Semestre di Presidenza Italiana
MINISTERO PER LE PARI
OPPORTUNITÁ
Programma Operativo Nazionale
Sicurezza per lo Sviluppo del
Mezzogiorno d’Italia
Seminario
“VIOLENZA CONTRO LE DONNE: AZIONI ISTITUZIONALI”
La rete antiviolenza delle città Urban
Enzo Moretti
Commissione Europoea
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Sappiamo tutti che l'Unione Europea si basa su principi di libertà, democrazia,
rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, rispetto della legge.
La violenza contro le donne investe dunque le ragioni fondamentali che stanno alla
base del nostro progetto, ma potremmo anche dire: della nostra civiltà.
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L' Ue è attiva su diversi fronti in termini di prevenzione della violenza contro le
donne, dato che questa problematica deve essere affrontata necessariamente in un
ottica multidimensionale. Per combatterla, utilizziamo tutte le politiche a nostra
disposizione: aiuti allo sviluppo, aiuti umanitari, politiche sociali ed ambientali,
azioni diplomatiche e dialogo politico, agendo su vari fronti: prevenire la povertà,
combattere l'esclusione sociale, promuovere migliori standard di vita, tutti
prerequisiti importanti per creare un ambiente privo di violenza.
Ci sono due aspetti della violenza sulle donne
di cui l'UE si occupa
principalmente.
- Violenza domestica : come emerge dagli studi messi a nostra disposizione,
in Europa più di un quarto degli incidenti violenti che coinvolge la donna è causato
da un uomo che usa violenza sulla propria compagna o partner. Uno studio finlandese
mostra che più della metà delle donne adulte è stata vittima di violenza fisica o
molestie sessuali. In Irlanda più della metà delle donne assassinate vengono uccise dai
partners o mariti. In Austria la metà dei divorzi è causata dal susseguirsi delle
violenze contro le donne. In Olanda si sospetta che 1/5 delle donne sia soggetta a
violenza fisica da un partner o ex partner.
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Oltre al costo umano, che è naturalmente di per sé inaccettabile, dobbiamo
valutare che la violenza sulle donne ha anche un impatto economico. Emergenza
sanitaria, degenza ospedaliera, cure mediche, giorni di malattia persi su lavoro,
investigazioni di polizia, costi legali. Qualche esempio: uno studio finlandese
valuta il costo della violenza sulle donne in 50 milioni di € l'anno . Uno studio
tedesco avvalora questa tesi.
- La tratta di esseri umani – l'altro aspetto della violenza sulle donne di cui
ci occuperemo qui - è un fenomeno che desta semplicemente orrore e crescente
preoccupazione.
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Essa non va solo a colpire un numero limitato, ma sempre intollerabilmente alto,
di persone, ma comporta vaste implicazioni per il tessuto sociale, economico ed
organizzativo della nostra società. Il fenomeno è agevolato dalla globalizzazione e
dalle tecnologie moderne. La tratta di esseri umani non comprende soltanto lo
sfruttamento sessuale, ma anche lo sfruttamento di manodopera in condizioni
vicine alla schiavitu'. Tra le principali cause della tratta di esseri umani spiccano la
povertà, la disoccupazione, la mancanza di istruzione e di accesso alle risorse.
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Le donne sono particolarmente soggette a diventare vittime della tratta degli esseri
umani a causa della femminilizzazione della povertà, della discriminazione
sessuale e della mancanza di istruzione e di opportunità professionali nel loro
paese di origine.
