La rivoluzione inglese HOME La rivoluzione inglese 1 e 2 Le politiche assolutistiche Il governo di Giacomo I Il governo di Carlo I Le conquiste dell'opposizione Lo scoppio della guerra civile La guerra civile Le forze del Parlamento Il governo di Cromwell La restaurazione monarchica La questione religiosa Scozia, Irlanda, Inghilterra La Scozia La Scozia e la guerra civile L'Irlanda L’Irlanda e la guerra civile Il puritanesimo L'anglicanesimo I Cattolici Lo sviluppo economico e sociale Le nuove classi sociali I protagonisti Enrico VIII Elisabetta I Giacomo I Carlo I Giacomo II Carlo II Guglielmo III d'Orange Oliver Cromwell La questione religiosa Molto pesarono sulla guerra civile inglese, svoltasi tra il 1642 e il 1648, le problematiche religiose. I cattolici lamentavano di essere discriminati; gli anglicani rappresentavano invece la chiesa ufficiale, sottomessa al potere regio. I puritani erano protestanti. Cattolici e anglicani difendevano il re e gli interessi conservatori, mentre i puritani erano espressione dei ceti borghesi. In Irlanda, sottomessa dall'XII secolo alla corona inglese, la maggioranza cattolica era doppiamente ostile ai dominatori, inglesi e anglicani. La Scozia, di tradizioni presbiteriane, si era ribellata ai tentativi di Carlo I di introdurre l'anglicanesimo nel Paese. La Bibbia Cranmer, puritana Il puritanesimo Il puritanesimo è un movimento che si basa sui principi del calvinismo e sull’idea di uguaglianza politica e religiosa. I puritani "indipendenti" sostenevano che la politica e la Chiesa non dovevano interferire l’una con l’altra e che ogni uomo era libero di aderire o no ad una religione. I puritani presbiteriani, invece, sostenevano che l’organizzazione religiosa dovesse basarsi sugli anziani (presbiteri). Anch’essi ripudiavano l’inquadramento episcopale della Chiesa anglicana e il potere assoluto dei regnanti sulla religione favorendo la libertà di professione di fede. Le classi medie inglesi erano in genere puritane. Calvino, ispiratore del puritanesimo L'anglicanesimo La Chiesa anglicana nasce dall'Atto di supremazia del 1534, con il quale Enrico VIII sottometteva la chiesa inglese alla corona, sottraendola al controllo papale. Essa, grazie alla sua ben strutturata gerarchia di vescovi, divenne uno strumento di potere in mano al re. L'autorità religiosa più importante era l'arcivescovo di Canterbury. La separazione da Roma comportò la confisca e la vendita dei terreni dei monasteri, aboliti, e la penetrazione delle idee protestanti in Inghilterra. Enrico VIII I Cattolici Nonostante la nascita della Chiesa anglicana, i cattolici mantennero una certa influenza, specialmente in certi settori della aristocrazia. Nel 1605 essi promossero la "Congiura delle polveri": una carica esplosiva avrebbe dovuto fare esplodere il palazzo del Parlamento (Westminster). La scoperta della congiura portò all'inasprimento delle persecuzioni contro di loro. I cattolici irlandesi rimasero sempre una spina sul fianco per i governanti inglesi L’incendio di Londra del 1666 La Scozia Dominata nei primi secoli dopo Cristo dai Pitti, verso il VI secolo la regione fu occupata dagli Scoti, invasori celtici provenienti dall'Irlanda del Nord. Nello stesso periodo si diffuse il cristianesimo. Poi iniziarono le scorrerie vichinghe, intorno all'VIII secolo. Si formò poi un Regno di Scozia nell'XI secolo, sempre più attirato nell'orbita inglese. Fu introdotto così il sistema feudale anglonormanno; gli ordini religiosi celtici furono soppressi; furono fondati numerosi monasteri e la Chiesa celtica fu uniformata a quella cattolica. Il franconormanno soppiantò il gaelico a corte, mentre l'inglese si diffondeva tra il popolo. Nel 1286, si aprì una crisi politica, e ben tredici discendenti di ex monarchi rivendicarono il trono. Edoardo I d'Inghilterra colse l'opportunità per proclamare la sovranità