Note sull’economia abruzzese Indagine semestrale Confindustria Giuseppe Mauro Facoltà di Economia – Università G. D’Annunzio di Pescara L’Aquila, novembre 2008 Introduzione Le principali questioni • Situazione economica attuale • Problemi della crescita economica • Ruolo della finanza • Rapporto banca-impresa CARATTERISTICHE RECENTI DELL’ABRUZZO Emergono tre indicazioni: 1. La Regione ha subito due shock negli ultimi 15 anni: a) uscita dall’Obiettivo 1 (calcolabile intorno allo 0.5 del Pil) ; b) cambiamenti strutturali nello scenario mondiale 2. Crisi politica di natura endogena, che potrebbe avere gravi ripercussioni sulla capacità di attrarre investimenti 3. Crisi finanziaria di natura esogena A) del punto 1 siamo in grado di conoscere le conseguenze; B) dei punti 2 e 3 possiamo fare solo delle previsioni Regioni a vocazione industriale Incidenza degli occupati settoriali sul totale Graduatoria regionale Industria 7° 1) Marche 2) Veneto 3) Lombardia 39,3 38,8 36,0 4) Emilia Romagna 4) Piemonte 6) Friuli V.G. 7) Abruzzo 35,4 35,4 34,0 32,1 Mezzogiorno 23,9 Servizi 13° Occupati per settore a livello provinciale Incidenza industria Incidenza servizi graduatoria graduatoria peso in % sul tot. peso in % sul tot Teramo 22° 37,1 Teramo 75° 59,1 Chieti 23° 36,9 L’Aquila 24° 69,4 L’Aquila 63° 26,5 Pescara 13° 72,1 Pescara 68° 25,9 Chieti 86° 57,0 Shock PIL AI PREZZI DI MERCATO 19811983 19841991 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2002/ 2004 2000/ 2007 ABRUZZO 1,7 3,0 0,1 -0,1 -2,4 1,5 1,6 0,9 -0,8 0,0 Mezzogiorno 1,3 2,3 1,1 0,7 0,4 -0,2 1,4 0,7 0,7 0,7 Centro-Nord 0,7 2,8 0,2 0,1 1,4 0,2 2,0 1,7 0,6 1,2 Italia 0,9 2,7 0,4 0,3 1,2 0,1 1,9 1,5 0,6 1,1 Fonte: n.s. elaborazioni su dati Istat Pil: il tasso di crescita,ad eccezione del 2005, è sempre più basso dell’Italia Tassi di crescita del pil (ppp) Cambiamenti strutturali: concorrenza dei paesi emergenti 1995-2000 2001-2005 Abruzzo 5,53 -1,36 Italia 4,41 0,72 Media UE regioni industrializzate 5,68 3,35 Pil: si allarga il distacco con l’Italia Pil pro capite (ai prezzi di mercato) in % dell’Italia 2000 2007 Perdita di 5 punti Abruzzo 86,9 81,9 Centro 109,7 111,4 Mezzogiorno 66,7 67,5 Pil: si allarga il distacco con l’Italia Pil pro capite (ai prezzi di mercato) in % del Centro-Nord 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Abruzzo 73,2 72,8 72,3 71,1 68,4 70,0 70,0 69,8 Mezzogior 56,3 56,8 57,0 57,1 57,0 57,6 57,7 57,5 Centro 92,4 93,1 94,2 94,1 95,1 95,4 94,9 94,9 Italia 84,3 84,5 84,6 84,7 84,8 85,1 85,2 85,2 Tassi di crescita 2000-2006 Spesa famiglie in beni non durevoli (prezzi 2000) e Spesa estera Gruppo regioni industrializzate 60 Marche 50 spesa estera (export) Umbria 40 Emilia Rogm 30 ABRUZZO Media Italia Lombardia Veneto Friuli 20 Piemonte Toscana 10 Media Italia 0 0 1 2 3 4 5 6 spesa famiglie In Abruzzo la spesa delle famiglie cresce meno del dato nazionale, registra migliori performance nell’export Tassi di crescita 2000-2006 Spesa famiglie (prezzi 2000) e Spesa estera Vestiario abbigliamento 60 ABRUZZO 50 Marche 40 Emilia Rogm spesa estera 30 Friuli VZ Veneto Toscana 20 Lombardia Piemonte -12 -10 -8 -6 10 0 -4 -2 0 -10 Umbria -20 spesa famiglie Il differenziale con l’Italia è netto, la spesa della famiglie scende del 9% Posizione ricoperta dall’Abruzzo su 254 regioni europee Nuts2 Tasso di occupazione 2004 2005 2006 Totale 208° 207° 206° Maschi 172° 161° 159° Femmine 221° 218° 219° Il differenziale in Abruzzo tra i tassi di occupazione maschile e femminile è di 25 punti (%) contro i 14 punti della media europea Motivi del ristagno • 1) cambiamento strutturale a livello mondiale (aumento competitività) • 2) bassa