Giovedì 17 dicembre 2015
COOPERATIVA E TERRITORIO
Le buone prassi di reinserimento
Il lavoro tra precarietà, responsabilità e relazione
con il territorio
Dott.ssa Elia Salvucci coordinatrice progetto Con…tatto 2
Dott.ssa Monica Carestia mediatrice progetto Con…tatto 2
PROGRAMMA
 Il lavoro, la precarietà, la responsabilità
 Gli attori del territorio
 Il progetto personalizzato
 Strumenti per l’orientamento
 Strumenti di re-inserimento
 La mediazione
 Il tutoraggio
 La negoziazione
LAVORO, PRECARIETÀ,
RESPONSABILITÀ
L’INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA
• E’ UN INTERVENTO SOCIALE E CULTURALE
• OPERA UNA TRASFORMAZIONE DELLA SOCIETA’
• RESTITUISCE IL SENSO DI RESPONSABILITA’ ALLE DIVERSE PARTI SOCIALI
INTERVENTO SOCIO-CULTURALE
Il corpo sociale appare frammentato, parcellizzato, precarizzato.
La società ha perso il senso di comunità che la rendeva capace di
includere. Ha perso il senso di responsabilità che la spingeva a
riconoscere l’altro come diverso e uguale al tempo stesso. Ha perso lo
status di società.
Mettiamo in contatto un soggetto che soffre di un disagio con un
ambiente socio-lavorativo “malato”, che ha altrettanto bisogno di
essere ricostruito
La difficoltà a fare legame riguarda sia l’individuo che l’intera società.
Commettiamo spesso l’errore di considerare il nostro un lavoro di aiuto unilaterale
Invece lavoriamo per restituire alla società il senso perduto di comunità.
Operiamo una trasformazione sociale e culturale
LAVORO
AMARE
LAVORARE
I DUE VERBI DELLA VICENDA UMANA
è possibile capirne l’importanza solo in condizione di assenza: quando
non lo si ha, quando si rischia di perderlo, quando è precario
“Lavorare permette di tradurre in realtà le fantasie di desiderio dell’uomo”
COS’E’ IL LAVORO?
DESTINO
“con il sudore della tua faccia mangerai pane”
(Antico Testamento)
NECESSITA’
soddisfa il bisogno di cibo, riparo, cura
DIRITTO
“una repubblica fondata sul lavoro”
(art.1 Costituzione)
Il lavoro incardina il soggetto nella realtà
Gli consente di fare legame sociale (con i pari, superiori)
Lo tiene iscritto ad un legame simbolico (orari, regole, compiti)
LAVORO DUNQUE SONO
Lavoro come costruzione di identità
Siamo parte della comunità in base alla merce che produciamo e che
consumiamo, così come siamo o no moralmente apprezzabili e rispettabili
se lavoriamo, e in base al lavoro che facciamo.
L’individuo privo di lavoro non ha sufficienti elementi per riconoscersi parte di
un insieme e ne resta inevitabilmente escluso. Non produce, non consuma,
non è riconosciuto come fornaio, commerciante, professionista, dipendente,
imprenditore.
E’ defraudato dello status di lavoratore. Non ha “titolo” per esistere nella
comunità.
Indebolimento delle capacità soggettive, delle qualità umane prima ancora
delle abilità professionali e capacità lavorative.
LAVORO DUNQUE SONO
Essere lontani dal sistema lavorativo, simbolico, esserne esclusi, isolati = vivere
in una condizione di alienazione, più vicini alla sofferenza grave
Senza lavoro l’insieme della vita non si regge in piedi
Non essere iscritti nel registro simbolico, è l’alienato, il folle, il depresso
La garanzia del lavoro è l’antidepressivo più forte che esiste.
Oggi infatti il consumo degli antidepressivi è alle stelle
Lavoro è uno strumento per accedere all’identità sociale, non può trasformarsi
in un fine.
Differenza tra IMPARARE UN LAVORO e IMPARARE A LAVORARE
Apprendere compiti e sequenze operative
Assumere il proprio ruolo socio-lavorativo, essere inclusi in un sistema
simbolico (responsabilità soggettiva)
IERI E OGGI
Società industrializzata
Il lavoro si connette strettamente con le modalità di organizzazione della
vita individuale e collettiva.
Oggi
Il lavoro di un individuo è funzionale quando è svolto al momento giusto,
nel luogo giusto, per il periodo giusto. Il sistema non è condannabile se non
offre lavoro, così come l’individuo non è moralmente esecrabile se non
lavora
precarietà diffusa come elemento strutturale della società
PRECARIETÀ
QUALE PRECARIETA’
PRECARIETA’ “ONTOLOGICA”
Solitudine, angoscia, insicurezza, perdita di padronanza.
La nostra esistenza è un’espressione della precarietà, la vita dell’uomo è nella
precarietà. Questa precarietà dell’esistenza, però, non è una maledizione: è la
vita, è l’essere gettati nel mondo.
Da cui: spinta al legame, creazione, invenzione, sublimazione
PRECARIETA’ “NON ONTOLOGICA”: socio-lavorativa
Ha a che fare principalmente con la sfera del lavoro
Disorientamento, spaesamento, assenza di progetto
Ostacola il legame, genera isolamento, chiusura in nicchie autoproduttive
Spegne l’energia vitale, manca il desiderio
PRECARIETA’ SOCIO-LAVORATIVA
La precarietà della quale noi parliamo non è la conseguenza della crisi di un
sistema, ma è l’effetto del sistema stesso. Per questo la precarietà è il disagio
della contemporaneità, un altro nome della sofferenza, “è dappertutto” (P.
Bordieu)
Se manca il lavoro:
Insoddisfazione dei bisogni
Negazione di progettazione
Frustrazione della generazione
Perdita del desiderio
Ci ammaliamo
Mortificazione del desiderio
Se il desiderio non ha le condizioni per manifestarsi, lascia spazio alla malattia
del rifiuto: la depressione.
NUOVI SINTOMI
NEET
Not in Education, Employment or Training
DIPENDENZE
Le dipendenze si moltiplicano (poliassuntori) e diventano compatibili con
stili di vita. Siamo “tutti consumatori”.
NEOSEGREGAZIONE
Il diverso non trasgredisce le istanze della società del consumo, ma vi
aderisce eccessivamente. La società quindi non esclude più il diverso ma si
frammenta in micro-mondi alimentando le solitudini al suo interno.
