a cura di A. Lombari Regione Molise: involuzione di un’economia? Il quadro economico delle Province 1 La Crescita Del Paese: Andamento I mercati richiedono scelte effettive non pseudo interventi. Lo scenario del nostro Paese non appare positivo: ora , forse, è recessione, nonostante l’economia di mercato e l’affermazione del liberismo, non di stagnazione . L’economia liberista, affermazione del mercato e ritiro dello Stato dall’economia, non ha prodotto i risultati sperati. PERCHE’? 2 Evoluzione del Pil 4 3 2 1 0 -1 -2 -3 14 20 13 20 12 20 11 20 10 20 09 20 08 20 07 20 06 20 05 20 04 20 03 20 02 20 01 20 00 20 99 19 3 LE CAUSE Le grandezze sotto accusa sono: 1.I conti pubblici 2.L’indebitamento del paese 3.La produzione 4.L’occupazione 5.La scarsa competitività 6.L’offensiva dei mercati orientali 7.La spesa pubblica senza investimenti 8.Il peso fiscale Le misure per lo sviluppo non possono prescindere dalla reale valutazione di tali grandezze. 4 Ragioni interne ed esterne A. interne Disomogeneità e frammentazione del tessuto produttivo italiano : risposta fragile. Aspettative negative: le imprese difendono le posizioni di mercato acquisite, senza proiettarsi al futuro. Il quadro normativo incerto, sia sul fronte fiscale che su quello delle politiche di sostegno alle imprese, connesso con una esplosiva situazione di incertezza politica. B. Internazionali Le pressioni recessive provenienti dai mercati globali, e le ombre speculative dei mercati finanziari mondiali, trovano modeste resistenze nei sistemi economici, nazionali e regionali, fragili e privi di “ anticorpi solidi e strutturali”. La politica del credito : la politica di chiusura al rischio perseguita negli ultimi anni dalle Banche ha azzerato qualsiasi spinta al rinnovamento ed alla innovazione emersa in alcuni comparti produttivi e favorita la politica di finanziamento degli Stati con il debito pubblico. 5 …abbiamo esagerato Il grafico evidenzia una certezza:”la crisi non è congiunturale, ma strutturale”. La “retta di regressione” è allarmante: il Pil è in caduta libera e ciò impone non soltanto aggiustamenti congiunturali, quindi politiche di risanamento di conti pubblici e/o privati destinate ad incidere nel breve periodo, ma bisturi strutturali che rimettono al centro lo sviluppo e la crescita nel periodo lungo. Il punto “di svolta” è stato raggiunto: serve una “rivoluzione” in grado di rigenerare il tessuto economico e produttivo del paese. Le politiche di redistribuzione del reddito non 6 L’economia reale del Molise Il rapporto sulla economia del Molise osserva il sistema economico e produttivo della Regione sul piano quantitativo ma introduce variabili di benessere. La regione consolida la fase recessiva a conferma della ormai consolidata e evidente criticità del sistema produttivo delle province molisane. 7 Economia del Molise A. La dimensione delle imprese Le imprese operanti sul territorio sono state 23.259 ( contro le 23.693 del 2010). Esse rappresentano lo 0,48% delle unità produttive del paese. Sono di modeste dimensioni visto che il 96% delle imprese molisane occupano da 1-9 addetti. Le imprese con 50 addetti e oltre rappresentano lo 0,40% del tessuto produttivo regionale. In prevalenza, come unità produttive, nella provincia di Campobasso. Il 71% degli addetti opera nella provincia di CB, il rimanente 29% in quella di Isernia. 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% CB IS 100 50 0 per n.addetti CB 71 IS 29 8 B. Gli occupati 30% 2009 2010 25% 20% 15% 10% 5% 0% Alt ri s er v In iz i du str i ai Co mm er ci ns en so s o Tr as po rti tre tto 30% IS CB 25% 20% 15% 10% du or ti sp Tr a om C ns o st ri a in se m er ci st re tt o i rv iz se A lt ri o 5% 0% In La domanda di lavoro si concentra, nel 2010, nei settori di “Altri servizi” (26%), “Industria in senso stretto”(25%) e nel “Commercio (21%). 