Corso di Laurea per Educatore Professionale Appunti di Informatica Anno Accademico 2007-08 Appunti sul Modulo 1 - Parte Ia Obiettivi tratti dal Modulo 1 della ECDL Tipi di computer Distinguere le varie classi di computer (supercomputer, mainframe, minicomputer, workstation, personal computer) in termini di capacità di elaborazione, velocità, costo e impieghi tipici. Conoscere il significato di terminale intelligente e terminale stupido. Componenti di base di un personal computer Sapere quali sono le componenti principali di un personal computer: l'unità centrale di elaborazione (CPU), l'hard disk, i più comuni dispositivi di input/output, i tipi di memoria, i supporti rimovibili come dischetti, USB disk, CD-ROM, ecc. Sapere cosa significa dispositivo periferico. Unità centrale di elaborazione Sapere cos'è l'unità centrale di elaborazione (CPU) e che cosa fa: calcolo, controllo logico, gestione della memoria, ecc. Sapere che la velocità della CPU è misurata in Megahertz (MHz) o Gigahertz (GHz). Dispositivi di input Conoscere i vari dispositivi usati per inserire dati nel computer come mouse, tastiera, trackball, scanner, touchpad, penna luminosa, joystick, ecc. Dispositivi di output Conoscere quali sono i più comuni dispositivi utilizzati per mostrare i risultati delle elaborazioni del computer: unità di visualizzazione (schermo, monitor), stampanti di uso normale, plotter, dispositivi a microfilm, sintetizzatori vocali, ecc. Memoria di massa Distinguere i vari tipi di memoria di massa in termini di velocità, capacità e costo, per es. hard disk interni/esterni, DVD, data cartridge, CD-ROM, dischetti, ecc. 1 Corso di Laurea per Educatore Professionale Appunti di Informatica Anno Accademico 2007-08 Appunti sinteticii (si tratta soprattutto di un memorandum delle cose da conoscere, il cui contenuto è sicuramente da “espandere” per mezzo di una buona Guida alla ECDL) Tipi di computer E’ necessario avere un’idea di quali siano i principali tipi di computer e sulle loro caratteristiche: a. supercalcolatori b. mainframe (+ i terminali “stupidi” ad essi collegati) c. minicomputer (+ i terminali “stupidi” ad essi collegati) d. workstation e. personal computer (PC): 1. desktop (da scrivania) 2. laptop (portatili) 3. palmtop (palmari, da taschino, PDA) tipologia utilizzo tipologia di utenti supercalcolatori calcoli estremamente complessi mainframe server di reti complesse, con enormi basi di dati centri di ricerca, meteorologia, usi militari banche e assicurazioni, grandi aziende, enti pubblici minicalcolatori mainframe in miniatura, per gestire archivi e programmi contabili, come server di reti di piccole dimensioni workstation progettazione computerizzata ed elaborazioni grafiche personal computer elaborazione personale banche o medie imprese utilizzo professionale, ambienti di ricerca, piccole imprese privati, piccole imprese prezzo indicativo milioni di € costi elevati software utilizzato sviluppato appositamente per l’uso richiesto sviluppato all’interno del soggetto utilizzatore > 25.000 € preconfezionato 10.000 € preconfezionato o sviluppato ad hoc 800-2.500 € preconfezionato Si definisce “terminale stupido” un dispositivo (inserito in una rete di computer) che non effettua nessuna elaborazione, ma si limita alla lettura dei dati immessi ed alla visualizzazione dei risultati. L’elaborazione è riservata al server di rete. Se una rete utilizza come terminali dei PC dotati di capacità proprie di elaborazione e di immagazzinamento dei dati, essi si possono definire anche “terminali intelligenti”. 2 Corso di Laurea per Educatore Professionale Appunti di Informatica Anno Accademico 2007-08 Le funzioni di un calcolatore Schematizzando, le funzioni di un elaboratore elettronico, di un computer, sono classificabili come: 1. elaborazione di dati 2. memorizzazione di dati 3. trasferimento di dati da e per l’esterno 4. controllo su tutte le risorse e componenti del calcolatore L’architettura di elaborazione è un compromesso tra diverse esigenze flessibilità nel calcolo (tanti possibili usi) modularità della struttura (ad ogni componente una specifica funzione) scalabilità dei componenti (sostituzione con uno migliore) standardizzazione dei componenti (sostituzione in caso di difetti) abbattimento dei costi (costruzione su vasta