Centro Tutela Consumatori Utenti Comunicato stampa Bz, 28.09.2010 Sacchetti di plastica: a quando la loro definitiva uscita di scena? I contenitori riutilizzabili sono anche meglio di borse di carta o fatte con materiali sintetici biodegradabili La legge finanziaria del 2007 aveva fissato per quest’anno la definitiva uscita di scena dei sacchetti di plastica non biodegradabili. Questi piccoli oggetti posseggono una vita media fra i 15 e i 1000 anni e, come tutti sanno (o forse no), sono fonte di inquinamento ambientale e possono mettere a repentaglio la vita di animali selvatici, qualora non vengano trattati adeguatamente. Soprattutto alcuni animali marini scambiano sovente i sacchetti di plastica per cibo, rischiando con ciò anche la vita. Lo scorso autunno il Governo ha deciso una proroga per l’uso dei sacchetti in plastica di un anno. Ambientalisti e tutti coloro che hanno a cuore il destino del pianeta temono ora che questa importante decisione di messa al bando dei sacchetti inquinanti possa subire immotivati rinvii. Consigli per i/le consumatori/trici: i contenitori riutilizzabili sono la miglior soluzione Chi desideri acquistare in maniera davvero consapevole, dovrebbe ovviamente abbandonare – da subito! – l’uso di sacchetti e borse in plastica e orientarsi verso l’uso di borse in altro materiale, quale cotone, juta, fibre sintetiche o altro ancora. I contenitori riutilizzabili sono, senza dubbio, la miglior soluzione e alternativa! Per produrre una borsa di plastica, i produttori utilizzano petrolio, energia ed acqua. Da un punto di vista ambientale i contenitori riutilizzabili sono decisamente meglio. Borse di carta o fatte con materiali sintetici biodegradabili non costituiscono un’alternativa Spesso nei negozi vengono offerte e messe a disposizione borse di carta: a parte che sono spesso più care, non sono inoltre molto migliori delle borse sintetiche. Per la loro produzione vengono infatti utilizzate lunghe e resistenti fibre di cellulosa che prima vengono sottoposte a trattamenti chimici. Se questi contenitori siano dunque meglio o peggio delle borse di plastica, dipende nello specifico da quale materia prima (carta straccia o altro prodotto di riciclo) sia stata adoperata per la loro produzione e da come avvenga il loro smaltimento. Anche le borse fatte con materiali sintetici biodegradabili non sono in ogni caso una valida alternativa “ecologica” alle borse di plastica. Non appare certo come un vantaggio quando si prospetta al consumatore la facilità con cui si può smaltire tale tipo di contenitori nell’ambiente senza particolari attenzioni. Anche per quanto riguarda l’eventuale compostaggio di tali tipo di contenitori, questo è sì possibile, ma considerato che anche per i gestori degli impianti di smaltimento dei rifiuti non è facile distinguere fra prodotto sintetico biodegradabile e non, alla fine tutto ciò che “appare” plastica o sintetico viene sottratto al ciclo di compostaggio e quindi viene meno la finalità per cui questi prodotti biodegradabili erano stati realizzati. Borse di plastica quale “veicolo pubblicitario” Molti consumatori e consumatrici si lamentano inoltre di come in molti supermercati si debbano sborsare anche 5 cents o più per avere una borsa di plastica, che funge poi anche da mezzo per la pubblicità di qualcuno. Legalmente è tutto a posto; i consumatori possono tuttavia chiedersi se vogliano continuare davvero ad essere parte di questo doppio “business” (prima si paga la borsa e poi la si porta anche in giro come veicolo di pubblicità) oppure se non sia arrivato davvero il momento di dire basta a tali prodotti inquinanti, che tanti danni hanno già procurato all’ambiente.