Regione Molise: involuzione di un`economia?

a cura di A. Lombari
Regione Molise:
involuzione di un’economia?
Il quadro economico delle Province
1
La Crescita Del Paese: Andamento


I mercati richiedono
scelte effettive non
pseudo interventi.

Lo scenario del nostro Paese non
appare positivo: ora , forse, è
recessione, nonostante l’economia
di mercato e l’affermazione del
liberismo, non di stagnazione .
L’economia liberista, affermazione
del mercato e ritiro dello Stato
dall’economia, non ha prodotto i
risultati sperati.
PERCHE’?
2
Evoluzione del Pil
4
3
2
1
0
-1
-2
-3
14
20
13
20
12
20
11
20
10
20
09
20
08
20
07
20
06
20
05
20
04
20
03
20
02
20
01
20
00
20
99
19
3
LE CAUSE
Le grandezze sotto accusa sono:
1.I conti pubblici
2.L’indebitamento del paese
3.La produzione
4.L’occupazione
5.La scarsa competitività
6.L’offensiva dei mercati orientali
7.La spesa pubblica senza investimenti
8.Il peso fiscale

Le misure per lo sviluppo non possono prescindere
dalla reale valutazione di tali grandezze.
4
Ragioni interne ed esterne







A. interne
Disomogeneità e frammentazione del tessuto produttivo italiano :
risposta fragile.
Aspettative negative: le imprese difendono le posizioni di mercato
acquisite, senza proiettarsi al futuro.
Il quadro normativo incerto, sia sul fronte fiscale che su quello delle politiche di
sostegno alle imprese, connesso con una esplosiva situazione di incertezza politica.
B. Internazionali
Le pressioni recessive provenienti dai mercati globali, e le ombre speculative dei
mercati finanziari mondiali, trovano modeste resistenze nei sistemi economici,
nazionali e regionali, fragili e privi di “ anticorpi solidi e strutturali”.
La politica del credito : la politica di chiusura al rischio perseguita negli ultimi anni
dalle Banche ha azzerato qualsiasi spinta al rinnovamento ed alla innovazione
emersa in alcuni comparti produttivi e favorita la politica di finanziamento degli
Stati con il debito pubblico.
5
…abbiamo esagerato




Il grafico evidenzia una certezza:”la crisi non è
congiunturale, ma strutturale”.
La “retta di regressione” è allarmante: il Pil è in
caduta libera e ciò impone non soltanto
aggiustamenti congiunturali, quindi politiche di
risanamento di conti pubblici e/o privati destinate ad
incidere nel breve periodo, ma bisturi strutturali che
rimettono al centro lo sviluppo e la crescita nel
periodo lungo.
Il punto “di svolta” è stato raggiunto: serve una
“rivoluzione” in grado di rigenerare il tessuto
economico e produttivo del paese.
Le politiche di redistribuzione del reddito non 6
L’economia reale del Molise


Il rapporto sulla economia del Molise osserva
il sistema economico e produttivo della
Regione sul piano quantitativo ma introduce
variabili di benessere.
La regione consolida la fase recessiva a
conferma della ormai consolidata e evidente
criticità del sistema produttivo delle province
molisane.
7
Economia del Molise





A. La dimensione delle
imprese
Le imprese operanti sul territorio sono
state 23.259 ( contro le 23.693 del 2010).
Esse rappresentano lo 0,48% delle unità
produttive del paese.
Sono di modeste dimensioni visto che il
96% delle imprese molisane occupano da
1-9 addetti. Le imprese con 50 addetti e
oltre rappresentano lo 0,40% del tessuto
produttivo regionale.
In prevalenza, come unità produttive,
nella provincia di Campobasso. Il 71%
degli addetti opera nella provincia di CB,
il rimanente 29% in quella di Isernia.
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
CB
IS
100
50
0
per n.addetti
CB
71
IS
29
8
B. Gli occupati
30%
2009
2010
25%
20%
15%
10%
5%
0%
Alt
ri s
er
v
In
iz i
du
str
i
ai
Co
mm
er
ci
ns
en
so
s
o
Tr
as
po
rti
tre
tto
30%
IS
CB
25%
20%
15%
10%
du
or
ti
sp
Tr
a
om
C
ns
o
st
ri
a
in
se
m
er
ci
st
re
tt
o
i
rv
iz
se
A
lt
ri
o
5%
0%
In
La domanda di
lavoro si
concentra, nel
2010, nei
settori di “Altri
servizi” (26%),
“Industria in
senso
stretto”(25%) e
nel
“Commercio
(21%).
9
C. La dinamicità delle imprese



