DISCORSO ON.ALFANO FESTA DEI NONNI 2 OTTOBRE 2009

DISCORSO ON.ALFANO
FESTA DEI NONNI 2 OTTOBRE 2009
Carissimi, un doveroso saluto, colmo di affetto per Sua Eccellenza mons. Antonio Di Donna Vicario
generale della nostra diocesi che ci onora oggi della sua presenza.
Eccellenza Reverendissima la sua presenza e la Sua illuminata parola ci offrono la vera essenza di
questo nostro incontro e della realtà operativa della Pastorale diocesana della Terza età.
Salutiamo il nostro assistente, parroco della Cattedrale mons. Antonio Tredici che profonde per tutti
noi, il Suo impegno sacerdotale e la Sua competenza.
Salutiamo, altresì, il direttore della pastorale diocesana per gli anziani, Don Antonio Di Franco del quale
apprezziamo la conduzione diligente e penetrante al servizio dei fratelli bisognosi, e i suoi collaboratori,
in primis la signora Giulia Landi e il Dr. Eugenio Rocco, entrambi dinamici e generosi.
Da cinque anni ci incontriamo qui in Cattedrale per celebrare la giornata della festa Nazionale dei
nonni.
Ci tengo a precisare per nonni si intendono anche le premurose nonne.
È bello, ma soprattutto è importante vederci per sublimare la gioia dell’incontro, per scambiarci
esperienze e arricchirci spiritualmente.
Il nonno, si, siamo nonni, ricopriamo un ruolo all’interno della famiglia che abbiamo generato e
all’interno della società in cui viviamo quotidianamente.
Il posto che occupiamo rispecchia veramente il ruolo che dovremmo avere?
Quante volte ci assale l’urgenza di avere una risposta a questa domanda!
Ebbene la risposta la possiamo trovare senza troppe esitazioni.
Andiamo per gradi – Parliamo della famiglia, si, perché noi abbiamo un ruolo all’interno della famiglia,
anche se esso non si esaurisce solo all’interno della famiglia.
In essa esiste una graduatoria: figli, genitori, nonni… i figli, perché sono essi l’oggetto dell’attenzione di
genitori e nonni.
Ai genitori spetta il dovere di educare, assistere, i figli della loro unione.
Essi sono il modello, che si offre agli adolescenti, dico così, perché, si tratta di un modello da plasmare.
Il loro impegno è totale, strettamente primario ma il più delle volte, non sempre equilibrato, ben
richiesto e ben presentato.
Beninteso, il nonno non sostituisce il genitore, che abdica al suo ruolo di educatore.
Agiamo con prudenza senza viziare troppo i nostri nipoti, lasciamo indenne l’autorevolezza ai genitori.
L’essere genitore è inteso come scuola educativa che esige tre cose assolutamente connesse tra loro:
preparazione, pazienza e amore per tutte le necessità dei figli.
La paternità non è un ruolo che si possa improvvisare. Specialmente ai nostri giorni, in cui tutto è
diventato precario, approssimativo, discutibile.
“I capelli bianchi sono la saggezza di un popolo” non è solo un proverbio ma una grande realtà!
La prerogativa dei nonni e nonne è la memoria storica del passato che trasmette affetti familiari alle
generazioni future.
I nonni, io penso con tenerezza e rispetto al rapporto che ebbi con i miei nonni.
Direte, sono cose di altri tempi; no, perché oggi noi troviamo il nonno, all’interno della famiglia che
diventa riferimento dei nipoti, sostegno e aiuto ai giovani genitori.
Laddove c’è in casa un anziano si respira una unione di amore, che filtra attraverso un sorriso, una
mano tesa, una parola di conforto.
La felicità che tutti cerchiamo affannosamente, consiste credetemi, esclusivamente nell’equilibrio
spirituale, di ognuno di noi che significa prima di ogni altra cosa star bene con se stessi.
Prima di concludere consentitemi di accendere con voi virtualmente una stella, quella di Mons.
Giacomo Pinelli, che come espone magistralmente nella sua poesia Don Antonio Di Franco, è per noi
una luce che ancora oggi illumina con calore le nostre iniziative.
Viviamo in una città che non si riconosce più, colma di arroganza e di indifferenza; scuotiamoci, perché
il nostro vivere quotidiano, quel filo gioioso della speranza, che ci unisce nel bene prenda sempre più
forza.
Dedichiamo più tempo alle nostre famiglie, accogliamo con amore cristiano quelli che incontriamo sul
nostro cammino, a che vediamo bisognoso spezziamo con amore il pane della carità e non facciamo
mancare loro la parola di Dio.