DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO: aspetti clinici e modelli di intervento MICHELA MARCHI Psicologo Psicoterapeuta U.O. N.P.I.A. AUSL DELLA ROMAGNA SEDE Forlì CESENA, 22 Novembre 2016 17.01.17 INTERVENTO PSICOEDUCATIVO 08.02.17 GESTIONE DEI C-PROBLEMA E IMPLEMENTAZIONE DELLE AUTONOMIE LISA PIGNATTI Educatore Professionale U.O. N.P.I.A. SEDE Forlì AUSL DELLA ROMAGNA dr.ssa Michela 02.03.17 COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA (CAA) ELEONORA PIA TOMAIUOLO Logopedista U.O. N.P.I.A. SEDE Forlì AUSL DELLA ROMAGNA dr.ssa Michela I disturbi dello Spettro autistico Modelli di intervento dr.ssa Michela • I disturbi dello Spettro autistico dr.ssa Michela AUTISTIC SPECTRUM DISORDERS (ASD) ASD sono dei disturbi del neurosviluppo che causano una menomazione in 3 aree funzionali: •compromissione qualitativa nell’interazione sociale •compromissione qualitativa nella comunicazione •repertorio ristretto e stereotipato di comportamenti, interessi e attività dr.ssa Michela AUTISTIC SPECTRUM DISORDERS (ASD) •Disturbo autistico F.84.0 •Autismo atipico F.84.1 (Sindrome di Rett F.84.2) •Sindrome disintegrativa dell’infanzia F.84.3 • Sindrome iperattiva associata a ritardo mentale e movimenti stereotipati F.84.4 •Sindrome di Asperger F.84.5 • Sindrome da alterazione globale dello sviluppo psicologico NAS F.84.9 dr.ssa Michela AUTISMO INFANTILE F.84.0 dr.ssa Michela AUTISMO INFANTILE • Esordio prima dei 3 anni • Prevalenza: 21.6/10.000 (Fombonne, 2006) • COMPROMISSIONE QUALITATIVA NELL’INTERAZIONE SOCIALE • COMPROMISSIONE QUALITATIVA NELLA COMUNICAZIONE • REPERTORIO RISTRETTO E STEREOTIPATO DI COMPORTAMENTI, INTERESSI E ATTIVITÀ dr.ssa Michela 1. COMPROMISSIONE QUALITATIVA NELL’INTERAZIONE SOCIALE • grave alterazione della comunicazione non-verbale (assenza/riduzione contatto dello sguardo, espressione del viso, gestualità..) • incapacità a relazionarsi con i coetanei • incapacità a condividere gioie, interessi, azioni (rifiuto dell’abbraccio, moti d’affetto se presenti, non motivati e non reciproci; il b. non indica, non porge gli oggetti) • assenza di reciprocità emotiva e sociale dr.ssa Michela 2. COMPROMISSIONE QUALITATIVA NELLA COMUNICAZIONE • ritardo/assenza del linguaggio senza tentativi di comprensione/comunicazione attraverso altre modalità • per coloro che sviluppano un linguaggio, incapacità di stabilire/sostenere una conversazione (linguaggio povero, ripetitivo, ecolalico, confusione dei pronomi) • uso stereotipato, ripetitivo, eccentrico del linguaggio dr.ssa Michela 3. REPERTORIO RISTRETTO E STEREOTIPATO DI COMPORTAMENTI, INTERESSI E ATTIVITÀ • patterns di interessi esclusivi e ripetitivi • routine o rituali specifici e non funzionali • stereotipie motorie o manierismi (battito o torsione delle mani, movimenti complessi del corpo, dondolamento, • stereotipie vocali con ripetizione di frammenti di frasi o parole senza attesa di risposta) • fissazione persistente su parti di oggetti/dettagli insignificanti (attaccamento ossessivo ad oggetti banali) • assenza di gioco funzionale, imitativo, di finzione e simbolico dr.ssa Michela SINTOMI COMPORTAMENTALI iperattività/impulsività e scarso mantenimento dell'attenzione aggressività comportamenti autolesivi accessi di collera risposte bizzarre a stimoli sensoriali (per es., un'alta soglia per il dolore, ipersensibilità ai suoni o all'essere toccato, reazioni esagerate alla luce o agli odori, attrattiva per certi stimoli) dr.ssa Michela anomalie nell'alimentazione (per es., rifiuto di assaggiare nuovi cibi, pica, selettività) disturbi del sonno (ricorrenti risvegli notturni) anomalie dell'umore o dell'affettività (per es., riso o pianto immotivati, apparente assenza di reazioni emotive) mancanza di paura per pericoli reali/eccessivo timore per oggetti innocui comportamenti autolesivi (per es., sbattere la testa, morsicarsi le