0,8
0,6
0,4
0,2
0
-0,2
-0,4
-0,6
-0,8
-1
-1,2
-1,4
%
12
20
11
20
10
20
09
20
08
20
07
20
06
20
05
20
04
20
03
20
02
20
01
20
00
20
99
19
La demografia delle
imprese, per il 2012,
mostra un saldo
negativo di (– 0,17%).
Il saldo, al netto delle
cessazioni d’ufficio, è
stato pari a -59 unità(
l’anno precedente il
saldo era stato
limitatamente positivo
+ 22 imprese).
Vediamo i saggi di
crescita delle imprese.
Nel 2012 è stato di 0,70 %, pari a 187
imprese perse al netto
delle CDU.
1 PUNTO % = 369 IMPRESE.
10
D. Le imprese per settori

35%
Molise
Italia
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
ro
Alt
ro
re
mp
red
io
ai
C
u/
sic
zi
rvi
Se
As
mo
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ort
sp
Tra
r is
Tu
ni
zio
er c
mm
Co
u
st r
Co
a
e
uri
at t
ur
olt
n if
Ma
r ic
Ag
I settori che
hanno mostrato
a fine 2012 la
maggiore
dinamicità per
numero di
imprese sono
l’agricoltura, il
commercio e le
costruzioni.
Decisamente
poco dinamici
sono stati i
settori delle
Assicurazioni e
credito e dei
Trasporti.
se
11
La crisi nelle province




La perdita di unità produttive nel settore agricolo è stato, nel periodo
considerato, elevato con un fenomeno di acquisizione per le attività a
destinazione turistica, commerciale, industriale ecc.
Il settore del commercio presenta qualche segnale di sofferenza con
incerta prospettive di crescita. Le attività chiuse sono state numerose.
Le due province si differenziano sul piano delle sofferenze legate alla
fase congiunturale negativa.
I saldi negativi, in provincia di Isernia si manifestano in prevalenza
nell’agricoltura, nelle attività manifatturiere e nel commercio
all’ingrosso. Nella provincia di Campobasso la crisi ha
investito quasi tutti i settori, eccetto le attività connesse
ai Servizi. In particolare il settore Agricolo (-257
imprese), attività manifatturiere (-29 imprese), il
Commercio (-65 imprese).
12
E. Le forme giuridiche


La compagine
societaria si
costituisce nella
Regione in
prevalenza sotto la
forma di ditta
individuale (70%),
mentre il 15,5%
sono le società di
capitale e l’11,8%
società di persone.
La crisi impatta
anche sulla forma
delle società.
I tassi in Molise:flussi del
periodo/stock iniziale
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
-1
-2
di capitale
tasso crescita
di persone
individuali
tasso di natalità
altre forme
tasso di mortalità
13
F1. Gli indici di bilancio: liquidità


1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
InIndebit
10
20
IndLiqCor
09
20
08
20
IndLiqImm
07
20
Solidità delle imprese
1,2
06
20
La capacità delle
imprese di fronteggiare
i debiti correnti con
liquidità immediate e
con quelle prontamente
realizzabili è nel corso
degli anni andato
deteriorandosi nella
regione Molise.
Se superiore a 1 c’è la
copertura delle
passività.
14
Verso la redditività




