Origine del sistema solare Ipotesi nebulare Ipotesi stellare Il problema dell’origine del sistema solare è di notevole importanza e di grande complessità. E’ importante perché è connesso all’origine del pianeta Terra e dell’uomo ….. Complesso perché i dati da considerare sono molti e a volte tali da apparire in contrasto tra loro, sicchè si presenta ardua l’impresa di trovare un’interpretazione coerente e soddisfacente di essi Sono state proposte due categorie di ipotesi: Nebulari Ammettono un’origine comune per il Sole , i pianeti e gli altri componenti del sistema solare a partire da una nebulosa attraverso un meccanismo graduale di tipo evoluzionistico, tale che gli eventi di una certa fase sono contenuti in embrione nella fase precedente Stellari Propongono un’origine distinta e separata del Sole che preesiste al sistema , mentre gli altri componenti si formano a seguito di un evento eccezionale, di tipo catastrofico, come il passaggio ravvicinato di una stella Al momento le ipotesi più accreditate sono quelle nebulari, non solo perché riescono ad interpretare in modo più facile e coerente i vari dati disponibili, ma anche perché appaiono in armonia con le ipotesi interpretative che riguardano l’origine della vita e delle specie viventi, nonché dell’intero Universo Ipotesi di Kant Kant nel 1755 ipotizzò che nella nebulosa originaria si sarebbe stabilito un rapido moto rotatorio che avrebbe determinato il distacco di una serie di anelli i quali, condensatisi, avrebbero formato i pianeti Ipotesi di Laplace Nel 1796 lo scienziato francese Laplace nell’ “Esposizione del sistema del mondo” propone un’ipotesi che ha molto in comune con quella di Kant così che l’ipotesi nebulare per eccellenza viene indicata come ipotesi di Kant - Laplace Laplace riteneva che un’unica causa avesse prodotto i fenomeni , così come allora erano noti, che caratterizzavano i pianeti: i moti di rotazione e rivoluzione che avvengono in senso diretto, le orbite poco eccentriche, la complanarità delle orbite. Secondo Laplace la nebulosa originaria doveva essere dotata sin dall’inizio di un moto di rotazione …….. Raffreddandosi , la nebulosa si sarebbe contratta Al distacco di anelli il conseguente aumento della velocità angolare avrebbe dato origine da cui si sarebbero formati i pianeti L’ipotesi di Kant – Laplace ebbe molta fortuna riuscendo a dominare incontrastata per oltre un secolo. Via via, però, andarono accumulandosi scoperte e argomentazioni che non trovavano una spiegazione convincente in questa ipotesi: I moti retrogradi di alcuni satelliti di Giove e di Saturno i moti dei satelliti di Urano in un piano quasi perpendicolare all’eclittica La lenta rotazione del Sole e le grandi distanze dei pianeti La lenta rotazione retrograda di Venere …. Fu così che molti studiosi ritennero di proporre interpretazioni alternative di tipo stellare o catastrofico, rifacendosi all’ipotesi formulata nel ‘700 dal naturalista francese Buffon, secondo cui all’origine del sistema solare ci sarebbe stata una collisione tra il Sole e una cometa. Secondo l’astronomo inglese Jeans (1877 – 1946), un’onda di marea si sarebbe sollevata tra il Sole ed un’altra stella a seguito di un incontro ravvicinato e i corpi del sistema solare sarebbero derivati dalla condensazione e dalla frammentazione della materia costituente l’onda. Validità dell’ipotesi di Kant Laplace Ancora oggi l’ipotesi di Kant – Laplace è il riferimento fondamentale per chi vuole affrontare il problema dell’origine di tutti i corpi del sistema solare. I dati più significativi che si possono portare a suo favore sono: Tutti i corpi del sistema solare si sono formati circa 5 miliardi di anni fa; La forma del sistema solare è quasi piatta; La bassa eccentricità delle orbite dei vari pianeti, Il senso dei moti di rotazione e di rivoluzione, uguale per quasi tutti i corpi, La distribuzione dei vari pianeti a distanze regolari dal Sole; La composizione chimica analoga dei vari corpi del sistema