Storia ID 4 - Istituto B. Pascal

Storia Classe III
Testo di riferimento:
Cengarle, Diotti, Raccontare la Storia, Dall’anno Mille
alla metà del Seicento, DeAgostini Editore, Novara
2012
Risorse web e sintesi del libro su www.lascuola.com
Rif. Capitolo 0
L’EUROPA DOPO CARLO MAGNO E LE
CARATTERISTICHE DELL’ALTO MEDIOEVO
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L’Europa durante l’Alto Medioevo fu un mondo
rurale; durante gli ultimi anni dell’impero, i ricchi
latifondisti ampliarono l’estensione dei loro latifondi
e il controllo sui coloni. Di fronte alle incursioni
barbariche la popolazione cittadina, poi, si disperse
nelle campagne cercando la protezione dei nobili. In
età barbarica i sovrani cedettero in godimento agli
arimanni le erre conquistate determinando un
ulteriore frazionamento dell’autorità dello Stato. In
età carolingia i coloni liberi si vincolarono ai signori
per sfuggire alle imposizioni fiscali che gravavano
sui loro beni.
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Carlo Magno
687, pipino di Heristal
714, Carlo Martello
752, Pipino il Breve
768, Carlomanno e Carlo
771, Carlomanno muore e viene nominato re Carlo
800, Carlo viene incoronato la notte di Natale
814, morte di Carlo Magno. Gli succede Ludovico il Pio.
Con l’Ordinatio Imperii Ludovico nomina erede unico Lotario; agli altri
lascia l’Aquitania (Pipino) e la Baviera (Ludovico).
842, Giuramenti di Strasburgo
843, Trattato di Verdun: con il trattato di Verdun Ludovico il Germanico
ottiene i territori a oriente del Reno; Carlo il Calvo, i territori a
occidente della Mosa e del Reno; Lotario ottiene il titolo imperiale, la
fascia del territorio cha va dall’Italia al mare del Nord compresa la
Lotaringia (che oggi si chiama Lorena, in Francia).
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Dopo Carlo Magno l’impero si trasforma: nascono i
regni. Nel corso del IX secolo, in fasi differenti,
nascono i regni d’Italia, della Franca orientale (poi
Germania), della Francia orientale, della Provenza e
della Borgogna. Con la crisi dell’impero carolingio si
infittisce anche la rete di castelli e si producono
importanti mutamenti nella struttura delle fortezze:
esse nascono con uno scopo prevalentemente
militare, ma presto divengono il centro economico
e politico della società. In questa complessa
situazione culturale si inserisce anche il ruolo della
chiesa, i cui monasteri divengono un importante
centro per l’elaborazione culturale e la
conservazione del patrimonio classico.
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Riferimento Capitoli 1 – 2 – 3 – 4 del Percorso 1
Riferimento capitoli 1 – 2 – 3 del Percorso 2
LA RINASCITA DELL’OCCIDENTE
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Attorno all’anno Mille comincia un significativo periodo di generale
rinascita economica e demografica che si protrarrà fino al 1348, anno
di diffusione della peste (la «morte nera»). Questa rinascita è stata
dovuta a una maggiore disponibilità delle risorse agricole, dovuta ad
un miglioramento tecnico e che, a sua volta, ha determinato un
consistente aumento demografico. Rifiorisce anche il tessuto urbano e
nasce anche un nuovo ceto sociale, la borghesia. Il generale
miglioramento determina anche un aumento degli scambi commerciali
e una vivace ripresa economica che interessò soprattutto alcune città
del Mediterraneo: Bari, Amalfi, Genova, Venezia, Pisa e Napoli. Tra il IX
e il X secolo Venezia arrivò a controllare tutto l’alto Adriatico; Pisa e
Genova guardarono il Mediterraneo verso la Spagna, la Sardegna e la
Corsica. All’inizio del XI secolo Papato e Impero attraversarono un
periodo di gravi difficoltà. La chiesa era in profonda decadenza, a causa
del comportamento immorale di molti vescovi e abati e per la sua
posizione subalterna rispetto all’Impero fin dal tempo di Ottone I (X
secolo).