dita) dr.ssa Michela SINDROME DI ASPERGER F.84.5 compromissione qualitativa nell’interazione sociale modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati l’anomalia causa compromissione clinicamente significativa dell’area sociale, lavorativa o di altre aree importanti del funzionamento non vi è un ritardo del linguaggio clinicamente significativo non vi è un ritardo clinicamente significativo dello sviluppo cognitivo, del comportamento adattivo (tranne che dell’interazione sociale) Prevalenza 10.1/10.000 (Fombonne, 2006) dr.ssa Michela DISTURBO DISINTEGRATIVO DELLA FANCIULLEZZA F.84.3 esordisce dopo un periodo di sviluppo apparentemente normale nei primi due anni a cui segue: Perdita clinicamente significativa di prestazioni acquisite in precedenza verso i 24 mesi Anomalie del funzionamento in almeno due delle seguenti aree: compromissione qualitativa dell’interazione sociale compromissione qualitativa della comunicazione modalità di comportamento, interessi ed attività ristretti, ripetitivi e stereotipati dr.ssa Michela Prevalenza 0.5/10.000 (Fombonne, 2006) SINDROME DA ALTERAZIONE GLOBALE DELLO SVILUPPO PSICOLOGICO NAS F.84.9 Bambini che, pur presentando una grave e generalizzata compromissione dello sviluppo sociale e relazionale, non rientrano nelle categorie descritte • Prevalenza: 32.8/10.000 (Fombonne, 2006) dr.ssa Michela DSM-V Unica categoria diagnostica: ASD A. A. Deficit persistenti nella comunicazione sociale e nelle interazioni sociali in diversi contesti non dovuti a un generale ritardo dello sviluppo B. Modelli di comportamento o interessi o attività ripetitivi e ristretti C. I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia (ma possono non essere chiaramente manifestati fino a che la domanda sociale non superi le limitate capacità) D. Tutti i sintomi limitano e rendono difficile la vita quotidiana Livelli di gravità dr.ssa Michela EPIDEMIOLOGIA dr.ssa Michela PREVALENZA • Prevalenza AUTISMO: 21.6/10.000 (Fombonne, 2006) • Ritardo mentale presente nel 60% dei casi (Venuti, 2012) • Possibile associazione con epilessia • Rapporto fra maschi e femmine 4 : 1 dr.ssa Michela Teorie interpretative della clinica • Teoria della mente (Baron-Choen, 2000) • Teoria della coerenza centrale • Teoria socioaffettiva (Frith, 1994) (Hobson, 1993) • Teoria delle funzioni esecutive dr.ssa Michela (Pennington, 1996) STORIA NATURALE DEI DPS Dal 15% al 20% Dal 60% al 90% vita indipendente (LG SINPIA) prognosi negativa PREDITTORI DI AUTONOMIA IN ETA’ ADULTA presenza di linguaggio verbale prima dei 5 anni livello cognitivo nella norma attenzione condivisa abbozzo di abilità imitativa intervento precoce psicoeducativo con approccio cognitivocomportamentale PROGNOSI la particolare pervasività della triade sintomatologica e l’andamento cronico del quadro patologico determinano condizioni di disabilità, con gravi limitazioni nelle autonomie e nella vita sociale persistono anche nell'eta adulta (LG ISS, 2011). dr.ssa Michela • Modelli di intervento dr.ssa Michela STUDI DI EFFICACIA SUI TRATTAMENTI PER ASD • TRATTAMENTO PSICOEDUCATIVO COGNITIVOCOMPORTAMENTALE PRECOCE, INTENSIVO (RER, 2004) consensus formale della comunità scientifica non esiste un trattamento elettivo per l’autismo “…l’intervento pianificato, condiviso con la famiglia deve riguardare tutti gli ambiti di vita del bambino per una maggiore efficacia dei risultati…” (Muratori, 2003) dr.ssa Michela IL RIFERIMENTO TEORICO: LINEE GUIDA ITALIANE PER ASD REGIONE ER (2004) Linee guida per la promozione della salute delle persone con autismo e altri disturbi pervasivi dello sviluppo REGIONE ER (2008-2010) (2011-2013) PRI-A Programma Regionale Integrato per i disturbi dello spettro Autistico REGIONE ER (2009) Accreditamento rete regionale PRI-A O-6 anni REGIONE ER (DGR 212/2016 - triennio 2016-2018) PRI-A Programma Regionale Integrato per i