9 C. La dinamicità delle imprese 0,8 0,6 0,4 0,2 0 -0,2 -0,4 -0,6 -0,8 -1 -1,2 -1,4 % 12 20 11 20 10 20 09 20 08 20 07 20 06 20 05 20 04 20 03 20 02 20 01 20 00 20 99 19 La demografia delle imprese, per il 2012, mostra un saldo negativo di (– 0,17%). Il saldo, al netto delle cessazioni d’ufficio, è stato pari a -59 unità( l’anno precedente il saldo era stato limitatamente positivo + 22 imprese). Vediamo i saggi di crescita delle imprese. Nel 2012 è stato di 0,70 %, pari a 187 imprese perse al netto delle CDU. 1 PUNTO % = 369 IMPRESE. 10 D. Le imprese per settori 35% Molise Italia 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% ro Alt ro re mp red io ai C u/ sic zi rvi Se As mo i ort sp Tra r is Tu ni zio er c mm Co u st r Co a e uri at t ur olt n if Ma r ic Ag I settori che hanno mostrato a fine 2012 la maggiore dinamicità per numero di imprese sono l’agricoltura, il commercio e le costruzioni. Decisamente poco dinamici sono stati i settori delle Assicurazioni e credito e dei Trasporti. se 11 La crisi nelle province La perdita di unità produttive nel settore agricolo è stato, nel periodo considerato, elevato con un fenomeno di acquisizione per le attività a destinazione turistica, commerciale, industriale ecc. Il settore del commercio presenta qualche segnale di sofferenza con incerta prospettive di crescita. Le attività chiuse sono state numerose. Le due province si differenziano sul piano delle sofferenze legate alla fase congiunturale negativa. I saldi negativi, in provincia di Isernia si manifestano in prevalenza nell’agricoltura, nelle attività manifatturiere e nel commercio all’ingrosso. Nella provincia di Campobasso la crisi ha investito quasi tutti i settori, eccetto le attività connesse ai Servizi. In particolare il settore Agricolo (-257 imprese), attività manifatturiere (-29 imprese), il Commercio (-65 imprese). 12 E. Le forme giuridiche La compagine societaria si costituisce nella Regione in prevalenza sotto la forma di ditta individuale (70%), mentre il 15,5% sono le società di capitale e l’11,8% società di persone. La crisi impatta anche sulla forma delle società. I tassi in Molise:flussi del periodo/stock iniziale 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -1 -2 di capitale tasso crescita di persone individuali tasso di natalità altre forme tasso di mortalità 13 F1. Gli indici di bilancio: liquidità 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 InIndebit 10 20 IndLiqCor 09 20 08 20 IndLiqImm 07 20 Solidità delle imprese 1,2 06 20 La capacità delle imprese di fronteggiare i debiti correnti con liquidità immediate e con quelle prontamente realizzabili è nel corso degli anni andato deteriorandosi nella regione Molise. Se superiore a 1 c’è la copertura delle passività. 14 Verso la redditività L’indice di liquidità immediata si deteriora. L’indice di liquidità corrente rimane superiore a 1 in Molise, ma al di sotto della media nazionale. Il rapporto di indebitamento netto è andato in Molise, invece contraendosi a differenza del trend nazionale. La redditività del comparto produttivo molisano si misura mediante il ROE ( reddito netto su capitale netto). Misura la redditività del capitale di rischio investito nell’azienda dai soci. 15 Le perdite aggrediscono i capitali investiti Il ROE negativo vuol dire che le perdite mangiano i capitali dei soci investiti nella società. IL ROE in Molise è distante dal dato nazionale ma, nell’anno considerato, è stato negativo. 5% 0% -5% -10% -15% ROEmol ROEitalia -20% 10 20 09 20 08 20 07 20 06 20 Indice di forte squilibrio economico in cui versano le imprese molisane. 10% 16 Il Valore aggiunto territoriale 2011 60 Prevalenza della agricoltura nella acquisizione del valore aggiunto. 80% % 80 Valori assoluti in %. 40 20 ValAg 70% 60% 0 cb is molise Agri.Sil.Pesca 4,5 4,1 4,4 Ind.SensoStret. 