giuliano15.6.05

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Introduzione all’uso degli
indicatori di valutazione ed ai
metodi di valutazione
Dott.ssa Gabriella Giuliano
Direttore Sanitario CREAS-IFC-CNR
13-15 giugno 2005
Rapporto Qualità/Rischio vs Patologia
100
90
80
Delta Qualità
70
60
50
40
30
20
10
0
Pr. 1° liv.
Pr. 2° liv.
DT Cronica
DT Acuta
DT Urgenza
DT Emergenza
Introduzione all’uso degli indicatori di
valutazione
Riassumendo, una prima classificazione
degli indicatori, rispetto ai processi di cura
è la seguente:
• Indicatori di INPUT/STATO
• Indicatori di PROCESSO
• Indicatori di ADEGUATEZZA
(Appropriatezza d’uso)
• Indicatori di ESITO
Fonte dei dati, per la valutazione
• Flussi informativi regionali/nazionali
• Flussi intra-aziendali: sottoprogetti di
•
informatizzazione (NB: Attenzione al processo di
consolidamento dei dati!)
Impostazione di indagini ad “hoc”, ad esempio
su campioni di cartelle cliniche (indicatori
impliciti) es. Indagini di prevalenza sulle
Infezioni Ospedaliere, Progetto PRUO, Attività di
Audit su problematiche specifiche
Valutazione tramite flussi informativi vs
Indagini “ad hoc”
Tipi di indagine epidemiologica
(valutazioni “ad hoc”):
- Osservazionale:
1. Ecologici/Geografici
2. Trasversali
3. Caso Controllo
4. Di coorte, longitudinali, di follow-up,
di incidenza
- Sperimentale: RCT (alla base di EBM e
linee guida)
Metodi di misura nelle indagini
epidemiologiche
Misure utilizzate nei diversi tipi di studio:
- Trasversali o di prevalenza: Tassi di
prevalenza (percentuali adimensionali)
- Caso Controllo: Rischio Relativo (ca.Odd
Ratio)
- Longitudinali: Tassi di incidenza
(dimensionali sul tempo)
Una domanda chiave:
Es. Archivio SDO regionale anno 2004
Campione o Censimento?
Prevalenza od incidenza?
. . . . . . . . ??
E la . . . risposta:
Se indagine censuaria:
Statistica descrittiva, con utilizzazione di strumenti
matematici del “certo” e STOP
Se indagine campionaria:
Statistica descrittiva come sopra
cui segue
Statistica inferenziale, di estrapolazione dei risultati ad una
popolazione ideale. Il risultato, pertanto, per definizione,
non è “certo”, ma ad esso si deve aggiungere un
margine di incertezza, a livelli di probabilità definiti
(generalmente, 95%).
Un “pizzico” di statistica. . .
Tipi di variabili gestite in un’indagine
1. Variabili di tipo nominale (categorico): es.
Sesso, Reparto di Ricovero
2. Variabili di tipo ordinale: es. Scale di
misura: es score di rischio
3. Variabili di tipo numerico, discrete o
continue
Un “pizzico” di statistica. . .
Statistiche sulle variabili nominali o categoriche:
1. Non tutte le operazioni aritmetiche possono
essere effettuate (es. somma, sottrazione,
moltiplicazione?)
2. La distribuzione è “necessariamente” a
categorie
Un “pizzico” di statistica. . .
Statistiche sulle variabili nominali o categoriche:
1. Non si può fare la “media aritmetica”
2. Si può calcolare la % o ragionare su rapporti quali le misure
di:
- rischio/rischio relativo o sue stime
- frequenze attese e/o osservate
N.B. Si osservi che per queste variabili i “rapporti” sono la
misura statistica fondamentale (anche la % è un rapporto!)
3. Si descrivono attraverso “tabulazioni”
4. Una statistica inferenziale molto utilizzata è quella del chiquadrato
Un “pizzico” di statistica. . .
Statistiche sulle variabili numeriche (discrete o continue):
1. Si possono fare calcoli aritmetici e operazioni
matematiche
2. In particolare si possono calcolare gli indici di tendenza
centrale:
- la media aritmetica
- il valore mediano e il valore modale
3. E’ importante avere un idea della “variabilità” della
distribuzione:
- per “eccellenza” gli indici di variabilità sono, a seconda
delle situazioni: la Deviazione Standard (statistica
descrittiva) e l’Errore Standard (statistica inferenziale).
BUON LAVORO!!
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