- Dipartimento di Scienze Giuridiche, Storiche

CdL in Sociologia
Teorie sociologiche
classiche e contemporanee
Prof. Guido Giarelli
Dipartimento di Scienze della Salute
Università “Magna Græcia” - Catanzaro
3. I CLASSICI
1.
2.
3.
4.
La sociologia francese: Durkheim
La sociologia tedesca: Tönnies, Simmel
e Weber
La sociologia statunitense: Veblen, Park
e la Scuola di Chicago, Thomas e
Znaniecki
La sociologia italiana: Mosca, Pareto,
Michels, Sturzo e Gramsci
EMILE DURKHEIM (1858-1917)
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Primo sociologo accademico francese
(Bourdeaux e Sorbona)
1893 La divisione del lavoro sociale
1895 Le regole del metodo sociologico
1896 L’Année Sociologique
1897 Il suicidio
1912 Le forme elementari della vita
religiosa
sostenitore della Terza repubblica,
democratica, laica e anticlericale
tradizione positivismo Comte: critica
individualismo Spencer
critiche a Comte: una sociologia ancora
filosofica, non scienza empirica
Le regole del metodo sociologico (1895)
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1.
2.
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
Sociologia come studio dei fatti sociali, scienza oggettiva sul
modello delle scienze naturali
2 prerequisiti sociologia scientifica:
che abbia un oggetto specifico, distinto da quello delle altre
scienze sociali (fatti sociali come realtà sui generis)
che questo oggetto possa essere analizzato e spiegato in
modo simile alle altre scienze (metodo scientifico empirico)
“Bisogna considerare i fatti sociali come cose”: 2 caratteri
della esteriorità e della coercitività rispetto all’individuo (es.
norme, moda, sentimenti collettivi, credenze)
rifiuto di ogni spiegazione riduzionistica di tipo biologico o
psicologico (“Il tutto non è identico alla somma delle sue
parti”, “La vita collettiva non è una semplice immagine
ingrandita della vita individuale”) per una di tipo sociale
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Problema definizione dei fatti sociali: isolare una categoria di
fatti mediante una definizione che costituisca l’oggetto di
ricerca
classificare i fatti sociali in generi e specie: costruzione di “tipi
sociali” in relazione al loro grado di complessità (orda, clan,
società polisegmentarie semplici, semplicemente/doppiamente
composte) senza necessità di riferirsi a fasi storiche (stadi del
progresso) come in Comte e Marx
distinzione fra normale e patologico dei fatti sociali: a seconda
dei tipi sociali, normale quando li si trova in generale in una
società di un certo tipo (criterio statistico generalità), patologico
quando devia dalla media, moda o mediana
una volta definita una categoria di fatti sociali, ricercarne una
spiegazione e una sola (un fatto, una causa; se più cause
significa diversi tipi di fatti) in un fatto dello stesso tipo (sociale)
2 tipi di spiegazione: causale (causa efficiente, effettiva) e
funzionale (funzione del fatto nella società), es. criminalità
La divisione del lavoro sociale (1893)
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1.
2.
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Tesi di dottorato di Durkheim
influenza di Comte: problema ordine sociale
inadeguatezza risposta contrattualistica: solidarietà
fondamento extracontrattuale del contratto (legame sociale)
2 tipi di solidarietà:
meccanica, per somiglianza, tipica di una società poco
differenziata, con minima divisione del lavoro
organica, per interdipendenza funzionale, tipica di società
differenziate, con divisione del lavoro sviluppata
conseguenza: individuo non viene prima storicamente della
società, ma deriva storicamente dal suo sviluppo
segmento unità sociale minima (clan, tribù), società
segmentarie a solidarietà meccanica con individui fortemente
integrati
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Concetto di coscienza collettiva: “L’insieme delle credenze e dei
sentimenti comuni alla media dei membri di una società”
coscienza collettiva esiste solo in virtù delle coscienze
individuali, ma è distinta da esse perché ha caratteri specifici,
una realtà sui generis ed evolve secondo leggi proprie
diversa estensione o forza della coscienza collettiva nei 2 tipi di
società: in quelle a solidarietà meccanica coestensiva con
coscienze individuali (diritto repressivo); in quelle a solidarietà
organica meno estesa e forte in virtù dell’emergere delle
differenti coscienze individuali (diritto restitutivo o cooperativo)
la causa della crescente divisione del lavoro sociale non
nell’interesse individuale (economisti classici) o ricerca felicità
(utilitaristi) ma nell’aumento del volume (popolazione) e della
densità materiale (individui/superficie) e morale (intensità
comunicazioni e scambi fra individui) di una società
differenziazione sociale come risposta pacifica alla lotta per la
sopravvivenza (Darwin) alternativa alla violenza e alla guerra
corporazioni professionali come fonte di autorità morale e
normativa nelle società differenziate
Il suicidio (1897)
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1.
2.
3.
Già nell’ultima parte della “Divisione del lavoro sociale”
Durkheim indica nel tasso di suicidi un indicatore patologico
delle società differenziate e nell’anomia una situazione sociale
di potenziale disgregazione sociale
suicidio un fenomeno tipicamente individuale di cui confuta le
spiegazioni puramente psicologiche: il tasso di suicidi di una
data popolazione è costante, per cui necessaria una
spiegazione sociologica che ne ricerchi le correlazioni con altri
fatti sociali (metodo delle variazioni concomitanti)
escluse predisposizioni psicopatologiche o per imitazione
(Tarde), Durkheim individua 3 tipologie di suicidio:
suicidio egoistico: tipico società moderne, quando
individualismo prevale su coesione sociale (protestanti)
suicidio altruistico: tipico società arcaiche (vedova indiana)
suicidio anomico: tipico periodi di crisi società moderne
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Suicidi fenomeni individuali con cause sociali: disgregazione
familiare, individualismo, eroismo, disordini politici
“correnti suicidogene” di origine collettiva che attraversano la
società causa effettiva dei suicidi: individuo, credendo di
obbedire a se stesso, in realtà in balia di forze collettive
un certo tasso di suicidi considerato socialmente normale, un
aumento patologico nelle società moderne: sintomo
insufficiente integrazione individuo in esse (suicidio anomico)
anche tassi di suicidio egoistico variano in ragione inversa alla
presenza di fattori protettivi quali la famiglia (coniuge e figli)
crisi istituzioni tradizionali nelle società moderne causa aumento
tassi di suicidi: individuo non più disciplinato da autorità morale
nei suoi desideri senza limiti, poi deluso da insoddisfazioni
dubbi su qualità dati statistici utilizzati da Durkheim:
sottodimensionamento dati ufficiali del fenomeno e assenza
tentativi di suicidio
Le forme elementari della vita religiosa (1912)
Idea di base che sia possibile fondare una teoria generale della
religione sulla base dello studio delle sue forme elementari
(implicazione evoluzionistica storia delle religioni)
 totemismo australiano caso paradigmatico: totem simbolo del
clan e della sua unità sociale, dunque il vero oggetto di culto è
la società e non gli spiriti (animismo) o le forze della natura
 l’origine del totemismo nel riconoscimento del sacro (separato,
proibito) durante il rito: forza anonima, impersonale, superiore,
collettiva contrapposta a quotidianità profana individuale
 da ciò deriva l’origine di ogni religione dalla distinzione
sacro/profano, mediante la quale la società diviene il vero
oggetto di culto, non la divinità o il soprannaturale
 la religione presuppone il sacro, composto da credenze e riti
quali momenti di estrema intensità della vita collettiva
 3 tipi di riti: negativi (divieti), positivi (comunione) e espiatori

