3 Statistica

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3. STATISTICA
A. Federico
ENEA; Fondazione Ugo Bordoni
Scuola estiva di fonetica forense
Soriano al Cimino 17 – 21 settembre 2007
LE SORGENTI DI INFORMAZIONE
Una sorgente di informazione invia messaggi che
sono processi aleatori dotati di variabilità. La
variabilità è la condizione propria del processo.
L’incertezza è invece lo stato soggettivo di colui
che riceve il messaggio. La sorgente è stazionaria
se ha proprietà probabilistiche stabili nel tempo ed
è ergodica se le sue leggi possono essere ricavate
mediante osservazioni ripetute dei suoi messaggi
che (se) si ripetono nel tempo.
Esperimenti e misure si possono programmare
proprio allo scopo di conoscere le proprietà
statistiche delle sorgenti. Il messaggio ricevuto è
sostanzialmente una misura il cui risultato è a sua
volta una variabile con proprietà aleatorie.
DISTRIBUZIONI PROBABILISTICHE E MOMENTI
Una sorgente di informazione è definita, come già
detto, quando sono noti gli alfabeti e le leggi
probabilistiche che ne governano i segnali,
simboli e gli aggregati di simboli. Le leggi
probabilistiche sono definite dalle probabilità dei
segnali e dei simboli emessi.
Condizione
necessaria e sufficiente per conoscere le funzioni
di distribuzione di probabilità della sorgente è
conoscerne i parametri che sono tutti i momenti di
qualsiasi ordine, definiti come valori attesi della
serie delle potenze successive degli scarti:
M1 = m = E(x); M = E(x-m)
MODELLI STATISTICI
Si definisce modello statistico di un processo
aleatorio la collezione di tutte le p.d.f. necessarie e
sufficienti per definirne le proprietà statistiche;
Le p.d.f. possono essere stimate a partire da
opportuni depositi di dati di processo (Database),
tanto con approcci parametrici, che richiedono la
stima dei parametri di funzioni predefinite, un vettore
parametrico , quanto non parametrici (distribution
free);
Mediante l’approccio non parametrico o distribution
free, lo sperimentatore dispone di una pdf stimata
direttamente a partire dai dati campionari. Tale
approccio si complica al crescere della dimensione p
del vettore delle misure.
STATISTICHE
Definiamo statistica una qualsiasi funzione dei dati
ricevuti/misurati. Nell’approccio bayesiano ogni
statistica è una variabile aleatoria essa stessa,
regolata da una propria pdf che in alcuni casi può
essere derivata dalla pdf dei dati, posto che sia nota.
Sono esempi di statistiche le medie, le varianze, le
distanze da un target etc.
La legge che regola i dati, una pdf nel caso continuo,
può essere in alcuni casi espressa mediante una
funzione di una stringa o vettore parametrico ; 1, 2,
… k. Come si è visto, per le distribuzioni normali
monovariate si tratta di due soli parametri m e s2,
posizione (displacement) e varianza.
MEDIA PARAMETRI E MOMENTI DEL I ORDINE
La media campionaria su n dati:
Lo scarto dalla media che ha
media nulla:
La mediana di un insieme di n dati ordinati in ordine
di grandezza crescente è il valore centrale dei dati,
se il numero di dati è dispari, o la media aritmetica
dei due valori centrali, se il numero dei dati è pari.
La moda è il valore o la classe a cui corrisponde la
massima frequenza o la massima probabilità. I
massimi relativi possono essere più d’uno.
VARIANZA PARAMETRI E MOMENTI DEL II ORDINE
La varianza campionaria su n
dati:
La deviazione standard
campionaria:
Sono detti indici di dispersione o indici di
variabilità, perché misurano la dispersione dei dati
attorno alla media. La varianza è tanto più grande
quanto più i dati si discostano dalla media. I valori
di s e s2, poiché misurano l’effettiva variazione
assoluta presente in un insieme di dati, dipendono
dall’unità di misura dei dati.
PARAMETRI E MOMENTI DI ORDINE SUPERIORE
La asimmetria (skewness) dei dati è il valore
campionario del momento di terzo ordine.