L’indice di liquidità immediata si deteriora. L’indice
di liquidità corrente rimane superiore a 1 in Molise,
ma al di sotto della media nazionale.
Il rapporto di indebitamento netto è andato in Molise,
invece contraendosi a differenza del trend nazionale.
La redditività del comparto produttivo molisano si
misura mediante il ROE ( reddito netto su capitale
netto).
Misura la redditività del capitale di rischio investito
nell’azienda dai soci.
15
Le perdite aggrediscono i capitali investiti
Il ROE negativo vuol
dire che le perdite
mangiano i capitali dei
soci investiti nella
società.
IL ROE in Molise è
distante dal dato
nazionale ma,
nell’anno considerato,
è stato negativo.
5%
0%
-5%
-10%
-15%
ROEmol ROEitalia
-20%
10
20
09
20
08
20
07
20
06
20
Indice di forte
squilibrio economico in
cui versano le imprese
molisane.
10%
16
Il Valore aggiunto territoriale
2011
60
Prevalenza della
agricoltura nella
acquisizione del
valore aggiunto.
80%
%
80
Valori assoluti
in %.
40
20
ValAg
70%
60%
0
cb
is
molise
Agri.Sil.Pesca
4,5
4,1
4,4
Ind.SensoStret.
16,9
17,2
17
Costruzioni
7,27
7,9
7,4
Servizi
71,3
70,8
71,1
50%
40%
30%
20%
10%
0%
IS
CB
17
Il tasso di crescita del Va (2011/2010)
20
Flessione del Va
della Regione del
3,7%.
%
10
La provincia di IS
perde una quota meno
significativa (- 1,3%)
rispetto a CB (-3,5%).
0
-10
Rispetto al 2009:
Il Va si riduce del
2,5%, con un calo
per IS del 4,5 e per
CB di -1,8)
-20
cb
is
molise
Agri.Sil.Pesca
19,9
0,6
14,4
Ind.SensoStret.
-11,7
16,2
-5,5
Costruzioni
1,1
2,8
1,6
Servizi
-3,1
-5,3
-3,7
18
Ricchezza nuova modesta in Regione
I segni negativi mostrano la incapacità del sistema
produttivo di produrre ricchezza.


La congiuntura
sfavorevole

La politica fiscale non
favorevole alle imprese

Eccessiva burocrazia

Costi elevati

Scarsa competitività delle
imprese

Dimensioni delle imprese :
prevalentemente piccole o
medie imprese.
19
I costi dell’energia

Un costo
che
riduce i
consumi e
pesa sulle
imprese.
Anche se il
36%
proviene
dalle fonti
rinnovabili.
22%
28%
3%
48%
Domestico Agricoltura Industria Terziario
20
Le costruzioni:un settore in crisi


Il calo del numero delle
imprese.
Nel periodo CB perde
115 imprese, Isernia 56.
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
12500
12000
11500
0
2009
2010
2011
2012
CB
3131
3114
3076
3016
IS
1317
1337
1355
1373
Il Molise perde 1274
unità.
11000
10500
10000
2009
2010
2011
2012
Occupati
12105
12127
11207
10841
Il calo per CB è pari
all’82%, in provincia
di Isernia è il 18%
21
Gli indicatori della crisi
0%
50
0%
0
4

Aumentano le ore
autorizzate, per operai e
impiegati, di Cassa
integrazione.
0%
30
0%
0
2
0%
10
0%
Ordinaria
Straordinaria
Deroga
Effetto della politica
fiscale sulla casa?
Un aggiustamento è
probabile e, tuttavia,
l’impatto generazionale
sarà significativo sulla
politica del risparmio
delel famiglie.
Un dato:
Var.'12/11
37,50%
462,40%
391%
Il numero delle
transazioni
immobiliari crolla di
150.000 unità nel
2012 sul 2011.
Nel 2010/’09, il calo era stato di22
348 unità.
La forza lavoro in Regione
(anno 2012)
Istat: numero occupati+numero disoccupati
86400
90000
80000
70000
60000
50000
35396
40000
30000
20000
10000
0
2012
CB
IS
23
Scarsa attendibilità dei dati?

La forza lavoro del Molise
dal 2011 al 2012 passa da
121.796 unità a 124.475.

Le cause sono i fattori che incidono
sulla popolazione: emigrazione,
invecchiamento della popolazione
e tasso di mortalità.


Variazione modesta
(+2,2%). Insignificante la
variazione degli occupati
(-0,2% unità)

Strano e preoccupante.
24
Tasso occupazione e disoccupazione
Valori percentuali
60
51,7
52,7
51,1
53,6
52,3
54,1
52,3
51,1
50,6
50,7
50
41,9
40
30,4
31,9
31,8
28,8
27,9
30
30,2
27,1
28,6
23,8
20
10
0
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
25
tasOccup
tasDisoc
valutazioni



Il tasso di occupazione
torna ai livelli dei primi
anni 2000.


