Dai deccreti al successo foramtivo

annuncio pubblicitario
Dai decreti al successo formativo:
personalizzazione e difficoltà di apprendimento
Imperia, 7 aprile
I decreti sulla riforma della
secondaria
Gli Istituti Tecnici


Solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico
in linea con le indicazioni dell’Unione europea, costruita
attraverso lo studio, l’approfondimento e l’applicazione di
linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico
ed è espressa da un limitato numero di ampi indirizzi,
correlati a settori fondamentali per lo sviluppo
economico e produttivo del Paese,
Obiettivo: far acquisire agli studenti, in relazione
all’esercizio di professioni tecniche, i saperi e le
competenze necessari per un rapido inserimento nel
mondo del lavoro, per l’accesso all’università e
all’istruzione e formazione tecnica superiore
I risultati di apprendimento

Risultati di apprendimento comuni a tutti i percorsi
espressi in termini di competenze


Risultati di apprendimento di settore


Es. padroneggiare il patrimonio lessicale ed espressivo della
lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari
contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici
Es. tecnologico: riconoscere e applicare i principi
dell’organizzazione, della gestione e del controllo dei diversi
processi produttivi
Risultati di indirizzo

Es. amministrazione: Individuare le caratteristiche del mercato
del lavoro e collaborare alla gestione delle risorse umane.
Metodologie





valorizzare il metodo scientifico e il pensiero operativo;
analizzare e risolvere problemi;
educare al lavoro cooperativo per progetti;
orientare a gestire processi in contesti organizzati.
Sistematico ricorso alla didattica di laboratorio
Due settori

Istituti tecnici per il settore economico


articolati in due indirizzi
Istituti tecnici per il settore tecnologico

articolati in nove indirizzi
Istituto tecnico settore economico

Due indirizzi



amministrazione, finanza e marketing
Turismo
tematiche relative ai macrofenomeni
economico-aziendali, nazionali ed
internazionali, alla normativa
civilistica e fiscale, ai sistemi aziendali,
anche con riferimento alla previsione,
organizzazione, conduzione e
controllo della gestione, agli
strumenti di marketing, ai
prodotti/servizi turistici
1°
2°
3°
Attività e insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti – Orario annuale
Religione o mat. alternativa
1
1
1
Lingua e letteratura italiane
4
4
4
Lingua straniera 1
3
3
3
Storia, cittadinanza e costituzione
2
2
2
Diritto ed economia
2
2
Scienze integrate
2
2
Matematica
4
4
3
Scienze motorie e sportive
2
2
2
Ore settimanali totali
20
20
15
Indirizzo Amministrazione, finanza e marketing
Scienze integrate (fisica e chimica)
2
2
Geografia
3
3
Informatica
2
2
2
Lingua straniera 2
3
3
3
Economia aziendale
2
2
6
Diritto
3
Economia politica
3
Ore settimanali totali
12
12
17
Indirizzo turismo
Scienze integrate (fisica e chimica)
2
2
Geografia
3
3
Informatica
2
2
Lingua straniera 2
3
3
3
Lingua straniera 3
3
Economia aziendale
2
2
Diritto e legislazione turistica
3
Discipline turistiche aziendali
4
Geografia turistica
2
Arte e territorio
2
Ore settimanali totali
12
12
17
4°
5°
1
4
3
2
3
2
15
1
4
3
2
3
2
15
2
3
7
3
2
17
3
8
3
3
17
3
3
3
4
2
2
17
3
3
3
4
2
2
17
Indirizzo Amministrazione a confronto con
l’IGEA
Ore settimanali per anno di corso
1°
2°
3°
4°
5°
Differ.
Italiano
4 (4)
4 (4)
4 (3)
4 (3)
4 (3)
+3
Storia (cittadinanza e costituzione)
2 (2)
2 (2)
2 (2)
2 (2)
2 (2)
-
Geografia (economica)
3 (0)
3 (0)
0 (3)
0 (2)
0 (3)
-2
Inglese
3 (4)
3 (4)
3 (3)
3 (3)
3 (3)
-2
Seconda lingua comunitaria
3 (4)
3 (4)
3 (3)
3 (3)
3 (3)
-2
Trattamento testi e dati (scompare)
0 (3)
0 (3)
-
-
-
-6
Matematica
4 (5)
4 (5)
3 (5)
3 (4)
3 (3)
-5
Informatica
2 (0)
2 (0)
2 (0)
2 (0)
-
+8
Scienze integrate (Fisica)
2 (0)
-
-
-
-
+2
-
2 (0)
-
-
-
+2
Scienze integrate (della natura)
2 (3)
2 (3)
-
-
-
-2
Scienze della materia e Lab. (scompare)
0 (4)
0 (4)
-
-
-
-8
Diritto ed economia
2 (2)
2 (2)
-
-
-
-
-
-
3 (3)
3 (3)
3 (3)
-
2 (2)
2 (2)
6 (7)
7 (10)
8 (9)
-5
Economia politica
-
-
3 (3)
2 (2)
3(0)
+3
Scienza delle finanze (scompare)
-
-
-
-
0 (3)
-3
Educazione Fisica
2 (2)
2 (2)
2 (2)
2 (2)
2 (2)
-
Religione/att. alternativa
1 (1)
1 (1)
1 (1)
1 (1)
1 (1)
-
32 (36)
32 (36)
32 (35)
32 (35)
32 (35)
- 17
Scienze integrate (Chimica)
Diritto
Economia aziendale
Totale ore
Settore economico

Il profilo generalista del biennio è in realtà molto più
accentuato che in apparenza



Spostando scienze e geografia nella parte comune si ha un
rapporto di 25 ore generaliste versus sette di indirizzo
Il taglio è di diciasette ore alla settimana nel quinquennio
(mediamente più di tre ore alla settimana)
Maggiormente penalizzate la matematica e l’economia
aziendale
Istituto tecnico settore tecnologico

