- Dipartimento di Scienze Giuridiche, Storiche

CdL in Sociologia
Teorie sociologiche
classiche e contemporanee
Prof. Guido Giarelli
Dipartimento di Scienze della Salute
Università “Magna Græcia” - Catanzaro
PROGRAMMA
A. PARTE ISTITUZIONALE
1. Le origini della Sociologia in Occidente
Il mondo moderno e le origini della Sociologia in Occidente. Rivoluzione
industriale e rivoluzioni politiche. Le dottrine della società dell’Illuminismo,
del liberalismo e dell’idealismo
 La dottrina della società del socialismo: dal socialismo utopico a Karl Marx
 La sociologia positivista ed evoluzionista: Auguste Comte, Herbert Spencer
e il darwinismo sociale

2. I classici del pensiero sociologico
La sociologia francese: Emile Durkheim e Marcel Mauss
La sociologia tedesca: Max Weber, Georg Simmel, Robert Michels
La sociologia statunitense: Thorstein Veblen, Robert Park e la Scuola di
Chicago
 La Sociologia italiana: Gaetano Mosca, Vilfredo Pareto, Luigi Sturzo, Antonio
Gramsci
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PROGRAMMA (2)
3. Teorie sociologiche contemporanee
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Lo struttural-funzionalismo: Talcott Parsons e Robert Merton
La Scuola di Francoforte: la teoria critica della società, Jurgen
Habermas
Lo Strutturalismo: Michel Foucault
L’Interazionismo simbolico: Charles Cooley, George H. Mead,
Herbert Blumer
La sociologia fenomenologica: Alfred Schutz, Peter Berger e Thomas
Luckmann
L’Etnometodologia: Harold Garfinkel
L’approccio drammaturgico: Erving Goffman
Il funzionalismo sistemico: Niklas Luhmann
La teoria dell scambio: George Homans
L’individualismo metodologico: Raymond Boudon
Il dibattito sociologico contemporaneo fra globalizzazione e
modernità multiple
B. Seminario

Origine, sviluppo e prospettive della società civile nel contesto delle
società post-industriali: il caso dell’associazionismo di cittadinanza
BIBLIOGRAFIA
PARTE A
Un manuale a scelta fra:
 Franco Crespi, Il pensiero sociologico, Il Mulino, Bologna,
2002
 Paolo Jedlowski, Il mondo in questione. Introduzione alla
storia del pensiero sociologico, Carocci, Roma, 2009
PARTE B
Seminario:
 Giarelli G., Nigris D., Spina E., La sfida dell’auto-mutuo
aiuto. Associazionismo di cittadinanza e sistema sociosanitario, Carocci, Roma, 2012.
Tesina (facoltativa)
 Un autore a scelta (contesto storico-sociale, biografia,
opere, teorie e concetti principali)
1. LE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA
IN OCCIDENTE
1.
Il mondo moderno e le origini della Sociologia in
Occidente. Rivoluzione industriale e rivoluzioni
politiche.
2.
La dottrina della società dell’Illuminismo: Montesquieu,
Voltaire, Turgot, Condorcet, i fisiocratici e Rousseau
3
La dottrina della società del liberalismo: Hobbes,
Locke, Hume, i moralisti scozzesi, l’utilitarismo, Mill e
Tocqueville
4.