Durkheim deriva dallo studio del totemismo oltre che una teoria
generale della religione anche una teoria della conoscenza
 le forme primitive di classificazione sono legate alle immagini
religiose dell’universo tratte dalla rappresentazione che le
società si fanno di se stesse e del dualismo sacro/profano
 idea di causalità deriva dalla società, che fornisce le
rappresentazioni di una forza superiore
 superare la contrapposizione fra empirismo (GB) e apriorismo
(Kant) per una comprensione sociologica della conoscenza
fondata sull’origine sociale delle categorie (es., tempo e spazio)
 in Sociologia e filosofia (1924) Durkheim afferma che, senza la
società l’uomo sarebbe un animale, grazie alla società accede
alla propria umanità mediante il linguaggio
 mediante le rappresentazioni collettive la società fornisce agli
individui gli strumenti per comprendere la realtà e organizzarla
concettualmente

Critiche a Durkheim
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Presupposto netta dicotomia individuo/società, egoismo/
altruismo : “dualismo sociocentrico”
“sociologismo”: accentuato importanza fattori causali di tipo
sociale rispetto ad altri fattori (psicologici, economici, ecc.)
il rigido dualismo individuo/società gli impedisce di cogliere il
rapporto dialettico individuo/struttura sociale: la contraddizione
fra competizione (fondamento società liberale) e solidarietà
(fondamento sociologia durkheimiana) rimane irrisolta
nonostante sua preoccupazione costante per problema
coesione sociale, sua intuizione anomia non viene poi
sviluppata (società come integrazione normativa fra individui)
una “metafisica della società”, che da oggetto empirico diviene
costruzione ideale, astrazione reificata, entità chiusa e definita
in se stessa
ILLUMINISMO
LIBERALISMO
IDEALISMO
COMTE
SPENCER
MARX
DURKHEIM
FERDINAND TÖNNIES (1855-1936)
Nasce in un ducato danese conquistato dalla
Prussia nel 1864
 dottorato a Tubinga nel 1877
 carriera accademica lenta e difficile: solo nel
1913 cattedra in Economia a Kiel che perderà
nel 1933 con l’avvento del nazismo
 dal 1909 al 1933 presidente Società Tedesca
di Sociologia fondata assieme a Simmel e
Weber
 periodo di profonda e rapida trasformazione
società tedesca: forte industrializzazione,
grandi migrazioni interne, urbanizzazione,
regime autoritario bismarkiano, I Guerra
Mondiale, Repubblica di Weimar, nazismo

Comunità e Società (1887)
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Confronto fra vita metropolitana e comunità rurali
problema del metodo scientifico: in rottura con positivismo, la
scienza procede per costruzione di “casi ideali” (Weber)
2 categorie fondamentali di comunità e società: prima realtà
naturale fondata su fusione perfetta delle volontà (volontà
organica) in cui individuo si immedesima completamente;
seconda realtà artificiale fondata su unione contrattuale fra
individui (volontà convenzionale) orientati egoisticamente
dalla razionalità strumentale, dalla concorrenza e dal valore di
scambio dei beni (Marx)
sviluppo della forma societaria comporta distruzione
progressiva forme di vita comunitaria: 2 fasi storiche o 2
forme di vita in lotta fra loro ma complementari?
a fondamento delle 2 forme di società i 2 tipi di forme di
volontà soggettiva (filosofia vitalistica Schopenhauer)
GEORG SIMMEL (1858-1918)
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Nato a Berlino da famiglia ebrea borghese
laurea in filosofia con tesi su Kant
insegna a Berlino e poi cattedra a Strasburgo
La differenziazione sociale (1890)
I problemi della filosofia della storia (1892)
Filosofia del denaro (1900)
La metropoli e la vita dello spirito (1903)
Sociologia (1908)
Il conflitto della cultura moderna (1918)
influenza di Kant, di Comte e Spencer, del
dibattito sul metodo nello storicismo tedesco
(scienze nomotetiche/idiografiche), di Marx e
della Psicologia dei popoli di Wundt, filosofie
di Nietzsche e Bergson, pragmatismo USA
La differenziazione sociale (1890)
Questioni metodologiche: critica concezione epistemologica
positivista (“Non c’è nessuna scienza il cui contenuto consista di
meri fatti oggettivi: essa contiene invece sempre una
interpretazione”) e impossibilità di individuare “leggi” intese
come cause uniche fenomeni sociali data loro complessità
 realtà sociale né realtà autonoma (organicismo) né mera
sommatoria di individui (utilitarismo): risultato dinamico
complesso di interazioni sociali che produce formazioni
oggettive relativamente indipendenti dai singoli individui
 processi differenziazione sociale fanno emergere individualità e
incertezza scelte soggettive rispetto a certezze gruppi
 ancora legato concezione Spencer differenziazione
evoluzionistica come passaggio dall’omogeneo all’eterogeneo,
dal semplice al complesso