produttività • 3) eccessiva burocratizzazione della PA • 4) eccessiva pressione fiscale • 5) crisi politica regionale e finanziaria (avrà effetti nel secondo semestre 2008) Tassi di crescita Export 1995-2008 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 200 7 08 Is em 19 96 35 30 25 20 15 10 5 0 -5 -10 -15 Abruzzo Italia La vera partita si giocherà con il resto del mondo Caratteristiche dell’export • Dimensionale: Grande Impresa • Settoriale: Mezzi di trasporto • Territoriale: Provincia di Chieti PROPENSIONE ALL’EXPORT E GRADO DI APERTURA AL COMMERCIO ESTERO. 2000-2006 Export totale/ VA totale 2000 Export totale/ VA totale 2006 Import-export totale/ VA totale 2006 ABRUZZO 25.5 27.2 44.1 L’Aquila 23.2 20.7 35.4 Teramo 20.2 19.4 31.3 Pescara 7.6 6.2 15.7 Chieti 45.0 53.2 80.7 Nord 31.7 31.9 62.6 Centro 19.2 17.2 35.7 Sud 11.0 12.8 25.7 ITALIA 24.1 24.2 49.0 Modello di specializzazione nel Commercio estero Settori con vantaggio comparato indici di Balassa simmetrico: (-1<x<1) 1996 2002 2007 Peso % tot. Mezzi trasporto 0,59 0,48 0,59 32,8 App. radioTV, elettroniche 0,42 0,59 0,45 6,1 Articoli di abbigliam. -0,03 0,29 0,23 4,4 Prod. Lav. Minerali (vetro) 0,15 0,18 0,21 5,4 Articoli in gomma 0,13 0,10 0,12 4,8 Incidenza delle esportazioni provinciali sul totale regionale 1995-2007 70 60 50 40 30 20 10 0 L'Aquila Teramo Chieti 1995 2007 Pescara 14,00 • Abruzzo • r = -0,02 12,00 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 -2,00 -4,00 PIL Indice di correlazione Tra crescita pil ed export EXPORT 12,00 10,00 • Italia • r = 0,83 8,00 6,00 4,00 Stesso andamento ma con differenti entità 2,00 0,00 2001 2002 2003 2004 2005 -2,00 -4,00 PIL EXPORT 2006 2007 Correlazione tra tassi di crescita dell’indicatore di qualità (valore/quant) e del volume delle export T&A regionali 0,9 0,8 Modello di sviluppo intensivo + qualità (P alti) - quantità Modello di sviluppo estensivo 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 -0,1 -0,2 qualità export reg 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Peso sul T&A regionale 70 60 50 40 30 20 10 0 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Teramo 2000 Chieti 2001 2002 Pescara 2003 2004 2005 2006 2007 Tessile-abbigliamento: Capacità di diversificazione dei mercati esteri differenziale nell’export nel periodo 2002-2007 Unione europea + Nord America Paesi emergenti Valori in euro Valori % Valori in euro Valori % Teramo -87.052.523 -55,2 -13.820.362 -16,7 Chieti 58.506.547 31,9 32.426.634 70,8 Pescara -20.194.862 -21,1 30.369.468 141,2 Ob. 2/ competitività Fonte: Commissione europea Rapporto tra performance economica e grado di innovazione delle economie regionali Fonte: Commissione Europea Rapporto tra performance economica e dotazione infrastrutturale immateriale Rapporto tra performance economica e dotazione infrastrutturale materiale Crisi finanziaria: due riflessioni • A) Il ruolo della finanza • B) Il rapporto banca-impresa Crisi finanziaria A) Il ruolo della finanza • Il finanziamento dell’economia poggia sul circuito Famiglie- Impresa- Territorio- Banche; la crisi finanziaria è l’interruzione di questo circuito. • Sistema basato più sulla finanza che sull’economia reale, più sul profitto immediato e di brevissimo termine che su un sistema di regole da rispettare. • Finanza del denaro per il denaro, non per costruire il futuro. Crisi finanziaria A) Il ruolo della finanza • Si pensava che il capitale intangibile potesse prevalere su quello tangibile; gli algoritmi dovevano prevalere sulla sfera produttiva. • Questo induceva soprattutto le grandi banche ad ampliare la sfera finanziaria a discapito degli impieghi tradizionali. • Finanza che si