16,9 17,2 17 Costruzioni 7,27 7,9 7,4 Servizi 71,3 70,8 71,1 50% 40% 30% 20% 10% 0% IS CB 17 Il tasso di crescita del Va (2011/2010) 20 Flessione del Va della Regione del 3,7%. % 10 La provincia di IS perde una quota meno significativa (- 1,3%) rispetto a CB (-3,5%). 0 -10 Rispetto al 2009: Il Va si riduce del 2,5%, con un calo per IS del 4,5 e per CB di -1,8) -20 cb is molise Agri.Sil.Pesca 19,9 0,6 14,4 Ind.SensoStret. -11,7 16,2 -5,5 Costruzioni 1,1 2,8 1,6 Servizi -3,1 -5,3 -3,7 18 Ricchezza nuova modesta in Regione I segni negativi mostrano la incapacità del sistema produttivo di produrre ricchezza. La congiuntura sfavorevole La politica fiscale non favorevole alle imprese Eccessiva burocrazia Costi elevati Scarsa competitività delle imprese Dimensioni delle imprese : prevalentemente piccole o medie imprese. 19 I costi dell’energia Un costo che riduce i consumi e pesa sulle imprese. Anche se il 36% proviene dalle fonti rinnovabili. 22% 28% 3% 48% Domestico Agricoltura Industria Terziario 20 Le costruzioni:un settore in crisi Il calo del numero delle imprese. Nel periodo CB perde 115 imprese, Isernia 56. 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 12500 12000 11500 0 2009 2010 2011 2012 CB 3131 3114 3076 3016 IS 1317 1337 1355 1373 Il Molise perde 1274 unità. 11000 10500 10000 2009 2010 2011 2012 Occupati 12105 12127 11207 10841 Il calo per CB è pari all’82%, in provincia di Isernia è il 18% 21 Gli indicatori della crisi 0% 50 0% 0 4 Aumentano le ore autorizzate, per operai e impiegati, di Cassa integrazione. 0% 30 0% 0 2 0% 10 0% Ordinaria Straordinaria Deroga Effetto della politica fiscale sulla casa? Un aggiustamento è probabile e, tuttavia, l’impatto generazionale sarà significativo sulla politica del risparmio delel famiglie. Un dato: Var.'12/11 37,50% 462,40% 391% Il numero delle transazioni immobiliari crolla di 150.000 unità nel 2012 sul 2011. Nel 2010/’09, il calo era stato di22 348 unità. La forza lavoro in Regione (anno 2012) Istat: numero occupati+numero disoccupati 86400 90000 80000 70000 60000 50000 35396 40000 30000 20000 10000 0 2012 CB IS 23 Scarsa attendibilità dei dati? La forza lavoro del Molise dal 2011 al 2012 passa da 121.796 unità a 124.475. Le cause sono i fattori che incidono sulla popolazione: emigrazione, invecchiamento della popolazione e tasso di mortalità. Variazione modesta (+2,2%). Insignificante la variazione degli occupati (-0,2% unità) Strano e preoccupante. 24 Tasso occupazione e disoccupazione Valori percentuali 60 51,7 52,7 51,1 53,6 52,3 54,1 52,3 51,1 50,6 50,7 50 41,9 40 30,4 31,9 31,8 28,8 27,9 30 30,2 27,1 28,6 23,8 20 10 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 25 tasOccup tasDisoc valutazioni Il tasso di occupazione torna ai livelli dei primi anni 2000. Il tasso di disoccupazione è, tuttavia, elevato:intorno al 23,5%. Appare, tuttavia una variazione molto sensibile e preoccupante. Non abbiamo il dato provinciale? Una analisi sulla serie storiche degli occupati e disoccupati sarebbe stata opportuna. 26 I settori che occupano 35000 30000 25000 20000 CB IS 15000 10000 5000 0 Agric Insensostretto Costruzioni Commerci,Alb.Ris Altri servizi 27 50 La dimensione della domanda di lavoro 30 40 Anno 2012 10 20 Il comparto Servizi sia ad Isernia che a Campobasso rappresenta il 45% circa della domanda di lavoro. IS Agricoltura 8,7 3 Industria in senso stretto 16,4 21 Costruzioni 9,3 11,9 Com,Alb, e Rist 20 19,5 45,5 44,6 0 CB Altri servizi 28 Innovazione e saperi: un vincolo La spesa in innovazione e ricerca è investimento in quanto destinata a migliorare la competitività delle imprese. La regione Molise spende in R&S solo lo 0,51% del Pil, pari a 32.615.000 di euro nel 2010. Precede soltanto la Calabria con lo 0,46% nella spesa per regioni. Le imprese innovatrici sono quelle che introducono innovazioni ai prodotti ed ai processi produttivi. Le imprese molisane si collocano, con una quota del 16,5%( media nazionale 31,5), al penultimo posto, prima della Basilicata. Il Molise è dinamico solo rispetto ai marchi(71). Lo scenario recessivo (-2%) per il 2013, è anche conseguenza delle modeste risorse destinate a superare i vincoli strutturali che impediscono lo sviluppo e la crescita della Regione. 