Lavori di riconversione del piano terra dell’edificio “Juta” in Stazione Marittima al servizio della portualità Calata Porta Massa – Porto di Napoli Napoli - Settembre 2007 Stazione Marittima alla Calata Porta Massa – Notizie Storiche Foto n°1 – Planimetria Porto di Napoli zona Calata Porta Massa Foto n°2 – Vista del capannone “Juta” dal mare I due fabbricati siti alla Calata Porta Massa detti anche “I Gemelli”, furono realizzati in epoche diverse e rappresentano uno dei primi esempi di strutture in cemento armato, realizzate a Napoli. Il primo, denominato “Juta”, costruito lungo il molo 18, è datato 1913 mentre l’altro, denominato “Nuovo” fu attuato nel 1923/24 Gli edifici si sviluppano su tre livelli, di superficie rispettivamente pari a 2000 mq (dimensioni 79m x 27m) ed un’altezza complessiva di circa 16 m.,a cui vanno aggiunti 940 mq di piano ammezzato. Essi Il capannone Juta fu realizzato per la sentita esigenza di smaltire il traffico di importazione dai paesi d’Oltremare che si intensificò in quegli anni nel settore delle fibre tessili quali la juta (da cui il nome), la sisal, il cotone. L’intensa attività infatti, determinò la nascita di stabilimenti, soprattutto a Napoli, Frattamaggiore e nel Casertano, quali gli iutifici per la fabbricazione delle tele di sacco, che bene si affiancavano nel settore della canapa di produzione locale, nonché dei cotonifici, tra cui spiccava quello delle Cotonerie Meridionali. Le merci, una volta sbarcate dalla nave, erano immagazzinate e successivamente consegnate agli importatori. Il volume dei traffici, anche per altre mercanzie, si sviluppò oltremodo, per cui fu costruito il “Nuovo” capannone, gemello del capannone Juta, negli anni 1923/24. La situazione restò immutata sino al dopoguerra, quando vi fu un declino del polo tessile napoletano ed il capannone Juta fu destinato al deposito delle spezie e del caffè, nel mentre il capannone Nuovo fu utilizzato per immagazzinare merci varie. Ultimamente l’avvento del traffico merci con containers, che di per sé è un magazzino viaggiante, ha reso obsolete tali strutture in quanto progettate per lo stoccaggio di merci alla rinfusa. Di qui la necessità di riconvertire la struttura per altri utilizzi, però sempre connessi con i traffici marittimi. Gli edifici risultano sottoposti a tutela poiché vincolati in base al Dlgs 42/2004 1 Stazione Marittima alla Calata Porta Massa – Progetto di recupero Foto n°3 – Primo piano del capannone “Juta” lato varco Immacolatella prima dei lavori Foto n°4 – Strada di passaggio tra i due capannoni “Juta” e “Nuovo” La nuova stazione marittima alla Calata Porta Massa simboleggia il continuo riproporsi delle attività portuali. Un deposito per le merci diventa una struttura al servizio dei passeggeri, conservando l’impronta originaria, riutilizzando le stesse pietre di un secolo fa. L’opera è stata realizzata nel rispetto dell’architettura mediterranea in difesa dei processi di omologazione culturale, a testimonianza dell’identità del territorio. Il progetto di recupero dell’area adibita alla nuova Stazione Marittima al momento interessa primo livello (superficie di circa 2000 mq., altezza circa 2.75 m) e piano ammezzato (superficie di circa 940 mq., altezza intradosso solaio 3.00 m) Nella elaborazione tecnica distributiva della nuova Stazione Marittima le variabili tecnologiche e logistiche analizzate sono state molteplici ed hanno comportato una attenta valutazione delle esigenze del viaggiatore in transito, delle normative in vigore, della natura del manufatto nel quale la nuova iniziativa si insedia. Si sottolinea la flessibilità delle scelte progettuali effettuate in relazione a possibili future diversificazioni delle richieste, considerato che sicuramente nel tempo le “Vie del mare” saranno