scala) semplicità di installazione e di esercizio del sistema disponibilità di applicativi a basso prezzo La memorizzazione può essere per periodi brevi (quanto serve per poter elaborare i dati) o lunghi, per archiviarli. I compiti di trasferimento sono svolti da unità dedicate, le periferiche di I/O Il trasferimento su lunghe distanze (mediante rete) è chiamato trasmissione dei dati. L’elaborazione, la memorizzazione ed il trasferimento dei dati sono sottoposti al controllo da parte dell’utilizzatore e -internamente al calcolatore- di una apposita unità di controllo, detta CPU. L’evoluzione dei personal computer A titolo di esempio, sono riportati nella tabella sottostante i valori di alcuni importanti parametri, che ci danno la misura della rapida evoluzione delle CPU utilizzate dai personal computer, dal 1978 in poi. CPU Intel 8086 Intel 80486 Intel Pentium 4 anno 1978 1989 2004 frequenza in MHz 4,77 25 ÷ 50 2800 ÷ 3800 dimensione registri/ampiezza bus dati 8/16 bit 32/32 bit 32/64 bit n° transistor 29000 1,2 milioni 125 milioni 3 Corso di Laurea per Educatore Professionale Appunti di Informatica Anno Accademico 2007-08 Componenti di base di un personal computer Vi sono vari tipi di computer, ma tutti rispettano un’architettura di riferimento, uno schema generale: quello della macchina di Von Neumann [si pronuncia fon noiman] (1947). CPU memoria centrale memoria di massa unità di I/O Bus di collegamento BUS Schema della architettura base di un calcolatore (o macchina di Von Neumann) Cominciamo col distinguere le parti macroscopiche di un computer, ossia quello che si vede dall’esterno: a. unità centrale (racchiusa in un contenitore, detto all’inglese case) b. periferiche (dispositivi di input e di output) Dando uno sguardo al case da fuori possiamo vedere: 1. le porte per i vari tipi di connettori; port vorrebbe dire “porto”, ma si è italianizzato in “porta”: è il nome che si dà al blocco di piedini (in inglese, pin) di ingresso o di uscita. Sono di vario tipo: seriali (i connettori seriali, disponendo di un solo filo elettrico -più la massa- fanno passare un bit alla volta) parallele (i connettori paralleli dispongono di otto fili più uno per la massa, quindi fanno passare un intero byte alla volta) audio video power (per dare corrente al computer) USB (sono porte seriali di nuova concezione, molto veloci) 2. i cavi di collegamento (o collettori). Se diamo uno sguardo dentro la scatola (case), vediamo le componenti costitutive del computer: a. motherboard (scheda madre, su cui sono integrati tutti i chip ed i relativi circuiti elettrici di collegamento, ossia i bus) b. CPU, ossia il microprocessore centrale, a cui è demandato il compito di dirigere tutte le operazioni del computer c. memoria centrale (RAM ed altre memorie al servizio della CPU: ROM, cache di 1° e 2° livello) d. memorie di massa (HD, floppy disk, CD-Rom, DVD, cartucce a nastro, ecc.) e. slot per schede di espansione Le schede, spesso dei veri computer nel computer, sono dedicate ciascuna ad una particolare funzione: scheda video, scheda audio; altre schede sono invece fatte per contenere attrezzature aggiuntive, come ad esempio un modem interno. 4 Corso di Laurea per Educatore Professionale Appunti di Informatica Anno Accademico 2007-08 Unità centrale di elaborazione La CPU: cosa è e cosa fa Cosa è: è il microprocessore (Central Processing Unit), ossia un chip integrato, formato da una piccola piastra di silicio, posizionata sulla scheda madre (motherboard), e sulla cui superficie sono stati “stampati” milioni di transistor miniaturizzati. o Sul microprocessore (abbreviato anche in p) sono oggi integrati milioni di transistori (ancora nel 1979 erano “solo” 29mila, ma si sono moltiplicati nel frattempo…). o Sulla scheda madre, oltre alla CPU, si trovano altri chip (con varie funzioni) ed i collegamenti elettrici necessari. Cosa fa: governa tutte le operazioni richieste dai programmi applicativi e dal sistema operativo. Ossia genera tutti i segnali elettrici occorrenti per far funzionare i circuiti collegati alla CPU stessa. Inoltre esegue tutti i calcoli, mediante una unità logicomatematica (ALU, ossia Arithmetic-Logic Unit) che nei moderni processori si trova all’interno della CPU stessa. o Qualsiasi azione venga compiuta da e attraverso i circuiti che