Filosofia del denaro (1900)
Analisi effetti culturali e sociali provocati nella modernità dallo
scambio economico fondato sul denaro come forma
d’interazione sociale (critica teoria valore-lavoro di Marx)
 valore della merce non è intrinseco ma si crea nello scambio
inteso come forma d’interazione sociale (valore di scambio)
 “Il denaro è l’espressione diventata autonoma di questo
valore”: carattere astratto e anonimo delle relazioni sociali
 denaro rappresenta la forma più pura d’interazione, che
prescinde dai contenuti della stessa (oggettivazione delle
relazioni sociali)
 nell’economia monetaria tutte le relazioni sociali tendono a
divenire misurabili e calcolabili (razionalità strumentale)
 La metropoli e la vita dello spirito (1903): mutarsi dei rapporti
umani in rapporti puramente quantitativi ed economici produce
processo di disindividuazione (spirito oggettivo vs soggettivo)

La sociologia formale
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Sociologia (1908): fondamenti di una sociologia come disciplina
distinzione forma/contenuto: altre scienze sociali oggetto
contenuti delle relazioni sociali, sociologia studia forme pure
processi di sociazione come suo oggetto specifico
una geometria della vita sociale: diade, triade, gruppi sociali
forme di sociazione considerate a prescindere dai loro
contenuti: superiorità, sottomissione, concorrenza, solidarietà
tipi sociali: povero, straniero, avventuriero, mediocre, rinnegato
forme sociali dotate di dinamica propria che non dipende da
azioni individuali ma dalla struttura stabile delle relazioni sociali
una volta create, tendono a rendersi indipendenti dai contenuti
(es. forme del gioco) e a condizionare l’interazione sociale
complessità individuo trascende forme sociali e tipi sociali
Conoscenza sociologica
Sociologia procede per astrazioni e selezioni per costruire il
proprio oggetto di studio assumendo un punto di vista specifico
 non significa che società sia solo il prodotto della costruzione
cognitiva dell’osservatore, come la natura in Kant
 non a-priori della conoscenza categorie universali e atemporali
(Kant) ma categorie di origine pratica (pragmatismo) per
accesso all’esperienza variabili nel tempo e nello spazio
 rapporto di condizionamento reciproco fra categorie e strutture
sociali, non puro riflesso condizionamenti sociali (Marx)
 di fronte alla complessità del reale, individuo deve operare
necessariamente per riduzioni di complessità per definire dei
significati, che non sono falsi o illusori ma forme parziali di
conoscenza, che non esauriscono complessità del reale
 ideologie non prodotto falsa coscienza (Marx) ma punti di vista
specifici sulla realtà che

Il conflitto della cultura moderna (1918)


1.
2.
3.
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Categorie conoscitive sociologia condizionate da
appartenenza del soggetto allo stesso mondo dell’oggetto
(società)
3 a-priori conoscenza sociologica:
non cogliamo mai l’altro nella sua totalità, ma sempre in
relazione a qualche categoria sociale in cui lo collochiamo
ogni individuo non è solo parte della società ma è anche
qualcos’altro (trascendenza vita rispetto a ruoli sociali)
società può esistere solo come insieme di elementi
differenziati (disuguaglianza)
rifiuto modello causale unilineare e monofattoriale per
reciprocità influenze fra fattori diversi
ambivalenza dei fenomeni sociali: individuo, pur orientato
socialmente, non può mai essere completamente integrato
nell’ordine sociale (dimensione trascendente il sociale)
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ambivalenza rapporto individuo-società causa tensioni continue
“effetto inquietante” della cultura in quanto fissazione della
vitalità in forme oggettive (concezione tragica, Nietzsche)
incommensurabilità della vita rispetto alle rappresentazioni e
alle forme sociali che la oggettivano quali elementi necessari di
costruzione della realtà sociale e dell’esperienza umana (a
differenza di Nietzsche)
carattere riduttivo forme sociali rispetto complessità della vita
crea contraddizioni che producono il mutamento sociale
critica della modernità come epoca in cui la situazioni di crisi
assume carattere di normalità dovuta a prevalenza spirito
oggettivo su spirito soggettivo, ipertrofia della cultura oggettiva
e atrofia della cultura soggettiva (regressione soggettività)
modernità come “epifania della condizione umana”, rivelazione
della tensione intrinseca rapporto individuo/società,
ambivalenza connaturata all’esperienza umana
MAX WEBER (1864-1920)
membro alta borghesia tedesca, ufficiale e
diplomatico, attività politica sinistra CSU
 1889: dottorato a Göttingen e inizio attività
accademica con cattedra Economia Università
Friburgo (1893) e poi Heidelberg (1896)
 contatti con “socialisti della cattedra”
(Schmoller, Wagner, Brentano)
 1897-1901: depressione blocca tutte le attività
 1903: condirettore Archivio per le scienze

sociali e la politica sociale


1918: cattedra università Monaco
aderisce al partito repubblicano e partecipa
stesura costituzione Repubblica di Weimar
4 ambiti tematici principali:
1. Studi di metodologia delle scienze sociali e relative
implicazioni filosofiche ed epistemologiche (Il metodo
delle scienze storico-sociali, 1904-1917)
2. Studi storici in ambito economico e di agricoltura (La
storia agraria romana, 1891; Storia economica. Linee
di una storia universale dell’economia e della società,
1923)
3. Studi di sociologia religiosa in chiave comparata
(L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, 19041905; Sociologia delle religioni, 1906-1917)
4. Studi di sociologia generale (La scienza come
professione, 1918; Economia e società, 1922)
Il dibattito sul metodo
Dilthey (1833-1911) influenzato da Kant, si chiede cosa rende
possibile conoscenza mondo umano e rifiuta possibilità chiudere
storia in un unico schema esplicativo (positivismo ed idealismo)
 distinzione scienze della natura (studiano mondo esterno e
spiegano nessi causali) da scienze dello spirito (debbono
comprendere dall’interno, per immedesimazione, i significati del
mondo umano storico-sociale): rischio psicologismo ascientifico
 Windelband (1848-1915) critica distinzione Dilthey e la sposta
dall’oggetto al metodo, distinguendo scienze nomotetiche e
scienze idiografiche a seconda che studino ripetizione dei
fenomeni secondo leggi determinate o piuttosto loro singolarità
e irripetibilità,scelti secondo loro relazione con i valori universali
 Rickert (1863-1936) ritiene che mondo della cultura possa
essere studiato solo in riferimento ai valori universali, che
consentono di procedere alla selezione degli eventi in modo
oggettivo