CINISMO
L’ironia, che significa guardare con giusta distanza alle cose, è stata
sostituita dal cinismo e dal sarcasmo nel linguaggio dei giovani
VIOLENZA ERRATICA
Il cinismo come cifra del rapporto con l’Altro porta alla mancanza di
programma e di avvenire, trasformando la violenza dei giovani in violenza
selvaggia, disorganizzata, priva di un progetto sia pure distruttivo
(passaggio all’atto)
RESPONSABILITÀ
RESPONSABILITA’ PUBBLICA
La prima responsabilità che bisogna assumersi, è quella di mettere in
discussione un modello di sviluppo sociale
Aumento della diseguaglianza
Altro = pericolo, disturbo, peso
Risentimento, chiusura, aggressione ed esclusione
Alcune parole fondamentali della nostra civiltà sono cadute in disuso:
eguaglianza, giustizia, solidarietà, cooperazione
Abbiamo dimenticato Rousseau: “un altro io diverso da me”
Abbiamo rinunciato a una “comunità morale fondata sull’idea negativa di
eliminare discriminazione e sofferenza.” (Habermas)
RESPONSABILITA’ PUBBLICA
La vita non si riconosce più nella differenza: si rafforza il confine come elemento
di chiusura e protezione dall’Altro per rispondere alla perdita d’identità di
un’epoca
CONFINE = chiusura, separazione, protezione dall’Altro. Sicurezza.
Ma CONFINE è anche necessità di oltrepassare
Se la vita non sa scavalcare il regime ristretto della propria identità, se non
sa muoversi dal proprio bisogno di appartenenza verso una contaminazione
con l'Altro, fatalmente stagna, appassisce, non può che ripetere sterilmente
se stessa.
La necessità del confine va quindi unita con la necessità del movimento e
del transito al di là del confine.
Assumersi una responsabilità pubblica significa produrre una politica
che non si occupi del diverso per mantenerne le distanze, ma per
permettere la creazione di legami con lui.
RESPONSABILITA’ PUBBLICA
Il sentimento dell’eguaglianza s’impara tramite lo scambio, l’aiuto reciproco,
il CONTATTO
Il sentimento dell’eguaglianza e del conseguente riconoscimento delle differenze
sta dentro la concezione cooperativa dell’organizzazione della vita sociale
La sfera pubblica deve assumersi la responsabilità di creare una comunità
capace di include e prevenire la marginalità; di creare uno spazio ecologico
dove sia possibile disegnare percorsi di relazione e quindi di inclusione
La sfera pubblica deve riportare al centro dell’esistenza il rapporto con
l’Altro e perché questo accada la responsabilità della cooperazione e di
chi opera nel sociale è fondamentale
RESPONSABILITA’ SOCIALE
Come le cooperative sociali e il terzo settore contribuiscono alla
ricostruzione dei legami e quindi alla trasformazione della società
contemporanea?
In chiave di inclusione socio-lavorativa operiamo principalmente con la
mediazione sociale e la mediazione comunitaria (A. Goussot, L. Callegari)
Mediazione Sociale
Pratiche di (ri)socializzazione degli
individui che combattono la
disorganizzazione sociale e
ricostruiscono interazioni positive.
Per funzionare agisce
sull’individuo da re-inserire e
sull’ambiente che lo accoglie.
Mediazione Comunitaria
Pratiche d'intervento per la
riappropriazione dei membri di una
comunità della loro capacità di agire e
ristabilire le relazioni. Partecipazione
della popolazione alla risoluzione dei
conflitti e recupero della coesione
sociale in modo autonomo e
responsabile.
RESPONSABILITA’ PRIVATA
Nel coinvolgere le imprese in dinamiche di inclusione oggi abbiamo:
•Incremento qualitativo: le richieste e aspettative professionali delle
aziende sono elevate e complesse
•Decremento quantitativo: le opportunità e le disponibilità sono
ridotte
Dobbiamo lavorare sui pregiudizi e sull’abbattimento delle barriere culturali
e delle rigidità mentali per favorire l’inclusione della diversità incentivando la
disponibilità aziendale ad accogliere (non necessariamente ad occupare)
Gli attori del mondo privato devono essere coinvolti nelle dinamiche di
inclusione e divenire complici delle azioni di mediazione e di reinserimento.
RESPONSABILITA’ PRIVATA
Ci sono:
•Imprese votate all’inclusione: senso di responsabilità sociale acquisito. Il
privato che agisce nel libero mercato si prende carico di una parte di
intervento sociale, perché lo ritiene un dovere morale.
•Imprese non votate all’inclusione: la responsabilità si assume quando
l’azione sociale determina un vantaggio in chiave economico-finanziaria
Dobbiamo combattere anche i nostri pregiudizi nei confronti dei privati
Possiamo coinvolgerli maggiormente:
• stimolando il senso di responsabilità
• favorendo il loro tornaconto con pratiche di negoziazione
RESPONSABILITA’ SOGGETTIVA
Siamo sempre responsabili dei nostri disagi. Siamo sempre implicati.
Non ci sono scuse: in quanto soggetti, dobbiamo rispondere
eticamente alle nostre responsabilità
La questione non è solo di natura materiale, ma di natura psicologica e di
atteggiamento mentale: solo se la persona riesce a leggere in modo critico
le ragioni sociali e soggettive della sua condizione di escluso crea una
dinamica che costruisce il processo di autodeterminazione.
Questo è possibile dove vi è anche relazione, riconoscimento,
rivalorizzazione di sé come essere umano e come soggetto portatore di
diritti di cittadinanza
GLI ATTORI DEL TERRITORIO
CHI SONO GLI ATTORI DEL TERRITORIO?
Negli anni, siamo riusciti a mettere insieme diversi soggetti del territorio, in grado
di produrre beni e servizi e di favorire l’inserimento dei soggetti nel mercato del
lavoro.
 CIOF (Centro per l’impiego, l’orientamento e la formazione): è importante fare
l’iscrizione al Ciof. L’iscrizione segue un iter ben preciso nel caso in cui la persona
abbia o meno l’invalidità civile.
1) ISCRIZIONE NORMALE: portare doc. identità, ultima busta paga percepita, CV e, se
iscritti ad altro Ciof, comunicarlo per effettuare il trasferimento dei dati
2) ISCRIZIONE CON INVALIDITA’: portare doc. identità, verbale invalidità civile, verbale
legge n.68/99 e, se iscritti ad altro Ciof, comunicarlo per effettuare il trasferimento
dei dati.
