CITTÀ DI URBINO
AMAT
con il contribuo di
REGIONE MARCHE
MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ
CULTURALI E DEL TURISMO
URBINO
TEATRO SANZIO
STAGIONE 201516
APERTURA DI STAGIONE
9 OTTOBRE
TOQUINHO IN CONCERTO
PROSA
12 NOVEMBRE
AMBRA ANGIOLINI, FRANCESCO SCIANNA, FRANCESCO BISCIONE
TRADIMENTI
HAROLD PINTER, MICHELE PLACIDO
11 DICEMBRE
ALESSANDRO PREZIOSI
DON GIOVANNI
MOLIÉRE
13 GENNAIO
MASSIMO GHINI, GALATEA RANZI, CLAUDIO BIGAGLI, GEA LIONELLO
MASSIMO CIAVARRO, LUCA SCAPPARONE, ALESSANDRO GIUGGIOLI
UN’ORA DI TRANQUILLITÀ
FLORIAN ZELLER
26 GENNAIO
STEFANO ACCORSI
DECAMERONE
VIZI, VIRTÙ, PASSIONI
GIOVANNI BOCCACCIO, MARCO BALIANI
23 FEBBRAIO
CATAPULT
MAGIC SHADOWS
15 MARZO
SEBASTIANO LO MONACO
PER NON MORIRE DI MAFIA
PIETRO GRASSO, ALESSIO PIZZECH
19 APRILE
VIRGINIA RAFFAELE
PERFORMANCE
GIAMPIERO SOLARI
DA NOVEMBRE
URBINO
IN MUSICA
2 ͣ Stagione Musicale al Teatro Sanzio
in collaborazione con
Cappella Musicale S.S. Sacramento
DA GENNAIO
A TEATRO
CON MAMMA E PAPÀ
appuntamenti domenicali pomeridiani
di teatro per tutta la famiglia
TEATROLTRE
tracce di teatro contemporaneo
LA CITTÀ IN SCENA
esperienze di teatro amatoriale
COMUNICATO STAMPA
Una nuova, ricca e curiosa stagione di spettacolo dal vivo attende il pubblico al Teatro Sanzio su iniziativa del
Comune di Urbino in collaborazione con AMAT. Ad inaugurare il cartellone - che presenta sette appuntamenti
per la sezione dedicata alla prosa (in abbonamento) - è il 9 ottobre Toquinho, una leggenda vivente della
musica internazionale accompagnato dalla sua inconfondibile chitarra protagonista di una serata all’insegna
della storia della musica brasiliana e mondiale.
Diretti da Michele Placido, due attori molto amati della scena italiana, Ambra Angiolini e Francesco
Scianna, sono i protagonisti il 12 novembre dell’inaugurazione della stagione in abbonamento con Tradimenti,
una delle opere più note del Premio Nobel Harold Pinter. Robert ed Emma sono apparentemente una coppia
felicemente sposata, hanno successo nei loro rispettivi lavori e sono buoni amici di Jerry e sua moglie Judith. A
una festa Jerry confessa ad Emma di amarla e lei ricambia lo stesso sentimento. Ma Robert il più perspicace, il
più arguto, il più scaltro dei tre personaggi si accorge dell'infedeltà di sua moglie e infine Emma schiacciata
dalle proprie bugie e dal tradimento finalmente confessa. L’11 dicembre Alessandro Preziosi porta in scena in
veste di interprete e regista Don Giovanni. Lo spettacolo rappresenta per il bell’attore il compimento di una
particolarissima trilogia di ambientazione seicentesca che ha attraversato Amleto, Cyrano per approdare a Don
Giovanni. Toni drammatici e comici si incrociano di continuo nel testo di Molière e proprio questa compresenza
fa emergere un materiale drammaturgico teso a coniugare l’esaltazione ed il senso tragico del personaggio,
mito dell’individualismo moderno. Il nuovo anno si apre il 13 gennaio con Massimo Ghini alle prese con la
travolgente comicità di Un’ora di tranquillità, un testo di Florian Zeller, uno dei più apprezzati drammaturghi
francesi contemporanei, mai rappresentato in Italia. Un cast d’eccezione composto da Galatea Ranzi, Claudio
Bigagli, Gea Lionello, Massimo Ciavarro, Luca Scapparone e Alessandro Giuggioli dà vita, accanto a
Ghini, a una commedia moderna, brillante e divertente, campione d'incassi in Francia. Da Ludovico Ariosto a
Giovanni Boccaccio prosegue il viaggio nella letteratura italiana della collaudata coppia Stefano Accorsi e
Marco Baliani che dopo Orlando furioso portano a teatro il 26 gennaio Decamerone. Vizi, virtù, passioni,
liberamente tratto da Decamerone di Giovanni Boccaccio nell’ambito del Progetto Grandi Italiani di Marco
Baliani, Stefano Accorsi e Marco Balsamo. Reduci dal successo di America’s Got Talent del 2013, i Catapult
arrivano al Sanzio il 23 febbraio con il loro show mozzafiato di ombre danzanti, Magic shadows. I Catapult
nascono dal genio creativo di Adam Battelstein danzatore e coreografo del famoso Pilobolus Dance Theater,.
