Si configura cioè come la riscrittura, in
chiave poetica, di una quotidianità autobiografica, grondante di delusione e amarezza, nella
quale gli stati d’animo, le situazioni e le persone dell’infanzia e della giovinezza, nonché i paesaggi
della movimentata e colorata Recanati (il «natio borgo selvaggio»), vengono rivisitati attraverso il
filtro del ricordo e della nostalgia.
Ingresso: posto unico € 6.00.
Informazioni: teatro Sociale, tel. 0331.679000.
Nota: L'appuntamento è una replica dell’appuntamento su Giacomo Leopardi tenutosi il 14
gennaio 2010, nell’ambito
nel ciclo di incontri "Perché tu mi dici: poeta?", promosso
Il teatro Sociale Srl, piazza Plebiscito 8 – 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331679000, fax. 0331 637289,
[email protected]. Sito web: www.teatrosociale.it. P.IVA 02230520120, C.F. 10805250155.
dall'associazione culturale "Educarte", con il patrocinio e il contributo economico della Fondazione
comunitaria del Varesotto. L’incontro è riservato agli studenti dell'IPC "Pietro Verri" di Busto Arsizio.
[produzione interna]
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giovedì 18 febbraio 2010 - ore 21.00
[al ridotto “Luigi Pirandello”]
«C'E' QUALCOSA DI NUOVO OGGI NEL SOLE, / ANZI D'ANTICO…»
dalla produzione poetica di Giovanni Pascoli
con gli Attori del teatro Sociale
regia e guida storica di Delia Cajelli
conferenza-spettacolo
«Il fanciullino eterno che vede tutto con meraviglia, tutto come la prima volta: […] sogna, parla
alle bestie e agli alberi […] alle nuvole. […] Popola l’ombra di fantasmi e il cielo di dei. Impicciolisce
per poter vedere, ingrandisce per poter ammirare». E’ questo il poeta secondo quanto Giovanni
Pascoli (1855-1912) scrive nella prosa “Il fanciullino”, pubblicata nel 1897 sulla rivista culturale “Il
Marzocco” e riedita nel 1903 sul volume “Miei pensieri di varia umanità” . Da queste considerazioni,
nasce l’attenzione dello scrittore romagnolo per la cosiddetta «poetica delle piccole cose», della
quale massimi esempi si hanno nelle raccolte “Mirycae” (1891-1903), “Primi poemetti” (1897-1907) e
“Canti di Castelvecchio” (1903-1912). Giovanni Pascoli si fa, dunque, cantore della semplicità e
della genuinità della vita campestre, della quale offre suggestivi ritratti di gusto impressionistico in
poesie quali “Lavandare” e “Novembre”, ma dà anche voce al calore degli affetti familiari, visti
come «nido» protettivo. In molte sue liriche, da “X Agosto” a “La cavallina storna”, da “La voce” a
“Aquilone”, ricorrono, inoltre, i temi della tragedia familiare e del ricordo dei «cari morti», rivisitati
attraverso la chiave della «memoria emotiva».
Ingresso: posto unico € 8.00, ridotto [giovani fino ai 21 anni; ultra 65enni; militari; soci TCI; Cral,
biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone] € 6.00.
Informazioni: teatro Sociale, tel. 0331.679000.
Nota: L'appuntamento si inserisce nel ciclo di incontri "Perché tu mi dici: poeta?", promosso
dall'associazione culturale "Educarte", con il patrocinio e il contributo economico della Fondazione
comunitaria del Varesotto.
[produzione interna]
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venerdì 19 febbraio 2010 - ore 21.00
ANDREA LUMAGA, TRASPORTI RAPIDI
[in “Sala grande”]
tre atti brillanti di Roberto Zago
con la compagnia Filodrammatica cittadina "Paolo Ferrari" di Busto Arsizio
Il teatro Sociale Srl, piazza Plebiscito 8 – 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331679000, fax. 0331 637289,
[email protected]. Sito web: www.teatrosociale.it. P.IVA 02230520120, C.F. 10805250155.
adattamento scenico di Luigi Ferre'
regia di Claudio Foresti
commedia
Andrea Lumaga, meneghino ruspante, assieme alla sorella Speranza gestisce, in maniera
artigianale, un traffico poco lecito di sostanze nocive, quando, improvvisamente, si trova coinvolto,
suo malgrado, in un intrigo politico che culmina con la sparizione di un cadavere ingombrante.
Una vedova fin troppo consolabile, uno spasimante venuto dal passato (e dalla Sicilia), un
arrogante funzionario di partito fanno da contorno alla vicenda che si svolge all’interno della
bottega del Lumaga e dove, inaspettatamente, farà la sua comparsa anche un misterioso
neonato.
Ingresso: libero.
Nota: Lo spettacolo è promosso in occasione del Carnevale 2010.
[Sala riservata dal Comune di Busto Arsizio]
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Giovedì 25 febbraio 2010 – ore 21.00
TRA CREPUSCOLARISMO E SPERIMENTALISMO FUTURISTA [al ridotto “Luigi Pirandello”]
(«Perché tu mi dici: poeta?/Io non sono un poeta/Io non sono che un piccolo fanciullo che
piange…»)
dalla produzione poetica di crepuscolari e futuristi
con gli Attori del teatro Sociale
regia e guida storica di Delia Cajelli
conferenza-spettacolo
Sergio Corazzini (1886-1907), Guido Gozzano (1883-1916), Corrado Govoni (1884-1965), Filippo
Tommaso Marinetti (1876-1944) e Aldo Palazzeschi (1885-1974) sono i principali interpreti della
poesia italiana del primo Novecento, stagione nella quale si affermano due movimenti, quello
crepuscolare e quello futurista, diversissimi tra di loro per soggetti e stili.
Se il crespuscolarismo canta, infatti, il senso di sfiducia e ironico pessimismo nei confronti della vita,
l’amore per le piccole cose e la banalità del quotidiano, l’esaltazione degli affetti familiari e
dell’intimità domestica, con un lessico semplice e familiare; il futurismo polemizza, invece, contro il
culto del passato e celebra l’esaltazione della macchina, della velocità, della violenza, della
guerra, facendo uso della tecnica delle «parole in libertà», nella quale la sintassi viene distrutta e la
punteggiatura ignorata.
Tra le liriche più note del periodo, si segnalano "La signora Felicita ovvero la Felicità" di Guido
Gozzano, "Desolazione di un povero poeta sentimentale" e "Per organo di barberia" di Sergio
Corazzini, "Lasciatemi divertire" e "La fontana malata" di Aldo Palazzeschi.
Ingresso: posto unico € 8.00, ridotto [giovani fino ai 21 anni; ultra 65enni; militari; soci TCI; Cral,
biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone] € 6.00.
Informazioni: teatro Sociale, tel. 0331.679000.
Il teatro Sociale Srl, piazza Plebiscito 8 – 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331679000, fax. 0331 637289,
[email protected]. Sito web: www.teatrosociale.it. P.IVA 02230520120, C.F. 10805250155.
Nota: L'appuntamento si inserisce nel ciclo di incontri "Perché tu mi dici: poeta?", promosso
dall'associazione culturale "Educarte", con il patrocinio e il contributo economico della Fondazione
comunitaria del Varesotto.
[produzione interna]
Il teatro Sociale Srl, piazza Plebiscito 8 – 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331679000, fax. 0331 637289,
[email protected]. Sito web: www.teatrosociale.it. P.IVA 02230520120, C.F. 10805250155.
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