compongono il computer, essa è sempre la manipolazione più o meno complessa di segnali binari: tutta l’elettronica digitale si basa su commutazioni di tensione del tipo “acceso/spento” o “c’è/non c’è tensione sul filo”. In altre parole, tutti i dati manipolati dal computer sono solo e solamente degli impulsi di tensione, perché i cosiddetti circuiti “logici” possono solo distinguere i due stati di presenza o assenza di tensione su una linea elettrica collegata al loro ingresso. Per inciso: un transistore è sostanzialmente un interruttore; combinandone insieme alcuni, secondo date modalità, si ottengono circuiti logici, capaci di compiere le funzioni logiche elementari, ossia AND, OR e NOT. Tanto per esemplificare: una “porta AND”, ossia un circuito elementare capace di compiere la funzione di AND logico, è quella che ha ai due ingressi una tensione dello stesso tipo, che sarà tale anche in uscita (in termini logici, associata a 1 la condizione VERO ed a 0 la condizione FALSO, perché sia vero il risultato dell’AND logico devono essere vere entrambe le condizioni di ingresso: 1 AND 1 dà ancora 1, quindi VERO, mentre 1 AND 0 dà 0, ossia FALSO; ovviamente, 0 AND 0 dà ancora 0). La CPU dispone di una propria memoria interna, i registri, per i dati di immediata elaborazione: dimensioni minime, tempo di accesso estremamente rapido pari ad un ciclo di clock. Esterna alla CPU, ma integrata sullo stesso chip, in modo da non dover far passare i dati attraverso il bus, si trova una memoria cache (che utilizza delle RAM statiche, molto veloci), organizzata su uno o due livelli. La memoria centrale (la RAM vera e propria) è posta invece esternamente rispetto alla CPU, ed è quindi collegata attraverso il bus. La memoria di lavoro La memoria di lavoro (la memoria centrale, ossia la RAM, ma anche la cache) può essere vista come una successione ordinata di elementi binari, capaci cioè di assumere uno fra due possibili stati, indicati convenzionalmente con 0 e 1. Ciascun elemento di memoria può quindi immagazzinare un singolo bit. Gli elementi di memoria binari sono raggruppati logicamente in unità minime indirizzabili, dette celle. Ogni cella può contenere 8, 16, 36, 64 elementi binari, a seconda del tipo di computer. Si definisce parola di memoria del calcolatore una successione di bit pari al numero di elementi binari di una cella. Ogni cella ha un indirizzo, che definisce la sua posizione relativa rispetto alla prima cella di memoria, che ha convenzionalmente l’indirizzo zero. 5 Corso di Laurea per Educatore Professionale Appunti di Informatica Anno Accademico 2007-08 La memoria di lavoro di un calcolatore è quindi organizzata come una matrice di celle contigue, singolarmente indirizzabili, ognuna delle quali può memorizzare una “parola di memoria”, ossia un numero di byte compreso tra 1 e 8. Un chip di memoria può contenere attualmente miliardi di byte. Per leggere o scrivere il dato contenuto in una cella di memoria, occorre che la CPU acceda alla cella mediante il relativo indirizzo. La lettura del dato lascia lo stesso inalterato, mentre la scrittura lo altera, sostituendo (e rendendo quindi irrecuperabile) il contenuto precedente con uno nuovo. Allo spegnimento del computer, tutti i dati contenuti della RAM vengono perduti. Una funzione importante assegnata da alcuni programmi ad una piccola parte della RAM è quella di buffer. Una delle funzioni dei buffer è di mantenere in memoria parte dei dati, in attesa della loro elaborazione. Un’altra è di funzionare come spazio di memoria per il “taglia e incolla” o per la registrazione degli ultimi comandi usati, in modo da permettere il ripristino dello stato precedente, in caso di errore o ripensamento. Windows chiama clipboard questo spazio di memoria. Le memorie di massa Oltre alle memorie di lavoro (o memorie veloci), la RAM e le cache, esistono memorie non volatili, la cui funzione principale è di essere usate per la memorizzazione dei dati: si tratta quindi di memorie permanenti, non volatili. Si va dai vecchi floppy disk agli hard disk, ai CD-Rom, ai DVD, alle unità a nastro, fino alle recenti memory pen capaci di contenere anche alcuni GByte di dati ed inseribili “a caldo”, mediante le porte USB. Per valutare una memoria si utilizzano diversi parametri: volatilità (ossia perdita