Mazara maggio 2010 Aspiranti Idr Kahlil Gibran (1883-1931) “Dio mi liberi dalla saggezza che non piange, Dalla filosofia che non ride, Dall’orgoglio che non si inchina davanti a un bambino…” Disagio e sofferenza INDISPENSABILE INEVITABILE DA MALTRATTAMENTO Ciò che serve per crescere, “somministrata” adeguatamente dagli adulti, dà il senso del limite, non è disgiunta dall’affetto e dalla stima Legata ad eventi drammatici della vita (Lutti, perdite, catastrofi…) Causata intenzionalmente da adulti o da minori che agiscono violenza (Sessuale, psicologica, da percosse, da sindrome di Munchausen…) su minori che si trovano in posizione “down” Riconoscimento della sofferenza prodotta dall’abuso e dalla violenza Richiede operazioni mentali estremamente faticose, sia a livello individuale che a livello sociale Il trauma Rappresenta una esperienza di radicale perdita di controllo sulla realtà. Il soggetto viene travolto da una situazione opprimente,da una potenza superiore e devastante,che lo investe e impedisce qualsiasi forma di lotta o di fuga Trauma Evento reale o fantasmatico caratterizzato dall’estremo dolore che provoca nel soggetto che lo subisce e dalla rottura dei sistemi di autoprotezione della psiche umana, anche indipendentemente dalla gravità dell’evento Il trauma Riguarda tutte quelle condizioni continuative o temporanee, cumulative o improvvise, che comportano forme di deprivazione per eccesso o per difetto sul corpo e sulla mente in crescita Il trauma agisce su 4 elementi fondamentali dell’evoluzione mentale del bambino 1)senso di prevedibilità e di controllabilità del mondo(il mondo è prevedibile e buono) 2)senso di invulnerabilità e inviolabilità del sé (non può capitare proprio a me) 3)senso positivo della propria esperienza e della propria esperienza(la vita ha senso) 4)autostima come valore costitutivo del sé (valgo qualcosa) Trauma e difese Il trauma attiva meccanismi difensivi primariamente di rimozione, evitamento, distacco emotivo, razionalizzazione, negazione, scissione, secondariamente di identificazione proiettiva non solo nella persona che puo’ essere testimone o ascoltatore di una situazione di violenza, ma anche nello stesso psicoterapeuta, assistente sociale, educatore, insegnante, familiare... Ciò che rende patogeno il trauma è soprattutto il Diniego:l’esperienza traumatica non può essere nominata e comunicata, ma ancor prima non deve essere riconosciuta e pensata, pur essendo vissuta e sperimentata dal bambino, che viene relegato in una condizione di silenzio, inermità e impotenza. Il trauma è “un’esperienza debordante” che oltrepassa i limiti della “pensabilità” e che per questo, necessita di un nuovo contenitore che non fugga a sua volta davanti alla devastazione. TRAUMA INFANTILE Situazione di natura o intensità tale da essere incompatibile con la capacità adattiva dell’IO del bambino Situazione di natura o intensità tale da essere incompatibile con il livello di maturazione psichica, fisica e affettivo-relazionale del bambino EFFETTI del trauma 1 DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS (PTSD): I ricordi, sotto forma di immagini, sensazioni, odori, parole … possono tornare accompagnati da emozioni fortemente disturbanti come angoscia depressione, rabbia, panico. La vittima tende a rimuovere o negare l’accaduto che però torna sotto forma di sintomi patologi. EFFETTI del trauma 2 Area neurologica e biochimica:la esposizione a situazioni stressanti gravi e continuate, determina un’inibizione delle aree corticali del pensiero, dell’ordine, del significato, della modulazione affettiva,della memoria. Le aree sottocorticali responsabili delle risposte primitive di tipo attacco-fuga vengono ipertrofizzate. Il trauma comporta sempre: Un danno cognitivo Un’alterazione della capacità di registrare adeguatamente le informazioni relative all’evento traumatico Una difficoltà mentale a porsi “in ascolto di se stesso” Un tentativo di fuga dalla realtà: meccanismi di difesa (distacco emotivo, amnesia, dissociazione, negazione…) IL TRAUMA MINACCIA L’INTEGRITA’ DELLA MENTE, POICHE’ LA DIMENSIONE DELLA SOFFERENZA CHE PORTA CON SE’ IMPOTENZA, CONFLITTO E DISPERAZIONE, TRAVALICA LA PENSABILITA’, CIOE’ LA CAPACITA’ DI CONTENERE (CUM-TENERE) ED ELABORARE TRAUMA Negazione Da parte dell’ambiente, da parte dell’abusante, da parte della vittima, impedisce il processo di protezione e si alimenta di segreto, imbroglio, mistificazione, sfiducia e disconferma Riparazione S’accompagna alla necessità di un riconoscimento sociale e giudiziario dell’accaduto.esige l’elaborazione di tutte le negazioni, la restituzione di dignità alla vittima, la restituzione di dignità di persona Riparare il trauma Reinfondere la fiducia perduta in oggetti interni buoni, positivi,protettori e soccorrevoli Adulto=testimone consapevole Si pone in difesa del bambino, gli consente di richiamare alla coscienza la rabbia, l’umiliazione, l’abbandono li ascolta e li accoglie.(A. Miller) Per riparare il trauma Non basta dunque che i sentimenti vengano comunicati, esternati, espressi, ma che vengano accolti dalla presenza empatica di un interlocutore. La comunicazione inizia dall’orecchio di chi ascolta prima ancora che dalla bocca di chi parla