Relazione Avv. Rey - Ordine Avvocati Torino

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L’assunzione di informazioni nel
corso delle indagini
Casi ed esperienze
di studio
Avv. Cristina Rey
A) Il caso Cogne
con l’Avv. Paola Savio
Un’altra incongruenza: l’audizione di Davide
A) Il caso Cogne
Davide, il figlio maggiore dei Lorenzi, è un
potenziale testimone oculare, se non
dell’omicidio, di ciò che lo ha preceduto.
Il piccolo diviene pertanto oggetto di indagine.
A) Il caso Cogne
Davide viene sentito il
1° febbraio, due
giorni dopo il fatto.
Viene sentito dal PM
coadiuvata dal m.llo
capo della Stazione
CC di Aosta in quanto
persona amica della
famiglia e pertanto
idonea a mettere a
proprio
agio
il
bambino
L’audizione dura 48 minuti e
20 secondi.
Agli atti ci sono 4 trascrizioni
di detta audizione
A) Le trascrizioni




1° : degli stessi CC
che hanno assistito
all’atto. E’ del 14
febbraio
2° : dei CC del 21
marzo
3°: la difesa,
depositata 29 ottobre
4°: del PM,
depositata inizi
novembre

1°: 8 pagine

2°: 10 pagine

3° 62 pagine

4° 66 pagine
Ordinanza applicativa della
custodia in carcere
13 marzo 2002
Il GIP decide sulla base della prima trascrizione.
Quella più breve.
Dalle dichiarazioni del bambino “sopra riportate
per esteso, può evincersi unicamente che quel
mattino, dopo aver fatto colazione, Davide è
uscito di casa per giocare con la bicicletta…pare
inverosimile che quella mattina Annamaria e
Davide fossero in ritardo, altrimenti non si
capirebbe come mai Davide abbia addirittura
fatto in tempo ad andar fuori per giocare con la
bici”
A) La ratio del provvedimento


Le dichiarazioni del bambino sono importanti
per le tempistiche della permanenza in casa
della
madre
prima
dell’uscita
per
accompagnare Davide allo scuolabus.
Ed infatti, più tempo la madre resta in casa
più
diminuiscono
le
possibilità
che
l’aggressore sia un terzo estraneo
A) Critica nostra
Al di là dei contenuti che sono sempre, ed in
ogni processo, interpretabili ed argomentabili
a
seconda
della
diversa
posizione
processuale, ciò che stona sono le modalità
di intervista.
Il passaggio relativo all’uscita
di casa di Davide
PM “quel giorno che ti sei fatto un bel giro in bicicletta per andare a scuola… sei
uscito prima della mamma da casa o sei uscito insieme alla mamma?
D : esco sempre prima
PM: prima della mamma… e quanto tempo… così puoi giocare ancora un po’… ne
approfitti!
D: no
PM: tu esci prima della mamma così mentre lei fa ancora qualcosa
D: perché
PM: come ?
D:quando si veste io gioco un po’ con la bici… e poi…
PM: quindi sei uscito prima perché hai aspettato che la mamma si vestisse… si
mettesse le scarpe la giacca
PM: … io ho visto la tua casa è molto bella, me l’ha fatta vedere la tua mamma…
c’è l’altalena… sei andato all’altalena mercoledì ?
Risposta INC
PM: quindi tu sei uscito la mamma ha aspettato ancora… ti sei fatto un bel giro in
bicicletta e poi … ti ha raggiunto la tua mamma e poi ti ha portato su la bici… e
non hai incontrato nessuno….
D: no
A) Le domande su mercoledì
PM: Mercoledì sei andato a scuola?
D: Si..
PM: Mercoledì mattina dimmi un po’ ti sei alzato…ti sei fatto la tua colazioncina…
D: ……Eh non ricordo…
PM: Mercoledì sei stato nel tuo letto o sei andato nel letto dei tuoi genitori?
D: Ehm…non ricordo
PM: Mi interesserebbe sapere cosa hai fatto mercoledì mattina
D: …Non mi ricordo…non mi ricordo cosa ho fatto mercoledì mattina
PM: Ti ricordi che te ne sei andato a scuola..che ti ha accompagnato la mamma e che ti
sei fatto una buona colazione
D: Sì
PM: Mercoledì tu sei arrivato che non era ancora arrivato il pulmino o stava arrivando?
D: Delle volte arrivava…
PM: E mercoledì?
D: Non mi ricordo mercoledì
PM: Mercoledì si era svegliato il tuo fratellino?
D: Non ricordo
PM: Mercoledì la bicicletta era fuori o in garage?
D: …fuori…
A) Modalità di ascolto


