Il clima che cambia

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Il clima che cambia
Cos’e’ il clima?
Intendiamo per clima una media di parametri
prevalentemente meteorologici ma anche
geofisici effettuata su periodi di tempo piu’
lunghi di quelli della meteorologia, cioe’ superiori
ad alcune settimane. E’ dunque importante
definire la scala temporale alla quale ci si
riferisce parlando di clima, poiche’ le variazioni
che consideriamo vanno appunto rapportate a
queste scale: mesi, stagioni, anni, fino a decine,
centinaia, migliaia o miglioni di anni
ni.
BridgingVISweather
and climate
- 24 Novembre 2007, Caserta
Come stanno le cose davvero?
• La calotta artica si e’ ridotta? E quella
antartica?
• Qual e’ il principale gas responsabile
dell’effetto serra?
• Quali sono i principali gas responsabili del buco
dell’ozono?
• Che cosa contribuisce maggiormente a
danneggiare l’ecosistema alpino e appenninico?
• I tanti eventi meteorologici estremi ai quali
assistiamo sono segni precursori di un clima
che si sta modificando?
• Le variazioni della temperatura media globale
previste per il nostro secolo (tra 1.4 e 5.8 °C)
sono sostenibili per l’intero ecosistema?
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
La situazione
• Se la terra fosse una sfera perfetta ed
omogenea e priva di atmosfera la situazione di
equilibrio sarebbe facilmente calcolabile.
• La presenza dell’atmosfera, con i diversi gas
costituenti, le particelle di aerosol sospese in
essa e soprattutto le nubi, complica il
problema, cosi’ come lo complica il fatto che
l’interno della terra non e’ omogeneo e
contiene delle fonti di calore.
• Complesse interazioni atmosfera-biosferacriosfera-idrosfera.
• Mutamenti nell’attivita’ del sole.
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Intergovernmental panel on climate
change (IPCC)
• Valutazione delle opzioni per la
mitigazione
dei
cambiamenti
climatici.
• Studiare i collegamenti tra i
cambiamenti climatici ed i problemi
legati allo sviluppo umano.
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ANOMALIE DELLA TEMPERATURA
MEDIA SUPERFICIALE GLOBALE
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VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
ANOMALIE DELLA TEMPERATURA
DELLA SUPERFICIE MARINA
ANNUALE
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LIVELLO MEDIO GLOBALE DEL MARE
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VAPOR D’ACQUA ATMOSFERICO
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LA CRIOSFERA
Durante il XX secolo i ghiacci ed i ghiacciai hanno subito fenomeni di frammentazione e di
scioglimento. Questo ha contribuito all’innalzarsi del livello del mare. Il distaccamento delle
sommità dei ghiacciai e dei ghiacci (escludendo quello sul ghiaccio della Groenlandia e
dell’Antartico) è stimata essere di 0.50 ± 0.18 mm per anno in equivalente sul livello del
mare tra il 1961 e il 2003, e 0.77 ± 0.22 mm per anno tra il 1991 e il 2003. Questi effetti
sono probabilmente la risposta al riscaldamento dopo il 1970.
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Il bilancio radiativo
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PROIEZIONI DEL RISCALDAMENTO MEDIO SUPERFICIALE
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MISURE DELLE PRECIPITAZIONI MEDIE STAGIONALI
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PROIEZIONI DELLA TEMPERATURA SUPERFICIALE
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Prospettive paleoclimatiche
RICOSTRUZIONI DELLA TEMPERATURA NELL’ EMISFERO NORD
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Eventi del tempo estremo
.
Figura 1. Schematizzazione degli effetti delle precipitazioni sulle temperature estreme quando
l’accrescimento medio della temperatura, per una normale distribuzione della temperatura
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• I cambiamenti climatici non hanno confini,
hanno effetti su tutta la popolazione mondiale
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La nostra impronta ecologica
• Ogni giorno usiamo il pianeta e non ce ne
accorgiamo???
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I gas serra
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Il contributo dei continenti
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Figura 1. Una schematizzazione dei cambiamenti associati con la fase positiva di NAO e NAM. I
cambiamenti di pressione e di vento sono mostrati, insieme ai cambiamenti di precipitazioni. I colori caldi
indicano le aree più calde del normale e le aree indicate con il blu che sono più fredde del normale.
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I CAMBIAMENTI CLIMATICI
I RISULTATI
 CO2 & CH4 superiori alle previsioni (650,000 anni)...