Nove indirizzi











Meccanica, Meccatronica ed Energia
Trasporti e Logistica
Elettronica ed Elettrotecnica
Informatica e Telecomunicazioni
Grafica e Comunicazione
Chimica, Materiali e Biotecnologie
Sistema Moda
Agraria e Agroindustria
Costruzioni, Ambiente e Territorio
Gli indirizzi si dividono in articolazioni
si caratterizza per la cultura tecnicoscientifica e tecnologica in ambiti ove
interviene permanentemente l’innovazione
dei processi, dei prodotti e dei servizi, delle
metodologie di progettazione e di
organizzazione
1°
2°
3°
Attività e insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti – Orario annuale
Religione o mat. alternativa
1
1
1
4°
5°
1
1
Lingua e letteratura italiane
4
4
4
4
4
Lingua straniera 1
3
3
3
3
3
Storia, cittadinanza e costituzione
2
2
2
2
2
Diritto ed economia
2
2
-
-
-
Scienze integrate
2
2
-
-
-
Matematica
4
4
3
3
3
2
15
2
15
2
15
Scienze motorie e sportive
Ore settimanali totali
2
2
20
20
Indirizzo Meccanica, Meccatronica ed energia
Scienze integrate (fisica e chimica)
6
6
-
-
-
Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica
3
3
-
-
-
Tecnologie informatiche
3
-
-
-
-
Scienze e tecnologie applicate
-
3
-
-
-
Complementi di matematica
-
-
1
1
-
Articolazione “meccanica e meccatronica”
Meccanica, macchine ed energia
-
-
4
4
4
Sistemi e automazione
-
-
4
3
3
Tecnologie meccaniche di processo e di prodotto
-
-
5
5
5
Disegno, progettazione e organizzazione industr.
-
-
3
4
5
Articolazione “energia”
Meccanica, macchine ed energia
-
-
5
5
5
Sistemi e automazione
-
-
4
4
4
Tecnologie meccaniche di processo e di prodotto
-
-
3
2
2
Impianti energetici, disegno e progettazione
-
-
3
4
5
Ore settimanali totali
12
12
17
17
17
Totale complessivo
32
32
32
32
32
Indirizzo Grafico
1°
2°
3°
4°
5°
Differ.
Italiano
4 (5)
4 (5)
4 (3)
4 (3)
4 (3)
+1
Storia (cittadinanza e costituzione)
2 (2)
2 (2)
2 (2)
2 (2)
2 (2)
-
Inglese
3 (3)
3 (3)
3 (2)
3 (2)
3 (2)
+3
Scienze motorie e sportive
2 (2)
2 (2)
2 (2)
2 (2)
2 (2)
-
Religione o materia alternativa
1 (1)
1 (1)
1 (1)
1 (1)
1 (1)
-
Tecnologie informatiche
3 (0)
-
-
-
-
+3
Matematica (con Informatica al biennio)
4 (4)
4 (4)
3 (3)
3 (3)
3 (3)
-
-
-
1 (0)
1 (0)
-
+2
Scienze integrata (fisica e chimica)
6 (3)
6 (3)
-
-
-
+6
Scienze della Natura (scienze integrate)
2 (3)
2 (3)
-
-
-
-2
-
3 (0)
-
-
-
+3
Diritto ed Economia
2 (0)
2 (0)
0 (2)
0 (2)
-
-
Filosofia (scompare)
-
-
0 (2)
0 (2)
0 (2)
-6
Storia dell'Arte (scompare)
0 (3)
0 (3)
0 (3)
0 (3)
0 (4)
-16
Tecn. d Arti Grafiche (tecnol e tecn. d. rap. Graf.)
3 (0)
3 (0)
0 (3)
0 (3)
0 (4)
-4
Teoria della comunicazione
-
-
2 (0)
3 (0)
-
+5
Progettazione e Lab (progettazione multimediale)
-
-
4 (4)
3 (5)
4 (7)
-5
Tecnologia dei processi di produzione
-
-
4 (0)
4 (0)
3 (0)
+11
Organizz. e gestione processi produttivi
-
-
-
-
4 (0)
+4
Tecniche Grafiche (scompare)
0 (2)
0 (2)
0 (3)
0 (3)
0 (4)
-14
Educazione Visiva (scompare)
0 (4)
0 (4)
0 (3)
0 (2)
0 (2)
-15
Disegno Geometrico (scompare)
0 (4)
0 (4)
0 (3)
0 (3)
-
-10
-
-
6 (0)
6 (0)
6 (0)
+18
32 (36)
32 (36)
32 (36)
32 (36)
32 (36)
- 20
Complementi di matematica
Scienze e tecnologie applicate
Laboratori tecnici
Totale ore
Settore tecnologico

Il profilo generalista del biennio è ancora più accentuato

Spostando fisica e chimica nella parte comune si ha un
rapporto di 26 ore generaliste versus sei di indirizzo



Senza contare le tecniche di rappresentazione grafica
Il taglio è di venti ore alla settimana nel quinquennio
(mediamente quattro ore alla settimana)
Nella riorganizzazione generale scompaiono le materie
umanistiche (cfr. storia dell’arte)
Conclusioni sui tecnici

La distinzione tra gli istituti tecnici e i licei non è
chiarissima



I licei, in definitiva, sono più dei tecnici (dodici contro
11)!!!


Nei licei esistono alcune tipologie a chiaro carattere di
introduzione al mondo del lavoro, come del resto è previsto
nelle finalità generali
Es. perché il musicale è liceo, mentre l’economico non lo è?
E molti più dei professionali
La distinzione tra tecnico e professionale sembra
consistere non tanto negli ambiti, quanto nel carattere
innovativo e progettuale degli stessi
Gli istituti professionali


Solida base di istruzione generale e tecnico-professionale,
che consente agli studenti di sviluppare, in una
dimensione operativa, i saperi e le competenze necessari
per rispondere alle esigenze formative del settore
produttivo di riferimento, considerato nella sua
dimensione sistemica
Due settori


Settore dei servizi
Settore industria e artigianato
Settore dei servizi


cultura che consente di agire con
autonomia e responsabilità nel sistema
delle relazioni che si instaurano tra il
tecnico, il destinatario del servizio e le
altre figure professionali coinvolte nei
processi di lavoro
Cinque indirizzi





Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo
rurale
Servizi per la manutenzione e l’assistenza
tecnica
Servizi socio-sanitari
Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità
alberghiera
Servizi commerciali
1°
2°
3°
4°
5°
Attività e insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti – Orario annuale
Religione o mat. alternativa
1
1
1
1
1
Lingua e letteratura italiane
4
4
4
4
4
Lingua straniera 1
3
3
3
3
3
Storia, cittadinanza e costituzione
2
2
2
2
2
Diritto ed economia
2
2
-
-
-
Scienze integrate
2
2
-
-
-
Matematica
4
4
3
3
3
Scienze motorie e sportive
2
2
2
2
2
Ore settimanali totali
20
20
15
15
15
Indirizzo Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale
Scienze integrate (fisica e chimica)
4
4
-
-
-
Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
2
2
-
-
-
Ecologia e pedologia
3
3
-
-
-
Laboratori tecnologici ed esercitazioni
3
3
-
-
-
Biologia applicata
-
-
3
-
-
Chimica applicata e processi di trasformazione
-
-
3
2
-
Tecniche di allevamento vegetale e animale
-
-
2
3
-
Agronomia territoriale e sistemi forestali
-
-
5
2
2
Economia agraria e dello sviluppo territoriale
-
-
4
5
6
Valorizzazione delle attività produtt. e legislaz. di sett.
-
-
-
5
6
Sociologia rurale e storia dell’agricoltura
-
-
-
-
3
Ore settimanali totali
12
12
17
17
17
Totale complessivo
32
32
32
32
32
Settore dei servizi

Permane anche nei professionali il profilo generalista del
biennio è netto


Spostando scienze e informatica nella parte comune si ha un
rapporto di 26 ore generaliste versus sei di indirizzo
Persino nell’istruzione professionale non ci si sottrae al
disciplinarismo

Nell’esempio riportato vi sono nove discipline di indirizzo!!!
Settore industria e artigianato


cultura tecnico professionale in
grado di operare efficacemente
in ambiti connotati da processi di
innovazione tecnologica e
organizzativa in costante
evoluzione
Un solo indirizzo (???) con due
articolazioni
1°
2°
3°
4°
5°
Attività e insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti – Orario annuale
Religione o mat. alternativa
1
1
1
1
1
Lingua e letteratura italiane
4
4
4
4
4
Lingua straniera 1
3
3
3
3
3
Storia, cittadinanza e costituzione
2
2
2
2
2
Diritto ed economia
2
2
-
-
-
Scienze integrate
2
2
-
-
-
Matematica
4
4
3
3
3
Scienze motorie e sportive
2
2
2
2
2
Ore settimanali totali
20
20
15
15
15
Indirizzo Produzioni Industriali e Artigianali
Scienze integrate (fisica e chimica)
6
6
-
-
-
Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
2
2
-
-
-
Tecnologie e tecniche della rappresentazione grafica
3
3
-
-
-
Laboratori tecnologici ed esercitazioni
3
3
5
5
4
Tecnologie applicate ai materiali e ai processi produttivi
-
-
6
5
4
Articolazione Industria
Tecniche di produzione e organizzazione
-
-
6
5
4
Tecniche di gestione conduzione macchine e impianti
-
-
-
3
5
Articolazione Artigianato
Progettazione e realizzazione del prodotto
-
-
6
6
6
Tecniche di distribuzione e marketing
-
-
-
2
3
Ore settimanali totali
12
12
17
17
17
Totale complessivo
32
32
32
32
32
Settore industria e artigianato


Le ore generaliste nel biennio salgono a 28 su 32
Negli indirizzi si coglie un’ansia di reductio ad unum… che
cosa vuol dire artigianato? Che cosa industria?


Tale difficoltà si evidenzia nelle tabelle di confluenza



Si parla di realizzazione di prodotti… ma quali? In quale
settore?
nell’indirizzo industria dovrebbero confluire i tecnici meccanici,
elettrici e persino dell’abbigliamento
Nell’indirizzo artigianato dovrebbero confluire i tecnici liutai
come anche quelli del marmo, del mare, etc.
La sopravvivenza, persino quinquennale, degli istituti
professionali si presta a diverse ambiguità
La formazione professionale

L’IFP si riferisce ad un Repertorio nazionale costituito
dall’insieme delle qualifiche e dei diplomi riconducibili
a “figure di differente livello, articolabili in specifici profili
regionali sulla base dei fabbisogni del territorio”.


Le quattordici figure di ottobre 2006 sono diventate 19 nel
febbraio 2009, e sono ancora sottoposte a revisione (previste
59 figure)
È in atto la definizione delle figure e degli indirizzi del quarto
anno (tecnico)
Figura, indirizzo, profilo regionale


Figura si intende uno standard assunto a livello di sistema Paese.
Per Indirizzo si intende l’eventuale articolazione della Figura assunta a livello
nazionale con riferimento a specifici ambiti/lavorazioni/prodotti/servizi. L’Indirizzo,
come la Figura, è uno standard assunto a livello di sistema Paese. Nel caso di
articolazione della Figura in Indirizzi:



Il Profilo regionale rappresenta la declinazione / articolazione a livello regionale
della Figura/Indirizzo nazionale rispetto alle specificità / caratterizzazioni territoriali
del mercato del lavoro.


la Figura comprende le competenze tecnico-professionali comuni a tutti gli Indirizzi;
ogni Indirizzo comprende le competenze tecnico-professionali che lo caratterizzano.
Le competenze tecnico-professionali che, sulla base delle specifiche esigenze territoriali,
connotano il Profilo regionale si intendono aggiuntive rispetto a quelle assunte dal sistema
Paese come standard nazionale sia a livello di Figura che di eventuali Indirizzi.
Per Qualifica/Diploma professionale si intende il titolo in uscita dai percorsi
triennali/quadriennali, che comprende la denominazione della Figura (inserita e
declinata nel Repertorio), dell’eventuale Indirizzo (inserito e declinato nel
Repertorio) e del Profilo regionale.
Caratteristiche

Ancoraggio più certo all’EQF, mediante accurata
definizione dei descrittori (competenze, conoscenze e
abilità)



Sul III livello EQF (operatore)
Sul IV livello EQF (diploma)
Dal punto di vista didattico e organizzativo, fatti salvi i LEP
(cfr. Decreto 226/05) occorre approfondire la
configurazione che i percorsi assumono nella singola
Regione
Alcune dominanti


La forma può essere a gestione “ente di formazione
professionale” oppure istituto professionale (sussidiarietà)
oppure integrata
Alcune caratteristiche di eccellenza