80% 70% 60% 50% Spesa in R&S 40% 30% 20% 10% 0% AmmPub IstPrieUni. Imprese 29 Il sistema del credito La crescita degli sportelli bancari nella regione ha subito un vero e proprio arresto attestandosi a 145 sportelli per 10.000 ab.. Dopo la fase espansiva 1998-2008,che aveva portato l’indicatore di sportelli a 145, il valore rimane costante. La concentrazione è nella provincia di CB con 112 sportelli, contro i 33 di quella di Isernia. La operatività degli istituti si misura in termini di raccolta e impiego, quindi di accesso al credito da parte delle famiglie e delle imprese. La scarsa concessione di credito è segnale di elevato grado di rischio nella economia molisana. 30 Gli aggregati del mercato del credito 60 100 50 80 40 60 30 20 40 10 20 0 ImpieghiCB famiglie Società finanziarie Società non finanziarie Istituzioni ONLUS a servizio di famiglie Amm.Pubbliche Unità non classificabili ImpieghiIS 0 famiglie DepositiCB DepositiIS Società finanziarie Istituzioni ONLUS a servizio di famiglie Amm.Pubbliche Società non finanziarie Unità non classificabili 31 Sofferenze in % degli impieghi 8 10 12 14 16 18 20 Indicatore di rischio 18,38 18,03 17,04 13,6 12,46 9,66 16,5 14,43 12,75 11,73 10,46 9,7 12,24 12,44 12,84 11,86 9,96 10,09 10,15 8,7 7,55 5,9 4,7 6,31 4,4 4,64 5,38 0 2 4 6 5,93 1999 2000 2001 2002 2003 2011 2012 32 Cb Is Mo Italia La misura finanziaria della crisi L’aumento delle sofferenze è indice di carenza di liquidità da parte delle imprese e delle famiglie. Un indice modesto è indice di buona salute per il tessuto produttivo locale nel senso che riesce a fronteggiare gli impegni assunti. In Molise, al 31/12/2012 le somme non restituite alle banche sono state 467 milioni di euro (+67 rispetto all’anno 2011), con un indice pari al 16,8%. I debiti non onorati in provincia di Campobasso sono stati 289 milioni, mentre a Isernia 178 milioni di euro. Una percentuale pari rispettivamente al 24,6% e al 4,7%. 33 valutazioni Isernia sembra rappresentare la causa della maggiore Il Molise ha un grado di rischiosità del credito alle sofferenza superiore alla imprese in Molise. media nazionale. Cb dal 99 al 2001 ha una flessione della % quasi costante, si stabilizza e poi risale. Isernia diminuisce fino al 2001 per poi avere una impennata nel 2002 e poi tende a stabilizzarsi. E’ interessante capire, sul piano della distribuzione del credito, se alle imprese bancarie conviene concentrare il credito nelle mani di pochi soggetti, più o meno solvibili, ovvero avere un portafoglio crediti “spalmato” su più soggetti. 34 valutazioni Una economia imbrigliata nella morsa del costo del denaro. Le imprese che operano a Cb pagano il denaro ad un tasso pari a 7,89%, mentre Isernia a 8,31 superiore alla media nazionale. La flessione del tasso per Cb è dovuta al miglioramento delle sofferenze; mentre a Is la stabilità del tasso denota una situazione di criticità: l’economia molisana forse non può permettersi tale “strozzatura” . 35 Gli scambi con l’estero Il grado di dipendenza della regione ai mercati esteri è espresso dal saldo importazioni esportazioni. La perdita di competitività delle imprese molisane accompagnata dagli effetti dell’apprezzamento dell’euro, che rende meno attraenti e convenienti i prodotti nazionali ha determinato il calo delle esportazioni (-6,1%) e il contenimento, più significativo, delle importazioni (-20,7%) nel biennio 2011-2012. Il segnale per il 2013 sembra essere più positivo: aumento delle esportazioni e, però, ripresa delle importazioni: fattore di debolezza e non di forza della nostra economia. 