Utilizzando il corpo umano al massimo della propria capacità espressiva, formidabili ballerini riescono a stupire il
pubblico creando delle figure apparentemente impensabili con dei semplici giochi di luci/ombre: e così nel buio
ecco apparire, come per magia, un elicottero, un castello, un fiore o un pinguino. Uno spettacolo che conduce
adulti e bambini in un mondo fatato, in cui gioia, entusiasmo e sorpresa sono assicurati per tutti. Quando
comincia la nuova mafia? Come ha cambiato la vita della Sicilia e dell’Italia? Che cosa ci resta ancora da fare e
da sperare con sconfiggerla? Sono solo alcuni degli interrogativi che il Procuratore nazionale antimafia Pietro
Grasso si pone nel suo libro Per non morire di mafia che viene riproposto in versione teatrale da
Sebastiano Lo Monaco il 15 marzo. La conclusione della stagione il 19 aprile è con Virginia Raffaele che fa
vivere in teatro con Performance - diretta da Giampiero Solari - le sue maschere più popolari: Ornella
Vanoni, Belen Rodriguez, il Ministro Boschi, la criminologa Bruzzone e tante altre ancora. Donne molto diverse
tra loro, che tra arte, spettacolo, potere e politica sintetizzano alcune delle ossessioni ricorrenti della società
contemporanea. Il tutto raccontato attraverso la lente deformante e irriverente dell’ironia e della satira.
La proposta del Sanzio non si esaurisce nella stagione di prosa ma si completa da novembre con Urbino in
musica, seconda stagione musicale realizzata in collaborazione con la Cappella Musicale S.S. Sacramento e da
gennaio con A teatro con mamma e papà, appuntamenti domenicali pomeridiani di teatro per tutta la
famiglia, Teatroltre tracce di teatro contemporaneo e La città in scena esperienze di teatro amatoriale.
Informazioni: Teatro Sanzio 0722 2281, AMAT 071 2072439, amatmarche.net.
APERTURA DI STAGIONE
9 OTTOBRE
TOQUINHO
IN CONCERTO
Una leggenda vivente della musica internazionale. Accordi e armonie uniche faranno rivivere i grandi successi
mondiali dell’artista accompagnato dalla sua inconfondibile chitarra. Il maestro ripercorre la sua carriera
attraverso canzoni come Aquarela do Brasil e Garota de Ipanema dando vita a uno spettacolo all’insegna della
storia della musica brasiliana e mondiale, un’emozione unica e irripetibile.
Nonostante i genitori brasiliani di nascita, il cognome di Toquinho denuncia origini italiane. Il nonno paterno era
infatti nativo di Torino e la nonna paterna era nata in Calabria; i nonni materni venivano invece da Mantova. Da
piccolo era chiamato da tutti Toninho, diminutivo di Antonio. Fu sua madre a trasformare il nomignolo nel
vezzeggiativo Toquinho, dopo averlo visto accennare a lievi passi di danza. L'artista crebbe nel clima musicale
degli anni Cinquanta in cui fiorivano le sperimentazioni del pianista Johnny Alf e dei cantanti Dick Farney e Lúcio
Alves. Al loro fianco si sviluppavano i germi della bossa nova, grazie ai contributi, fra gli altri, di João Gilberto,
Tom Jobim, Vinicius de Moraes, Ronaldo Bôscoli, Roberto Menescal, Carlos Lyra, Baden Powell.