Didattica costruttiva per unità di apprendimento
Spazio alla personalizzazione e al tutorato
Presenza di forme di certificazione di competenza
Aspetti critici

La costruzione del curricolo si sottrae, pur citandola, alla
Raccomandazione Europea relativa alla competenze
chiave


In nessuna parte dei regolamenti si chiarisce il rapporto tra
competenze e discipline
Il primo biennio è in contrasto con il Regolamento
sull’obbligo di istruzione


Si mantengono filiere poco comunicabili
Esistono già tracce di formazione specifica
Competenze e discipline

Il PECUP dovrebbe contenere le competenze chiave
comuni ad ogni percorso

In realtà, elenco farraginoso (una ventina) di espressioni in
parte espresse come competenze (troppe) in parte richiamanti
nozioni

Esempio: padroneggiare le nozioni e le categorie essenziali elaborate dalla
tradizione filosofica inquadrandone storicamente i principali autori (…)
Indicazioni


Per le Indicazioni Nazionali si rimanda ad un successivo
decreto
Il rischio è che le competenze vengano definite in
rapporto ad ogni singola disciplina


In realtà, ad ogni competenza possono corrispondere diverse
discipline, e viceversa
Cfr. decreto francese del 12 luglio 2006: “L'acquisizione di
una competenza richiede il contributo di più discipline, e,
reciprocamente, una disciplina contribuisce
all’acquisizione di più competenze. (…)”.
La scuola italiana



Esiste di fatto un’istruzione di carattere nazionale, cui gli
schemi fanno riferimento, e una di carattere regionale
La costruzione dei decreti ha sostanzialmente ignorato
l’attuale processo di sistematizzazione delle figure in
uscita dalla formazione professionale, creando notevoli
ambiguità e sovrapposizioni
Sullo sfondo i ben noti problemi legati al Titolo V
Un sistema poco articolato

I vari sistemi tendono ad assomigliare, probabilmente a
causa di una rigida interpretazione dell’obbligo di
istruzione


Equivoco di fondo: l’equivalenza formativa non dovrebbe essere
in termini disciplinari, ma in termini di competenze chiave
L’obbligo di istruzione non dovrebbe impedire una più
precoce differenziazione dei curricola
Le magiche alchimie
La cosiddetta riforma consiste in una sostanziale riduzione delle ore,
con qualche aggiustamento nel dosaggio dei vari comparti disciplinari,
che lasciano sostanzialmente immutato il quadro attuativo dal punto di
vista pedagogico e didattico
Cosa non cambia, per ora


1599: ratio studiorum dei
gesuiti
Eredita la tradizione
universitaria parigina


Gradualità
dell’apprendimento
Distinzione in classi
Oggi


Quel tipo di organizzazione si è consolidata, sino a
diventare “indiscutibile”
I “quattro uno”





Un insegnante
Una classe
Una lezione
Una materia
Due ordini di contenuto


Un sapere fondato sulla ricerca
Un sapere civico generale
Dall’Occidente alla Cina
Due missioni contraddittorie


Fornire a tutti un sapere omogeneo
Assumere le differenze, facendosi carico dei diversi modi
di apprendere

Che cosa fare perché le differenze non si aggravino?
Due tipi di risposta

Differenziazione strutturale

Separare gli allievi in base a uno o più criteri



Le filiere secondarie
Le classi speciali
Differenziazione pedagogica

Tenere insieme gli allievi, differenziando gli interventi
Conclusioni

I decreti sembrano nascere da due esigenze


Mantenimento della centralizzazione
Esigenza di razionalizzazione e risparmio



Questa esigenza, si noti, contrasta con la tendenza alla bocciatura, che,
inconsistente dal punto di vista pedagogico, produce costi notevolissimi
dal punto di vista amministrativo
La madre di tutti i problemi è probabilmente la mancata
decentralizzazione
Il sistema regionale, in linea con il titolo V, è probabilmente il
più sensibile, e dunque idoneo, a costruire un’offerta formativa
ampiamente diversificata e rispondente nell’ambito
professionale

Questo pur nell’ambito di accordi sovraregionali, come sta
avvenendo nel settore della formazione professionale
I Bisogni Educativi Speciali
Bisogno educativo speciale

“Il concetto di bisogno educativo speciale si estende al di
là di quelli che sono inclusi nelle categorie di disabilità,
per coprire quegli alunni che vanno male a scuola (failing)
per una varietà di ragioni che sono note nel loro
impedire un progresso ottimale” (Unesco 1997)
Special educational needs

“E’ bambino con disabilità quello con ritardo mentale,
deficit uditivo, disturbi del linguaggio, autismo (…), altri
problemi di salute, specifiche difficoltà
dell’apprendimento e qualunque bambino che abbia
bisogno di educazione speciale” (DftES, 2005)
Metodologia: la guida inglese
http://publications.everychild
matters.gov.uk/eOrdering
Download/A%20Guide%2
0to%20SEN.pdf
BES

(Ianes 2006)
Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà
evolutiva, in ambito educativo e apprenditivo, espressa in
un funzionamento, nei vari ambiti della salute secondo il
modello ICF, che risulti problematico per il soggetto, in
termini di danno, ostacolo o stigma sociale,
indipendentemente dall’eziologia, e che necessita di
educazione speciale individualizzata
Un esempio: la Checklist
 Una componente-una pagina
 Categorie salienti (169 delle 1494)
 Disabilità con:
 Funzioni corporee
 Strutture corporee
 Attività e partecipazione
 Fattori ambientali
 Altre informazioni contestuali
 Utilizzabile da:
 Operatori e organizzazioni
sanitarie
 Privati
Scheda di valutazione funzionale dell’allievo
(con bisogni educativi speciali)
Cat Denominazi
one
CAPITOLO 1: FUNZIONI MENTALI
Spiegazione
liv
Performance
b1140 Orientament Lo studente è in grado di
o rispetto al dire se un evento certo
tempo
accade oggi, domani, ieri,
come ad esempio colloca
una lezione all’interno
dell’orario scolastico
0 Lo studente è in grado di dire se un evento certo
accade oggi, domani, ieri
1 Lo studente è in grado di dire se un evento certo
accade oggi, domani, ieri utilizzando un ausilio
come ad esempio un’agenda o il calendario
scolastico
2 Lo studente è in grado di dire se un evento certo
accade oggi, domani, ieri solo se l’insegnante lo
stimola ad utilizzare un ausilio
3 Lo studente è in grado di dire se un evento certo
accade genericamente nel passato, ora o in futuro
4 Lo studente non è in grado di dire se un evento certo
accade oggi, domani, ieri
8
9
La speciale normalità
(cfr. Ianes, 2006)

