Luoghi della nascita e paradigmi dell’assistenza Antonia CARLINO “Noi vogliamo una medicina che serva all’uomo, che recuperi la relazione tra medico e paziente ,che abbia come preoccupazione costante non solo la cura più efficace ma un profondo totale rispetto della persona” Giuseppe Garraffo, 13 febbraio 1982 2 Civiltà • “la civiltà di una società si misura da come tratta i suoi anziani e i suoi bambini sin dalla nascita” • Argomento pregnante e opportuno anche oggi, in questo incontro di riflessione sulla cura della vita, della morte, della nascita. 3 Nascita - Momento di pienezza dirompente nella vita di una donna, in cui il fatto biologico si compenetra con l’aspetto psicologico - Momento focale della vita della famiglia - Momento corale e sociale di questo le donne hanno piena consapevolezza e ne pretendono il rispetto Questa tensione ideale del vissuto dell’esperienza nascita si esprime nell’esigenza di intimità, libertà, comfort e nella esigenza, per madre e figlio, di salute e sicurezza che si fonda sulla competenza dell’assistenza 4 Nascita e parto 3 punti fermi • La nascita è un evento relazionale per eccellenza • Il luogo del parto = teatro di relazioni, di pratiche • I luoghi del parto possono essere modulatori della esperienza dei processi fisiologici 5 Saper fare + saper essere = prendersi cura dii madre e bambino L’assistenza tecnica non può essere disgiunta dalla profonda conoscenza e rispetto dei diritti della Unità madre-bambino 6 Diritti e Modelli di assistenza Diritto, per quanto possibile, all’assistenza a una nascita fisiologica e naturale • Diritto alla intimità dell’evento • Diritto alla sicurezza madre – bambino che preludono a ben precisi modelli assistenziali e modelli di involucri spaziali 7 Nascita-natalità e ospedalizzazione • Nel 2014 In Italia (ISTAT) 509.000 nascite, (-5000 rispetto al 2013) • In Italia il 99% delle gravidanze si conclude in ospedale • In tutto l’occidente l’ospedalizzazione del parto ha avuto un ruolo essenziale per il crollo della mortalità e morbilità di madre e bambino 8 Percorso ospedaliero frammentato • In ospedale il percorso della nascita si presenta frammentato in termini spaziali e assistenziali. • La stessa divisione o distinzione fra sala parto e sala travaglio (ancora attuale in tanti ospedali) prova come la routine ospedaliera applichi alla maggior parte dei parti ciò che sarebbe richiesto solo da una parte di essi 9 Percorso ospedaliero con defaillances logistiche primarie • Il vissuto e la percezione soggettiva della umanizzazione degli spazi sanitari, secondo la valutazione 2014 di AGENAS e Cittadinanza attiva rivela indubbie criticità del setting ospedaliero dedicato alla nascita ,se viene segnalata dall’utenza anche la mancanza di vere sale di attesa nell’area parto, perché presenti solo corridoi con sedie, senza vista all’esterno e non climatizzati 10 ripensamento • Anni ’60 70 grande medicalizzazione ospedaliera del parto • Anni ‘80 inizia una riflessione ,un ripensamento che individua tre modelli di assistenza possibile :medico, medicoumanizzato, sociale 11 modello medico umanizzato • L’area parto non è soltanto luogo per partorire • E’ l’area dove si tutela la partoriente nella sua interezza fisica, psicologica, sociale • E’ un programma che persegue, nella garanzia di salute, la mission di recuperare unità e intimità al percorso nascita • Non cura dell’intimità fine a se stessa, ma un progetto volto a tutelare sin dall’inizio i valori della relazione familiare bambino, madre, padre 12 Luogo domestico • Unico ampio spazio, nel quale la donna può trascorrere sia il tempo della attesa, cioè la fase dilatante del travaglio sia il tempo dell’evento espulsivo e il tempo successivo di sereno contatto con il figlio • Camera con caratteri murari e di arredo di casa, conosciuta dalla madre, meglio dalla coppia già prima dell’evento ,con porta idonea a proteggere la privacy, con luce naturale proveniente da una finestra.., con un servizio wc personale… 13 Necessità e urgenza di • “ridefinire i luoghi della nascita significa ordinare i loro elementi, non piu’ misteriosi o estranei a chi li vive” • Riconoscere le esigenze delle gestanti a basso e a bassisismo rischio e individuare selezionandole da quelle a rischiomedio e alto Per le une • Approntare una organizzazione di assistenza, a bassa tecnologia ma competente e sicura e con spazi non alieni o non alienanti per una nascita fisiologica . Per le altre • Disporre diuna organizzazione in cui sia chiaro e definito chi cosa quando fa , con personale formato e maturo ,con specialisti con forma mentis e competenze specifiche di alto livello. 