36 Isernia: prevalenza export Anno 2012 400000000 350000000 300000000 250000000 200000000 150000000 100000000 50000000 0 CB import. Is Molise export 37 Incremento scambioIlestero saggio di crescita delle In Molise la variazione delle importazioni sul 2011 è stato di (20,7%), contro un contenimento nazionale del 5,6%. Le esportazioni si riducono in Molise del 6,1% contro una crescita nazionale del 3,7%. importazioni a Isernia è 16,3% superiore alla media nazionale del -5,6%. Il saggio di crescita delle importazioni a CB è 22,5%, contro una media nazionale del 5,6%. L’export è negativo a CB e positivo a Isernia. 38 I settori trainanti: export Tasso di copertura:più favorevole ad IS, rispetto a CB 60 50 40 30 20 10 0 Cb Agricoltura Moda Gomma-platica Altro industria Is Alimentare Legno carta Metalmeccanico 39 I fattori trainanti: import 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Cb Agricoltura Moda Gomma-platica Altro industria Is Alimentare Legno carta Metalmeccanico 40 -p2r 0o0d 0 ott i ch ma im te r i ci ie pla sti c Ab h b ig Da l iam e for en no to ef Sa ari po n ac ni e ei de ter ge nti Ap Al t ri c pa ra t h imi i di ci cab l ag gi o Pa s ta -ca Tu rta bi e p ro f Ac Al t il at ces r i i so al im Ma ri p c ch e nt a er i ne au ri ai t o Ma ve mp ch i co i eg in e li og a im en e ra pie le go spe c ia le Ca l za tur Pro e B do ev tt i a nd ma e ni f att uri e ri Mo bi li Ma gl ie Cu ri a oi o con ci a Pro to do tt i Te in s su cal ti ces Pro tru do zz o tt i in me Co tal l tu lo re ag r ico Le Au gn le ot t ov a ei c Ma gli a ol li c ch to e i ne p ial l pe ato ra gri O li Mo c to r ol t eg ie ura ras ge si v Pro n era eg do eta tor tt i far i li e ma a n ce ima utic li Pro id i ba do tt i se s id eru rgi ci 20 0 40 0 60 0 80 0 10 00 12 00 14 00 Le merci esportate per valore Var. % 2012-’11 41 to ora im. lav a n o e i ne ia t rig nc i o co e d le oi o ivi eria i co Cu al i v a gli agr rva ta m re e im An ol i di col tu co ns i e ti c Ar otti d a ta od la vor st ica Pr a rne pl Ca l i in a o e ri l ti c e Ar uti o lte l ra l c ss ne Te ol i di rici og ti c e tt ie g Ar ri el mp to ai o Mo atu re hin e ia lla t p c lz e Ca mac to e rtpm io lia a re Alt o tag a e c la gg rt n ab le g a, ca i di c h st Pa recc de p a ili ivi sche Ap e ss la t ri t i re nici e Alt il i o tt b rod ttro Mo o e p ti el e n a tr Ve on e mm mp go i s Co i in l o i o ez ti c nti e Ar i p r l an tal o li i rm Me ve ic all o pe cav e re to et Au in m col tu fil ati i ri ro Alt otti d tti , p o od to Pr ,cond i en ic bi Tu chim i gli am ol i e b ri ic ri Alt o li a b tove se aa ral e e a ic au art p er tie roc o gen t g rti pa ott i la mpi e i d pro chin e imici c h ma ott i c d pro -5 0 0 50 10 0 15 0 20 0 Tasso di apertura: Minore è l’indice minore la quota di Pil coinvolta negli scambi esteri. Una realtà locale meno aperta agli scambi internazionali. 42 -1 00 Le merci importate per valore (var. % 2012-’11) La dotazione infrastrutturale Le infrastrutture sono fattori di crescita di un’eco nomia. Le strutture con dizionano l’offerta La crescita richiede altre condizioni: ubicazione geografica, vocazione industriale, collegamenti stradali, costo di energia, accesso al credito, livello e qualità di istruzione ecc. 43 Punti di forza e di debolezza positivi negativi Calo della domanda Calo del made in Italy nuovi paesi concorrenti nuovi concorrenti incremento costi Apprezzamento dell'euro qualità superiore prezzi competitivi prodotti esclusivi riduzione dei costi affezione della clientela 44 0 10 20 30 40 50 La vocazione turistica: un mito da sfatare? Dotata di un patrimonio artistico, archeologico e paesaggistico di notevole interesse, quindi potenzialmente con una buona propensione turistica, il comparto turistico incide poco sull’economia locale: la ricchezza della regione proviene dal turismo solo per il 2,6% minore della media nazionale pari al 3,6%. 