Giovedì 17 dicembre 2015 COOPERATIVA E TERRITORIO Le buone prassi di reinserimento Il lavoro tra precarietà, responsabilità e relazione con il territorio Dott.ssa Elia Salvucci coordinatrice progetto Con…tatto 2 Dott.ssa Monica Carestia mediatrice progetto Con…tatto 2 PROGRAMMA Il lavoro, la precarietà, la responsabilità Gli attori del territorio Il progetto personalizzato Strumenti per l’orientamento Strumenti di re-inserimento La mediazione Il tutoraggio La negoziazione LAVORO, PRECARIETÀ, RESPONSABILITÀ L’INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA • E’ UN INTERVENTO SOCIALE E CULTURALE • OPERA UNA TRASFORMAZIONE DELLA SOCIETA’ • RESTITUISCE IL SENSO DI RESPONSABILITA’ ALLE DIVERSE PARTI SOCIALI INTERVENTO SOCIO-CULTURALE Il corpo sociale appare frammentato, parcellizzato, precarizzato. La società ha perso il senso di comunità che la rendeva capace di includere. Ha perso il senso di responsabilità che la spingeva a riconoscere l’altro come diverso e uguale al tempo stesso. Ha perso lo status di società. Mettiamo in contatto un soggetto che soffre di un disagio con un ambiente socio-lavorativo “malato”, che ha altrettanto bisogno di essere ricostruito La difficoltà a fare legame riguarda sia l’individuo che l’intera società. Commettiamo spesso l’errore di considerare il nostro un lavoro di aiuto unilaterale Invece lavoriamo per restituire alla società il senso perduto di comunità. Operiamo una trasformazione sociale e culturale LAVORO AMARE LAVORARE I DUE VERBI DELLA VICENDA UMANA è possibile capirne l’importanza solo in condizione di assenza: quando non lo si ha, quando si rischia di perderlo, quando è precario “Lavorare permette di tradurre in realtà le fantasie di desiderio dell’uomo” COS’E’ IL LAVORO? DESTINO “con il sudore della tua faccia mangerai pane” (Antico Testamento) NECESSITA’ soddisfa il bisogno di cibo, riparo, cura DIRITTO “una repubblica fondata sul lavoro” (art.1 Costituzione) Il lavoro incardina il soggetto nella realtà Gli consente di fare legame sociale (con i pari, superiori) Lo tiene iscritto ad un legame simbolico (orari, regole, compiti) LAVORO DUNQUE SONO Lavoro come costruzione di identità Siamo parte della comunità in base alla merce che produciamo e che consumiamo, così come siamo o no moralmente apprezzabili e rispettabili se lavoriamo, e in base al lavoro che facciamo. L’individuo privo di lavoro non ha sufficienti elementi per riconoscersi parte di un insieme e ne resta inevitabilmente escluso. Non produce, non consuma, non è riconosciuto come fornaio, commerciante, professionista, dipendente, imprenditore. E’ defraudato dello status di lavoratore. Non ha “titolo” per esistere nella comunità. Indebolimento delle capacità soggettive, delle qualità umane prima ancora delle abilità professionali e capacità lavorative. LAVORO DUNQUE SONO Essere lontani dal sistema lavorativo, simbolico, esserne esclusi, isolati = vivere in una condizione di alienazione, più vicini alla sofferenza grave Senza lavoro l’insieme della vita non si regge in piedi Non essere iscritti nel registro simbolico, è l’alienato, il folle, il depresso La garanzia del lavoro è l’antidepressivo più forte che esiste. Oggi infatti il consumo degli antidepressivi è alle stelle Lavoro è uno strumento per accedere all’identità sociale, non può trasformarsi in un fine. Differenza tra IMPARARE UN LAVORO e IMPARARE A LAVORARE Apprendere compiti e sequenze operative Assumere il proprio ruolo socio-lavorativo, essere inclusi in un sistema simbolico (responsabilità soggettiva) IERI E OGGI Società industrializzata Il lavoro si connette strettamente con le modalità di organizzazione della vita individuale e collettiva. Oggi Il lavoro di un individuo è funzionale quando è svolto al momento giusto, nel luogo giusto, per il periodo giusto. Il sistema non è condannabile se non offre lavoro, così come l’individuo non è moralmente esecrabile se non lavora precarietà diffusa come elemento strutturale della società PRECARIETÀ QUALE PRECARIETA’ PRECARIETA’ “ONTOLOGICA” Solitudine, angoscia, insicurezza, perdita di padronanza. La nostra esistenza è un’espressione della precarietà, la vita dell’uomo è nella precarietà. Questa precarietà dell’esistenza, però, non è una maledizione: è la vita, è l’essere gettati nel mondo. Da cui: spinta al legame, creazione, invenzione, sublimazione PRECARIETA’ “NON ONTOLOGICA”: socio-lavorativa Ha a che fare principalmente con la sfera del lavoro Disorientamento, spaesamento, assenza di progetto Ostacola il legame, genera isolamento, chiusura in nicchie autoproduttive Spegne l’energia vitale, manca il desiderio PRECARIETA’ SOCIO-LAVORATIVA La precarietà della quale noi parliamo non è la conseguenza della crisi di un sistema, ma è l’effetto del sistema stesso. Per questo la precarietà è il disagio della contemporaneità, un altro nome della sofferenza, “è dappertutto” (P. Bordieu) Se manca il lavoro: Insoddisfazione dei bisogni Negazione di progettazione Frustrazione della generazione Perdita del desiderio Ci ammaliamo Mortificazione del desiderio Se il desiderio non ha le condizioni per manifestarsi, lascia spazio alla malattia del rifiuto: la depressione. NUOVI SINTOMI NEET Not in Education, Employment or Training DIPENDENZE Le dipendenze si moltiplicano (poliassuntori) e diventano compatibili con stili di vita. Siamo “tutti consumatori”. NEOSEGREGAZIONE Il diverso non trasgredisce le istanze della società del consumo, ma vi aderisce eccessivamente. La società quindi non esclude più il diverso ma si frammenta in micro-mondi alimentando le solitudini al suo interno. CINISMO L’ironia, che significa guardare con giusta distanza alle cose, è stata sostituita dal cinismo e dal sarcasmo nel linguaggio dei giovani VIOLENZA ERRATICA Il cinismo come cifra del rapporto con l’Altro porta alla mancanza di programma e di avvenire, trasformando la violenza dei giovani in violenza selvaggia, disorganizzata, priva di un progetto sia pure distruttivo (passaggio all’atto) RESPONSABILITÀ RESPONSABILITA’ PUBBLICA La prima responsabilità