• Il matrimonio è un accordo giuridico che indica l'unione fra due o più persone, a fini civili, religiosi o ad entrambi i fini e che di norma viene celebrato attraverso una cerimonia pubblica detta nozze. • Il termine deriva dal latino matrimonium, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere; il matrimonium era, nel diritto romano, un "compito della madre", intendendosi il matrimonio come un legame che rendeva legittimi i figli nati dall'unione. Analogamente la parola patrimonium indicava il "compito del padre" di provvedere al sostentamento della famiglia. • Il matrimonio conferisce diritti e doveri, le proprietà, i legami di parentela, l'appartenenza tribale, le relazioni con la società, l‘eredità, la cura dei figli e anche in relazioni più private quali il comportamento sessuale, l‘intimità e l‘amore. • Il matrimonio in alcune culture e secondo alcuni ordinamenti legislativi: stabilisce il padre legale del figlio di una donna; stabilisce la madre legale di un uomo; attribuisce al marito o alla sua famiglia il controllo della sessualità, del lavoro o della proprietà della moglie, o viceversa; stabilisce proprietà comuni a favore dei figli; stabilisce una relazione tra le famiglie del marito e della moglie. Nessuna società prevede contemporaneamente tutte queste caratteristiche, né vi è una caratteristica che abbia carattere universale • Il concetto di matrimonio è legato a quello di famiglia: i due coniugi formano un nucleo familiare che spesso in seguito si espande con i figli. • Il matrimonio è stato tradizionalmente un prerequisito per creare una famiglia che solitamente, in quanto produttiva della prole, costituisce il mattone costitutivo e "costruttivo" di una comunità o società. • Fu con gli ordinamenti dell'antica Roma che, almeno fra le culture mediterranee, ebbe diffusione un criterio distintivo della famiglia "legalizzata" dal rito pubblico, originandosi una sperequazione, non disgiunta da una qualche riprovazione sociale, nei confronti dei "figli naturali" e di quelle che con espressione dei nostri giorni si potrebbero chiamare "unioni di fatto". Col diritto romano la coppia di coniugi veniva distinta, attraverso il rito di pubblica valenza, come una famiglia, centro di imputazione di una raggiera di diritti e di obblighi, tanto fra i coniugi che fra questi e il mondo esterno, la posizione dei figli situandosi in dipendenza di quella dei legittimi genitori. L'individuazione a fini sociali della famiglia rifletteva tanto l'esigenza di ordinare la materia, quanto il retaggio delle molte variegate formule già in uso presso culture o religioni precedenti l'era romana. Secondo varie fonti, alcuni dei primi matrimoni sono stati letteralmente effettuati dallo sposo e dai suoi testimoni che avrebbero dovuto rapire una donna da un'altra tribù.Lo sposo e gli altri cospiratori avrebbero dovuto combattere la famiglia della femmina tenendo le spade nella mano destra, mentre lo sposo avrebbe retto la sposa nella mano sinistra, che è l'origine del motivo per cui una sposa si trova sul lato sinistro della navata durante la cerimonia nuziale. Dopo la cattura lo sposo avrebbe dovuto nascondere la sua nuova sposa per un mese allo scopo di accoppiarsi. In seguito la Cristianizzazione dell’Impero Romano modificaromo tali pratiche barbariche. Con il Concilio Lateranense IV nel 1215, la Chiesa Cattolica regolamentò ufficialmente il matrimonio per la prima volta: *Impose l'uso delle pubblicazioni (per evitare i matrimoni clandestini) *Fu solennemente proclamato che il matrimonio tra cristiani è un sacramento Per evitare i divorzi, il matrimonio fu legalmente reso indissolubile anche agli effetti civili, salvo per morte di uno dei due coniugi *Fu richiesto il consenso libero e pubblico degli sposi, da dichiarare a viva voce in un luogo aperto (contro i ratti e le unioni combinate) *Fu imposta un'età minima per gli sposi (per evitare il matrimonio di bambini, e in particolare di ragazze molto giovani), *Fu regolamentato l'annullamento del matrimonio in caso di invalidità del sacramento: violenze sulla