Dopo avere imparato a suonare la chitarra sotto la guida del virtuoso strumentista e compositore Paulinho
Nogueira, non ancora ventenne decise di intraprendere la carriera musicale dopo aver conosciuto Chico Buarque
de Hollanda. A metà degli anni sessanta, Toquinho esordì come compositore scrivendo Lua Cheia e venne a
contatto con l’ambiente artistico e intellettuale che si era radunato a Rio de Janeiro. Lì ebbe occasione di
crescere culturalmente e musicalmente grazie alle collaborazioni con gli artisti che qualche anno prima avevano
dato vita al sound innovativo. L’incontro che segnò la sua carriera avvenne nel 1969; Toquinho strinse amicizia
con il poeta Vinicius de Moraes e si legò a lui in un sodalizio artistico di lunga durata. Gli anni settanta lo videro
allontanarsi dal Brasile per sfuggire alle pesanti conseguenze del colpo di Stato militare che limitava la libertà di
espressione. Assieme a Chico Buarque approdò in Italia che divenne la sua seconda patria. Dopo un breve
rientro nel paese natale, ritornò in Italia dove fu raggiunto da Vinicius e dove lavorò anche con Sergio Endrigo e
Sergio Bardotti, oltre a registrare le popolari incisioni con il poeta brasiliano e Ornella Vanoni. Nel 1983 ha
ottenuto un notevole successo con l'album Acquarello, scritto insieme a Maurizio Fabrizio e Guido Morra e
acclamato sia in Italia che in Sudamerica.
12 NOVEMBRE
Goldenart Production
TRADIMENTI
di Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra
con Ambra Angiolini, Francesco Scianna
e con Francesco Biscione
regia Michele Placido
Pinter scrisse Tradimenti in un ordine cronologico inverso. L'opera inizia presentando la fine del rapporto
extraconiugale tra Emma e Jerry e finisce mostrando l'inizio della loro relazione. Le prime nove scene sono
ambientate nel 1977 quando Emma e Jerry si rivedono due anni dopo la fine della loro relazione. Dal 1977 al
1968, ogni scena rivela sempre più il loro rapporto, e il protrarsi dei tradimenti di Emma nei confronti
di suo marito Robert con Jerry, suo amante. Robert ed Emma sono apparentemente una coppia felicemente
sposata, hanno successo nei loro rispettivi lavori, e sono buoni amici di Jerry e sua moglie Judith. A dispetto di
tutto, in una festa nel 1968 Jerry confessa ad Emma di amarla, e lei ricambia lo stesso sentimento. Affittano un
appartamento dove s'incontrano per fare l'amore. Cinque anni dopo, Robert costringe finalmente Emma ad
ammettere di averlo tradito, dopo che lui sospettava da tempo la relazione tra lei e Jerry. Emma lavora come
manager in una galleria d'arte e cerca di fuggire dal suo infelice matrimomio con Robert, convinta che lui l'ha
tradita in passato e si vendica con Jerry, che diventa suo amante. Quando finisce il rapporto con Jerry, rimane
sposata con Robert per altri quattro anni vivendo un matrimonio infelice. La sua più grande debolezza è la
totale inconsapevolezza delle conseguenze che hanno le sue azioni sulle persone vicino a lei. Jerry, un agente
letterario e scrittore, è un illuso romantico, sembra un essere innamorato dell'amore. La sua impulsiva voglia
d'amore per Emma istiga la realizzazione del loro rapporto, tradendo l'amico Robert e la moglie Judith. Anche
se tenero e amabile di persona, è troppo ingenuo per accorgersi che sarà manipolato da Emma e di
conseguenza da Robert. Robert è Il più perspicace, il più arguto, il più scaltro dei tre personaggi e di mestiere è
un editore. Si accorge dell'infedeltà di sua moglie Emma e riesce a scovare la verità rivolgendosi a lei con
metodo quasi investigativo. Pratico e logico nei modi di fare, dopo aver trovato una lettera di Jerry indirizzata
ad Emma, decide di turbare con gusto i sogni di Emma che schiacciata dalle proprie bugie e dal tradimento
finalmente confessa.
11 DICEMBRE
KHORA.teatro – Teatro Stabile d’Abruzzo
DON GIOVANNI
di Molière
traduzione e adattamento Tommaso Mattei
interpretato e diretto da Alessandro Preziosi
con Nando Paone
e con Lucrezia Guidone, Barbara Giordano, Roberto Manzi
Daniele Paoloni, Daniela Vitale, Matteo Guma
scene Fabien Iliou
costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Valerio Tiberi
musiche originali Andrea Farri
supervisione artistica Alessandro Maggi
In una società, che oramai, sembra implorare la finzione per raggiungere la felicità convivendo nella costante
messa in scena di sentimenti emozioni, anche familiari, Don Giovanni di Molière smaschera questo paradigma di
ipocriti comportamenti, di attitudini sociali figlie di una borghesia stantia e decadente divenendo il maestro
inimitabile della mimesi.