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La lotta alla tratta di esseri umani è divenuta in modo crescente una priorità
politica per l'Unione Europea. Dal 1996 L'UE si è impegnata attivamente ad
elaborare un approccio globale e interdisciplinare per prevenire e combattere la
tratta di esseri umani con la partecipazione di tutti i soggetti interessati: ONG,
operatori sociali, autorità giudiziarie, forze di polizia ed enti preposti a controllare
l'immigrazione. Un tale approccio richiede la collaborazione a livello nazionale ed
internazionale. In una prima comunicazione del 1996 sulla tratta delle donne a
scopo di sfruttamento sessuale, la Commissione Europea ha messo a punto una
strategia europea per prevenire e combattere il fenomeno. Sempre nel 1996 è stato
esteso il mandato dell'Europol per consentire a tale organismo di occuparsi anche
della tratta di esseri umani. Il programma STOP II ha lo scopo di incentivare,
sostenere e rafforzare le reti e la cooperazione pratica tra i vari responsabili, negli
Stati membri, della lotta contro la tratta degli esseri umani e lo sfruttamento
sessuale dei bambini e di migliorare ed adeguare la formazione e le competenze
delle persona incaricate. Il programma è destinato ai giudici, pubblici ministeri,
servizi di polizia, funzionari pubblici e servizi pubblici responsabili in materia di
immigrazione e controllo delle frontiere, diritto sociale e tributario, lotta contro la
tratta e lo sfruttamento sessuale, assistenza alle vittime e del trattamento riservato
agli autori dei reati. Durante i primi 5 anni di programmazione di STOP II , sono
stati finanziati 85 progetti per combattere e prevenire il traffico di persone e la
pornografia. Il programma è stato recentemente ampliato anche ai Paesi del
Centro ed Est Europa, Cipro, Malta, la Turchia.
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Nel febbraio 1997 il Consiglio ha poi adottato un'azione comune che invita gli
Stati membri dell'UE a rivedere le rispettive legislazioni penali per quanto
riguarda la tratta degli esseri umani e la collaborazione giudiziaria, nonchè a
favorire la protezione delle vittime nei procedimenti giudiziari. Il programma
DAPHNE (2000-2003) , un programma quadriennale di azioni comunitarie a
sostegno di misure dirette a combattere la violenza nei confronti dei bambini, dei
giovani e delle donne, è nato dall'iniziativa Daphne, svoltasi su base annuale dal
1997 al 1999. Ad esempio, il programma ha incoraggiato lo sviluppo di WAVE
1998 ( Donne contro la violenza in Europa), in particolare l'elaborazione di una
banca dati, disponibile su CD-ROM e su internet, che fornisce informazioni sui
centri di riabilitazione per le vittime della violenza, compresa la tratta di esseri
umani, nell'Unione Europea e in alcuni paesi candidati.
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A fianco dei programmi che ho citato, altre iniziative ed altri programmi
comunitari nel campo dell'occupazione, degli affari sociali e della parità fra i sessi
possono contribuire a combattere e prevenire la tratta, ad esempio l'iniziativa
EQUAL, che sostiene partnenariati transnazionali che mirano a sviluppare e
diffondere nuovi modi di affrontare la discriminazione e l'ineguaglianza nel
campo dell'occupazione. Tra le sue priorità, EQUAL incoraggia, per esempio, ad
assistere l'integrazione di chi richiede asilo.
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Dal maggio 1999 gli interventi che l'Unione Europea è chiamata a promuovere per
combattere la tratta di esseri umani sono menzionati in modo esplicito nel titolo
VI del trattato di Amsterdam ( cooperazione giudiziaria e di polizia). Anche le
conclusioni del Consiglio Europeo di Tampere, svoltosi nell'ottobre 1999,
riconoscono chiaramente la priorità della lotta contro la tratta di esseri umani.
Permettetetemi dunque di riepilogare, brevemente, le principali azioni promosse
dall'Unione e dai paesi membri in questo campo, che fanno seguito anche agli
impegni presi a Bejing nel 1995:
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Rafforzare e sostenere la lotta alla violenza contro le donne e prevenire
tale forma di violenza, in particolare mediante i programmi DAPHNE e STOP.