La dottrina della società dell’idealismo: Kant e Hegel
Il mondo moderno e le origini della
Sociologia in Occidente
La scienza sociale trae origine da una base sociale
(R. Collins, Tre tradizioni sociologiche, 1985)
Per il sorgere di una scienza del sociale (sociologia)
necessarie 2 precondizioni:
1. emergere di una classe d’intellettuali autonoma dai
problemi pratici e libera da ortodossia politica e
religiosa dominante;
2. emancipazione della società dallo stato, separazione
della società dallo stato e sua razionalizzazione,
disincanto (Weber)

GRANDI CIVILTÀ AGRARIE
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Con la creazione dello Stato, si crea anche una
classe di letterati-sacerdoti (Egitto, Mesopotamia,
Persia, India, Cina, Giappone, civiltà precolombiane)
conoscenza del mondo sociale non interesse
autonomo ma connessa a interessi pratici
(commerci, amministrazione dello stato) o alla
legittimazione della classe dominante (religione)
necessità pratiche e ortodossia politico-religiosa
dominante impediscono il reale sviluppo di un
pensiero sociale libero
3 eccezioni storiche: Cina, Grecia classica, Mondo
Arabo-Musulmano
CONFUCIANESIMO
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Unica filosofia divenuta religione di
stato per oltre 2000 anni in Cina
(136 a.C.- 1912)
Confucio (551-479 a.C.) vive in un
periodo di transizione e di
smembramento della Cina in diversi
stati feudali
frenare disgregazione ribadendo i
principi del sistema gerarchicopatriarcale degli antichi cinesi:
famiglia, società e stato convivono
nell’armonia fra ordine sociale e
ordine naturale
2 concetti chiave: il rito e la
benevolenza (bontà di cuore, virtù)
CITTÀ-STATO GRECIA CLASSICA
Società greca composta da gruppi di origine tribale ai
margini dei grandi imperi del Medio Oriente (Egitto, Persia)
che praticano agricoltura e commerci
 mantenuto forme di democrazia tribale anche nelle cittàstato (agorà)
 nel V secolo a.C. per la prima volta sorge una comunità
intellettuale non subordinata né allo stato né alla religione:
scuole intellettuali anche fazioni politiche città-stato (Talete,
Pitagora, sofisti, Socrate, Platone)
 problema di stabilire forma migliore società dovrebbe
assumere, non di spiegare la realtà sociale (filosofia
normativa della città ideale platonica)

ARISTOTELE
Uomo per natura un animale politico
 studio della politica: come l’uomo si
costituisca in Stato attraverso la famiglia, il
villaggio e la città (pòlis)
 primo esempio di analisi empirica
comparata costituzioni città-stato greche,
non Stato ideale (Platone)
 3 tipi di governo: monarchia, aristocrazia,
politéia (governo della classe media)
 3 forme di degenerazione del potere:
tirannide, oligarchia, democrazia
 schiavi e barbari non sono uomini “per
natura” e quindi esclusi dal governo dei
liberi cittadini

IBN KHALDUN
Vive fra il Nord Africa e Siviglia nel XIV
sec., quando l’impero Almohade aveva
realizzato l’unificazione dell’impero
arabo-musulmano ormai scomparso
 al servizio delle diverse corti dinastiche
musulmane apprende l’arte della politica
 scrive una storia universale (Muqaddima,
1375-1379) in cui delimita il suo oggetto
nei meccanismi dei fenomeni sociali,
politici e storici senza speculazioni
filosofiche (funzione politica religione)
 analisi sociologiche differenze fra città e
campagna, sedentari e beduini, berberi e
arabi

DAL MEDIOEVO AL RINASCIMENTO
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Anche in Europa, la società feudale non consente la
formazione di una classe di intellettuali: dominio della Chiesa
(Tommaso D’Aquino, scolastica)
dopo il 1000, con la formazione delle prime università
(Bologna, Parigi, Oxford) pur ancora di origine religiosa,
primo nucleo di comunità intellettuali autonome (teologia,
giurisprudenza, medicina e poi filosofia)
con Umanesimo e Rinascimento corporazioni universitarie si
secolarizzano: avvio delle scienze naturali (Galileo, Copernico,
Newton, Bacone, Cartesio, Leibniz)
dopo il 1500, contributo della Riforma protestante (primato
coscienza e giustificazione per fede)
età delle grandi esplorazioni commerciali del globo
(globalizzazione, Wallerstein)
’600-’700: I SECOLI DELLE RIVOLUZIONI
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1.
2.
3.