Si fa presente che l’IRS l’Aurora ha stipulato un protocollo d’intesa con il CIOF di Ancona, al fine di
collaborare insieme per conseguire gli obiettivi di politiche attive del lavoro in materia di inserimento
lavorativo e d’integrazione sociale a favore di soggetti svantaggiati e socialmente deboli. Tale azione,
potrà essere conseguita mediante l’attivazione di tirocini formativi (finanziata con i proventi del 5x1000
della stessa Cooperativa). Inoltre, con un secondo protocollo, stipulato nel 2014 attraverso
l’Associazione Con…tatto, si è cercato di promuovere l’attivazione di percorsi di integrazione lavorativa
per gli utenti delle associazioni (orientamento ai servizi offerti dal CIOF, incontro domanda/offerta,
legge 68/99, realizzazione tirocini, ecc.)
CHI SONO GLI ATTORI DEL TERRITORIO?
 Informagiovani: collaborazione per un orientamento al servizio e, in modo specifico, al colloquio di







lavoro
Agenzie interinali: orientamento per un accesso facilitato (dove sono e che cosa fanno?), al fine di
progetti formativi (corsi di formazione e di qualifica) e di inserimento lavorativo
Associazioni di categoria: collaborazione al fine di opportunità formative, implementata anche
attraverso un ulteriore progetto (Ancona Città in Comune, AZIONE 6)
Aziende private e pubbliche: sono i punti focali della rete, in quanto sono coloro che accolgono gli
inserimenti lavorativi. All’interno del progetto Con…tatto 1, le aziende che hanno collaborato in
questo senso, mettendo in campo un «quid» in più (in termini di sensibilità verso il tema
dell’inserimento), hanno anche avuto un riconoscimento formale attraverso il rilascio del «marchio
etico»; le stesse, hanno dato valore aggiunto a tutte le azioni messe in campo, diventando le risorse
primarie su cui far leva
Associazioni di volontariato: collaborazione con il CSV al fine di far sperimentare i soggetti con
esperienze nuove, in contesti dove poter costruire relazioni positive. Questo ancor prima di mettere
in atto un inserimento lavorativo, al fine di far acquisire alla persona nuove competenze relazionali
e sociali
Cooperative sociali A e B: collaborazione con diversi soggetti, per offrire loro sia esperienze
formative che lavorative
Sindacati: stretta collaborazione con il patronato/sindacato Fenalca per un orientamento al servizio
e, in modo specifico, alle pratiche necessarie per il riconoscimento dell’invalidità civile ed il
collocamento mirato (l. n. 68/99)
Banche e Poste: orientamento agli strumenti utili per la gestione delle proprie entrate economiche
IL PROGETTO PERSONALIZZATO
COSA SIGNIFICA PERSONALIZZATO?
Non è possibile concepire la presa in carico come un semplice atto
amministrativo che si limita a "smistare" la persona all'interno di una gamma
di contenitori; la presa in carico deve assumere una forte componente
educativa, finalizzata a rispondere in modo personalizzato ai bisogni
incontrati e deve mettere la persona in grado di fare delle scelte consapevoli
rispetto al proprio progetto di vita, promuovendo l'auto-realizzazione e il
superamento dello stato di esclusione sociale.
La strategia per dare voce al progetto di vita della persona e realizzare
efficaci politiche di intervento a livello locale punta sulla metodologia del
lavoro di rete, definita «care management», attraverso la quale è possibile
integrare le risorse e gestire i servizi in modo da identificare e affrontare i
bisogni individuali nel loro insieme, adeguando il servizio alle persone (invece
di adattare le persone ai servizi esistenti) e incoraggiando la partecipazione
attiva delle stesse.
E’ necessario far leva sulle risorse della persona, valorizzando le capacità e
le competenze maturate nel tempo.
PROGETTO PERSONALIZZATO
 No ai percorsi lavorativi generalizzati
 Sì alle progettualità calate sulla persona: in alcuni casi il lavoro potrebbe
non essere coerente con i bisogni di una persona. E’ importante anzitutto
che un soggetto recuperi una identità sociale.
 Sganciarci dalla logica della certificazione (diagnosi, invalidità, riduzione
delle capacità lavorative). A volte può capitare che le possibilità di lavorare
siano inferiori rispetto a quelle certificate per invalidità
 Accompagnare la persona attraverso un percorso di consapevolezza
(tutoraggio)
GLI STRUMENTI PER
L’ORIENTAMENTO
«Ho avuto una grande opportunità potendo
informarmi, studiare, verificarmi nel mondo
lavorativo. Praticamente mi avete fornito tutto,
tutti gli strumenti necessari per affrontare una
nuova vita, fatta di responsabilità, lucidità, di
impegni
e
di
orari
da
rispettare.
A questo punto mi chiedo: cosa mi ha dato
Massignano?
Tutti gli strumenti necessari per raggiungere il
mio obiettivo: la rinascita di Laura.
Semplicemente meraviglioso.»
IL CURRICULUM VITAE
LINEE GUIDA AL CURRICULUM VITAE
 CV europeo: è il modello privilegiato nei rapporti con enti formali ed organizzazioni
ben strutturate (CIOF, grandi aziende, concorsi pubblici, enti pubblici, ecc.)
 CV non europeo: è il modello privilegiato nei rapporti con piccole aziende ed
attività (riassume brevemente e in modo più chiaro le diverse caratteristiche della
persona e le diverse attività lavorative svolte)
 L’importanza dei recapiti: è bene mettere il proprio domicilio (se diverso dalla
residenza), il numero di cellulare e la propria mail, da controllare periodicamente
(meglio se un indirizzo formale come [email protected])
 È bene descrivere con attenzione ogni attività lavorativa svolta (strumenti utilizzati,
competenze acquisite, ecc.)
 Va posta particolare attenzione alle competenze relazionali, organizzative e
tecniche
 Vanno inserite anche eventuali esperienze formative che la persona ha messo in
atto (per esempio, attività di volontariato)
LE CAPACITA’ E LE COMPETENZE NEL CV

SOCIALI E RELAZIONALI: si definiscono come la capacità di vivere e lavorare con altre persone, dove la
comunicazione svolge un ruolo importante, in situazioni in cui lo spirito di gruppo è essenziale (ad es.
cultura e sport), in ambienti interculturali, ecc. Va precisato dove tali competenze sono state acquisite
(contesto professionale, tempo libero, ecc.)
ESEMPI sono: buono spirito di gruppo; capacità di adeguamento ad ambienti multiculturali; buone capacità di
comunicazione (ad es. scrivere chiaramente o trasmettere efficacemente un’informazione); ecc.