Avalutatività delle scienze sociali
Weber concorda con Wildeband e Rickert, ma ritiene che non
sia possibile una universalità di valori, dal mondo che sono
storicamente, socialmente e individualmente relativi in ogni
cultura: riferimento ai valori inevitabile e imprescindibile per
ogni conoscenza (scientifica) e non indicati da alcuna legge
 distinzione fra giudizi di valore (un’affermazione fondata su
valori etici: es., giusto/sbagliato) e riferimento ai valori
(soggettivo dichiarare i presupposti valoriali delle proprie scelte)
 sociologo non può far a meno di riferirsi ai valori per giustificare
propria scelta delle connessioni causali fra le infinite possibili
evitando poi però di formulare qualsiasi giudizio di valore
(avalutatività)
 poiché non vi è alcuna possibilità di esaurire la spiegazione di
un fenomeno in tutte le sue connessioni causali, la conoscenza
scientifica resta sempre e comunque relativa e parziale

La sociologia come scienza comprendente
“La sociologia… si propone di intendere in virtù di un
procedimento interpretativo l’agire sociale e quindi di spiegarlo
causalmente nel suo corso e nei suoi effetti” (Economia e
società, vol.I, p.4)
 sociologia anzitutto una scienza comprendente basata
sull’interpretazione dell’agire sociale dal punto di vista del
soggetto agente (comprensione del significato)
 agire sociale come agire dotato di senso attribuito dal soggetto
in riferimento agli altri soggetti e orientato in base ad esso
 sociologo deve quindi spiegare causalmente tale agire mediante
la costruzione di tipi ideali o idealtipi: strumento conoscitivo che
sociologo usa per spiegare senso delle azioni e generalizzarlo
 3 livelli di astrazione degli idealtipi: concrete formazioni storiche
(capitalismo), astrazione di realtà storiche (burocrazia, tipi di
potere), astrazioni generalizzanti (tipi di agire sociale)

Tipi di agire sociale
4 tipi di agire sociale:
1. agire razionale rispetto allo scopo: orientato ad un fine (calcolo
economico, attività professionali, procedimenti di ricerca)
2. agire razionale rispetto ai valori: orientato alle credenze e ai
valori etici, religiosi, politici in se stessi senza un fine specifico
3. agire affettivo: legato ad un particolare affetto o stato d’animo
(innamorato, reazioni emotive, amore materno)
4. agire tradizionale: dettato da abitudini, usi, costumi
 si tratta di idealtipi, nella realtà spesso combinazioni multiple
 nella società moderna, agire razionale rispetto allo scopo tende
a prevalere sugli altri 3 tipi a causa del processo di
razionalizzazione connesso alla burocratizzazione della società e
alla forma razionale-legale di legittimazione del potere
 ciò comporta un “disincanto del mondo” : fiducia nella ragione
e nel dominio tecnico della realtà prevale su magia e religione

Spirito del capitalismo ed etica protestante
Ricerca delle cause o condizioni o fattori che hanno prodotto
l’insorgere del capitalismo in Occidente: impossibilità
spiegazione monocausale per spiegazione multifattoriale
 uno dei fattori principali l’attitudine razionalistica società
occidentale moderna (spirito del capitalismo): quale origine?
 cultura protestante di tipo calvinista (dottrina predestinazione):
successo professionale come segno positivo di salvezza
 adesione mondana mediante la professione come vocazione e
insieme condotta metodica della vita quotidiana per evitare
tentazioni del peccato (ascesi intramondana)
 conforme necessità di dedizione dell’impresa capitalistica e
rinuncia al godimento immediato dei profitti per reinvestirli
 rinuncia al consumo per accumulazione legittimati da etica
calvinista all’origine del sorgere del capitalismo occidentale

Tipi di relazioni sociali
Relazione sociale come “comportamento di più individui
instaurato reciprocamente secondo il suo contenuto di senso e
orientato in conformità” (Economia e società, vol. I, p.23)
 un orientamento conforme attiva relazioni di solidarietà e di
integrazione sociale: ciò produce comunità se vi è un senso di
comune appartenenza, società se vi è convergenza di interessi
o altri legami di tipo razionale
 un orientamento non conforme produce relazioni di lotta: non
necessariamente negativa, sempre possibile e inerente l’agire
umano, può produrre il mutamento sociale
 funzione positiva della lotta caratterizza orientamento
conflittualistico sociologia weberiana che non privilegia
problema dell’ordine sociale ma è attenta al divenire sempre
aperto delle società umane

