IL RISCHIO ELETTRICO 1 RISCHIO NEGLI IMPIANTI ELETTRICI • RISCHIO PER CONTATTI CON PARTI O COMPONENTI DELL’IMPIANTO IN TENSIONE • RISCHIO DI INCENDIO • RISCHIO DI ESPLOSIONE • RISCHIO PER BLACK-OUT 2 3 ELETTROCUZIONE • Il contatto del corpo umano con due parti fra le quali sussiste una differenza di potenziale, determina il passaggio di una corrente elettrica attraverso il corpo in quanto esso può considerarsi come un discreto conduttore con conseguenze a secondo dei casi anche mortali 4 CAUSE ELETTROCUZIONE • CONTATTO DIRETTO • CONTATTO INDIRETTO • ARCO ELETTRICO 5 CONTATTO DIRETTO • Contatto con una parte dell’impianto che nel funzionamento ordinario si trova in tensione (es. conduttori di fase, morsetto) 6 Contatto diretto 7 CONTATTO INDIRETTO • Contatto con una parte metallica (massa o massa estranea) dell’impianto che nel funzionamento normale non si trova in tensione, ma che per cause accidentali o guasto si trova in tensione 8 Contato indiretto 9 ARCO ELETTRICO • Contatto di una persona con un arco elettrico formatosi in un circuito a causa di difetto di isolamento o per fenomeni di sovratensioni. Si ha elettrocuzione simile al contatto diretto ma con effetti lesivi accresciuti dall’elevatissima temperatura dell’arco 10 EFFETTI FISIOPATOLOGICI DELLA CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO • TETANIZZAZIONE • ARRESTO DELLA RESPIRAZIONE • FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE • USTIONI 11 TETANIZZAZIONE • Contrazione completa del muscolo interessato finché perdura lo stimolo con possibilità di svenimento, asfissia, collasso e stato di incoscienza 12 ARRESTO DELLA RESPIRAZIONE • Contrazione dei muscoli addetti alla respirazione e paralisi dei centri nervosi interessati alla respirazione 13 FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE • Se le fibrille ventricolari ricevono segnali elettrici eccessivi ed irregolari, a causa di una corrente elettrica esterna notevolmente più grande delle normali correnti elettriche fisiologiche, vengono sovrastimolate in maniera caotica e iniziano a contrarsi in modo disordinato ed irregolare l’una indipendentemente dall’altra ed il cuore non riesce più a svolgere la sua funzione 14 USTIONI • Il corpo umano presenta una certa resistenza elettrica. • Pertanto se la corrente elettrica attraversa il corpo si genera un surriscaldamento dei tessuti interessati con conseguenti ustioni. • In genere si hanno effetti termici alle alte tensioni 15 LIMITI DI PERICOLOSITA’ DELLA CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO • - INTENSITA’ DI CORRENTE • - TEMPO DI ESPOSIZIONE • - PERCORSO DELLA CORRENTE • - CONDIZIONI AMBIENTALI 16 INTENSITA’ DI CORRENTE – Scossa elettrica Semplice sensazione che non genera danni irreversibili – Shock elettrico Causa danni con effetti patologici anche irreversibili 17 CONDIZIONI AMBIENTALI • Luoghi umidi e bagnati • Locali adibiti ad uso medico (macroshock e microshock) 18 PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI • • • • • • • • • PROTEZIONE TOTALE ISOLAMENTO DELLE PARTI ATTIVE USO DI INVOLUCRI E BARRIERE PROTEZIONE PARZIALE SOLO NEI LOCALI ACCESSIBILI A PERSONALE ADDESTRATO PROTEZIONE MEDIANTE OSTACOLI PROTEZIONE MEDIANTE DISTANZIAMENTO PROTEZIONE ADDIZIONALE USO DI DIFFERENZIALI CON CORRENTE NON SUPERIORE A 30mA 19 Protezione addizionale dai contatti diretti 20 SISTEMI DI PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI • SISTEMI DI TIPO PASSIVO DOPPIO ISOLAMENTO SEPARAZIONE ELETTRICA LUOGHI ISOLANTI LOCALI EQUIPOTENZIALI CIRCUITI A BASSISSIMA TENSIONE 21 SISTEMI DI PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI • SISTEMI CON INTERRUZIONE AUTOMATICA DEL CIRCUITO DI GUASTO