Guerre di religione del ‘600 fase di transizione verso
l’affermarsi degli stati-nazione con la separazione chiesa/stato
3 diversi modelli del rapporto stato-intellettuali:
Germania: dopo Lutero chiesa diviene apparato della
burocrazia statale e università assorbite dallo stato: ruolo
intellettuali come funzionari dello stato all’origine della
tradizione sociologica del conflitto (Collins)
Francia: dopo la revoca dell’editto di Nantes (1598/1685) le
università restano cattoliche ma lo stato istituisce proprie
scuole di alta amministrazione e accademie: élite intellettuale
intrecciata al potere politico all’origine della rivoluzione e della
tradizione durkheimiana
Inghilterra: dopo rivoluzione di Cromwell (1642-1658) la
nobiltà mantiene un ruolo sociale e politico e accesso
privilegiato a università divenute protestanti: intellettuali
figure eclettiche e individualistiche (Malthus, Darwin)
TRE GRANDI TRADIZIONI NAZIONALI

Nel ‘700, con la rivoluzione francese e americana e
la rivoluzione industriale, maturano le condizioni per
il decollo delle scienze sociali per cercare spiegazioni
generali del mondo sociale sulla base di 3 grandi
tradizioni nazionali:
1. La dottrina della società dell’illuminismo in Francia
2. La dottrina della società del liberalismo in Inghilterra
3. La dottrina della società dell’idealismo in Germania
La dottrina della società
dell’Illuminismo in Francia
La storia della sociologia comincia con la separazione di società e Stato
(F. Jonas, Storia della sociologia, 1968)
solo nella modernità occidentale la società diviene un oggetto
che sottostà a leggi proprie associato ad una scienza sua
propria
 emancipazione della società dallo Stato presuppone il
disincanto di valori e idee e l’autonomizzarsi della sfera
dell’azione sociale dall’idea di un ordine determinato
dall’esterno (natura, divinità)
 dottrina della società dell’illuminismo sorge dalla crisi della
coscienza europea e dello stato assolutistico dopo Luigi XIV
 fondamenti nel razionalismo di Descartes (emancipazione
dello spirito dalle istituzioni e dalla tradizione)
 l’Illuminismo non è un movimento di popolo ma di
intellettuali colti e potenti a confronto con la nuova pluralità
dei mondi: relatività delle istituzioni sociali e statali e mito del
“buon selvaggio”
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MONTESQUIEU
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Per Comte e Durkheim fondatore della sociologia
l’Esprit des lois (1748) condannato da gesuiti, giansenisti,
Sorbona e vietato dal governo
primo tentativo di mostrare reciproca connessione fra
condizioni esterne di vita (ambiente), istituzioni sociali e valori
di una determinata società (cultura)
“Le leggi sono i rapporti necessari che derivano dalla natura
delle cose”: l’ordine sociale non può essere stabilito dallo
stato assoluto né dedotto razionalmente dalla natura umana
l’ordine sociale è complesso e multifattoriale: sua
comprensione consiste nella conoscenza delle connessioni
tipiche in cui in determinate situazioni la società raggiunge
l’equilibrio fra fattori esterni ed interni (“spirito delle leggi”)
comprensione delle diverse possibilità di ordinamenti sociali
non determinati né da natura data né da volontà umana
soltanto
nelle «Lettere persiane» coniuga razionalismo e relativismo
MONTESQUIEU (2)
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3 tipi di società primitive (cacciatori, allevatori e selvaggi)
3 tipi di società civilizzate: monarchia, repubblica
(aristocrazia/democrazia) e dispotismo
simile a tripartizione aristotelica, ma non centrata sullo stato
(fattori sociali e materiali)
forma migliore di governo non in assoluto ma quella che si
accorda meglio con la situazione data (“spirito delle leggi”)
critica del dispotismo: segno di decadenza, basato sulla paura
ma privo di fondamenti istituzionali e culturali
in Asia trovato condizioni favorevoli (estensione territorio,
