STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI DAL SISTEMA EUROPEO AL SISTEMA MONDIALE DEGLI STATI DEFINIZIONI Politica internazionale: cronaca dei fatti contingenti considerati nel momento in cui accadono, nelle loro immediate premesse e nelle conseguenze che ne derivano Storia internazionale: studio di ciò che non riguarda la realtà interna dello Stato in cui si opera Storia dei trattati: è prevalente l’aspetto giuridico dello studio del procedimento mediante il quale furono elaborate le norme contenute nei trattati e delle disposizioni convenute nei trattati stessi Storia diplomatica: storia della politica estera degli Stati Storia delle relazioni internazionali: studio dei rapporti tra Stati, ruolo delle organizzazioni internazionali e delle ONG, dinamiche economiche, sociali, ambientali, influenza dei media, dell’opinione pubblica, delle ideologie, funzione della società civile, peso delle imprese multinazionali, fattori geografici, demografici ecc. GLOSSARIO I STATO MODERNO RAGION DI STATO sicurezza e stabilità dello Stato sono obiettivi prioritari cui va subordinata ogni altra considerazione di natura etica, religiosa, politica, economica o giuridica ANARCHIA INTERNAZIONALE politica internazionale = lotta per il potere, politica di potenza GERARCHIA TRA STATI E PRINCIPIO DI EQUILIBRIO SISTEMA INTERNAZIONALE complesso di interrelazioni tra soggetti distinti in cui il comportamento di ciascuno influenza le scelte degli altri GLOSSARIO II SISTEMI DI STATO BIPOLARI E SISTEMI DI STATO MULTILATERALI SISTEMI OMOGENEI O VALORI DIVERSI STATI INSULARI E STATI CONTINENTALI RICCHEZZA E POTENZA ATTORI E FATTORI Attori: coloro che agiscono nel campo delle relazioni internazionali (individui, enti, organizzazioni). Uno degli attori più importante (e per secoli quasi esclusivo) è lo Stato, oggi affiancato da altri soggetti che influenzano le relazioni internazionali (organizzazioni internazionali, ONG, imprese multinazionali, lobby, organizzazioni terroristiche, organizzazioni criminali, opinione pubblica ecc.). Fattori: elementi di varia natura che influiscono sull’andamento delle relazioni internazionali (geografia e territorio, popolazione e curva demografica, sistema economico, strutture politiche e sociali, ideologia, potenza militare, ambiente, sviluppo scientifico e tecnologico ecc.). PERIODIZZAZIONE 1494 grandi potenze crisi del sistema italiano degli Stati. Spagna e Francia 1521 - 1659 tentativi egemonici asburgici. I Paesi Bassi grande potenza 1661 - 1815 tentativi egemonici francesi. Ascesa dell’Inghilterra, di Prussia, Austria e Russia 1815 - 1914 pace dei cent’anni. Egemonia britannica. Ascesa di Stati Uniti e Giappone 1914 - 1945 tentativi egemonici tedeschi. Crollo del sistema europeo degli Stati 1945 - 1991 sistema mondiale bipolare. Integrazione europea post 1991 ricerca di un nuovo ordine internazionale: anarchia, unipolarismo, multipolarismo? L’Europa nell’800 L’impero di Carlo Magno nell’anno 814 La divisione dell’impero di Carlo Magno L’Europa nel 900 L’Europa nel 1000 L’Europa nel 1100 L’Europa nel 1200 L’Europa nel 1300 DAL SISTEMA ITALIANO AL SISTEMA EUROPEO DEGLI STATI Il sistema italiano degli Stati • • • • Anticipa due caratteristiche del sistema europeo: il principio dell’equilibrio e la presenza di uno Stato insulare Cinque grandi potenze regionali e molte medie e piccole potenze La pace di Lodi del 1454 Lorenzo il Magnifico La crisi del sistema italiano degli Stati • La calata di Carlo VIII di Francia e l’inizio delle guerre per l’egemonia in Italia L’emergere di grandi potenze europee • • • • Regno di Spagna, Regno di Francia, Regno d’Inghilterra Italia e Germania L’Europa orientale e la Russia L’impero ottomano Il sistema italiano degli Stati 1494 I Il sistema italiano degli Stati 1494 II L’EUROPA NELL’ETA’ MODERNA I secoli XV e XVI sono caratterizzati da due fattori di lungo periodo, destinati a segnare la storia europea nei secoli successivi: • • l’espansione europea nel mondo ad opera delle monarchie territoriali della costa atlantica (iberiche, francese, inglese); il conflitto fra le potenze europee per la supremazia sul vecchio continente e per la spartizione delle aree di influenza coloniali. Il primo fenomeno evidenzia la necessità di leggere la costruzione dell’identità europea in termini di