 Lo sfruttamento dei combustibili fossili, agricolo e l’uso delle
terre emerse = aumento gas serra negli ultimi 250 anni.
 Forcing radiativo da co2 n2o e ch4 negli ultmi 40 anni
superiore agli ultimi 2000 anni.
 Processi di rimozione naturale della CO2 = 50-60% (oceani e
biosfera).
 Effetto di raffreddamento degli aerosol (emisfero Nord).
 E’ estremamente verosimile che le attività umane abbiano
prodotto un riscaldamento a partire dal 1750.
 Variabilità dell’irraggiamento solare inferiore al contributo dei
gas serra.
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I CAMBIAMENTI CLIMATICI
Le incertezze chiave
 Aerosol e nubi
 Vapor d’acqua in stratosfera
 Distribuzione geografica del Forcing legato agli aerosol
 Tasso di crescita del metano
 Crescita dell’ozono in troposfera
 Le proprietà del suolo e l’interazione con l’atmosfera
 Storia del cambiamento dell’irradiazione solare
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I CAMBIAMENTI CLIMATICI
Le certezze
Il forcing legato ai gas serra ha molto verosimilmente causato
il riscaldamento globale causato negli ultimi 50 anni
(raffreddamento dovuto agli aerosol).

 E’ estremamente verosimile (<5%) che il riscaldamento
globale sia dovuto ad un forzante esterno.
 E’ verosimile che l’uomo abbia contribuito al riscaldamento
globale degli oceani nel XX secolo, e ad un conseguente
innalzamento del livello del mare.
 La variabilità della temperatura degli ultimi sette secoli è molto
verosimilmente attribuibile ad eruzioni vulcaniche e alla
variabilità dell’irraggiamento solare.
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L’attribuzione delle cause
 L’attribuzione delle cause è limitata dalle incertezze nella
valutazione del forcing radiativo.
 Incertezza nella valutazione dei cambiamenti climatici a
piccola scala (modelli).
 Minore sensibilità nella valutazione delle precipitazioni e
della pressione superficiale.
 Mancanza di osservazioni (fenomeni speciali, eventi
estremi ed osservazioni negli oceani).
 Inaccuratezza dei modelli.
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Le principali incertezze delle
previsioni
- L’incertezza dei modelli: condizioni iniziali e scale
temporanee.
- Grosse incertezze nella previsione di precipitazioni
severe: intensità e collocazione.
- Differenze tra modelli diversi.
- Modelli ancora poco risoluti.
- Scarsa conoscenza dei cambiamenti di processi
chiave che guidano il clima a scala globale e
regionale.(e.g., ENSO, NAO, blocking, MOC, land
surface feedbacks, tropical cyclone distribution).
- Ciclo del carbonio: scarsa conoscenza dei processi
di feedback.
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Mars Melt Hints at Solar, Not Human, Cause
for Warming, Scientist Says
• La terra sta attualmente vivendo un rapido
riscaldamento che la maggioranza di climatologi
dicono sia dovuto alle enormi quantita’ di gas
serra immesse dall’uomo nell’atmosfera.
• Nel 2005 le missioni della NASA Mars Global
Surveyor e Odyssey per l’esplorazione di Marte
hanno rilevato che l’anidride carbonica allo stato
solido (“ice caps”) nei pressi del polo sud di
Marte è diminuito durante le tre estati consecutive
osservate.
• La crescita a lungo termine dell’irraggiamento
solare sarebbe responsabile del riscaldamento sia
della Terra che di
VIS Marte.
- 24 Novembre 2007, Caserta
Mars Melt Hints at Solar, Not Human, Cause
for Warming, Scientist Says
• Marte e la Terra hanno vissuto periodicamente nel corso
della loro storia diverse ere glaciali.
• Il riscaldamento del pianeta legato alle emissioni dei gas
serra ha costituito un piccolo contributo al riscaldamento
osservato sulla Terra negli ultimi anni, ma non può
competere con l’aumento dell’irraggiamento solare.
• Dagli studi sulle fluttuazioni dell’irraggiamento solare, lo
scienziato Abdussamatov crede di poter individuare un
modello che si adatti con le fluttuazioni del clima osservate
sulla Terra e Marte.
• Il lavoro di Abdussamatov, tuttavia, non è stato ben accolto
dalla comunita’ scientifica internazionale.