clima malsano, carattere servile popolo, assenza tradizioni
ostacolanti)
in Europa avversato da spirito libertà, ma può fare appello alle
passioni e favorito da semplificazione delle leggi e
centralizzazione del potere (critica Illuminismo radicale)
MONTESQUIEU (3)
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entusiasmo di Montesquieu per 2 tipi di repubblica, basati su
virtù e uguaglianza
ma necessità della dittatura democratica per garantire
l’integrazione sociale attraverso il consenso forzato dei
cittadini alla virtù (obbligazione ai valori): rischio di
trasformarsi in dispotismo (sovranità assoluta comune, ma
con diversi presupposti)
quindi monarchia forma migliore di governo per la Francia:
fondata su ambizione e lotta per il prestigio sociale ed il
potere (unica forma di governo temperata)
dottrina della divisione dei poteri espressione equilibrio fra
ceti sociali: potere esecutivo (re), potere legislativo (nobiltà),
potere giudiziario (Terzo Stato)
funzione di cooperazione e di controllo reciproco dei 3 poteri
per garantire armonia sociale e funzionamento monarchia
attualità di M.: concezione dell’integrazione sociale non
fondata su dogmi e principi astratti ma su concreta
comprensione realtà sociale come realtà oggettiva che pone
limiti all’agire umano (oggetto e metodo della sociologia)
L’IDEA DI PROGRESSO
Una nuova prospettiva per analizzare le azioni sociali: il fine cui
esse si orientano indipendentemente da loro effetti sociali
(teleologia)
 filosofia della storia tradizionale fondata o su divina
provvidenza (cristiana) o sul fato (antichità): tempo lineare
salvezza vs corsi e ricorsi storici (Scienza Nuova di Vico, 1725)
 l’idea di progresso sociale costante umanità demitizza, laicizza
concezione cristiana salvezza aprendo un nuovo orizzonte
potenzialmente infinito fondato su ragione e volontà umana
 Voltaire (1694-1788) capo spirituale Illuminismo e padre
moderna filosofia della storia: storia come progresso delle
civiltà
 ma disincanto verso il popolo: progresso opera ceti dominanti
 con Turgot (1727-1781) l’idea di progresso diviene principio
integrale di interpretazione della storia, di un’umanità in
progresso costante verso la propria perfezione, nuovo
incantamento fondato sulla perfettibilità umana, religione
liberale del XVIII sec.
 legge dei 3 stadi del progresso: teologico, metafisico e
positivo, poi ripresa da Comte e Saint-Simon

DALL’ENCYCLOPÉDIE AI FISIOCRATICI
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L’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert (1751) esprime ancora un
atteggiamento conservatore: difesa della proprietà privata e critica dei
privilegi nobiltà, programma di sviluppo tecnocratico società (tecnici)
idea di progresso civilizzatore in Condorcet (1743-1794) si collega alla
speranza di redenzione del Terzo Stato, di rivoluzione sociale che rovesci
l’ordine sociale esistente, utopia del regno della libertà
crescente percezione della mutabilità delle condizioni sociali non porta più a
ricerca equilibrio fra istituzioni sociali (Montesquieu) ma al perseguimento
della volontà razionale, all’agire sociale verso un determinato fine
(progresso)
fede nella ragione e nella potenza della volontà porta al concetto di felicità
come nuovo ideale dell’umanità, principio fonte dei doveri umani (influsso
del sensismo e del materialismo di Condillac e idee giusnaturalistiche)
ordine naturale stabilito da Dio contrapposto a ordine sociale per i fisiocratici
(Quesnay) fondamento loro programma economico riformatore
(riformulazione laica dottrina scolastica)
la società come connessione naturale fondata su leggi fisiche da
assecondare, non governare (agricoltura e integrazione economica)
ROUSSEAU
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Idea di un ordine puramente razionale fondato sulla natura e sue