Un valore positivo indica una distribuzione in cui i
valori sono raggruppati nel range dei valori bassi con
una lunga coda che si estende verso I valori maggiori.
Un valore negativo indica la situazione opposta.
Il momento campionario del quarto ordine misura la
curtosi (flatness) campionaria dei dati.
Una curtosi positiva indica che ci sono piu` valori agli
estremi della distribuzione di quanto aspettato. Una
curtosi negativa indica ci sono meno avlori agli
estremi della distribuzione di quanto aspettato
STATISTICHE SUFFICIENTI
Una statistica di un campione t(x), come media,
varianza, momenti, ricavata da una sequenza
campionaria x,
è detta “sufficiente” per  se la
funzione di verosimiglianza è fattorizzabile:
L( |x) = g(t(x),)h(x); h non negativa.
Si definisce funzione di score, s:
s(x;) = l /
dove E(s)=0
La matrice di covarianza di s, E(ss’), è la “Matrice
informativa di Fisher”, F = E(2l/2).
Vale la diseguaglianza di Cramér-Rao: E(t,t’)  F-1
IL CASO NORMALE
Riprendiamo il modello statistico associato ad un
campione di dati aleatori normale N(m, σ2). In questo
caso la verosimiglianza è fattorizzabile:
e quindi estratti i dati e quindi noti i valori assunti
dalle statistiche:
Syi , Syi2
la verosimiglianza è univocamente determinata. Si
tratta dunque di statistiche congiuntamente
sufficienti.
USO DELLE STATISTICHE SUFFICIENTI
Effettuato un esperimento statistico con l’estrazione
di un campione X cerchiamo le statistiche t tali che il
calcolo del valore da esse assunto sia del tutto
equivalente ai fini dell’inferenza su  alla conoscenza
di tutto il campione x.
Dato un modello statistico, una statistica t(x) viene
detta sufficiente per  se assume lo stesso valore in
corrispondenza di campioni diversi solamente
quando essi hanno verosimiglianze proporzionali.
Data
una
statistica
sufficiente
t
abbiamo
verosimiglianze diverse solo se t assume valori
diversi. Il valore assunto da una statistica sufficiente
sintetizza quindi tutta l’informazione che c‘è
nell’intero campione.
PIANIFICAZIONE DEGLI ESPERIMENTI
Il concetto di popolazione in statistica si discosta
dunque dal senso comune. La popolazione è un
insieme reale di soggetti con caratteristiche comuni,
in statistica è invece l’insieme di tutte le misure
possibili di un determinato parametro (multivariato,
vettoriale) regolato da una comune legge
probabilistica.
Quando si tratta di un insieme molto grande può non
essere possibile né economicamente conveniente
raccogliere tutti i dati. Si esegue in tal caso un
esperimento consistente nell’estrazione di un
campione che costituirà un sottoinsieme di
dimensioni trattabili della popolazione.
CAMPIONAMENTO STATISTICO
L’informazione viene raccolta a campione per:
 risorse limitate, alto costo del campionamento;
 pochi dati disponibili per ragioni fisiche;
 impossibilità di compiere il campionamento
perché distrugge l’oggetto in esame o per difficoltà
di natura sociale.
Si può contare, il più delle volte, su un campione
composto da un numero limitato di dati, e si trae da
essi per inferenza statistica quanto serve per
sviluppare un esperimento. La teoria dei campioni è
lo studio delle proprietà di una popolazione
mediante i campioni che la costituiscono.
ESTRAZIONE DEI DATI
La via migliore per evitare di estrarre campioni non
rappresentativi
di
una
popolazione
è
il
campionamento casuale, nel quale deve essere
identica la probabilità di estrazione di ciascun dato.
Ciò richiede che il campione delle misure X sia
costituito da vettori X indipendenti ed identicamente
distribuiti (iid). Le fasi del campionamento sono:







Definizione della popolazione
Specificazione del quadro sperimentale
Definizione del metodo di campionamento
Determinazione della dimensione del campione
Predisposizione logistica della misura
Effettuazione della misura
Esame dei dati.