disturbi dello spettro Autistico ISS (2015) LINEE GUIDA per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti LEGGE 134/2015 Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e dr.ssa Michela di assistenza alle faniglie FATTORI CHE CONTRIBUISCONO ALL’EFFICACIA DELL’INTERVENTO • Precocità e intensità dell’intervento psicoeducativo • Strutturazione dell’intervento (ambiente altamente motivante; obiettivi di apprendimento in tutte le aree; gestione dei c-problema) • Coinvolgimento ATTIVO dei genitori nel trattamento • Definizione chiara degli obiettivi condivisi con la famiglia dr.ssa Michela ELEMENTI CHIAVE DELL’INTERVENTO SISTEMA CURANTE •la strutturazione di ambienti (SPAZIO) •l’uso dei supporti visivi (TEMPO; SCHEMA GIORNALIERO; AZIONI IN SEQUENZA) •minimizzare le stimolazioni sensoriali disturbanti •strategie comportamentali per l’insegnamento di abilità (comunicazione; abilità cognitive non verbali; autonomie personali, ………) •lavoro sui comportamenti-problema (durata; frequenza; luogo; funzione) dr.ssa Michela le attività educative e, più in generale, la progettazione educativa individualizzata, devono tenere conto del livello di sviluppo della persona, che quindi andrà valutato con strumenti specifici le attività proposte devono essere funzionali ad un miglior adattamento della persona nei contesti di vita e ad una sua maggiore autonomia dr.ssa Michela USR Nota prot. 16922 del 12 novembre 2008 SUGGERIMENTI OPERATIVI PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALLIEVI CON AUTISMO O DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO dr.ssa Michela USR Nota prot. 16922 del 12 novembre 2008 SUGGERIMENTI OPERATIVI PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALLIEVI CON AUTISMO O DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO ………………………………………. - che gli interventi educativi siano quanto più precoci possibili (si parla di interventi per bambini da 0 a 3 anni con avvio prima dei due anni); - che siano intensivi, quindi che il bambino autistico o con DPS non sia mai abbandonato all’inerzia o alle stereotipie ma sia costantemente impegnato; - che le attività in cui lo si impegna siano strettamente personalizzate, cioè tarate sulle sue specifiche condizioni: non è l’autismo che viene educato ma la persona - che tali attività si basino sui punti di forza del bambino, individuati con una rigorosa valutazione in ingresso e in itinere - che si intervenga sulle specifiche aree compromesse dall’autismo, fornendo agli allievi la possibilità di impadronirsi delle competenze di base per vivere, pensare, comunicare e relazionarsi con se stessi e con gli altri, che essi non sviluppano spontaneamente; - che gli interventi siano accuratamente programmati, rigorosamente attuati, scrupolosamente verificati e modificati - che le attività proposte siano significative anche per l’allievo che le realizza (nei limiti oggettivi posti dalla sua condizione) e dotate di senso, non casuali nè episodiche - che l’ambiente fisico e l’organizzazione siano adeguatamente strutturati e resi comprensibili all’allievo autistico attraverso specifiche soluzioni e con l’adozione di routine che dr.ssa Michela possano rassicurare l’allievo e contemporaneamente renderlo maggiormente autonomo LINEE GUIDA TRATTAMENTI ASD Istituto Superiore Sanità, 2015 INTERVENTI COMUNICATIVI (PECS; PCS; SEGNI) INTERVENTI MEDIATI DAI GENITORI PROGRAMMI INTENSIVI COMPORTAMENTALI TEACCH DGR ER 212/2016 INTERVENTO ABILITATIVO PSICOEDUCATIVO-NEUROPSICOLOGICO PARENT TRAINING CONSULENZA SCOLASTICA FORMAZIONE dr.ssa Michela MATERIALI OPERATIVI PER LA SCUOLA www.istruzioneer.it/bes/autismo E. Micheli, M. Zacchini “Verso l’autonomia” Vannini Editore P. Visconti, M. Peroni, F. Ciceri “Immagini per parlare” Vannini Editore L. Cottini, G. Vivanti “AUTISMO: come e cosa fare con bambini e ragazzi a scuola” Giunti Scuola dr.ssa Michela