determinazioni propria dei fisiocratici trova in Rousseau un sostenitore più
radicale
punto di partenza disgregazione sociale dell’uomo nella civiltà moderna ed
esperienza di sofferenza e alienazione quali conseguenze
per l’uomo comune (popolo)
appello all’esistenza e al sentimento per uscire dalla miseria e dal destino di
sofferenza dell’uomo moderno attraverso il ritorno allo stato di natura, in
cui viveva libero e solitario (non “buon selvaggio”)
stato di natura non come condizione ideale della società ma come ritorno
alla natura, libero eppure soggetto alle sue rigide leggi
condizione sociale all’origine alienazione e sofferenza umana
compito del contratto sociale è ricostruire questo stato di natura,
trasformare i rapporti sociali di domino in rapporti naturali, in una volontà
generale che domini sugli uomini come una legge di natura
per por termine alla lacerazione dello stato di società completo abbandono
del singolo al collettivo, sottomettendosi ad un’unica volontà, quella
generale (Stato) infallibile, assoluta e sacra (Durkheim)
LE DOTTRINE SOCIALI DEL
LIBERALISMO
Il contrattualismo di Hobbes e di Locke
 Lo scetticismo di Hume
 I moralisti scozzesi: Ferguson e Smith
 La svolta conservatrice di Malthus
 L’utilitarismo di Bentham
 La sintesi di John Stuart Mill
 Alexis de Tocqueville

THOMAS HOBBES
(1588-1679)
IL LEVIATANO, 1651
THOMAS HOBBES
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Differenza da Rousseau: stesso problema (disgregazione
sociale) e stesso rimedio (completa soggezione individuo a
potere onnipotente) ma diversa prospettiva (non superamento
della civiltà per ritorno alla natura in una piccola repubblica)
Hobbes è un realista, l’esperienza non come pervertimento
dello stato di natura ma come verità dell’uomo (i “fatti”)
soggezione dell’individuo allo Stato-Leviatano non come ritorno
allo stato di natura ma come rottura della natura umana
(egoista e particolarista: “l’uomo-lupo” non essere sociale)
comportamento umano non guidato dalla ragione, ma dalla
lotta per la vita; natura umana non universale ma individuale
concezione meccanicista e materialista della natura umana:
individuare forze propulsive mondo fenomenico (bisogni)
conoscenza della società modellata su quella della natura
(Galileo): influenza rivoluzione inglese Cromwell (1642-1658)
Necessità di creare un ordine artificiale che garantisca la pace
che la natura non assicura (che non offre alcun ordine)
 lo Stato-Leviatano non si fonda su di una natura data, ma sul
suo dominio: deve garantire non la libertà dell’uomo, ma la
sua sicurezza mediante la sottomissione
 il contratto sociale non è la realizzazione di un ideale politico
(Rousseau), ma la soluzione di un problema pratico
 la sottomissione allo Stato non viene decisa liberamente dagli
uomini, ma viene imposta dalla loro natura
 lo Stato garantisce la sicurezza della vita e il patrimonio dei
singoli, ma non lo emancipa (libertà privata, non pubblica)
 problema contraddizione teoria dell’obbligazione di Hobbes: se
l’uomo allo stato di natura non è un essere morale ma un
fascio di bisogni, perché dovrebbe accettare di sentirsi
moralmente obbligato verso lo Stato (obbligazione e controllo
interiore oltre a costrizione e controllo esterno)? (Parsons)

JOHN LOCKE (1632-1704)
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Crescente sviluppo economia
mercantilista offre un nuovo
campo d’azione in cui connessioni
fra gli uomini si possono sviluppare
liberamente senza costrizioni Stato
nuovo significato del contratto
sociale in Locke: non più basato su
obbligazione morale e soggezione,
ma sulla libertà del singolo inteso
come proprietario e soggetto
economico capace di apprendere
dall’esperienza e organizzare
liberamente connessioni con i suoi
simili senza bisogno di costrizioni
Essay concerning human
understanding (Saggio sull’
intelletto umano, 1690)
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1.
2.
