LAMPADA ARCO per FLOS
Achille e Pier Giacomo Castiglioni 1962
"Pensavamo a una lampada che proiettasse la luce sul tavolo:
ce ne erano già, ma bisognava girarci dietro.
Perché lasciasse spazio attorno al tavolo la base doveva essere lontana almeno due metri.
Così nacque l’idea dell’Arco
Achille Castiglioni (intervista a Ottagono, 1970)
La soluzione
viene suggerita
ai fratelli Castiglioni
dalla migliore
tra le fonti luminose
ancorate al suolo:
i lampioni stradali.
Nella Arco
niente è decorativo:
ogni particolare
ha una precisa funzione.
IL BASAMENTO
E’ formato da un parallelepipedo
in marmo bianco di Carrara
con spigoli e vertici smussati
ed un foro, ubicato
nel baricentro della lampada,
che consente a due persone
di spostarla agevolmente
con l'ausilio di un bastone
o di un manico di scopa,
nonostante il suo consistente
peso di 65 Kg
LO STELO AD ARCO
E’ formato da tre
profilati curvilinei
in acciaio inossidabile
che incanalano
il filo elettrico
fino al portalampada
e permettono
di regolare la posizione
della fonte di illuminazione
scorrendo uno nell’altro
LA CUPOLA
E’ formato da una calotta
forata per facilitare il
raffreddamento del
portalampada e da un anello
mobile in alluminio
che permette di regolare la
direzione della luce.
La calotta forata
è in grado di proiettare
giochi di luce sul soffitto
LAMPADA PARENTESI per FLOS
Achille Castiglioni 1970
La lampada è sospesa al soffitto
mediante un gancio
con copriforo metallico.
Segue un cavo in acciaio tesato lungo il quale
scorre un tubo di acciaio, sagomato a forma di
parentesi, che sostiene il portalampada
snodato.
A terra è posto un contrappeso cilindrico in
piombo rivestito in gomma nera per dare
stabilità alla lampada.
Lo scivolamento del
sottile tubo sagomato
avviene senza sforzo,
semplicemente
spostandolo lungo il
cavo con la mano
mentre il bloccaggio
della posizione è dato
dall’attrito radente che
si crea lungo il tirante.
Il sistema, semplice e
geniale, fu presentato al
pubblico in una confezione
con coperchio trasparente,
stampata e sagomata in
base alla linea della
parentesi metallica e
dotata di maniglie per un
suo agevole trasporto.
La lampada,
razionale,
priva del superfluo,
vero manifesto
del principio
forma=funzione,
vinse la XI edizione
del Compasso d’Oro
nel 1979 ed è
attualmente esposta
al Museo del Design
della Triennale
di Milano
LAMPADA TIZIO per ARTEMIDE
Richard Sapper 1972
LA BASE
E’ costituita da un trasformatore
che, oltre a dare stabilità
strutturale, diminuisce la
tensione da 230V a 12 V,
sufficienti per alimentare una
lampadina alogena.
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LA STRUTTURA
Formata da esili braccia
metalliche che, oltre ad
avere funzione strutturale,
fanno da conduttori di
corrente, senza bisogno del
tradizionale filo elettrico
I CONTRAPPESI
Garantiscono l’equilibrio e permettono alla lampada di regolare l’inclinazione e ottenere un
ampio raggio di movimento, pur rimanendo poco ingombrante
LA TESTINA
Contiene la lampada
alogena. E’ dotata di una
doppia parete che
garantisce il
raffreddamento del
riflettore.
La bacchetta di metallo
permette di muovere
agevolmente il riflettore
Lampadina alogena 12 V
LAMPADA ATOLLO 233 per OLUCE
Vico Magistretti 1977
La forma di Atollo è
definita dall’unione di
3 forme geometriche pure,
cilindro cono e sfera.
LAMPADA ECLISSE per ARTEMIDE
Vico Magistretti 1965
Lampada da tavolo, a
luce diretta o diffusa,
che si ispira al
fenomeno dell’eclissi
lunare.
Formata da forme
molto semplici,
è composta da
3 semisfere: base,
calotta esterna fissa e
calotta interna mobile
che permette di
oscurare la fonte di
luce.
Se la fonte di luce è scoperta diffonde una luce diretta.
Se la fonte di luce viene completamente coperta rimane solo il bagliore esterno che ricorda
un'eclissi totale e diffonde una luce diffusa.