La moneta romana - Scuola Montessori

Le monete romane iniziarono ad esistere nella seconda metà
della repubblica. All’inizio, il metallo veniva valutato l’unico
scambio possibile in commercio, dopo la scomparsa del baratto.
Il metallo all’inizio si usava in blocchi irregolari e di peso differente(
aes rude). Però era sconveniente perché bisognava pesare il
quantitativo di bronzo da utilizzare in ogni scambio.
Successivamente vennero usati dei lingotti di bronzo di forma
rettangolare, ma non potevano essere ancora considerati una
forma di moneta.
Le prime monete romane furono
introdotte con l’avvio dei primi
commerci, verso il 335 a . C, e
furono le prime monete ad
essere coniate.
Moneta Aes Rude
Presumibilmente su iniziativa dapprima di mercanti e poi del
governo, cominciarono ad essere utilizzati lingotti in bronzo di forma
regolare, solitamente rettangolare, che riportavano dei segni tali
da permettere il riconoscimento del produttore (aes signatum).
Anche con questa tecnica, però, mancava l'uniformità di peso (e
quindi del valore) di questi oggetti, cosa che non permetteva di
considerarli ancora una forma di moneta. Le prime monete romane
durante la Repubblica fu l'asse (aes grave o aes librale), introdotto
con l'avvio dei commerci su mare intorno al 335 a .C.. La
realizzazione dell'asse in questa fase avveniva sempre tramite
fusione, invece che tramite battitura a martello.
Asse
L’Asse ( oppure L’Aes
Grave) fu la vera e prima
moneta romana,
inizialmente fusa e poi
coniata. Furono prodotte
varie serie di questa
moneta, come il “Giano e
Mercurio”, nome derivato
dalle immagini che
comparivano sulla
moneta. Successivamente
la serie de “la Prua”, per la
rappresentazione di una
Galera sul retro della
moneta.
Intorno al 300 a .C i romani vengono in contatto con la civiltà greca del
sud Italia. Le città della Magna Grecia , commerciavano con monete
in argento ,ciò influenzò la civiltà romana che le sostituì a quelle di
Bronzo. La prima moneta in argento romana, fu il Didramma. Ma non
ebbe una forte diffusione perché di poco valore. La più importante in
quegli anni è stato sicuramente il Denario, però venne subito svalutato .
La Svalutazione romana, ben nota alla fine della Repubblica, era
causata dalla mancanza di metallo prezioso, o la scarso rigore delle
finanze.
Denario
Il Didramma fu coniato a
Capua nel 312 a. C. per
permettere il commercio
dell’impero con le città
Greche. I temi che
comparivano sui Didrammi
erano legati soprattutto al
mondo greco, anche per
quanto riguarda le iscrizioni
sulla moneta PΩMAIΩN( dei
Romani). Successivamente
venne anche coniata a
Roma a partire dal 286 a. C.
La produzione di monete romane in oro fu sporadica prima della
conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare, con la conseguente
disponibilità di metallo delle sue miniere. Le prime emissioni di stateri in
stile greco, per il commercio nella Magna Grecia e con l'oriente, si
ebbe nel 286 a.C., con un peso di 6,81g, seguita da una serie nel 209
a.C. con un peso di 3,41 g.
I primi aurei del sistema monetario romano si ebbero con Silla nell'87
a.C., caratterizzati da un valore di 1/30 di libbra italica, pari a 9,11 g.
Nel 61 a.C. seguì un'emissione da parte di Pompeo, con un valore di
1/36 di libbra romana, pari a 9,06 g.
Nel 48 a.C. iniziarono le emissioni
di aurei da parte di Giulio Cesare.
monete in oro
La prima riforma monetaria dell’impero Romano fu quella di Augusto nel
15 a.C. essa prevedeva il totale e diretto controllo, da parte
dell’imperatore, sulla coniazione delle monete d’oro e d’argento,
utilizzate per pagare le tasse dello stato, vista la loro considerevole
importanza. Mentre il senato controllava la coniazione delle monete in
bronzo, di meno importanza e quindi utilizzate dal popolo. Un’altra
riforma monetaria è quella stabilita da Nerone nel 65 d .C che abbassò
leggermente il valore delle monete. Ma quest’ultima riforma fu annullata
da Domiziano, che riportò i valori monetari a quelli stabiliti da Augusto.
