“SPAZIO ai GENITORI”
Ciclo di incontri a tema dedicati a genitori della
Scuola dell’ Infanzia dell’Istituto Corsaro
TERZO INCONTRO
12 maggio 2016
ore 18:00
“Il gioco... facciamo finta che...”
Conduce la dott.ssa Assunta Marrone
con la partecipazione di:
Ins. Sr. Maria Assunta e Ins. Paola Torre
Cosa abbiamo fatto fino ad ora?
Prima fase:
abbiamo costituito il gruppo
I fattori motivanti la partecipazione al gruppo da parte di voi genitori
sono stati individuati nel comune desiderio di affrontare il tema
della genitorialità fondato sul bisogno di essere “buoni genitori” o
sulla percezione di una carenza di capacità e informazioni in questo
senso.
Ma anche...
il desiderio di incontrare altre persone, di creare una rete di
contatti, il desiderio di farsi promotore di qualche iniziativa
all’interno della scuola, ecc.
Seconda fase:
abbiamo costruito il gruppo
(cultura e identità)
Obiettivi NEL gruppo
Durante questa fase si è cercato di:
·Analizzare le aspettative;
·Favorire la conoscenza reciproca;
·Facilitare l’emersione dei bisogni;
·Favorire la riflessione sul ruolo del genitore dai vari punti di vista;
·Incoraggiare la condivisione delle esperienze genitoriali;
·Favorire la creazione di un ambiente di fiducia e scambio;
·Favorire la capacità di gestione della diversità e del conflitto;
·Favorire le competenze comunicative e relazionali per incrementare la
comunicazione nel gruppo e con i figli.
Terza fase:
progettualità esterna
Obiettivi DEL gruppo
·Incoraggiare la comunicazione tra le famiglie per rompere
l’isolamento sociale;
·Costruire una continuità di significati tra scuola e famiglia;
·Favorire lo scambio e la partecipazione alla vita scolastica;
·Favorire un ruolo attivo dei genitori all’interno della scuola;
·Valorizzare le competenze dei genitori;
·Valorizzare la diversità
A tal proposito:
guardiamo questo cortometraggio
“For the birds”
L’ arte di essere diversi e l’impegno
per essere simili
Essere diversi è spesso considerata una minaccia
Fare parte di un gruppo e prendersi cura delle somiglianze comuni è
un’aspirazione... Se adotto quella del gruppo e mi lascio trasportare,
mi sentirò più sicuro.
Essere diversi non è un problema: in realtà il problema è degli altri, che
si negano ad accettare altre prospettive e ad arricchirsi con ciò che è
diverso da loro.
Essere diversi dovrebbe darci l’opportunità di essere felici di essere
autentici ed unici e di essere una risorsa per gli altri.
Il gioco come esercizio di vita
...come occasione di sfida e quindi
di rischio relativo alla conoscenza di nuove parti di se
attraverso il
confronto con gli altri.
“...l’uomo è pienamente tale solo quando gioca”,
dice Schiller
perché si ritrova e si conosce:
giocando, infatti,
ogni individuo riesce a liberare la propria mente da contaminazioni
esterne, quale può essere il giudizio altrui, e ha la possibilità di
scaricare la propria istintualità ed emotività.
...come
strumento di apprendimento
"Si può scoprire di più su una persona in un’ora
di gioco che in un anno di conversazione"
(Platone)
Arrivati sino a qui, il genitore potrebbe chiedersi
cosa c’entra il gioco
in un percorso per adulti su un tema così importante e
delicato come la funzione genitoriale?
Il gioco ( “il pazziare”)
tra normalità e pazzia
U. Eco ha collocato il gioco tra le cinque funzioni necessarie alla
sopravvivenza dell’uomo (cfr “La Repubblica” 31 dic. 2000) insieme
all’alimentarsi, riposarsi, provare sentimenti e chiedersi il perchè;
penso sarebbe bello definire in questi termini, gli obiettivi della scuola,
soprattutto quella dell’infanzia, riconoscendo al gioco il suo statuto di
fenomeno complesso e trasversale, restituendogli la sua caratteristica
di SPAZIO SOGGETTIVO e di frontiera, ritrovandolo come terreno di
comportamenti condivisi in particolare tra la scuola e le famiglie.