Il tasso di disoccupazione
è, tuttavia, elevato:intorno
al 23,5%.
Appare, tuttavia una
variazione molto sensibile
e preoccupante.
Non abbiamo il dato
provinciale?
Una analisi sulla serie
storiche degli occupati
e disoccupati sarebbe
stata opportuna.
26
I settori che occupano
35000
30000
25000
20000
CB
IS
15000
10000
5000
0
Agric
Insensostretto
Costruzioni
Commerci,Alb.Ris
Altri servizi
27
50
La dimensione della domanda di
lavoro
30
40
Anno 2012
10
20
Il comparto Servizi sia ad
Isernia che a Campobasso
rappresenta il 45% circa
della domanda di lavoro.
IS
Agricoltura
8,7
3
Industria in senso
stretto
16,4
21
Costruzioni
9,3
11,9
Com,Alb, e Rist
20
19,5
45,5
44,6
0
CB
Altri servizi
28
Innovazione e saperi: un vincolo

La spesa in innovazione e ricerca è
investimento in quanto destinata a
migliorare la competitività delle
imprese.

La regione Molise spende in R&S
solo lo 0,51% del Pil, pari a
32.615.000 di euro nel 2010.
Precede soltanto la Calabria con lo
0,46% nella spesa per regioni.




Le imprese innovatrici sono quelle
che introducono innovazioni ai
prodotti ed ai processi produttivi.
Le imprese molisane si collocano,
con una quota del 16,5%( media
nazionale 31,5), al penultimo posto,
prima della Basilicata.
Il Molise è dinamico solo
rispetto ai marchi(71).
Lo scenario recessivo (-2%) per il 2013, è
anche conseguenza delle modeste risorse
destinate a superare i vincoli strutturali che
impediscono lo sviluppo e la crescita della
Regione.
80%
70%
60%
50%
Spesa
in R&S
40%
30%
20%
10%
0%
AmmPub
IstPrieUni.
Imprese
29
Il sistema del credito
La crescita degli sportelli bancari nella regione ha subito
un vero e proprio arresto attestandosi a 145 sportelli
per 10.000 ab..
Dopo la fase espansiva 1998-2008,che aveva portato
l’indicatore di sportelli a 145, il valore rimane costante.
La concentrazione è nella provincia di CB con 112
sportelli, contro i 33 di quella di Isernia.
La operatività degli istituti si misura in termini di raccolta
e impiego, quindi di accesso al credito da parte delle
famiglie e delle imprese.
 La scarsa concessione di credito è segnale di elevato
grado di rischio nella economia molisana.
30
Gli aggregati del mercato del credito
60
100
50
80
40
60
30
20
40
10
20
0
ImpieghiCB
famiglie
Società finanziarie
Società non finanziarie
Istituzioni ONLUS a servizio di famiglie
Amm.Pubbliche
Unità non classificabili
ImpieghiIS
0
famiglie
DepositiCB
DepositiIS
Società finanziarie
Istituzioni ONLUS a servizio di famiglie Amm.Pubbliche
Società non finanziarie
Unità non classificabili 31
Sofferenze in % degli impieghi
8 10 12 14 16 18 20
Indicatore di rischio
18,38
18,03
17,04
13,6
12,46
9,66
16,5
14,43
12,75
11,73
10,46
9,7
12,24
12,44
12,84
11,86
9,96
10,09
10,15
8,7
7,55
5,9
4,7
6,31
4,4
4,64
5,38
0
2
4
6
5,93
1999
2000
2001
2002
2003
2011
2012
32
Cb
Is
Mo
Italia
La misura finanziaria della crisi



L’aumento delle sofferenze è indice di carenza di
liquidità da parte delle imprese e delle famiglie. Un
indice modesto è indice di buona salute per il tessuto
produttivo locale nel senso che riesce a fronteggiare
gli impegni assunti.
In Molise, al 31/12/2012 le somme non restituite alle
banche sono state 467 milioni di euro (+67 rispetto
all’anno 2011), con un indice pari al 16,8%.
I debiti non onorati in provincia di Campobasso sono
stati 289 milioni, mentre a Isernia 178 milioni di
euro. Una percentuale pari rispettivamente al 24,6% e
al 4,7%.
33
valutazioni



Isernia sembra rappresentare la
causa della maggiore
Il Molise ha un grado di rischiosità del credito alle
sofferenza superiore alla imprese in Molise.