COLLEGAMENTO DI TUTTE LE MASSE ALL’IMPIANTO DI TERRA E COORDINAMENTO CON DISPOSITIVO DI INTERRUZIONE AUTOMATICO 22 REQUISITI IMPIANTO ELETRICO • Realizzato in accordo alle norme CEI od equivalenti • • • • (Legge 186/68 e Legge n. 46 del 05/03/1990 ) Progettato nei casi previsti dal D.P.R. n. 447 del 06/12/1991 (Ambienti ad uso medico, Cantieri, Luoghi a maggior rischio in caso di incendio…..) Realizzato da ditta che abbia i requisiti imposti dalla Legge n.46 del 05/03/1990 (art.10) Alla fine dei lavori la ditta installatrice ha l’obbligo di rilasciare la Dichiarazione di Conformità corredata dagli allegati obbligatori (art.9) Sottoposto a manutenzioni e controlli periodici 23 IMPIANTI ED APPARECCHI ELETTRICI • Prima di eseguire una qualsiasi operazione sulle • • apparecchiature elettriche, bisogna disinserire l'alimentazione, assicurarsi che non ci sia tensione. Esporre segnaletica di pericolo in prossimità degli interruttori Bisogna evitare i contatti diretti o indiretti con le parti degli impianti elettrici che possono essere sotto tensione e avere cura del rivestimento isolante dei conduttori elettrici. 24 IMPIANTI ED APPARECCHI ELETTRICI • Prima di utilizzare apparecchi elettrici, bisogna • • assicurarsi che il cavo sia in buono stato e quando si estrae la spina dalla presa bisogna tirarla per la sua impugnatura e non tirando il cavo. Segnalare eventuali deficienze o danni presenti sull’impianto elettrico al fine di procedere alla immediata riparazione Fare eseguire i lavori sugli impianti elettrici a ditta o personale qualificato ed abilitato ai sensi della Legge n 46 del 1990 25 26 27 28 29 RISCHIO DI INCENDIO • • • • • • • CAUSE: SOVRACCARICO LINEE ELETTRICHE CATTIVO UTILIZZO IMPIANTO CORTO CIRCUITO DEGRADO / CEDIMENTO ISOLAMENTO ERRATA INSTALLAZIONE COMPONENTI COMPONENTI/APPARECCHIATURE CHE PRODUCONO CALORE • ARCO ELETTRICO • MANOMISSIONI IMPIANTO 30 L’impianto elettrico come sorgente e propagazione dell’incendio • L’energia termica prodotta dalla corrente elettrica • • • • • • Corto circuiti Correnti di guasto a terra Sovraccarichi non eliminati tempestivamente Archi elettrici Surriscaldamenti dovuti al cattivo contatto nei morsetti, nelle prese o negli adattatori delle prese Correnti superficiali dovute al deposito di polvere conduttrice o di umidità su superfici isolanti che sorreggono parti in tensione • cariche elettrostatiche • superfici calde di macchine o forni, scintille . 31 RISCHIO DI INCENDIO • PREVENZIONE: • PROGETTAZIONE IMPIANTO • REALIZZAZIONE IMPIANTO • USO CORRETTO APPARECCHIATURE • USO CORRETTO IMPIANTI • CONTROLLI PERIODICI • MANUTENZIONE PERIODICHE 32 RISCHIO DI ESPLOSIONE • Sia ha il rischio d’esplosione nel caso di ambienti • • • • • in cui possiamo essere in presenza di atmosfera esplosiva per presenza di gas, vapori o polveri CAUSE DI INNESCO: ARCO ELETTRICO Durante le manovre o l’esercizio dell’impianto ANOMALIE SULL’IMPIANTO Corto circuito, sovraccarico, surriscaldamento 33 RISCHIO DI ESPLOSIONE • PREVENZIONE: • PROGETTAZIONE IMPIANTO • REALIZZAZIONE IMPIANTO • USO CORRETTO APPARECCHIATURE • USO CORRETTO IMPIANTI • CONTROLLI PERIODICI • MANUTENZIONE PERIODICHE 34 RISCHIO BLACK-OUT • LA MANCANZA DI ENERGIA ELETTRICA PUO’ IN • • • • • • MOLTI CASI ARRECARE GRAVI DANNI ALLE PERSONE AMBIENTI AD USO MEDICO SCUOLE CASE DI RIPOSO ALBERGHI LUOGHI CON PRESENZA DI PUBBLICO APPARECCHIATURE ELETTROMEDICALI 35 RISCHIO BLACK-OUT • PREVENZIONE: • ALIMENTAZIONE DI RISERVA • ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA • SEGNALETICA VIE ESODO • MANUTENZIONE IMPIANTI 36 PRINCIPALI RIFERIMENTI DI LEGGE sugli Impianti Elettrici D.P.R. 27 Aprile 1955 • Art. 267 (Costruzione, installazione, • • • • manutenzione….) Art. 269 (Indicazione tensione, corrente, potenza…….) Art. 270 (Isolamento dei condutori….) Art. 271(Collegamento delle masse a terra…………...) Art. 328(Obbligo denuncia impianto di terra ….) 