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Le voci fuori dal coro…
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In un quadro di sintesi possiamo dire che, limitandoci alle cause di variazioni climatiche
operanti su tempi paragonabili a quelli dell’industrializzazione, ve ne sono di note e
quantificate (gas serra) e di meno note e da approfondire (aerosol e nubi). Ma
consapevoli del rischio che si corre nel restare inattivi anche in carenza di conoscenza
di alcuni aspetti si intende procedere in base al princio di precauzione autolimitando con
accordi internazionali (protocollo di Kyoto) la immissione della anidride carbonica (di
effetto certo di riscaldamento) in atmosfera.
Ovviamente essendo questa la natura della questione non stupisce che vi siano
scienziati che sostengono questo principio di precauzione e scienziati che vi si
oppongono sulla base della considerazione che la scarsa conoscenza di alcuni addendi
rende la somma incerta.
In realta’ io ritengo da addetto ai lavori che essendo il medesimo comportamento
(crescita esponenziale dell’energia, uso di tecnologie inquinanti etc) a produrre sia serie
minacce di cambiamento globale che degrado ambientale, quest’ultimo gia’
ampiamente verificato e sotto gli occhi di tutti, vi sarebbero gia’ buoni motivi di
procedere a cambiamenti di stili di vita da subito in base a questa ultima constatazione,
in aggiunta al principio di precauzione sul clima.
Aggiungo infine che deve anche cambiare il passo col quale la ricerca affronta il
problema clima sia negli aspetti dei singoli processi che nella messa a punto di un
modello globale realmente affidabile, adeguando i tempi della scienza, troppo lenti, a
quelli urgenti dettati dalla preoccupazione dell’intera umanita’ per i destini del pianeta.
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Una piccola riflessione
• La Terra nasce come un sistema autoconsistente e
in equilibrio dinamico.
• La perturbazione di un sistema produce una
risposta del sistema legata alla sua sensitivita’ alla
perturbazione stessa.
• Ogni sistema e’ in dotato di un tempo di
rilassamento entro il quale tende a “riassorbire” la
perturbazione ed a ritornare in “equilibrio”.
• Ma quanto puo’ essere grande la perturbazione?
Esiste un limite? Il sistema e’ perturbabile in modo
illimitato???
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Il senso comune
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Piu’ gas serra
Scenari - una materia incerta
Più costi
Più acqua dal cielo
Non faceva così caldo da 1.000 anni
Lo scioglimento progressivo delle nevi perenni
Principio di PRECAUZIONE
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Convention and mitigation
• Article 2 of the UNFCCC (United
Nations Framework Convention on
Climate
Change)
requires
that
“dangerous interference with the
climate
system be prevented and
hence the stabilization of atmospheric
GHG concentrations at levels and within
a time frame that would achieve this
objective”.
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
IL PROTOCOLLO DI KYOTO
Che cos’è
Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale in materia ambientalistica
riguardante il riscaldamento globale sottoscritto nella città giapponese di
Kyoto l'11 dicembre 1997 da più di 160 paesi in occasione della
Conferenza COP3 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici (UNFCCC). Il trattato è entrato in vigore il 16
febbraio 2005, dopo la ratifica anche da parte della Russia.
All’aprile 2007 i paesi aderenti sono 169.
Tra i paesi non aderenti figurano gli Stati Uniti responsabili del 36,2% del
totale delle emissioni; l’Australia e il Kazakistan, nonostante abbiano
firmato il trattato, non lo hanno ratificato; l’India e la Cina hanno aderito
al trattato ma non sono obbligate alla riduzione dellle emissioni, grazie
allla clausola che esonera i paesi in via di sviluppo dagli obblighi del
protocollo.
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
IL PROTOCOLLO DI KYOTO
Le funzioni
Il trattato prevede l'obbligo in capo ai paesi industrializzati di operare una riduzione delle emissioni
di elementi inquinanti (biossido di carbonio ed altri cinque gas serra, ovvero metano, ossido di
azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo) in una misura non inferiore al
5,2% rispetto alle emissioni registrate nel 1990 — considerato come anno base — nel periodo
2008-2012.
Il Protocollo di Kyoto prevede il ricorso a meccanismi di mercato, i cosiddetti Meccanismi
Flessibili; il principale meccanismo è il Meccanismo di Sviluppo Pulito. L'obiettivo dei
Meccanismi Flessibili è di ridurre le emissioni al costo minimo possibile; in altre parole, a
massimizzare le riduzioni ottenibili a parità di investimento.