GRADI DI LIBERTA’
Dato un campione di dimensione n ed un set di k
statistiche, il massimo numero di elementi del
campione liberi di variare senza alterare le k
statistiche già calcolate è il numero dei gradi di
libertà, dgf, del campione stesso. Si tratta del
numero di informazioni indipendenti che fanno il
campione.
Dimensionare i dgf di un campione è questione
delicata sulla quale operano esigenze contrastanti,
l’economia di risorse e di tempo da un lato, la
disponibilità di buoni dati di qualità effettivamente
indipendenti dall’altro, l’opportunità di trattare
grandi campioni per avere buone inferenze e buone
stime dall’altro ancora.
DIMENSIONE DEL CAMPIONE, GRADI DI LIBERTA’
Per dimensionare un esperimento occorre dare una
figura di merito. Si può trattare di limiti di
disponibilità, di spesa o di tempo. Se si assegna
viceversa una performance di possono calcolare i
dgf necessari. Nel più classico dei test sulla media
di una popolazione sia a l’errore di I specie, di falsa
reiezione dell’ipotesi nulla x=0 rispetto all’ipotesi
alternativa m = zas, e sia 1-b la potenza del test, cioè
sia b l’errore massimo ammesso di falsa
accettazione, di II specie. Si dimostra che (F è la
cumulativa normale):
IL PARLATORE
Dobbiamo supporre che il parlatore sia una sorgente
di informazione stazionaria ed ergodica poiché il
campione può essere formato solo con dati estratti
in tempi successivi. L’ipotesi ha delle limitazioni
evidenti. Le misure (formantiche, etc.) accessibili
costituiscono il campione di una popolazione di
vettori acustici mediante i quali eseguiamo inferenze
sui parametri della pdf del parlatore (FUB SPREAD)
o sulla intera distribuzione (Rossi). Nell’approccio
FUB si suppone per di più che i parametri di
secondo ordine della pdf siano indipendenti dal
parlatore. L’inferenza campionaria si semplifica alla
sola determinazione della posizione nello spazio
(displacement) del valore medio.
LA POPOLAZIONE DEI PARLATORI
Vedremo che nei processi di decisione occorre il
modello statistico della o delle popolazioni di
appartenenza dei parlatori (ad esempio i maschi
adulti italiani. La definizione di popolazione di
appartenenza (taluni usano la denominazione di
riferimento) è questione delicata, controversa e causa
di errori anche gravi. Basti dire che i parametri delle
probabilità di errore sono direttamente dipendenti dal
modello di tale popolazione.
Alle proprietà statistiche della popolazione dei
parlatori si perviene ancora una volta per
campionamento, ma con procedimenti reiterati di
accumulazione progressiva nei quali è fondamentale
la qualità delle procedure.
INFERENZE
Dal campione intendiamo ricavare informazioni e
statistiche che ci servono per il processo
decisionale
mediante
operazioni
denominate
inferenze. Tipicamente ci attendiamo dall’inferenza
informazioni sulla distribuzione di probabilità dei
dati o sui suoi momenti di vario ordine, seguendo
approcci
distribution-free
o
parametrici
(a
distribuzione data).
Nell’approccio FUB IDEM-SPREAD le distribuzioni
sono supposte essere multivariate normali e
l’inferenza viene condotta sulle matrici dei momenti
del primo e del secondo ordine, medie e covarianze.
STIME DI MASSIMA VEROSIMIGLIANZA
Un parametro incognito di una p.d.f. può essere
stimato a partire da un campione di dati x.
Le stime di massima verosimiglianza di un vettore
parametrico  si ottengono dalla soluzione del
sistema S=0 e godono della proprietà di essere
asintoticamente normalmente distribuite con media
 (stime unbiased) e varianza (nF)-1 (stime
consistenti).