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Nel 1049 l’imperatore Enrico III fa nominare papa suo cugino con il nome di
Leone IX. Quest’ultimo condannò le pratiche simoniache e il concubinato e
rivendicò la superiorità della chiesa e del papa su tutto il mondo cristiano. Nel
1054 la supremazia di Leone portò allo scisma con la Chiesa bizantina. Nel
1073 diventò papa Ildebrando di Soana con il nome di Gregorio VII: egli fu un
sostenitore dell’autonomia del pontefice rispetto a quella dell’imperatore.
Gregorio VII nel 1075 emanò il Dictatus Papae con cui affermò la supremazia
del papa sui vescovi e la sua indipendenza rispetto all’imperatore. Il Dictatus
accese lo scontro con l’imperatore Enrico IV il quale basava la sua politica sul
controllo dell’apparato ecclesiastico. Enrico ignorò il papa, il quale, a sua volta
lo scomunicò. Enrico, per ottenere il perdono del papa, fu costretto a
sottomettersi: nel 1077 raggiunse il castello di Canossa, possedimento di
Matilde, dove chiese e ottenne il perdono del papa. Ottenutolo, Enrico
continuò la sua politica, tanto che fu nuovamente scomunicato. La politica di
Enrico fu perseguita anche dai figli fino al 1122 quando il Concordato di
Worms sancì a pace tra papato e impero.
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In Italia meridionale, all’inizio dell’XI secolo, un gruppo di avventurieri provenienti
dalla Normandia giunse in Italia meridionale e si mise al servizio di alcuni signori.
Presto essi cominciarono a costituire piccoli domini indipendenti. Nel 1059, dopo
aver sconfitto papa Leone IX, firmarono un’alleanza con il papato stesso (accordi
di Melfi). Come compenso, il papa nominò Roberto il Guiscardo, duca di Puglia e
Calabria. Questi conquistò gran parte dell’Italia meridionale e il fratello, Ruggero
d’Altavilla, strappò la Sicilia agli arabi. Morto senza eredi l’ultimo discendente
degli Altavilla, il regno passò a Enrico VI, consorte di Ruggero.
Il XI è anche il secolo dell’espansione della cristianità:
• La Reconquista in Spagna;
• Le crociate. La prima crociata è stata bandita da papa Urbano II nel 1095 al
fine di liberare Gerusalemme e il Santo sepolcro. Essa prese le mosse nel 1096
e portò alla costituzione del regno di Gerusalemme e di alti piccoli domini di
tipo feudale. La seconda crociata (1147 – 1149) fu una disfatta, così come la
terza crociata (1189 – 1192), a cui parteciparono Federico Barbarossa e
Riccardo cuor di leone. Essa finì con la tregua firmata da Riccardo con il
sultano Saladino. La quarta crociata (1202 – 1204) fu bandita da papa
Innocenzo III. Essa garantì una serie di vantaggi economici per Venezia. Ad essa
seguirono altre crociate.
Le crociate hanno garantito numerosi benefici economici per le città di Venezia e
Genova.
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Durante i secoli X e XI nascono nuovi gruppi sociali che vogliono
ottenere dei privilegi. La nascita dei comuni, in alcuni casi, è legata
all’ottenimento di questi privilegi mentre, in altri, è legata alla nascita
di associazioni giurate, le coniurationes. Nella penisola italiana questo
sviluppo riguardò soprattutto le regioni centro settentrionali. E’
possibile individuare tre tappe nell’evoluzione dei comuni italiani:
* il governo consolare (XI – XII secolo)
* il governo podestarile (XII – XII secolo)
* il governo di popolo (seconda metà del XIII secolo)
L’affermazione dell’autonomia comunale si avvantaggiò degli scontri
tra Papato e Impero e tra i rispettivi sostenitori (guelfi e ghibellini). Lo
scontro è stato dominato dal conflitto tra Welfen, duchi di Baviera e
Hohenstaufen, duchi di Svevia fino all’accordo con l’incoronazione di
Federico I Barbarossa. Quest’ultimo cercò di sottomettere i comuni
italiani: scende in Italia nel 1154; viene incoronato imperatore nel 1155
quindi scende nuovamente in Italia nel 1158 e ottiene la sottomissione
di Milano.