Compresenza dialettica di due principi



Il principio della “omogeneità”
Il principio della “specialità” dei bisogni e degli interventi
Attivare le risorse e gli interventi necessari (anche molto
“speciali”) privilegiando quelli più vicini alla normalità

Includere nella normalità, trasformandola, quei principi attivi,
tecnici e speciali che la rendono più efficace.
Due percorsi


L’educazione socioemotiva
La gestione educativa del gruppo classe
L’educazione socioemotiva
Missing Piece


Social Emotional Learning è il pezzo mancante dei
curricola scolastici e della formazione degli insegnanti
Goleman (Emotional Intelligence) fonda CASEL
(Collaborative for Academic Social Emotional Learning)
Le ricerche

CASEL: The positive Impact of SEL





Universal Review (campione di scuole)
Indicated Review (campione di studenti con problematiche
emotive non certificate)
After school Review (studenti negli orari non scolastici)
Durlak, J. A. Weissberg, R. P., Dymnicki, A., B., Taylor, R. D., &
Schelllinger, K. B. The impact of enhancing students’ social
and emotional learning: A meta-analysis of school-based
universal interventions (2008)
Alta correlazione tra SEL e apprendimenti

Miglioramenti tra l’11 e il 19%
Le 5 competenze chiave di SEL





Consapevolezza di sé
Autocontrollo
Consapevolezza sociale
Competenze relazionali
Assumere decisioni responsabili
Altri riferimenti


Fondazione Marcelo Botin: Social and Emotional Learning:
a International Analysis
Unesco
Unesco

Learning, the Treasure Within (Delors, 1966)





Dichiarazione di Kronberg (2007)


Imparare a conoscere
Imparare a fare
Imparare a vivere insieme
Imparare ad essere
TIC e SEL
Unesco IBE: Academic and Social Emotional Learning
(Elias, 2003)

I 10 punti di SEL
Unesco IBE: i 10 punti










Prendersi cura degli allievi
Insegnare quotidianamente le competenze per la vita
Collegare SEL ad altri servizi scolastici
Stabilire degli obiettivi su cui concentrare l’educazione
Utilizzare metodologie differenziate
Promuovere servizi della comunità che producano
empatia
Coinvolgere i genitori
Costruire SEL gradualmente ma sistematicamente
Preparare e sostenere il personale
Valutare ciò che si fa
Es. prendersi cura degli allievi






Salutare tutti gli allievi per nome quando entrano a scuola
e in classe
Iniziare e/o finire la giornata scolastica dando tempo agli
allievi di riflettere su ciò che si fa
Creare regole in classe per riconoscere i comportamenti
positivi
Assicurarsi che le regole siano chiare, giuste e fatte
fermamente rispettare
Mostrare interesse per la vita degli allievi fuori della
scuola
Chiedere quali ambienti siano più favorevoli agli
apprendimenti e tenerne conto
Alcuni stati

Stati Uniti




Illinois
Alaska
Svezia
Gran Bretagna
Illinois



Nel 2003 esce il rapporto CHILDREN’S MENTAL
HEALTH:AN URGENT PRIORITY FOR ILLINOIS
(Children’s Mental Health Task Force)
Nel 2004 l’Illinois per primo adotta lo standard CASEL
dentro gli standard delle scuole sino ai dodici anni (K12)
Cinque condizioni ritenute indispensabili





Una forte leadership
Integrazione di SEL dentro I programmi scolastici
Formazione degli insegnanti
Valutazione in itinere e finale
infrastrutture
Alaska



Il distretto scolastico di Anchorage (il più grande degli States e
uno dei più complessi come popolazione) nel 2004 vara il
programma Social and Emotional Learning Six Year Plan
Nel 2006 adotta gli standard SEL
Significativi gli strumenti di valutazione

School Climate and Connectedness (in collaborazione con
l’American Institutes for Research)





Questionario per gli studenti
4 scale di relazioni e connessioni
Questionario per il personale (clima di istituto)
Scheda di valutazione individuale
Il progetto sta ottenendo buoni risultati, al punto da costituire
un punto di riferimento negli States
Svezia


Non un approccio ufficiale, ma dieci valori orientativi nel
curricolo nazionale
Un caso straordinario: la scuola di Rinkeby


From the worst to the first
Le condizioni


Pieno coordinamento tra risorse del sociale e scuola
Carta bianca sul personale
Come?

Le prime azioni





Creata un’associazione di genitori
Riparati i danni della scuola
Stabilite condizioni di sicurezza
Aumentare la motivazione degli studenti e la loro speranza nel
futuro
I tre principi



Integrazione con il contesto esterno
Visione continua dell’apprendimento tra scuola dell’infanzia e
successivi cicli
Visione olistica del bambino

Ogni bambino appartiene ad un mentore
Gran Bretagna


Nel curricolo nazionale è obbligatoria la Personal, Social
and Helath Education (PSHE) e il Citizenship Syllabus (per
i ragazzi sopra i 14 anni, un GCSE specifico)
Dal 2003 il QCA ha consentito la sperimentazione
volontaria di SEL (rinominata SEAL)
Valutazione di SEAL


In un primo tempo il Capo degli Ispettori (Woodhead)
bollò l’iniziativa come sloppy and sentimental
Nel 2007 i risultati di un primo studio di Ofsted hanno
portato a formulare raccomandazioni in tale direzione



Migliore capacità di lavorare in gruppo
Maggiore tenacia e resilienza
Eppure ancora oggi esiste una tendenza a denigrare le
cosiddette “lezioni per la felicità” per tornare al “leggere e
scrivere”(S.Sodha, Progress, 2009)
L’Italia

La scuola dell’infanzia e i “campi di esperienza”




Il sé e l’altro
Nel primo ciclo nessun riferimento a SEL
Nell’obbligo di istruzione richiamo alle competenze
chiave di cittadinanza
Nella secondaria (Decreto 169/2008): Cittadinanza e
Costituzione
Progetti