che bisogna assumersi, è quella di mettere in discussione un modello di sviluppo sociale Aumento della diseguaglianza Altro = pericolo, disturbo, peso Risentimento, chiusura, aggressione ed esclusione Alcune parole fondamentali della nostra civiltà sono cadute in disuso: eguaglianza, giustizia, solidarietà, cooperazione Abbiamo dimenticato Rousseau: “un altro io diverso da me” Abbiamo rinunciato a una “comunità morale fondata sull’idea negativa di eliminare discriminazione e sofferenza.” (Habermas) RESPONSABILITA’ PUBBLICA La vita non si riconosce più nella differenza: si rafforza il confine come elemento di chiusura e protezione dall’Altro per rispondere alla perdita d’identità di un’epoca CONFINE = chiusura, separazione, protezione dall’Altro. Sicurezza. Ma CONFINE è anche necessità di oltrepassare Se la vita non sa scavalcare il regime ristretto della propria identità, se non sa muoversi dal proprio bisogno di appartenenza verso una contaminazione con l'Altro, fatalmente stagna, appassisce, non può che ripetere sterilmente se stessa. La necessità del confine va quindi unita con la necessità del movimento e del transito al di là del confine. Assumersi una responsabilità pubblica significa produrre una politica che non si occupi del diverso per mantenerne le distanze, ma per permettere la creazione di legami con lui. RESPONSABILITA’ PUBBLICA Il sentimento dell’eguaglianza s’impara tramite lo scambio, l’aiuto reciproco, il CONTATTO Il sentimento dell’eguaglianza e del conseguente riconoscimento delle differenze sta dentro la concezione cooperativa dell’organizzazione della vita sociale La sfera pubblica deve assumersi la responsabilità di creare una comunità capace di include e prevenire la marginalità; di creare uno spazio ecologico dove sia possibile disegnare percorsi di relazione e quindi di inclusione La sfera pubblica deve riportare al centro dell’esistenza il rapporto con l’Altro e perché questo accada la responsabilità della cooperazione e di chi opera nel sociale è fondamentale RESPONSABILITA’ SOCIALE Come le cooperative sociali e il terzo settore contribuiscono alla ricostruzione dei legami e quindi alla trasformazione della società contemporanea? In chiave di inclusione socio-lavorativa operiamo principalmente con la mediazione sociale e la mediazione comunitaria (A. Goussot, L. Callegari) Mediazione Sociale Pratiche di (ri)socializzazione degli individui che combattono la disorganizzazione sociale e ricostruiscono interazioni positive. Per funzionare agisce sull’individuo da re-inserire e sull’ambiente che lo accoglie. Mediazione Comunitaria Pratiche d'intervento per la riappropriazione dei membri di una comunità della loro capacità di agire e ristabilire le relazioni. Partecipazione della popolazione alla risoluzione dei conflitti e recupero della coesione sociale in modo autonomo e responsabile. RESPONSABILITA’ PRIVATA Nel coinvolgere le imprese in dinamiche di inclusione oggi abbiamo: •Incremento qualitativo: le richieste e aspettative professionali delle aziende sono elevate e complesse •Decremento quantitativo: le opportunità e le disponibilità sono ridotte Dobbiamo lavorare sui pregiudizi e sull’abbattimento delle barriere culturali e delle rigidità mentali per favorire l’inclusione della diversità incentivando la disponibilità aziendale ad accogliere (non necessariamente ad occupare) Gli attori del mondo privato devono essere coinvolti nelle dinamiche di inclusione e divenire complici delle azioni di mediazione e di reinserimento. RESPONSABILITA’ PRIVATA Ci sono: •Imprese votate all’inclusione: senso di responsabilità sociale acquisito. Il privato che agisce nel libero mercato si prende carico di una parte di intervento sociale, perché lo ritiene un dovere morale. •Imprese non votate all’inclusione: la responsabilità si assume quando l’azione sociale determina un vantaggio in chiave economico-finanziaria Dobbiamo combattere anche i nostri pregiudizi nei confronti dei privati Possiamo coinvolgerli maggiormente: • stimolando il senso di responsabilità • favorendo il loro tornaconto con pratiche di negoziazione RESPONSABILITA’ SOGGETTIVA Siamo sempre responsabili dei nostri disagi. Siamo sempre implicati. Non ci sono scuse: in quanto soggetti, dobbiamo rispondere eticamente alle nostre responsabilità La questione non è solo di natura materiale, ma di natura psicologica e di atteggiamento mentale: solo se la persona riesce a leggere in modo critico le ragioni sociali e soggettive della sua condizione di escluso crea una dinamica che costruisce il processo di autodeterminazione. Questo è possibile dove vi è anche relazione, riconoscimento, rivalorizzazione di sé come essere umano e come soggetto portatore di diritti di cittadinanza GLI ATTORI DEL TERRITORIO CHI SONO GLI ATTORI DEL TERRITORIO? Negli anni, siamo riusciti a mettere insieme diversi soggetti del territorio, in grado di produrre beni e servizi e di favorire l’inserimento dei soggetti nel mercato del lavoro. CIOF (Centro per l’impiego, l’orientamento e la formazione): è importante fare l’iscrizione al Ciof. L’iscrizione segue un iter ben preciso nel caso in cui la persona abbia o meno l’invalidità civile. 