25 dicembre NATALE DEL SIGNORE Messa del giorno Is 52,7-10 - Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio. Dal Salmo 97 - Rit.: Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore. Eb 1,1-6 - Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio. Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Un giorno santo è spuntato per noi: venite tutti ad adorare il Signore; oggi una splendida luce è discesa sulla terra. Alleluia. Gv 1,1-18 - Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. PER COMPRENDERE LA PAROLA Nessuna delle letture della Messa del giorno racconta l’avvenimento del Natale. Tuttavia, per molti praticanti, soprattutto vecchi e bambini che non frequentano la Messa della notte, è la festa del Natale. Non lo si dimentichi nella predicazione! PRIMA LETTURA Profezia presa dal “Libro della consolazione di Israele”, nella seconda parte di Isaia. Il popolo è in esilio, Gerusalemme abbandonata, in rovina. Il profeta vede il Messaggero che annuncia pace, felicità, salvezza. Nel Nuovo Testamento questa missione sarà attribuita a Gesù (Lc 4,43) e ai predicatori della fede (il nostro testo in Rm 10,15) conformemente all’ordine di Gesù: “Andate in tutto il mondo e proclamate la Buona Novella...” (Mc 16,15). All’origine di questa pace: Dio che regna... o piuttosto che ritorna a prendere posto in Gerusalemme e a risollevarne le sarti. È la risposta alla preghiera dei salmi: “Dio dell’universo, rialzaci” (Sal 79), l’eco della profezia di Michea: “Egli starà là e pascerà”, letta nella 4a domenica di Avvento. La consolazione di Israele determinerà la sorpresa dei popoli... Da un capo all’altro della terra si saprà che Dio salva il suo popolo. SALMO Natale del Signore “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici 1 Invita a cantare questo Dio che “si è ricordato del suo amore” e aiuta il suo popolo a rinnovarsi... Un canto al quale tutta la terra è invitata a unirsi. SECONDA LETTURA È l’inizio della lettera agli Ebrei, una specie di sintesi rapida della cristologia. – Cristo è presentato in rapporto a Dio: Suo Figlio parla in suo nome (cf il Battesimo di Cristo: “Questi è mio Figlio... ascoltatelo”). “Irradiazione della sua gloria”, “impronta della sua sostanza”: si ritrova qui l’eco di ciò che vien detto della Sapienza di Dio (Sap 7,25-26) e nel prologo di san Giovanni: “Il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. Il Figlio è assiso alla destra di Dio perché da lui generato, cf il Sal 109 (si veda il commento alla festa del Corpus Domini). – Cristo è pure presentato in rapporto alla creazione e alla storia umana: Per mezzo di lui sono stati creati i mondi, cf Prv 8,22-31 (si veda la festa della SS. Trinità) ed egli continua a sorreggere l’universo. Lo stesso tema nel Vangelo: “Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto”. La sua venuta nel mondo inaugura la fine dei tempi e la sua parola porta a compimento la rivelazione confidata nei tempi antichi ai profeti, cf Gv 1,18: “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito... lo ha rivelato”. Il mistero della redenzione è brevemente evocato nei due momenti di “purificazione dei peccati” (mediante la passione) e glorificazione di Cristo. Egli ha ereditato un nome, quello di Signore... (cf Fil 2). VANGELO Prologo di san Giovanni. Esprime gli stessi temi cristologici della lettera agli Ebrei, però con maggior forza di affermazione e di concisione. – Cristo Figlio di Dio e Dio egli stesso. – Cristo espressione di Dio: Egli è il Verbo, noi abbiamo visto la gloria che riceve dal Padre, lui solo ci fa conoscere il Padre. – Cristo autore della creazione, autore della vita. – L’Incarnazione viene affermata più chiaramente: Egli si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. – La Redenzione viene suggerita con le allusioni al rifiuto opposto dal mondo alla venuta di Cristo: “Il mondo non lo riconobbe... I suoi non l’hanno accolto”. Giovanni aggiunge a tutti questi temi: Natale del Signore “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici 2 – quello della nostra adozione divina, frutto della fede in Gesù, – e quello di Giovanni Battista, ultimo dei profeti e testimone di Gesù. PER ANNUNCIARE LA PAROLA (piste di omelia) Dio in mezzo ai poveri Per il Natale si spende molto denaro: il Comune per le luminarie, le famiglie per rendere belle “le festività” e per procurare tanti bei regali. I poveri rischiano di doversi accontentare delle vetrine, gli stranieri di avere il cuore un po’ più stretto del solito, nella nostalgia del Natale della loro terra, nonostante tutti i gesti di bontà che, quasi istintivamente, si moltiplicano in questi giorni. In realtà, Natale è la nascita d’un Dio povero, d’un emigrato. E coloro che hanno conosciuto “la buona notizia”, la “grande gioia”, non sono gli occupanti romani o i ricchi del paese, ma alcuni emarginati, alcuni