Il protocollo di Kyoto prevede inoltre, per i Paesi aderenti, la possibilità di servirsi di un sistema di
meccanismi flessibili per l'acquisizione di crediti di emissioni:
• Clean Development Mechanism: consente ai paesi industrializzati e ad economia in transizione
di realizzare progetti nei paesi in via di sviluppo, che producano benefici ambientali in termini
di riduzione delle emissioni di gas-serra.
• Joint Implementation: consente ai paesi industrializzati e ad economia in transizione di
realizzare progetti per la riduzione delle emissioni di gas-serra in un altro paese dello stesso
gruppo.
• Emission trading: un paese che abbia conseguito una diminuzione delle proprie emissioni di gas
serra può cedere tali “crediti” ad un paese che non sia stato in grado di rispettare i propri
impegni di riduzione delle emissioni di gas serra (Quote d’aria?)..
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
La polemica: “IL RISCALDAMENTO GLOBALE
SOSTITUISCE L'11 SETTEMBRE COME
GIUSTIFICAZIONE PER FARE QUALSIASI COSA”
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L'evocazione dell'11 Settembre è stata ufficialmente sostituita da un nuovo mantra e scusa per lo stato di
scatenare una nuova tirannia non importa quanto offensiva e deleteria per le libertà individuali essa possa
essere. Il Riscaldamento Globale ha sostituito l'11 Settembre per fare qualunque cosa!
Evocare semplicemente la minaccia del riscaldamento globale è diventata la giustificazione del governo per fare
qualsiasi cosa!
Gordon Brown, il prossimo Primo Ministro inglese raccomandato al Bilderberg dice che abbiamo bisogno di un
"nuovo ordine mondiale" per combattere il cambiamento climatico. L'Unione Europea ha deciso di vietare dal
2009 le lampadine tradizionali in ogni casa britannica. Le cosiddette lampadine a risparmio energetico ora come
ora non risparmiano molta energia e contengono sostanze tossiche proibite dall'UE stessa, ma non facciamoci
domande difficili su ciò. Un tale assurdo mandato è ovviamente impossibile da rispettare alla lettera quindi
aspettiamoci di vedere una tassa sulle sporche cattive lampadine e regolari ispezioni a casa degli ispettori dello
stato(assunti dalle compagnie elettriche e dai lettori del contatore) per controllare l'osservanza del Sig.Rossi alla
legge verde.
Poichè gli uomini producono CO2 respirando, sicuramente una cosa sensibile da fare sarebbe tassare l'aria che
respiriamo? Su ciò è in atto una discussione. Il New York Times ha pubblicato la scorsa settimana un editoriale
facendo un appello ai governi per imporre agli uomini una tassa sull'aria che respiriamo! Tassare l'aria che
respiriamo! Possiamo non essere d'accordo che questi mostri del controllo isterico si siano impadroniti del teatro
del dibattito sul riscaldamento globale? L'idea di tassare l'aria che respiriamo è stata per decenni un'allegoria
satirica del controllo governativo ma ora sta diventando una realtà, perchè il riscaldamento globale sta
diventando la giustificazione per fare qualunque cosa! Il riscaldamento globale è anche un'opportuna copertura
per i veri crimini ambientali che andranno avanti a nome delle mega corporations e dell'establishment scientifico
complici del governo che impone draconiane misure su di noi in nome dell'ambiente.
Nel frattempo siamo costretti a finanziare la nostra fornitura d'aria, la contaminazione da OGM, lo smaltimento
di rifiuti tossici, clonazioni bizzarre di scienziati pazzi e la distruzione della foresta pluviale continuerà
rapidamente mentre siamo sempre sotto osservazione sulle lampadine e sulle bottiglie di birra. Ci dicono che
non c'è rimasto tempo per il dibattito - non vogliamo saperne del periodo medievale caldo, di come le
temperature sono scese con l'aumento delle emissioni di CO2 dagli anni '40 agli '80, di come la troposfera non
mostri aumento dei gas-serra, dell'attività solare e delle sue dirette correlazioni con il cambiamento climatico,
dei campioni di ghiaccio artico che mostrano il ritardo del CO2 dopo l'aumento della temperatura - perchè il
riscaldamento globale è la nostra giustificazione per fare qualsiasi cosa e lo andiamo a fare, che vi piaccia o no !!
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
KYOTO A CASA NOSTRA
• L'UOMO CHE INQUINA
• LA TASSA SULLA CO2
• LEGAMBIENTE
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
I rifiuti: una gestione sostenibile?