alterità e di conflitto: gli europei civilizzati rispetto ai “selvaggi” americani (totalmente diversi e attraverso i quali, per confronto e differenza, è possibile vedere la propria identità); il “dispotismo” degli asiatici, come sostiene Machiavelli, rispetto alla libertà europea. Il secondo fenomeno rappresenta il filo logico interpretativo della storia europea nell’età moderna e contemporanea: la creazione del sistema europeo degli Stati, caratterizzato dalla compresenza conflittuale di una pluralità di Stati in precario equilibrio fra loro e dal tentativo ripetuto (e sempre fallito, anche grazie al ruolo anti-egemonico giocato da potenze periferiche quali la Gran Bretagna, l’impero turco e la Russia) di alcuni di essi di imporre con la forza la propria egemonia sul continente, nella prospettiva della costruzione di un impero unitario. L’Europa nel 1400 L’Europa nel 1500 ECONOMIA, MERCATI, COMMERCI, RAPPORTI SOCIALI NEL CINQUECENTO Scoperte geografiche ed espansione coloniale. Sviluppo della navigazione. Il miracolo europeo: la frammentazione politica favorisce pluralismo, libertà intellettuale, antagonismo competitivo, innovazione che impediscono l’affermarsi di un potere centralizzato. Nessuna potenza raggiunge il margine di vantaggio determinate. Rivoluzione militare. Svilupppo della stampa. La tecnica Le nuove correnti del traffico internazionale. Le rotte intercontinentali e internazionalizzazione degli scambi. Sviluppo demografico e rivoluzione dei prezzi L’economia capitalistica, artigianato e industria, concentrazione dei capitali e finanza Gruppi e rapporti sociali: clero, nobiltà, borghesia, contadini e salariati. Ascesa di nuovi strati legati alle nuove attività economiche: finanzieri, imprenditori, mercanti, tipografi, tecnici, ingegneri e artigiani impegnati nelle produzioni d’avanguardia Spirito capitalistico: calcolo razionale. Etica capitalistica e calvinismo I PRINCIPALI CENTRI DI POTERE MONDIALI NEI SECOLI XV-XVI Europa occidentale (assenza di un’autorità centrale e uniformizzante) Impero ottomano Moscovia Persia Impero Moghul Cina Giappone I TENTATIVI EGEMONICI DEGLI ASBURGO 1521 - 1659 CARLO V D’ASBURGO 1519 - 1556 FILIPPO II DI SPAGNA 1556- 1598 LA GUERRA DEI TRENT’ANNI 1618 - 1648 CARLO V D’ASBURGO 1519 - 1556 La Riforma protestante e la spaccatura religiosa e politica determinano in Germania un particolarismo che ostacola per secoli la formazione dello Stato unitario. I domini ereditari (Austria, Borgogna, Paesi Bassi, Castiglia, Aragona, Napoli, Sicilia, Sardegna, colonie americane) e la corona imperiale. Direttrici della politica estera: • • • Egemonia del potere imperiale. Asservimento dell’Italia. Le guerre contro la Francia terminate per sfinimento dei contendenti Difesa del cattolicesimo e lotta al protestantesimo. La pace di Augusta, 1555: cuius regio eius religio Il difficile contenimento dell’impero turco La divisione dei suoi domini: l’impero è troppo vasto ed eterogeneo. Filippo II re di Spagna (1556) e mantiene Paesi Bassi, Franca contea, Italia e le colonie Americane. Ferdinando I i domini austriaci e orientali, dal 1558 imperatore. Spagna e Austria rimarranno separate per sempre. La pace di Cateau-Cambrésis 1559; egemonia spagnola sull’Italia. Spagna e Austria nel 1558 FILIPPO II DI SPAGNA 1556 - 1598 La Spagna di Filippo II: religione (unione monarchia-cattolicesimo); economia (primato della rendita sul profitto borghese-capitalistico); centralizzazione assolutistica; militarismo; colonialismo; la politica matrimoniale. Le direttrici della politica estera: • • • la guerra contro i Turchi. Lepanto la rivoluzione dei Paesi Bassi scontro tra due mondi; prima grande rivoluzione dei tempi moderni; tolleranza religiosa; dinamismo economico; pluralismo sociale l’Inghilterra a. ascesa della potenza internazionale dell’Inghilterra b. fallimento dell’espansionismo spagnolo e della riconquista cattolica dell’Inghilterra c. effetti decisivi sulla rivoluzione dei Paesi Bassi L’espansione dell’impero ottomano La ribellione dei Paesi Bassi 1555 La ribellione dei Paesi Bassi 1609 L’ASCESA DELL’INGHILTERRA ELISABETTIANA Strutture politiche Il Parlamento rappresenta le antiche classi dirigenti, ma anche i nuovi ceti sociali in ascesa e diventa la voce politica della società; ruolo fondamentale nell’approvazione ripartizione del carico fiscale. Ascesa economica Gentry e yeoman agiscono secondo mentalità razionalistico-capitalistica. Le strutture commerciali internazionali, fulcro della potenza economica. Commercio e guerra di corsa. 