sulla Scozia. In seguito, si svolsero tuttavia una serie di guerre al fine di mantenere l'indipendenza dagli inglesi, che ottenne nel 1328, con il trattato di Northampton e che mantenne per 400 anni. I monti Grampiani, in Scozia La Scozia e la guerra civile Alla morte di Elisabetta (1603) Giacomo VI divenne re d'Inghilterra e Scozia con il nome di Giacomo I. Sotto di lui il regno conobbe un periodo di pace. La politica del figlio e successore Carlo I condusse invece allo scoppio della guerra civile inglese. Durante la guerra civile, molti scozzesi sostennero il Parlamento contro il re in cambio della promessa che il presbiterianesimo sarebbe divenuto religione ufficiale. Ma la promessa non venne mantenuta e Cromwell sconfisse i realisti scozzesi insorti in difesa dell'erede al trono, Carlo II, che venne incoronato in Scozia nel 1651. Negli anni successivi Cromwell impose un unico governo a Inghilterra e Scozia. Quando, nel 1660, Carlo II salì nuovamente al trono, la Scozia venne separata politicamente dall'Inghilterra. Quando fu dichiarato re Guglielmo III (II di Scozia), una parte di scozzesi rimasti fedeli al re in esilio, Giacomo, si ribellarono nel 1689-90, senza ottenere alcun successo. Nel 1707 il Parlamento scozzese ratificò l'ingresso della Scozia nel Regno Unito. Giacomo I L'Irlanda Poco si sa delle popolazioni irlandesi antiche, divise in tribù indipendenti. Nel VI secolo erano sorti dei monasteri che iniziarono a diffondere il cristianesimo. A partire dall'VIII secolo iniziarono le scorrerie dei vichinghi, che si insediarono anche su alcune zone costiere. Nel 1172 Enrico II d'Inghilterra sbarcò in Irlanda con un forte esercito e vi insediò un vicerè. Ogni proposta del parlamento irlandese doveva essere approvata dalla corona inglese. Nel 1537 Enrico VIII, che assunse il titolo di Re di Irlanda, cercò di introdurre la riforma protestante vendendo i terreni confiscati dei monasteri. Con Elisabetta e Giacomo I, i poteri della Chiesa anglicana si estero all'Irlanda, ma la stragrande maggioranza degli abitanti rimasero cattolici e l'isola fu spesso teatro di scontri religiosi. Un’antica mappa del Regno Unito L'Irlanda e la guerra civile Giacomo I impose all'Irlanda la legislazione inglese e abolì ogni forma di autonomia. Nel 1641, una sollevazione cacciò gli inglesi dall'Ulster e Carlo I, nel pieno della guerra civile, promise concessioni alla chiesa cattolica in cambio di aiuti, che ottenne. Nel 1649, Oliver Cromwell sbarcò nell'isola a sconfisse duramente i cattolici, confiscando e dividendo le terre migliori. Carlo II e poi Giacomo II, cercarono viceversa di riguadagnare il favore dei cattolici restituendo parte delle terre il primo e riattribuendo dei poteri amministrativi e militari. Guglielmo III d'Orange, infine, dovette condurre una lunga campagna militare per riconquistare il controllo dell'isola, poi duramente sottomessa, anche economicamente, agli Inglesi. Un’antica mappa del Regno Unito La rivoluzione inglese 1 e 2 Gli eventi immediatamente riconducibili alla cosiddetta "rivoluzione inglese" si svolgono in un arco di tempo di circa quarant'anni. In realtà, si parla di una prima rivoluzione inglese, che va dalla guerra civile 1641-1648 alla morte di Cromwell, nel 1656; e di una seconda rivoluzione inglese, la "Gloriosa rivoluzione", legata all'insediamento di Guglielmo III d'Orange e alla Carta dei diritti del Parlamento inglese, nel 1688. Tra le due rivoluzioni si colloca un periodo di "restaurazione monarchica", dal 1656 al 1688, sotto i sovrani Giacomo II e Carlo II. La rivoluzione inglese fu l'effetto dell'opposizione della società inglese ai progetti assolutistici di Giacomo I e di Carlo I. Essa trasse però alimento anche da complesse problematiche religiose e dalle profonde trasformazioni in corso nella economia e nella società inglese. In senso orario: L’esecuzione