CITTÀ DI URBINO AMAT con il contribuo di REGIONE MARCHE MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO URBINO TEATRO SANZIO STAGIONE 201516 APERTURA DI STAGIONE 9 OTTOBRE TOQUINHO IN CONCERTO PROSA 12 NOVEMBRE AMBRA ANGIOLINI, FRANCESCO SCIANNA, FRANCESCO BISCIONE TRADIMENTI HAROLD PINTER, MICHELE PLACIDO 11 DICEMBRE ALESSANDRO PREZIOSI DON GIOVANNI MOLIÉRE 13 GENNAIO MASSIMO GHINI, GALATEA RANZI, CLAUDIO BIGAGLI, GEA LIONELLO MASSIMO CIAVARRO, LUCA SCAPPARONE, ALESSANDRO GIUGGIOLI UN’ORA DI TRANQUILLITÀ FLORIAN ZELLER 26 GENNAIO STEFANO ACCORSI DECAMERONE VIZI, VIRTÙ, PASSIONI GIOVANNI BOCCACCIO, MARCO BALIANI 23 FEBBRAIO CATAPULT MAGIC SHADOWS 15 MARZO SEBASTIANO LO MONACO PER NON MORIRE DI MAFIA PIETRO GRASSO, ALESSIO PIZZECH 19 APRILE VIRGINIA RAFFAELE PERFORMANCE GIAMPIERO SOLARI DA NOVEMBRE URBINO IN MUSICA 2 ͣ Stagione Musicale al Teatro Sanzio in collaborazione con Cappella Musicale S.S. Sacramento DA GENNAIO A TEATRO CON MAMMA E PAPÀ appuntamenti domenicali pomeridiani di teatro per tutta la famiglia TEATROLTRE tracce di teatro contemporaneo LA CITTÀ IN SCENA esperienze di teatro amatoriale COMUNICATO STAMPA Una nuova, ricca e curiosa stagione di spettacolo dal vivo attende il pubblico al Teatro Sanzio su iniziativa del Comune di Urbino in collaborazione con AMAT. Ad inaugurare il cartellone - che presenta sette appuntamenti per la sezione dedicata alla prosa (in abbonamento) - è il 9 ottobre Toquinho, una leggenda vivente della musica internazionale accompagnato dalla sua inconfondibile chitarra protagonista di una serata all’insegna della storia della musica brasiliana e mondiale. Diretti da Michele Placido, due attori molto amati della scena italiana, Ambra Angiolini e Francesco Scianna, sono i protagonisti il 12 novembre dell’inaugurazione della stagione in abbonamento con Tradimenti, una delle opere più note del Premio Nobel Harold Pinter. Robert ed Emma sono apparentemente una coppia felicemente sposata, hanno successo nei loro rispettivi lavori e sono buoni amici di Jerry e sua moglie Judith. A una festa Jerry confessa ad Emma di amarla e lei ricambia lo stesso sentimento. Ma Robert il più perspicace, il più arguto, il più scaltro dei tre personaggi si accorge dell'infedeltà di sua moglie e infine Emma schiacciata dalle proprie bugie e dal tradimento finalmente confessa. L’11 dicembre Alessandro Preziosi porta in scena in veste di interprete e regista Don Giovanni. Lo spettacolo rappresenta per il bell’attore il compimento di una particolarissima trilogia di ambientazione seicentesca che ha attraversato Amleto, Cyrano per approdare a Don Giovanni. Toni drammatici e comici si incrociano di continuo nel testo di Molière e proprio questa compresenza fa emergere un materiale drammaturgico teso a coniugare l’esaltazione ed il senso tragico del personaggio, mito dell’individualismo moderno. Il nuovo anno si apre il 13 gennaio con Massimo Ghini alle prese con la travolgente comicità di Un’ora di tranquillità, un testo di Florian Zeller, uno dei più apprezzati drammaturghi francesi contemporanei, mai rappresentato in Italia. Un cast d’eccezione composto da Galatea Ranzi, Claudio Bigagli, Gea Lionello, Massimo Ciavarro, Luca Scapparone e Alessandro Giuggioli dà vita, accanto a Ghini, a una commedia moderna, brillante e divertente, campione d'incassi in Francia. Da Ludovico Ariosto a Giovanni Boccaccio prosegue il viaggio nella letteratura italiana della collaudata coppia Stefano Accorsi e Marco Baliani che dopo Orlando furioso portano a teatro il 26 gennaio Decamerone. Vizi, virtù, passioni, liberamente tratto da Decamerone di Giovanni Boccaccio nell’ambito del Progetto Grandi Italiani di Marco Baliani, Stefano Accorsi e Marco Balsamo. Reduci dal successo di America’s Got Talent del 2013, i Catapult arrivano al Sanzio il 23 febbraio con il loro show mozzafiato di ombre danzanti, Magic shadows. I Catapult nascono dal genio creativo di Adam Battelstein