ORGANIZZATIVE: si definiscono come la capacità di coordinare e amministrare progetti o bilanci; sul lavoro,
durante attività no-profit (ad es. cultura e sport), nonchè nella sfera privata. Va precisato in che contesto
sono state acquisite (contesto professionale, tempo libero, ecc.)
ESEMPI sono: leadership (attualmente coordino un gruppo di 10 persone); senso dell’organizzazione
(esperienza logistica); buona attitudine alla gestione di progetti e di gruppi.

TECNICHE: si riferiscono alla conoscenza di attrezzature o macchine specifiche (anche informatiche), o ad
attitudini e competenze di tipo tecnico acquisite in un settore specializzato (settore produttivo, bancario,
sanità, ecc.). Va precisato dove tali competenze sono state acquisite (contesto professionale, tempo libero,
ecc.)
ESEMPI sono: realizzazione di procedure per il controllo di qualità (ero responsabile del controllo di qualità nel
mio reparto); conoscenza di un particolare programma informatico, ecc.
LA LETTERA DI
ACCOMPAGNAMENTO
LINEE GUIDA ALLA LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO
• E’ utilizzata per contattare un potenziale datore di lavoro, con lo scopo di
sollecitare un colloquio, e per accompagnare il proprio CV
• In essa si sintetizzano le proprie caratteristiche in rapporto alle esigenze del datore
di lavoro, spiegando perché sarebbe utile prendere in considerazione tale
candidatura, chiedendo un colloquio al datore di lavoro
 Va indirizzata ad una specifica persona che ha la possibilità di assumere (es. per le
grandi aziende, al Responsabile Risorse Umane)
 Va indicata la posizione che si sta cercando, sottolineando gli aspetti più importanti
della propria professionalità ed il contributo che la persona sarebbe in grado di
dare agli obiettivi dell’organizzazione
IL COLLOQUIO DI LAVORO
IL COLLOQUIO…VA PREPARATO
• È un incontro strutturato orientato alla conoscenza reciproca e allo scambio di
informazioni, in relazione ad un’ipotesi di collaborazione professionale
 I MOMENTI CLASSICI DI UN COLLOQUIO DI LAVORO: Prima impressione (stretta di
mano, contatto oculare), attenzione all’apparenza (abbigliamento, capelli, buone
maniere, postura), convenevoli (presentazioni, spezzoni di conversazione
informale, brevi commenti SU Tempo, orario degli aerei), Discussione sul passato
formativo e professionale (curriculum formativo, esperienze lavorative, elementi
extracurricolari come interessi, ruoli sociali, leadership...), discussione sugli
obiettivi lavorativi del candidato, discussione sull’interesse che il candidato ha per
l’organizzazione
 ATTENZIONE ALLA PRIMA IMPRESSIONE: arrivare con sufficiente anticipo, portare
con se una copia del tuo Curriculum Vitae, non masticare chewing-gum, non
fumare; vestirsi in maniera appropriata, mantenere una postura eretta, ecc.
 E’ bene fare delle simulate per non trovarsi impreparato
GLI STRUMENTI DI
RE-INSERIMENTO
IL TIROCINIO FORMATIVO
IL QUADRO NORMATIVO


L.R. n. 2/2005, art. 18
DGR n. 1134/2013: la Regione Marche definisce il tirocinio come una misura formativa di
politica attiva, non configurata come rapporto di lavoro, finalizzata a creare un contatto diretto
tra un soggetto ospitante e il tirocinante allo scopo di favorirne l’arricchimento del bagaglio di
conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e l’inserimento o il reinserimento
lavorativo.

1.
2.
3.
4.
Il tirocinio può essere di 4 tipi:
finalizzato ad agevolare le scelte professionali dei giovani nel percorso di transizione tra la formazione
(scuola/università/formazione professionale) e lavoro, attraverso una formazione a diretto contatto con il
mondo del lavoro. I destinatari sono le persone che hanno conseguito un titolo studio negli ultimi dodici mesi.
tirocini di inserimento o di reinserimento al lavoro, rivolti principalmente a disoccupati, persone in mobilità
e inoccupati, ma attivabile anche in favore di lavoratori in cassa integrazione, sulla base di specifici accordi in
attuazione delle politiche attive del lavoro per l’erogazione degli ammortizzatori sociali.
tirocini di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento in favore di persone
svantaggiate (legge n. 381/91) nonché richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
tirocini di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento in favore di persone con
disabilità (ai sensi dell’art. 1, comma 1, della legge n. 68/1999).
IL QUADRO NORMATIVO
 La durata massima dei tirocini è stabilita essere di 6 mesi; per i soggetti svantaggiati e
per i disabili è previsto che la durata del tirocinio possa essere rispettivamente di 12 e
24 mesi.
 Il soggetto ospitante non potrà realizzare più di un tirocinio con il medesimo
tirocinante.
 I tirocinanti non devono aver avuto precedenti rapporti di lavoro con il soggetto
ospitante e non potranno essere utilizzati per attività che non siano coerenti con gli
obiettivi formativi del tirocinio stesso.
 I soggetti ospitanti non potranno attivare tirocini per un periodo pari a 12 mesi
qualora risultasse che, tra quelli di inserimento o reinserimento lavorativo già
realizzati e conclusi negli ultimi 24 mesi, almeno un terzo dei tirocinanti non siano
stati successivamente assunti, con un contratto di lavoro di durata almeno pari a
quella del tirocinio concluso.
 Al termine del tirocinio il soggetto promotore, anche sulla base della valutazione del
soggetto ospitante, dovrà rilasciare al tirocinante un’attestazione dei risultati sulla
base di uno specifico schema previsto dalla delibera regionale, specificando
le competenze acquisite con riferimento ad una qualificazione prevista dal Repertorio
regionale definito dalla Regione Marche.
I SOGGETTI COINVOLTI
SOGGETTO PROMOTORE: si occupa di gestire l'intero processo del tirocinio
garantendone il buon funzionamento.
Tale ruolo può essere ricoperto dai soggetti indicati all’art. 5 della delibera
illustrata precedentemente (es. Ciof, Cooperative sociali, ecc.)
Ha il compito di:
- individuare, insieme al tirocinante, le strutture aziendali presso cui svolgere il
tirocinio;
- stipulare una convenzione con l’azienda, che riporti gli obiettivi e le modalità
di svolgimento del tirocinio;
- predisporre un progetto formativo, concordandolo con il datore di lavoro ed il
tirocinante;
- designare un tutor esterno all’azienda che assista il tirocinante e l’impresa;
tale figura è molto importante anche per la «sensibilizzazione» del contesto
sociale in cui si va ad operare e in cui si vanno a reperire risorse ed aziende;
- assicurare al tirocinante la copertura assicurativa contro gli infortuni e per la
responsabilità civile;
- monitorare e valutare il tirocinio.
