INSIEMI E LOGICA PARTE TERZA OPERAZIONI CON LE PROPOSIZIONI IMPLICAZIONE MATERIALE O CONDIZIONALE • Si definisce implicazione materiale o condizionale di due proposizioni p e q e si indica con p V V pq F • (si legge «se p allora q» o F «p implica q») la proposizione che è falsa nel caso p sia vera e q sia falsa ed è vera negli altri casi. q V F V F pq V F V V OSSERVAZIONE • Il calcolo degli enunciati prescinde dal significato delle singole proposizioni e perciò dobbiamo considerare vera l'implicazione tutte le volte che così afferma la sua tavola di verità, anche se gli enunciati p e q non sono legati da un rapporto di causa-effetto o addirittura sono disomogenei. E questo il motivo degli apparenti «paradossi dell'implicazione materiale», di cui diamo un eloquente esempio. • • • • • Si considerino, per esempio, le proposizioni p: Caserta è la capitale della Francia q: 12 è un numero primo. La proposizione condizionale è p q : se Caserta fosse la capitale della Francia, allora 12 sarebbe un numero primo • ed è vera in quanto p e q sono entrambe false. Implicazione contraria inversa o contronominale • • • • • • • • • • • Data un'implicazione a b l'implicazione a b si dice contraria di a b l'implicazione b a si dice inversa l'implicazione b a si dice contronominale In questo contesto, a b è anche detta implicazione diretta. Come vedremo dalla verità dell'implicazione diretta discende la verità della contronominale e viceversa, ma non si può affermare la verità delle implicazioni contraria e inversa. • • • • • • • • • Consideriamo l'implicazione se Tom è un gatto, allora Tom è un felino. La sua contraria è se Tom non è un gatto, allora Tom non è un felino. La sua inversa è se Tom è un felino, allora Tom è un gatto. La sua contronominale è se Tom non è un felino, allora Tom non è un gatto. Come si può notare, l'implicazione diretta è vera e così pure la sua contronominale; nulla si può invece dire della sua contraria e della sua inversa. Copimplicazione materiale o bicondizionale • Si definisce coimplicazione materiale o bicondizionale di due proposizioni p e q e • si indica con pq • (si legge «p se e solo se q» o «p coimplica q») la proposizione che è vera quando p e q hanno lo stesso valore di verità e falsa in caso contrario. p V V F F q V F V F pq V F F V ESEMPIO Consideriamo le proposizioni p: 7 è un numero primo (vera) q: il quadrato è un poligono (vera) r: il Po è una montagna (falsa) s: 8 è multiplo di 5 (falsa). Formule proposizionali • • • Gli enunciati semplici, privi di connettivi logici, si chiamano anche enunciati atomici. Per indicarli, useremo lettere corsive minuscole (a, b, e, ..., p, q, r, ...) che chiameremo lettere enunciative. Abbiamo visto come si possono combinare uno o due enunciati atomici, mediante l'operatore negazione e i connettivi logici, per ottenere altri enunciati Possiamo nuovamente combinare gli enunciati così ottenuti per ricavare degli enunciati ancora più complessi; chiameremo formule enunciative o formule proposizionali gli enunciati così ottenuti. Osservazione: si noti che se la formula enunciativa contiene n lettere la relativa tabella avrà 2n righe • • Possiamo calcolare il valore di verità di una formula enunciativa una volta che siano noti i valori di verità delle lettere enunciative che la compongono. Calcolare il valore di verità della formula proposizionale a b a b • • in corrispondenza dei valori a = F e b = V. • a ogni assegnazione di valori di verità alle lettere enunciative che compongono una formula, corrisponde un valore di verità per la formula enunciativa stessa. Perciò diciamo che ogni formula enunciativa determina una funzione di verità. Nell'esempio precedente, le lettere enunciative a e b sono le variabili di tale funzione di verità. Essa, come si è visto, associa alla coppia di valori di verità (F ; V) di a e b, il valore V; Formule equiveridiche • Diciamo che due formule enunciative A e B sono equiveridiche o uguali logicamente o, ancora, logicamente equivalenti se esse determinano la stessa funzione di verità, ossia se assumono entrambe lo stesso valore di verità quali che siano i valori di verità attribuiti alle lettere enunciative che le compongono. • Esempio: verificare che p q pq • La verifica si fa con un’unica tabella di verità p V V F F q V F V F pq V F V V p F F V V pq V F V V Osservazione • La contronominale è logicamente eguale all'implicazione diretta, cioè b a a b • Per esempio, dire • Se Tom è un gatto, allora Tom è un felino • equivale a dire • Se Tom non è un felino, allora Tom non è un gatto • Sempre utilizzando le tavole di verità si può verificare che una implicazione non equivale logicamente alla sua inversa né alla sua contraria. a b a b a b V V F F F F V V F V F V V F V F V F V V ba V F V V Proprietà delle operazioni logiche • 1) Proprietà di idempotenza della congiunzione e della disgiunzione: p p p • p p p p q r p q r pq q p 3) Proprietà della complementarietà (legge della doppia negazione}: p p • 4) Proprietà associativa della congiunzione e della disgiunzione: p q r p q r 2) Proprietà commutativa della congiunzione e della disgiunzione: pq q p • • cioè, la negazione della negazione di una proposizione è la proposizione stessa • Le due uguaglianze logiche precedenti consentono poi di scrivere direttamente senza parentesi pqr pqr Proprietà delle operazioni logiche • 5) Proprietà distributiva della congiunzione rispetto alla disgiunzione: • 7) Leggi di De Morgan: • p q r p q p r • 6) Proprietà distributiva della disgiunzione rispetto alla congiunzione: p q r p q p r • pq pq pq pq • 8) Leggi di assorbimento: p p q p p p q p