1566: borsa di Londra. 1600: Compagnia delle Indie orientali. Avvio dell’espansione coloniale. Formazione di grandi centri urbani commerciali e industriali. Dinamismo economico. Presenza di ceti medi. Possibilità di ascesa sociale. Sviluppo della società civile. Il potere politico non si contrappone, ma si integra con il capitalismo, a differenza della monarchia spagnola militare-burocratica che contrasta le forme dell’economia moderna. LA FRANCIA E LE GUERRE DI RELIGIONE ENRICO IV Le guerre civili 1562-1598 Incapacità di dare una risposta alla convivenza tra cattolicesimo e protestantesimo; indebolimento dell’autorità della corona; impoverimento economico. Filippo II finanzia i Guisa. Enrico IV di Borbone re di Francia. Editto di Nantes: • • • libertà di culto agli ugonotti in certi luoghi (calvinismo religione tollerata) eguaglianza dei diritti civili per i riformati (accesso alle cariche pubbliche) possesso di fortezze armate per gli ugonotti L’Europa nel 1600 I L’Europa nel 1600 II LA GUERRA DEI TRENT’ANNI I 1618 - 1648 Le cause: • rinnovato tentativo degli Asburgo, difensori della controriforma, di stabilire l’egemonia sull’Europa e quindi tentativo di distruzione della forza politica del protestantesimo come mezzo per affermare il proprio dominio politico e assoggettare l’impero • problema religioso. Diffusione del calvinismo, non contemplato dalla pace di Augusta del 1555 • ascesa della Svezia e disegno egemonico nel Baltico • ripresa della Francia e rinnovata volontà di opposizione antiasburgica LA GUERRA DEI TRENT’ANNI II La carta geopolitica d’Europa allo scoppio della guerra: Spagna Austria Francia Inghilterra Province Unite Danimarca Svezia Polonia Russia LA GUERRA DEI TRENT’ANNI III Sono coinvolti tutti i paesi europei eccetto Russia, impero ottomano, Inghilterra. Le fasi della guerra: 1. 2. 3. 4. la fase boema (defenestrazione di Praga, 1618; battaglia della Montagna Bianca, 1620) la fase danese (editto di restituzione) la fase svedese (Gustavo Adolfo) la fase francese (Richelieu, ristabilita all’interno del regno l’autorità della corona, fa entrare direttamente in campo la Francia per contrastare il piano egemonico degli Asburgo. Vittoria francese a Rocroi, 1643) LE PACI DI VESTFALIA I Le paci di Vestfalia 1648 Due trattati (le conferenze di pace iniziano nel 1642 e si protraggono fino al 1648): • • Münster tra l’impero e la Francia Osnabrück tra l’impero e la Svezia Riconoscimento da parte della Spagna dell’indipendenza delle Province Unite con una pace separata Riconoscimento del possesso francese di Metz, Toul, Verdun, parte dell’Alsazia, Pinerolo È confermata la frammentazione della Germania in 350 Stati e micro-Stati sovrani che ottengono la sovranità in politica estera La Svezia si espande nella Germania settentrionale e sul mar Baltico I cantoni svizzeri sono riconosciuti come entità sovrane La pacificazione di Augusta è estesa al calvinismo Le conseguenze • • • • • • • • • • • Trionfo della politica francese di divisione della Germania Crollo della potenza spagnola; pace dei Pirenei 1659 La Francia diventa la prima potenza europea per effetto della decadenza spagnola, della frantumazione politica della Germania, del fallimento delle ambizioni egemoniche degli Asburgo La Svezia, grande potenza europea; egemonia svedese nell’area del Baltico Fallimento del piano controriformistico e di riconquista cattolica della Germania; riconoscimento del calvinismo Fine di due visioni del mondo contrapposte per secoli: - imperiale (potere politico universale) - papale (disciplina del mondo fondata su principi e sanzioni religiose) L’unificazione tedesca, come quella italiana, è ritardata di 200 anni Gli Asburgo, preclusa l’espansione verso l’Europa centro-occidentale, indirizzano i loro disegni espansionistici verso la regione danubiana Egemonia commerciale olandese Disastro per la società e l’economia europee (carestie, epidemie, saccheggi) Il modello Vestfalia delle relazioni internazionali: Stati non più sottoposti alla potestà imperiale, di varia grandezza, ma giuridicamente eguali (superiorem non