Accumula, dunque, Don Giovanni su di sé, come una cavia, l'ipocrisia del mondo, e diviene consapevolmente la
vittima sacrificale e contemporanea della società in cui vive. In sostanza, il personaggio letterario, che
attraverso questo sacrificio continua ad essere mito dell'individualismo moderno finisce per immolarsi,
rifiutando la misericordia divina, per il pubblico di oggi, e per questo rimanendo mito del ventunesimo secolo;
non rimane che sperare che questa spettacolizzazione dei vizi dell'anima crei nel pubblico, indispensabile per il
nostro Don Giovanni, un contracolpo di reale riflessione sul senso e il mistero della vita: la salvezza dello spirito
è radicalmente legata alla nostra autenticità. Quale migliore augurio per il teatro di oggi. Alessandro Preziosi
13 GENNAIO
La Pirandelliana
UN’ORA DI TRANQUILLITÀ
di Florian Zeller
con Massimo Ghini, Galatea Ranzi, Claudio Bigagli
Massimo Ciavarro, Gea Lionello
Luca Scapparone, Alessandro Giuggioli
regia Massimo Ghini
scenografia Roberto Crea
costumi Silvia Frattolillo
luci Marco Palmieri
Dopo lo straordinario successo avuto con Quando la moglie è in vacanza che in due stagioni di programmazione
ha registrato il tutto esaurito nei teatri che lo hanno ospitato, Massimo Ghini ha deciso di misurarsi con la
travolgente comicità di un testo mai rappresentato in Italia, l’autore è Florian Zeller ed è uno dei più apprezzati
drammaturghi francesi contemporanei. Un’ora di tranquillità è una commedia moderna brillante e divertente
grazie
al
meccanismo
del
vaudeville
giocato
tra
equivoci
e
battute
esilaranti,
è
una
macchina
drammaturgicamente perfetta e geniale inventata da questo scrittore. In Francia questa spettacolo è stato il
successo della stagione teatrale, l’hanno definita una spassosa, intelligente e geniale operazione da non
perdere. Il meccanismo della comicità presente nel testo consente di non dover ricorrere a imponenti
adattamenti, anzi è proprio nel meccanismo utilizzato nella scrittura che si poggia la forza di questa commedia
brillante, i personaggi hanno ciascuno un ruolo fondamentale nella vicenda, è come se fossero loro stessi gli
ingranaggi che mettono in moto la macchina della risata già dalle prime battute del testo.
Si tratta di un’opera corale dove ogni attore deve legare la propria arte agli altri. Il personaggio “centrale” di
Un’ora di tranquillità è un uomo che cerca disperatamente un momento di solitudine e serenità. È riuscito a
rintracciare e acquistare un vecchio disco in vinile da un rigattiere ma mentre cerca di trovare il modo per
dedicarsi a questo cimelio tutta una serie di eventi e personaggi lo interrompono, a cominciare dalla moglie che
gli deve parlare di cose importanti del loro rapporto, al vicino di casa che lamenta disastri nella sua abitazione a
causa dei lavori che sta facendo nel bagno e che con questa scusa irrompe nell’abitazione del vicino proprio
mentre sta cercando di ascoltare il suo disco, ad un improbabile idraulico che invece di riparare i guasti provoca
ulteriori disastri e come se non bastasse a questi si aggiungono ad altri amici, amanti e figli che irrompono sulla
scena ignari e inconsapevoli di rendere impossibile al povero protagonista di godersi solo un’ora di tranquillità.
Senza poterlo minimamente prevedere verranno alla luce, vecchi amori, tradimenti, bugie… il tutto tenuto
sempre sotto perfetto controllo e che invece irrompe con la genuinità del non programmato. Il tempo di pace è
praticamente un sogno irraggiungibile fino al momento in cui tutto si ferma e il disco viene finalmente preso per
essere ascoltato…. L'abilità di Florian Zeller non è solo l'arte di gestire gli incidenti in un vortice in cui le
collisioni sono inevitabili, lo fa brillantemente e con un gusto che amplifica il divertimento. Lo spettatore è
invitato e sollecitato a conoscere la verità ma continua ad avere ben presente l’impossibilità di riuscire a
sistemare la cose perché ci sono troppe varianti che interferiscono con quello che sembrava un banale progetto
per trascorrere un po’di tempo anzi solo un’ora di tranquillità.