allontanava dalle relazioni umane, dal legame con il territorio, dalla coesione sociale e dalla comunità. Crisi finanziaria A) Il ruolo della finanza • La finanza non va separata dalla economia reale; è uno strumento e non un fine. • L’economia reale, quella delle famiglie e delle imprese, ha bisogno di una finanza per lo sviluppo, non autoreferenziale e autosufficiente. • Una finanza che serve perché svolge due funzioni: • è al servizio della comunità; • è utile al progresso sociale. Crisi finanziaria A) Il ruolo della finanza È stato abbandonato l’equilibrio tra Stato patrimoniale e Conto economico a vantaggio del C.E. Abbandono del mondo dei valori a vantaggio della massimizzazione del profitto a breve termine L’equilibrio è fondamentale: il patrimonio è riserva di valore; è contenuto; dà senso della missione dell’azienda Crisi finanziaria A) Il ruolo della finanza Nella sostanza esistono due modelli per concepire l’attività bancaria: • il primo, si ispira ad una logica di mercato in modo esclusivo dove l’obiettivo è l’incremento del profitto e del valore per gli azionisti; • il secondo, dove all’obiettivo della redditività e del comportamento efficiente si associa quello del ruolo sociale che svolge l’impresa bancaria. Crisi finanziaria A) Il ruolo della finanza Il primo modello ha spinto l’attività bancaria dal core business tradizionale verso attività finanziarie assumendo posizioni elevate di rischio, conducendo ad una espansione eccessiva degli attivi bancari. Il secondo modello riconosce gli interessi generali e sociali sottostanti all’attività creditizia per quanto riguarda la tutela del risparmio, la sua allocazione e la crescita del territorio e della comunità. Crisi finanziaria A) Il ruolo della finanza I due capisaldi del secondo modello, secondo cui l’aspetto sociale si coniuga con quello della redditività e dell’efficienza, sono dunque: 1) capacità di rapportarsi alle esigenze del territorio con contratti di tipo personale anziché impersonale; 2) tensione costante verso gli interessi collettivi. b) Il rapporto banca-impresa • Evitare che l’azzardo finanziario produca stretta creditizia Aggravi recessione con una caduta a catena anche per le stesse banche Colpisca imprese impegnate a migliorare la competitività nella qualità dei prodotti e la proiezione internazionale. b) Il rapporto banca-impresa Basilea 2 non ha raggiunto l’obiettivo: • di rendere trasparente il rapporto banca-impresa; • di rendere l’erogazione del credito rispondente allo stato di salute delle aziende ma soprattutto ha un’impostazione pro-ciclica e non considera una visione d’insieme e di prospettiva (valore del management- rete commerciale,innovativa – capacità progettuale) b) Il rapporto banca-impresa Esigenze primarie: evitare il Credit Crunch • L’economia reale è stata ormai contagiata e il pericolo è quello di un cortocircuito; * Le imprese avvertono stretta creditizia * I consumi ristagnano * I piani di investimento rivisti * Si profila una consistente caduta della domanda aggregata e del reddito Piccole imprese in posizione di estrema debolezza perché sottocapitalizzate e bancocentriche, in particolare per copertura del capitale circolante e quindi della produzione. Pericolo è di mettere in discussione i distretti industriali, le reti organizzative di impresa e la stessa sopravvivenza. Variazione media annua dei depositi, Abruzzo-Italia, 2000-2007 10,00% 9,00% 8,00% 7,00% 6,00% 5,00% 4,00% 3,00% 2,00% 1,00% 0,00% Abruzzo Italia Variazione annua dei depositi, Abruzzo-Italia, 2000-2007 Riflette caduta caduta del del potere potere d’acquisto d’acquisto Riflette 10,00% 8,00% 6,00% Abruzzo Italia 4,00% 2,00% 0,00% 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Variazione media annua degli impieghi, Abruzzo-Italia, 2000-2007. 