Luana Natale 1M Ricerca di storia. (Taranto)
Taranto
Verso il 706 a.C. gli Spartani fondarono la città di Taranto, seguendo un filone che aveva
condotto alla costruzione delle doriche Rhegion e Sybaris. Numerosi sono gli elementi che
collegano la città a Sparta. Tra tutti ricordiamo le stesse divinità: Apollo Hyacinthos e
Vorthia. La città diviene un centro di smistamento della ceramica achea, porto e luogo di
sosta delle navi provenienti da oriente nelle loro rotte di cabotaggio. Divenne famosa per le
sue terracotte esportate in tutto il Mediterraneo. Famosa era anche per le sue statue dei
templi e dell'agorà. Tra queste si ricordano quella di Zeus, la più grande dell'antichità dopo
il Colosso di Rodi; l'Eracle di bronzo di Lisippo e l'Europa sul trono di Pitagora di Reggio.
Taranto era famosa anche per le stoffe, il vino, l'olio ed i frutti di mare. Celebre era la
cavalleria, simile a quella japigia, artefice di molte vittorie. Fino al 280 a.C. la flotta navale
tarantina era superiore a quella romana. Accerchiata da Lucani, Iapigi e Romani, Taranto
decadde, ma soprattutto perchè affidò il comando degli eserciti a generali stranieri, tra
cui ricordiamo Cleonimo, Archidamo, Alessandro il Molosso, Pirro. Famosi erano anche gli
atleti tarantini, vincitori di trofei panellenici. Nel 473 a.C. i tarantini cercano invano di
conquistare la capitale messapica Manduria. Nel 410 a.C. Taranto controllò la zona di
Brindisi, appartenente al regno Japigio-Messapico. Tale egemonia durò poco tempo, in
quanto gli Iapigi ripresero il controllo, con l'aiuto di Atene. Praticamente nella Magna
Grecia si ripercuoteva la politica di lotte che stava coinvolgendo le due grandi città
elleniche Atene e Sparta. Nel 444 a.C., per porre fine alla guerra con Thurii, venne eratta
la città di Heraclea in piena Siritide. Sia quest'ultima che Metaponto entrarono sotto
l'influenza tarantina. Verso il 390 a.C. Taranto ingaggiò una lotta contro Siracusa che
controllava quasi tuttla la Calabria, risolta con accordi di pace. Al pari di Archimede va
ricordato Archita, ingegniere tarantino, che dispose tutti i sistemi di difesa della città e fu
capo della lega italiota che aveva capitale in Heraclea. La morte di Archita segnò l'inizio
della decadenza di Taranto di fronte l'ascesa sannita e romana. La città si affidò ai
condottieri stranieri. Nel 342 a.C. il re di Sparta Archidamo III arrivò a Taranto e nel 338
a.C, venne ucciso da Lucani e Messapi sotto le mura di Manduria. I Lucani allora conquistano
Heraclea. Fu la volta di Alessandro il Molosso, zio del grande Alessandro Magno, che, con il
sostegno di Taranto, prese Brentesion (Brindisi), Siponto, Heraclea, Cosentia, capitale dei
Brutii e Paestum. I tarentini abbandonarono il progetto del condottiero perchè avevano
capito che li avrebbe sottomessi. Successivamente Alessandro il Molosso venne ucciso dai
Bruzi. Intanto Roma fondava le colonie di Luceria e Venusia (291 a.C.). Di nuovo Taranto
chiese l'aiuto spartano ed arrivò Cleonimo con 5.000 uomini e 20.000 mercenari trovati
anche tra i Messapi. I Romani, nel 302 a.C., si accordarono per una pace nella quale si
impegnavano a non attraversare Capo Lacinio. La partenza di Cleonimo segna l'intervento
del re siracusano La morte di Agatocle segna l'ascesa al potere dei Bruzi e Romani, che
controllavano tutto il sud dell'Italia, a parte Taranto. Una flotta romana entrò nella città,
contravvenendo i patti di Cleonimo, ma venne sconfitta dai tarantini. Incitati dalla vittoria
ripresero Thurii, ma giunsero le legioni romane. Fu la volta di Pirro che, dopo una serie di
vittorie, venne definitivamente sconfitto nel 275 a.C. a Maleventum. Tuttavia rimase
l'epirota Milone a difesa della città. Giunsero i Romani ed i Cartaginesi e nel 235 a.C. ci fu
la capitolazione. Taranto conobbe le guerre puniche e resta fedele a Roma, mentre la
tradisce sotto l'ascesa di Annibale. Nel 209 a.C. la città diviene definitivamente romana e
vennero deportati i suoi abitanti.