danzatore e coreografo del famoso Pilobolus Dance Theater,. Utilizzando il corpo umano al massimo della propria capacità espressiva, formidabili ballerini riescono a stupire il pubblico creando delle figure apparentemente impensabili con dei semplici giochi di luci/ombre: e così nel buio ecco apparire, come per magia, un elicottero, un castello, un fiore o un pinguino. Uno spettacolo che conduce adulti e bambini in un mondo fatato, in cui gioia, entusiasmo e sorpresa sono assicurati per tutti. Quando comincia la nuova mafia? Come ha cambiato la vita della Sicilia e dell’Italia? Che cosa ci resta ancora da fare e da sperare con sconfiggerla? Sono solo alcuni degli interrogativi che il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso si pone nel suo libro Per non morire di mafia che viene riproposto in versione teatrale da Sebastiano Lo Monaco il 15 marzo. La conclusione della stagione il 19 aprile è con Virginia Raffaele che fa vivere in teatro con Performance - diretta da Giampiero Solari - le sue maschere più popolari: Ornella Vanoni, Belen Rodriguez, il Ministro Boschi, la criminologa Bruzzone e tante altre ancora. Donne molto diverse tra loro, che tra arte, spettacolo, potere e politica sintetizzano alcune delle ossessioni ricorrenti della società contemporanea. Il tutto raccontato attraverso la lente deformante e irriverente dell’ironia e della satira. La proposta del Sanzio non si esaurisce nella stagione di prosa ma si completa da novembre con Urbino in musica, seconda stagione musicale realizzata in collaborazione con la Cappella Musicale S.S. Sacramento e da gennaio con A teatro con mamma e papà, appuntamenti domenicali pomeridiani di teatro per tutta la famiglia, Teatroltre tracce di teatro contemporaneo e La città in scena esperienze di teatro amatoriale. Informazioni: Teatro Sanzio 0722 2281, AMAT 071 2072439, amatmarche.net. APERTURA DI STAGIONE 9 OTTOBRE TOQUINHO IN CONCERTO Una leggenda vivente della musica internazionale. Accordi e armonie uniche faranno rivivere i grandi successi mondiali dell’artista accompagnato dalla sua inconfondibile chitarra. Il maestro ripercorre la sua carriera attraverso canzoni come Aquarela do Brasil e Garota de Ipanema dando vita a uno spettacolo all’insegna della storia della musica brasiliana e mondiale, un’emozione unica e irripetibile. Nonostante i genitori brasiliani di nascita, il cognome di Toquinho denuncia origini italiane. Il nonno paterno era infatti nativo di Torino e la nonna paterna era nata in Calabria; i nonni materni venivano invece da Mantova. Da piccolo era chiamato da tutti Toninho, diminutivo di Antonio. Fu sua madre a trasformare il nomignolo nel vezzeggiativo Toquinho, dopo averlo visto accennare a lievi passi di danza. L'artista crebbe nel clima musicale degli anni Cinquanta in cui fiorivano le sperimentazioni del pianista Johnny Alf e dei cantanti Dick Farney e Lúcio Alves. Al loro fianco si sviluppavano i germi della bossa nova, grazie ai contributi, fra gli altri, di João Gilberto, Tom Jobim, Vinicius de Moraes, Ronaldo Bôscoli, Roberto Menescal, Carlos Lyra, Baden Powell. Dopo avere imparato a suonare la chitarra sotto la guida del virtuoso strumentista e compositore Paulinho Nogueira, non ancora ventenne decise di intraprendere la carriera musicale dopo aver conosciuto Chico Buarque de Hollanda. A metà degli anni sessanta, Toquinho esordì come compositore scrivendo Lua Cheia e venne a contatto con l’ambiente artistico e intellettuale che si era radunato a Rio de Janeiro. Lì ebbe occasione di crescere culturalmente e musicalmente grazie alle collaborazioni con gli artisti che qualche anno prima avevano dato vita al sound innovativo. L’incontro che segnò la sua carriera avvenne nel 1969; Toquinho strinse amicizia con il poeta Vinicius de Moraes e si legò a lui in un sodalizio artistico di lunga durata. Gli anni settanta lo videro allontanarsi dal Brasile per sfuggire alle pesanti conseguenze del colpo di Stato militare che limitava la libertà di espressione. Assieme a Chico Buarque approdò in Italia che divenne la sua seconda patria. Dopo un breve rientro nel paese natale, ritornò in Italia dove fu raggiunto da Vinicius e dove lavorò anche con Sergio Endrigo e Sergio Bardotti, oltre a registrare le popolari incisioni con il poeta brasiliano e Ornella Vanoni. Nel 1983 ha ottenuto un notevole successo con l'album Acquarello, scritto insieme a Maurizio Fabrizio e Guido Morra e acclamato sia in Italia che in Sudamerica. 