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Riferimento Capitoli 1 – 2 – 3 del Percorso 2
Riferimento Capitoli 1 – 2- 3- 4 – 5 del Percorso 3
LA CRISI DEI POTERI UNIVERSALI E
L’AVVENTO DELLE MONARCHIE TERRITORIALI
E DELLE SIGNORIE
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Nel corso del XII secolo e per tutto il XIV secolo in Europa si verifica
un’evoluzione politica che determina la crisi storica dell’universalismo
altomedievale e l’affermazione degli Stati nazionali.
Germania: il periodo compreso tra la morte di Corradino di Svevia (1255) e
l’ascesa di Rodolfo d’Asburgo (1273) viene chiamato il grande interregno. Nel
1308 viene eletto re di Germania Enrico VII di Lussemburgo il quale decide di
proseguire con la politica «italiana».
Francia: l’evoluzione politica è legata alla dinastia dei Capetingi, discendenti di
Ugo Capeto. Le figure più significative sono quelle di Filippo II Augusto, Ligi IX
il Santo,che regna dal 1226 al 1270 e Filippi IV il bello, che regna dal 1285 al
1314. I Capetingi devono affrontare vari problemi, fra cui quelli con la grande
nobiltà e con l’Inghilterra. La Francia, inoltre, si scontra con il papato e Filippo
il Bello si scontra apertamente con Bonifacio VIII. Filippo, dopo aver fatto
arrestare il vescovo di Pauniers fa convocare per la prima volta gli Stati
generali. Nel 1302 Bonifacio VIII emana la bolla Unam Sanctam in cui
ribadisce la superiorità del potere spirituale su quello temporale. Lo scontro si
fa acceso fino alla cattura di Bonifacio da parte dei francesi (schiaffo di
Anagni). Il trionfo di Filippo si completa nel 1309 quando papa Clemente V
stabilisce la sede papale ad Avignone (cattività avignonese, 1309 – 1377).
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Inghilterra: alla morte di Guglielmo il conquistatore (1087) seguono i regni di
Guglielmo II ed Enrico I, che muore senza eredi nel 1135. La corona normanna passa
allora ala figlia di Enrico, Matilde, sposa del conte d’Angiò Goffredo Plantageneto. I
plantageneti, come discendenti dei Normanni, sono re d’Inghilterra e feudatari di
Normandia e di Angiò. Enrico II Plantageneto, con il matrimonio con Eleonora di
Aquitania, aggiunge il ducato di Aquitania. Di particolare importanza è il regno di
Giovanni Senza Terra che , nel 1215 concede la Magna Charta Libertatum dopo la
sconfitta alla Battaglia di Bouvines nel 1214.
I rapporti tra Francia e Inghilterra durante i secoli XI – XIII sono abbastanza complessi
perché la casa regnante inglese, di origine normanna, non ha mai rinunciato ai feudi
francesi, per cui il sovrano d’Inghilterra è contemporaneamente re e vassallo della
corona di Francia. Nel 1328 muore senza eredi Carlo IV, ultimo dei Capetingi. La
nobiltà francese, in luogo di riconoscere come erede Eduardo III d’Inghilterra, nipote di
Filippo il Bello, sceglie Filippo IV di Valois. La disputa dinastica è alla base della guerra
dei cento anni (1337 – 1453). Contemporaneamente, in Inghilterra, la situazione è
complicata dalla rivalità tra i Plantageneti e i Lancaster e tra i Lancaster e gli York
(guerra delle due rose, 1455 – 1485). Durante la guerra dei Cent’anni emerge la figura
della francese Giovanna d’Arco, eroina nazionale, grazie alla quale i francesi riescono a
liberare Orléans nel 1431 ma che sarà catturata dagli inglesi e bruciata al rogo come
eretica. La sua figura, però, guida alla vittoria definitiva nel 1453. Agli inglesi rimarrà
solo il porto di Calais.