37 PRINCIPALI RIFERIMENTI DI LEGGE sugli Impianti Elettrici LEGGE 1 Marzo 1968 n.186 • Art.1 (Apparecchiature, macchine, impianti realizzati e costruiti a regola d’arte) • Art.2 (Apparecchiature, macchine, impianti realizzati e costruiti secondo le norme CEI sono a regola d’arte) LEGGE 5 Marzo 1990 n.46 • NORME PER LA SICUREZZA DEGLI IMPIANTI D.P.R. 6 Dicembre 1991 n.447 • DECRETO DI ATTUAZIONE LEGGE 46/90 D.P.R. 22 Ottobre 2001 n. 462 38 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 22 ottobre 2001, n. 462 • Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi 39 CAMPO DI APPLICAZIONE (art.1) • In tutti i luoghi di lavoro con presenza di lavoratori subordinati • Installazioni ed ai dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche • Impianti elettrici di messa a terra • Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione 40 MESSA IN ESERCIZIO IMPIANTO IN AMBIENTI ORDINARI (art.2 ) • La ditta installatrice verifica l’impianto e rilascia la dichiarazione di conformità, che sostituisce a tutti gli effetti l’omologazione dell’impianto • La ditta utente invia la dichiarazione di conformità al dipartimento ISPESL ed alla A.U.S.L. (o allo Sportello Unico per le Attività Produttive) competenti per territorio, entro 30 giorni dalla messa in esercizio dell’impianto di messa a terra e protezione contro le scariche atmosferiche 41 VERIFICHE A CAMPIONE ( art.3) • ISPESL effettua la prima verifica a campione degli impianti di terra e dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, allo scopo di verificarne la conformità alla normativa vigente 42 VERIFICHE PERIODICHE (art.4 ) • Il datore di lavoro è tenuto a far effettuare le verifiche periodiche rivolgendosi alla A.U.S.L. o ad organismi individuati dal Ministero delle Attività Produttive previa richiesta (enti autorizzati dal Ministero delle Attività produttive in base ai requisiti indicati dalla direttiva 11 Marzo 2002 e dalla norma EN 45004 (Organismi di ispezione). • le spese necessarie per effettuare tali verifiche sono a carico del richiedente 43 VERIFICHE PERIODICHE (art.4 ) Periodicità verifiche 2 anni (Cantieri, locali ad uso medico e luoghi a maggior rischio in caso di incendio) 5 anni per gli ambienti ordinari 44 VERIFICHE BIENNALI • cantieri: devono intendersi gli impianti di messa a terra e di protezione contro le scariche atmosferiche installati in cantieri temporanei o mobili (ai sensi del D.P.R. 494/96 e successive modificazioni, e della norma Cei 64-8/7 art. 704.1); • locali adibiti ad uso medico: devono intendersi gli impianti di messa a terra e di protezione contro le scariche atmosferiche installati in locali destinati a scopi diagnostici, terapeutici, chirurgici, di sorveglianza o riabilitazione dei pazienti (inclusi i trattamenti estetici), compresi gli ambulatori veterinari, e comunque quelli definiti dalla norma Cei 64-8/7, V2; 45 VERIFICHE BIENNALI • impianti negli ambienti a maggior rischio in caso d’incendio: devono intendersi, in accordo con la Cei 64-8/7 sezione 751, gli impianti di messa a terra e di protezione contro le scariche atmosferiche installati in ambienti che presentano in caso d’incendio un rischio maggiore di quello che presentano gli ambienti ordinari; • luoghi con pericolo d’esplosione: devono intendersi, in riferimento alle disposizioni legislative vigenti, quelli in cui lavorano o si depositano i materiali presenti nelle Tabelle A) e B) del DM 22 Dicembre 1958. 