suscettibili di ulteriori evoluzioni sia in termini di quantità sia di qualità del servizio. La struttura ha subito nel corso degli anni molteplici interventi anche strutturali. In realtà, per snellire la fase dei trasporti interni delle merci, successivamente alla realizzazione del capannone Juta, erano stati montati alcuni nastri trasportatori, in prossimità delle travi portanti del solaio al piano primo. A seguito di tali interventi, più travi risultavano tagliate e inglobate in strutture postume di calcestruzzo armato che, interrompendo la continuità del reticolo delle travi portanti, indubbiamente ne mortificano la modularità, caratteristica peculiare della struttura, e quindi l’estetica. 2 Stazione Marittima alla Calata Porta Massa – Progetto di recupero Foto n°5 – Particolare realizzazione solai Foto n°6 – Posa in opera della pavimentazione Tali interventi, che interessavano anche alcune zone del solaio e dei rispettivi pilastri in prossimità delle travi, erano stati oltretutto realizzati in modo approssimativo. All’uopo in fase di progetto sono state affrontatate le tematiche seguenti: riportare l’orditura delle travi allo stato pristino, eliminando parte degli interventi eseguiti nel tempo; ottimizzare le volumetrie in funzione delle altezze disponibili esaltando, nei limiti della operatività e funzionalità della Nuova Stazione Marittima, la continuità spaziale dell’ordito delle travi; migliorare la luminosità degli ambienti; rendere leggibile la storia del manufatto evidenziando le varie destinazioni d’uso. Per mettere in risalto la orditura spaziale ed architettonica delle travi nella loro interezza, necessitava in ogni modo interrompere le tompagnature perimetrali che delimitavano le superfici specifiche alle varie attività, fino alla altezza di almeno 2.70 m netti anche con la realizzazione di idonei soppalchi, in tal maniera si poteva spaziare con lo sguardo per la quasi totalità del solaio al piano primo, esaltando la continuità dell’orditura delle travi portanti. Sulla scorta di tali presupposti, si è intervenuto per meglio organizzare gli spazi, suddividendo le superfici in tre settori e precisamente: quelli ubicati lato Autorità Portuale, destinati a biglietterie, agenzie e uffici marittimi, quelli destinati alla sosta e all’intrattenimento dei passeggeri in transito posti nell’area centrale della Stazione Marittima e quelli destinati alle attività commerciali, confort e servizi ai passeggeri da realizzarsi nella zona lato Varco Immacolatella. Tali zone delimitano una galleria che percorre il fabbricato in senso longitudinale fungendo anche da via di fuga, mentre centralmente la piazza delimita la zona dedicata agli ingressi ed agli imbarchi. 3 Stazione Marittima alla Calata Porta Massa – Progetto strutturale Foto n°7 – Schermata indagine termografica Foto n°8 – Il capannone “Juta” prima dei lavori I lavori sono iniziati nel 2005 dopo una lunga fase progettuale corredata da indagini, rilievi, effettuati anche mediante utilizzo di tecniche innovative quali il laser-scanner, e ampia documentazione fotografica. Le metodologie adottate per le analisi sono state caratterizzate da prove di natura non distruttiva e non invasiva, infatti, si è proceduto a prelevare campioni di dimensioni molto ridotte. La fase di indagine diagnostica è stata finalizzata a determinare, sotto gli aspetti quantitativi e qualitativi, l’intensità del degrado superficiale relativamente agli intonaci e ai materiali lapidei utilizzando, tra le altre, tecniche termografiche e a fluorescenza. Sono state condotte analisi diagnostiche di tipo strutturale, quali quelle schelometriche, pacometriche e prove di carbonatazione. Il Capannone Juta presenta una pianta rettangolare pressocchè allungata di dimensioni 78.80 x 26.50 