individui disprezzati. Dio è venuto per tutti, ama tutti gli uomini, certo, tuttavia le sue preferenze sono i piccoli, i poveri, in mezzo ai quali prende posto. Il Dio dell’universo quando manifesta la sua grazia agisce così. Al primo momento, rischia di passare inosservato. È un fatto abituale. Si sarà festeggiato il Natale, ma senza incontrare Cristo. Per vivere un vero Natale, dobbiamo avere un cuore di povero, riconoscerci in esilio lontani dal Signore e, in profonda umiltà, stare accanto ai poveri di oggi, alle persone sole, agli stranieri. Allora daremo gloria a Dio e serviremo la pace. Un Dio bambino Per molti, anche cristiani, c’è un malinteso nei riguardi di Dio. Dio onnipotente, perché non intervieni? Dio padrone del mondo, ci togli ogni responsabilità? Dio di verità, perché sei diventato silenzioso? Così si fanno al Signore dei rimproveri contraddittori: di indifferenza, di dispotismo o di dimenticanza dei suoi. A Natale, Dio, il vero Dio, si rivela in Gesù Cristo. “Apparizione della grazia”. Ed è un bambino, un neonato. Il Verbo di Dio diventato “in-fans”, colui che non parla. Egli ha bisogno di noi. Dipende da noi, ha bisogno di essere protetto e aiutato per crescere. Bestemmia? Eppure, dopo tutto, nella vita umana “abituale” sono proprio i bambini a comandare, con la loro stessa debolezza. Sono loro a spingere i genitori perché si comportino “con sobrietà, giustizia e pietà”. Misterioso potere del neonato. Ecco in che senso il bambino della mangiatoia ha bisogno di noi, della sua Chiesa, perché il suo regno si estenda e aumentino la pace e la giustizia. “Meraviglioso scambio!”. La gioia di Natale Natale del Signore “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici 3 Il mondo è portato facilmente al pessimismo. Molti uomini sono tristi. In tutti i momenti della storia gli uomini hanno sentito il bisogno di essere consolati e di ricevere buone notizie. In questo giorno di Natale tutti cercano la gioia e più o meno chiaramente sentono che Cristo è colui che la porta. “La grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo”. Per far nostra la gioia di Natale è necessario accogliere Cristo mediante la fede (“Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”). Non soltanto un momento di emozione sentimentale di fronte alla mangiatoia, al piccolo povero: bensì il ri-conoscimento in questo bambinello dell’immenso amore di Dio per noi, il ri-conoscimento della nostra vocazione a diventare in lui figli di Dio, a condividere con lui la pienezza di vita del Padre. Se si vuole entrare veramente nel mistero del Natale, bisogna arrivare fino a questo punto. La gioia del Natale dev’essere comunicata, non solo coi doni, con gli incontri amichevoli, con le feste di famiglia: “I pagani non fanno altrettanto?”. Si tratta di diventare a nostra volta “coloro che portano la Buona Novella”, di testimoniare la nostra sicurezza nell’amore del Padre rivelato in Gesù Cristo. Tutta la terra deve vedere la salvezza del nostro Dio. Come Giovanni Battista, noi non siamo la luce! Possiamo però renderle testimonianza, con discrezione e umiltà. Se abbiamo un cuore di figlio di Dio. Dio al centro della nostra storia umana Dove va il mondo? Eterna domanda. Insomma, che cosa guida il mondo? Altra domanda alla quale si danno molte risposte contrarie: il denaro, le idee, l’amore... Natale e il mistero di Gesù hanno qualcosa da dirci in proposito. Dove va il mondo? Incontro a Dio, incontro al Padre. Tutta la lunga storia della creazione, il lento avanzare degli uomini verso la vita spirituale, devono trovare il loro compimento in Dio – nella Gerusalemme celeste – dove, accanto al loro Padre, i figli di Dio conosceranno la pienezza della vita, della luce e della gioia. Il Verbo s’è fatto carne appunto per farci conoscere questa realtà. Questa conoscenza non dispensa dal cercare di capire il proprio tempo e di trasformare questa nostra vita sulla terra, ma dà alla vita un sapore speciale. Che cosa allora guida il mondo? In modo definitivo, Cristo. A Natale, egli non viene nel mondo come un intruso. “Tutto è stato fatto per mezzo di lui”. Per mezzo di lui Dio ha creato il mondo. Nella storia sacra egli era già presente, almeno come annunciato e atteso. Ora eccolo in mezzo a noi, “Emmanuele”. Se vogliamo che il mondo cammini, dobbiamo ascoltare lui, dobbiamo seguire lui. Ai potenti della terra una cosa simile può sembrare senz’altro ingenua e ridicola. Natale del Signore “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici 4 Eppure è la verità. Noi che datiamo i nostri anni dalla nascita di Cristo, dovremmo esserne convinti semplicemente guardando i calendari! Che questo Natale renda sempre più luminosa la nostra speranza e più forte la nostra volontà di vivere come figli di Dio. Natale del Signore “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici 5