1) gli inquirenti non si
avvalgono di ausiliari
specializzata nell’ascolto
di bambini ancora molto
piccoli
2) si continua a fa
riferimento,
nelle
domande, alla giornata di
“mercoledì” senza tener
conto dei limiti mnemonici
dei bimbi di quell’età

3) le domande contengono
quasi sempre le risposte

4) non viene
videoripresa

5)
viene
incaricato
a
trascrivere
lo
stesso
soggetto che ha proceduto
all’intervista
il
quale
“seleziona”
le
parti
considerate importanti
fatta
la
A) L’impostazione della Difesa
Le modalità dell’audizione, e di conseguenza i
contenuti, sono state utilizzate in discussione
per escludere l’affidabilità della tecnica
adoperata i cui risultati, pertanto, non
potevano fornire alcun elemento probatorio al
processo
A) La Corte Assise Appello
“Passando a valutare l’attendibilità delle dichiarazioni rese da
Davide Lorenzi al PM nell’immediatezza del fatto è da rilevare
che il bambino, pur avendo una tendenza a rispondere di non
ricordare cosa avesse fatto il mercoledì precedente,
opportunamente stimolato in modo amichevole si era via via
sciolto ed aveva risposto senza difficoltà, facendo riferimento a
quelle che erano le sue abitudini quotidiane, con ciò lasciando
intendere che nulla di diverso era intervenuto il giorno in
questione; anche il giro in bicicletta, avvenimento per lui molto
gratificante tanto da parlarne spontaneamente, era avvenuto
come al solito. Pertanto non vi sono motivi per porre in dubbio
l’attendibilità di dette dichiarazioni...”
A) La Corte Assise Appello
Conseguentemente:
era anche ritenuta l’affermazione
dell’imputata di essere uscita contestualmente o
subito dopo il figlio Davide, mentre doveva ritenersi
provato
che Davide era uscito, intrattenendosi
all’esterno con la bicicletta, alcuni minuti prima della
madre, la quale doveva ancora vestirsi ed indossava,
pertanto nella circostanza, il pigiama”
“Mendace
B) Witness – Il testimone
B) Witness – Il testimone
Il caso:
Un bambino è stato testimone oculare di un
fatto di reato che coinvolge il padre.
La famiglia è al mare e il papà viene coinvolto
in una lite violenta col vicino di casa, che
nella colluttazione cade e riporta serie lesioni
cerebrali.
B) Witness – Il testimone
Il bambino ha otto anni.
Viene sentito un prima volta nell’immediatezza
del fatto dalla PG, una seconda volta dal
primo difensore del padre ed una terza volta
dal nuovo difensore del padre.
B) L’audizione della PG
Un ispettore di Polizia lo sente un paio di giorni
dopo i fatti.
Non risulta avere preparazione specifica.
Non usa tecniche scientifiche.
Utilizza la relazione col proprio figlio, coetaneo
e compagno di giochi di Witness, per stabilire
un canale comunicativo col minore.
1) L’audizione della PG
Risultato:
Il bambino collabora solo parzialmente, non
ricorda, è spaventato e apporta alle indagini
un contributo scarsamente significativo.
Non viene disposta dal PM alcuna consulenza
sulla attendibilità e credibilità del minore.
2) L’audizione del primo difensore
Il difensore (70 anni, uomo) lo sente
personalmente.
Il minore ha ormai 10 anni e viene sentito nel
corso delle indagini preliminari.
Viene sentito alla presenza della madre.
Viene effettuata l’audioregistrazione e viene
compilato un verbale in forma riassuntiva ex
art. 391 bis c.p.p.
2) L’audizione del primo difensore
Poiché il bambino non vuol rispondere al difensore,
quest’ultimo chiede alla madre di aiutarlo con le
domande.
Il bambino si nasconde sotto la scrivania del difensore
e la madre lo sente lì.
La madre adotta spontaneamente una serie di tecniche
suggestive (dobbiamo aiutare il papà, la nonna ti
guarda dal cielo) che inficiano la genuinità delle