12 NOVEMBRE Goldenart Production TRADIMENTI di Harold Pinter traduzione Alessandra Serra con Ambra Angiolini, Francesco Scianna e con Francesco Biscione regia Michele Placido Pinter scrisse Tradimenti in un ordine cronologico inverso. L'opera inizia presentando la fine del rapporto extraconiugale tra Emma e Jerry e finisce mostrando l'inizio della loro relazione. Le prime nove scene sono ambientate nel 1977 quando Emma e Jerry si rivedono due anni dopo la fine della loro relazione. Dal 1977 al 1968, ogni scena rivela sempre più il loro rapporto, e il protrarsi dei tradimenti di Emma nei confronti di suo marito Robert con Jerry, suo amante. Robert ed Emma sono apparentemente una coppia felicemente sposata, hanno successo nei loro rispettivi lavori, e sono buoni amici di Jerry e sua moglie Judith. A dispetto di tutto, in una festa nel 1968 Jerry confessa ad Emma di amarla, e lei ricambia lo stesso sentimento. Affittano un appartamento dove s'incontrano per fare l'amore. Cinque anni dopo, Robert costringe finalmente Emma ad ammettere di averlo tradito, dopo che lui sospettava da tempo la relazione tra lei e Jerry. Emma lavora come manager in una galleria d'arte e cerca di fuggire dal suo infelice matrimomio con Robert, convinta che lui l'ha tradita in passato e si vendica con Jerry, che diventa suo amante. Quando finisce il rapporto con Jerry, rimane sposata con Robert per altri quattro anni vivendo un matrimonio infelice. La sua più grande debolezza è la totale inconsapevolezza delle conseguenze che hanno le sue azioni sulle persone vicino a lei. Jerry, un agente letterario e scrittore, è un illuso romantico, sembra un essere innamorato dell'amore. La sua impulsiva voglia d'amore per Emma istiga la realizzazione del loro rapporto, tradendo l'amico Robert e la moglie Judith. Anche se tenero e amabile di persona, è troppo ingenuo per accorgersi che sarà manipolato da Emma e di conseguenza da Robert. Robert è Il più perspicace, il più arguto, il più scaltro dei tre personaggi e di mestiere è un editore. Si accorge dell'infedeltà di sua moglie Emma e riesce a scovare la verità rivolgendosi a lei con metodo quasi investigativo. Pratico e logico nei modi di fare, dopo aver trovato una lettera di Jerry indirizzata ad Emma, decide di turbare con gusto i sogni di Emma che schiacciata dalle proprie bugie e dal tradimento finalmente confessa. 11 DICEMBRE KHORA.teatro – Teatro Stabile d’Abruzzo DON GIOVANNI di Molière traduzione e adattamento Tommaso Mattei interpretato e diretto da Alessandro Preziosi con Nando Paone e con Lucrezia Guidone, Barbara Giordano, Roberto Manzi Daniele Paoloni, Daniela Vitale, Matteo Guma scene Fabien Iliou costumi Marta Crisolini Malatesta luci Valerio Tiberi musiche originali Andrea Farri supervisione artistica Alessandro Maggi In una società, che oramai, sembra implorare la finzione per raggiungere la felicità convivendo nella costante messa in scena di sentimenti emozioni, anche familiari, Don Giovanni di Molière smaschera questo paradigma di ipocriti comportamenti, di attitudini sociali figlie di una borghesia stantia e decadente divenendo il maestro inimitabile della mimesi. Accumula, dunque, Don Giovanni su di sé, come una cavia, l'ipocrisia del mondo, e diviene consapevolmente la vittima sacrificale e contemporanea della società in cui vive. In sostanza, il personaggio letterario, che attraverso questo sacrificio continua