media nazionale.
Cb dal 99 al 2001 ha 
una flessione della %
quasi costante, si
stabilizza e poi risale.
Isernia diminuisce fino
al 2001 per poi avere
una impennata nel 2002
e poi tende a
stabilizzarsi.
E’ interessante capire, sul
piano della distribuzione del
credito, se alle imprese
bancarie conviene concentrare
il credito nelle mani di pochi
soggetti, più o meno solvibili,
ovvero avere un portafoglio
crediti “spalmato” su più
soggetti.
34
valutazioni


Una economia
imbrigliata nella
morsa del costo del
denaro.
Le imprese che
operano a Cb pagano
il denaro ad un tasso
pari a 7,89%, mentre
Isernia a 8,31
superiore alla media
nazionale.

La flessione del tasso per Cb è
dovuta al miglioramento delle
sofferenze; mentre a Is la
stabilità del tasso denota una
situazione di criticità:
l’economia molisana forse non
può permettersi tale
“strozzatura” .
35
Gli scambi con l’estero



Il grado di dipendenza della regione ai mercati esteri
è espresso dal saldo importazioni esportazioni.
La perdita di competitività delle imprese molisane
accompagnata dagli effetti dell’apprezzamento
dell’euro, che rende meno attraenti e convenienti i
prodotti nazionali ha determinato il calo delle
esportazioni (-6,1%) e il contenimento, più
significativo, delle importazioni (-20,7%) nel
biennio 2011-2012.
Il segnale per il 2013 sembra essere più positivo:
aumento delle esportazioni e, però, ripresa delle
importazioni: fattore di debolezza e non di forza
della nostra economia.
36
Isernia: prevalenza export
Anno 2012
400000000
350000000
300000000
250000000
200000000
150000000
100000000
50000000
0
CB
import.
Is
Molise
export
37
Incremento scambioIlestero
saggio di crescita delle


In Molise la variazione delle
importazioni sul 2011 è
stato di (20,7%), contro un
contenimento nazionale del
5,6%.



Le esportazioni si riducono
in Molise del 6,1% contro
una crescita nazionale del
3,7%.
importazioni a Isernia è 16,3% superiore alla media
nazionale del -5,6%.
Il saggio di crescita delle
importazioni a CB è
22,5%, contro una media
nazionale del 5,6%.
L’export è negativo a CB e
positivo a Isernia.
38
I settori trainanti: export
Tasso di copertura:più
favorevole ad IS, rispetto a
CB
60
50
40
30
20
10
0
Cb
Agricoltura
Moda
Gomma-platica
Altro industria
Is
Alimentare
Legno carta
Metalmeccanico
39
I fattori trainanti: import
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
Cb
Agricoltura
Moda
Gomma-platica
Altro industria
Is
Alimentare
Legno carta
Metalmeccanico
40
-p2r
0o0d
0
ott
i ch
ma
im
te r
i ci
ie
pla
sti c
Ab
h
b ig
Da
l iam e
for
en
no
to
ef
Sa
ari
po
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Le merci esportate per valore
Var. % 2012-’11
41
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
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Tasso di apertura:
Minore è l’indice minore la quota di Pil coinvolta negli scambi esteri.
Una realtà locale meno aperta agli scambi internazionali.

42
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00
Le merci importate per valore
(var. % 2012-’11)
La dotazione
infrastrutturale
Le infrastrutture
sono fattori di
crescita di un’eco
nomia.
 Le strutture con
dizionano l’offerta

La crescita richiede altre condizioni: ubicazione geografica,
vocazione industriale, collegamenti stradali, costo di
energia, accesso al credito, livello e qualità di istruzione ecc.
43
Punti di forza e di debolezza
positivi
negativi
Calo della domanda
Calo del made in Italy
nuovi paesi concorrenti
nuovi concorrenti
incremento costi
Apprezzamento dell'euro
qualità superiore
prezzi competitivi
prodotti esclusivi
riduzione dei costi
affezione della clientela
44
0
10
20
30
40
50
La vocazione turistica: un mito
da sfatare?