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Crisi socio economica del XIV secolo:
* 1315 – 1318, grave carestia nell’Europa del Nord
* 1346 – 1350, grave secondo ciclo di carestia che coinvolge l’Europa mediterranea;
* 1348, diffusione della peste
Tra la seconda metà del Duecento e i primi decenni del Trecento in Italia si verifica il passaggio dal
Comune alla Signoria. L’affermazione di un Signore può avvenire in tre modi:
1.
Il popolo radunato in «parlamento» delega il capitano del popolo a governare
temporaneamente la città. Il passaggio di poteri in questo caso è legale perché nasce dalla
scelta dei cittadini;
2.
Un cittadino influente, pur senza aver ottenuto la legalizzazione del potere, governa di fatto
la città avvalendosi delle sue doti di stratega;
3.
Il signore, nel casi in cui sia un uomo d’armi, conquista il potere con la forza e se lo fa
legittimare solo in un secondo momento dal popolo o dall’imperatore che gli concede il
titolo di duca o di principe.
Le signorie comunali dei Bonacolsi e dei Gonzaga a Milano, degli Estensi a Ferrara, dei Torriani e
dei Visconti a Milano nascono dall’evoluzione degli ordinamenti comunali.
Durante il XV secolo si assiste ad una ulteriore evoluzione che determina il passaggio dalla
signoria al principato. L’espansione territoriale di alcune città, come Milano, Venezia e Firenze,
genera la nascita di Stati regionali. Con la legittimazione del potere del signore da parte
dell’imperatore, la signoria si trasforma in principato e duchi e marchesi degli Stati regionali
diventano principi dell’impero. Un esempio significativo di questo passaggio politico è offerto
dalle vicende di Gian Galeazzo Visconti e Amedeo di Savoia. Quest’ultimo ottiene nel 1395 il
titolo di duca dall’imperatore Venceslao; all’inizio del Quattrocento Amedeo VIII di Savoia, prima
vicario imperiale, diventa duca e trasforma i domini dei Savoia in un vero Stato sovrano.
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La prima metà del XV secolo è caratterizzata, inoltre, da
una serie di conflitti che vedono contrapposte le due
principali città della penisola: Milano e Venezia,
interessate all’egemonia sull’Italia settentrionale.
Questa rivalità si intreccia con quella tra Firenze e
Venezia e con le vicende interne del Regno di Napoli.
Tutta la prima parte del XV secolo fu costellata da
conflitti per le definizioni territoriali che cessarono solo
con la Pace di Lodi (1454).
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CLIL - Riferimento Capitoli 1 – 2 del Percorso 4
LE SCOPERTE GEOGRAFICHE E LE LORO
CONSEGUENZE
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L’Europa alla scoperta di nuovi orizzonti
Le conoscenze geografiche alla fine del Medioevo erano piuttosto
imprecise, mentre non si sapeva nulla né del continente americano né
dell’Oceania. Il primo Stato ad affrontare viaggi di esplorazione fu il
Portogallo, che si spinse fino all’Africa subsahariana. Nel 1487
Bartolomeo Diaz doppia il Capo di Buona Speranza, mentre nel 149798 Vasco da Gama percorse interamente la via delle Indie. Cristoforo
Colombo, proponendosi di raggiungere le coste dell’Asia navigando
sempre verso Occidente. Ottenuta dalla regina Isabella di Castiglia la
sovvenzione per organizzare una spedizione, Colombo giunse,
inconsapevolmente, a San Salvador il 12 ottobre 1492. La scoperta di
Colombo stimolò i viaggi di esplorazione (Amerigo Vespucci, Vasco da
Gama, Magellano). Dal 1517,inoltre, gli spagnoli si mossero alla
conquista del Nuovo Mondo. Presto le terre degli indios furono divise
tra i conquistadores utilizzando anche l’istituto dell’encomienda.
L’apertura delle rotte commerciali con le colonie americane e con
l’Estremo Oriente ha determinato lo spostamento del baricentro
economico nelle città sulle sponde dell’oceano Atlantico (come Siviglia,
Lisbona e Anversa). Inoltre, la scoperta del Nuovo Mondo ha
determinato anche dei cambiamenti nelle abitudini alimentari
europei, dovuti soprattutto dall’introduzione del mais e della patata.