1) ISCRIZIONE NORMALE: portare doc. identità, ultima busta paga percepita, CV e, se iscritti ad altro Ciof, comunicarlo per effettuare il trasferimento dei dati 2) ISCRIZIONE CON INVALIDITA’: portare doc. identità, verbale invalidità civile, verbale legge n.68/99 e, se iscritti ad altro Ciof, comunicarlo per effettuare il trasferimento dei dati. Si fa presente che l’IRS l’Aurora ha stipulato un protocollo d’intesa con il CIOF di Ancona, al fine di collaborare insieme per conseguire gli obiettivi di politiche attive del lavoro in materia di inserimento lavorativo e d’integrazione sociale a favore di soggetti svantaggiati e socialmente deboli. Tale azione, potrà essere conseguita mediante l’attivazione di tirocini formativi (finanziata con i proventi del 5x1000 della stessa Cooperativa). Inoltre, con un secondo protocollo, stipulato nel 2014 attraverso l’Associazione Con…tatto, si è cercato di promuovere l’attivazione di percorsi di integrazione lavorativa per gli utenti delle associazioni (orientamento ai servizi offerti dal CIOF, incontro domanda/offerta, legge 68/99, realizzazione tirocini, ecc.) CHI SONO GLI ATTORI DEL TERRITORIO? Informagiovani: collaborazione per un orientamento al servizio e, in modo specifico, al colloquio di lavoro Agenzie interinali: orientamento per un accesso facilitato (dove sono e che cosa fanno?), al fine di progetti formativi (corsi di formazione e di qualifica) e di inserimento lavorativo Associazioni di categoria: collaborazione al fine di opportunità formative, implementata anche attraverso un ulteriore progetto (Ancona Città in Comune, AZIONE 6) Aziende private e pubbliche: sono i punti focali della rete, in quanto sono coloro che accolgono gli inserimenti lavorativi. All’interno del progetto Con…tatto 1, le aziende che hanno collaborato in questo senso, mettendo in campo un «quid» in più (in termini di sensibilità verso il tema dell’inserimento), hanno anche avuto un riconoscimento formale attraverso il rilascio del «marchio etico»; le stesse, hanno dato valore aggiunto a tutte le azioni messe in campo, diventando le risorse primarie su cui far leva Associazioni di volontariato: collaborazione con il CSV al fine di far sperimentare i soggetti con esperienze nuove, in contesti dove poter costruire relazioni positive. Questo ancor prima di mettere in atto un inserimento lavorativo, al fine di far acquisire alla persona nuove competenze relazionali e sociali Cooperative sociali A e B: collaborazione con diversi soggetti, per offrire loro sia esperienze formative che lavorative Sindacati: stretta collaborazione con il patronato/sindacato Fenalca per un orientamento al servizio e, in modo specifico, alle pratiche necessarie per il riconoscimento dell’invalidità civile ed il collocamento mirato (l. n. 68/99) Banche e Poste: orientamento agli strumenti utili per la gestione delle proprie entrate economiche IL PROGETTO PERSONALIZZATO COSA SIGNIFICA PERSONALIZZATO? Non è possibile concepire la presa in carico come un semplice atto amministrativo che si limita a "smistare" la persona all'interno di una gamma di contenitori; la presa in carico deve assumere una forte componente educativa, finalizzata a rispondere in modo personalizzato ai bisogni incontrati e deve mettere la persona in grado di fare delle scelte consapevoli rispetto al proprio progetto di vita, promuovendo l'auto-realizzazione e il superamento dello stato di esclusione sociale. La strategia per dare voce al progetto di vita della persona e realizzare efficaci politiche di intervento a livello locale punta sulla metodologia del lavoro di rete, definita «care management», attraverso la quale è possibile integrare le risorse e gestire i servizi in modo da identificare e affrontare i bisogni individuali nel loro insieme, adeguando il servizio alle persone (invece di adattare le persone ai servizi esistenti) e incoraggiando la partecipazione attiva delle stesse. E’ necessario far leva sulle risorse della persona, valorizzando le capacità e le competenze maturate nel tempo. PROGETTO PERSONALIZZATO No ai percorsi lavorativi generalizzati Sì alle progettualità calate sulla persona: in alcuni casi il lavoro potrebbe non essere coerente con i bisogni di una persona. E’ importante anzitutto che un soggetto recuperi una identità sociale. Sganciarci dalla logica della certificazione (diagnosi, invalidità, riduzione delle capacità lavorative). A volte può capitare che le possibilità di lavorare siano inferiori rispetto a quelle certificate per invalidità Accompagnare la persona attraverso un percorso di consapevolezza (tutoraggio) GLI STRUMENTI PER L’ORIENTAMENTO «Ho avuto una grande opportunità potendo informarmi, studiare, verificarmi nel mondo lavorativo. Praticamente mi avete fornito tutto, tutti gli strumenti necessari per affrontare una nuova vita, fatta di responsabilità, lucidità, di impegni e di orari da rispettare. A questo punto mi chiedo: cosa mi ha dato Massignano? Tutti gli strumenti necessari per raggiungere il mio obiettivo: la rinascita di Laura. Semplicemente meraviglioso.» IL CURRICULUM VITAE LINEE GUIDA AL CURRICULUM VITAE CV europeo: è il modello privilegiato nei rapporti con enti formali ed organizzazioni ben strutturate (CIOF, grandi aziende, concorsi pubblici, enti pubblici, ecc.) CV non europeo: è il modello privilegiato nei rapporti con piccole aziende ed attività (riassume brevemente e in modo più chiaro le diverse caratteristiche della persona e le diverse attività lavorative svolte) L’importanza dei recapiti: è bene mettere il proprio domicilio (se diverso dalla residenza), il numero di cellulare e la propria mail, da controllare periodicamente (meglio se un indirizzo formale come [email protected]) È bene descrivere con attenzione ogni attività lavorativa svolta (strumenti utilizzati, competenze acquisite, ecc.) Va posta particolare attenzione alle competenze relazionali, organizzative e tecniche Vanno inserite anche eventuali esperienze formative che la persona ha messo in atto (per esempio, attività di volontariato) LE CAPACITA’ E LE COMPETENZE NEL CV SOCIALI E RELAZIONALI: si definiscono come la capacità di vivere e lavorare con altre persone, dove la comunicazione svolge un ruolo importante, in situazioni in cui lo spirito di gruppo è essenziale (ad es. cultura e sport), in ambienti interculturali, ecc. Va precisato dove tali competenze sono state acquisite (contesto professionale, tempo libero, ecc.) ESEMPI sono: buono spirito di gruppo; capacità di adeguamento ad ambienti multiculturali; buone capacità di comunicazione (ad es. scrivere chiaramente o trasmettere efficacemente un’informazione); ecc. ORGANIZZATIVE: si definiscono come la capacità di coordinare e amministrare progetti o bilanci; sul lavoro, durante attività no-profit (ad es. cultura e sport), nonchè nella sfera privata. Va precisato in che contesto sono state acquisite (contesto professionale, tempo