dichiarazioni del bambino.
2) L’audizione del primo difensore
Risultato:
Il bambino è vittima di plurimi condizionamenti:
- Senso di lealtà alla famiglia
- Compiacenza all’adulto
- Suggestione (domande chiuse)
Produce un risultato probatorio
apparentemente significativo, in realtà
fortemente viziato.
2) L’audizione del primo difensore
Il PM legge solo il verbale ex art. 391 bis c.p.p.
e chiede l’archiviazione.
Il GIP, non convinto, fa trascrivere la
registrazione ed emergono i
condizionamenti.
Il GIP non utilizza la prova, respinge la richiesta
di archiviazione e dispone nuove indagini.
3) La nostra audizione
Il bambino ha nel frattempo compiuto 12 anni.
L’audizione è condotta da uno psicologo cognitivo.
Prima viene sottoposto ad una valutazione psicologica e
ad alcuni test, tra cui la Gudjonsson Suggestibility
Scale, tarata per i minori della sua età.
Viene poi portato sul luogo dei fatti per sfruttare l’effetto
dell’encoding specificity e viene sentito lì.
Si effettuano domande aperte e non si introducono
suggestioni e condizionamenti.
L’audizione viene videoregistrata.
Gudjonsson Suggestibility Scale
Messa a punto da un professore di psicologia forense
(Gisli Gudjonsson) che collabora stabilmente con
Scoltand Yard ed ha dedicato i suoi studi accademici
alla scoperta delle false confessioni.
La scala vuol misurare quanto un individuo è
suscettibile di coercizione e/o suggestione nel corso
di un interrogatorio.
Vi sono varie versioni che si applicano nelle diverse età
evolutive (adulti, ragazzi, bambini).
Encoding Specificity
Funzione della memoria.
Fenomeno per cui l’individuo ricorda più
facilmente (e quindi può riferire con più
precisione) quando vi è una corrispondenza
interna (stati emotivi) od esterna (condizioni
di luogo) tra il momento della codifica del
ricordo e il momento della sua rievocazione.
3) La nostra audizione
Il fatto è capitato nella casa del mare.
Al ragazzo viene fatta vedere la propria stanzetta e gli
si chiede di ricordare, con i suoi oggetti personali,
che cosa faceva nei giorni di vacanza in cui è
avvenuta la violenza (compiti delle vacanze, gite al
mare).
Gli si chiede poi di descrivere tutta la casa spiegando
le abitudini che la famiglia aveva a quell’epoca
(colazione sul terrazzo, giochi della spiaggia,
biciclette e motorino nel garage).
Infine vengono effettuate domande sui fatti d’accusa.
3) La nostra audizione
Risultato:
Un netto miglioramento della memoria.
Il ragazzo ricorda abbastanza bene i fatti
dell’epoca, nonostante il tempo trascorso.
Il ragazzo è entusiasta di quanti ricordi gli
riaffiorino e parla spontaneamente.
Permane un senso di lealtà al padre, che si
evince dai molti “non ricordo” su elementi
specifici.
C) Un testimone debole
C) Un testimone debole
Il caso:
Ci troviamo a dibattimento come difensori
d’ufficio “senza risorse” e difendiamo tre
imputati, accusati di truffa ed estorsione a
carico del proprietario di una cartoleria.
L’uomo sarebbe stato raggirato e poi
minacciato dai tre che volevano acquistare a
prezzo stracciato l’esercizio commerciale.
C) Un testimone debole
Il mio assistito sostiene di avergli prestato una
cospicua somma di denaro (40.000 €) e di avere
ottenuto in pegno la cartoleria.
L’uomo poi non ha tenuto fede al proprio impegno ed
allora il mio assistito, con due amici, hanno iniziato a
chiedergli “insistentemente” il denaro o la cartoleria.
I Carabinieri hanno organizzato un appostamento
presso il negozio, registrando alcuni dialoghi tra
imputati e persona offesa in cui vi sono minacce.
C) Un testimone debole
Questione giuridica:
Esercizio arbitrario delle private ragioni o
estorsione?