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Il problema della gestione dei
rifiuti
•
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L'evidente problema della gestione dei rifiuti è diventato sempre più di
rilevanza nazionale. La smodata crescita dei consumi e dell'urbanizzazione
hanno, da un lato, aumentato moltissimo la produzione dei rifiuti e, dall'altro,
ridotto le zone disabitate in cui trattare o depositare i rifiuti. La società
moderna oggi si trova quindi costretta gestire una grande quantità di rifiuti in
spazi sempre più limitati. Una situazione in cui si alimenta anche il traffico e
lo smaltimento illegale dei rifiuti.
L'uso delle discariche, pur avendo in sé costi bassi, comporta uno spreco di
materiale che sarebbe almeno in parte riciclabile nonché l'uso di vaste aree di
territorio e non configura la soluzione ottimale; inoltre crea grandi
concentrazioni di rifiuti con inevitabili conseguenze sull'ambiente. I
termovalorizzatori (inceneritori), invece, basano il loro funzionamento
sull'incenerimento dei rifiuti. Sfruttando la combustione così ottenuta
producono energia elettrica e calore con rendimento energetico variabile. In
alcuni casi possono provocare emissioni tossico-nocive (in particolare di
polveri sottili e di diossine).
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
……la parola al Dr. Maurizio Ciriello.
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
L’INCENERIMENTO
L’incenerimento è un processo di combustione ad alta temperatura che dà come prodotti
finali un effluente gassoso e ceneri. Viene principalmente utilizzato per lo smaltimento
dei rifiuti all’interno di impianti detti inceneritori.
Negli impianti più moderni il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene
recuperato e utilizzato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia
elettrica o come vettore di calore (ad esempio per il teleriscaldamento).
Questi impianti con tecnologie per il recupero prendono il nome di inceneritori con
recupero energetico o più comunemente termovalorizzatori.
Le categorie principali di rifiuti inceneribili sono:
• Rifiuti solidi urbani (RSU)
• Rifiuti speciali
• Categorie particolari come i fanghi di depurazione, i rifiuti medici o dell’industria
chimica.
Vi è poi una quantità di rifiuti non inceneribili (inerti) pari a ~30 milioni di tonnellate l’anno
(25%).
Prima di procedere all’incenerimento i rifiuti possono essere trattati tramite processi volti a
eliminare i rifiuti non combustibili (vetro, metalli, inerti) e la frazione umida (scarti
alimentari, agricoli). I rifiuti trattati in questo modo sono definiti CDR (combustibili
derivati dai rifiuti).
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Gli inceneritori
• Un tour dentro l’impianto
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Gli inceneritori e l’Europa
In Europa sono attualmente attivi (fino al 2002) 354 impianti di
termovalorizzazione/incenerimento in 18 nazioni.
Danimarca, Germania e Svezia ne fanno largo uso. In Olanda sorgono
alcuni tra gli inceneritori più grandi d’Europa anche se la politica
dominante è volta alla prevenzione, al riciclo, al riuso.
In Italia gli inceneritori non sono molto diffusi a causa dei dubbi che
permangono riguardo la nocività delle emissioni. La maggior parte
delle 3,5 milioni di tonnellate di combustibile da rifiuti italiani viene
incenerita in impianti del Nord.
In realtà secondo la normativa europea solo la parte organica dei rifiuti
potrebbe essere considerata rinnovabile, la restante parte può essre
considerata esclusivamente una forma di smaltimento del rifiuto
escludendo la valenza di recupero.
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
• Inceneritori: si o no?
Gli inceneritori non sono una soluzione efficace al problema.
Inceneritori:
si
o
no?
“Principio Precauzionale”, secondo cui si devono prevenire le
emissioni di sostanze contaminanti anche in assenza di prove
definitive sulla probabilità del danno;
Convenzione di Stoccolma sui POP, gli inquinanti organici
persistenti per cui, a maggio 2001, l’Italia insieme ad oltre 90 Paesi si
è impegnata alla loro graduale eliminazione;
Salvaguardia dell’ambiente e quindi della salute pubblica;
Ingenti investimenti economici necessari alla realizzazione di un
impianto a fronte di una bassa efficienza di recupero energetico;
Tempi di realizzazione di un inceneritore che non possono far fronte
all’attuale emergenza.
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Bioaccumulazione
LE DIOSSINE E GLI
ALTRI POP SONO
BIOACCUMULABILI
NEGLI ORGANISMI
VIVENTI E QUINDI
HANNO LA
CAPACITA’ DI
RISALIRE LA
CATENA
ALIMENTARE,
GIUNGENDO FINO
ALL’UOMO.