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Umanesimo e Rinascimento
Negli ultimi decenni del Trecento e nella prima metà del
Quattrocento si sviluppò in Italia il movimento dell’Umanesimo.
Il tratto distintivo fu un rinnovato interesse nei confronti
dell’antichità classica. Il primo rappresentante dell’Umanesimo
fu Francesco Petrarca, seguito da Giovanni Boccaccio e Coluccio
Salutati. La prima conseguenza fu la nascita della filologia
moderna, fra i cui studiosi bisogna ricordare Lorenzo Valla.
Durante l’età dell’Umanesimo si diffonde una nuova concezione
dell’uomo, al centro della vita terrena. La fioritura nel campo
delle arti figurative viene definita con il termine Rinascimento.
L’età dell’Umanesimo e del Rinascimento fu caratterizzata,
inoltre, da una stretta relazione tra mondo politico e mondo
intellettuale: nascono nuove concezioni politiche (Machiavelli) e
molti umanisti furono impegnati come ambasciatori, governatori
e architetti. Infine, durante questo periodo, vengono compiuti
passi significativi nel mondo delle scienze grazie ai contributi di
Andrea Vesalio (medicina) e Niccolò Copernico (astronomia).
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Riferimento Capitoli 3 – 4 – 5 del Percorso 4
LA NASCITA DEGLI STATI MODERNI E
L’ASSOLUTISMO
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La Riforma protestante
Un generale malcontento era maturato nei confronti della Chiesa; la situazione divenne ancora
più difficile quando papa Leone X, nel 1514, promise una concessione di indulgenze (al fine di
raccogliere i fondi necessari per la costruzione della basilica di San Pietro a Roma). Ciò provocò
l’indignazione di molti fedeli. Nel 1517 Martin Lutero affisse sulla porta della cattedrale di
Wittemberg 95 tesi sull’argomento. A questo gesto si fa solitamente risalire l’inizio della Riforma
protestante. Le idee del monaco vengono condannate dal papa nel 1520 con una bolla (Exsurge
Domine). Lutero, come risposta, bruciò la bolla e accettò il consiglio dell’elettore di Sassonia
Federico il Savio di appellarsi all’imperatore Carlo V. Si giunse così alla Dieta di Worms (1521).
Dal 1522 vengono operati profondi mutamenti anche nelle istituzioni ecclesiastiche di Zurigo
grazie a Ulrich Zwingli. All’interno del movimento riformatore svizzero vi furono minoranze, come
gli anabattisti, i quali cercarono di dar vita a una comunità di santi. L’esperimento ebbe una vita
molto breve. L’esperienza svizzera viene ripresa e sviluppata da Calvino che, con Farel, riuscì, nel
1541, a far approvare le sue «Ordinanze ecclesiastiche» e riorganizzare la città secondo un
ordinamento politico-religioso.
Il Protestantesimo si diffonde presto in Europa: nel 1527 il Luteranesimo venne proclamato
religione di Stato in Svezia, nel 1536 in Danimarca; il Calvinismo si diffuse in Inghilterra e nei Paesi
Bassi. In Francia i seguaci del Calvinismo vennero chiamati ugonotti. In Inghilterra la diffusione
delle idee riformiste fu favorita dalla vicende matrimoniali di Enrico VIII Tudor, il quale voleva
unirsi in seconde nozze con la dama di corte Anna Bolena. Papa Clemente VII non concesse
l’annullamento del primo matrimonio così Enrico, con l’Atto di Supremazia del 1534, si fece
proclamare capo supremo della Chiesa d’Inghilterra che fu chiamata Chiesa Anglicana (scisma). La
Chiesa di Roma, come risposta alla riforma protestante, promosse una riforma e la convocazione
di un concilio ecumenico (Concilio di Trento, 1542 – 1564). Le decisioni del Concilio di Trento
furono raccolte nel «Credo tridentino» e durante i lavori fu istituita la Congregazione del
Sant’Uffizio dell’inquisizione e la pubblicazione dell’Indice dei libri proibiti.
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L’Europa di Carlo V. Le guerre d’Italia.