ad essere mito dell'individualismo moderno finisce per immolarsi, rifiutando la misericordia divina, per il pubblico di oggi, e per questo rimanendo mito del ventunesimo secolo; non rimane che sperare che questa spettacolizzazione dei vizi dell'anima crei nel pubblico, indispensabile per il nostro Don Giovanni, un contracolpo di reale riflessione sul senso e il mistero della vita: la salvezza dello spirito è radicalmente legata alla nostra autenticità. Quale migliore augurio per il teatro di oggi. Alessandro Preziosi 13 GENNAIO La Pirandelliana UN’ORA DI TRANQUILLITÀ di Florian Zeller con Massimo Ghini, Galatea Ranzi, Claudio Bigagli Massimo Ciavarro, Gea Lionello Luca Scapparone, Alessandro Giuggioli regia Massimo Ghini scenografia Roberto Crea costumi Silvia Frattolillo luci Marco Palmieri Dopo lo straordinario successo avuto con Quando la moglie è in vacanza che in due stagioni di programmazione ha registrato il tutto esaurito nei teatri che lo hanno ospitato, Massimo Ghini ha deciso di misurarsi con la travolgente comicità di un testo mai rappresentato in Italia, l’autore è Florian Zeller ed è uno dei più apprezzati drammaturghi francesi contemporanei. Un’ora di tranquillità è una commedia moderna brillante e divertente grazie al meccanismo del vaudeville giocato tra equivoci e battute esilaranti, è una macchina drammaturgicamente perfetta e geniale inventata da questo scrittore. In Francia questa spettacolo è stato il successo della stagione teatrale, l’hanno definita una spassosa, intelligente e geniale operazione da non perdere. Il meccanismo della comicità presente nel testo consente di non dover ricorrere a imponenti adattamenti, anzi è proprio nel meccanismo utilizzato nella scrittura che si poggia la forza di questa commedia brillante, i personaggi hanno ciascuno un ruolo fondamentale nella vicenda, è come se fossero loro stessi gli ingranaggi che mettono in moto la macchina della risata già dalle prime battute del testo. Si tratta di un’opera corale dove ogni attore deve legare la propria arte agli altri. Il personaggio “centrale” di Un’ora di tranquillità è un uomo che cerca disperatamente un momento di solitudine e serenità. È riuscito a rintracciare e acquistare un vecchio disco in vinile da un rigattiere ma mentre cerca di trovare il modo per dedicarsi a questo cimelio tutta una serie di eventi e personaggi lo interrompono, a cominciare dalla moglie che gli deve parlare di cose importanti del loro rapporto, al vicino di casa che lamenta disastri nella sua abitazione a causa dei lavori che sta facendo nel bagno e che con questa scusa irrompe nell’abitazione del vicino proprio mentre sta cercando di ascoltare il suo disco, ad un improbabile idraulico che invece di riparare i guasti provoca ulteriori disastri e come se non bastasse a questi si aggiungono ad altri amici, amanti e figli che irrompono sulla scena ignari e inconsapevoli di rendere impossibile al povero protagonista di godersi solo un’ora di tranquillità. Senza poterlo minimamente prevedere verranno alla luce, vecchi amori, tradimenti, bugie… il tutto tenuto sempre sotto perfetto controllo e che invece irrompe con la genuinità del non programmato. Il tempo di pace è praticamente un sogno irraggiungibile fino al momento in cui tutto si ferma e il disco viene finalmente preso per essere ascoltato…. L'abilità di Florian Zeller non è solo l'arte di gestire gli incidenti in un vortice in cui le collisioni sono inevitabili, lo fa brillantemente e con un gusto che amplifica il divertimento. Lo spettatore è invitato e sollecitato a conoscere la verità ma continua ad avere ben presente l’impossibilità di riuscire a sistemare la cose perché ci sono troppe varianti che interferiscono con quello che sembrava un banale progetto per trascorrere un po’di tempo anzi solo un’ora di tranquillità. 