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2 presupposti filosofia sociale di Locke:
l’uomo non ha idee innate: non è predeterminato, ma impara
dall’esperienza a orientare socialmente i suoi bisogni
non è però del tutto libero nel suo arbitrio, ma limitato dalle
istituzioni da lui stesso prodotte che regolano i suoi bisogni
Locke è un empirista che considera l’uomo un essere
condizionato e imperfetto che deve orientare pensiero e
azione sulla base dell’esperienza
la libertà del singolo non è illimitata ma regolata dalle
istituzioni che non lo opprimono (Hobbes) ma sono parte e
prodotto della sua stessa natura (proprietà)
critica dell’assolutismo: libertà e uguaglianza come diritti
naturali (giusnaturalismo) e diritto di resistenza
disuguaglianze materiali di proprietà giustificate con diverse
capacità: 2 classi (capitalisti e proprietari terrieri/proletari)
per la prima volta l’idea che le società moderne debbano
guidare se stesse autonomamente dallo Stato, che deve
limitarsi a garantire le istituzioni della società civile
DAVID HUME (1711-1776)
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Scetticismo come posizione intermedia fra
Hobbes e Locke: l’uomo non è né un essere
naturale né un individuo autonomo, ma un
essere sui generis i cui bisogni sono orientati
dalle istituzioni
nel Trattato sulla natura umana (1739) mostra
che il comportamento umano è mosso da
interessi e passioni, ma guidato dalle istituzioni in
senso sociale
non esiste alcun criterio di comportamento
innato, ma acquisito mediante l’educazione nella
famiglia: centralità dei processi di apprendimento
e socializzazione anziché natura data
integrazione sociale come ordine
istituzionalizzato fondato su convenzioni e
tradizioni (convenzionalismo)
equilibrio istituzionalizzato delle forze (checks &
balances) come limitazione del potere dello Stato
I MORALISTI SCOZZESI
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Società inglese del XVIII un modello di ordinamento costituzionale e di
integrazione sociale: filosofia morale scozzese si richiama a scetticismo di
Hume contro giusnaturalismo per analisi empirica della società
Adam Ferguson (1723-1816): in History of civil society (1767) e Principles
of moral and politcal science (1792) primi elementi per uno studio
dell’azione sociale a partire dall’esperienza
molteplicità forme dell’esistenza umana distingue uomo da altri animali
(principio antropologico della duttilità o flessibilità)
istinti animali sostituiti da consuetudini culturali
sviluppo sociale non determinato da natura umana stabile ma processo
circolare per prova ed errore fondato su plasticità
non vi è salvezza (cristiana) o destino preordinato (Vico) o sovraordinato
(Hobbes), ma neppure speranza di emancipazione totale (Rousseau)
2 principi del conflitto sociale e dell’integrazione sociale non alternativi:
istituzioni comportano anche conflitti fra fini dell’azione e interessi
(mercato) non una razionalità a priori
conflitto come via principale verso il progresso sociale: istituzioni come
connessioni fra azioni riuscite, senza alcuna finalità prefissata
ADAM SMITH (1723-1790)
- Concezione natura egoistica
uomo e istinto autoconservazione
- critica Favola delle api (1714) di
Mandeville perché considera l’
egoismo come immutabile
- agire sociale deriva da norme
sociali che le orientano: agire
sociale sempre un osservato e giudicato dall’esterno (società)
- natura umana formata dal rapporto attore sociale-osservatore
- Teoria dei sentimenti morali (1759): teoria “spettatore
disinteressato” come rappresentante della società che si
autoregola, forza passioni e interessi diviene sociale (mercato)
- integrazione sociale mediante il consenso ed esperienze umane
- teoria “mano invisibile” come ordine autoprodotto ex-post
THOMAS MALTHUS (1766-1834)

Svolta conservatrice della dottrina liberale
della società (industriale): apologia dei
valori e delle istituzioni esistenti

An essay on principles of population
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(1798) difesa contro teorie ugualitarie
Rivoluzione francese: tutte società umane
minacciate da sovrappopolazione perché
popolazione aumenta in proporzione
geometrica, mentre risorse in progressione
aritmetica
nei Principles of Political Economy (1820)
spiegazione economica e non più biologica
dei problemi sociali: disuguaglianze di
proprietà produce domanda insufficiente
problema sovrapproduzione causato da
classi povere che non consumano
JEREMY BENTHAM (1748-1832)
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Fondatore del radicalismo liberale all’origine
della rivoluzione americana
criterio dell’utilità come principio
fondamentale dell’azione umana (minimizza il
dolore e massimizza il piacere)
misurabile in base a intensità, durata, ecc.