In base alla diseguaglianza di Cramér-Rao le stime
MLE sono a varianza minima. Per la distribuzione
normale, p=1, si ha:
m = x = 1/n Sixi
s2 = 1/n Si(xi-x)2
LE MATRICI DEI DATI FORMANTICI
Struttura delle matrici di dati X = (xi,j,k)
FOGLIO DATI dello
SPEAKER k-esimo
Sample1
Sample2
FF0a
x11k
x12k
x1jk
FF1a
x21k
x22k
x2jk
FF2a
x31k
x32k
x2jk
FF3a
x41k
x42k
x2jk
FF0e
x51k
x52k
x5jk
…
…
…
…
FF3u
x20 1k
x20 2k
x20 jk
…
Sample j
PROPRIETA’ STATISTICHE DEI DATI
 I dati fonoacustici derivano da campagne
sperimentali di acquisizione ed elaborazione
dati con tecniche di “Digital Signal Processing”;
 La qualità dei dati deve essere assicurata. Il
trattamento statistico non può compensare la
mancanza di qualità dei dati se non in maniera
marginale (filtraggio degli outliers, correzione di
alcuni tipi di errori, etc …);
 Le misure devono essere statisticamente
indipendenti. Un errore da non fare e’ una
doppia misura formantica sulla stessa vocale;
PROPRIETA’ STATISTICHE DEI DATI
 Le funzioni di densità di probabilità (p.d.f.) dei
processi coinvolti nell’esperimento devono
essere note, ovvero identificate e ricavata dai
dati stessi. Esse sono funzioni multivariate,
continue e differenziabili, che, integrate su un
dominio p-dimensionale D, danno la probabilità
che il campione cada in quel dominio.
 Deve in particolare essere nota e statisticamente
definita la popolazione di appartenenza delle
voci, ad esempio “i maschi adulti italiani”. La
distribuzione di probabilità della popolazione
deve quindi essere nota e verificata.
PROPRIETA’ STATISTICHE DEI DATI
 Si fa l’ipotesi che l’emissione vocale sia, con
buona approssimazione, un processo aleatorio e
che i parametri acustici, frutto di misure spettrali o
temporali affidabili
e ripetibili, siano variabili
aleatorie continue regolari, “well behaving”, dotate
di funzioni di densità di probabilità;
 L’ipotesi accreditata dal progetto FUB IDEMSPREAD, adeguatamente confortata dai risultati
sperimentali, e’ che i dati siano regolati dafunzioni
di distribuzione multivariate normali;
 In alcuni casi si dovrà ricorrere all’ipotesi che la
p.d.f. di parlatori diversi si differenzi solo per il
momento del primo ordine (displacement factor),
media o centroide.
LE STATISTICHE: MEDIE CAMPIONARIE
Matrice delle medie dei parlatori: Xk = (xik)
foglio k-esimo (k = 1, … K)
FF0a
FF1a
FF3u
1/n1kSj x1jk, 1/n2k Sj x2jk, … 1/npk Sj xp,j,k
Vettore media delle medie: X = (xi)
FF0a
FF1a
FF3u
1/KSk x*1k , 1/K Sk x*2k, … 1/K Sk x*pk
COVARIANZE E CORRELAZIONI CAMPIONARIE
Matrice delle covarianze dei parlatori Wk = nkSk/(nk -1)
foglio k-esimo (p * p), nik= nk,i
wii’k = 1/(nk -1) Sj (xijk xi’jk - x*ik x*i’k)
Matrice delle covarianze “pooled” W, (N= Sk nk )
W = 1/(N - K) Sk (nk -1) Wk
Matrice delle correlazioni 
ii’ = wii’/(wii’*wii’)½
Varianza generalizzata = Det (W)
MANOVA, ANALISI MULTIVARIATA DELLA VARIANZA
Matrice delle covarianze totali del campione, T
(N-1) T = Sk Sj (xjk - x) (xjk - x)’
Matrice delle covarianze intraparlatori “pooled”, W
(N - K) W = Sk (nk -1) Wk
Matrice delle covarianze della popolazione, P
(K-1) P = Sk nk(x*k - x**) (x*k - x**)’
Identità MANOVA
(N-1) T = (N - K) W + (K-1) P
LE COMPONENTI PRINCIPALI
Sussiste il Teorema: “Se x ha una distribuzione
multivariata normale N(m;S), la
y = (y1, y2, …, yp) = S-1/2(x-m)
è costituita da p variabili indipendenti distribuite
come N(0,1)”.