Le registrazioni dei militari sono compatibili con
entrambe le ipotesi.
Tutto dipende, quindi, da quanto è convincente
la persona offesa, che i difensori non
conoscono.
C) L’esame dibattimentale della
persona offesa
A dibattimento si presenta un testimone
debole:
-
-
Uomo di 50 anni, ma ne dimostra di più
Bassa scolarizzazione
Basso livello intellettivo
Pessima cura della persona
Isolamento sociale
C) L’esame dibattimentale
Già nell’esame dell’accusa si evidenziano forti
contraddizioni e lacune mnemoniche, che
costringono il Pubblico Ministero a continue
contestazioni.
Non si arriva al controesame, in quanto il
Pubblico Ministero richiede perizia
“psichiatrica” sulla capacità a rievocare e
riferire del testimone.
C) La perizia
Il quesito peritale:
“Dica il perito se la persona offesa sia affetto da
patologia psichica che incida sulla sua capacità a
rendere testimonianza, in particolare se sono
integre, e in che misura, deficitarie le capacità di
orientarsi sotto il profilo spazio-temporale, di
comprendere il significato delle domande in sede di
esame dibattimentale e di rispondere in modo
conferente alle domande stesse”.
C) La perizia
Il perito conduce la perizia con le seguenti
modalità:
 anamnesi familiare
 anamnesi psichiatrica
 colloquio clinico
 acquisizione del risultato di un test già
effettuato dal SSN sul grado di intelligenza
(WAIS che misura il quoziente intellettivo)
C) La perizia
Il perito conclude con una diagnosi psichiatrica:
“Ritardo mentale lieve (Q.I. 61) e residui della sindrome
post traumatica da stress”
“Tale patologia influenza ma non incide fino al punto di
abolire la sua capacità cosciente di rendere
testimonianza nel dibattimento, che rimane
sostanzialmente valida, fruibile, affidabile. Questo
giudizio è ragionevole a patto che l’interrogatorio non
sia quantitativamente troppo lungo, né
qualitativamente troppo stressante”.
C) L’esame del teste debole
Risultato:
Il testimone viene nuovamente sentito alla
presenza del perito, che “filtra” le domande e
le semplifica.
Limiti significativi ad esame e controesame.
Non ammesse le domande suggestive in
controesame in quanto con un teste debole
diventano nocive (art. 499 comma II c.p.p.).
C) La sentenza
Il Tribunale condanna per estorsione:
“Il testimone è attendibile e le sue dichiarazioni sono
pienamente credibili… la capacità simulatoria del
teste, qualora esistente, sarebbe stata certo notata
dallo psichiatra nel corso della visita… il teste ha
ricordato l’episodio nelle sue tappe significative
mostrando di non essere confuso e non ha ricordato
alcuni particolari solo al termine del controesame.”
C) Che fare in questi casi?
Utilizzare uno psicologo cognitivo, meglio se esperto in
memoria, quale consulente di parte in quanto:
-
Contrasta l’impreparazione e il metodo peritale
erroneo
Introduce i principi scientifici a noi utili
Consente al difensore di contestare l’utilizzabilità
della prova / l’attendibilità del testimone senza
cadere nella “psicologia ingenua”
Per approfondire:
Giuliana Mazzoni
Si può credere a un testimone?
La testimonianza e le trappole della memoria.
Soc. Editrice Il Mulino, Bologna 2003.
Per approfondire:
Antonio Forza
La psicologia nel processo penale
Pratica forense e strategie
Giuffré Editore, Milano 2010
Per approfondire:
Le linee guida – Punti chiave
1)
I ricordi non sono la registrazione fedele
degli accadimenti, dei fatti, delle situazioni,
ma la registrazione delle esperienze che gli
individui maturano di quegli accadimenti, di
quei fatti e di quelle situazioni. In questo
differiscono dai mezzi di registrazione audio
o video degli eventi, poiché ciascuno di noi