Ricostruire quello spazio/tempo legato al bisogno di
conoscersi(soggettivo)
e di conoscere (in relazione agli altri), di tempi concreti (comuni) e di
tempi astratti (individuali), di progettualità e sperimentazione che è
caratteristica del gioco creativo infantile, è uno degli obiettivi di
SPAZIO ai GENITORI
Il gioco porta alle relazioni di
gruppo
E’ per tale motivo che propongo di giocare:
disposizione del gruppo in piccoli gruppi.
Consegna:
costruire con l’ausilio delle costruzioni
ciò che per voi rappresenta il vostro piccolo gruppo.
Tempo disponibile :15’
Successivo confronto dei sottogruppi.
IL GIOCO COSTRUISCE...
Il gioco non è soltanto rielaborazione e comunicazione del
proprio mondo interno, essso è rielaborazione dei fatti esterni
e reali, tramite e mediazione della relazione con l’altro o con
il gruppo.
“...Il gioco, ed in particolare quello infantile , riveste
insieme due funzioni: l’una è quella dell’efficienza, cioè di
seguire un programma che si muove su delle regole; l’altra
è quella dell’efficacia che si basa sulla narrazione di un
mondo interiore, di un contesto fantastico ed impostato in
modo situazionalmente significativo, che, per così dire,
galleggia sulla realtà”
Da un lato giocare significa sempre attuare delle regole,
un programma.
Dall’altro giocare significa estraniarsi dalla realtà
per costruire un’altra realtà
- interiore, mentale, rappresentativodotato di una sua coerenza
Il "pensiero bambino" non è soltanto il pensiero "dei bambini".
E' quel patrimonio unico e insostituibile legato alle esperienze
dell'infanzia che ciascuno di noi possiede ma che spesso è
lontano, nascosto, sommerso nella mente e nell'animo.
Il "pensiero bambino" è un pensiero creativo perché è aperto
all'esperienza: ogni oggetto, ogni evento, ogni persona sono
"nuovi" nel pensiero dei bambini. Il bambino non ha preconcetti:
può usare un legno come se fosse una spada, per combattere
l'avversario; come un cavallo, per correre lontano; come una
scopa, per volare nel cielo. Per quegli adulti che, riconoscendo la
saggezza e la forza del "pensiero bambino" dentro di loro,
tornano a giocare, ogni cambiamento, ogni soluzione diventano
possibili.
Guardare e capire, provare e riprovare,smontare e
rimontare, cooperare ed opporsi, allearsi e dissociarsi:
tutto questo ci consente di accostarci alla realtà in modo
positivo e di sapere che nei confronti di essa è possibile
intervenire ed agire secondo una intenzionalità ed un fine.
L’intento di questo percorso educativo è stato proprio
questo...
Alla fine di questo intervento vogliamo dire che non
abbiamo neanche provato a tradurre le suggestioni, le
emozioni a volte la commozione, che hanno intessuto
questi incontri.
Ci sono servite, però, a rafforzare le convinzioni teoriche
alla base del nostro progetto: l’idea che la scuola , intesa
come contesto che prevede rapporti umani, può e deve
avere la capacità di farsi “altro”:
diventare luogo di libertà, luogo degli incontri possibili.
Questionario di gradimento
E’ stato pensato e proposto per
avere un riscontro attendibile sul livello di gradimento
del
servizio e per trarne indicazioni utili per migliorare il servizio
stesso e a renderlo sempre più adeguato alle reali
esigenze di voi genitori.
Siete, perciò, invitati a compilarlo mettendo le crocette
relative
alle diverse risposte.
Il questionario è in forma anonima.
Vi ringraziamo per la collaborazione!