persona, rapimento, non consumazione, matrimonio clandestino ecc. • Per i cristiani, il matrimonio non è soltanto l'amore tra un uomo e una donna. È anche il segno dell'amore di Dio per gli uomini, segno della sua Alleanza. È attraverso il loro amore reciproco, in tutte le sue dimensioni (la condivisione della gioia e del dolore, l'amore fisico, la fecondità, il rispetto dell'altro nella libertà…) che gli sposi scoprono cos'è l'amore di Dio per l'umanità: il dono di sé senza riserve • Nell'ordinamento italiano il matrimonio è un negozio giuridico regolato dal Titolo VI del Codice Civile (articoli 79-230). La convenzione del matrimonio è il contratto con il quale i coniugi stabiliscono un regime patrimoniale diverso dalla comunione legale, e cioè il regime di separazione dei beni o di comunione convenzionale. • La Costituzione Italiana tratta del matrimonio agli articoli 29 e 30. Il primo definisce la famiglia quale "società naturale fondata sul matrimonio" e stabilisce che "il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare". Il secondo riguarda il mantenimento, l'istruzione e l'educazione dei figli legittimi e naturali (ossia nati nell'ambito e al di fuori del matrimonio), e assicura ai secondi le tutele giuridiche e sociali. • In Europa il matrimonio che viene celebrato secondo la forma Cristiana Cattolica Romana del Rito ha valenza non solo religiosa ma anche civile, la cerimonia viene poi di norma allietata da un banchetto nuziale ed inseguito agli sposi viene lasciato un tempo di riservatezza in cui partono per un viaggio di nozze detto “luna di miele” • Alcune società permettono la poligamia, nella quale un uomo può avere più mogli; tuttavia perfino in tali società la maggior parte degli uomini ha una sola moglie. In queste società avere più mogli è generalmente considerato un segno di ricchezza e di potere. • Lo status delle mogli plurime varia da una società all'altra. Nel mondo musulmano, il matrimonio viene sancito fra un uomo e una donna, ma ci sono versetti nella sura (capitolo) 4 del Corano (la sura "delle donne") che affermano che in certe condizioni di estrema equanimità a un uomo è consentito avere fino a quattro mogli. In Indonesia, il più grande Stato a maggioranza musulmana, è consentito il matrimonio fra un uomo e una donna che professano la stessa fede, mentre agli atei non è consentito sposarsi. • Nella Cina Imperiale, il matrimonio formale veniva sancito solo fra un uomo e una donna, sebbene fra le classi superiori si potessero avere in aggiunta più concubine. La moglie primaria era scelta dalle famiglie e la cerimonia nuziale era molto elaborata, mentre le concubine potevano essere prese in seguito con una cerimonia molto semplice. Solamente i figli dell'unione ufficiale erano considerati legittimi. Per controllare meglio la crescita della popolazione, a partire dall'ascesa dello stato comunista sono permesse solamente le relazioni coniugali strettamente monogame, sebbene il divorzio sia un atto relativamente semplice. • Per matrimonio precoce s'intende un matrimonio in cui uno o entrambi gli sposi sono minorenni. In particolare, si parla di matrimonio precoce quando la sposa non ha ancora avuto il menarca. La diffusione dei matrimoni precoci oggi sembra essere una caratteristica dei paesi più poveri e/o in guerra, come frutto di necessità economica Per matrimonio riparatore si intende una soluzione adottata per sistemare una situazione ritenuta, per una ragione o per l'altra, disonorevole per le persone coinvolte,per cui può trattarsi di un matrimonio forzato o meno. • Il matrimonio combinato è un'unione facilitata da procedure formali da parte di famiglie o gruppi politici. Un'autorità responsabile stabilisce o incoraggia le nozze. L'autorità potrebbe essere costituita dai genitori, dalla famiglia, una figura religiosa o il consenso generale. Le prime due spesso cominciano il processo con la pressione informale e sociale mentre le ultime due cominciano spesso con un sistema o una dichiarazione formale. In entrambi i casi, l'autorità ha un veto vincolante sul matrimonio, e questo sistema è