coglie aspetti differenti degli stessi eventi.
Le linee guida – Punti chiave
2) I ricordi non sono quelli del singolo evento
vissuto ma anche la sommatoria di
quell’evento con l’insieme di esperienze e
conoscenze acquisite dalla persona nel
corso della propria vita, nell’ambito del
proprio ruolo e secondo copioni (script)
introitati, come ad esempio la professione, i
successi e i fallimenti personali, gli amici, le
scuole, le vacanze, la casa etc.
Le linee guida – Punti chiave
3) Ricordare è un processo costruttivo. I ricordi
rappresentano altrettante costruzioni mentali
che assemblano diversi tipi di conoscenza,
quando si tratta di rievocare un fatto. In
questo senso la memoria è influenzata dalle
condizioni ambientali di riferimento ed è
soggetta ad errori. Un testimone risponde
sicuramente in modo diverso se interrogato
davanti all’Autorità di Polizia piuttosto che
davanti a un Giudice.
Le linee guida – Punti chiave
4) Il ricordo di un singolo evento vissuto è
naturalmente e sempre incompleto. I ricordi
sono, dunque, la registrazione frammentaria
di esperienze che intervengono in uno stretto
lasso di tempo. E’ quasi impossibile che la
loro rievocazione sia completa e non invece
lacunosa in qualche sua parte.
Le linee guida – Punti chiave
5) I ricordi in genere contengono solo pochi
dettagli molto specifici. Come regola
generale è abbastanza improbabile e
comunque inusuale che un ricordo, rievocato
dopo molto tempo, contenga un elevato
grado di dettaglio.
Le linee guida – Punti chiave
6) La capacità di un soggetto di rievocare un
singolo o diversi dettagli molto specifici non
garantisce che il ricordo dell’evento sia
altrettanto accurato o che l’evento specifico
ricordato si sia effettivamente verificato. In
generale, l’unico modo per stabilire la
genuinità del dato mnesico e la sua
corrispondenza all’accadimento è data dalla
esistenza di riscontri esterni che lo
confermano.
Le linee guida – Punti chiave
7) Il contenuto di una traccia mnesica si forma
attraverso la comprensione soggettiva di una
esperienza, sia cosciente che inconscia.
Questi contenuti possono essere modificati e
cambiati dai ricordi successivi.
Le linee guida – Punti chiave
8) Le persone possono rievocare in perfetta buona
fede gli eventi che in realtà non hanno mai vissuto.
Un evento che magari è stato soltanto immaginato,
ad esempio, può essere la miscela di un insieme di
accadimenti diversi o il frutto di una situazione
psicologica per la quale quell’evento ha acquistato
un qualche senso personale per qualche altra
ragione, e quindi essere realmente vissuto come
ricordo. E’ quello che tecnicamente viene chiamato
“confabulazione”.
Le linee guida – Punti chiave
9) I ricordi di esperienze traumatiche, di eventi
fatti risalire all’infanzia, i ricordi nei bambini
molto piccoli o nelle perone più anziane ed in
altri soggetti deboli, hanno tutti caratteristiche
molto particolari. Queste caratteristiche
difficilmente sono note ad un professionista
non specificamente formato nel campo della
memoria.
Le linee guida – Punti chiave
10) Un esperto della memoria è un professionista che
viene riconosciuto dalla comunità scientifica di
appartenenza come un ricercatore specificamente
versato sul campo della memoria. I Tribunali ed i
Magistrati in genere devono specificamente
accertarsi che gli esperti, nominati per approfondire
e valutare questioni attinenti alla memoria dei
testimoni posseggano una adeguata preparazione
per poter svolgere il compito loro assegnato ed
abbiano un curriculum professionale che lo
comprovi.
(traduzione di Antonio Forza)
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