solare Ipotesi di Kant – Laplace modificata Tenendo conto dei contributi di scienziati nostri contemporanei come il fisico tedesco C. F. von Weizsacker e l’astronomo statunitense di origine olandese G. P. Kuiper, può essere proposta nei seguenti termini……. Tutto ha inizio da una nebulosa , costituita per l’80% di idrogeno e per il 15% di elio. Gli altri elementi sono presenti in misura modesta ma relativamente alta rispetto alle altre nebulose : la nebulosa originaria doveva essere composta cioè in buona parte da materiale proveniente dall’esplosione di una supernova , sicché il Sole si può classificare come stella di seconda generazione . La nebulosa di gas e polvere doveva contenere , perciò idrogeno, elio, silicio, alluminio, ferro, calcio (elementi abbondanti nelle rocce) ed ossigeno, carbonio e azoto (elementi tipici dei composti organici). Circa 5 miliardi di anni fa si avviò, forse a causa dell’urto conseguente all’esplosione di un’altra supernova, un processo di contrazione. La concentrazione di massa diventa un centro attrattivo per le particelle vicine . La contrazione e il collasso gravitazionale determinano un incremento della velocità di rotazione così la nebulosa assume la forma di disco La maggior parte della massa collassa verso il centro dando origine al proto-Sole All’interno del disco in rotazione si creano dei vortici ,che consentono addensamenti minori di materia , dai quali avranno origine i proto-pianeti La precipitazione di una grande quantità di massa verso il centro del disco comporta un progressivo innalzamento della temperatura per fenomeni di attrito dovuti allo strofinio delle particelle una contro l’altra. Nella parte centrale di questa massa si raggiungono temperature così elevate da innescare le reazioni di fusione nucleare Si forma così la stella sole I vortici determinano invece l’accrescimento progressivo dei proto -pianeti e anche un rallentamento della rotazione del Sole . Tali vortici ipotizzati da von Weizsacker potrebbero spiegare come mai il Sole pur avendo una massa enorme contribuisca alla definizione del momento angolare del sistema solo nella misura del 2% , mentre Giove vi partecipa al 60%: la relativa lentezza del Sole si sarebbe determinata in un secondo tempo Il principio di conservazione del momento angolare afferma che ,se la massa di un sistema in rotazione assume una posizione più vicina all’asse di rotazione , deve di conseguenza aumentare la velocità di rotazione Il vento solare che nelle prime fasi di vita di una stella è particolarmente forte e le elevate temperature in prossimità del Sole non consentono ai quattro pianeti più interni di trattenere a lungo i materiali più leggeri cioè idrogeno ed elio Poco tempo dopo aver perso questi gas, gli stessi pianeti , a seguito del calore generato dall’impatto con i numerosi detriti ancora presenti nel piano del disco in rotazione e del calore prodotto dal decadimento radioattivo, vanno incontro ad una fusione quasi totale e ciò consente una differenziazione chimica della loro struttura All’interno precipitano le sostanze pesanti, come ferro e nichel, al di sopra si posizionano i minerali silicatici, più leggeri, mentre gas e vapori sfuggono all’esterno Dei quattro pianeti interni solo la Terra e Venere sono riusciti a trattenere tali gas e vapori dato che avevano sufficiente massa e quindi adeguata forza gravitazionale I pianeti esterni , da Giove in poi, trovandosi più lontani dal Sole e quindi a più basse temperature, riescono a trattenere più facilmente i ghiacci d’acqua, di ossido di carbonio, di ammoniaca e di metano, i gas leggeri come l’idrogeno e l’elio, che già possedevano e, inoltre riescono a catturare gli stessi gas perduti dai pianeti interni I satelliti dei pianeti esterni sono formati da piccole quantità di sostanze rocciose e da grandi quantità di sostanze ghiacciate, ma nel complesso hanno piccole masse: per questo motivo come i pianeti interni non hanno quantità significative di idrogeno ed elio