14 Si tratta di parole note e forse addirittura obsolete per alcuni addetti ai lavori • E in effetti il contenuto delle 3 precedenti slide viene riportato in un progetto presentato nel 1997 dai medici della U.O. di ostetricia alla DG di un ospedale di una USSL lombarda • in quell’ospedale di medie dimensioni,1000 parti, negli anni ‘90, in modo omogeneo (anagrafico-culturale) per medici e ostetriche, era iniziato il percorso innovativo di umanizzazione e sicurezza che associava tutela degli aspetti relazionali e affettivi della nascita con un utilizzo appropriato della tecnologia, • e tutti gli operatori, insieme ,volevano dare un segno tangibile di cambiamento organizzativo anche negli spazi dedicati alla nascita 15 16 PARADIGMI INNOVATIVI E NON DI MAQUILLAGE • In Italia, dopo gli anni ’90, le esperienze nate dal ripensamento culturale, sono rimaste isolate o a macchia di leopardo, e per la maggior parte, spesso solo di facciata, frutto di una malintesa logica pseudoaziendalistica di ‘specchio per allodole’, addirittura mistificante, nella misura in cui l’innovazione degli spazi dedicati alla nascita prescinde da un paradigma innovativo dell’assistenza e si ferma a una pura metamorfosi alberghiera 18 Anni ‘80 e ‘90 • (1980:) umanizzazione della nascita Punto di convergenza di cognizioni non solo mediche: etologia, antropologia, psicologia, etica • (1980:) evidence- based medicine Rigore metodologico nella pratica clinica, progressivamente sempre più precisa e standardizzata, anche con margini di sicurezza sempre più ampi 19 • Le metanalisi hanno portato in medicina rigore metodologico. E in ostetricia? • Si è coniugato il necessario possesso delle abilità tecniche con il rigore metodologico che spiega il gesto terapeutico? • Si è realizzato il rapporto dialettico non dogmatico tra teknè e comprensione del significato del gesto? 20 PURTROPPO NO visto che il Quotidiano Sanità del15 settembre 2015 titola “scandalo nascite” laddove a fare scandalo dovrebbero piuttosto essere i seguenti dati Più di un parto su tre avviene oggi con il cesareo e la stragrande maggioranza dei punti nascita a rischio (sotto i 500 parti) è ancora in funzione, nonostante l’accordo Stato Regioni del 2010,avvenuto sull’onda emotiva di picchi di mortalità e morbilità materno fetale, nelle sale parto, di quell’anno I punti nascita con meno di 500 parti l’anno, che l’accordo del dicembre 2010 prevedeva fossero chiusi, salvo casi eccezionali, e che allora erano il 28.9% del totale, oggi sono il 28.1% • PARTI CESAREI: 38.2% - i cesarei primari il 25.6% (2010) 35.9% - i cesarei primari il 22.9% (2014) 70 60 Campania 50 Sicilia Puglia Molise 40 Lazio Sardegna 30 Abruzzo MEDIA NAZIONALE 20 Calabria Friuli STANDARD 10 0 Purtroppo no: • se dalle pagine de Il sole 24 ore - Sanità del mese di luglio 2015 si legge un accorato appello, a firma di due accademici di Padova e Firenze, per il diritto in sicurezza alla naturalità del parto, in cui si invita gli organismi universitari preposti alla formazione a “superare una medievale presunzione…” 23 Nuovo modello clinico e organizzativo • Prendendo a prestito le loro parole mi chiedo: Perchè in Italia si continua a considerare il parto come disciplina medica che non necessita di procedure e modelli innovativi, in grado di individuare preventivamente le condizioni di anormalità del travaglio? 24 Fisiologia e patologia • Confini labili • Travaglio – parto fisiologico • Travaglio – parto medicalizzato 25 Taglio cesareo e medicina difensiva Richieste di risarcimento danni: (fonte MARSH 2014) • dopo parto fisiologico 78,5% • dopo taglio cesareo 18,5% 26 Paradosso della scienza medica Technè e insieme arte • Processo di medicalizzazione ha fatto emergere in ostetricia, prima che in medicina, l’ambiguità epistemologica: arte sanitaria o scienza medica? in ogni caso Necessità di ricomposizione fra momento naturale e momento tecnico 27 PROPOSTE • Urgente un Percorso formativo innovativo dei medici , in cui trovino spazio sia durante il corso di laurea sia durante la scuola specialità le medical humanities e le competenze specifiche. OSTETRICI con solido bagaglio curricolare di assistenza alla nascita E NEONATOLOGI formati • Necessità di un processo di ricerca di standard qualitativi (attualmente, presenti in ginecologia ma assenti o insufficienti in ostetricia) PROPOSTE • Necessita’ di Innovazione del modello clinico organizzativo delle strutture ospedaliere, magari mutuando da altri esperienze di successo in ostetricia (leggi per es . Senior consultant dei paesi anglosassoni, cui far riferimento nei casi di gravi emergenze in sala parto.) • Rimuovendo il perverso connubio tra blocco del turnover in atto da quasi 2 lustri e dilatati tempi di visita a e accoglienza, nei P.S, alle partorienti per il vorticoso cambiamento demografico in corso dal 2000,che grava sulle spalle degl operatori isieme a un contemporaneo carico burocratico non indifferente ,avvenuto in questi anni, che rischia di stritolare tutto il sistema 29 30 Evitare le semplificazioni • L’organizzazione concreta degli atti di cura ha sempre bisogno di un confronto con la storia, l’antropologia, la psicologia, l’economia, etc. • In questo modo si evitano le semplificazioni che rischiano di abbassare il livello complessivo di assistenza M. Trabucchi 31 GRAZIE DELL’ATTENZIONE 32