AMICA SOFIA Newsletter numero uno, ottobre 2002 NEWSLETTER DA PERUGIA AMICA SOFIA “PHILOSOPHY FOR CHILDREN” E “FILOSOFIA PER NON INIZIATI” ([email protected] ) Numero uno Ottobre 2002 SOMMARIO 1. Amica Sofia 2. Noi di Amica Sofia 3. I due prossimi appuntamenti di Amica Sofia 4. Philosophy for children: laboratorio filosofico nella scuola dell’obbligo 5. I racconti di Matthew Lipman 6. CRIF-CIREP: corsi di formazione locale 7. Made in Perugia 1. Amica Sofia Amica Sofia rimanda al senso ultimo della filosofia: amore per la conoscenza di physis, logos e loro relazioni (esemplificando molto, al limite della metafora). Amica Sofia è solo un tentativo di creare amicizia tra noi e la conoscenza di noi stessi, del cosmo e del modo unico e irripetibile in cui l'uomo ha creato il pensiero, la cultura, il sublime e le loro negazioni. L'interrelazione speciale (nel senso di tipico di una specie) che esiste tra 1 mente umana e natura è percepita da tutti noi, a diversi livelli di consapevolezza. I bambini della scuola dell'infanzia pongono domande tipicamente filosofiche e spesso danno risposte tipicamente filosofiche; in genere nell'età scolare queste domande si spengono in fiumi di ovvietà e stereotipi, per naufragare definitivamente nell'adolescenza sommerse dal conformismo obbligato alle regole, spesso implicite, del gruppo. È possibile una pratica filosofica che aiuti il naturale sviluppo del pensiero, sin dalle prime fasi della scolarità, nel rispetto del principio di precauzione? Questa è la domanda fondamentale che docenti, insegnanti e supervisori del tirocinio, coordinati dal Prof. Livio Rossetti, hanno posto al gruppo di confronto, ricerca, interesse che si andava costituendo intorno a questo tema. A una fase di documentazione (iniziata circa un anno fa) ne è seguita una di vivace confronto sulle possibili connessioni tra la filosofia e la costruzione del pensiero critico, l'orientamento ai valori socialmente condivisi, la consapevolezza di noi stessi e dei processi che ci attraversano, la storia del pensiero dell'umanità, quale bene inalienabile di ogni donna, uomo, bambino. Il dialogo, l'ascolto, la comunità di ricerca sono pratiche filosofiche che ben si adattano all'educazione, anzi ne costituiscono la condizione. Le situazioni stimolo, da cui partire, possono essere rappresentate da narrazioni, immagini, esperienze, metafore, paradossi… Questi i temi fondamentali trattati finora. E' solo l'inizio, il seguito è possibile costruirlo insieme agli amici presenti e futuri. (A.F.) 2. Noi di Amica Sofia Amica Sofia è dunque un’idea e, al tempo stesso, un “gruppo misto” perugino tuttora in fieri che, nel suo primo anno di vita, si è AMICA SOFIA Newsletter numero uno, ottobre 2002 caratterizzato soprattutto per l’interazione tra docenti di filosofia e insegnanti della Scuola Elementare. L’idea iniziale era la constatazione di una carenza – così poco in materia di “philosophy for children” a Perugia e dintorni – e il conseguente desiderio di cominciare a unire le forze per arrivare a colmare almeno in parte questa sostanziale lacuna. Sin dall’inizio ci siamo anche detti: dateci il tempo di crescere, e cercheremo di attivare anche sperimentazioni, seminari, moduli e simili, in modo che questa esperienza possa mettere radici e diventare, come dovrebbe essere, una opportunità formativa non solo per bambini e adolescenti, ma anche per studenti universitari orientati verso la filosofia e/o verso le scienze dell’educazione. È potuta cominciare perciò una prima esplorazione del campo, e si è rapidamente giunti alla conclusione che bisognasse pensare a qualcosa che riguardasse non soltanto i preadolescenti ma, possibilmente, anche i teenagers. Da qui il doppio sottotitolo: philosophy for children in omaggio al pionieristico lavoro svolto da Matthew Lipman e collaboratori negli Stati Uniti, e in Italia da Antonio Cosentino e collaboratori – ma con riferimento prevalente, anche se non esclusivo, alla fascia delle elementari – e filosofia per non iniziati, nozione che indirizza piuttosto verso chi in teoria avrebbe potuto seguire dei corsi strutturati di filosofia al liceo ma ha percorso invece altre strade e dunque si avvicina all’età adulta (o vi entra) senza avere idea della filosofia e senza aver ricevuto stimoli filosofici. Dato dunque il proposito di percorrere questo doppio binario, abbiamo creduto che non fosse il caso di identificarci con l’una o l’altra “etichetta”. Dopotutto, la denominazione di Amica Sofia, che ha un valore