ILLUMINISMO
LIBERALISMO
IDEALISMO
COMTE
SPENCER
MARX
DURKHEIM
TÖNNIES
SIMMEL
WEBER
LE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA NEGLI USA
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Negli USA periodo fine ‘800-inizi ‘900 contrassegnato da intenso
mutamento sociale: industrializzazione monopolistica, rapida
urbanizzazione, forte immigrazione, problemi interetnici, forti
disuguaglianze sociali non producono mobilitazioni massa
contesto culturale fortemente influenzato da tradizione
individualistico-liberale, teorie evoluzioniste e darwinismo
sociale: anche primi sociologi (Ward, Small, Sumner) seguono
teorie di Spencer in un clima ancora segnato da ideale
pionieristico
influenza anche tradizione religiosa protestante su sociologia a
orientamento riformista in risposta ai problemi sociali (povertà,
violenze e conflitti interetnici, criminalità, alcolismo, divorzi)
concetto di etnocentrismo di Sumner per qualificare cultura
centrata sul gruppo-di-noi mentre i gruppi-di-altri classificati e
valutati in rapporto ad esso (Costumi di gruppo, 1906)
THORSTEIN VEBLEN (1857-1929)
Figlio di immigrati norvegesi nel Wisconsin
 dopo formazione religiosa protestante,
studia a Baltimora e Yale (dottorato)
 si perfeziona in Economia alla Cornell Univ.
ed è considerato fondatore dell’economia
istituzionalista
 a causa del suo anticonformismo irriverente
e dissacratore, incontra molte difficoltà nella
sua carriera accademica all’Università di
Chicago prima e del Missouri poi
 considerato primo esponente sociologia
critica nordamericana
 influenza evoluzionismo, efficientismo e
spirito pionieristico americano

La teoria della classe agiata (1934)
Critica teorie economisti classici sulla base concezione
sociologica evoluzionista: comportamento economico non
soggetto a leggi eterne (propensioni edonistiche e
utilitaristiche), ma analizzato in relazione al contesto sociale
 leggi economisti classici generalizzazioni inapplicabili a contesti
sociali non occidentali: propone teoria economica storica ed
evoluzionistica fondata su concezione attivistica dell’uomo
 storia economica come processo costituito da ripetuti tentativi
di adattamento dei mezzi ai fini, senza alcuna direzione
predefinita (a differenza di Hegel e Marx)
 evoluzione umana presuppone capacità creativa e utilizzo di
tecnologie sempre più efficienti: mutamento come risultato dei
cambiamenti dei metodi di produzione e divario con istituzioni
 il livello tecnologico di una società determina il grado di
adattamento dell’uomo all’ambiente sociale e naturale

Attività finanziaria e attività industriale

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Abitudini e modi di agire e di pensare si sviluppano nelle società
attraverso la lotta per la sopravvivenza: quando si cristallizzano
producono le istituzioni
evoluzione società umane come processo di selezione naturale
delle istituzioni che si fonda sulle attività umane
4 stadi evolutivi: economia pacifica dei selvaggi, economia
predatoria dei barbari, economia artigianale premoderna,
economia industriale moderna
moderno sistema capitalistico fondato su opposizione insanabile
fra attività finanziaria e attività industriale, mondo degli affari
parassitario (classe agiata) e mondo produttivo (tecnici)
2 tipi di attività favoriscano sviluppo di modi pensare alternativi:
una concezione magica di tipo animistico e una concezione
razionale di tipo tecnologico (destinata a prevalere)
Il consumo vistoso
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Teoria delle cause sociali della competitività umana: stima di se
stessi determinata da stima degli altri, in culture competitive
successo connesso a stima degli altri
consumo vistoso come ostentazione simbolica, strumento per
rendere visibile proprio tenore di vita elevato quale segno di
successo e di superamento dei propri vicini nella competizione
sfoggio dei beni condiziona anche canoni estetici (es. donna)
ciascuna classe sociale, nei limiti delle proprie possibilità, tende
ad imitare gli stili di vita della classe superiore (il “canone della
rispettabilità”): emulazione consumistica, sciupio dei beni
anticipazione del concetto di “privazione relativa” o “povertà
relativa”: ci si sente più poveri in relazione al vicino
l’ansia di superare il proprio vicino e la lotta per raggiungere un
livello di vita competitivo all’origine del comportamento
economico nella società moderna fondata sul denaro
The place of science in modern civilization (1919)
Dipendenza degli stili di pensiero mentali dagli stili di vita e
organizzazione sociale: religioni politeiste (femminili) pacifiche
società agricole decentrate vs religioni monoteiste (maschili)
società pastorali guerriere predatorie e centralistiche
 diversi abiti mentali società moderne in relazione a posizione di
classe e struttura occupazionale: attività finanziarie fede magica
nella fortuna, attività industriali razionalità
 casi di disadattamento: mancata congruità fra abiti mentali e
posizione occupazionale e di classe
 “incapacità acquisita”: quando formazione per determinata
posizione occupazionale così specifica e rigida da non
consentire di adattarsi con efficacia ad una diversa situazione
 teoria delle determinanti sociali degli interessi cognitivi: cultura
umanistica per classe agiata, cultura scientifica per tecnici
(funzioni manifeste/latenti di Merton)
 modelli di consumo compresi in termini di funzioni latenti di
affermazione di status