m con una superficie complessiva di circa 1.900 mq al netto dei pilastri e si eleva su due livelli oltre il piano terra. Sotto l’aspetto strutturale il manufatto risulta realizzato in calcestruzzo armato con pilastri quadrati (sezione 80x80cm al Piano Terra, 60x60cm al Piano Primo, 35x35cm al Piano Secondo), disposti con una maglia regolare di modulo 5,15 x 6,00 m, collegati nelle due direzioni da travi in c.a. formanti telai sismo-resistenti. In elevazione esso è costituito da tre impalcati di cui l’ultimo funge da copertura. I solai sono caratterizzati da una soletta in c.a. di spessore circa 13 cm, irrigidita in una direzione da nervature in c.a. 20x60cm, poste ad interasse di circa 1.30 m, e collegate alle travi principali trasversali di sezione 30x90 cm. Le travi principali poste longitudinalmente all’edificio hanno una sezione 20x60 cm e alcune di esse sono state oggetto dell’intervento di ripristino continuità, in quanto furono divise in due tronchi per il passaggio dei nastri trasportatori. 4 Stazione Marittima alla Calata Porta Massa – Progetto strutturale Strutturalmente i piani soppalcati, sono costituiti da una struttura portante in acciaio caratterizzata da elementi modulari. Una serie di travi secondarie IPE 220 su cui insiste un pannello autoportante sono connesse, a mezzo di un collegamento flangiato, alle travi principali IPE 240, quest’ultime collegate ai pilastri portanti dell’edificio con un sistema di tasselli chimici. Il carico trasmesso dai soppalchi, non grava esclusivamente sui pilastri in c.a. dell’edificio ma le azioni sono riportate direttamente in fondazione a mezzo di nuove strutture verticali in acciaio, angolari L 100x100x10. Le zone perimetrali del soppalco, sono sorrette da una serie di tiranti accoppiati. Foto nn° 9 – 10 – Particolare realizzazione dei soppalchi Gli interventi strutturali riguardano anche il miglioramento sismico dell’intero edificio che ospita la nuova stazione marittima. Si è rivolta particolare attenzione all’impalcato del primo piano, attualmente adibito ad uffici e non più all’originaria destinazione di deposito merci. Si è provveduto, innanzitutto, al ripristino della continuità di tutte quelle travi principali in c.a. che erano state divise in due tronchi per il passaggio dei nastri trasportatori. Le travi secondarie dell’impalcato, avvolte da piastre in acciaio, sono sorrette da un sistema di travi accoppiate, 2 HEB 140 poste all’estradosso della soletta tale da sopportare i carichi fissi, permanenti e i sovraccarichi accidentali. 5 Stazione Marittima alla Calata Porta Massa – Cenni storici Porto di Napoli La fondazione di Napoli e del suo porto si colloca certamente nell'ambito della colonizzazione greca; nel IX sec. a.C. un gruppo di navigatori di Rodi approdò sulle sue coste e tra il VII e il VI sec. a.C. fu fondata la colonia greca sull’Acropoli di Pizzofalcone. Nel 475 d.C. gli abitanti di Cuma fondarono Neapolis (città nuova) nella parte orientale della città originaria. Da scalo principalmente militare dell’epoca greco-romana, il porto di Napoli si aprì sempre più ai traffici marittimi assumendo importanza crescente. Fu sotto la dominazione normanna che il porto conobbe un periodo di grande splendore, tanto che nel 1164 entrò, unica tra le città marittime italiane, a far parte della famosa Lega della Compagnia, detta delle “Città Anseatiche”. Fu per Napoli e per il suo porto, quello della dominazione normanna, un periodo di successi nel campo marittimo e dei traffici. Ma fu con l’avvento degli Angioini, nella seconda metà del 1.200, in particolare sotto il regno di Carlo I d’Angiò, che il porto si ampliò, si arricchì di nuovi edifici e la città divenne la più popolosa e la più ammirata d’Europa. La fortificazione del porto e la costruzione