offre possibilità criterio empiricamente
fondato (modello della fisica)
“massima felicità per il maggior numero
possibile”
affidarsi al libero gioco dell’agire individuale,
lo Stato sola funzioni di garantire condizioni
di libertà e di sicurezza di tale gioco
An introduction to the principles of morals
and legislation (1789): teoria utilitarismo
fondata su sensismo ed edonismo
JOHN STUART MILL (1806-1873)
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Critica del modello meccanicista
dell’utilitarismo di Bentham (schematismo)
La natura umana non può essere ricondotta
ad un unico denominatore: superamento
qualitativo della logica utilitarista vero forme
più complesse di “altruismo etico-sociale”
(Utilitarianism, 1863)
Saggio sulla libertà (1859): riconoscimento
carattere ambivalente fenomeni sociali e
identità interesse individuale/collettivo non
scontata, principio laissez faire limitato,
necessità intervento statale
concezione non deterministica della società
come insieme dinamico di fattori eterogenei
problema principale della democrazia è il
dispotismo della maggioranza
ALEXIS DE TOCQUEVILLE (1805-1859)
- Riprende e sviluppa ricerca di
Montesquieu sullo “spirito delle leggi”
- dal viaggio negli Usa nel 1831 a Della
democrazia in America (1835)
- evidenzia presenza ambivalenza fra
ideali egualitari rivoluzionari e difesa
valori individualismo da rischi
uniformità e dispotismo maggioranza
- presenza nelle società democratiche di 2 tendenze
contrapposte: accentramento del potere vs decentramento
istituzioni
- correttivi: non arbitrarietà dei poteri, decentramento locale
(federalismo), forte presenza corpi intermedi (associazioni),
libertà di opinione ed educazione civica
- carattere ambivalente dei processi sociali evidenziato anche
nell’analisi delle contraddizioni della Rivoluzione francese (1856)
LA DOTTRINA DELLA SOCIETÀ
DELL’IDEALISMO TEDESCO
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Situazione in Germani fine ‘700 molto diversa da quella della
Francia e dell’Inghilterra: ancora divisa in piccoli stati feudali
e industrializzazione arretrata
intellettuali guardano con ammirazione alla rivoluzione
francese come un modello di riferimento
con l’idealismo tedesco la dottrina della società compie un
salto di qualità teorica: Kant e Hegel considerano le
contraddizioni come inerenti la natura stessa della società, la
realtà intrinseca sia della conoscenza che dell’azione umana
se Ferguson aveva già riconosciuto che l’idea di progresso si
realizza nei conflitti, essi divengono il tema centrale
dell’idealismo, che considera la storia e l’agire umano come
un continuo scontro di contraddizioni la cui forza motrice è
l’idea, in un constante superamento delle antinomie
IMMANUEL KANT (1724-1804)
- Punto di partenza la contraddizione inerente
l’esistenza dell’uomo come essere razionale
in condizioni di finitezza (Congettura
sull’inizio della storia umana, 1786)
- l’uomo non è né un fascio di bisogni né un
essere solo razionale, ma entrambe le cose
- non esiste alcuna soluzione della intrinseca
contraddizione dell’esistenza umana, né
nella direzione dell’empirismo (esperienza)
né in quella del razionalismo (ragione)
- la condizione umana come unità che si afferma oltre la
contraddizione resta un problema insolubile
- differenza decisiva fra uomo e animali la separazione fra istinto
e ragione che pone l’uomo “quasi sull’orlo dell’abisso”: la
ragione strappa l’uomo alla sicurezza della natura ma non lo
conduce in nessun regno razionale, lasciandolo nella
contraddizione della libertà dalla natura e da se stesso
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L’unirsi in società non porta mai alla totale emancipazione