Paths (Promoting Alternative THinking Strategies) – K6


Rally (Responsive Advocacy for Life and Learning in Youth)


http://www.pearweb.org/rally/
Second step


http://www.channing-bete.com/prevention-programs/paths/
http://www.cfchildren.org/programs/ssp/overview/
The Penn Resiliency Program (PRP)

http://www.ppc.sas.upenn.edu/prpsum.htm
Neurologia ed emozioni
Motore e benzina



L’intelligenza è il
motore
Le emozioni sono la
benzina
(Piaget)
Courants et tourbillons



Studio di De Marcellus (IEA-TIMMS)
Gestions dévolutives et directives des interactions en
classe
Ciò che causa l’ansia non è la matematica, ma il modo in
cui viene insegnata
Il clima d’istituto

Fattori… non solo le relazioni



Il tipo di lezione
Senso di giustizia ed equità, ricadute sul fenomeno della
violenza a scuola
Struttura fisica di aula e istituto (e dei bagni…)
La lezione

Durante la lezione il docente…

Prende in media più di cento decisioni





Due al minuto
Solo 7 di queste sono consapevoli
Interviene mediamente ogni 20 secondi
A lesson is likely a swiftly flowing river (Lewis-Tsuchida,
American Educator, 1998)
L’importanza del tempo d’attesa


Wait time (Rowe, 1986): la media registrata è di un secondo e
mezzo
Gli insegnanti tendono ad aspettare con gli allievi ritenuti bravi,
diventano nervosi e impazienti con gli altri (Ferguson, 2003)
La gestione educativa della
classe
Tipologia di interventi



Interventi basati sugli antecedenti
Interventi basati sulle conseguenze positive
Interventi basati sulle conseguenze negative
Interventi sugli antecedenti

Interventi diretti all’ambiente che circonda il soggetto



Per loro natura sono interventi preventivi
Superano la tradizionale tendenza a intervenire solo a
posteriori (sulle conseguenze)
Il fallimento di un ragazzo può essere dovuto ad un
fallimento nella strutturazione dell’ambiente
Alcuni interventi





Le regole
Le routine
Gli stimoli
La comunicazione dell’adulto
Il ruolo del “dialogo interno”
La costruzione delle regole

Quattro funzioni




Comunicano le aspettative
Aiutano a stabilire un clima di giustizia
La loro costante applicazione aiuta a consolidare il
comportamento adeguato
Servono all’insegnante come segnale per rispondere ai
comportamenti
Principi per la costruzione di regole



Il loro numero deve essere contenuto al minimo
La formulazione semplice e specifica
Quando è possibile, devono essere formulate in modo
positivo




La formulazione negativa “richiama” ed in un certo modo “attrae”
il comportamento
Un elenco di “non fare” genera tendenzialmente un setting
negativo
Se è possibile dovrebbero essere costruite in modo
partecipato
Devono essere formalmente condivise e rese pubbliche
Caratteristiche del sistema di regole

Tre elementi fondamentali


Condivisione
Certezza ed equità della pena




Se possibile il contrappasso
Coerenza intra e inter educatori
Deve essere visibile che le regole servono al gruppo, e
non agli adulti per “controllare”
Svantaggio: il circolo vizioso
Procedura in caso di violazione




La violazione è occasione per interiorizzare la regola e per lavorare sul
nesso comportamento-conseguenze
La gradualità
 Contro l’educatore gringo
 Da me stesso alle cose sino ad arrivare ad altri…
Un esempio
 Affermazione (es. Ti ricordi la regola, metti via il telefonino…)
 Affermazione + tono di voce
 Affermazione + minaccia di conseguenza
 Avvertimento…
 Passaggio all’azione
Quando non ce la faccio: il ricorso a terzi come extrema ratio
Uscire dalle regole…


Mettere nelle condizioni di non sbagliare, e poi…
…dalle regole al “premio”



Dal circolo vizioso al circolo virtuoso
Imparare a “segnalarsi” nel positivo
Costruzione di una percezione di sé come adeguato e
accettabile
Le routine


Fornire un programma e orari regolari (entro un quadro
di “variabilità” degli stimoli)
Determinare alcuni comportamenti “standard”



Gestire i materiali



Stabilire chiaramente le priorità
Evitare il sovraccarico di informazioni
 Se necessario, spezzettare le “consegne”
Criteri di “ordine” evidenti
Quantità ottimale di materiali disponibili
Curare le “situazioni di transizione”
Gli stimoli

Tre caratteristiche




Brevità
 Spezzettare le sequenza
 Frequenza e velocità degli imput
Varietà
 Sugli stimoli
 Sulle modalità di affrontarli
Struttura
I “metastimoli”



Contatto fisico
Sguardo
Segnali concordati (es. colpo di tosse)
La comunicazione dell’insegnante

Tre stili



Stile passivo
Stile aggressivo
Stile assertivo
Stile passivo


E’ assunto dagli adulti che hanno difficoltà a stabilire delle
regole e a rinforzarle
Si tenta di guidare il comportamento del ragazzo, ma nella
stessa comunicazione ci sono tracce di debolezza


La comunicazione è spesso sotto forma di domanda, come se la
decisione spetti al ragazzo
Alcuni esempi


Non credi che sia il momento per mettere in ordine?
Quante volte devo dirti di essere puntuale!
Stile aggressivo

E’ assunto dagli adulti che controllano i ragazzi mediante il
ricorso sistematico a minacce, punizioni, commenti ironici
e umilianti




Il comunicatore rimane in una posizione “sicura” di controllore
La comunicazione può assumere forma di “frecciata”
Questo tipo di “potere” è un tipo di “ controllo temporaneo”,
cioè valevole solo in presenza dell’adulto
 Mancata promozione dell’autonomia
Esempi


Sembri un bambino di due anni!
Non sai che la penna è fatta per scrivere? (“stupido”, implicito)
Stile assertivo

Gli adulti sono sicuri di sé (e del ragazzo) ed esprimono
in modo chiaro e diretto i loro desideri e aspettative




Forniscono “struttura” con l’esplicitazione delle regole
Sono in grado di rinforzare i comportamenti rispettosi delle
regole
Sono chiari anche al riguardo delle conseguenze, che sono lasciate
alla responsabilità del ragazzo
Esempio