I SOGGETTI COINVOLTI
SOGGETTO OSPITANTE: può essere qualsiasi soggetto, persona fisica o
giuridica, di natura pubblica o privata.
Il soggetto ospitante deve:
- essere in regola con la vigente normativa sulla salute e sicurezza sui luoghi di
lavoro;
- essere in regola con la normativa di cui alla legge n. 68 del 1999 (collocamento
mirato) e successive modifiche e integrazioni;
- non aver effettuato licenziamenti per mansioni equivalenti a quelle del tirocinio,
fatti salvi quelli per giusta causa e per giustificato motivo soggettivo e fatti salvi
specifici accordi sindacali con le organizzazioni territoriali più rappresentative, nei
12 mesi precedenti l’attivazione del tirocinio, nell’unità operativa di svolgimento
del tirocinio medesimo;
- non avere in corso procedure di CIG straordinaria o in deroga, per mansioni
equivalenti a quelle del tirocinio, nell’unità operativa di svolgimento del tirocinio.
I SOGGETTI COINVOLTI
SOGGETTO OSPITANTE: quanti tirocinanti per ogni soggetto?
Il soggetto ospitante non può utilizzare i tirocinanti per sostituire i
lavoratori con contratti a termine nei periodi di picco delle attività né per
sostituire il personale nei periodi di malattia, maternità, ferie o infortuni, o
per ricoprire ruoli necessari all'organizzazione.
Il soggetto ospitante, pertanto, deve rispettare i seguenti limiti numerici,
applicati all’unità operativa di svolgimento del tirocinio:
≤ 5 dipendenti (a tempo indeterminato) – N. 1 TIROCINANTE
6 ≤ 20 dipendenti (a tempo indeterminato) – N. 2 TIROCINANTI
> 20 dipendenti (a tempo indeterminato) – N. TIROCINANTI NON SUPERIORE
AL 10% DEI DIPENDENTI
I SOGGETTI COINVOLTI
SOGGETTO OSPITANTE: quali obblighi?
- nominare un tutor che affiancherà il tirocinante sul luogo di lavoro per
tutta la durata del tirocinio e che è responsabile dell'attuazione del
progetto formativo individuale;
- attuare le misure di tutela e adempiere gli obblighi stabiliti dalla
normativa in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
- procedere con la visita medica prevista per ogni nuovo ingresso in
azienda
- assicurare il tirocinante presso l’INAIL, per l’assicurazione contro
gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, e presso idonea
compagnia assicurativa per la responsabilità civile verso terzi
- fare opportuna comunicazione UNILAV per l’inizio dell’attività di tirocinio
LA CONVENZIONE
CONVENZIONE DI TIROCINIO FORMATIVO REGIONALE
(Art. 18 Legge Regionale 25/01/2005 n. 2 )
TRA
«soggetto promotore»
(Inserire denominazione/ragione sociale del soggetto PROMOTORE)
con sede legale in____________
Codice fiscale/partita Iva _________________
rappresentato dal Sig. ___________, nato a ___________ il _____________
E
«soggetto ospitante»
(Inserire denominazione/ragione sociale del soggetto OSPITANTE)
con sede legale in ___________
Codice fiscale/partita Iva __________________
rappresentato dal Sig. ___________, nato a ___________ il _____________
IL PROGETTO FORMATIVO
TIROCINIO FORMATIVO
(Art. 18 Legge Regionale 25/01/2005 n. 2)
Rif. Convenzione n. ………..stipulata in data……..
PROGETTO FORMATIVO E DI ORIENTAMENTO
TIPOLOGIA DI TIROCINIO E DESTINATARIO (barrare la casella):
□ tirocinio formativo e di orientamento (destinato ai soggetti che hanno conseguito un titolo di studio da non
più di dodici mesi)
□ neo-qualificato (qualifica professionale)
□ neo-diplomato (diploma professionale, diploma di istruzione superiore, certificazione IFTS,
diploma ITS)
□ neo-laureato (laurea o altro titolo di livello universitario o post universitario)
□ altro (specificare) ………………………………………………………
Data di conseguimento del titolo: ………...…………………….
□ tirocinio di inserimento/reinserimento al lavoro
□ inoccupato
□ disoccupato (dal…………..….)
□ in mobilità/cassa integrazione (dal………….….)
□ tirocinio in favore di soggetti svantaggiati
□ soggetto disabile (legge n.68/99)
□ soggetto svantaggiato (ex art.4, comma 1 legge n.381/91)
□ altre categorie di persone svantaggiate
IL PROGETTO FORMATIVO: COME COMPILARLO?
INFORMAZIONI SUL TIROCINIO
Periodo di tirocinio: dal ……………. al …………….
Eventuale sospensione del tirocinio (ad es. per chiusura estiva dell’azienda): dal …………. al
Durata effettiva: n. ….. mesi n. ….. settimane
ore totali……….………….
Orari di svolgimento del tirocinio: dalle ore……………alle ore .......................
per……. giorni alla settimana (ove necessario allegare calendario)
Figura professionale di riferimento (indicare una figura professionale con codice a 5 cifre
compresa nella Classificazione delle Professioni Istat 2011 - http://cp2011.istat.it ):
Codice figura: __.__.__.__.__
denominazione:..........................................................................
Figura professionale di riferimento nel Repertorio nazionale/regionale
…………………………………………………………………………………………………………
GLI ORARI DEL TIROCINIO
 Sul progetto formativo vanno indicati con precisione gli orari in cui verrà
svolto il tirocinio
 L’orario non dovrà superare le 30 ore settimanali
 Ogni eventuale modifica del suddetto orario (concordata tra tutti i soggetti
coinvolti), dovrà essere comunicata formalmente
 La retribuzione va calcolata in base all’orario settimanale
LA RETRIBUZIONE DEL TIROCINIO: L’ESEMPIO DEL PROGETTO CON…TATTO 2
compenso mensile
borsa
irap 8,5 %
costo totale
borsa (+ irap 8,5
%)
20 ore sett.
€
350,00
€
29,75
€
379,75
da 21 a 25 ore sett.
€
400,00
€
34,00
€
434,00
da 26 ore a 30 sett.
€
500,00
€
42,50
€
542,50
N.B.: l’indennità corrisposta per il tirocinio non può essere inferiore a 350,00€
mensili.