Di analoga proprietà godono le “Componenti
principali” z = ’(x-m), dove la matrice  diagonalizza
la matrice di covarianza: S’ = . La matrice
diagonale  contiene le varianze delle p componenti
principali che hanno distribuzione N(0,i). La
trasformazione  ruota e centra sugli assi coordinati
ed ordina nel senso delle varianze decrescenti i punti
di una popolazione avente la distribuzione N(m;S).
FORME QUADRATICHE
Il kernel della p.d.f. Multivariata Normale è una
forma quadratica che ha le caratteristiche
geometriche di una distanza normalizzata. Per ogni
misura x si definisce una f.q.:
Fq = (x - m) S-1 (x - m)’
che gode di proprietà interessanti. Tra esse:
 Se x~N(m;S), Fq(x, m) ~ 2p .
 Fq è invariante per ogni operazione lineare di
traslazione o rotazione in Sp .
 Fq = cost è l’equazione in Sp delle sezioni
isoprobabili si una p.d.f. Multivariata Normale Np.
LA DISTANZA DI MAHALANOBIS
In analogia formale con Fq, indipendentemente dalla
distribuzione di probabilità del dato, si definisce
“distanza di Mahalanobis” tra due punti in uno spazio
Sp con matrice di normalizzazione S come:
D2(x1,x2) = (x1 - x2) S-1 (x1 - x2)’
Se X1,X2 sono campioni multivariati normali iid di
dimensione n1, n2, di due parlatori Spk1, Spk2 e la
covarianza è la stessa, la statistica:
D2(x1,x2) = (x1 - x2) S-1 (x1 - x2)’
ha una distribuzione di probabilità nota:
 se S è incognita si tratta di una T2 di Hotelling a due
campioni, versione multivariata della t di Student;
 se invece è nota si tratta di una chi-quadratica 2p
I TEST CON LA DISTANZA DI MAHALANOBIS
Assegnata una ipotesi, ad esempio Spk1 = Spk2,
eseguito l’esperimento ed estratto il campione, la
distribuzione (pdf) della statistica della D2(x1,x2) può
essere ricavata dai dati stessi (Rossi). Per la stima
della covarianza con dati scarsi si usano
generalmente gli approcci bootstrap con la ripetizione
dei dati. Se X1,X2 sono campioni multivariati normali
iid di dimensione n1, n2, n in totale, di due parlatori
Spk1, Spk2 e la covarianza è la stessa, vale la
importante legge:
n1 n2 (n-p-1) D2 /[n(n-2)p] ~ Fp, n-p-1
dove F è la distribuzione di Fisher che per n∞, cioè
per S, nota si semplifica nella :
n1 n2 D2 /n ~ 2p.
IL MODELLO FUB SP99
Ogni anno viene aggiornato presso la Fondazione
Ugo Bordoni un database che contiene vettori
parametrici di voci telefoniche maschili italiane
adulte ricavate da casi di reale interesse giudiziario.
In Enea vengono estratti da esso i modelli statistici
aggiornati. Il Database è denominato SP seguito
dall’anno di aggiornamento. L’ultimo è dunque SP99.
Le sue specifiche sono:
Popolazione: Maschi italiani adulti
n° parlatori K = 179
n° di realizzazioni = 3983, p = 20
n° di vettori vocalici = 14176
DATABASE SP99
Grafici di scatter dei parlatori: formanti 1 e 2 della “a”
1
8
0
0
F2
1
6
0
0
1
4
0
0
1
2
0
0
1
0
0
0
4
0
05
0
06
0
07
0
08
0
09
0
0
F
F
1
DATABASE SP99
Grafici di scatter dei parlatori: formanti della “a” e della “e”
1
1
0
0
1
2
0
0
1
3
0
0
1
4
0
0
1
5
0
0
1
6
0
0
2
0
0
0
2
2
0
0
2
4
0
0
2
6
0
0
2
8
0
0
3
0
0
0
7
5
0
6
5
0
a
F
F
1
5
5
0
4
5
0
1
6
0
0
1
5
0
0
1
4
0
0
a
F
F
2
1
3
0
0
1
2
0
0
1
1
0
0
2
8
0
0
2
6
0
0
a
F
F
3
2
4
0
0
2
2
0
0
2
0
0
0
3
0
0
0
2
8
0
0
2
6
0
0
e
F
F
3
2
4
0
0
2
2
0
0
2
0
0
0
4
5
0
5
5
0
6
5
0
7
5
0
2
0
0
0
2
2
0
0
2
4
0
0
2
6
0
0
2
8
0
0
IL MODELLO SP99: LA COVARIANZA “W” INTRAPARLATORE
Poiché le vocali sono statisticamente indipendenti, il
modello W può essere descritto mediante 4 tabelle
separate comprendenti le
varianze e le matrici di
correlazione. Il modello W descrive la dinamica
intraparlatore alle ipotesi di normalità multivariata e di
stabilità del modello al variare del parlatore.