libero, ecc.) ESEMPI sono: leadership (attualmente coordino un gruppo di 10 persone); senso dell’organizzazione (esperienza logistica); buona attitudine alla gestione di progetti e di gruppi. TECNICHE: si riferiscono alla conoscenza di attrezzature o macchine specifiche (anche informatiche), o ad attitudini e competenze di tipo tecnico acquisite in un settore specializzato (settore produttivo, bancario, sanità, ecc.). Va precisato dove tali competenze sono state acquisite (contesto professionale, tempo libero, ecc.) ESEMPI sono: realizzazione di procedure per il controllo di qualità (ero responsabile del controllo di qualità nel mio reparto); conoscenza di un particolare programma informatico, ecc. LA LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO LINEE GUIDA ALLA LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO • E’ utilizzata per contattare un potenziale datore di lavoro, con lo scopo di sollecitare un colloquio, e per accompagnare il proprio CV • In essa si sintetizzano le proprie caratteristiche in rapporto alle esigenze del datore di lavoro, spiegando perché sarebbe utile prendere in considerazione tale candidatura, chiedendo un colloquio al datore di lavoro Va indirizzata ad una specifica persona che ha la possibilità di assumere (es. per le grandi aziende, al Responsabile Risorse Umane) Va indicata la posizione che si sta cercando, sottolineando gli aspetti più importanti della propria professionalità ed il contributo che la persona sarebbe in grado di dare agli obiettivi dell’organizzazione IL COLLOQUIO DI LAVORO IL COLLOQUIO…VA PREPARATO • È un incontro strutturato orientato alla conoscenza reciproca e allo scambio di informazioni, in relazione ad un’ipotesi di collaborazione professionale I MOMENTI CLASSICI DI UN COLLOQUIO DI LAVORO: Prima impressione (stretta di mano, contatto oculare), attenzione all’apparenza (abbigliamento, capelli, buone maniere, postura), convenevoli (presentazioni, spezzoni di conversazione informale, brevi commenti SU Tempo, orario degli aerei), Discussione sul passato formativo e professionale (curriculum formativo, esperienze lavorative, elementi extracurricolari come interessi, ruoli sociali, leadership...), discussione sugli obiettivi lavorativi del candidato, discussione sull’interesse che il candidato ha per l’organizzazione ATTENZIONE ALLA PRIMA IMPRESSIONE: arrivare con sufficiente anticipo, portare con se una copia del tuo Curriculum Vitae, non masticare chewing-gum, non fumare; vestirsi in maniera appropriata, mantenere una postura eretta, ecc. E’ bene fare delle simulate per non trovarsi impreparato GLI STRUMENTI DI RE-INSERIMENTO IL TIROCINIO FORMATIVO IL QUADRO NORMATIVO L.R. n. 2/2005, art. 18 DGR n. 1134/2013: la Regione Marche definisce il tirocinio come una misura formativa di politica attiva, non configurata come rapporto di lavoro, finalizzata a creare un contatto diretto tra un soggetto ospitante e il tirocinante allo scopo di favorirne l’arricchimento del bagaglio di conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e l’inserimento o il reinserimento lavorativo. 1. 2. 3. 4. Il tirocinio può essere di 4 tipi: finalizzato ad agevolare le scelte professionali dei giovani nel percorso di transizione tra la formazione (scuola/università/formazione professionale) e lavoro, attraverso una formazione a diretto contatto con il mondo del lavoro. I destinatari sono le persone che hanno conseguito un titolo studio negli ultimi dodici mesi. tirocini di inserimento o di reinserimento al lavoro, rivolti principalmente a disoccupati, persone in mobilità e inoccupati, ma attivabile anche in favore di lavoratori in cassa integrazione, sulla base di specifici accordi in attuazione delle politiche attive del lavoro per l’erogazione degli ammortizzatori sociali. tirocini di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento in favore di persone svantaggiate (legge n. 381/91) nonché richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. tirocini di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento in favore di persone con disabilità (ai sensi dell’art. 1, comma 1, della legge n. 68/1999). IL QUADRO NORMATIVO La durata massima dei tirocini è stabilita essere di 6 mesi; per i soggetti svantaggiati e per i disabili è previsto che la durata del tirocinio possa essere rispettivamente di 12 e 24 mesi. Il soggetto ospitante non potrà realizzare più di un tirocinio con il medesimo tirocinante. I tirocinanti non devono aver avuto precedenti rapporti di lavoro con il soggetto ospitante e non potranno essere utilizzati per attività che non siano coerenti con gli obiettivi formativi del tirocinio stesso. I soggetti ospitanti non potranno attivare tirocini per un periodo pari a 12 mesi qualora risultasse che, tra quelli di inserimento o reinserimento lavorativo già realizzati e conclusi negli ultimi 24 mesi, almeno un terzo dei tirocinanti non siano stati successivamente assunti, con un contratto di lavoro di durata almeno pari a quella del tirocinio concluso. Al termine del tirocinio il soggetto promotore, anche sulla base della valutazione del soggetto ospitante, dovrà rilasciare al tirocinante un’attestazione dei risultati sulla base di uno specifico schema previsto dalla delibera regionale, specificando le competenze acquisite con riferimento ad una qualificazione prevista dal Repertorio regionale definito dalla Regione Marche. I SOGGETTI COINVOLTI SOGGETTO PROMOTORE: si occupa di gestire l'intero processo del tirocinio garantendone il buon funzionamento. Tale ruolo può essere ricoperto dai soggetti indicati all’art. 5 della delibera illustrata precedentemente (es. Ciof, Cooperative sociali, ecc.) Ha il compito di: - individuare, insieme al tirocinante, le strutture aziendali presso cui svolgere il tirocinio; - stipulare una convenzione con l’azienda, che riporti gli obiettivi e le modalità di svolgimento del tirocinio; - predisporre un progetto formativo, concordandolo con il datore di lavoro ed il tirocinante; - designare un tutor esterno all’azienda che assista il