26 GENNAIO
Nuovo Teatro
diretto da Marco Balsamo
in coproduzione con Fondazione Teatro della Pergola di Firenze
DECAMERONE
VIZI, VIRTÙ, PASSIONI
liberamente tratto da Decamerone di Giovanni Boccaccio
con Stefano Accorsi
e con Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia
Mariano Nieddu, Naike Anna Silipo
adattamento teatrale e regia Marco Baliani
drammaturgia Maria Maglietta
scene e costumi Carlo Sala
disegno luci Luca Barbati
assistente scene e costumi Roberta Monopoli
PROGETTO GRANDI ITALIANI
Ariosto ORLANDO FURIOSO, Boccaccio DECAMERON, Machiavelli IL PRINCIPE
di Marco Baliani, Stefano Accorsi, Marco Balsamo
Portare in teatro la lingua di tre grandi italiani Ariosto, Boccaccio, Machiavelli, sfidando la complessità delle loro
opere, per scoprire quanto ancora possiamo nutrirci delle loro invenzioni, dei loro azzardi, delle loro intuizioni. E
per mostrare, con l’arte della scena, che la bellezza delle loro creazioni è un tesoro inestinguibile, a doppio filo
legato a quell’altra beltà che è il nostro paesaggio italiano e le nostre opere d’arte.
Sulla scena è parcheggiato un carro-furgone, “casa” e teatro viaggiante della compagnia che si appresta a
mettere in scena l’opera. La modularità del carro, favorirà la messa in scena di sette novelle del Decamerone,
permettendo di volta in volta la creazione degli spazi e delle suggestioni necessarie alle storie che si vanno a
narrare. Una grande passione anima la compagnia, ma non altrettanto grandi sono le loro risorse materiali, si
alterneranno quindi in un susseguirsi di ruoli e vicende, forti della loro arte teatrale.
Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta
faticosamente vivendo. Le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte. Finché si
racconta, e c’è una voce che narra siamo ancora vivi, lui o lei che racconta e noi che ascoltiamo.
Per questo nel Decamerone ci si sposta da Firenze verso la collina e lì si principia a raccontare. La città è
appestata, servono storie che facciano dimenticare, storie di amori, erotici, furiosi, storie grottesche, paurose,
purché siano storie, e raccontate bene, perché la morte là fuori si avvicina con denti affilati e agogna la preda.
Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad essere appestato è il
nostro vivere civile. Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le mafie, l’impudicizia e
l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare. In questa progressiva perdita
di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di
teatranti. Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra
Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce. Per raccontarci
storie che ci rendano più aperti alla possibilità di altre esistenze, fuori da questo reality in cui ci ritroviamo a
recitare come partecipanti di un globale Grande Fratello. Perché anche se le storie sembrano buffe, quegli
amorazzi triviali, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi, sotto sotto, il
mistero della vita stessa o quell’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza. Potremmo così scoprire che
il re è nudo, e che per liberarci dall’appestamento, dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze,
riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti. Marco Baliani
23 FEBBRAIO
Catapult
MAGIC SHADOWS
coreografie e regia Adam Battelstein
musiche Antonio Vivaldi, Harold Arlen, Christopher Norton e altri
produzione Bags Entertainment / Catapult
Con Catapult incontrerete l’incredibile talento e il virtuosismo di un oscuro parente del corpo umano: la sua
incredibile, multiforme, sorprendente… ombra.
Hanno letteralmente conquistato il pubblico di tanti teatri italiani, nel corso della loro prima tournée a gennaio
di quest’anno. I Catapult, con le loro magiche performance che hanno trionfato nell’edizione 2013 della
trasmissione America’s Got Talent, ritornano in Italia per il secondo anno consecutivo, con il loro entusiasmante
show di ombre danzanti. I Catapult nascono nel 2008 dal genio creativo di Adam Battelstein che aveva lavorato
per diciannove anni come danzatore, coreografo e direttore creativo del famoso Pilobolus Dance Theater.