Smetti di insultare o sarai escluso dal gioco
Vedo che in questo momento sei proprio arrabbiato, vuoi
raccontarmi che cosa è successo?
Quando metterai in ordine potrai giocare
La gestione del conflitto

La gradualità



Un esempio






Contro l’insegnante gringo
Da me stesso alle cose sino ad arrivare ad altri…
Affermazione (es. Metti via il telefonino…)
Affermazione + tono di voce
Affermazione + minaccia di conseguenza
Avvertimento…
Passaggio all’azione
Quando non ce la faccio: il ricorso a terzi come extrema
ratio
Uscire dalle regole…


Mettere nelle condizioni di non sbagliare, e poi…
…dalle regole al “premio”



Dal circolo vizioso al circolo virtuoso
Imparare a “segnalarsi” nel positivo
Costruzione di una percezione di sé come adeguato e
accettabile
Il dialogo interno

Costante anche se inconsapevole colloquio interiore, che
sovrintende alla percezione di emozioni e all’emissione di
comportamenti


Soltanto in situazioni nuove o impreviste il dialogo interno
tende a “venire alla luce”
L’impiego del dialogo interno può essere razionale ed
efficace come anche irrazionale e improduttivo
Dialogo interno e metacognizione

Il dialogo interno favorisce
lo sviluppo di abilità e
strutture metacognitive, e
a sua volta ne è favorito
Dialogo interno
Abilità metacognitive
Strutture
metacognitive
Dialogo interno efficace

Dialogo legato alla percezione di sé





Dialogo legato alle contingenze




“conosco il mio punto debole, qui debbo fare più attenzione”
“in questa situazione posso dimostrare ciò che valgo”
“se ci provo, posso farcela!”
“le sue parole non mi toccano, io so di non essere stupido”
“vediamo da dove iniziare…”
“stai calmo!”
“se lo lascio continuare senza reagire, di sicuro smetterà!”
Gli “impulsi di sforzo”
Dialogo interno irrazionale

Il dialogo interno corrisponde ad un modo distorto di
concepire se stessi ed il mondo




Tendenza ad ingigantire gli aspetti negativi della realtà
Modalità di pensiero rigide e assolutistiche
Frequenza di termini quali sempre, mai, nessuno, etc.
Frequenza di considerazioni del tipo "non me ne va mai bene una",
"tutti ce l’hanno con me", "nessuno mi vuole bene", "non ne faccio
mai una buona".
Le “attribuzioni”

Importanza della “lettura” della attribuzioni



Nelle situazioni negative, meglio le attribuzioni interne, specifiche
e instabili
Nelle situazioni positive, meglio le attribuzioni interne, globali e
stabili
Dunque…


Nelle situazioni positive, attribuirsi il merito, se ci si è impegnati a
realizzarle
Nelle situazioni negative, decidere realisticamente se è possibile
correggere la situazione e impedire che si verifichi nuovamente
 In caso contrario, siamo aiutati a ridurre lo stato d’animo negativo
Il locus of control e le attribuzioni
Globale Specif. Stabile Instab. Esterna Interna
Sono sfortunato
x
x
Sono
intelligente
X
X
X
X
Non ho studiato
a sufficienza
X
X
Il compito è
troppo difficile
X
X
Non piaccio mai
a nessuno
Non piaccio
all’insegnante
X
X
X
X
X
X
X
X
I tre processi cognitivi

Processi cognitivi di tipo descrittivo.


Processi cognitivi di tipo inferenziale (o interpretativo).


Si riferiscono al modo in cui l’individuo percepisce e descrive la
realtà.
Si riferiscono al modo in cui l'individuo interpreta la realtà percepita.
Processi cognitivi di tipo valutativo.

Si riferiscono al modo in cui l'individuo giudica o valuta ciò che ha
interpretato.
Un esempio



"Accidenti, il mio compagno mi sta prendendo in giro!"
(processo descrittivo).
“Se mi sta prendendo in giro vuol dire che ce l’ha con me"
(processo inferenziale o interpretativo).
“Se ce l’ha con me vuol dire che è cattivo e merita di essere
punito" (processo di tipo valutativo)
Un esempio



“Ancora una volta non ho fatto bene il compito!" (processo
descrittivo).
“Il professore mi giudicherà male e mi respingerà"
(processo inferenziale o interpretativo).
“Il professore è stupido ad agire in questa maniera"
(processo di tipo valutativo)
Insegnare il dialogo interno


Introdursi nel dialogo interiore (colloquio educativo) e
scoprire le frasi irrazionali
Sequenza







Creare ad hoc frasi e slogan sintetiche ed efficaci (antidoti)
All’inizio, chiedere al ragazzo di formularla ad alta voce
Poi sottovoce…
Poi “muovendo le labbra”
Infine, pronunciarla in silenzio
Con il tempo, aiutare il ragazzo a crearsi da solo gli antidoti
L’interiorizzazione del linguaggio è qualcosa di più di un
“fading” (Luria,Vigotszy, Meichenbaun)
Tipologia di interventi



Interventi basati sugli antecedenti
Interventi basati sulle conseguenze positive
Interventi basati sulle conseguenze negative
Interventi sulle conseguenze positive

Si tratta di sostenere la motivazione in soggetti che
presentano deficit specifici in quest’ambito


Identificare i rinforzi



Disturbi da deficit motivazionali (Barkley, 1990)
osservare il ragazzo e individuare le attività più frequenti
Avere a disposizione un ampio catalogo di possibili rinforzi,
secondo le varie tipologie
Il rinforzo deve essere




Immediato (chiarezza del nesso)
Frequente (“segnali” troppo distanti tra loro sono di scarso aiuto
al “viaggiatore”
Variato
Saliente
Migliorare le strategie di rinforzo

In generale, promuovere interazioni positive sotto forma
di lodi e incoraggiamenti






Non siamo in genere prodighi di questo tipo di interventi
I comportamenti da gratificare sono quelli che non si notano…
Il rinforzo sociale è sempre disponibile, non costa nulla e stimola
l’autonomia
Il rinforzo sociale può e a volte deve essere accompagnato dal
contatto fisico
Una contingenza da cercare: il ragazzo ascolta
“casualmente” un complimento per un comportamento
specifico
Nel tempo, promuovere strategie di autorinforzo
Alcuni errori