Mentre Traiano li riportò al valore della riforma di Nerone.
Con la riforma di Diocleziano del 295 la monetazione romana cambiò
radicalmente. Con l’impero diviso in tre parti (divisione tetrarchica) le
monete non rappresentavano più un singolo imperatore, ma su una
faccia della moneta portavano un’immagine che rappresentava la
gloria e la potenza di Roma. Questa raffigurazione rimase anche con
l’adozione della religione cristiana. Successivamente fu introdotta
anche una moneta in argento, detta L’Argenteo e poco dopo una in
Bronzo, detta Follis.
Moneta
Follis
Moneta
Argenteo
Moneta introdotta con la
Riforma di Diocleziano, e
rimase in circolazione fino al
310 a. C.
Si presume che la sua origine
fu creata da Plinio il
Vecchio, che in una sua
opera citò la parola
Argenteus( che significa
Argento).
Grazie alla riforma monetaria di Caracalla nel 215, si ebbe una svolta sul
commercio. Perché durante il governo di Commodo e Settimio severo il
denario venne sempre più svalutato, ma Caracalla creò doppie
monete auree e denariche( o anche chiamate Antoniniane).
Moneta Antoniniana.
Introdotta con la riforma di
Caracalla all’inizio del215 a.
C. con il valore di due denari,
noto anche come due
Denari. La parola
Antoniniano deriva dal nome
dell’imperatore Caracalla(
marco Aurelio Antoniniano).
moneta Antoniniana
La riforma monetaria di Costantino del 310, che si rifaceva sul
modello bimetallico di Augusto,fu l’ultima riforma monetaria
dell’impero romano. Come moneta d’oro venne introdotto il
Solidus (solido), come moneta d’argento la Siliqua e come
moneta di bronzo il Nummus. Questo sistema, durò fino alla fine
dell’impero romano d’Occidente , mentre nell’Oriente ci fu
quella di Anastasio, basata su multipli del Nummus per le
monete di bronzo e il Soldus per quelle in oro.
Solidus
siliqua
Nummus
Il Solidus era una moneta d’oro
introdotta con la riforma
monetaria di Costantino nel 324,
per sostituire l’aureo. E rimase in
uso per tutto l’impero fino X
secolo. Erano più larghi e sottili
rispetto alle altre monete ed il suo
peso e il suo valore rimasero
abbastanza costanti in tutto il
tempo in cui vennero coniati.
Solidus
L’aureo era una moneta
d’oro molto piccola e
spessa, che vide il suo
massimo commercio dopo
la conquista della Gallia
da parte di Giulio Cesare.
Successivamente fu
abbassato il suo valore
con la riforma monetaria di
Nerone e Caracalla. La
sua fine si ebbe nel 309
con l’introduzione del
Solidus di Costantino.
La Siliqua apparve come nuova
moneta d’argento a seguito
della riforma di Costantino. Il
nome della Siliqua deriva dal
nome della pianta di Carrubo,
una pianta che ai romani era
molto utile e si basava su un
peso preciso in grammi.
Il nome della moneta
Follis deriva dal latino
Follis, con plurale di
Folles,era un sacchetto
che conteneva una
quantità incerta di
denaro. Venne
introdotto con la riforma
monetaria di Diocleziano
nel 294 come moneta di
bronzo. E
successivamente
sostituito dal Nummus
Sostituito al Follis perché
ormai era fortemente
svalutato. Corrispondeva
circa ad un centesimo
della Siliqua. Fu anche
ripreso nella riforma
monetaria di Anastasio I,
ma era molto scomodo il
suo utilizzo perché ne
servivano grosse quantità
anche per gli scambi più
piccoli, così ne vennero
creati dei multipli.
Presentazione realizzata da :
Erminia Gentilini, Marwa
Zembata, Sara Barbieri,
Davide Lanzarini, Lorenzo
Benini e Michele Neri.