dei dati al cessare dell’alimentazione elettrica), velocità di accesso, velocità di trasferimento dei dati, capacità -ossia capienza, quantità di dati che vi possono essere immagazzinati-; costo per bit. Le memorie possono essere basate su tecnologie elettroniche (veloci ma relativamente costose), magnetiche (con grande capacità, buona velocità, permanenza dei dati anche in assenza di alimentazione e costo relativamente basso), ottiche (veloci e permanenti, ma con tempi di scrittura molto alti o non riscrivibili); negli ultimi anni si sono diffuse le memorie flash (elettroniche, riscrivibili, non volatili, di capacità crescente: ad oggi vi sono già memorie capaci di contenere alcuni GByte). Diverso può essere anche il metodo di accesso alle celle di memoria: dato l’indirizzo di una cella da leggere o scrivere, l’accesso ad essa può essere sequenziale, casuale, misto. Accesso sequenziale: le celle sono poste in successione, quindi per leggere un dato occorre passare prima da tutte le celle che lo precedono. E’ tipico dei dati memorizzati su nastro magnetico. Ma anche sui dischi ottici, dove i dati sono memorizzati in una spirale continua che va dal centro alla periferia. Accesso casuale: l’accesso ad una cella non richiede di passare da altre celle, ma si va direttamente all’indirizzo specificato. E’ la modalità tipica della memoria centrale (RAM, ROM, cache). Accesso misto: l’indirizzo di una cella non permette di determinare con precisione la sua collocazione fisica sul supporto di memorizzazione. L’accesso al dato avviene mediante l’individuazione della traccia e del settore in cui esso è contenuto, quindi facendo una lettura sequenziale fino alla cella cercata. E’ il metodo tipico per leggere -o scrivere- i dati presenti su dischi magnetici (floppy disk, HD); ma anche CD audio, DVD video, dove la memorizzazione avviene in tracce distinte. 6 Corso di Laurea per Educatore Professionale Appunti di Informatica Anno Accademico 2007-08 Il bus Il bus: cosa è e cosa fa Cosa è: il microprocessore e gli altri componenti elettronici che si trovano sulla motherboard comunicano tra di loro mediante impulsi elettrici che viaggiano attraverso piste di rame tracciate sulla stessa scheda madre, che si chiamano (proprio per la loro funzione di trasporto) bus. Cosa fa: per fare un paragone, se la CPU è il cervello del computer, i bus rappresentano il sistema nervoso della scheda madre. Il bus centrale, quello che mette in comunicazione la CPU con la RAM, si chiama bus di sistema (system bus). Al bus di sistema sono connessi tutti gli altri bus che collegano la CPU ai vari dispositivi di ingresso e uscita. In sostanza, dovendo scegliere tra connettere le componenti del computer -ossia i vari dispositivi- collegando ciascuna di esse a tutti gli altri, oppure collegare tutti i dispositivi ad un unico insieme di linee, è stata scelta quest’ultima modalità, cioè appunto la creazione di un bus. Il bus di sistema è definito da un valore che ne misura l’ampiezza, ossia il numero di bit che possono essere trasferiti contemporaneamente. Mentre sia le CPU che i bus degli anni ’70 erano ad 8 bit (ad esempio quelli del Commodore 64; ma già nell’INTEL 8086 -che equipaggiava i primi PC dell’IBM- si aveva un bus a 16 bit, capace di trasferire due byte per volta; bisognerà però arrivare al Motorola 68000, montato sugli APPLE Macintosh e sui Commodore Amiga, per vedere insieme un processore ed un bus entrambi a 16 bit su computer di tipo personal), adesso si hanno bus a 64 e a 128 bit, ossia in grado di trasferire 8 o 16 byte contemporaneamente. Attualmente i PC montano delle CPU a 32 bit, con bus a 64 bit. Dispositivi di input/output Le periferiche si distinguono in due tipi: a. di ingresso (input): tutto ciò che permette di introdurre comandi o dati nel computer tastiera mouse, touchpad o trackball, penna ottica, tavoletta ottica, touch screen scanner web camera, microfono, ecc. b. di uscita (output): tutto ciò che permette di ricevere i dati elaborati dalla macchina monitor casse acustiche stampante plotter videoproiettore i Schede relative a questo gruppo di appunti: scheda “Dentro il computer” [file dentro il computer.rtf] scheda “La motherboard (scheda madre)” [file scheda madre.rtf] scheda “Transistor e porte logiche” [file transistor.doc] 7