tirocinante e l’impresa; tale figura è molto importante anche per la «sensibilizzazione» del contesto sociale in cui si va ad operare e in cui si vanno a reperire risorse ed aziende; - assicurare al tirocinante la copertura assicurativa contro gli infortuni e per la responsabilità civile; - monitorare e valutare il tirocinio. I SOGGETTI COINVOLTI SOGGETTO OSPITANTE: può essere qualsiasi soggetto, persona fisica o giuridica, di natura pubblica o privata. Il soggetto ospitante deve: - essere in regola con la vigente normativa sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; - essere in regola con la normativa di cui alla legge n. 68 del 1999 (collocamento mirato) e successive modifiche e integrazioni; - non aver effettuato licenziamenti per mansioni equivalenti a quelle del tirocinio, fatti salvi quelli per giusta causa e per giustificato motivo soggettivo e fatti salvi specifici accordi sindacali con le organizzazioni territoriali più rappresentative, nei 12 mesi precedenti l’attivazione del tirocinio, nell’unità operativa di svolgimento del tirocinio medesimo; - non avere in corso procedure di CIG straordinaria o in deroga, per mansioni equivalenti a quelle del tirocinio, nell’unità operativa di svolgimento del tirocinio. I SOGGETTI COINVOLTI SOGGETTO OSPITANTE: quanti tirocinanti per ogni soggetto? Il soggetto ospitante non può utilizzare i tirocinanti per sostituire i lavoratori con contratti a termine nei periodi di picco delle attività né per sostituire il personale nei periodi di malattia, maternità, ferie o infortuni, o per ricoprire ruoli necessari all'organizzazione. Il soggetto ospitante, pertanto, deve rispettare i seguenti limiti numerici, applicati all’unità operativa di svolgimento del tirocinio: ≤ 5 dipendenti (a tempo indeterminato) – N. 1 TIROCINANTE 6 ≤ 20 dipendenti (a tempo indeterminato) – N. 2 TIROCINANTI > 20 dipendenti (a tempo indeterminato) – N. TIROCINANTI NON SUPERIORE AL 10% DEI DIPENDENTI I SOGGETTI COINVOLTI SOGGETTO OSPITANTE: quali obblighi? - nominare un tutor che affiancherà il tirocinante sul luogo di lavoro per tutta la durata del tirocinio e che è responsabile dell'attuazione del progetto formativo individuale; - attuare le misure di tutela e adempiere gli obblighi stabiliti dalla normativa in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro - procedere con la visita medica prevista per ogni nuovo ingresso in azienda - assicurare il tirocinante presso l’INAIL, per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, e presso idonea compagnia assicurativa per la responsabilità civile verso terzi - fare opportuna comunicazione UNILAV per l’inizio dell’attività di tirocinio LA CONVENZIONE CONVENZIONE DI TIROCINIO FORMATIVO REGIONALE (Art. 18 Legge Regionale 25/01/2005 n. 2 ) TRA «soggetto promotore» (Inserire denominazione/ragione sociale del soggetto PROMOTORE) con sede legale in____________ Codice fiscale/partita Iva _________________ rappresentato dal Sig. ___________, nato a ___________ il _____________ E «soggetto ospitante» (Inserire denominazione/ragione sociale del soggetto OSPITANTE) con sede legale in ___________ Codice fiscale/partita Iva __________________ rappresentato dal Sig. ___________, nato a ___________ il _____________ IL PROGETTO FORMATIVO TIROCINIO FORMATIVO (Art. 18 Legge Regionale 25/01/2005 n. 2) Rif. Convenzione n. ………..stipulata in data…….. PROGETTO FORMATIVO E DI ORIENTAMENTO TIPOLOGIA DI TIROCINIO E DESTINATARIO (barrare la casella): □ tirocinio formativo e di orientamento (destinato ai soggetti che hanno conseguito un titolo di studio da non più di dodici mesi) □ neo-qualificato (qualifica professionale) □ neo-diplomato (diploma professionale, diploma di istruzione superiore, certificazione IFTS, diploma ITS) □ neo-laureato (laurea o altro titolo di livello universitario o post universitario) □ altro (specificare) ……………………………………………………… Data di conseguimento del titolo: ………...……………………. □ tirocinio di inserimento/reinserimento al lavoro □ inoccupato □ disoccupato (dal…………..….) □ in mobilità/cassa integrazione (dal………….….) □ tirocinio in favore di soggetti svantaggiati □ soggetto disabile (legge n.68/99) □ soggetto svantaggiato (ex art.4, comma 1 legge n.381/91) □ altre categorie di persone svantaggiate IL PROGETTO FORMATIVO: COME COMPILARLO? INFORMAZIONI SUL TIROCINIO Periodo di tirocinio: dal ……………. al ……………. Eventuale sospensione del tirocinio (ad es. per chiusura estiva dell’azienda): dal …………. al Durata effettiva: n. ….. mesi n. ….. settimane ore totali……….…………. Orari di svolgimento del tirocinio: dalle ore……………alle ore ....................... per……. giorni alla settimana (ove necessario allegare calendario) Figura professionale di riferimento (indicare una figura professionale con codice a 5 cifre compresa nella Classificazione delle Professioni Istat 2011 - http://cp2011.istat.it ): Codice figura: __.__.__.__.__ denominazione:.......................................................................... Figura professionale di riferimento nel Repertorio nazionale/regionale ………………………………………………………………………………………………………… GLI ORARI DEL TIROCINIO Sul progetto formativo vanno indicati con precisione gli orari in cui verrà svolto il tirocinio L’orario non dovrà superare le 30 ore settimanali Ogni eventuale modifica del suddetto orario (concordata tra tutti i soggetti coinvolti), dovrà essere comunicata formalmente La retribuzione va calcolata in base all’orario settimanale LA RETRIBUZIONE DEL TIROCINIO: L’ESEMPIO DEL PROGETTO CON…TATTO 2 compenso mensile borsa irap 8,5 % costo totale borsa (+ irap 8,5 %) 20 ore sett. € 350,00 € 29,75 € 379,75 da 21 a 25 ore sett. € 400,00 € 34,00 € 434,00 da 26 ore a 30 sett. € 500,00 € 42,50 € 542,50 N.B.: l’indennità corrisposta per il tirocinio non può essere inferiore a 350,00€ mensili. LA FIGURA PROFESSIONALE Cercare la figura professionale che più risponde alle mansioni previste dal tirocinio formativo sul sito http://cp2011.istat.it/ Le professioni sono organizzate in raggruppamenti. Ad ogni grande gruppo corrispondono più