intrinseco (come Alberta ha ben scritto all’inizio di questa Newsletter). Dove ci incontriamo? Finora siamo stati ospitati nell’Ufficio Tirocinio del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria (Facoltà di Scienze della Formazione, Univ. Perugia), dunque in via del Verzaro 61, e per il momento quella continua ad essere la sede del gruppo. Telefono: 2 075 585 4968. (Per chi non lo sapesse: via del Verzaro sta sul retro del teatro Morlacchi, in pieno centro storico, e termina di fronte alla Facoltà di Scienze della Formazione.) Chi può ritenersi invitato/a? Le nostre piccole porte sono ovviamente aperte a tutti. Agli “operatori” dell’infanzia e della filosofia – autorità scolastiche, insegnanti delle Elementari, docenti della Media, docenti di filosofia alle Superiori, corsisti SSIS, neolaureati e laureandi in Filosofia e in Scienze della Formazione Primaria – rivolgiamo però un invito particolarmente caloroso. Chi è interessato/a a questo tipo di attività, e a maggior ragione chi ha idee ed esperienze in merito e chi vorrebbe scrivere qualcosa su questa Newsletter, è pregato/a di cominciare con l’inviare una e-mail ad [email protected] per avviare o riprendere i contatti. Inoltre contiamo sui due incontri in programma a breve (v. sotto per i dettagli) per conoscerci un po’ meglio e cominciare a collaborare. A breve contiamo anche di avviare qualche forma di sperimentazione nelle scuole. Una seconda Newsletter verrà diramata prima di Natale. (redaz.) 3. I due prossimi appuntamenti di Amica Sofia Nel primo incontro in programma – previsto per il 23 ottobre alle ore 17 nella sede dell’Ufficio Tirocinio (dunque in via del Verzaro 61) – la dott.ssa Sara Raspa faciliterà una sessione con i partecipanti del gruppo di studio. Verrà utilizzato il curricolo Lipman per fare una particolare esperienza del filosofare e realizzare una sessione tipo secondo la metodologia prevista per i corsi P4C (cioè Philosophy for children). Sarà dunque una sorta di simulazione. Seguirà una riflessione sull’attività svolta, soprattutto per ciò che riguarda la metodologia utilizzata: la redazione dell’agenda e del piano di AMICA SOFIA Newsletter numero uno, ottobre 2002 discussione, il monitoraggio del dialogo e il ruolo dell’insegnante per costruire una comunità di ricerca, la scelta del materiale stimolo. L’appuntamento successivo è per il 13 novembre, stessa sede e stessa ora e verterà sulla filosofia per/con i teenager. Nel corso di questa riunione il prof. Livio Rossetti si propone di formulare e illustrare una sua proposta in materia di approcci non convenzionali alla filosofia che siano presumibilmente commisurati sul mondo mentale dei teenager. Le sue riflessioni prendono spunto da un recente articolo di Marco Lodoli che si intitola Il silenzio dei miei studenti che non sanno più ragionare ed è apparso in prima pagina su La Repubblica del 4 ottobre u.s. Lodoli ha affermato fra l’altro: «La cosa è questa: a me sembra che sia in corso un genocidio di cui pochi si stanno rendendo conto. A essere massacrate sono le intelligenze degli adolescenti, il bene più prezioso di ogni società che vuole distendersi verso il futuro. (…) Io sto notando qualcosa di molto più grave, e cioè che gli adolescenti non capiscono più niente. (…) Le qualità sentimentali sono rimaste intatte, i miei alunni amano, odiano, si indignano, arrossiscono, ridono, piangono, tutto come sempre – ma le capacità logiche, mentali, paiono irrimediabilmente compromesse (…) come se i cervelli avessero subito qualche lieve ammaccatura.» A commento di questi rilievi Rossetti osserva che dovrebbe esserci del vero in ciò che ha scritto Lodoli. Il rischio dovrebbe riguardare specialmente chi, in anni cruciali per la sua formazione, si espone a un flusso pressoché ininterrotto di canzonette, pubblicità, filmati, telefonate e quant’altro. Il rischio è che un simile guazzabuglio finisca per intasare la mente e impedire quel minimo di riordino di cui c’è comunque bisogno. Al confronto, il fatto di aver “visto” una media di diciottomila omicidi entro i quattordici anni (Corriere della Sera del 13 ottobre) potrebbe anche non essere così grave. 