reconoscentes), eppure diversi dal punto di vista della politica di potenza. Affermazione del principio d’equilibrio (iustum potentiarum aequilibrium) L’Europa nel 1648 I L’Europa nel 1648 II IL FALLIMENTO DEL TENTATIVO EGEMONICO DEGLI ASBURGO Le cause del fallimento: • aumento dei costi della guerra. Aumentano le entrate (introiti da miniere americane da 200.000 a 2 milioni di ducati annui), ma ancora di più le uscite (10 milioni di ducati solo per l’Invencible Armada del 1588). Nel 1598 il debito è di 100 milioni di ducati e il pagamento degli interessi è pari ai 2/3 di tutte le entrate • dispersione strategica. Troppi obiettivi, troppi nemici, troppi fronti dove combattere. Mancanza di una chiara visione delle priorità difensive (la guerra nei Paesi Bassi costa 218 milioni di ducati contro 121 arrivati nello stesso periodo dalle miniere americane) • irrazionalità e inefficienza gestionale dei domini asburgici, difficoltà a concentrare e ottimizzare le risorse L’ASCESA DELLA FRANCIA • Mazzarino porta a compimento l’opera di Richelieu. Sconfitta della fronda parlamentare e della fronda dei principi • Sconfitta della Spagna e pace dei Pirenei, 1659 • Matrimonio tra Luigi XIV di Francia e Maria Teresa d’Asburgo L’EUROPA A METÀ SEICENTO I Assolutismo e parlamentarismo Il modello assolutistico-centralistico: persiste In Spagna e si consolida in Francia. Inghilterra e Paesi Bassi, dove i ceti emergenti sono molto forti, rompono con tale modello e affermano il regime parlamentare e attraversano un impetuoso sviluppo capitalistico. Fra parlamentarismo e capitalismo si instaura un nesso organico. La borghesia conquista un proprio ruolo nella gestione dello Stato e il potere politico rispecchia la pluralità degli interessi dei diversi ceti sociali. Vocazione marittima di entrambi i paesi. Il confronto degli interessi economici si riflette sul piano culturale e religioso; l’apertura all’innovazione economica diventa accettazione dei valori della diversità culturale, ideologica e religiosa (in Inghilterra in maniera contraddittoria). La diversità, combattuta in Spagna, assume un valore positivo. Fra Stato e società civile si crea un equilibrio dinamico. Capitalismo e borghesia Olanda Inghilterra Francia: ceti borghesi, in pieno sviluppo e ascesa sociale, agenti storici dello sviluppo capitalistico. Elementi della modernizzazione: aumento peso economico e sociale della borghesia, forza militare dello Stato, incremento demografico. Spagna Portogallo: borghesia rachitica; polarizzazione sociale tra nobiltà parassitaria e consumistica e clero pletorico e contadini, pastori, piccoli artigiani. Francia Ascesa grazie a decadenza spagnola, frammentazione politica della Germania, fallimento delle ambizioni politiche austriache. Scontro tra la corona, che vuole consolidare la sua autorità, e le forze centrifughe (nobiltà, parlamenti, ugonotti) che contrastano il progetto centralistico. A differenza della Spagna, prosegue il processo di modernizzazione economica e sociale. Modello della monarchia assoluta; lo Stato afferma il suo primato sulla società civile. Inghilterra Scontro tra assolutismo e forze antiassolutistiche, come in Francia, ma con esito opposto. A differenza della Francia (dove l’antiassolutismo è rappresentato dalla grande nobiltà che nutre pretese di autonomia di matrice feudale), le forze antiassolutistiche hanno un contenuto politico e sociale diverso: sono i ceti economicamente e socialmente emergenti, portavoce di esigenze di libertà politica moderna, che vogliono contare, tramite il parlamento, nel governo del paese. Modello della monarchia parlamentare; la corona rispetta il sistema delle libertà politiche e civili. La rivoluzione inglese. Cromwell. L’atto di navigazione (1651) e la prima guerra anglo-olandese (1652-1654). Seconda (1664-1667) e terza (1672-1674) guerra anglo-olandese. La gloriosa rivoluzione: la realtà politica, sociale, culturale, religiosa in contrasto con l’assolutismo degli Stuart. Il Bill of rights, 1689; creazione della Banca d’Inghilterra, 1694. Paesi Bassi Grande potenza economica e coloniale; la borghesia è il ceto dominante (primo caso nella storia europea); libertà politica, culturale, religiosa. Etica economica; pluralismo; laicizzazione di valori e comportamenti; libertà e tolleranza; spirito scientifico; arte; espansione