Attuazione pedagogica del progetto formativo
L’attuazione metodologica prevede la divisione del periodo formativo in tre bienni, ai quali
corrispondono tre obiettivi generali suddivisi in 18 obiettivi intermedi da verificare. In tutti i
momenti formativi il ragazzo è invitato a riflettere la dimensione umana, spirituale, culturale e
pastorale della formazione, fermo restando la diversità di accento che ad esse si dà nei diversi
momenti formativi. La visione pedagogica cerca di realizzare una costante attenzione a tutte e
quattro le dimensioni durante tutto il processo formativo in una logica di coopresenza circolare più
che di successione graduale.
I Biennio: libertà dà
Formazione umana – Formazione Spirituale – Formazione filosofico-teologica – Formazione
Relazionale-Pastorale.
Obiettivo.
Il candidato è accompagnato nella graduale presa di coscienza di se stesso, dei propri
condizionamenti consci e inconsci e delle propri potenzialità. La formazione necessità di questa
premessa di verità con se stessi, in cui il giovane è aiutato a identificare i propri mostri
(inconsistenza centrale) e ad accettare le proprie ferite. È il momento della destrutturazione, in cui il
soggetto è chiamato a scendere nel centro del proprio io per scoprire le proprie immaturità e
inconsistenze e orientarsi verso una maturità che sia integrazione e progettualità feconda, esercizio
responsabile della libertà di dono. (Cfr. A. Cencini, I sentimenti del Figlio. Il cammino formativo
nella vocazione presbiterale e consacrata, Devoniane, Bologna 20055, 35-36. Per le voci di seguito
cfr. Cencini, I Sentimenti, 52).
Figura di Riferimento.
Il Padre. Dio Padre-Creatore che e-voca dal nulla facendo esistere; o che e-duce Israele dall’Egitto
e-ducandolo nel deserto.
Attività pedagogica specifica.
E-vocare la verità dell’io perché si realizzi al massimo delle sue potenzialità. Il centro è la
definizione dell’IO ATTUALE
Percorso pedagogico.
Dalla sincerità alla Verità
Modalità educativa.
EDUCARE – formare - accompagnare. Conoscenza e superamento delle proprie inconsistenze
perché il giovane possa progredire nel proprio cammino di liberazione.
Obiettivi intermedi:(lettura sincronica e diacronica della vita orientata alla maturità)
1 Anno:conoscenza di sé e maturità mente-cuore-volontà.
a. Integrare le esperienze negative del proprio passato nell’attuale cammino, accettandone gli errori
e gli insegnamenti. Accettare l’esistenza dei propri aspetti infantili, riconoscendoli come infantile e
senza subirne l’influsso. (Curare la memoria affettiva della propri vita);
b. Progressiva disponibilità a misurare la propria dignità sulla fedeltà alla Parola di Dio e non sulle
proprie prestazioni o sul consenso altrui (Curare la memoria biblica);
1
c. Capacità di cogliere il nucleo motivazionale centrale del proprio agire (orientamento alla
realizzazione della progettualità divina), al di là degli aspetti più esteriori ed emotivamente
contingenti. (memoria biblico-affettiva)
2 Anno:libertà responsabile e consegna di sé.
a. Capacità di rispetto della dignità altrui, di ascolto e di accoglienza dei punti di vista dell'altro, di
non avvalersi degli altri per i propri fini;
b. Capacità di evitare relazioni di arrogante potere o di servile sottomissione. Capacità di assumersi
la cura degli altri e di empatia;
c. Attitudine a percepire affetto per le persone e ad esprimerlo con segni appropriati alla situazione
e alla scelta di vita. Disponibilità a rinunciare ad una relazione affettiva privilegiata con una persona
per vivere una più ampia donazione di sé. Accettare di confrontarsi sul tema sessuale.
Conclusione
“Nella dimensione umana il soggetto va aiutato a conoscersi e a riconoscere il senso di quella storia
che Dio ha portato avanti lungo i giorni del suo esistere. L’itinerario educativo che conduce a
questo obiettivo l’abbiamo indicato nella rivisitazione della propria biografia letta non solo come
storia, ma come storia di salvezza, e dunque ricordata al presenta con una memoria non solo
affettiva, ma biblico-affettiva”.(Cencini, I sentimenti, 150.)
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II Biennio: libertà in
Formazione umana – Formazione Spirituale – Formazione filosofico-teologica – Formazione
Relazionale-Pastorale.
Obiettivo.