26 GENNAIO Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Pergola di Firenze DECAMERONE VIZI, VIRTÙ, PASSIONI liberamente tratto da Decamerone di Giovanni Boccaccio con Stefano Accorsi e con Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia Mariano Nieddu, Naike Anna Silipo adattamento teatrale e regia Marco Baliani drammaturgia Maria Maglietta scene e costumi Carlo Sala disegno luci Luca Barbati assistente scene e costumi Roberta Monopoli PROGETTO GRANDI ITALIANI Ariosto ORLANDO FURIOSO, Boccaccio DECAMERON, Machiavelli IL PRINCIPE di Marco Baliani, Stefano Accorsi, Marco Balsamo Portare in teatro la lingua di tre grandi italiani Ariosto, Boccaccio, Machiavelli, sfidando la complessità delle loro opere, per scoprire quanto ancora possiamo nutrirci delle loro invenzioni, dei loro azzardi, delle loro intuizioni. E per mostrare, con l’arte della scena, che la bellezza delle loro creazioni è un tesoro inestinguibile, a doppio filo legato a quell’altra beltà che è il nostro paesaggio italiano e le nostre opere d’arte. Sulla scena è parcheggiato un carro-furgone, “casa” e teatro viaggiante della compagnia che si appresta a mettere in scena l’opera. La modularità del carro, favorirà la messa in scena di sette novelle del Decamerone, permettendo di volta in volta la creazione degli spazi e delle suggestioni necessarie alle storie che si vanno a narrare. Una grande passione anima la compagnia, ma non altrettanto grandi sono le loro risorse materiali, si alterneranno quindi in un susseguirsi di ruoli e vicende, forti della loro arte teatrale. Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo. Le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte. Finché si racconta, e c’è una voce che narra siamo ancora vivi, lui o lei che racconta e noi che ascoltiamo. Per questo nel Decamerone ci si sposta da Firenze verso la collina e lì si principia a raccontare. La città è appestata, servono storie che facciano dimenticare, storie di amori, erotici, furiosi, storie grottesche, paurose, purché siano storie, e raccontate bene, perché la morte là fuori si avvicina con denti affilati e agogna la preda. Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad essere appestato è il nostro vivere civile. Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare. In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti. Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce. Per raccontarci storie che ci rendano più aperti alla possibilità di altre esistenze, fuori da questo reality in cui ci ritroviamo a recitare come partecipanti di un globale Grande Fratello. Perché anche se le storie sembrano buffe, quegli amorazzi triviali, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi, sotto sotto, il mistero della vita stessa o quell’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza. Potremmo così scoprire che il re è nudo, e che per liberarci dall’appestamento, dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze, riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti. Marco Baliani 23 FEBBRAIO Catapult MAGIC SHADOWS coreografie e regia Adam Battelstein musiche Antonio Vivaldi, Harold Arlen, Christopher Norton e altri produzione Bags Entertainment / Catapult Con Catapult incontrerete l’incredibile talento e il virtuosismo di un oscuro parente del corpo umano: la sua incredibile, multiforme, sorprendente… ombra. Hanno letteralmente conquistato il pubblico di tanti teatri italiani, nel corso della loro prima tournée a gennaio di quest’anno. I Catapult, con le loro magiche performance che hanno trionfato nell’edizione 2013 della trasmissione America’s Got Talent, ritornano in Italia per il secondo anno consecutivo, con il loro entusiasmante show di ombre danzanti. I Catapult nascono nel 2008 dal genio creativo di Adam Battelstein che aveva lavorato per diciannove anni come danzatore, coreografo e direttore creativo del famoso Pilobolus Dance Theater. Il progetto di Adam era quello di dare una nuova linfa vitale a un’antica forma d’arte come quella delle ombre cinesi utilizzando il