Utilizzare sempre lo stesso rinforzo, specie se materiale
Offrire grandi rinforzi per grandi miglioramenti
Rinforzare un comportamento prima che sia avvenuto
 Concedere il rinforzo dietro una promessa rinforza la promessa, e non il
comportamento
Promettere o concedere rinforzi per far cessare comportamenti
negativi
Lodare il ragazzo, invece che un comportamento specifico
Il rimprovero di rimbalzo
 Bene, hai messo tutto in ordine… allora perché non lo hai fatto anche le
altre volte? Vedi che non è così difficile essere bravi…
Tipologia di interventi



Interventi basati sugli antecedenti
Interventi basati sulle conseguenze positive
Interventi basati sulle conseguenze negative
Interventi basati sulle conseguenze negative



Il principio della conseguenza negativa è naturale e “adattivo”, e bisogna
mantenerlo tale
 Per i ragazzi, è meglio sperimentare tale meccanismo in circostanze
protette
Due situazioni che rendono necessaria la conseguenza di tipo negativo
 Un comportamento inappropriato genera una conseguenza positiva
 Un comportamento inappropriato è pericoloso per il ragazzoo per altri
 Un comportamento inappropriato è sfida aperta all’adulto
Anche in queste situazioni, la punizione non sarà l’unico strumento
utilizzato
 Essa infatti fornisce informazioni su ciò che non è appropriato, ma non su
possibili alternative
Alcune tipologie






Ignorare pianificato
Rimprovero
Conseguenza logica
Il costo della risposta
Punizione con noia
Punizione con sforzo
Ignorare pianificato

Ritiro dell’attenzione non appena il comportamento si
manifesta



Utile quando è evidente che il comportamento è “premiato”
dall’attenzione dell’insegnante
Non utilizzabile quando il comportamento è pericoloso o troppo
disturbante
Strategia frequente: il ragazzo aumenta l’intensità e la
frequenza del comportamento


Perseverare sino a scomparsa del comportamento
Cedere insegnerebbe al ragazzo ad essere più persistente nel
comportamento indesiderato
Rimprovero

E’ lo strumento più utilizzato, senza particolare attenzione
alle alternative o comunque alle condizioni di efficacia



Ad esempio, con i ragazzi motivati ad attirare l’attenzione
dell’adulto, i rimproveri possono rinforzare i comportamenti
indesiderati
Il rimprovero deve essere centrato sul comportamento
Evitare giudizi morali e commenti svalutanti
Il rimprovero centrato sul comportamento

Sequenza





Descrizione del comportamento indesiderabile
Spiegazione del perché è tale
Suggerimento di un comportamento alternativo
Indicazione del vantaggio che deriva dal comportamento adeguato
Esempio




Hai dato una spinta al tuo compagno
Avresti potuto farlo cadere e fargli male
Quando si entra in sala giochi si passa uno alla volta
Così facendo eviterai di far del male a qualcuno e i tuoi compagni
staranno più volentieri con te
Conseguenze logiche

Si tratta di “facilitare” e rendere fruibile la conseguenza
delle azioni


E’ la forma più consigliabile in quanto rende i soggetti più
responsabili e autonomi
Può essere preceduta da un ragionamento nella forma
“se… allora…”

È necessario fare in modo che la conseguenza logica sia
percepita come tale, e non come una qualsiasi punizione
Costo della risposta


Utilizzo del rinforzo simbolico in forma “cumulabile” (es.
punti, gettoni, etc.)
In generale è una procedura mirata al “successo”


I premi simbolici devono essere effettivamente “fruttuosi”, pena
la perdita di efficacia
Gli obiettivi dovranno essere commisurati alle probabilità
Punizioni con la noia

Alcune tipologie



Sedere e osservare
 nel frattempo rinforzare in altri il comportamento corretto, onde
stimolare il modeling
 Al termine un breve colloquio con il ragazzo
Sedere e pensare
 Più restrittivo, produce maggiore noia
 Come la prima, ha come presupposto il desiderio del ragazzo di
rimanere nel gruppo
Sospensione “dentro” l’ambiente (scuola, centro)
 Si rimane “dentro”, e si svolgono mansioni noiose prima di
ritornare nel gruppo
Punizioni con sforzo

Alcune tipologie



Correzione semplice: il ragazzo ripristina le condizioni
originarie
Ipercorrezione: stessa cosa, ma in modo aumentato
Pratica positiva: il ragazzo produce il comportamento corretto
in modo ripetuto
Vantaggi



Gli adulti, esercitando il loro “potere”, controllano meglio
la loro rabbia e frustrazione
Gli adulti diventano un modello di autocontrollo
La relazione con i ragazzi potrà presto diventare
nuovamente positiva, grazie all’efficacia dell’intervento
Cautele

Il ragazzo punito potrebbe dire che la punizione gli
“piace”




Non prendere sul serio queste affermazioni, che sono un modo
per manipolare l’adulto
Non pretendere che il ragazzo sia di buon umore dopo la
punizione
Essere certi di non apparire arrabbiati o vendicativi in
seguito alla punizione
Non scusarsi mai per aver messo il ragazzo in punizione
Due mandati di lavoro

Costruire una unità di apprendimento avente come
obiettivo una o più competenze socioemotive


Senza escludere il coinvolgimento di qualche disciplina
Costruire un regolamento e relative sanzioni secondo i
principi descritti



Il loro numero deve essere contenuto al minimo
La formulazione semplice e specifica
Quando è possibile, devono essere formulate in modo positivo
Schema
• Denominazione (nome UA)
• Risultato finale (compito, prodotto, materiale realizzato…)
• Utenti (intero gruppo classe, sottogruppi, singoli; osservazioni sulle
caratteristiche degli allievi)
• Obiettivi formativi (in termini di competenze)
• Descrizione delle fasi di realizzazione (articolazione delle attività
proposte per la realizzazione del compito)
• Tempi/durata (in h)
• Periodo (dal al)
• Discipline coinvolte (conoscenze e abilità coinvolte, con specificazione
del contributo di ciascuna area disciplinare in termini di tempi e
obiettivi)
• Criteri e modalità di valutazione (con specificazione delle prove svolte)
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