di Carlo I, Giacomo II Stuart, Oliver Cromwell, Carlo II Le politiche assolutistiche Tra il XVI e il XVII secolo, alcune monarchie europee misero in atto delle politiche assolutistiche, volte a rafforzare il potere centrale della corona contro le autonomia di origine feudale. In genere, i sovrani si sforzavano di gestire direttamente i poteri politici, militari, e giudiziari attribuiti fino ad allora ai feudatari. Per farlo, essi avevano bisogni di assumere funzionari, giudici e personale militare. Diveniva perciò indispensabile ottenere grandi risorse finanziarie. Spesso, perciò, le principali opposizioni alle politiche assolutistiche riguardavano i nuovi tributi che i re cercavano di imporre. In Inghilterra, ove esisteva per tradizione un parlamento molto influente nelle decisioni fiscali, tale opposizione assunse subito un forte significato politico. Luigi XIV, simbolo dell’assolutismo regio Il governo di Giacomo I Giacomo I, re dal 1603 al 1625, deciso fautore dell'assolutismo monarchico, scontrava le sue ambizioni con i tradizionali poteri del Parlamento inglese in materia fiscale. Per aggirare il problema, Giacomo aveva iniziato ad alimentare le finanze dello stato vendendo beni della corona oppure titoli nobiliari e ricorrendo anche alla creazione di monopoli commerciali da cedere ai privati. Nel 1621, costretto dalle necessità della guerra dei 30 anni, a cui l'Inghilterra partecipava, si decise a convocare il Parlamento, che, subito, criticò molto aspramente i metodi fino allora seguiti dal re, accusando anche molti suoi funzionari di malversazioni. In ogni caso, il Parlamento non approvò nessuna richiesta. Giacomo I Il governo di Carlo I L'avvento al trono di Carlo I, sovrano dal 1625 al 1649, vide acuirsi i contrasti tra la corona e il Parlamento. Deciso anch'egli a promuovere l'assolutismo, egli impose un prestito forzoso, che sollevò critiche in tutta la società inglese. Necessitato dalle esigenze belliche della guerra dei 30 anni, fu costretto nel 1628 a convocare il Parlamento per chiedere risorse. Il Parlamento si rifiutò pubblicando invece la "Petizione dei diritti", che elencava i diritti del Parlamento. Il re lo sciolse nel 1629. Per undici anni Carlo I governò da solo, appoggiandosi alla Chiesa anglicana. Nel 1637, però, il tentativo di imporre alla Scozia le strutture della Chiesa anglicana portò gli scozzesi alla rivolta. Per fronteggiarla, il re dovette riconvocare il Parlamento, che gli ribadì tutta la sua ostilità. Di nuovo l'assemblea fu sciolta ("Corto Parlamento, aprile-maggio 1640) e di nuovo riconvocata. Il contrasto si fece violentissimo, aprendo la strada alle guerra civile. Carlo I Le conquiste dell'opposizione Nonostante i forti dissidi, con la Petition of rights, il movimento di opposizione raggiunse alcuni obiettivi: l'obbligo per la corona di ottenere l'autorizzazione parlamentare nel caso di istituzione di nuove tasse; obbligo di processare i sudditi prima che vengano dichiarati in stato di arresto; l'abolizione degli organismi del governo centrale (Consigli del Galles e del Nord, i tribunali della High Commission delle Requests e della Camera Stellata); la cessazione della persecuzione dei dissidenti rispetto alla politica di Laud; la condanna dei protagonisti principali della politica regia (Laud, Stratford); Carlo I Lo scoppio della guerra civile Il Parlamento che Carlo I fu costretto a riconvocare per la seconda volta nel 1641 espresse una maggioranza puritana, che mise in stato di accusa i principali collaboratori del re, chiedendo anche l'abolizione dei vescovi della Chiesa anglicana e l'allontanamento dei cattolici dalla corte. Quando il re manifestò l'intenzione di volere arrestare i capi dell'opposizione parlamentare, Londra insorse e iniziò la guerra civile. Carlo lasciò la capitale. L'esercito del re era sostenuto dall'aristocrazia e dalla