coloniale (Compagnia delle Indie orientali, 1602). Italia Le nuove rotte marittime, la potenza ottomana, l’ascesa olandese e inglese le fanno perdere il ruolo di ponte nel Mediterraneo fra Oriente ed Europa. La decadenza, anche se rimangono centri commerciali importanti (Genova e Venezia porti di rilievo regionale). La controriforma soffoca l’umanesimo rinascimentale. Marginalizzazione economicosociale e culturale. Caduta della mobilità sociale, spagnolismo (non solo nei domini spagnoli), contrazione della borghesia, divaricazione tra Nord e Sud destinata ad approfondirsi, consolidamento dello spirito regionalistico di fronte all’esperienza nazionale in crescente rafforzamento vissuta da Francia, Spagna, Inghilterra, Olanda. Spagna La decadenza. Sollevazioni in Biscaglia, Galizia, Catalogna, Portogallo, Napoli, Sicilia tra il 1637 e il 1652. Europa orientale Potere sociale nelle mani della nobiltà, contadini poveri, debole sviluppo della borghesia. La monarchia in Polonia è debole, in Russia soggioga la nobiltà e instaura un potere assoluto, centralizzato e dispotico. LA FRANCIA DI LUIGI XIV I L’organizzazione statale Il ruolo della borghesia. Colbert e il colbertismo (manifatture nazionali, lotta alla concorrenza olandese e inglese, sviluppo della flotta, creazione delle compagnie commerciali). Le Tellier e la costruzione del grande esercito (da 40.00 a 450.000 uomini; Vauban e la creazione del corpo del genio). Le istituzioni culturali e la formazione del consenso; la celebrazione della gloria del re. La politica religiosa: revoca dell’editto di Nantes, 1685; il gallicanesimo. Il militarismo, possibile grazie a: modernizzazione della società francese, accentramento del potere, efficienza dell’amministrazione statale, assoggettamento della società civile allo Stato, mobilitazione delle risorse economiche. LA FRANCIA DI LUIGI XIV II Il progetto egemonico e il suo fallimento Il disegno antispagnolo e la guerra di devoluzione. Il disegno antiolandese: obiettivi espansionistici e politica economica. Le Camere di riunione. L’Europa contro la Francia: la guerra della lega di Augusta (1688-1697). La guerra di successione spagnola, 1702-1713. La religione non è più componente essenziale della guerra, legata a problemi economici e politici. Voltafaccia di Savoia e Portogallo. I trattati di Utrecht, 1713 e Rastatt, 1714. Principio dell’equilibrio, perseguito dall’Inghilterra, cardine della sua politica estera fino alla II guerra mondiale. La Francia rimane grande potenza, conserva Strasburgo; Filippo V di Borbone rimane re di Spagna. La Spagna mantiene i domini coloniali, ma perde quelli europei: Paesi Bassi, Milano, Mantova, Napoli e Sardegna all’Austria (egemonia austriaca in Italia). I Paesi Bassi s’ingrandiscono nelle Fiandre, ma perdono egemonia economica. Vittorio Amedeo II ottiene il titolo di re, la Sicilia e possedimenti in Piemonte. Federico I di Hohenzollern re di Prussia. Inghilterra: consolida l’equilibrio in Europa, ottiene Gibilterra (1704) e Minorca, influenza sul Portogallo, colonie francesi in Nord America (baia di Hudson, Nuova Scozia, Terranova), privilegi economici in quelle spagnole. Act of settlement e atto di unione. Luigi XIV e le Fiandre La Francia di Luigi XIV IL COLONIALISMO NEL SEICENTO Cinquecento: predominio coloniale spagnolo e portoghese Seicento: ascesa coloniale di Paesi Bassi, Inghilterra, Francia Spagna e Portogallo, dove non decolla il capitalismo, decadono; si esauriscono le miniere di metalli preziosi, l’economia, strutturalmente debole, non alimenta un legame vitale con le colonie e non produce forme innovative di produzione e commercio L’impero coloniale non è più legato allo sfruttamento di metalli preziosi e al commercio di spezie e merci rare, ma alla produzione su vasta scala di cotone (per l’industria tessile di massa), tè, caffè, tabacco, mais la cui cultura richiede forti investimenti, organizzazione del commercio internazionale, industria di trasformazione nella madrepatria, adeguati canali di commercializzazione, disponibilità di capitali GLI IMPERI COLONIALI SPAGNOLO E PORTOGHESE Portogallo Ridimensionato dagli attacchi olandesi, inglesi e arabi, in grande decadenza. Asia: Goa e Diu in India; parte di Timor nell’arcipelago della Sonda, Macao in Cina Africa: Angola, Mozambico, Guinea