3 Per tentare di arginare la deriva indicata da Lodoli c’è uno speciale bisogno di creare situazioni capaci di rimettere in moto le “qualità architettoniche” della mente. Non che la filosofia si identifichi del tutto con le funzioni architettoniche o strategiche della mente umana, ma certamente si muove in quell’ambito. Tanto basta per giungere rapidamente alla conclusione che il problema ha due facce: “sì, ma quale filosofia?” e: “sì, ma come riuscire a farsi largo nella mente di teenager che siano a dir poco distratti?” Il rischio di formulare proposte inadeguate è grande. Non affrettarsi ad anticipare delle possibili soluzioni può anche essere un modo per rispettare l’enorme, drammatica complessità del problema. Ci attendiamo dunque che la relazione di Rossetti prenda le mosse da queste considerazioni preliminari. (redaz.) 4. Che cosa è la Philosophy for children: laboratorio filosofico nella scuola dell’obbligo La Philosophy for children (P4C) è un metodo per l’esercizio del filosofare nella scuola. Vuole educare al pensiero e alla prassi democratica. In particolare si pone l’obiettivo di migliorare e favorire i processi logico - argomentativi, la dimensione metacognitiva, gli atteggiamenti critici - riflessivi, agire positivamente sulla sfera affettiva, emotiva e relazionale degli alunni. L’obiettivo non è quindi trasmettere dottrine filosofiche ma (a) acquisire un metodo nel presentare ai bambini ai ragazzi e, più in generale, ai non iniziati, un’attività, un processo del pensiero, (b) apprendere a filosofare quale metodologia per lo sviluppo di abilità di ragionamento e di interazione sociale. La filosofia è sperimentata come attività che riflette sull’esperienza, fa domande, tenta di risolvere problemi formulando ipotesi, inventa ed immagina situazioni nuove, da senso e significato alle esperienze ed alla AMICA SOFIA Newsletter numero uno, ottobre 2002 vita: pensiero che ricerca, sottendendo tutte le asserzioni, affermazioni e principi. Alle origini della Philosophy for children c’è il professore statunitense Matthew Lipman, che ha pubblicato il suo primo racconto filosofico per ragazzi nell’ormai lontano 1969. (S.R.) 4 anno, insieme con il CRIF, dei corsi di formazione residenziali e locali per formare gli educatori interessati a conoscere ed esercitare la P4C. I corsi consentono di conseguire il titolo di “teacher” e “teacher educator” attestante le competenze per condurre sessioni di P4C con il curricolo Lipman. (S.R.) 5. I racconti di Matthew Lipman Attualmente otto racconti, editi dalla casa editrice Liguori, fanno parte del curricolo Philosophy for children di Matthew Lipman, destinato a bambini e ragazzi dai 5 ai 15 anni. Questa esperienza pedagogica è iniziata negli anni ’70 negli U.S.A. e successivamente si è diffusa in tutto il mondo con l’istituzione di numerosi centri di studio e sperimentazione del programma. I racconti sono in forma dialogica e i protagonisti si confrontano su problemi e questioni di natura filosofica, emergenti dalla loro esperienza. Il lavoro educativo si svolge con piani di discussione, esercizi, attività stimolo proposti dal “facilitatore” al gruppo di studenti che si trasforma in una “comunità di ricerca” in cui esercitare abilità cognitive e affettive relazionali. (S.R.) 6. CRIF–CIREP: corsi di formazione locale. Il Centro di Ricerca per l’insegnamento filosofico (CRIF), diretto dal prof. Antonio Cosentino, è un’associazione che si occupa di didattica della filosofia e, in particolare, promuove, in Italia, la conoscenza e l’utilizzazione del modo di fare Philosophy for children che è stato messo a punto da Matthew Lipman. A sua volta il Centro Interdisciplinare di Ricerca Educativa sul Pensiero (CIREP), diretto dalla prof.ssa Marina Santi, organizza ogni 7. Made in Perugia Abbiamo detto all’inizio che in area umbra siamo sostanzialmente agli inizi in materia di “philosophy for children” e tematiche connesse. Va detto però che sull’argomento la professoressa Chiara Chiapperini, del Liceo Scientifico “Alessi” di Perugia, ha recentemente pubblicato un sostanzioso articolo che si intitola: Il progetto “Philosophy for Children” nell’ambito del volume Lo spazio della filosofia. Riflessioni e proposte didattiche, a cura di P. Sensi e G. Stelli (IRRSAE Umbria, 2001). Nell’articolo della Chiapperini spicca il paragrafo «Alcune riflessioni (e confutazioni)», dove prende forma un’articolata messa in guardia contro il rischio della faciloneria nel proporre temi filosofici a dei preadolescenti che «non hanno gli strumenti adatti per tentare di formulare delle risposte» (p. 89). In una materia come questa la faciloneria è un rischio intrinseco, connaturato. Probabilmente non si è mai abbastanza circospetti, ed è bene che ciò ci venga ricordato. (L.R.) A. Federico, L. Rossetti e S. Raspa in redazione — chiuso il 16 ottobre 2002