Chiesa anglicana; quello delle forze parlamentari dalle regioni e dalle classi sociali economicamente più avanzate, borghesi e commerciali. La guerra, dopo un incerto inizio, terminò con la vittoria delle truppe di Cromwell. Olivwer Cromwell La guerra civile Dopo un inizio incerto, la guerra cominciò a favorire le forze parlamentari quando si costituì il New model army di Oliviero Cromwell: si trattava di un esercito ben addestrato, puritano fino al fanatismo, deciso a vinncere a tutti i costi. La vittoria decisiva si ebbe a Nasbey, nel giugno del 1645. Il re si rifugiò in Scozia, ma, visto il suo rifiuto di accettare la struttura della chiesa presbiteriana, gli scozzesi lo consegnarono al parlamento inglese. Più tardi, tuttavia, il re fuggì e la guerra si riaprì. La vittoria di Preston nell'estate del 1648 concluse la guerra. Accusato di alto tradimento, Carlo I fu giustiziato il 9 febbraio del 1649. In maggio fu proclamata la Repubblica (Cvmmonwealth). La distruzione del castello di Raglan da parte delle forze parlamentari Le forze del Parlamento Le forze parlamentari non erano omogenee. Sconfitto il re, le divisioni interne emersero con forza. I "livellatori", per esempio, sostenevano che si dovesse procedere ad una riforma agraria che favorisse a tutti una media proprietà agricola e il diritto di voto. Gli "zappatori" invece, arrivavano a ipotizzare soluzioni comunistiche e il suffragio universale. Lillburn, leader dei Livellatori, in prigionme Il governo di Cromwell Dopo avere epurato il Parlamento dai membri a lui ostili, Cromwell governò il paese praticamente da solo, come Lord Protettore, per 11 anni. I primi due anni lo videro impegnato a riacquistare il controllo dell'Irlanda cattolica, ove la sola Dublino era rimasta in mano agli inglesi; e della Scozia, che aveva riconosciuto come re Carlo II, il figlio di Carlo I e si profilava il rischio di una restaurazione cattolica. Nel 1651, invece, visto che l'Olanda si era rifiutata di aderire al Commonwealth, varò l'Atto di supremazia, che stabiliva che tutto il commercio da e per l'Inghilterra dovesse passare per navi esclusivamente inglesi. Scoppiò per questo con gli olandesi una guerra che fu vinta. A Cromwell, morto nel 1658, successe il figlio Riccardo, ma la mutata situazione politica portò alla sorprendente restaurazione della monarchia. Olivwer Cromwell La restaurazione monarchica Nel 1660, i puritani non furono più in grado di conservare il potere. Di fronte al rischio di una nuova guerra civile, sembrò a tutte le parti che la restaurazione monarchica fosse il male minore. Tuttavia, la restaurazione non cancellò le conquiste della rivoluzione. Nel 1664 il Triennal Act sanciva che il Parlamento dovesse essere convocato almeno ogni tre anni. Anche l'Atto di navigazione fu ribadito. Anche i tentativi del re di favorire i cattolici furono impediti dal Parlamento. Preoccupava però che il fratello del re Giacomo, erede al trono, fosse cattolico; i puritani guardavano invece con simpatia alla figlia Maria, che aveva sposato il calvinista re di Olanda Guglielmo II di Orange. Giacomo II salì al trono senza incidenti nel 1685, ma la situazione precipitò quando il nuovo re cercò in tutti i modi di imporre un governo assolutistico e filocattolico. Fu lanciato un appello a Guglielmo III d'Orange che, con un esercito, sbarcò in Inghilterra ed entrò a Londra. La gloriosa rivoluzione Nel febbraio del 1689 Guglielmo II d'Orange e Maria furono proclamati dal Parlamento re e regina di Inghilterra, dopo avere accettato il Bill of Rights, la Carta dei diritti. In essa si proclamava l'origine parlamentare del potere regio e venivano posti chiari limiti ai poteri del re. L'Atto di tolleranza che completava il documento assicurava libertà di culto ai puritani ma non ai cattolici. Guglielmo d’Orange e Maria Lo sviluppo economico e sociale I decenni che