Dotata di un patrimonio artistico,
archeologico e paesaggistico di
notevole interesse, quindi
potenzialmente con una buona
propensione turistica, il comparto
turistico incide poco
sull’economia locale: la
ricchezza della regione proviene
dal turismo solo per il 2,6%
minore della media nazionale
pari al 3,6%.
45
Non solo turismo
Incidenza Va. settore turistico sul totale
35
31
30
27
25
22
20
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10
8
8
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0
0-1,9
3-3,9
5-5,9
7-7,9
N. Prov.
2
1
9-9,9
2
1
1516
46







La provincia con una
maggiore attività
Bolzano,
contribuisce al valore
aggiunto totale per il
15,5%. Campobasso è all’81 posto con un 2,7%
e Isernia ancora meno con il 2,5% collocandosi
all’86 posto.
Il comparto offre ancora potenzialità ma va
sfruttato meglio con un modello di turismo
qualificato e durevole, evitando il turista mordi
e fuggi, che incide poco sulla ricchezza e
determina solo danni all’ambiente e al
paesaggio.
47
La ricchezza







La ricchezza di
un Paese è
misurata dal Pil.
L’economia molisana non ha tenuto il passo con il positivo andamento del
periodo 1980-2000, quando il Pil pro-capite del Molise
cresceva ad un tasso medio di 1,8% , superiore a quello
dell’intero Mezzogiorno, pari all’1,1%.
Uscita del Molise dall’Obiettivo 1.
IL Pil esprime una grandezza monetaria della produzione
che, oggi diventa insufficiente per misurare la ricchezza 48


Oggi è necessario far riferimento ad indicatori
multicriterio che valutino le potenzialità di un’area
non solo in relazione ad elementi quantitativi ma
anche a elementi qualitativi: istruzione, ambiente,
livello malavitoso e criminalità, disoccupazione.
Il livello di benessere è condizionato dal reddito
procapite, ma anche da un “progresso autentico:
l’aumento di inquinamento e della criminalità fanno
aumentare le produzioni di depuratori e di sistemi
antifurto o di polizia(spesa pubblica), ma è difficile
sostenere che quelle cause che alimentano il reddito
procapite siano un effettivo elemento positivo per un
paese in termini di benessere globale.
49
Conclusioni

1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Il sistema produttivo, nazionale e locale, è
caratterizzato da:
Forte presenza di economia sommersa;
Aree a forte illegalità
Scarsa innovazione
Elevati costi fiscali e contributivi
Elevati costi del denaro
Eccessiva frammentazione della produzione
Eccessiva rigidità del mercato del lavoro
Eccessiva presenza pubblica e burocrazia
50
Una scelta obbligata



La classe dirigente non riesce a dare risposte sociali ed
economiche alla collettività amministrata. La fase recessiva
e i processi di saturazione dei sistemi produttivi, pubblici e
privati, impediscono riforme in grado di stimolare lo
sviluppo e la crescita del paese e dei territori.
Il federalismo “mancato” del resto ha accentuato il grado di
criticità dei governi locali i quali sono alle prese con livelli
di spesa pubblica incontrollabile e strumenti di
finanziamento sempre più limitati al territorio.
Ciò alimenta diseguaglianze e distorsioni che aggrediscono
lo stato sociale e lo stesso livello di benessere della
collettività
51
“Senza lavoro il paese muore”



La previsione va integrata rispetto alla
qualificazione della domanda di
lavoro. Si muore anche per “lavoro
improduttivo”, che è pura assistenza
dal lato della offerta di lavoro e costi
impropri dal lato della domanda di
lavoro.
Il “decreto del fare” è una opportunità
da non perdere: il sistema ha bisogno
di fiducia ma anche di prospettive
vere e reali. Occorre riformare la
struttura dell’azienda Italia. Se
nessuno cede nulla, rimane una
azione di carattere puramente
distributiva tra le classi economiche e
sociali del paese.
Le riforme a costo zero per il paese
avranno un modesto impatto sulla
crescita e sullo sviluppo.
Non basta produrre, occorre vendere
52
Obiettivo: crescere


L’obiettivo competitività
impone una stagione di
riforme, vere e incisive,
per portare il nostro
paese ai livelli di crescita
e di sviluppo delle
economie più sviluppate.
Se il governo pensa che esista una
politica fiscale con funzione politica, e
che essa possa essere costruita secondo
una corrispondenza reale tra base
imponibile e capacità contributiva
espressa dal valore venale del bene,
allora il sistema del prelievo non regge
e si dissolverà sotto i colpi della
rivoluzione fiscale.
53