La regolazione delle funzioni: gli ormoni (versione senza immagini) 1 L’adattamento biologico • Ogni organismo biologico è la somma di vari strumenti (caratteri), ciascuno dei quali è adatto a svolgere una funzione particolare. • Gli scopi perseguiti dagli strumenti biologici rientrano in due strategie fondamentali: • - la sopravvivenza • - la riproduzione 2 L’integrazione • Gli strumenti che appartengono ad un organismo non svolgono la loro funzione in modo indipendente, ma devono essere integrati all’interno dell’organismo. • L’integrazione degli strumenti comporta l’esistenza di sistemi di comunicazione interni all’organismo. • Questi sistemi possono essere di varia natura, a seconda del tipo di comunicazione. 3 La specificità • Il segnale, per sua natura, deve essere specifico, ossia limitato, altrimenti non è un segnale. • Il segnale deve essere limitato nel tempo, in modo da differenziare le fasi cellulari. • Il segnale deve essere limitato nello spazio: una cellula precisa, in seguito ad uno stimolo, emette un segnale chimico, il quale arriva alla cellula bersaglio, che è tale perché possiede recettori specifici (sulla membrana esterna o citoplasmatici) che riconoscono chimicamente il segnale, ossia la molecola. Se una cellula non possiede i recettori specifici, non rappresenta un bersaglio per quello specifico segnale. 4 I segnali chimici • Le cellule sono adatte a trasmettere e ricevere segnali chimici: una cellula libera (secerne) all’esterno una sostanza ben precisa, la quale successivamente raggiunge ed interagisce con un’altra cellula. In seguito a questa interazione la cellula “bersaglio” modifica la propria attività. • I segnali si chiamano chimici perché la specificità del\ legame fra “molecola segnale” e recettore dipende dalla struttura chimica di queste due molecole, in particolare dai legami che esse possono formare interagendo fra di loro. 5 Tre modalità fondamentali 6 I segnali indiretti sono molto frequenti • • • • • Noi ci occuperemo soltanto dei segnali indiretti, in quanto essi rappresentano la fase di integrazione più diffusa e meglio conosciuta. La comunicazione indiretta prevede tre modalità tipiche: 1) il mediatore chimico locale diffonde nel liquido extracellulare, viene a contatto con molte cellule, ma tutte relativamente vicine 2) l’ormone viene secreto nel sangue, e mediante il circolo sanguigno viene a contatto con tutte le cellule del corpo; la sua azione però è limitata solo alle cellule bersaglio 3) il neurotrasmettitore diffonde nello spazio (sinapsi) fra due cellule; la cellula secretrice (presinaptica) è sempre una cellula nervosa (neurone), la cellula bersaglio (post-sinaptica) può essere un altro neurone, oppure una cellula ghiandolare, oppure una cellula muscolare. 7 Due meccanismi diversi 8 Un esempio di comunicazione fra cellule • Tutte le cellule comunicano con altre cellule. Ad esempio: le nostre cellule producono CO2 con la respirazione cellulare, e l’aumento di questo gas viene riconosciuto da cellule sensitive che devono “informare” a loro volta il sistema nervoso centrale (SNC) il quale regola i movimenti della respirazione polmonare. 9 Due sistemi • Esistono però alcune cellule per le quali la cumunicazione rappresenta la funzione primaria, e sono proprio queste di cui ci vogliamo occupare in questo capitolo. • Queste cellule appartengono a due sistemi che negli animali svolgono in modo diverso l’attività di integrazione delle funzioni: • - il sistema endocrino • - il sistema nervoso 10 Analogie e differenze • Questi due sistemi hanno in comune la caratteristica di mettere in comunicazione distretti anatomici anche molto lontani fra loro. • Detto questo, essi differiscono per vari aspetti, e rappresentano pertanto due forme complementari di comunicazione biologica. 11 La modalità del trasporto • Il segnale viene trasportato con modalità completamente diverse: • - il sistema endocrino utilizza la circolazione sanguigna per trasportare le molecole segnale (ormoni) • - il sistema nervoso utilizza un segnale interno alla cellula, di natura elettrochimica. 