di magazzini, di depositi e di fabbriche continuò sotto la dominazione aragonese ( 1400) e nel periodo del vicereame spagnolo. Bisogna arrivare al regno dei Borboni ( 1700) per vedere il porto affermarsi come uno dei più attrezzati, dei più forti a livello europeo e la città divenire una delle grandi capitali europee insieme a Parigi e a Londra. Fu, difatti, sotto i Borboni che l’Arsenale divenne un grande cantiere navale e che nel 1818, addì 27 settembre, la “Real Ferdiando I”, la prima nave a vapore del Mediterraneo, fu varata. Dopo il 1861 fu il declino. L’Unità d’Italia paradossalmente segnò negativamente la storia del porto che vide diminuire i suoi traffici e ridurre le sue attività. La ripresa arrivò ai primi del ‘900 grazie all’impegno di Francesco Saverio Nitti e dell’Ammiraglio Augusto Witting. Il fascismo, poi, puntò su Napoli come porto di collegamento con i possedimenti coloniali e lo dotò di nuove infrastrutture e di nuovi edifici come la Stazione Marittima, progettata nel 1932 dall’architetto Bazzani. Dopo la seconda guerra mondiale, il porto di Napoli divenne teatro del terribile e massiccio esodo di migliaia di italiani che da qui partirono per cercare fortuna in America. Testo tratto dal sito dell’Autorità Portuale di Napoli 6 Stazione Marittima alla Calata Porta Massa – Note generali Lavori di riconversione del piano terra dell’edificio “Juta” in “Stazione Marittima al servizio della portualità” Porto di Napoli Inizio lavori marzo 2005 o nel rispetto del Piano regolatore, la Concessionaria ha presentato all’Autorità Portuale di Napoli il progetto redatto dall’ing. Antonio Salaris per richiedere l’autorizzazione a realizzare la Stazione Marittima Sussidiaria; Foto n°11 – Particolare della galleria o giusta comunicazione nr 2152 del 14/03/03, l’Autorità Portuale di Napoli ha approvato il progetto per realizzare la Stazione Marittima Sussidiaria; o trattandosi di edificio vincolato, in ottemperanza alle vigenti normative, la società concessionaria ha anche provveduto a richiedere il parere della Soprintendenza. o la Soprintendenza con prot. 32167 del 13.11.03 ha rilasciato parere favorevole; o il Comune di Napoli ha rilasciato il 13 dicembre 2004 permesso di costruire n° 817. Foto in copertina: Vista aerea dei capannoni “Juta” e “Nuovo” – tratta da “I prodotti immobiliari della Provincia di Napoli”, ACEN – CCIAA di Napoli. Electa Napoli 7 Stazione Marittima alla Calata Porta Massa – Note generali • Autorità Portuale di Napoli • Committenza: Compagnia Marittima Meridionale S.r.l. - Calata Porta Massa, interno Porto di Napoli Presidente del C.d.A. Sig. Vittorio Improta • Alta Sorveglianza: Soprintendenza BB.AA. Arch. Paola Bovier • Progettisti architettonici: Ing. Antonio Salaris – Ing. Paola Marone • Progettista strutturale: Ing. Gennaro Alfano • Direzione Lavori : Ing. Antonio Salaris • Direttore di cantiere: Ing. Carmine Iorio • Assistente al progetto architettonico: Ing. Vincenzo Landi • Assistente alla Direzione dei Lavori: Geom. Salvatore Salaris (laureando in architettura) • Assistente alle indagini diagnostiche: Ing. Rossella Salaris • Coordinatore Sicurezza in fase di progettazione: Ing. Antonio Salaris • Coordinatore Sicurezza in fase di esecuzione: Ing. Antonio Salaris • Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione: Ing. Paola Marone • Responsabile di cantiere: Geom. Arcangelo Guadagno • Rappresentante degli operai: Sig. Raffaele Avitaia • Ricerche storiche ed iconografiche: Arch. Davide Maria del Vaglio – Ing. Rossella Salaris • Lavori di restauro : “Impresa di Costruzioni ing. Paola Marone” con sede in Napoli – Via Crispi, 74 Direttore Tecnico dell’Impresa Ing. Paola Marone • Opere in acciaio: “Carannante s.r.l.” – Napoli • Impianti: “Mida Elettra” s.a.s. - Napoli 8