LA FIGURA PROFESSIONALE
 Cercare la figura professionale che più risponde alle mansioni previste dal
tirocinio formativo sul sito http://cp2011.istat.it/
 Le professioni sono organizzate in raggruppamenti.
Ad ogni grande gruppo corrispondono più gruppi.
I gruppi sono suddivisi in classi di professioni, composte a loro volta da
più categorie.
Ad ogni categoria corrispondono delle unità professionali contenenti le
voci professionali.
ESEMPIO DI FIGURA PROFESSIONALE: LA COLLABORATRICE DOMESTICA
LE SEZIONI DEL PROGETTO: ATTIVITA’ E OBIETTIVI
 Attività previste e modalità di svolgimento: sono tutte le attività che il
tirocinante andrà a svolgere, all’interno della mansione che gli viene
assegnata (ambito/area di inserimento, compiti e attività assegnate al
tirocinante, modalità di svolgimento, strumenti e/o attrezzature utilizzate,
ecc.)
 Obiettivi formativi del tirocinio: sono tutte le conoscenze e le competenze
che il tirocinante dovrà acquisire attraverso le suddette attività (esplicitare
il grado di autonomia che il tirocinante dovrà conseguire)
 Attestazione dei risultati al termine del tirocinio.
SCHEDA ATTESTAZIONE RISULTATI
 DGR n. 1134/2013, Art. 14: al termine del tirocinio il soggetto promotore,
sulla base di una valutazione da parte del soggetto ospitante, dovrà
rilasciare un’attestazione dei risultati
 Nella
suddetta scheda, si dovranno specificare le competenze
eventualmente acquisite in relazione alla qualifica prevista dal progetto
formativo
 L’esperienza di tirocinio dovrà essere registrata sul Libretto formativo del
cittadino: ad oggi, tale strumento non è ancora stato creato e quindi
andrebbe allegato al cv, la suddetta scheda attestazione risultati
ALTRE FORME DI
INSERIMENTO:
BORSA LAVORO,
STAGE,
ASSUNZIONE
LA BORSA LAVORO
La borsa lavoro è uno strumento di grande aiuto per alcune fasce
sociali caratterizzate da bassa professionalità, titolo di studio debole, lieve disagio
psichico o fisico.
La borsa lavoro è da intendersi come percorso a carattere socio assistenziale; non si
configura come attività lavorativa vera e propria, ma realizza esperienze di
inserimento in ambienti protetti (a differenza del tirocinio formativo)
LO STAGE
Si configura come completamento del percorso formativo di studenti, i quali hanno la
possibilità di alternare allo studio momenti di lavoro per approfondire le discipline e i
processi formativi propri dei loro studi, al fine di agevolare le scelte professionali
mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro.
Attraverso lo stage, gli studenti hanno la possibilità di entrare nel “vivo” della realtà
aziendale e di acquisire quelle conoscenze ed esperienze professionali che le scuole
forniscono solo in via teorica.
Lo stage prevede un tipo di rapporto triangolare tra tirocinante, soggetto ospitante,
che può essere pubblico o privato, ed unente promotore che è la scuola.
LE BORSE LAVORO ESISTONO ANCORA?
 L.R. n. 18/1996 - Art. 17 (Tirocini e borse-lavoro)
l. La Regione concorre al finanziamento in favore di Province, Comuni singoli
o associati e di Comunità montane di tirocini-borse lavoro per interventi
che mirano al recupero e all'integrazione sociale e professionale della
persona in situazione di handicap presso enti pubblici e privati.
2. I progetti di borse-lavoro sono redatti dai Comuni singoli o associati e dalle
Comunità montane congiuntamente all'Unità multidisciplinare dell'età
adulta, sentito il Coordinamento d‘ambito per la tutela delle persone in
situazione di handicap.
 L. n. 328/2000 – Art. 14 (Progetti individuali per le persone disabili)
 D. Lgs. n. 276/2003 - "Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e
mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30"
LE BORSE LAVORO ESISTONO ANCORA?
 La normativa, ad oggi, appare poco chiara (anche l’utilizzo dei due termini
è spesso improprio)
 Doveva essere sostituita dalla normativa sui tirocini formativi, ma così non
sembra ancora essere
 È una tipologia di inserimento più semplificata rispetto al tirocinio
formativo (meno vincoli strutturali, specie a livello di modulistica)
 Si rivolge a persone maggiormente compromesse, con finalità meno
complesse rispetto al tirocinio formativo
LE BORSE LAVORO: UN ESEMPIO DI CONVENZIONE
Convenzione per la realizzazione di una borsa-lavoro con finalità terapeutica,
volta ad agevolare un processo di inserimento sociale e lavorativo del Sig. _____________, nato a_______ il ________ e residente a ____________
Tra
____________________________, di seguito denominato “Soggetto Proponente”
E
____________________________, di seguito denominato “Soggetto Ospitante”
Soggetto Proponente
Denominazione sociale: ______, con sede legale in _________________, Codice Fiscale e/o P.IVA __________, Telefono: ________, Fax: ________
Indirizzo E-mail:______________________, rappresentato/a dal Sig./Sig.ra __________________, nato/a a ________, il ______,
Codice Fiscale_______ in qualità di legale rappresentante
Soggetto Ospitante
Denominazione sociale ________, con sede legale in ________, Codice Fiscale e/o P.IVA____________, Telefono: ____________, Fax: ___________
Indirizzo E-mail:
__________, rappresentato/a dal Sig./Sig.ra ______________,nato/a a ___________, il ______________,
Codice Fiscale__ _____________in qualità di legale rappresentante______________
Borsista
Nome:
Cognome:
Luogo di nascita_______Stato di nascita: _______, Cittadinanza: ______, Data di nascita ___________
Stato e provincia di residenza:
, Città e Via residenza: _________, Codice Fiscale:
Telefono: _______, Cellulare: __________
Indirizzo E-mail:
__
Accordo tra le parti
Le parti convengono che il Borsista Sig:
•Nome: ______Cognome: _________,
verrà accolto presso il Soggetto Ospitante: _________________
•Sede operativa di svolgimento della Borsa del Soggetto Ospitante: ______________Via: __________C.A.P: _________, città __________
• Svolgerà la Borsa lavoro oggetto della presente convenzione con mansioni di: ………………………..