46 Ambienti a maggior rischio in caso di incendio A) Ambienti a maggior rischio d'incendio per l'elevata densità di affollamento o per l'elevato tempo di sfollamento in caso di incendio o per l'elevato danno. 47 Ambienti a maggior rischio in caso di incendio Caso A • Locali di spettacolo e di trattenimento in genere con un massimo affollamento ipotizzabile superiore a 100 persone • Alberghi, pensioni, dormitori e simili, con oltre 25 posti letto • Scuole di ogni ordine, grado e tipo, accademie e simili • Ambienti adibiti ad esposizione e/o vendita all'ingrosso o al dettaglio, con superficie lorda superiore a 400 m2 48 Ambienti a maggior rischio in caso di incendio Caso A • Stazioni sotterranee di ferrovie, di metropolitane e simili; • Ambienti destinati ai degenti negli ospedali e negli ospizi, ai detenuti nelle carceri ed ai bambini negli asili ed ambienti simili • Negli edifici destinati a civile abitazione con altezza in gronda superiore a 24 m, • Edifici pregevoli per arte o storia oppure destinati a contenere biblioteche, archivi, musei, gallerie, collezioni e comunque oggetti di interesse culturale sottoposti alla vigilanza dello Stato. 49 Ambienti a maggior rischio in caso di incendio Caso B e C • B) Edifici con strutture portanti in legno • C) Ambienti nei quali avviene la lavorazione, il convogliamento, la manipolazione o il deposito dei materiali infiammabili o combustibili, quando la classe del compartimento antincendio considerato è pari o superiore a 30 50 MANUTENZIONI • Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare regolari manutenzioni degli impianti elettrici avvalendosi di personale qualificato interno oppure di installatori/professionisti esterni per garantire la sicurezza e la funzionalità dell’impianto 51 IMPIANTI ELETTRICI IN LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE • MESSA IN ESERCIZIO IMPIANTO (art.5 ) • La ditta installatrice verifica l’impianto e rilascia la • • dichiarazione di conformità La ditta utente invia la dichiarazione di conformità alla A.U.S.L. competente per territorio, entro 30 giorni dalla messa in esercizio La A.U.S.L. effettua l’ omologazione dell’impianto 52 IMPIANTI ELETTRICI IN LUOGHI CON PERICOLIO DI ESPLOSIONE • VERIFICHE PERIODICHE (art.6 ) • Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare regolari manutenzioni nonché a far effettuare le verifiche periodiche rivolgendosi alla A.U.S.L. o da organismi individuati dal Ministero delle Attività Produttive previa richiesta utente • Periodicità Verifica : 2 anni 53 Verifiche straordinarie (art.7) • Esito negativo visita periodica • Modifiche sostanziali dell’impianto • Richiesta del datore di lavoro 54 Variazioni relative agli impianti Il datore di lavoro comunica all’ISPESL ed alla AUSL: •Modifiche sostanziali degli impianti •Cessazione dell’esercizio •Trasferimento o spostamento degli impianti 55 Responsabilità datore di lavoro • In caso di mancata verifica o manutenzione degli impianti, il datore di lavoro risulta responsabile andando incontro a responsabilità: • penali: in caso di controllo da parte delle autorità che svolgono vigilanza pubblica (Ispesl, NAS, Ispettorato del lavoro, ecc.); • civili e penali: nel caso di infortunio imputabile alla mancata verifica. 56 Impianti già esistenti • • • Il nuovo regolamento si applica anche agli impianti già esistenti alla data di entrata in vigore del decreto (23 gennaio 2002), secondo quanto indicato dall’art. 9 comma 2 del D.P.R. 462/01 impianti denunciati prima dell’entrata in vigore del decreto, che sono stati sottoposti ad omologazione o a verifica; impianti denunciati prima dell’entrata in vigore del decreto, mai sottoposti ad alcuna verifica da parte degli enti preposti. 57 58 59