12 La velocità • - La comunicazione ormonale è più lenta: la cellula ghiandolare deve secernere l’ormone nel sangue, che lo trasporta a tutto l’organismo, le cellule bersaglio lo riconoscono e conseguentemente modificano la propria attività. • - il segnale elettrochimico viaggia lungo i prolungamenti filamentosi delle cellule nervose, coprendo distanze anche notevoli (ad esempio nell’uomo fino a 1 metro di lunghezza) in tempi che per noi sono praticamente impercettibili. 13 La durata • - Il segnale ormonale persiste fino a quando l’ormone è presente nel sangue, ossia fino a quando non viene degradato chimicamente dal fegato. • - Il segnale nervoso si esaurisce immediatamente, il neurone invia un impulso alla volta e l’azione è istantanea. 14 La distribuzione nello spazio • - L’ormone presente nel sangue viene a contatto con tutte le cellule del corpo, agendo su quelle che possiedono i recettori ad esso specifici (cellule bersaglio). Questo fatto consente all’ormone di agire anche in modo diffuso, ossia su più organi allo stesso tempo. • - Il segnale nervoso ha un’azione puntuale, non solo nel tempo, ma anche nello spazio: ogni singola cellula nervosa prende contatto con una singola cellula di destinazione, oppure con più cellule di destinazione ma strettamente vicine fra loro. 15 Le ghiandole endocrine • • • • Il sistema endocrino è formato da questi organi, diffusi in vari distretti del corpo. La denominazione deriva dal fatto che la secrezione avviene sempre nel sangue (ambiente interno) in corrispondenza dei capillari presenti nelle ghiandole. Ogni ghiandola endocrina produce uno o più ormoni, associati nella funzione. Studiare il sistema endocrino significa in sostanza imparare quali sono le ghiandole endocrine, dove si trovano, quali ormoni producono, a cosa servono questi ormoni. 16 Alcune ghiandole endocrine appartengono ad altri apparati • Ad esempio: • - alcune cellule della mucosa gastrica e di quella intestinale producono ormoni • - anche il cuore produce un ormone • - le gonadi (testicoli e ovaie) sono organi a funzione endocrina, ma appartengono all’apparato genitale perché producono i gameti. 17 Il collegamento fra i due sistemi • Come era inevitabile immaginare, esiste un collegamento molto stretto fra i due “sistemi della comunicazione”. • Questo collegamento è sia anatomico che funzionale: esso è rappresentato dal sistema ipotalamo-ipofisi, situato nell’encefalo (il contenuto fondamentale del cranio). 18 Il feedback • In italiano “retroazione”. • Questo meccanismo è molto adatto a perseguire l’omeostasi, ossia la costanza delle condizioni fisiche e chimiche dell’organismo. • Il meccanismo del feedback è molto diffuso nella secrezione degli ormoni. • Il termine indica una interazione fra effetto e causa, che nel caso degli ormoni corrispondono alla secrezione dell’ormone da parte della ghiandola e la sua presenza nel sangue. 19 Due modi opposti di regolare • Il feedback presuppone che le cellule ghiandolari siano esse stesse sensibili all’ormone presente nel sangue: la ghiandola, oltre a produrre l’ormone, ne è allo stesso tempo organo bersaglio! • Nel feedback negativo la ghiandola viene inibita dall’ormone. • Nel feedback positivo la ghiandola viene stimolata dall’ormone. 20 Feedback negativo • È il feedback più diffuso: l’abbondanza dell’ormone nel sangue inibisce la sua secrezione da parte della ghiandola (l’effetto inibisce la causa). • Quando l’ormone è scarso, manca l’effetto inibitorio, e la ghiandola produce l’ormone. • In questo modo si ottiene una concentrazione equilibrata dell’ormone. SECREZIONE DELL’ORMONE DA PARTE DELLA GHIANDOLA PRESENZA DELL’ORMONE NEL SANGUE 21 Il feedback positivo • In questo caso la ghiandola viene stimolata dalla presenza dell’ormone: più ormone è presente, più se ne produce. • Il risultato è un effetto a cascata, di amplificazione del segnale. • Naturalmente questo meccanismo non è adatto per ottenere un equilibrio. Esso è utile nei casi (rari) in cui è necessario ottenere una risposta molto intensa in un breve tempo. • Ad esempio, al momento del parto è necessario che l’utero, organo generalmente poco attivo dal punto di vista muscolare, produca contrazioni molto intense. 22 Gli ormoni antagonisti • Alcune coppie di ormoni producono effetti opposti (antagonisti) sullo stesso organo. • Anche questo meccanismo è adatto ad equilibrare le condizioni cellulari. • Due esempi di ormoni antagonisti: insulina – glucagone (pancreas) calcitonina (tiroide) – paratormone (paratiroidi) 23