socialmente supportato dal resto della comunità, così che negarlo comporta conseguenze drastiche ed estreme. Una volta dichiarato, un impegno è implicito, che diviene esplicito con una seguente cerimonia formale. Coloro i quali appoggiano le nozze combinate affermano frequentemente che è una tradizione, che si basa sulla morale sociale e che è un bene per le famiglie coinvolte • In India il matrimonio è considerato un sacramento, che proporziona non solo la continuità familiare nei figli, ma anche il mezzo per ripagare il proprio debito agli antenati. • Secondo i Veda infatti la vita degli Indù è scandita da tappe necessarie e dopo aver compiuto con lo stadio di studente, l'uomo deve passare alla seconda tappa, quella di padrone di casa, Grihastha. Il matrimonio è una unione indissolubile non solo tra gli sposi, ma anche tra le due famiglie degli stessi. • I matrimoni tradizionali in Giappone si celebrano secondo il rito shintoista, forma religiosa locale e parte integrante della cultura giapponese. Il rito è molto suggestivo e presenta una riti e tradizioni carichi di significati sibolici. • Partiamo dal fidanzamento: quando una coppia di innamorati decide che è il momento di sposarsi, viene organizzata una grande cena formale in un giorno considerato propizio dall'almanacco giapponese, il cosiddetto tomobiki. Durante questa cena di fidanzamento, chiamata “Yui-no”, vengono scambiati dei regali atti ad augurare felicità e fortuna ai futuri sposi. La lista di regali è chiamata “Mokuroku”. Questa varia in base alla famiglia e regione di appartenenza. Questi sono i regali che più che avere un valore economico, sono oggetti che si rifanno alle antiche tradizioni. • Il matrimonio in Africa é un evento che coinvolge non solo due vite, ma l’intera comunità, poiché consente la continuazione di una stirpe. Ed è per questo motivo che all’interno della coppia è molto importante la possibilità di avere figli, sia per l’uomo che per la donna, ed è altrettanto noto che nella società africana di stampo tribale, la donna abbia una posizione più debole rispetto all’uomo, nel senso che non le sono concessi gli stessi privilegi dell’uomo. Ma con la nascita di un figlio (soprattutto se maschio!) la donna acquista prestigio e più rispetto. • • L'età legale nella quale le ragazze possono sposarsi è di 9 anni lunari (8 anni e 9 mesi sul calendario solare). La poligamia è legale: gli uomini possono avere fino a 4 mogli. Gli uomini hanno il potere di prendere tutte le decisioni riguardanti la famiglia, inclusa la libertà di movimento delle donne e la custodia dei figli. Nella maggior parte dei casi in Iran il matrimonio è combinato, infatti le madri scelgono le spose per i propri figli maschi: seguendo l’esempio della tradizione antica in alcuni casi si prediligeva cercare la futura sposa tra le bambine nate in famiglie di amici e parenti, in altri ci si recava nei bagni pubblici o alle feste. • Molte delle assunzioni della società riguardo alla natura e allo scopo date e stanno ancora cambiando. A differenza di quanto avveniva in passato il matrimonio non è più una tappa obbligata nella vita dell'individuo. • L'istituto legale del divorzio permette di sciogliere il vincolo matrimoniale. Diversamente dal xix secolo, la donna, non l'uomo, ottiene l'affidamento dei figli in oltre l'80% dei casi di divorzio. • Entrambi i coniugi hanno il dovere formale di sostegno al coniuge (non più solo il marito). • I figli nati fuori dal matrimonio hanno gli stessi diritti di sostegno dei figli nati all'interno del matrimonio. • Il marito non può più punire fisicamente la propria moglie • Le proprietà acquisite dopo il matrimonio non appartengono al solo titolare: queste proprietà sono considerate coniugali e devono essere condivise dai coniugi secondo la legge della comproprietà o un'equa distribuzione giudiziale. Questo punto può variare molto secondo gli ordinamenti giuridici; in Italia è possibile stabilire se il regime economico del matrimonio debba essere la comunione dei beni, e allora vale quanto detto nel primo periodo, o la separazione dei beni.