Nel 1492 muore Lorenzo de’ Medici. Con la sua scomparsa si spezza
l’equilibrio politico tra gli Stati italiani ed iniziò l’intromissione delle potenze
europee (Francia e Spagna) che porterà alla dominazione straniera. Il primo a
scendere in Italia è stato il francese Carlo VIII chiamato da Ludovico il Moro
per contrastare Ferrante, re di Napoli. Il discendente di Carlo, Luigi XIII, scese
nuovamente in Italia, sconfisse Ludovico il Moro e poi si mosse contro il re di
Napoli Federico d’Aragona. Quest’ultimo rinunciò ai propri diritti a favore di
Luigi XIII. Con il Trattato di Lione del 1504 il regno di Napoli venne assegnato
alla Spagna, mentre il ducato di Milano venne assegnato alla Francia. Nel
frattempo, Cesare Borgia (il Valentino) cercava di creare con l’aiuto di suo
padre, papa Alessandro VI, un potente stato. L’avventura del Valentino si
concluse nel 1503, quando anche suo padre morì. Papa Giulio II voleva
incrementare la potenza dello Stato della Chiesa e si scontrò con Venezia,
aiutato anche dagli alleati riuniti nella Lega di Cambrai (1508). Giulio II
continuò la sua politica espansionistica formando la Lega Santa (1511) e
scontrandosi con la Francia. Gli alleati svizzeri cacciarono i francesi dal ducato
di Milano, che venne restituito a Massimiliano Sforza, mentre a Firenze
tornarono i Medici. Il successore di Luigi XII, Francesco I scese ancora in Italia
e conquistò Melegnano (che all’epoca si chiamava Marignano). Nel 1516
venne firmata la pace di Noyon che sancì il controllo spagnolo su Napoli,
Sicilia e Sardegna, mentre quello francese su Milano.
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Nel 1519 venne incoronato imperatore Carlo V il quale riunì tra le proprie
mani un impero vastissimo. Carlo guardava con interesse il ducato di Milano e
nel 1522 lo occupò, mentre nel 1525 fece prigioniero Francesco I. nel 1526
Francesco firmò il trattato di Madrid, impegnandosi a cedere la Borgogna a
Carlo V e a rinunciare a Milano. Appena liberato, il sovrano francese forma la
Lega di Cognac contro Carlo ma questi inviò in Italia un esercito di
lanzichenecchi che occupò Roma (sacco di Roma, 1527). Venne trovato un
accordo con la firma della pace di Cambrai (1528): Carlo V rinunciava alla
Borgogna e Francesco I gli riconosceva il possesso del ducato di Milano.
Firenze si arrende e vengono reinsediati i Medici e nel 1530 Carlo V viene
incoronato dal papa re d’Italia e imperatore. In Germania Carlo dovette
affrontare anche la questione religiosa: convocò una dieta nel 1530; dopo una
serie di conflitti, nel 1555, con la stipula della pace di Augusta, venne
affermato il principio del cuius regio eius religio.
Nella penisola italiana continuavano i conflitti (terza fase delle guerre d’Italia).
I conflitti terminarono solo con la pace di Cateau-Cambrésis (1559): Enrico II,
successore di Francesco I (morto nel 1547), mantenne il controllo sulle città di
Metz, Toul e Verdun e il possesso di Calais; Filippo II, figlio di Carlo V, conservò
i possedimenti italiani e costituì lo Stato dei presìdi; l’influenza spagnola si
estese sul ducato di Parma e Piacenza, su Genova e su Mantova.
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L’Europa di Filippo II ed Elisabetta I
Con il regno di Filippo II la Spagna divenne una grande potenza. Madrid
diventò la sede stabile della corte, lo sviluppo culturale fu notevole ma lo
Stato conobbe comunque un significativo declino economico. La difesa del
cattolicesimo portò alla persecuzione di moriscos e conversos; l’afflusso di oro
dall’America determinò inflazione e povertà negli strati più poveri della
popolazione. Nel 1571 la flotta cattolica guidata da don Giovanni d’Austria si
scontrò nelle acque di Lepanto con i turchi e riportò una vittoria (battaglia di
Lepanto) che determinò un temporaneo arresto dell’espansionismo turco nel
mare Mediterraneo. Pochi anni dopo Filippo si fece incoronare re del
Portogallo. Egli dovette affrontare una delicata situazione nei possedimenti
dei Paesi Bassi, situazione aggravata anche dalle tensioni religiose. Queste si
acuirono quando Filippo decise di trapiantare nei paesi bassi l’inquisizione
spagnola. La situazione precipitò nella ribellione. I ribelli riconobbero come
loro guida Guglielmo I di Nassau, uno degli uomini più illustri del paese. Nel
1575 Filippo II dichiarò la bancarotta e lasciò senza stipendio le truppe che
saccheggiarono Anversa. Il sacco della città consolidò il fronte antispagnolo.
