PERCORSI TEDESCHI
Storiografia, politica e identità tedesca
Werner Sombart, Haendler und Helden
(1915). La Germania contro l’Occidente
• Werner Sombart (1863-1941) è uno dei più noti sociologi tedeschi
del Novecento. Formatosi come economista sotto l’influenza del
marxismo, vicino alla corrente di sinistra della socialdemocrazia, e per
questo costretto ad una carriera accademica fuori dalle sedi più
prestigiose, Sombart era stato ammirato dallo stesso Engels.
• Nell’opera Il Capitalismo Moderno pubblicata il sei volumi nel 1902
conia il concetto di «capitalismo» che Marx non aveva mai usato.
• Nel 1914-15 teorizza un «socialismo prussiano» e si mette al servizio
della propoganda di guerra con un pamphlet dal titolo Haendler und
Helden [Trafficanti ed Eroi] nel quale sviluppa la teoria delle due
civiltà contrapposte, una materialista e meschina, l’altra eroica e
spirituale.
• Spostatosi con la guerra su posizioni di destra nazionalista,
abbandonato il socialismo originario ed affermandosi come il più
prestigioso sociologo tedesco, oscurando il nome dello stesso Weber,
viene nominato nel 1917 professore di sociologia all'Università di
Berlino, mantenendo la cattedra fino al 1941, in pieno nazismo.
Friedrich Naumann, Mitteleuropa (1915).
Un ideale egemonico
• Il concetto di Mitteleuropa (Europa centrale) appare alla fine
del XIX secolo nell’ambito del pensiero geopolitico tedesco
(Josef Partsch 1904) per connotare uno spazio autonomo e
distinto fra Europa occidentale e mondo slavo.
• Il concetto viene codificato da un libro dello storico e politico
cristiano sociale nazionalista Friedrich Naumann (1860-1919),
pubblicato in piena guerra, che preconizzava un assetto
postbellico dominato da una forte Germania, egemone su tutta
l’Europa centrale, alternativa al blocco franco-britannico da un
lato e alla Russia dall’altro.
• Concepito apparentemente come libro di viaggi, Mitteleuropa,
definisce lo spazio culturale, linguistico, economico comune
dell’Europa centrale, egemonizzata dalla Germania, ma
comprendente la Scandinavia, il Baltico, i Paesi Bassi, la
Polonia, l’area danubiana e carpatica.
Le ricadute politiche: il «piano di
settembre» 1914
L’idea politica di Mitteleuropa prende corpo nei primi mesi della guerra a partire dal
«piano di settembre» sviluppato nel 1914 dal cancelliere tedesco Theobald von
Bethmann-Hollweg che descrive dettagliatamente gli obiettivi di guerra tedeschi
dopo la prevista vittoria, prevedendo la creazione di un'associazione economica
mitteleuropea - da realizzare attraverso l'unione doganale di Francia, Belgio, Paesi
Bassi, Danimarca, Austria-Ungheria, Polonia e, eventualmente, Italia, Svezia e
Norvegia - dominata dalla Germania.
Il progetto prevedeva, oltre ad una più ampia Germania.
• a) una serie di «stati cuscinetto», come la Polonia e gli stati baltici, ritagliati a
ovest dell'Impero russo e sotto la sovranità tedesca;
• b) una serie di «stati fantoccio» indipendenti (Belgio, Paesi Bassi, Danimarca,
Austria-Ungheria), ma sotto il controllo politico, economico e militare tedesco.
• L'intera regione avrebbe dovuto rappresentare il «cortile economico» della grande
Germania, in grado di competere con l'Impero britannico e con l’Impero Russo
allo scopo di dominare l’Europa.
• In questo quadro i conflitti sociali si sarebbero ridotti in quanto le classi lavoratrici
tedesche avrebbero ottenuto notevoli benefici economici dalle annessioni
territoriali, dalle colonizzazioni tedesche e dallo sfruttamento dei territori
conquistati in Europa centro-orientale.
Max Weber
(1864-1920):
fra accademia
e politica
Max Weber (1864-1889):
gli esordi, economia e diritto
1864 - nasce a Erfurt (Turingia) da una famiglia di borghesia
protestante;
1882 - si iscrive alla Facoltà di diritto dell'Università di Heidelberg, ma
studia anche economia, storia, filosofia e teologia
1884 - riprende gli studi alle università di Berlino e Góttingen
1886-87 - abbandona gli studi per partecipare, come ufficiale
dell'esercito, alle manovre militari in Alsazia e Prussia Orientale.
Entra a far parte dell'associazione universitaria "Verein fiir
Sozialpolitik", fondata nel 1872 da Gustav Schmoller e
soprannominata "socialisti della cattedra“
1889 - consegue il dottorato in diritto con una tesi sulla storia delle
imprese commerciali nel medioevo. Si iscrive all'ordine degli avvocati
di Berlino.