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Sostenere campagne informative nei Paesi di origine, transito e
destinazione, sia all'interno che all'estreno dell'UE e in particolare nei Paesi
candidati, in collaborazione con le autorità nazionali e le ONG; ad esempio la
campagna di informazione "Tolleranza zero", i cui risultati venono consegnati
direttamente al Parlamento Europeo;
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Promuovere la formazione e la sensibilizzazione delle forze di polizia e
della magistratura, favorendo la collaborazione transfrontaliera, nonchè lo
scambio di informazioni e delle prassi migliori all'interno dell'UE e, in particolare,
tra l'UE e i paesi candidati nel campo della lotta alla tratta delle persone;
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Rilasciare permessi di soggiorno a breve scadenza alle vittime del
traffico a fini di sfruttamento sessuale, conformemente ai principi enunciati dalla
Commissione nel 1998 nella comunicazione sulle azioni da intraprendere per
combattere la tratta delle donne;
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Proseguire nell'UE, nei Paesi candidati e nei Paesi terzi la lotta agli atti
di violenza commessi contro le donne tra le mura domestiche mediante appositi
programmi di sostegno
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Sostenere nell'UE e nei paesi candidati attività di ricerca, raccolta dati e
divulgazione delle informazioni sulla violenza contro le donne
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Nuove prospettive si sono aperte infine quando, nel marzo 2000, il Consiglio
Europeo di Lisbona ha invitato gli stati membri ad impiegare i Fondi Strutturali
per combattere la povertà e l'emarginazione sociale e per sviluppare azioni
prioritarie per gruppi di destinatari specifici. Proprio l'Italia sta utilizzando il
Fondo Sociale Europeo per combattere la tratta e assicurare il sostegno alle
vittime.
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Il FSE co-finanzia numerosi programmi al fine di contrastare gli effetti perversi
che nascono a seguito del traffico delle donne. Ogni Piano Operativo Regionale
include azioni in favore di donne vittime di violenze e traffico all'inerno degli assi
dedicati all'inclusione sociale o alle pari opportunità. Gli esempi sono numerosi.
Tra le iniziative che sono state intraprese, è sicuramente da evidenziare il
Programma Operativo " Assistenza tecnica e azioni di sistema", proprio perché si
tratta di un'azione di sistema. La misura II.2 prevede azioni finalizzate alla ricerca
e allo studio sulla violenza contro le donne, la promozione della partecipazione al
mercato del lavoro delle donne in situazione di svantaggio ( immigrate e vittime
del traffico di persone) , e la formazione e cooperazione tra gli operatori sociali
del sistema.
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Per concludere vorrei accennare l'importanza del Programma Operativo
"Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno", del quale siamo qui in un certo
senso ospiti.
Il servizio telefonico gratuito viene spesso elogiato nei discorsi pubblici della
Commissaria della direzione Generale dell' Occupazione ed affari Sociali, direzione
che qui rappresento, è uno strumento di facile e sicura accessibilità per le persone
vittime della tratta e sfruttamento della prostituzione.
Ci sono poi studi, ricerche ed analisi, altre iniziative come convegni e seminari, come
quello che ci vede riuniti oggi - . Vorrei citarne uno in particolare, che ci consentirà di
affinare le nostre conoscenze,e quindi di calibrare meglio gli interventi.
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E' stato avviato uno studio complessivo sulla violenza delle donne nelle Regioni
del Sud, al fine di individuare le forme di intervento più idonee, ed, in particolare,
di disporre di dati ed analisi ricorrenti in grado di fornire elementi di conoscenza
sulla dimensione
e caratteristiche della violenza sulle donne, soprattutto sul
fenomeno dei maltrattamenti in famiglia.
E' quindi con grande piacere che abbiamo accolto l'invito ad aprire questo convegno,
sapendo che ci sarà oggi l'occasione di fare il punto su molte iniziative in Europa e in
Italia, e che ci sarà invariabilmente l'occasione di imparare molto da chi ha
contribuito, per la sua parte, a combattere questo fenomeno. Purtroppo si tratta di un
fenomeno mondiale, ma almeno in Europa, dobbiamo avere la certezza di non avere
lasciato nulla di intentato nel combatterlo.