Bissau, Guinea equatoriale America: Brasile Spagna Nonostante la decadenza, rimaneva il maggior impero coloniale. La decadenza della madrepatria aveva favorito l’autonomia delle autorità locali e la formazione di una classe dirigente indigena, i creoli. Cessato la sfruttamento delle miniere, aumenta la produzione di zucchero, cacao, frutti tropicali, allevamento del bestiame. In assenza di sbocchi sul mercato spagnolo, proprietari spagnoli e creoli alimentano il contrabbando con inglesi, olandesi e francesi. America: Florida, California, quasi tutta l’America centrale, America meridionale eccetto Brasile Asia: Filippine Gli imperi coloniali spagnolo e portoghese L’IMPERO COLONIALE OLANDESE Tipo di colonialismo laico e capitalistico finalizzato al profitto, diverso da quello portoghese e spagnolo. L’impero è realizzato a spese di Portogallo e Spagna. Asia: Molucche, Cochin, Ceylon, Malacca, Indonesia (centro del loro enorme impero dove introdussero piantagioni di canna da zucchero, caffè, pepe). Africa: basi nell’Africa occidentale cacciando i portoghesi, Sud Africa (boeri e ugonotti francesi). America: Piccole Antille (zucchero, tabacco, rum); America del Nord (Nuova Amsterdam, dal 1664 dopo la vittoria inglese New York); Guyana olandese. Australia: Tasmania e Nuova Zelanda, poi abbandonate. Le rotte commerciali olandesi nel 1650 L’IMPERO COLONIALE INGLESE America centrale: Bermuda 1612, Barbados, Giamaica 1659 (zucchero), Honduras, Bahama. America del Nord: Virginia, Maryland, Carolina; New England (Massachusetts 1620) con tratti diversi da quelle meridionali, padri pellegrini. Colonie fondate da dissidenti religiosi, dotati di capacità culturali e economiche, decisi a stabilirsi nel nuovo mondo, animati da spirito di libertà e intraprendenza, desiderosi di creare una nuova società. Con la pace di Utrecht 1713 la Francia cede baia di Hudson, Acadia (Nuova Scozia), Terranova. Presenza di europei evoluti, società e economia borghese capitalistica. Non sono colonie centralizzate e burocratico-militari come quelle spagnole, ma c’è una certa autonomia e vita politica locale. India: Madras, Bombay, Calcutta. Persia: isole dello stretto di Ormuz. Sant’Elena 1651. L’IMPERO COLONIALE FRANCESE La politica coloniale francese fu diversa da quella olandese e inglese. Olanda e Inghilterra: espansione coloniale extra-europea è componente fondamentale della loro politica estera e di sviluppo economico. Francia: è assorbita dal consolidamento dello Stato all’interno e dall’espansione dei confini in Europa contro Austria, Spagna e Olanda. Tuttavia inizia espansione coloniale con Enrico IV, Richelieu e Colbert. A differenza del colonialismo inglese basato su un certo rispetto delle autonomie, la Francia pone le colonie sotto l’autorità diretta della corona trasformandole in provincia francese, parti di una più grande Francia (self government vs. assimilazione). Asia: Pondicherry 1674, Chandernagore Antille: Guadalupa e Martinica 1635 (zucchero, caffè, spezie); Caienna (Guyana francese) 1637 America del Nord: Nuova Francia, Québec 1608, Acadia, Montréal 1642, Louisiana 1682. Gli imperi coloniali all’inizio del Settecento I Gli imperi coloniali all’inizio del Settecento II L’espansione europea in America LA TRASFORMAZIONE EUROPEA I Tra fine Cinquecento e inizio Settecento l’Europa consolidò la centralità nel mondo rimasta caratteristica principale fino al Novecento e conquistò un primato indiscusso. L’impero ottomano iniziò la decadenza, l’impero cinese rimase povero di vitalità, preoccupato di conservare la passata grandezza. L’Europa acquistò dinamismo divenendo centro in espansione del potere mondiale, contraddistinta da trasformazioni economiche sociali politiche e culturali in cui innovazione e mutamento, fonte del progresso, rivestirono un ruolo crescente vs. immobilismo e staticità. In Europa si formò una frattura tra la parte sviluppata e quelle meno sviluppate destinata a caratterizzare il continente per secoli. Il triangolo dello sviluppo comprendeva Olanda, Inghilterra e Francia con appendici in Italia settentrionale e in Germania. La borghesia divenne fattore di progresso e la cultura scientifica diede origine alla scienza moderna. Intorno a questo polo di progresso si collocavano le zone della decadenza: Portogallo, Spagna, maggior parte