14,00% 12,00% 10,00% 8,00% 6,00% 4,00% 2,00% 0,00% Abruzzo Italia Variazione media annua degli impieghi, 2000-2007. 14,00% 12,00% Italia 10,00% Abruzzo 8,00% Chieti 6,00% Aquila Pescara 4,00% Teramo 2,00% 0,00% Italia Abruzzo Chieti Aquila Pescara Teramo Variazione annua degli impieghi, Abruzzo-Italia, 2000-2007 La decelerazione degli impieghi si avverte già nel corso del 2007 tanto da eliminare il gap favorevole con l’Italia 15,00% 13,00% 11,00% 9,00% 7,00% 5,00% 3,00% 1,00% -1,00% Abruzzo Italia 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Variazione impieghi, Abruzzo-Italia, Giugno 2007-Giugno 2008. 10,00% 8,00% 6,00% 4,00% 2,00% 0,00% Abruzzo Italia Variazione impeighi, Abruzzo-italia, Giugno 2007-Giugno 2008, dati disaggregati. 12,00% 10,00% 8,00% Abruzzo 6,00% Italia 4,00% 2,00% 0,00% Industria Famiglie consumatrici Famiglie produttrici Tassi di crescita impieghi bancari e pil 2002-2007 Nel 2009 si prevede una caduta del Pil dello 0,9% Italia; Pil dell’Abruzzo sempre inferiore, verrebbero a mancare circa 500 milioni di euro nella formazione del reddito 14 12 10 8 6 4 2 0 2002 2003 2004 2005 2006 -2 -4 Impieghi Abruzzo Pil Abruzzo Pil Italia 2007 b) Il rapporto banca-impresa • Le imprese avvertono: * difficoltà di accesso ai finanziamenti a medio-lungo termine (tensione sul mercato interbancario sugli andamenti dei depositi); * fenomeni di razionamento del credito soprattutto per le microimprese e per alcuni settori (tessile, calzaturiero, edile, immobiliare) considerati ad elevata rischiosità; * allungamento dei tempi di istruttoria per l’erogazione del credito; * richieste di maggiori garanzie da parte dei consorzi fidi; * maggiore selettività nella concessione del credito; * aumento dei tassi di interesse e delle spese di gestione Crisi politica regionale Bassa reputazione che renderà difficile nuovi investimenti nel territorio • I cattivi governi regionali hanno lasciato in eredità un settore pubblico fortemente indebitato e con scarse risorse • Tutte le regioni hanno deliberato misure di sostegno alle imprese per affrontare la crisi finanziaria (Veneto, Lombardia – 4 miliardi di euro – Puglia, Marche ecc..) Come? * Creando appositi fondi di garanzia per Confidi; * Attivando fondi per ricapitalizzare le imprese; * Anticipazione di cassa per i creditori della Regione; * Rimodulando i fondi europei per le Pmi; * Attivando con le banche apposite linee di credito. Fondi finanziati da Regione-Fondazioni bancarie-Finanziarie regionali e l’Abruzzo neanche un effetto annuncio b) Il rapporto banca-impresa A ciò si aggiunge un aumento dell’indebitamento finanziario a causa: • del peggioramento della redditività operativa delle imprese, • della diminuzione della capacità di autofinanziamento; • dei ritardi di pagamento da parte delle strutture pubbliche che per alcuni settori (farmaceutica e servizi innovativi) raggiungono in media i 300 giorni (oltre i 180 e dal 2012 90 giorni) stabiliti da Basilea 2 per i crediti considerati default b) Il rapporto banca-impresa Il sistema bancario deve rimanere vicino alle imprese e non abbandonarle perché: • sono in una fase di transizione; • hanno bisogno di investimenti per creare qualità, marchi, innovare prodotti, organizzare e ristrutturare la produzione, fare marketing; • il sistema è bancocentrico (banca unico canale di finanziamento) Conclusioni • Sono tempi molto duri per l’Abruzzo • L’augurio è che l’apparato produttivo esca rafforzato da questa crisi. Questo è un messaggio di speranza ma può anche diventare un messaggio di paura