precedettero la guerra civile furono caratterizzati da un notevole sviluppo economico e demografico. L'agricoltura, il commercio, l'artigianato si svilupparono e si modernizzarono, assumendo a volte aspetti capitalistici. Si estesero le superfici coltivate grazie alle conquiste degli incolti, all’utilizzo delle foreste e alle bonifiche delle paludi. Anche il commercio si articolò espandendosi fino al Baltico, al Mediterraneo, all'India e alle Americhe: il commercio estero divenne fondamentale per l’economia nazionale. Lo sviluppo del commercio interno fu enormemente facilitato dall’assenza quasi totale di pedaggi su strade o fiumi, o all’ingresso delle città, mentre l'abolizione delle proibizioni sui prestiti di capitale, permesso dalla chiesa anglicana, stimolò l'iniziativa privata. I settori più importanti erano quelli della lana, del carbone, del lavoro del ferro e della produzione di sapone. Tale sviluppo alimentò la formazione di nuove classi sociali. Un galeone Le nuove classi sociali Lo sviluppo economico inglese nell'agricoltura e nel commercio, favorì la formazione di nuove classi sociali, impegnate direttamente nei settori economici di punta. Si formò una piccola nobiltà terriera (la gentry) che gestiva direttamente le proprie terre, facendole lavorare per il mercato. Si moltiplicarono i mercanti, sia quelli che commerciavano a livello internazionale, sia quelli che operavano sul mercato interno. L’attività tessile, in particolare, fu un potente elemento di unione sociale, che legava i proprietari delle terre di allevamento, i produttori di lana, i braccianti che la filavano, gli artigiani che la tessevano e i mercanti che l’esportavano. Londra divenne un polo economico fondamentale. Mercanti Enrico VIII Enrico VIII (1491-1547), re d'Inghilterra (1509-1547) e d'Irlanda (1541-1547), secondo figlio e successore di Enrico VII. Combattè la Francia impegnandosi sino al 1527 a fianco di Carlo V. Sposò Caterina d'Aragona, dalla quale non ebeb figli maschi. Pertanto nel 1529 decise di divorziare. Di fronte al rifiuto papale di sciogliere il matrimonio, ruppe con Roma obbligando nel 1534 la Chiesa d'Inghilterra a riconoscerlo come capo. Lo scisma anglicano aprì l'Inghilterra alle influenze protestanti. Enrico VIII cancellò pure le ultime forme di indipendenza feudale. Nel 1541si fece proclamare re d’ Irlanda. Enrico VIII Elisabetta I Elisabetta I la Grande (1533-1603), regina d'Inghilterra e d'Irlanda (1558-1603), figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena. Dopo avere restaurato l'anglicanesimo, represse più volte i tentativi cattolici di insidiarne il potere. Nel 1587 consegnò alla giustizia Maria Stuarda, regina di Scozia . Nel 1588 sconfisse l'"Invencible Armada" di Filippo II di Spagna, al quale aveva negato in precedenza la mano. Al fiorire del commercio coloniale e dell'industria, si accompagnò il rapido affermarsi della borghesia. Elisabetta, con una serie di leggi in favore dei poveri (poor laws), cercò di porre rimedio alla miseria sorta dal disordine sociale. Elisabetta I Giacomo I Giacomo I (1566-1625), re d'Inghilterra e d'Irlanda (1603-1625) e di Scozia (come Giacomo VI) [1567-1625], primo sovrano inglese della dinastia Stuart, figlio della regina Maria Stuarda e di Henry Stuart. Rimasto il più diretto discendente della famiglia reale inglese, in conseguenza del matrimonio del suo bisavolo Giacomo IV di Scozia con Margherita, figlia di Enrico VII, succedette senza difficoltà a Elisabetta nel 1603, morta senza eredi. Circondato da scozzesi, ai quali riservò la parte migliore dell'Ulster e alcuni possedimenti nordamericani, suscitò forti reazioni che gli impedirono di rendere più salda l'unione dei due regni, rimasta puramente personale. Tentò, senza riuscirci, di introdurre l'assolutismo in Inghilterra. Giacomo I Carlo I Nato a Dumferline, in Scozia, nel 1600, fu