dell’Italia, l’Europa orientale. In economia l’innovazione fu non tanto nella produzione industriale, quanto nella commercializzazione, finanza, assicurazioni, intervento pubblico nei rapporti economici. Forza economica, militare e statale si saldarono determinando l’ascesa di grandi potenze e l’emarginazione di quelle piccole (Olanda) e di quelle regionali (Venezia). LA TRASFORMAZIONE EUROPEA II Inghilterra Prese il posto dell’Olanda. Espansione commerciale determinata dallo sforzo combinato dell’imprenditorialità privata e della politica statale che favorì militarmente e economicamente le Compagnie commerciali. Formazione del più grande mercato interno unificato nel 1707, libero e dinamico, senza più i vincoli delle corporazioni medievali. Mobilità della manodopera. Penetrazione capitalistica nelle campagne, accanto alla tradizionale proprietà nobiliare avanzò quella borghese che introdusse nello sfruttamento della terra la mentalità imprenditoriale capitalistica commerciale e manifatturiera. Interconnessione di interessi dello Stato e dei privati portò allo sviluppo delle banche come mezzo di deposito e credito. Creazione nel 1694 la Banca d’Inghilterra da parte della borghesia commerciale, industriale e agraria per sostenere il regime sorto dalla rivoluzione del 1688. Nascita dei Lloyd di Londra. Aumento dell’importanza delle colonie come componente organica del commercio inglese, soprattutto americane, la cui popolazione era in crescita, che importavano manufatti e esportavano materie prime. LA TRASFORMAZIONE EUROPEA III Francia Con Inghilterra, in grande ascesa nel Seicento. Consistente intervento dello Stato in economia, ma in una situazione di rapporti sociali più arretrata. Nonostante centralismo amministrativo e burocratico, i rapporti di proprietà, i rapporti sociali e i comportamenti collettivi erano meno moderni. Gli antichi privilegi feudali mantenevano una tenuta sconosciuta all’Inghilterra. In Inghilterra la borghesia si amalgamò con la nobiltà e divenne classe politicamente potente in grado di affermare le sue esigenze sullo Stato. In Francia Chiesa e nobiltà mantennero gli antichi privilegi e la borghesia, pur sostenendo la monarchia, in quanto classe sociale rimase politicamente subalterna nel quadro dello Stato assoluto. Non si riuscì a unificare il mercato che conservò dogane interne e vincoli alla circolazione delle merci. Clero e nobiltà erano ceti privilegiati parassitari che concepivano la terra come fonte di rendita senza preoccuparsi di realizzare moderna politica di investimenti e commercializzazione. LA TRASFORMAZIONE EUROPEA IV Europa orientale Inferiorità rispetto alla parte occidentale per la mancata modernizzazione, scarsa presenza della borghesia, del capitalismo industriale e commerciale. Mobilità sociale limitata. Il potere dominante era quello della nobiltà terriera, prevalenza del latifondo, contadini legati alla terra. Rivolgimento nella distribuzione del potere e processi di modernizzazione dall’alto: Sacro Romano Impero è svuotato; Svezia divenne potenza marginale; Polonia cedette agli attacchi congiunti dei tre grandi vicini; Impero ottomano fu bloccato e respinto; Austria si trasformò in impero multinazionale centrato nella regione danubiana; Prussia divenne lo Stato politicamente e militarmente più dinamico della Germania; Russia entrò nella scena europea. Accentuato ruolo dello Stato e della corona secondo concezione assolutistica; solida burocrazia accentrata; modernizzazione apparati militari, connubio assolutismo e militarismo; nobiltà fornì i quadri del governo, amministrazione e esercito e mantenne i privilegi. Modernizzazione fu un fatto statale e militare. Mobilità sociale, anima del capitalismo occidentale, sviluppo dei ceti medi, ascesa di contadini e lavoratori urbani verso condizione di uomini liberi, nuova cultura scientifica che favoriva ricerca e innovazione rimasero estranei a Europa orientale. Dispotismo e rigidità strutture politiche sociali economiche approfondirono frattura tra Europa occidentale e orientale. LA MODERNIZZAZIONE IN AUSTRIA Germania priva di una comune identità politica. Dopo Vestfalia era sotto influenza francese, dopo Utrecht riemerse quella austriaca e si affermò quella prussiana. Stati più importanti erano Brandeburgo e Austria. Riassestamento della monarchia