Max Weber (1891-1903):
diritto, economia e storia del mondo antico
1891 - scrive la tesi di abilitazione su La storia agraria romana in rapporto al
diritto pubblico e privato, discussa con T. Mommsen; ottiene un incarico di
insegnamento di storia del diritto romano all'Università di Berlino
1894 - ottiene una cattedra di economia politica all'Università di Friburgo
1895 - compie un viaggio in Scozie e in Irlanda
1896 - si sposta all'Università di Heidelberg; scrive Le cause sociali della
decadenza della società antica
1897-99 - una malattia nervosa lo costringe ad interrompere l'insegnamento
per quattro anni. Viaggia in Italia, Corsica e Svizzera
1897 - scrive la voce "rapporti agrari nell'antichità" per il prestigioso
Handworterbuch der Staatswissenschaft (Dizionario di politica)
1902- riprende l'insegnamento ad Heidelberg
1903 - fonda con W. Sombart la rivista "Archiv fur Sozialwissenschaft und
Sozialpolitik„
Max Weber (1904-1912):
la scoperta della sociologia le opere della
maturità
1904 - compie un viaggio negli Stati Uniti per un congresso di
sociologi e rimane fortemente impressionato dalla società americana
1905 - pubblica L'etica protestante e lo spirito del capitalismo
1906 - si interessa alla rivoluzione russa sulla quale scrive alcuni saggi
1907 - si dimette dall'insegnamento e si dedica unicamente allo
studio, grazie ad un' eredità; nel suo salotto di Heidelberg si ritrovano
i più brillanti intellettuali tedeschi nell'epoca. Fonda l'Associazione
tedesca di Sociologia e dirige una collana di classici del pensiero
sociologico
1909 - pubblica I rapporti di produzione nell'agricoltura del mondo
antico; inizia a scrivere Economia e società
1910 - al congresso dell'Associazione tedesca di Sociologia prende
posizione contro le teorie razzistiche
1912 - esce dal comitato direttivo dell'Associazione tedesca di
Sociologia per un dissenso sul problema della neutralità valutativa
Max Weber (1814-1920):
guerra e dopoguerra
1914 - allo scoppio della guerra chiede di essere richiamato alle armi
(sebbene abbia già cinquant'anni) ed è assegnato alla direzione dei servizi
ospedalieri di Heidelberg
1915 - pubblica il primo volume dell'Etica economica delle religioni universali,
1916-17 - assume incarichi diplomatici nell'ambito delle trattative europee;
compie missioni a Vienna, Budapest e Bruxelles; moltiplica gli sforzi per
evitare l'estensione del conflitto e vede nella potenza russa la minaccia
principale alla pace
1918 - è invitato a Vienna per un corso estivo (Critica positiva della concezione
materialistica della storia ); tiene due conferenze all'Università di Monaco su
La politica come professione e La scienza come professione. Dopo la
sconfitta della Germania fa parte della commissione che affianca la
delegazione tedesca al congresso di Versailles
1919 - riprende la carriera universitaria accettando una cattedra di scienze
sociali all'Università di Monaco, dove tiene un corso sulle Linee di una storia
universale dell'economia e della società. Fa parte della commissione tecnica
incaricata di scrivere la nuova Costituzione repubblicana della Germania
(Weimar)
1920 - muore a Monaco il 14 giugno, lasciando incompiuto il libro Economia e
società
La sociologia come scienza sociale
In polemica con gli storici ed i filosofi tedeschi a lui
contemporanei (Droysen, Mommsen, Windelband,
Dilthey) che criticavano la pretesa della sociologia
positivistica francese e inglese (Comte, Spencer) di
spiegare le dinamiche umane sulla base di leggi
generali…
Weber afferma che:
• Lo studio dei fenomeni sociali non si differenzia, sul piano
del metodo, da quello dei fenomeni naturali;
• L’astrazione, la generalizzazione e la tipizzazione sono
necessarie a qualsiasi conoscenza che non voglia essere
pura descrizione di fatti;
• Gli storici usano modelli impliciti non dichiarati e fanno
uso di giudizi morali (non scientifici) sottesi.
Comprensione e spiegazione
• Mentre la storia è volta allo studio
(=comprensione) di singoli fenomeni, la
sociologia è volta allo studio
(=spiegazione) delle uniformità di
comportamento e alle connessioni causali.
• La sociologia mira a ricostruire le
motivazioni che spingono gli attori sociali
a comportarsi in un determinato modo sulla
base di aspettative condivise relative al
comportamento altrui (determinante è il
rapporto individuo/gruppo).
Sociologia e storia in Max Weber
• Oggetto della sociologia è quindi lo studio dei "tipi di
agire sociale", ossia lo studio delle origini e delle
conseguenze delle uniformità di comportamento
socialmente determinate, derivanti da motivazioni simili.
Tuttavia Weber afferma anche che le scienze sociali non
hanno l'obiettivo di formulare leggi generali, ma di
spiegare - mediante modelli - fenomeni storici considerati
nella loro individualità.
• I tipi ideali sono quindi costruzioni analitiche selettive
ricavate dalla realtà empirica, ma che non si identificano
mai completamente con essa.
• La sociologia non è in contrapposizione alla storia, ma
serve a renderla intelleggibile. Gli storici sono utili
portatori d'acqua per i sociologi e W. stesso fa
abbondante uso di fonti storiche.
Weber e Marx
• Weber rifiuta la concezione materialistica della storia di
Marx in quanto "economicistica" e in quanto "filosofia
generale della storia" e non criterio di indagine.
• Tuttavia ritiene l'opera di Marx decisiva per lo sviluppo
delle moderne scienze sociali.
• Per Weber Marx è un costruttore di categorie
"idealtipiche" (capitalismo, borghesia, proletariato, ecc.)
da verificare nell'analisi storica, ma non di leggi generali e
necessarie.