corpo umano al massimo della propria capacità espressiva. Ne nacque una compagnia formata da formidabili ballerini che riescono a stupire il pubblico creando delle figure apparentemente impensabili con dei semplici giochi di luci/ombre: e così nel buio ecco apparire, come per magia, un elicottero, un castello, un fiore o un pinguino. Uno spettacolo che condurrà i bambini in un mondo fatato, popolato di sogni fantastici e che prenderà per mano i grandi, facendo loro ritrovare il commosso stupore, che tanti anni fa provavano davanti alla magia delle fiabe. Gioia, entusiasmo e sorpresa assicurati per tutti! Ho cominciato questo viaggio nel 2008 e il mio sogno era di dare nuova vita a una forma d’arte antica. Volevo raccontare storie in un modo che non fosse mai stato visto prima. So che Catapult può dare vita ai miei sogni rendendo queste visioni una realtà. I danzatori di Catapult sono dei performer incredibili, che possono ballare, recitare e trasformare i loro corpi in forme apparentemente impossibili. Con le loro silhouette creano delle storie che entusiasmano l’immaginazione e toccano il cuore. L’obiettivo è di creare un mondo di trasformazioni magiche fatte da corpi umani e dalle loro ombre. Adam Battelstein 15 MARZO SiciliaTeatro PER NON MORIRE DI MAFIA di Pietro Grasso versione scenica Nicola Fano adattamento drammaturgico Margherita Rubino con Sebastiano Lo Monaco regia Alessio Pizzech musiche Dario Arcidiacono scene Giacomo Tringali costumi Cristina Darold luci Luigi Ascione canti tradizionali Clara Salvo Quando comincia la nuova mafia? Come ha cambiato la vita della Sicilia e dell’Italia? Che cosa ci resta ancora da fare e da sperare con sconfiggerla? Sono solo alcuni degli interrogativi che il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso si pone nel suo libro Per non morire di mafia che viene ora riproposto in versione teatrale da Sebastiano Lo Monaco. Finché la mafia esiste bisogna parlarne, discuterne, reagire. Il silenzio l'ossigeno grazie al quale i sistemi criminali si riorganizzano e la pericolosissima simbiosi di mafia, economia e potere si rafforza. I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre pi forte, con cittadini sempre meno liberi.” Pietro Grasso Se Falcone e Borsellino teorizzarono che per combattere la mafia è necessario conoscerla, il loro “erede”, a propria volta impegnato da trent'anni contro la criminalità organizzata, aggiunge che oggi per contrastare la mafia è indispensabile avere la percezione esatta della sua pericolosità. Perciò, dalla Procura nazionale antimafia, organismo che coordina le indagini sui fronti interni e internazionali, Pietro Grasso ripercorre le stagioni della guerra alla cupola siciliana in modo schietto, affrontando anche rapporti delicati: i legami tra mafia e politica, gli scontri all'interno della magistratura, le carenze legislative e di mezzi. Infine, Grasso affronta gli intrecci attuali con la 'ndrangheta e la camorra e traccia una mappa delle nuove mafie (cinesi, russe, albanesi, nigeriane, colombiane), individuando le strade e gli strumenti che ci permetteranno di non morire di mafia, di non sottometterci al suo potere. Non un semplice spettacolo ma un ritratto, un’indagine emotiva, una discesa nel cuore vibrante del lucido pensiero di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla lotta contro il crimine per il trionfo della legalità. Lo immagino in una stanza. Lui è lì al suo tavolo, forse sta lavorando, forse, stanco, sta pensando, forse sta tenendo una lezione, quello che è certo è che lo spettatore si trova partecipe di una riflessione sorprendente per la sua vitalità intellettuale. Il tempo dello spettatore è lo stesso del protagonista sul palcoscenico. Il tempo della finzione corrisponde perfettamente allo sviluppo dell’intera pièce che si dipana così tra il momento didattico, quello comico e quello che definirei tragico nel senso antico della parola. Il protagonista/attore