gruppi. I gruppi sono suddivisi in classi di professioni, composte a loro volta da più categorie. Ad ogni categoria corrispondono delle unità professionali contenenti le voci professionali. ESEMPIO DI FIGURA PROFESSIONALE: LA COLLABORATRICE DOMESTICA LE SEZIONI DEL PROGETTO: ATTIVITA’ E OBIETTIVI Attività previste e modalità di svolgimento: sono tutte le attività che il tirocinante andrà a svolgere, all’interno della mansione che gli viene assegnata (ambito/area di inserimento, compiti e attività assegnate al tirocinante, modalità di svolgimento, strumenti e/o attrezzature utilizzate, ecc.) Obiettivi formativi del tirocinio: sono tutte le conoscenze e le competenze che il tirocinante dovrà acquisire attraverso le suddette attività (esplicitare il grado di autonomia che il tirocinante dovrà conseguire) Attestazione dei risultati al termine del tirocinio. SCHEDA ATTESTAZIONE RISULTATI DGR n. 1134/2013, Art. 14: al termine del tirocinio il soggetto promotore, sulla base di una valutazione da parte del soggetto ospitante, dovrà rilasciare un’attestazione dei risultati Nella suddetta scheda, si dovranno specificare le competenze eventualmente acquisite in relazione alla qualifica prevista dal progetto formativo L’esperienza di tirocinio dovrà essere registrata sul Libretto formativo del cittadino: ad oggi, tale strumento non è ancora stato creato e quindi andrebbe allegato al cv, la suddetta scheda attestazione risultati ALTRE FORME DI INSERIMENTO: BORSA LAVORO, STAGE, ASSUNZIONE LA BORSA LAVORO La borsa lavoro è uno strumento di grande aiuto per alcune fasce sociali caratterizzate da bassa professionalità, titolo di studio debole, lieve disagio psichico o fisico. La borsa lavoro è da intendersi come percorso a carattere socio assistenziale; non si configura come attività lavorativa vera e propria, ma realizza esperienze di inserimento in ambienti protetti (a differenza del tirocinio formativo) LO STAGE Si configura come completamento del percorso formativo di studenti, i quali hanno la possibilità di alternare allo studio momenti di lavoro per approfondire le discipline e i processi formativi propri dei loro studi, al fine di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro. Attraverso lo stage, gli studenti hanno la possibilità di entrare nel “vivo” della realtà aziendale e di acquisire quelle conoscenze ed esperienze professionali che le scuole forniscono solo in via teorica. Lo stage prevede un tipo di rapporto triangolare tra tirocinante, soggetto ospitante, che può essere pubblico o privato, ed unente promotore che è la scuola. LE BORSE LAVORO ESISTONO ANCORA? L.R. n. 18/1996 - Art. 17 (Tirocini e borse-lavoro) l. La Regione concorre al finanziamento in favore di Province, Comuni singoli o associati e di Comunità montane di tirocini-borse lavoro per interventi che mirano al recupero e all'integrazione sociale e professionale della persona in situazione di handicap presso enti pubblici e privati. 2. I progetti di borse-lavoro sono redatti dai Comuni singoli o associati e dalle Comunità montane congiuntamente all'Unità multidisciplinare dell'età adulta, sentito il Coordinamento d‘ambito per la tutela delle persone in situazione di handicap. L. n. 328/2000 – Art. 14 (Progetti individuali per le persone disabili) D. Lgs. n. 276/2003 - "Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30" LE BORSE LAVORO ESISTONO ANCORA? La normativa, ad oggi, appare poco chiara (anche l’utilizzo dei due termini è spesso improprio) Doveva essere sostituita dalla normativa sui tirocini formativi, ma così non sembra ancora essere È una tipologia di inserimento più semplificata rispetto al tirocinio formativo (meno vincoli strutturali, specie a livello di modulistica) Si rivolge a persone maggiormente compromesse, con finalità meno complesse rispetto al tirocinio formativo LE BORSE LAVORO: UN ESEMPIO DI CONVENZIONE Convenzione per la realizzazione di una borsa-lavoro con finalità terapeutica, volta ad agevolare un processo di inserimento sociale e lavorativo del Sig. _____________, nato a_______ il ________ e residente a ____________ Tra ____________________________, di seguito denominato “Soggetto Proponente” E ____________________________, di seguito denominato “Soggetto Ospitante” Soggetto Proponente Denominazione sociale: ______, con sede legale in _________________, Codice Fiscale e/o P.IVA __________, Telefono: ________, Fax: ________ Indirizzo E-mail:______________________, rappresentato/a dal Sig./Sig.ra __________________, nato/a a ________, il ______, Codice Fiscale_______ in qualità di legale rappresentante Soggetto Ospitante Denominazione sociale ________, con sede legale in ________, Codice Fiscale e/o P.IVA____________, Telefono: ____________, Fax: ___________ Indirizzo E-mail: __________, rappresentato/a dal Sig./Sig.ra ______________,nato/a a ___________, il ______________, Codice Fiscale__ _____________in qualità di legale rappresentante______________ Borsista Nome: Cognome: Luogo di nascita_______Stato di nascita: _______, Cittadinanza: ______, Data di nascita ___________ Stato e provincia di residenza: , Città e Via residenza: _________, Codice Fiscale: Telefono: _______, Cellulare: __________ Indirizzo E-mail: __ Accordo tra le parti Le parti convengono che il Borsista Sig: •Nome: ______Cognome: _________, verrà accolto presso il Soggetto Ospitante: _________________ •Sede operativa di svolgimento della Borsa del Soggetto Ospitante: ______________Via: __________C.A.P: _________, città __________ • Svolgerà la Borsa lavoro oggetto della presente convenzione con mansioni di: ……………………….. •che la Borsa Lavoro sarà svolta all’interno della sede operativa del Soggetto Ospitante per numero mesi __ a partire dal giorno_____al giorno ______nei giorni di: ________ LE BORSE LAVORO: QUALI ONERI RIMANGONO SOGGETTO OSPITANTE: - nominare un tutor che affiancherà il tirocinante sul luogo di lavoro per tutta la durata della borsa; - attuare le misure di tutela e adempiere gli obblighi stabiliti dalla normativa