Il candidato consapevole di sé si orienta verso un’esperienza vera e totalizzante di Gesù. È il tempo
della conoscenza di sé, che si fa esperienza di Colui che chiama e che apre la vita a orizzonti nuovi
e impensati. È decisivo che il giovane cominci a sperimentare di poter costruire in Cristo la sua
nuova vita e la sua libertà. Amare Gesù vuol dire dipendere da Lui nell’integrità della mente, del
cuore e della volontà, nella totalità della coscienza, dell’affettività e volontà. Scopo particolare della
formazione Spirituale è l’avere in sé gli stessi sentimenti del Figlio, scopo che assume in sé le
esigenze della formazione umana inquadrata nel biennio precedente. Rendere il proprio cuore come
il cuore di Cristo, aprire la propria vita alla carità pastorale, al dono totale di sé, fondamento della
spiritualità presbiterale. In tale stagione formativa maggiore attenzione è posta alla dimensione
Spirituale come luogo strutturante per la trasformazione dell’io attuale alla luce della rivelazione
dell’IO IDEALE. (Cfr. Cencini, I sentimenti del Figlio, 36-37)
È il periodo della trasformazione; è il periodo in cui il ragazzo è chiamato a ristrutturare la sua
identità su Cristo. In questo senso è chiamato a vivere in modo profondo la preghiera come luogo di
quell’esperienza mistica (contemplazione del Bello) che prende carne in un cammino acetico.
“L’intensa contemplazione del mistero divino – mistica - , nel quale il consacrato riconosce anche il
proprio volto e il destino, determina l’esigenza di conformarsi ad esso - ascetica-, lasciandosene
attivamente plasmare nei gesti e nelle parole, nei pensieri e desideri” (Cencini, I sentimenti del
Figlio, 142). Ultima attenzione è sostenere nel candidato la maturazione di un sano senso di
appartenenza alla Chiesa locale. L’appartenenza sostanzia l’identità presbiterale che il candidato è
chiamato a maturare. Avendo nella dimensione Spirituale un’attenzione particolare alla Spiritualità
sacerdotale, il candidato è aiutato a comprendere la centralità dell’appartenenza alla chiesa locale
come contesto fecondo di relazione e di disponibilità alla vita comunitaria.
Figura di Riferimento.
Il Figlio. La Kenosi del Figlio, o il Figlio che plasma come il vasaio nel cuore del giovane i suoi
sentimenti.
Attività pedagogica specifica.
Pro-vocare verso la realizzazione di un progetto trascendete e auto-trascendente come forma e
norma di vita. IO IDEALE.
Percorso pedagogico.
Dalla Verità alla libertà
Modalità educativa.
Educare – FORMARE - accompagnare. Proposta di Cristo e della verità-bellezza-bontà oggettive,
per suscitare nella in mente-cuore-volontà un’adesione soggettiva.
Fede e vita passata. Modello storico biblico: l’autobiografia; (Cencini, I sentimenti, 118-121).
Fede e vita presente. Modello Mariano: aspetto genetico; Modello Paolino: aspetto dinamico;
(Cencini, I Sentimenti, 122-126).
Fede e vita futura. Modello evangelico: tensione cristocentrica; (Cencini, I Sentimenti, 127-133).
Obiettivi intermedi:
3 Anno:Fede come accoglienza dell’amore di Dio libero e liberante nella quotidianità
a. Richiamo reciproco fra Parola di Dio e sua attuazione nella vita quotidiana (cammino asceticomistico);
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b. Presa di coscienza della vocazione come realtà che supera la comprensione e attuazione finora
raggiunta dal soggetto;
c. Disponibilità a lasciarsi aiutare dagli educatori non scelti dal seminarista stesso;
4 Anno:Fede come maturazione dei sentimenti del Figlio; la vita comunitaria come luogo di
espressione e condivisione dell’esperienza di Cristo.
a. Fedeltà quotidiana a Cristo nelle diverse espressioni della personalità, anche nelle difficoltà;
b. Partecipazione sempre più consapevole alla vita della Chiesa locale.
c. Attitudine a modellare la propria spiritualità sulle linee di quella presbiterale così come è indicata
dai documenti della Chiesa.
Conclusione
Identificarsi con i sentimenti del figlio, assumere in modo centrale l’esperienza di Cristo come
centro identificante per la vita del ragazzo, vuol dire approdare ad una personalizzazione dell’atto di
fede, per il quale il giovane è stimolato a scrivere la sua storia vocazionale, a vivere la sua
esperienza di Cristo, a plasmare i suoi carismi, strumenti di attuazione del personale progetto di
servizio, e a maturare la sua capacità relazionale e comunitaria.
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III Biennio: libertà per
Formazione umana – Formazione Spirituale – Formazione filosofico-teologica – Formazione
Relazionale-Pastorale.
Obiettivo.