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Effetti sanitari delle Diossine
•La Diossina (2,3,7,8-TCDD) è un accertato cancerogeno per
l’uomo, mentre le altre diossine/furani sono potenziali cancerogeni
•Effetti neurocomportamentali: ridotta funzione cognitiva,
aumentato comportamento iperattivo, effetti avversi
sull’attenzione, aumentata depressione
•Alterata funzione del sistema immunitario
•Disturbi del sistema nervoso centrale
•Cloracne ed altre alterazioni epidermiche
•Disturbi della funzione epatica e renale
•Alterati livelli degli ormoni: tiroide, testosterone ed estrogeni
•Effetti sul sistema riproduttivo: rapporto dei sessi alterato,
ridotta fertilità
•Difetti alla nascita: ipospadia (malformazione delle vie urinarie
dell’uomo)
•Endometriosi (presenza di tessuto che riveste l’utero in sedi
differenti dalla cavità uterina)
COME LE DIOSSINE E GLI ALTRI POP
DALLE FONTI ARRIVANO A NOI …
Il latte e la diossina
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
MA QUAL E’ LA SOLUZIONE?
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Secondo Greenpeace, la gestione dei
rifiuti
deve
perseguire
obiettivi
progressivi di:
• Prevenzione della produzione e pericolosità
dei rifiuti
• Raccolta differenziata
• Compostaggio
• Riciclo
• Riutilizzo
VERSO LA PRODUZIONE
PULITA...
I SISTEMI DI PRODUZIONE PULITA SONO
PROGETTATI AFFINCHE’
… PREVENGANO LA PRODUZIONE DI RIFIUTI,
IN PARTICOLARE DI QUELLI PERICOLOSI
EVITANDO L’IMPIEGO DI COMPOSTI CHIMICI
PERICOLOSI IN FASE PRODUTTIVA
… IMPIEGHINO SISTEMI PIU’ EFFICIENTI IN
TERMINI DI UTILIZZO DI MATERIE PRIME E
DI ENERGIA
I PRODOTTI DERIVATI DA
PROCESSI “PULITI” SONO …
 NON-TOSSICI E NON CONTENGONO RESIDUI
CHIMICI
 COSTITUITI DI MATERIALI BIODEGRADABILI
 RESISTENTI E RIUTILIZZABILI
 FACILI DA SCOMPORRE, RIPARARE E
RICOSTRUIRE
 IMBALLAGGIO RIDOTTO E COSTITUITO DI
MATERIALE RICICLABILE E/O RICICLATO
Gli illeciti
• Eco-mafie
• Traffici politici
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Nel Pacifico l'Isola della spazzatura
per l'80 per cento è formata di plastica!
• Lo chiamano Pacific Trash Vortex, il vortice di spazzatura dell'Oceano
Pacifico, ha un diametro di circa 2500 chilometri è profondo 30 metri
ed è composto per l'80% da plastica e il resto da altri rifiuti che
giungono da ogni dove. "E' come se fosse un'immensa isola nel mezzo
dell'Oceano Pacifico composta da spazzatura anziché rocce. Nelle
ultime settimane la densità di tale materiale ha raggiunto un tale valore
che il peso complessiva di questa "isola" di rifiuti raggiunge i 3,5
milioni di tonnellate“
• La maggior parte di questa plastica è poco biodegradabile e finisce per
sminuzzarsi in particelle piccolissime che poi finiscono nello stomaco
di molti animali marini portandoli alla loro morte. Quella che rimane si
decomporrà solo tra centinaia di anni, provocando da qui ad allora
danni alla vita marina.
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Zero waste
• Zero Waste
Robin Murray
• As a pollutant, waste
• demands controls.
• As an embodiment
• of accumulated energy
• and materials it invites
• an alternative.
• L’Australia e’ un esempio di ZERO WASTE
per tutto il mondo
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
Il lobbysmo
• Il termine lobby riassume un concetto più
ampio di quello tradizionale, esprimendo un
metodo di gestione delle relazioni, una
strategia dei rapporti. Può essere attuata sul
parlamentare oppure verso qualsiasi soggetto
politico, detto policy maker. Questa
distinzione deve essere ben chiara, perché è
necessario utilizzare metodi e strategie
diversi a seconda del nostro specifico
interlocutore.
VIS - 24 Novembre 2007, Caserta
GRAZIE PER L’ATTENZIONE!!!!!!!!!!
Fabio Madonna
CNR-IMAA
Istituto di Metodologie per l’Analisi
Ambientale
[email protected]
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