Nel 1579 i Paesi Bassi vennero divisi in due blocchi: l’unione di Arras e
l’unione di Utrecht.
In Francia la situazione era molto tesa a casa dei conflitti religiosi e scoppiò la
guerra dei tre Enrichi che terminò solo con l’ascesa al trono di Enrico di
Borbone. Questi venne consacrato re nel 1594 e nel 1598 promulgò l’editto di
Nantes.
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Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, sale al
trono nel 1558. Elisabetta ripristinò la Chiesa anglicana
ma giunse ad alcune soluzioni di compromesso con i
cattolici. Elisabetta trasformò l’Inghilterra in una
moderna potenza europea; sotto il suo regno
l’economia rifiorì e vennero emanate le prime leggi a
favore dei poveri. Vennero istituite la Compagnia della
Moscovia e la Compagnia delle Indie orientali. I
rapporti con la Spagna si ruppero nel 1585 quando
l’Inghilterra appoggiò la rivolta nei Paesi Bassi. Filippo II
affrontò l’Inghilterra in un conflitto armato ma la
Invincibile armata spagnola fu sconfitta dagli inglesi.
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Riferimento Capitoli 1 – 2 – 3 – 4 del Percorso 5
IL SEICENTO: UN’EPOCA DI CAMBIAMENTI
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L’Italia: la nostra penisola costituiva il possedimento
spagnolo più fedele. Per dominazione spagnola
s’intende il periodo compreso tra la pace di Cateau
Cambresis (1559) e i trattati di Utrecht e Rastadt del
1715 che concludono la guerra di successione
spagnola. In Italia meridionale c’è una grave crisi
economica che porta, nel 1647, a una rivolta
popolare antispagnola (rivolta di Masaniello).
Anche in Sicilia si verificano insurrezioni popolari,
agevolmente sedate dagli spagnoli. Le insurrezioni
avvengono in un’Italia in cui le principali personalità
del mondo della cultura sono Galileo Galilei e Paolo
Sarpi.
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Nel periodo compreso tra il 1604 (pace tra la Spagna e l’Inghilterra) e il 1618
(anno di inizio della guerra dei Trent’anni) costituisce una breve pausa di
assestamento per i paesi del continente.
Spagna: nel 1598, alla morte di Filippo II, si chiude il periodo dell’egemonia
spagnola in Europa.
Germania e Austria: elemento religioso e politico sono strettamente legati fra
loro; inoltre il sistema tedesco si basa sul principio del cuius regio eius religio.
Francia: il riconoscimento della successione di Enrico IV e dell’Editto di Nantes
aprono un periodo di consolidamento economico del paese.
Inghilterra: nel 1603 muore la regina Elisabetta e manca un erede diretto alla
successione che lascia il campo libero a Giacomo I, figlio di Maria Stuart. Il
nuovo re unifica i tre regni di Irlanda, Scozia e Inghilterra, molto diversi per
organizzazione e religione. Giacomo I attua una politica assolutistica e il
conflitto di poteri e i problemi irrisolti porteranno alla rivoluzione che
sconvolgerà l’Inghilterra dal 1642.
La guerra dei Trent’anni
Il conflitto è diviso in quattro fasi: boemo-palatina (1618 – 1625); danese
(1625 – 1630); svedese (1630 – 1635) e francese (1635 – 1648). La guerra dei
Trent’anni si conclude con la firma della Pace di Westfalia che, fra le altre
cose, vede l’ascesa della Francia come principale potenza europea.
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