re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda (1625-1649). Secondogenito e successore di Giacomo I d'Inghilterra (Giacomo VI di Scozia), della dinastia Stuart, divenne l'erede al trono nel 1612 alla morte del fratello Enrico, e nel 1625 salì al trono. Il Parlamento gli negò i finanziamenti per rafforzare la flotta militare e sostenere gli impegni bellici nella guerra dei Trent'anni. Per riuscire a ottenere i fondi necessari, il sovrano sciolse più volte il Parlamento e fece arrestare i deputati che gli si opponevano. Negli anni 1625-1630 scese in guerra contro la Spagna e la Francia; l'andamento sfavorevole delle battaglie, però, aumentò il malcontento in patria. Nel 1628 Carlo fu costretto dal Parlamento ad accettare la Petition of Right, che limitava le prerogative reali e imponeva la riduzione delle tasse. Alla fine della guerra civile, fu giustiziato per tradimento nel 1649. Carlo I Giacomo II Nato a Londra nel 1633, fu re d'Inghilterra e di Scozia dal 1685 al 1688. Fu l'ultimo sovrano della dinastia Stuart. Figlio di Carlo I e di Enrichetta Maria, durante la guerra civile fuggì prima in Olanda e poi in Francia. Con la restaurazione della monarchia (1660), suo fratello salì al trono come Carlo II e Giacomo fu nominato duca di York e Lord ammiraglio. Nel 1672 si convertì ufficialmente al cattolicesimo, procurandosi l'ostilità della Chiesa anglicana. Nel 1679 i Comuni tentarono senza esito di negarne il diritto alla successione. Nel 1685, quando Carlo II morì senza eredi, salì a trono. I suoi progetti di restaurazione assolutistica e cattolica naufragarono e nel 1688 fuggì dall'Inghilterra quando Guglielmo III d'Orange sbarcò nell'isola e marciò su Londra. Giacomo II Carlo II Nato a Londra nel 1630, fu re d'Inghilterra dal 1660 al 1685. Figlio di Carlo I, occupò il suo posto alla Camera dei Lords nel 1641 e comandò nominalmente le prime campagne durante la guerra civile. Il suo esercito fu sopraffatto da Cromwell a Worcester e Carlo dovette fuggire in Francia, dove rimase otto anni. Due anni dopo la morte di Cromwell, nel maggio 1660, Carlo, riconosciuto come sovrano, fece ritorno a Londra. Accettò un governo parlamentare e garantì l'amnistia agli oppositori politici. Incoronato il 23 aprile 1661, il 21 maggio 1662 sposò la ricca principessa portoghese Caterina di Braganza. Morì nel 1685. Carlo II Guglielmo III d'Orange Nato a L'Aia nel 1650, figlio di Guglielmo II, principe d'Orange e capo del governo dei Paesi Bassi, e di Maria Stuart, figlia del re inglese Carlo I, fu re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda (1689-1702) e stadtouder dei Paesi Bassi (1672-1702). Contribuì alla creazione della Grande Alleanza e guidò l'Inghilterra nella Gloriosa Rivoluzione. Nel 1672, respinse l'invasione francese contro l'Olanda con grande abilità, abbattendo le dighe intorno ad Amsterdam nel 1673, per inondare le campagne circostanti e fermare l'avanzata nemica. Chiamato a impedire la restaurazione cattolica ed assolutistica di Giacomo II in Inghilterra, sbarcò sull'isola con un forte esercito e divenne re di Inghilterra. Morì ad Hampton Court nel 1702. Guglielmo III d’Orange Oliver Cromwell Nato ad Huntingdon nel 1599, membro della piccola nobiltà inglese, fu militare e uomo politico. Fervente religioso, abbracciò con assoluta dedizione la causa del puritanesimo; deputato del parlamento, ebbe inizialmente solo una piccola parte nelle vicende che condussero alla lotta contro la monarchia, ma fin dai primi mesi si distinse per la sua infuocata e appassionata invettiva contro la corte, e per la sua ferma convinzione che esistesse un complotto cattolico contro la libertà e il puritanesimo. Organizzò il New model army, l'esercito puritano che ebbe parte rilevantissima nella vittoria su Carlo I. Governò poi il Paese come Lord Protettore. Morì a Londra nel 1658. Oliver Cromwell