narra i tempi moderni come l’aedo cantava la guerra di Troia e ci invita alla speranza, al valore supremo e antico del rispetto della legge dello stato ma guidato da una più profonda legge morale. […] Un racconto che parte dalla Sicilia per aprirsi alla globalizzazione, verso un orizzonte di riferimento in cui si compie la tragedia contemporanea del fenomeno mafioso. La musica va a sottolineare e a scandire le tappe concettuali che segnano una sorta di nuova Iliade contemporanea, una nuova guerra che assume dimensioni talora mitiche proprio perché trae le sue origini in fenomeni culturali, sociologici, antropologici che appartengono alla cultura meridionale e che trovano oggi alleati nei grandi sistemi economici del profitto a tutti i costi. […] La grande storia si intreccia alla storia del singolo fatta di paure, di scelte familiari, di piccoli atti di coraggio e determinando l’emergere, nel fluire della coscienza del personaggio di parole chiave che in modo inequivocabile dimostrano l’attualità della parola di Grasso. Uno spettacolo che trae il suo interesse dalla capacitàˆ di sollecitare domande, analisi e una maggiore consapevolezza negli occhi degli spettatori. […] Tutto affidato all’arte attorale di Sebastiano Lo Monaco. Alessio Pizzech 19 APRILE Terry Chegia PERFORMANCE di e con Virginia Raffaele regia Giampiero Solari Per la prima volta, Virginia Raffaele porta nei teatri le sue maschere più popolari: Ornella Vanoni, Belen Rodriguez, il Ministro Boschi, la criminologa Bruzzone e tante altre ancora. Donne molto diverse tra loro, che tra arte, spettacolo, potere e politica sintetizzano alcune delle ossessioni ricorrenti della società contemporanea: la vanità, la scaltrezza, la voglia di affermazione e, forse, la scarsa coscienza di sé. Il tutto raccontato attraverso la lente deformante e irriverente dell’ironia e della satira, tipici elementi che compongono lo stile di Virginia Raffaele. I personaggi monologano e dialogano tra loro, anche grazie alle proiezioni video, in un gioco di specchi e di rimandi. Qua e là, tra le maschere, in scena appare anche Virginia stessa, che interagisce con le sue creature, come una sorta di narratore involontario che poeticamente svela il suo “essere - o non essere”. La musica in scena fa da punteggiatura allo spettacolo, accompagnando i personaggi nelle loro performance, sottolineandone i movimenti, enfatizzandone le manie; conferendo alla spettacolo un ritmo forsennato nel cui vortice i personaggi, Virginia e le varie chiavi di lettura si confondono creando una nuova realtà, a volte folle a volte melanconica: quella dello spettacolo stesso. ABBONAMENTI 24 | 25 ottobre rinnovo con conferma del posto 26 | 27 ottobre rinnovo con possibilità di cambio posto 28 | 29 | 30 ottobre nuovi BIGLIETTERIA TEATRO SANZIO dalle ore 16 alle ore 20 dal 4 novembre vendita abbonamenti presso biglietterie del circuito AMAT PROSA [7 spettacoli] settore A € 123,00 settore B € 92,00 settore C € 61,00 ridotto* € 92,00 ridotto* € 73,00 BIGLIETTI dall’11 novembre biglietti per tutti gli spettacoli BIGLIETTERIA TEATRO SANZIO 0722 2281 il giorno precedente la rappresentazione dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 20 nei giorni di spettacolo dalle ore 16 fino ad inizio rappresentazione la domenica di spettacolo dalle ore 15.30 AMAT 071 2072439 lunedì – venerdì dalle ore 10 alle ore 16 biglietteria on line www.vivaticket.it PROSA settore A settore B settore C € 20,00 € 15,00 € 10,00 ridotto* € 15,00 ridotto* € 12,00 * giovani fino a 24 anni, studenti e convenzionati vari. Per Magic shadows riduzione anche per iscritti scuole danza INFORMAZIONI AMAT corso Mazzini 99, Ancona 071 2072439 | www.amatmarche.net SERVIZIO CULTURA E TURISMO 0722 309222 / 309602 [lunedì – sabato; orario 8 – 14] www.urbinoculturaturismo.it | [email protected] BIGLIETTERIA TEATRO SANZIO corso Matteotti, Urbino 0722 2281 CALL CENTER 071 2133600 INIZIO SPETTACOLI ore 21