L’esperienza di Cristo diviene sempre più totalizzante per il ragazzo, va estesa a tutte le aree della
personalità. In questo periodo la categoria pedagogica centrale è quella della ristrutturazione: un
processo iniziato nel biennio precedente ma che nell’ultima tappa della formazione iniziale trova
uno spazio di maggiore approfondimento. Il ragazzo è chiamato in modo particolare a riflettere e
approfondire la dimensione pastorale come luogo in cui esprimere la centralità dell’opzione
trasformante e ristrutturante per Cristo (Cfr., Cencini, I sentimenti, 37-38). In tale momento
formativo, pur restando viva l’attenzione alle quattro dimensioni della formazione, in modo
particolare si curerà la relazione tra dimensione spirituale e dimensione pastorale.
Un ministero apostolico che sia luogo di formazione, in quanto servizio, trova le sue radici
nell’esperienza mistica e orientamento nell’esperienza ascetica. L’apostolato diviene il luogo
propizio in cui il ragazzo è chiamato a vivere l’amore incontrato nell’esperienza mistica e assunto
come principio centrale nell’atteggiamento ascetico.
Centrale è condurre il ragazzo ad una sintesi mistico-ascetico-apostolica, capace di declinare sul
versante comunitario la fedeltà personale, che avrà nella condivisione l’espressione massima
dell’essere Chiesa: mettere in comune l’originalità dei cammini vocazionali personali per
costituirne idealmente uno solo. La carità pastorale nella sue dimensioni cristologia, ecclesiologica
e missionaria, sarà il centro strutturante della vita comune e del servizio pastorale. (Cfr. Cencini, I
sentimenti, 144-145).
Figura di Riferimento.
Lo Spirito. Egli è guida e amico, che aiuta a ricentrasi su Gesù, che anima la vita comune e che
sostiene il servizio pastorale.
Attività pedagogica specifica.
Educare – formare - ACCOMPAGNARE. Con-vocare la totalità del ragazzo conducendolo lungo
un cammino cognitivo-esperienziale-sapienzale e sostenere in lui l’atteggiamento del dono. IO
RELAZIONALE:
Percorso pedagogico.
Dalla libertà al dono.
Modalità educativa.
Sostenere nel ragazzo la maturazione di una capacità relazionale-pastorale orientata al servizio,
espressione di un’originalità ascetico-mistica.
Obiettivi intermedi:
5 Anno:disponibilità al servizio nella pastorale.
a. Flessibilità nei ruoli anziché crearsi una pastorale su misura;
b. Usare le iniziative pastorali come mediazione per arrivare a toccare la coscienza delle persone;
c. Capacità di dialogare con tutti, senza inquadrare le persone a seconda dei loro gruppo di
appartenenza.
6 Anno:un servizio che si fa carne nella chiesa locale.
a. Desiderio di sottoporre alla verifica altrui la propria azione pastorale;
b. Non negare i limiti della propria Chiesa e continuare in essa la propria azione pastorale;
c. Disponibilità a condividere l'impegno apostolico della sua Chiesa diocesana.
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Conclusione
Il servizio apostolico come espressione dell’intensità dell’esperienza mistica e della veridicità
dell’atteggiamento ascetico, permette di operare una sintesi conclusiva dell’intero itinerario
formativo proposto. Il candidato è chiamato a rendere carne, nel servizio alla comunità ecclesiale,
quanto ha vissuto nel percorso formativo, in cui, in una logica di compresenza circolare, è stato
aiutato a curare in modo personale la formazione delle quattro dimensioni implicate nella vocazione
presbiterale. La personalizzazione dell’agire educativo è contesto fecondo per la maturazione di
un’attenzione all’autoformazione: il ragazzo al termine del cammino di formazione iniziale, ha nelle
mani uno strumento di autoformazione, il progetto personale di vita, che può sostenere, nella vita
presbiterale, il cammino di conformazione permanente a Cristo.
Il presente percorso formativo non pensa le quattro dimensioni della formazione strutturate in una
logica di consequenzialità, ma in linea con le attuali riflessioni pedagogiche, intende descrivere un
itinerario formativo in cui le quattro dimensioni sono ritenute in modo contemporaneo, e accese
nella loro specificità all’interno delle diverse tappe formative. Il diretto responsabile della
formazione è il candidato che, attraverso il progetto personale di formazione, è invitato a monitorare
e approfondire all’interno dell’iter formativo le quattro dimensioni seguendo le indicazioni dategli
dall’equipe formativa. Le dinamiche pedagogiche di educare, formare e accompagnare, anche se
concettualmente identificano i tre periodi della formazione, in realtà sono considerate in modo
unitario durante l’intero percorso formativo.
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