in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; - procedere con la visita medica prevista per ogni nuovo ingresso in azienda; - assicurare il tirocinante presso l’INAIL, per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, e presso idonea compagnia assicurativa per la responsabilità civile verso terzi; - fare opportuna comunicazione UNILAV per l’inizio dell’attività UNA PARTICOLARE TIPOLOGIA DI LAVORO ACCESSORIO: I VOUCHER È una particolare modalità di prestazione lavorativa la cui finalità è quella di regolamentare quelle prestazioni lavorative, definite appunto 'accessorie', che non sono riconducibili a contratti di lavoro in quanto svolte in modo saltuario, e tutelare situazioni non regolamentate Il pagamento avviene attraverso 'buoni lavoro' (voucher) Il valore netto di un voucher da 10 euro nominali, in favore del lavoratore, è di 7,50 euro e corrisponde al compenso minimo di un’ora di prestazione Sono garantite la copertura previdenziale presso l'INPS e quella assicurativa presso l'INAIL Somma massima percepibile nel 2015: € 5.060 netti, per la totalità dei committenti nel corso di un anno solare, pari a € 6.746 lordi; € 2.020 netti in caso di committenti imprenditori commerciali o liberi professionisti nel corso di un anno solare, pari a € 2.693 lordi. Un prestatore, quindi, può ricevere compensi da un committente per un massimo di 2020 euro netti, da un altro per un massimo di altri 2020 netti, da un terzo per un massimo di 1020 netti (totale 5060). Lo svolgimento di prestazioni di lavoro accessorio non dà diritto alle prestazioni a sostegno del reddito dell'INPS (disoccupazione, maternità, malattia, assegni familiari ecc.), ma è riconosciuto ai fini del diritto alla pensione. I VOUCHER: IL COMMITTENTE E IL PRESTATORE Il committente può beneficiare di prestazioni nella completa legalità, con copertura assicurativa INAIL per eventuali incidenti sul lavoro, senza rischiare vertenze sulla natura della prestazione e senza dover stipulare alcun tipo di contratto I committenti – cioè coloro che impiegano prestatori di lavoro accessorio - possono essere: famiglie, enti senza fini di lucro, soggetti non imprenditori, imprese familiari, imprenditori agricoli, imprenditori operanti in tutti i settori, committenti pubblici Il prestatore può integrare le sue entrate attraverso queste prestazioni occasionali, il cui compenso è esente da ogni imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato. È, inoltre, cumulabile con i trattamenti pensionistici e compatibile con i versamenti volontari I prestatori che possono accedere al lavoro accessorio sono: pensionati; studenti nei periodi di vacanza (sono considerati studenti "i giovani con meno di 25 anni di età, regolarmente iscritti ad un ciclo di studi presso l'Università o istituto scolastico di ogni ordine e grado”), gli studenti possono effettuare prestazioni di lavoro accessorio anche il sabato e la domenica in tutti i periodi dell’anno, oltre che nei periodi di vacanza e compatibilmente con gli impegni scolastici. Gli studenti iscritti ad un ciclo regolare di studi universitari possono svolgere lavoro accessorio in qualunque periodo dell'anno; percettori di prestazioni integrative del salario o sostegno al reddito; lavoratori in parttime; altre categorie di prestatori come inoccupati, titolari di indennità di disoccupazione, lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti pubblici e privati; i prestatori extracomunitari in possesso di un permesso di soggiorno che consenta lo svolgimento di attività lavorativa. OPERARE INCLUSIONE: LA MEDIAZIONE, IL TUTORAGGIO LE 5 LOGICHE DELLA MEDIAZIONE Promuovere l’autonomia del soggetti = mediazione come processo educativo-culturale che utilizza anche la creazione di pratiche sociali responsabilizzanti e di luoghi di regolazione dei conflitti e di socializzazione non istituzionali Il Riconoscimento = fattore di identificazione e autoidentificazione che permette la presa di coscienza e l’accettazione. Nascita dei legami di mutua comprensione e mutua accettazione L’integrazione dei bisogni umani = autonomia e riconoscimento permettono di integrare bisogni diversi e di fornire ad essi risposte sociali La prossimità e la prevenzione dei conflitti = creazione di un dialogo permanente tra “prossimi” per disinnescare conflitti e creare nuove solidarietà La co-evoluzione = la costruzione di un sistema di relazioni aperto basato sulla cooperazione, ottenuta attraverso l’incontro e la solidarietà LO SGUARDO DEL MEDIATORE Soggetto Azienda Sguardo lungo e senso di servizio: • Avere capacità di ottenere le migliori informazioni sia dal soggetto sia dall’ambiente di lavoro • Avere un buon grado di comprensione, valutazione e intuizione • Avere capacità di costruire una rete di relazioni tra le parti • Avere capacità di comunicare: da dove parlo, a chi parlo • Avere capacità di negoziazione LA MEDIAZIONE Mediatore svolge una funzione, un ruolo “al confine”, tra racconti e storie di più soggetti, sistemi di azione integrati, promozione di contesti. Facilitare le relazioni e mettere in contatto le diverse parti sociali (persone, imprese, servizi del territorio, pubblica amministrazione, etc). Gli esiti non sono prevedibili, le circostanze non sono predeterminabili, né padroneggiabili. Anche il mediatore lavora in condizioni di precarietà e deve sapersi misurare con questa dimensione LE INFORMAZIONI BASE Soggetto - dati anagrafici - tipo e grado di invalidità - titolo di studio/qualifica professionale - esperienze professionali - possesso di patenti/abilitazioni particolari - opzioni lavorative Azienda - settore e attività produttiva - ubicazione - aree lavorative di possibile inserimento - titoli di studio e qualifiche richieste - struttura dell'orario di lavoro - quota di assunzioni obbligatorie da effettuare e disponibilità di inserimento L’ AMBITO RELAZIONALE: aspetti sociali e culturali dell’azienda L’aspetto tecnico e organizzativo formale dell’azienda non è il solo che dobbiamo osservare, se vogliamo che l’inserimento abbia successo Aspetto informale: strutture e