ROBERT EZRA PARK (1864-1944)
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
Nasce in Pennsylvania, si trasferisce e
studia prima nel Mississipi, poi nel
Minnesota e nel Michigan
allievo di Dewey, giornalista d’inchiesta sui
problemi urbani, interetnici e criminali
studia filosofia ad Harvard e poi in
Germania a Berlino con Simmel e Wildeband
dopo 6 anni come assistente di Filosofia a
Harvard lavora per 9 anni come segretario
del Tuskegee Institute, occupandosi di
problemi sociali negli USA e in Europa
nel 1914, a 50 anni, su invito di Thomas
decide di intraprendere la carriera
accademica al Dipartimento di Sociologia
dell’Università di Chicago (fondato da
Small), di cui diverrà direttore nel 1920
La scuola sociologica di Chicago
Dipartimento di Sociologia di Chicago divenne prima grande
scuola sociologica negli USA: Park divenne presidente dell’ASA
nel 1925 e ben 8 dei suoi molti allievi gli succederanno nella
carica di presidente
 accusato di “empirismo ateorico”, in realtà più interessato a
formulare concetti operativi che guidassero ricerca scientifica
(studi su ghetti immigrati, vagabondi, bande giovanili)
 sociologia come “la scienza del comportamento collettivo”
(Park e Burgess, Introduction to the science of sociology, 1921)
 privilegia studio processi sociali rispetto a strutture sociali:
società come prodotto interazioni fra individui che agiscono
sotto il controllo di un sistema di tradizioni e norme
 controllo sociale fatto centrale e problema fondamentale di ogni
società, quale organizzazione di controllo energie individuali
 molteplicità di meccanismi di controllo sociale non consente
tuttavia mai alla società di raggiungere stato equilibrio stabile
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4 principali processi sociali
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I processi sociali, anche se regolati da meccanismi controllo
sociale, non scompaiono ma divengono latenti e socialmente
incanalati in limiti accettabili:
competizione: lotta per la sopravvivenza, “interazione senza
contatto”, ogni individuo inconsapevole concorrenti
conflitto: quando competizione diviene consapevole, fissa
posizione nella divisione sociale del lavoro e ordine ecologico
accordo: cessazione conflitto quando sistema assegnazione
status e potere temporaneamente definiti da leggi e costumi
assimilazione: processo di compenetrazione e fusione fra
individui e gruppi che crea cultura comune, non significa
eliminazione differenze individuali o venire meno
competizione e conflitto ma concordanza di orientamenti
simbolici tale da consentire comunità di obiettivi e azioni
La distanza sociale
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In Race and culture (1950) derivato da Simmel, si riferisce al
grado d’intimità fra i gruppi e gli individui, e misura l’influenza
che ciascuno ha sull’altro (maggiore la distanza sociale,
minore l’influenza reciproca)
coscienza di classe, di razza: condizione di consapevolezza
della distanza sociale reale o percepita che separa da altri
(“stare al proprio posto”)
il pregiudizio è la “disposizione più o meno istintiva e
spontanea a mantenere la distanza sociale”: non fenomeno
patologico ma universale, in parte naturale in parte acquisito
pregiudizio e distanza sociale aspetti ineliminabili delle società
umane: pregiudizi di classe, di casta e di razza fenomeni di
status, ogni persona classificata e valutata in base allo status
competizione e conflitto sorgono quando il subordinato non è
più disposto ad accettare il suo status inferiore, fino ad un
nuovo accordo (concezione dell’Io radicata nello status)
Mutamento sociale, ordine biotico e ordine sociale
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Processo di mutamento sociale in 3 stadi (storia naturale):
fase iniziale di malcontento e agitazione sociale
conflitto fra movimenti di massa in competizione
accordo per creare un nuovo ordine istituzionale
esistenza di un ordine biotico comune agli esseri viventi che
vivono in comunità in relazioni di mutua interdipendenza
simbiotica: fondato su 2 principi ecologici del dominio
(risultato della lotta per la vita) e della successione (serie
ordinata di mutamenti)
anche ordine sociale riflette stessi principi ecologici nella
collocazione spaziale dei gruppi nella città (centro-periferia)
ma anche ordine morale peculiare società umane (Human
communities, 1952): capaci di azioni collettive fondati su
valori di solidarietà e tradizioni comuni
WILLIAM I. THOMAS (1863-1947)
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Nato in Virginia, studia all’università del
Tennessee
periodo di studi in Germania a Berlino e
Göttingen con etnopsicologi e Wundt
insegna all’Università di Chicago dove
diviene direttore del Dipartimento di
Sociologia dopo Small sino al 1920,
quando è costretto a dimettersi per uno
scandalo amoroso
nel 1913 durante un viaggio in Polonia
per raccogliere dati sugli immigrati
conosce Znaniecki con cui inizia un
sodalizio duraturo e fruttuoso
influenza pragmatismo e interazionismo
simbolico (Cooley e Mead)
presidente dell’ASA nel 1926
FLORIAN ZNANIECKI (1882-1958)
Nato da nobile famiglia polacca cosmopolita di
proprietari terrieri nella parte tedesca
 dopo studi con istitutori privati si laurea a
Varsavia in filosofia e poi consegue un master
a Ginevra e un dottorato a Cracovia
 dopo disavventura amorosa a Ginevra, si
arruola per 2 anni nella Legione straniera
 tornato in Polonia, nel 1913 conosce Thomas
come direttore dell’Associazione polacca per
l’aiuto degli emigranti
 nell’impossibilità di carriera accademica date
sue simpatie nazionaliste, allo scoppio delle I
Guerra Mondiale si trasferisce a Chicago
 nel 1920 torna a Poznan dove ottiene la prima
cattedra di sociologia e fonda l’Istituto Polacco
di Sociologia e la Rivista Sociologica Polacca
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Il contadino polacco in Europa e in America (1918-1920)
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Finalità pragmatica tipica Scuola di Chicago: problema
integrazione sociale immigrati polacchi
scopo ricerca documentare esperienze di vita contadini
polacchi dopo profondo mutamento sociale indotto dalla
migrazione con passaggio dalla vita rurale del paese d’origine
alla vita urbana americana (problemi divorzi, criminalità, ecc.)
metodologia adottata per la prima volta ricerca di tipo
qualitativo basata su raccolta materiale autobiografico
(lettere, diari, autobiografie, documenti personali, ecc.)
rifiuto concezione positivistica scienza come accumulazione di
fatti: “un fatto in sé è già un’astrazione… la questione è
soltanto se operiamo questa astrazione metodicamente
oppure no… se assumiamo semplicemente, in forma acritica,
le vecchie astrazione del senso comune” (vol.I, p.38)
Atteggiamenti individuali e valori culturali
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Presupposti teorici dell’opera: evitare sia l’interpretazione
psicologistica individualistica, sia quella positivistica di tipo
oggettivistico che considera determinanti fattori quali clima,
razza o tecnologia senza alcun rilievo per l’individuo
interazione fra atteggiamenti soggettivi individuali e valori
culturali oggettivi per spiegare comportamenti sociali
atteggiamento come predisposizione ad agire in relazione ad
un oggetto sociale (es., razzismo verso lo straniero)
valore culturale come “regole di comportamento (norme,
costumi, rituali, credenze), più o meno esplicite, mediante le
quali il gruppo tende a mantenere, regolare e generalizzare il
tipo corrispondente di azioni tra i suoi membri” (vol. I, p.34)
il mutamento sociale è sempre il risultato dell’interazione fra
atteggiamenti e valori: dipendenza reciproca fra
organizzazione sociale e vita individuale
influenza dei fattori esterni oggettivi assume rilevanza per
comportamenti umani solo quando essi diventano esperienza
soggettiva, condizionando le risposte individuali
Mutamento sociale e tipologia degli attori umani
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Interazione reciproca tra atteggiamenti e valori implica
adattamento degli individui ma anche possibile rottura
dell’ordine sociale: equilibrio desideri individuali/esigenze
sociali condizione marginale ed eccezionale
dialettica del mutamento sociale implica che società costringe
membri ad accettare le proprie richieste, mentre individui
tentano continuamente di infrangere costrizioni imposte
nozione di “disorganizzazione sociale” come “diminuzione
dell’influenza delle regole sociali di comportamento esistenti
sui membri individuali del gruppo” (vol.II , p.12)
3 ideal-tipi di risposte degli attori umani alle richieste culturali
di mutamento sociale:
filisteo: conformista che accetta tradizioni e incapace di
adattarsi a ogni mutamento (disorganizzazione individuo)
bohémien: possibilità di evoluzione perché carattere informe
creativo: innovatore che si adatta alle nuove condizioni
La definizione della situazione
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Contro interpretazioni del comportamento in termini