Il progetto di Adam era quello di dare una nuova linfa vitale a un’antica forma d’arte come quella delle ombre
cinesi utilizzando il corpo umano al massimo della propria capacità espressiva. Ne nacque una compagnia
formata da formidabili ballerini che riescono a stupire il pubblico creando delle figure apparentemente
impensabili con dei semplici giochi di luci/ombre: e così nel buio ecco apparire, come per magia, un elicottero,
un castello, un fiore o un pinguino.
Uno spettacolo che condurrà i bambini in un mondo fatato, popolato di sogni fantastici e che prenderà per mano
i grandi, facendo loro ritrovare il commosso stupore, che tanti anni fa provavano davanti alla magia delle fiabe.
Gioia, entusiasmo e sorpresa assicurati per tutti!
Ho cominciato questo viaggio nel 2008 e il mio sogno era di dare nuova vita a una forma d’arte antica. Volevo
raccontare storie in un modo che non fosse mai stato visto prima. So che Catapult può dare vita ai miei sogni
rendendo queste visioni una realtà. I danzatori di Catapult sono dei performer incredibili, che possono ballare,
recitare e trasformare i loro corpi in forme apparentemente impossibili. Con le loro silhouette creano delle storie
che entusiasmano l’immaginazione e toccano il cuore. L’obiettivo è di creare un mondo di trasformazioni
magiche fatte da corpi umani e dalle loro ombre. Adam Battelstein
15 MARZO
SiciliaTeatro
PER NON MORIRE DI MAFIA
di Pietro Grasso
versione scenica Nicola Fano
adattamento drammaturgico Margherita Rubino
con Sebastiano Lo Monaco
regia Alessio Pizzech
musiche Dario Arcidiacono scene Giacomo Tringali
costumi Cristina Darold
luci Luigi Ascione
canti tradizionali Clara Salvo
Quando comincia la nuova mafia? Come ha cambiato la vita della Sicilia e dell’Italia? Che cosa ci resta ancora
da fare e da sperare con sconfiggerla? Sono solo alcuni degli interrogativi che il Procuratore nazionale antimafia
Pietro Grasso si pone nel suo libro Per non morire di mafia che viene ora riproposto in versione teatrale da
Sebastiano Lo Monaco.
Finché la mafia esiste bisogna parlarne, discuterne, reagire. Il silenzio l'ossigeno grazie al quale i sistemi
criminali si riorganizzano e la pericolosissima simbiosi di mafia, economia e potere si rafforza. I silenzi di oggi
siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre pi forte, con cittadini sempre meno liberi.”
Pietro Grasso
Se Falcone e Borsellino teorizzarono che per combattere la mafia è necessario conoscerla, il loro “erede”, a
propria volta impegnato da trent'anni contro la criminalità organizzata, aggiunge che oggi per contrastare la
mafia è indispensabile avere la percezione esatta della sua pericolosità. Perciò, dalla Procura nazionale
antimafia, organismo che coordina le indagini sui fronti interni e internazionali, Pietro Grasso ripercorre le
stagioni della guerra alla cupola siciliana in modo schietto, affrontando anche rapporti delicati: i legami tra
mafia e politica, gli scontri all'interno della magistratura, le carenze legislative e di mezzi. Infine, Grasso
affronta gli intrecci attuali con la 'ndrangheta e la camorra e traccia una mappa delle nuove mafie (cinesi,
russe, albanesi, nigeriane, colombiane), individuando le strade e gli strumenti che ci permetteranno di non
morire di mafia, di non sottometterci al suo potere.