Parametri
Varianze (n-1)
Correlazioni
aFF0
aFF1
aFF2
aFF3
aFF0
355.3
1
0.00
0.04
0.06
1
-0.01
0.00
1
0.02
1
Parametri
Varianze (n-1)
Correlazioni
iFF0
iFF1
iFF2
iFF3
iFF0
391.7
iFF1
802
iFF2
5814
iFF3
7340
1
0.15
0.07
0.04
aFF1
2357
1
-0.18
-0.09
aFF2
4195
1
0.39
aFF3
10840
1
Parametri
Varianze (n-1)
Correlazioni
eFF0
eFF1
eFF2
eFF3
eFF0
321.4
eFF1
1720
eFF2
7260
eFF3
5696
1
-0.01
0.02
0.08
1
-0.20
0.02
1
0.19
1
Parametri
Varianze (n-1)
Correlazioni
oFF0
oFF1
oFF2
oFF3
oFF0
347.7
oFF1
1658
oFF2
4101
oFF3
7644
1
0.00
0.07
0.02
1
0.02
0.01
1
-0.01
1
IL MODELLO SP99: LA COVARIANZA “P” DELLA POPOLAZIONE
Il modello generale della popolazione dei maschi
italiani adulti, supposto normale,
è descritto
mediante il vettore delle medie (centroide) della
popolazione e la matrice di covarianza delle medie
(varianze e correlazioni) a 16 - 20 dimensioni.
Parametri aFF0
Centroide 130.3
aFF1 aFF2 aFF3 eFF0
629.3 1355.6 2432.0 132.8
eFF1 eFF2 eFF3 iFF0
465.8 1723.5 2458.7 137.8
iFF1
iFF2
iFF3 oFF0
355.5 1989.5 2510.5 133.8
oFF1 oFF2 oFF3
492.7 1057.2 2406.6
Varianze (n-1)
aFF0
369
aFF1
2597
aFF2
4562
aFF3
13013
eFF0
433
eFF1
1354
eFF2
11551
eFF3
12715
iFF0
437
iFF1
1521
iFF2
14830
iFF3
13950
oFF0
452
oFF1
1445
oFF2
4398
oFF3
14646
aFF0
aFF1
aFF2
aFF3
eFF0
eFF1
eFF2
eFF3
iFF0
iFF1
iFF2
iFF3
oFF0
oFF1
oFF2
oFF3
1.00
0.18
-0.10
0.18
0.91
0.25
-0.06
0.12
0.91
0.40
-0.05
-0.01
0.93
0.26
0.04
0.14
0.18
1.00
0.25
0.35
0.22
0.55
0.48
0.39
0.25
0.28
0.45
0.42
0.22
0.54
0.25
0.28
-0.10
0.25
1.00
0.15
-0.05
0.18
0.46
0.32
-0.08
0.02
0.51
0.35
-0.08
0.18
0.43
0.24
0.18
0.35
0.15
1.00
0.20
0.38
0.42
0.84
0.18
0.18
0.39
0.68
0.18
0.31
0.17
0.87
0.91
0.22
-0.05
0.20
1.00
0.29
0.02
0.15
0.90
0.39
0.03
0.07
0.93
0.31
0.09
0.17
0.25
0.55
0.18
0.38
0.29
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