comportamentistici o di istinti, teorema di Thomas: “Se si
definiscono reali certe situazioni, esse sono reali nelle loro
conseguenze” (The child in America, 1928)
la definizione della situazione evidenzia funzione mediatrice
mente umana e spiega diversità di comportamento degli
individui di fronte alle stesse situazioni
significato che individui attribuiscono alle situazioni spiega i
loro comportamenti (es. stregoneria)
tutta l’esperienza umana organizzata da definizioni della
situazione come “determinazione di ciò che è indeterminato”
analisi situazionale come individuazione dei modelli di
comportamento e personalità condizionati dai tipi di situazioni
ed esperienze vissute dagli individui nel corso della loro vita
società ed individuo in interazione reciproca
ILLUMINISMO
LIBERALISMO
IDEALISMO
COMTE
SPENCER
MARX
DURKHEIM
DARWINISMO
SOCIALE
TÖNNIES
SIMMEL
WEBER
VEBLEN
PARK SCUOLA CHICAGO
THOMAS ZNANIECKI
LE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA ITALIANA
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Anche in Italia la sociologia inizia a svilupparsi a fine ‘800 da
una duplice matrice:
grandi inchieste sociali postunitarie su questioni sociali
pensiero positivista: di orientamento evoluzionista e
organicista (Enrico Morselli, Il suicidio, 1879; R.Ardigò,
Sociologia, 1886; Scipio Sighele, La folla delinquente, 1891)
1896: fondata la Rivista Italiana di Sociologia (sino al 1922)
fascismo segna un congelamento della sociologia e delle
scienze sociali: influenza idealismo crociano e riforma Gentile
teorie elitiste: Mosca, Pareto e Michels; gli eredi di
Machiavelli? ordine sociale = stato, comportamento sociale
risultato impulsi natura umana individuale
influenza positivismo (Comte, Saint-Simon) ed evoluzionismo
e darwinismo sociale (Spencer)
GAETANO MOSCA (1858-1941)
Laureato in giursiprudenza a Palermo (1881)
 insegna a Roma, Torino e Milano storia delle
dottrine politiche
 1909-1919: deputato del Regno
 1914-1916: sottosegretario alle colonie
 1884: Sulla teoria dei governi e sul governo
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parlamentare
1887 Le costituzioni moderne
1896 Elementi di scienza politica (1923:
seconda edizione rinnovata ed ampliata)
1927 Saggi di storia delle dottrine politiche
influenza non riconosciuta su Pareto
si autodefiniva "liberale ma non democratico“,
liberista e conservatore, si oppone al fascismo
Minoranze organizzate e maggioranze disorganizzate
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Atteggiamento pessimistico nei confronti della democrazia
parlamentare: esperienza trasformismo e corruzione governi
Sinistra storica (Depretis, Crispi, Giolitti)
forte critica antisocialista e antimarxista(materialismo storico)
critica carattere formalistico tripartizione aristotelica tipi di
governo (monarchia, aristocrazia, repubblica)
vero principio fondamentale scienza politica (elitista): ogni
governo e forma di potere consiste in una minoranza
organizzata che domina una maggioranza disorganizzata
“formula politica” una giustificazione della classe politica per
legittimare proprio dominio : carattere fittizio democrazia
parlamentare e sistema elettorale (sovranità popolare)
condanna del “cesarismo”: potere fondato sulla violenza non
durevole, necessaria superiorità morale classe politica
(“attitudine al comando”)
VILFREDO PARETO (1848-1923)
Nasce a Parigi da famiglia di nobiltà italiana
 1870: si laurea in ingegneria al Politecnico di
Torino e poi lavora nelle ferrovie e come AD
 1882: candidato non eletto dell’opposizione al
governo Depretis
 1889: si ritira in campagna vicino a Firenze
 1891: conosce a Losanna Walras, alla cui
cattedra di Economia politica succede (1893)
 1896: Corso di Economia politica (modello di
sistema in equilibrio di Walras)
 1902: I sistemi socialisti (critica violenta)
 1907: si ritira a Losanna per dedicarsi agli
studi sociologici
 1916: Trattato di sociologia generale
 nominato senatore da Mussolini
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Azioni logiche e non logiche
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Influenza del positivismo, anche se critica fede Comte nel
progresso, sostituendolo con la fede nella scienza: tenere
distinto il criterio sperimentale su base rigorosamente
empirica dal criterio filosofico-metafisico pseudoscientifico
suo ottimismo epistemologico non si traduce in utilità sociale
un isolato rispetto alla cultura filosofica e sociologica del suo
tempo (nessun riferimento a sociologi, a Freud o storicisti)
approda alla sociologia dall’economia, quando si convince che
l’agire umano è guidato in gran parte da impulsi non razionali
(sentimenti, passioni, istinti) anziché dal calcolo razionale
(pessimismo antropologico)
distinzione azioni logiche (corrispondenza fra percezione
soggettiva e realtà empirica oggettiva di un fenomeno) e
azioni non logiche (non coincidenza fra fine soggettivo e
fini/risultati oggettivi)
La sociologia scienza delle azioni non logiche
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4 tipi di azioni non logiche:
quelle in cui non vi è né un fine soggettivo né uno oggettivo,
compiute meccanicamente (abitudini)
quelle che hanno un fine soggettivo che non corrisponde a
nessun fine oggettivo (magia)
il tipo puro dell’azione non logica in cui vi è un fine oggettivo
ma non uno soggettivo (azioni fisiologiche-istintive)
quelle in cui vi è sia un fine soggettivo che uno oggettivo, ma
non vi è alcuna corrispondenza fra di essi (rivoluzioni)
possibilità di utilizzazione logica di un’azione non logica: es.,
religione per legittimazione ordine e consenso sociale
vita sociale caratterizzata prevalentemente da azioni non
logiche il cui controllo razionale da parte delle élite del potere
richiede capacità di manipolazione di tali elementi irrazionali
Le derivazioni
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Azioni non logiche mai riconosciute come tali dall’uomo, ma
rivestite di razionalizzazioni illusorie definite derivazioni
4 tipi di derivazioni:
affermazioni: basata su forza intrinseca (sentimenti)
indipendente da esperienza (se basata su esperienza,
scientifica)
autorità: basata su fonte come prova di verità (uomo,
divinità, tradizioni)
accordo con sentimenti e principi: un tentativo di giustificare
razionalmente un sentimento che razionale non è (credenza)
prove verbali: retorica, ambiguità termini linguistici, uso del
linguaggio per suscitare sentimenti ed emozioni
solo metodo scientifico logico-sperimentale produce
affermazioni logiche e quindi valide, il resto solo teorie
pseudo-scientifiche (utilitarismo, marxismo)
I residui
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Modi di fare consolidati culturalmente ma radicati in una base
istintuale naturale: “istinti coperti da ragionamento”
6 classi di residui:
istinto delle combinazioni: tendenza a porre in relazione
fattori diversi, anche eterogenei fra loro (connessioni causali)
persistenza degli aggregati: tendenza a conservare le
relazioni già poste in essere (relazioni di classe)
bisogno di manifestare con atti esterni i propri sentimenti:
es., esteriorità rituale per esprimere sentimenti religiosi
residui in relazione con la socialità: impulso a vivere in società
integrità dell’individuo: senso della proprietà
residui sessuali: sentimenti connessi con impulsi sessuali che
tendono a nasconderli (ascetismo)
nella dinamica sociale prevalgono prime 2 classi: ambivalenza
La teoria delle élite
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Per ogni ramo dell’attività umana esiste una “classe eletta”
costituita dagli oggettivamente migliori
nel mondo politico, una classe eletta di governo
2 strati popolazione: strato inferiore (classe non eletta) e
strato superiore (classe eletta di governo e non)
teoria dell’élite come critica del funzionamento reale delle
democrazie rappresentative , sua demistificazione
problema ricambio delle élite: necessità di un loro ricambio
fisiologico o circolazione delle élite che vengono sostituite da
nuove élite formatesi negli strati inferiori
società come sistema di elementi in equilibrio (Walras):
funzione essenziale dei residui nel mantenere questo
equilibrio dinamico mediante lenti mutamenti
derivazioni possono mutare più rapidamente ma non loro
funzione rispetto ad un residuo che persiste
ROBERTO MICHELS (1876-1936)
Nasce a Colonia da famiglia italo-tedesca
 milita da giovane nella sinistra della SPD
 studia a Berlino, alla Sorbona, a Monaco e
Lipsia
 dopo un breve periodo di insegnamento
all’Università di Marburgo, le sue idee gli
impediscono la carriera accademica e va a
insegnare a Bruxelles, Parigi, Basilea e poi in
Italia prima a Torino e poi a Perugia
 aderisce al fascismo e ammiratore di Mussolini
 1911: La sociologia del partito politico
 deluso da militanza politica si convince della
ineluttabilità della burocratizzazione delle
organizzazioni (“legge di ferro dell’oligarchia”)
e della inutilità dell’azione diretta (Weber)