•che la Borsa Lavoro sarà svolta all’interno della sede operativa del Soggetto Ospitante per numero mesi __ a partire dal giorno_____al giorno
______nei giorni di: ________
LE BORSE LAVORO: QUALI ONERI RIMANGONO
SOGGETTO OSPITANTE:
- nominare un tutor che affiancherà il tirocinante sul luogo di lavoro per
tutta la durata della borsa;
- attuare le misure di tutela e adempiere gli obblighi stabiliti dalla
normativa in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;
- procedere con la visita medica prevista per ogni nuovo ingresso in
azienda;
- assicurare il tirocinante presso l’INAIL, per l’assicurazione contro
gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, e presso idonea
compagnia assicurativa per la responsabilità civile verso terzi;
- fare opportuna comunicazione UNILAV per l’inizio dell’attività
UNA PARTICOLARE TIPOLOGIA DI LAVORO ACCESSORIO:
I VOUCHER
 È una particolare modalità di prestazione lavorativa la cui finalità è quella di regolamentare
quelle prestazioni lavorative, definite appunto 'accessorie', che non sono riconducibili a
contratti di lavoro in quanto svolte in modo saltuario, e tutelare situazioni non regolamentate
 Il pagamento avviene attraverso 'buoni lavoro' (voucher)
Il valore netto di un voucher da 10 euro nominali, in favore del lavoratore, è di 7,50 euro e
corrisponde al compenso minimo di un’ora di prestazione
 Sono garantite la copertura previdenziale presso l'INPS e quella assicurativa presso l'INAIL
 Somma massima percepibile nel 2015:
€ 5.060 netti, per la totalità dei committenti nel corso di un anno solare, pari a € 6.746 lordi;
€ 2.020 netti in caso di committenti imprenditori commerciali o liberi professionisti nel corso di
un anno solare, pari a € 2.693 lordi.
Un prestatore, quindi, può ricevere compensi da un committente per un massimo di 2020 euro
netti, da un altro per un massimo di altri 2020 netti, da un terzo per un massimo di 1020 netti
(totale 5060).
 Lo svolgimento di prestazioni di lavoro accessorio non dà diritto alle prestazioni a sostegno
del reddito dell'INPS (disoccupazione, maternità, malattia, assegni familiari ecc.), ma è
riconosciuto ai fini del diritto alla pensione.
I VOUCHER: IL COMMITTENTE E IL PRESTATORE
 Il committente può beneficiare di prestazioni nella completa legalità, con copertura assicurativa
INAIL per eventuali incidenti sul lavoro, senza rischiare vertenze sulla natura della prestazione e
senza dover stipulare alcun tipo di contratto
 I committenti – cioè coloro che impiegano prestatori di lavoro accessorio - possono essere:
famiglie, enti senza fini di lucro, soggetti non imprenditori, imprese familiari, imprenditori agricoli,
imprenditori operanti in tutti i settori, committenti pubblici
 Il prestatore può integrare le sue entrate attraverso queste prestazioni occasionali, il cui compenso
è esente da ogni imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato. È, inoltre,
cumulabile con i trattamenti pensionistici e compatibile con i versamenti volontari
 I prestatori che possono accedere al lavoro accessorio sono: pensionati; studenti nei periodi di
vacanza (sono considerati studenti "i giovani con meno di 25 anni di età, regolarmente iscritti ad un
ciclo di studi presso l'Università o istituto scolastico di ogni ordine e grado”), gli studenti possono
effettuare prestazioni di lavoro accessorio anche il sabato e la domenica in tutti i periodi dell’anno,
oltre che nei periodi di vacanza e compatibilmente con gli impegni scolastici. Gli studenti iscritti ad
un ciclo regolare di studi universitari possono svolgere lavoro accessorio in qualunque periodo
dell'anno; percettori di prestazioni integrative del salario o sostegno al reddito; lavoratori in parttime; altre categorie di prestatori come inoccupati, titolari di indennità di disoccupazione,
lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti pubblici e privati; i prestatori extracomunitari in
possesso di un permesso di soggiorno che consenta lo svolgimento di attività lavorativa.
OPERARE INCLUSIONE:
LA MEDIAZIONE,
IL TUTORAGGIO
LE 5 LOGICHE DELLA MEDIAZIONE
Promuovere l’autonomia del soggetti = mediazione come processo
educativo-culturale che utilizza anche la creazione di pratiche sociali
responsabilizzanti e di luoghi di regolazione dei conflitti e di socializzazione
non istituzionali
Il Riconoscimento = fattore di identificazione e autoidentificazione che
permette la presa di coscienza e l’accettazione. Nascita dei legami di mutua
comprensione e mutua accettazione
L’integrazione dei bisogni umani = autonomia e riconoscimento
permettono di integrare bisogni diversi e di fornire ad essi risposte sociali
La prossimità e la prevenzione dei conflitti = creazione di un dialogo
permanente tra “prossimi” per disinnescare conflitti e creare nuove
solidarietà
La co-evoluzione = la costruzione di un sistema di relazioni aperto
basato sulla cooperazione, ottenuta attraverso l’incontro e la
solidarietà
LO SGUARDO DEL MEDIATORE
Soggetto
Azienda
Sguardo lungo e senso di servizio:
• Avere capacità di ottenere le migliori informazioni sia dal soggetto sia
dall’ambiente di lavoro
• Avere un buon grado di comprensione, valutazione e intuizione
• Avere capacità di costruire una rete di relazioni tra le parti
• Avere capacità di comunicare: da dove parlo, a chi parlo
• Avere capacità di negoziazione
LA MEDIAZIONE
Mediatore svolge una funzione, un ruolo “al confine”, tra racconti e
storie di più soggetti, sistemi di azione integrati, promozione di
contesti.
Facilitare le relazioni e mettere in contatto le diverse parti sociali
(persone, imprese, servizi del territorio, pubblica amministrazione,
etc).
Gli esiti non sono prevedibili, le circostanze non sono predeterminabili,
né padroneggiabili. Anche il mediatore lavora in condizioni di
precarietà e deve sapersi misurare con questa dimensione
LE INFORMAZIONI BASE
Soggetto
- dati anagrafici
- tipo e grado di invalidità
- titolo di studio/qualifica professionale
- esperienze professionali
- possesso di patenti/abilitazioni particolari
- opzioni lavorative
Azienda
- settore e attività produttiva
- ubicazione
- aree lavorative di possibile inserimento
- titoli di studio e qualifiche richieste
- struttura dell'orario di lavoro
- quota di assunzioni obbligatorie da
effettuare e disponibilità di inserimento
L’ AMBITO RELAZIONALE:
aspetti sociali e culturali dell’azienda
L’aspetto tecnico e organizzativo formale dell’azienda non è il solo
che dobbiamo osservare, se vogliamo che l’inserimento abbia
successo
Aspetto informale: strutture e processi che caratterizzano il
funzionamento del lavoro: conflitti, competizione, solidarietà
Responsabili di
reparto
Tutor
aziendale
Colleghi
Altro personale
Aspetti psicologici, organizzativi, relazionali che condizionano l’inserimento.