45 Non solo turismo Incidenza Va. settore turistico sul totale 35 31 30 27 25 22 20 15 10 8 8 5 4 1 0 0-1,9 3-3,9 5-5,9 7-7,9 N. Prov. 2 1 9-9,9 2 1 1516 46 La provincia con una maggiore attività Bolzano, contribuisce al valore aggiunto totale per il 15,5%. Campobasso è all’81 posto con un 2,7% e Isernia ancora meno con il 2,5% collocandosi all’86 posto. Il comparto offre ancora potenzialità ma va sfruttato meglio con un modello di turismo qualificato e durevole, evitando il turista mordi e fuggi, che incide poco sulla ricchezza e determina solo danni all’ambiente e al paesaggio. 47 La ricchezza La ricchezza di un Paese è misurata dal Pil. L’economia molisana non ha tenuto il passo con il positivo andamento del periodo 1980-2000, quando il Pil pro-capite del Molise cresceva ad un tasso medio di 1,8% , superiore a quello dell’intero Mezzogiorno, pari all’1,1%. Uscita del Molise dall’Obiettivo 1. IL Pil esprime una grandezza monetaria della produzione che, oggi diventa insufficiente per misurare la ricchezza 48 Oggi è necessario far riferimento ad indicatori multicriterio che valutino le potenzialità di un’area non solo in relazione ad elementi quantitativi ma anche a elementi qualitativi: istruzione, ambiente, livello malavitoso e criminalità, disoccupazione. Il livello di benessere è condizionato dal reddito procapite, ma anche da un “progresso autentico: l’aumento di inquinamento e della criminalità fanno aumentare le produzioni di depuratori e di sistemi antifurto o di polizia(spesa pubblica), ma è difficile sostenere che quelle cause che alimentano il reddito procapite siano un effettivo elemento positivo per un paese in termini di benessere globale. 49 Conclusioni 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Il sistema produttivo, nazionale e locale, è caratterizzato da: Forte presenza di economia sommersa; Aree a forte illegalità Scarsa innovazione Elevati costi fiscali e contributivi Elevati costi del denaro Eccessiva frammentazione della produzione Eccessiva rigidità del mercato del lavoro Eccessiva presenza pubblica e burocrazia 50 Una scelta obbligata La classe dirigente non riesce a dare risposte sociali ed economiche alla collettività amministrata. La fase recessiva e i processi di saturazione dei sistemi produttivi, pubblici e privati, impediscono riforme in grado di stimolare lo sviluppo e la crescita del paese e dei territori. Il federalismo “mancato” del resto ha accentuato il grado di criticità dei governi locali i quali sono alle prese con livelli di spesa pubblica incontrollabile e strumenti di finanziamento sempre più limitati al territorio. Ciò alimenta diseguaglianze e distorsioni che aggrediscono lo stato sociale e lo stesso livello di benessere della collettività 51 “Senza lavoro il paese muore” La previsione va integrata rispetto alla qualificazione della domanda di lavoro. Si muore anche per “lavoro improduttivo”, che è pura assistenza dal lato della offerta di lavoro e costi impropri dal lato della domanda di lavoro. Il “decreto del fare” è una opportunità da non perdere: il sistema ha bisogno di fiducia ma anche di prospettive vere e reali. Occorre riformare la struttura dell’azienda Italia. Se nessuno cede nulla, rimane una azione di carattere puramente distributiva tra le classi economiche e sociali del paese. Le riforme a costo zero per il paese avranno un modesto impatto sulla crescita e sullo sviluppo. Non basta produrre, occorre vendere 52 Obiettivo: crescere L’obiettivo competitività impone una stagione di riforme, vere e incisive, per portare il nostro paese ai livelli di crescita e di sviluppo delle economie più sviluppate. Se il governo pensa che esista una politica fiscale con funzione politica, e che essa possa essere costruita secondo una corrispondenza reale tra base imponibile e capacità contributiva espressa dal valore venale del bene, allora il sistema del prelievo non regge e si dissolverà sotto i colpi della rivoluzione fiscale. 53