Fonte B
I canti di Ossian
Il titolo originale è Fragment of Ancient Poetry, attribuita al mitico bardo Ossian (III d.C.): si
tratta in realtà di un falso ad opera del poeta scozzese Macpherson, che spacciò per
traduzione dal gaelico ciò che in realtà erano sue poesie composte negli anni '60 del XVII
secolo. In Italia i canti vennero tradotti da Melchiorre Cesarotti (Padova 1730-1808) in due
volumi nel 1763 e in quattro volumi tra il 1772 e il 1801.
Il clima poetico dei Canti, incline ad un gusto sentimentale nuovo, barbarico e aggraziato allo
stesso tempo, ebbe una vastissima risonanza nel mondo letterario della fine del Settecento,
già proiettato verso la nuova sensibilità romantica.
Il brano qui riposrtato è stato tratto dal Canto I, disponibile on line sul sito http://www.biblionet.com/lett_stra/testi/poesie_di_ossian.htm
Di Tura accanto alla muraglia assiso,
Sotto una pianta di fischianti foglie
Stavasi Cucullin: lì presso, al balzo
Posava l'asta; appiè giacea lo scudo.
Membrava ei col pensiero il pro' Cairba
Da lui spento in battaglia; allor che ad esso
L'esplorator dell'ocèan sen venne,
Moran figlio di Fiti. Alzati, ei disse,
Alzati, Cucullin: già di Svarano
Veggo le navi; è numerosa l'oste,
Molti i figli del mar. Tu sempre tremi,
Figlio di Fiti, a lui rispose il duce
Occhiazzurro d'Erina, e la tua tema
Agli occhi tuoi moltiplica i nemici.
Fia forse il re de' solitarj colli,
Che a soccorrer mi vien. No, no, diss'egli,
Vidi il lor duce; al luccicar dell'arme,
Alla quadrata torreggiante mole
Parea masso di ghiaccio: asta ei solleva
Pari a quel pin che folgore passando
Disfrondato lasciò: nascente luna
Sembra il suo scudo. Egli sedea sul lido
Sopra uno scoglio, annubilato in volto,
Come nebbia sul colle.