austriaca e spostamento del baricentro dal mondo germanico alla regione danubiana. Gli Asburgo abbandonarono il disegno di riconquista cattolica della Germania e di formazione di uno Stato centralizzato tedesco e ogni legame con la Spagna. L’impero era un agglomerato di Stati diversi: Austria, Tirolo, Stiria, Carinzia (tedeschi); Boemia e Moravia (slavi), Slesia (tedeschi), già domini della corona di San Venceslao; Ungheria, Transilvania, Croazia,unite nella corona di Santo Stefano (magiari, romeni, slavi), dopo che Eugenio di Savoia, modernizzato l’esercito, ebbe definitivamente respinto i Turchi e imposto la pace di Carlowitz, 1699. Inoltre, dopo Utrecht, l’impero controllava i Paesi Bassi e l’Italia. Impero multinazionale il cui problema era il controllo politico di tanta diversità, da cui centralizzazione amministrativa e controllo militare. LA MODERNIZZAZIONE IN PRUSSIA Composta da Prussia, Brandeburgo e Cleve (nella regione renana), regno dal 1701. Discontinuità territoriale e povertà. Federico Guglielmo (1640-1688) avvia la modernizzazione dall’alto secondo i principi del riformismo assolutistico: rafforzamento dello Stato e dell’amministrazione, secondo il modello centralistico, e dell’esercito; affermazione dell’autorità della corona sulla nobiltà e sulle assemblee provinciali; formazione di un’efficiente burocrazia; sviluppo dell’economia. Tale modello di modernizzazione è l’opposto di quello inglese basato sul dinamismo della società civile e sull’iniziativa dei ceti borghesi. • • • • Politica fiscale Modernizzazione politica e amministrativa Politica economica Modernizzazione dell’esercito Prussia emerse come Stato più forte della Germania, assoluto, militarista, protestante, di fronte a Austria cattolica la cui influenza sul mondo tedesco iniziava a declinare. LA MODERNIZZAZIONE IN RUSSIA La condizione di chiusura comincia a modificarsi nella prima metà del Seicento a seguito delle relazioni commerciali con svedesi, danesi, olandesi e inglesi. Necessità di apertura all’Occidente per la modernizzazione. Pietro e il dispotismo modernizzatore: culto per il progresso tecnico e la competenza al posto di quello per la tradizione russa. Imparare dall’Occidente, ma respingendo il suo contesto civile e politico; lotta tra vecchio e nuovo agli antipodi di quella in Inghilterra e Olanda dove mondo moderno rivendica libertà e limiti allo Stato. Ricerca degli sbocchi sul Baltico (contro gli svedesi) e sul Mar Nero (contro i Turchi) per spezzare l’isolamento russo causa della storica arretratezza. Accentuazione dello sfruttamento dei contadini per reperire le risorse necessarie alla modernizzazione, soprattutto dell’esercito e della flotta. Eliminazione di ogni opposizione alla sua politica. Relatività dell’occidentalismo di Pietro limitato al sapere tecnologico indispensabile per la modernizzazione. Sconfitta degli svedesi a Poltava, 1709. Fondazione di Pietroburgo, la nuova capitale, sulle foci della Neva, simbolo dell’apertura della Russia all’Occidente. Riforma militare, industrializzazione degli Urali, opere pubblica realizzate con il lavoro forzato. Anima europea e asiatica della Russia. Trasformazione della Russia in potenza militare, inserimento nello scacchiere europeo, relativa europeizzazione delle élite, soggezione della Chiesa allo Stato; ma fallimento nella creazione di ceto borghese socialmente e economicamente vitale, contadini servi della gleba. L’espansione dell’impero russo La Russia sotto Pietro L’Europa nel 1700 L’Europa nel 1715 LE RELAZIONI INTERNAZIONALI NEL SETTECENTO Il principio di equilibrio. Scompaiono le controversie legate allo scontro cattolicesimo-protestantesimo, i problemi di nazionalità ancora ignorati, i conflitti internazionali sono legati alla politica dinastica dei vari Stati: regioni e popoli spartiti come proprietà terriera. Inghilterra non ambisce a ingrandimenti territoriali sul continente, ma al consolidamento dell’impero coloniale, scontrandosi con la Francia, e vigila affinché nessuno Stato riprenda il disegno egemonico degli Asburgo e di Luigi XIV. Emergere della potenza prussiana e russa, declino di quella olandese, svedese, polacca, ottomana. Grandi potenze rimangono Francia e Austria, il cui conflitto di interessi rimane l’asse centrale della politica internazionale, e Inghilterra.