Antonio Gramsci (1891-1937)
Nasce ad Ales (Cagliari) e studia al liceo a
Cagliari, dove partecipa alle prime attività di
discussione e militanza politica socialista
 1911: si iscrive alla Facoltà di Lettere di
Torino, dove sviluppa i contatti con il
movimento operaio socialista
 1915: entra nella redazione torinese
dell’Avanti! e aderisce alle posizioni di
neutralità attiva rispetto alla guerra
 1917: diventa segretario della sezione del PSI
di Torino e aderisce alla Rivoluzione d’Ottobre
 1919: fonda l’Ordine Nuovo
 1921: aderisce al congresso fondativo PCd’I
 1924: eletto deputato del PCd’I nel Veneto
 1926: arrestato e condannato a 20 anni

Luigi Sturzo (1871-1959)
Nasce a Caltagirone da famiglia nobile
 1894 ordinato sacerdote e poi laureato in
teologia alla Pontificia Università Gregoriana
 1897 istituisce a Caltagirone una cassa rurale
ed una mutua cooperativa
 1905 nominato consigliere Provincia di Catania
ed eletto pro-sindaco di Caltagirone
 1915 segretario dell’Azione Cattolica Italiana
 1919 fonda il Partito Popolare italiano
 1923 opposizione al governo Mussolini
 1924-40 inesilio a Londra, Parigi e New York
 1946 rientra in Italia ma non aderisce alla DC
 1952 nominato senatore a vita
 1992 La sociologia fra persona e storia
(a cura di Achille Ardigò e Luigi Frudà)
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ILLUMINISMO
LIBERALISMO
IDEALISMO
COMTE
SPENCER
MARX
DURKHEIM
DARWINISMO
SOCIALE
TÖNNIES
SIMMEL
WEBER
VEBLEN
MOSCA PARETO
MICHELS
PARK SCUOLA CHICAGO
THOMAS ZNANIECKI