Non un semplice spettacolo ma un ritratto, un’indagine emotiva, una discesa nel cuore vibrante del lucido
pensiero di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla lotta contro il crimine per il trionfo della
legalità. Lo immagino in una stanza. Lui è lì al suo tavolo, forse sta lavorando, forse, stanco, sta pensando,
forse sta tenendo una lezione, quello che è certo è che lo spettatore si trova partecipe di una riflessione
sorprendente per la sua vitalità intellettuale. Il tempo dello spettatore è lo stesso del protagonista sul
palcoscenico. Il tempo della finzione corrisponde perfettamente allo sviluppo dell’intera pièce che si dipana così
tra il momento didattico, quello comico e quello che definirei tragico nel senso antico della parola. Il
protagonista/attore narra i tempi moderni come l’aedo cantava la guerra di Troia e ci invita alla speranza, al
valore supremo e antico del rispetto della legge dello stato ma guidato da una più profonda legge morale. […]
Un racconto che parte dalla Sicilia per aprirsi alla globalizzazione, verso un orizzonte di riferimento in cui si
compie la tragedia contemporanea del fenomeno mafioso. La musica va a sottolineare e a scandire le tappe
concettuali che segnano una sorta di nuova Iliade contemporanea, una nuova guerra che assume dimensioni
talora mitiche proprio perché trae le sue origini in fenomeni culturali, sociologici, antropologici che
appartengono alla cultura meridionale e che trovano oggi alleati nei grandi sistemi economici del profitto a tutti
i costi. […] La grande storia si intreccia alla storia del singolo fatta di paure, di scelte familiari, di piccoli atti di
coraggio e determinando l’emergere, nel fluire della coscienza del personaggio di parole chiave che in modo
inequivocabile dimostrano l’attualità della parola di Grasso. Uno spettacolo che trae il suo interesse dalla
capacitàˆ di sollecitare domande, analisi e una maggiore consapevolezza negli occhi degli spettatori. […] Tutto
affidato all’arte attorale di Sebastiano Lo Monaco. Alessio Pizzech
19 APRILE
Terry Chegia
PERFORMANCE
di e con Virginia Raffaele
regia Giampiero Solari
Per la prima volta, Virginia Raffaele porta nei teatri le sue maschere più popolari: Ornella Vanoni, Belen
Rodriguez, il Ministro Boschi, la criminologa Bruzzone e tante altre ancora. Donne molto diverse tra loro, che tra
arte, spettacolo, potere e politica sintetizzano alcune delle ossessioni ricorrenti della società contemporanea: la
vanità, la scaltrezza, la voglia di affermazione e, forse, la scarsa coscienza di sé. Il tutto raccontato attraverso
la lente deformante e irriverente dell’ironia e della satira, tipici elementi che compongono lo stile di Virginia
Raffaele.
I personaggi monologano e dialogano tra loro, anche grazie alle proiezioni video, in un gioco di specchi e di
rimandi. Qua e là, tra le maschere, in scena appare anche Virginia stessa, che interagisce con le sue creature,
come una sorta di narratore involontario che poeticamente svela il suo “essere - o non essere”. La musica in
scena fa da punteggiatura allo spettacolo, accompagnando i personaggi nelle loro performance, sottolineandone
i movimenti, enfatizzandone le manie; conferendo alla spettacolo un ritmo forsennato nel cui vortice i
personaggi, Virginia e le varie chiavi di lettura si confondono creando una nuova realtà, a volte folle a volte
melanconica: quella dello spettacolo stesso.
ABBONAMENTI
24 | 25 ottobre
rinnovo con conferma del posto
26 | 27 ottobre
rinnovo con possibilità di cambio posto
28 | 29 | 30 ottobre
nuovi
BIGLIETTERIA TEATRO SANZIO
dalle ore 16 alle ore 20
dal 4 novembre
vendita abbonamenti presso biglietterie del circuito AMAT
PROSA [7 spettacoli]
settore A
€ 123,00
settore B
€ 92,00
settore C
€ 61,00
ridotto* € 92,00
ridotto* € 73,00
BIGLIETTI
dall’11 novembre
biglietti per tutti gli spettacoli
BIGLIETTERIA TEATRO SANZIO 0722 2281
il giorno precedente la rappresentazione dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 20
nei giorni di spettacolo dalle ore 16 fino ad inizio rappresentazione
la domenica di spettacolo dalle ore 15.30
AMAT 071 2072439
lunedì – venerdì dalle ore 10 alle ore 16
biglietteria on line www.vivaticket.it
PROSA
settore A
settore B
settore C
€ 20,00
€ 15,00
€ 10,00
ridotto* € 15,00
ridotto* € 12,00
* giovani fino a 24 anni, studenti e convenzionati vari. Per Magic shadows riduzione anche per iscritti scuole danza
INFORMAZIONI
AMAT
corso Mazzini 99, Ancona
071 2072439 | www.amatmarche.net
SERVIZIO CULTURA E TURISMO
0722 309222 / 309602
[lunedì – sabato; orario 8 – 14]
www.urbinoculturaturismo.it | [email protected]
BIGLIETTERIA TEATRO SANZIO
corso Matteotti, Urbino
0722 2281
CALL CENTER
071 2133600
INIZIO SPETTACOLI
ore 21