processi che caratterizzano il funzionamento del lavoro: conflitti, competizione, solidarietà Responsabili di reparto Tutor aziendale Colleghi Altro personale Aspetti psicologici, organizzativi, relazionali che condizionano l’inserimento. INFORMAZIONI AVANZATE Una volta individuati alcuni soggetti potenzialmente adatti, si passa alla raccolta di informazioni più approfondite. Si arriva così ad un livello di informazioni che affianca gli aspetti formali dell’azienda a quelli informali, fornendoci una visione completa. Soggetto Mansione/Postazione di lavoro - Autonomie possedute - Tipo specifico di attività/operazioni - Capacità comunicative e di socializzazione - Comportamenti e capacità lavorative specifiche - Strumenti, attrezzature, macchinari conosciuti - Mansioni apprese nei corsi di formazione svolti o stage aziendali - Motivazioni e interessi lavorativi - Struttura del compito: fattori spaziali, tempi/ritmi di esecuzione, standard di produttività e precisione - Strumentazioni/Tecnologie utilizzate - Requisiti richiesti: conoscenza tecnica, strumentale e logistica, capacità di adattamento, motivazione e impegno, resistenza, costanza, attenzione, velocità, senso di collaborazione, autonomia esecutiva, ecc. - Pericolosità - Collocazione in rapporto ai colleghi: lavoro isolato, in linea, di gruppo, ecc. Struttura organizzativa - Tipo di struttura organizzativa/ configurazione - N° di addetti - Qualifiche/ profili professionali - Accessibilità posto di lavoro - Presenza di invalidi occupati - Aree e processi produttivi - Struttura organizzativa - Clima organizzativo - Cultura aziendale: orientamenti aziendali in materia di inclusione lavorativa e sociale rappresentanti sindacali - Eventuali barriere architettoniche - Certificazioni etiche - Gruppo di lavoro: figure di riferimento stabili, grado di possibile coinvolgimento nel programma lavorativo, stato dei rapporti con direzione e livelli gerarchici superiori, stato dei rapporti interni al gruppo, clima psicologico, grado di sensibilizzazione/di disponibilità soggettiva e di gruppo degli addetti. INFORMAZIONI AVANZATE Molte delle informazioni citate sono raramente disponibili. Dobbiamo essere quindi anche un po’ investigatori e ricorrere alle fonti a nostra disposizione: - Siti internet aziendali - Bilanci sociali - Presenza e caratteristiche della presenza sui social network - Organigrammi, funzionigrammi - Relazioni personali informali Dobbiamo acquisire tutte queste informazioni attraverso visite all’azienda per avere maggiori possibilità di osservazione diretta in loco. Ma anche sviluppare un dialogo con consulenti del lavoro/commercialisti/associazioni di categoria ecc. del contesto Queste fonti ci permettono di capire - Maggiore o minore propensione dell’azienda ad accogliere inserimenti - Con chi ci conviene parlare/trattare - Dove l’azienda è più «penetrabile» IL TUTORAGGIO •Verifica costante dell’interiorizzazione del ruolo socio-lavorativo •Verifica delle capacità di stare dentro un legame simbolico: puntualità, presenza, interiorizzazione delle regole aziendali e delle norme in materia di igiene e sicurezza •Verifica della capacità di stare dentro un legame sociale: mantenere e/o ampliare relazioni sociali e amicali, con particolare riferimento al luogo di lavoro, ai colleghi e ai responsabili dell’azienda •Verifica delle capacità di gestione del denaro percepito durante il tirocinio mediante la supervisione di un operatore che responsabilizzi l’utente •Verifica dell’aumento delle competenze sul piano del sapere, del saper fare, del saper essere •Verifica dell’influenza positiva dell’attività formativa e lavorativa sulla qualità della vita dell’utente •Verifica dell’astensione dall’uso di alcol e sostanze durante il tirocinio LA NEGOZIAZIONE Chi opera nel sociale e si rapporta al mondo dell’impresa, troppo spesso si limita a considerare l’inclusione un fatto etico e morale che può essere più o meno compreso dall’azienda. Il mondo degli operatori troppo spesso rinuncia a negoziare, e considera la negoziazione una cosa “scorretta”: esercitiamo un giudizio morale che ci chiude la porta di molte aziende Studiare le pratiche di negoziazione e applicare la negoziazione nei rapporti con le aziende, oggi è invece fondamentale. Sotto molti punti di vista, una negoziazione ben condotta porterà al successo dell’inserimento e all’azienda vantaggi di vario genere, a seconda delle sue aspettative e della nostra capacità di soddisfarle. LA NEGOZIAZIONE Negoziazione = Processo virtuoso di riduzione del conflitto. Ha regole precise e richiede la massima onestà con noi stessi e la massima conoscenza possibile dei nostri interlocutori. E’ un’attività nobile ed etica. Nel nostro caso due parti negoziano non per competere tra di loro, ma a beneficio di una terza parte, il soggetto svantaggiato. Non è una gara né un campo di battaglia: non bisogna trarre vantaggio dalle debolezze dell’altro, ma riconoscere i suoi punti forti e puntare su quelli. L’obiettivo della negoziazione è la vittoria di entrambe le parti. LA NEGOZIAZIONE Dobbiamo avere chiaro: - Cosa si vuole (quali fini e obiettivi ci si pone); - Cosa si pensa vogliano gli altri (acquisendo informazioni su di essi); - Quale è per noi il minimo accettabile; - Quali proposte e alternative si possono offrire - Offrire cose che hanno un elevato valore per l’altro; - Non regalare: offrire sempre in cambio di qualcosa d’altro; - Se si è in difficoltà, richiedere un aggiornamento di incontro e valutare con calma il punto cui si è arrivati; - Esercitare il “discorso attivo”: non dire più di quanto si debba; - Pre-programmare gli incontri, per avere una squadra unita e che agisce in maniera coerente; - Partire da un interesse reciproco; - Trattare la parte economica come una delle tante, affiancandola a vantaggi non direttamente economici (risparmio, organizzazione). COOPERATIVA E TERRITORIO Dott.ssa Elia Salvucci coordinatrice progetto Con…tatto 2 Dott.ssa Monica Carestia mediatrice progetto Con…tatto 2 Grazie dell’attenzione e buon lavoro