INFORMAZIONI AVANZATE
Una volta individuati alcuni soggetti potenzialmente adatti, si passa alla raccolta di informazioni più
approfondite. Si arriva così ad un livello di informazioni che affianca gli aspetti formali dell’azienda a
quelli informali, fornendoci una visione completa.
Soggetto
Mansione/Postazione di lavoro
- Autonomie possedute
- Tipo specifico di attività/operazioni
- Capacità comunicative e di
socializzazione
- Comportamenti e capacità
lavorative specifiche
- Strumenti, attrezzature,
macchinari conosciuti
- Mansioni apprese nei corsi di
formazione svolti o stage
aziendali
- Motivazioni e interessi
lavorativi
- Struttura del compito: fattori spaziali,
tempi/ritmi di esecuzione, standard di
produttività e precisione
- Strumentazioni/Tecnologie utilizzate
- Requisiti richiesti: conoscenza tecnica,
strumentale e logistica, capacità di
adattamento, motivazione e impegno,
resistenza, costanza, attenzione,
velocità, senso di collaborazione,
autonomia esecutiva, ecc.
- Pericolosità
- Collocazione in rapporto ai colleghi:
lavoro isolato, in linea, di gruppo, ecc.
Struttura organizzativa
- Tipo di struttura organizzativa/ configurazione
- N° di addetti
- Qualifiche/ profili professionali
- Accessibilità posto di lavoro
- Presenza di invalidi occupati
- Aree e processi produttivi
- Struttura organizzativa
- Clima organizzativo
- Cultura aziendale: orientamenti aziendali in
materia di inclusione lavorativa e sociale
rappresentanti sindacali
- Eventuali barriere architettoniche
- Certificazioni etiche
- Gruppo di lavoro: figure di riferimento stabili,
grado di possibile coinvolgimento nel programma
lavorativo, stato dei rapporti con direzione e
livelli gerarchici superiori, stato dei rapporti
interni al gruppo, clima psicologico, grado di
sensibilizzazione/di disponibilità soggettiva e di
gruppo degli addetti.
INFORMAZIONI AVANZATE
Molte delle informazioni citate sono raramente disponibili. Dobbiamo essere
quindi anche un po’ investigatori e ricorrere alle fonti a nostra disposizione:
- Siti internet aziendali
- Bilanci sociali
- Presenza e caratteristiche della presenza sui social network
- Organigrammi, funzionigrammi
- Relazioni personali informali
Dobbiamo acquisire tutte queste informazioni attraverso visite all’azienda
per avere maggiori possibilità di osservazione diretta in loco.
Ma anche sviluppare un dialogo con consulenti del
lavoro/commercialisti/associazioni di categoria ecc. del contesto
Queste fonti ci permettono di capire
- Maggiore o minore propensione dell’azienda ad accogliere inserimenti
- Con chi ci conviene parlare/trattare
- Dove l’azienda è più «penetrabile»
IL TUTORAGGIO
•Verifica costante dell’interiorizzazione del ruolo socio-lavorativo
•Verifica delle capacità di stare dentro un legame simbolico:
puntualità, presenza, interiorizzazione delle regole aziendali e delle
norme in materia di igiene e sicurezza
•Verifica della capacità di stare dentro un legame sociale: mantenere
e/o ampliare relazioni sociali e amicali, con particolare riferimento al
luogo di lavoro, ai colleghi e ai responsabili dell’azienda
•Verifica delle capacità di gestione del denaro percepito durante il
tirocinio mediante la supervisione di un operatore che responsabilizzi
l’utente
•Verifica dell’aumento delle competenze sul piano del sapere, del
saper fare, del saper essere
•Verifica dell’influenza positiva dell’attività formativa e lavorativa sulla
qualità della vita dell’utente
•Verifica dell’astensione dall’uso di alcol e sostanze durante il tirocinio
LA NEGOZIAZIONE
Chi opera nel sociale e si rapporta al mondo dell’impresa, troppo
spesso si limita a considerare l’inclusione un fatto etico e morale che
può essere più o meno compreso dall’azienda.
Il mondo degli operatori troppo spesso rinuncia a negoziare, e
considera la negoziazione una cosa “scorretta”: esercitiamo un giudizio
morale che ci chiude la porta di molte aziende
Studiare le pratiche di negoziazione e applicare la negoziazione nei
rapporti con le aziende, oggi è invece fondamentale. Sotto molti punti di
vista, una negoziazione ben condotta porterà al successo
dell’inserimento e all’azienda vantaggi di vario genere, a seconda delle
sue aspettative e della nostra capacità di soddisfarle.
LA NEGOZIAZIONE
Negoziazione = Processo virtuoso di riduzione del conflitto.
Ha regole precise e richiede la massima onestà con noi stessi e la massima
conoscenza possibile dei nostri interlocutori.
E’ un’attività nobile ed etica. Nel nostro caso due parti negoziano non per
competere tra di loro, ma a beneficio di una terza parte, il soggetto
svantaggiato.
Non è una gara né un campo di battaglia: non bisogna trarre
vantaggio dalle debolezze dell’altro, ma riconoscere i suoi punti
forti e puntare su quelli. L’obiettivo della negoziazione è la vittoria
di entrambe le parti.
LA NEGOZIAZIONE
Dobbiamo avere chiaro:
- Cosa si vuole (quali fini e obiettivi ci si pone);
- Cosa si pensa vogliano gli altri (acquisendo informazioni su di essi);
- Quale è per noi il minimo accettabile;
- Quali proposte e alternative si possono offrire
- Offrire cose che hanno un elevato valore per l’altro;
- Non regalare: offrire sempre in cambio di qualcosa d’altro;
- Se si è in difficoltà, richiedere un aggiornamento di incontro e
valutare con calma il punto cui si è arrivati;
- Esercitare il “discorso attivo”: non dire più di quanto si debba;
- Pre-programmare gli incontri, per avere una squadra unita e che
agisce in maniera coerente;
- Partire da un interesse reciproco;
- Trattare la parte economica come una delle tante, affiancandola a
vantaggi non direttamente economici (risparmio, organizzazione).
COOPERATIVA E TERRITORIO
Dott.ssa Elia Salvucci coordinatrice progetto Con…tatto 2
Dott.ssa Monica Carestia mediatrice progetto Con…tatto 2
Grazie dell’attenzione
e buon lavoro