umana: società significa “insocievole socievolezza”
una nuova interpretazione del contratto sociale come ideale
fondato sull’idea di diritto: lo Stato è il curatore del diritto, è
l’unione degli uomini sotto le leggi del diritto
associazione in società e soggezione a un’autorità non sono
separabili: la dove esiste società deve esserci anche
un’autorità cui gli uomini debbono piegarsi
il diritto non è una costrizione che si applica all’uomo
dall’esterno, ma un’istituzione che appartiene alla sua libertà
nello Stato di diritto la libertà viene garantita come
caratteristica essenziale dell’esistenza umana
in una società emancipata, le norme ed i valori sociali
debbono avere carattere formale: non prescrivono al singolo
cosa deve/non deve fare, ma si limitano a prescrivere
massime generali di orientamento individuale
GEORG WILHELM FRIEDRICH HEGEL(1770-1831)
-
-
- tensione fra ideale e reale, ragione e realtà,
soggetto-oggetto problema centrale
- filosofia negativa, antipositivistica: compito
della ragione trasformare continuamente il
reale, negandolo in quanto altro da sé per
renderlo razionale (processo dialettico)
- mondo dell’oggetto si oppone come realtà
estranea al pensiero (tesi), che in esso si
oggettiva trasformandolo (antitesi) per poi riconoscersi in esso
(sintesi) (Fenomenologia dello spirito, 1806)
“Ciò che è reale è razionale”: l’oggetto esiste solo in rapporto
dialettico con il soggetto, è sempre una realtà storica
riconducibile ad esso
alienazione come estraneazione del soggetto da sé nell’oggetto
nel momento in cui lo trasforma: lo spirito crea il mondo
dell’oggettività alienandosi in esso e poi ricongiungendovisi
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Hegel preannuncia l’alienazione come categoria critica
sociologica (Marx, Scuola di Francoforte)
contrapposizione con presupposto positivismo realtà umana
e sociale come natura data: realtà come creazione storica
stesso mondo naturale conoscibile solo storicamente
attraverso la particolare interpretazione di ogni epoca: ogni
conoscenza è mediata storicamente, socialmente e
culturalmente (contrapposizione conoscenza
mediata/immediata falsa)
idealismo considera il pensiero in relazione dialettica con il
suo contesto storico-sociale: la teoria si sviluppa in rapporto
dialettico con problemi pratici, in una prassi (Marx)
ma nella dialettica hegeliana ogni realtà è spiegata ed
esaurita nel processo attraverso cui lo spirito si manifesta e
realizza se stesso: ogni particolare concreto è reale solo in
quanto parte del processo totale, astratto, universale di
realizzazione dello Spirito
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1.
2.
3.
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Secondo Hegel la società civile non si autoregola, in quanto
regno del particolare, ma deve essere regolata dallo Stato:
solo in esso e nel diritto si realizza la libertà universale, che è
libertà dei singoli all’interno delle istituzioni
nei Lineamenti di filosofia del diritto (1821) l’impulso critico
della filosofia negativa si tramuta nella consacrazione
dell’esistente in quanto momento essenziale del processo
dialettico, del manifestarsi della ragione nella storia
La filosofia della storia di Hegel individua 3 fasi nell’attuarsi
della ragione e della libertà nella storia dell’umanità:
mondo orientale: dispotismo come libertà di un solo
mondo greco-romano: aristocrazia come libertà di pochi
mondo germanico: libertà come realizzazione completa,
razionale, di tutti nelle istituzioni sociali (Stato prussiano)
sviluppi opposti del pensiero di Hegel nei suoi eredi: aspetti
apologetici nei confronti dell’ordine costituito (destra
hegeliana) oppure critico-negativi (sinistra hegeliana)
ILLUMINISMO
LIBERALISMO
IDEALISMO