Alberto Di Mattia
04/06/2017
Dal concetto generale di prevenzione delle problematiche generabili
dai sovraccarichi funzionali, concetto che si differenzia rispetto alla
prevenzione delle possibili recidive di una problematica o di un
infortunio pregresso, è possibile osservare come il livello di forza
rispetto al peso corporeo rappresenti in assoluto il più efficace mezzo
di lavoro.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Rapporto carico recupero
La stima del carico complessivo
Criteri legati alla qualità dell’esecuzione tecnica
Il controllo del movimento in fase di apprendimento
costituisce il limite di applicazione del sovraccarico
artificiale
Criteri legati alla difficoltà esecutiva indotta
Dai gradi e escursione articolare richiesti nel gesto
Dal grado di stabilità dei punti di appoggio della forza
Dalla velocità di esecuzione
Criteri legati all’entità del carico esterno proposto
Il controllo delle azioni di compenso o degli equilibri
esecutivi costituisce il limite di incremento del carico
esterno proposto
Alberto Di Mattia
04/06/2017
IL SALTO
Si fa sfruttando un punto fisso: il suolo
Si fa sfruttando principalmente la sinergia
tra 3 articolazioni:
anca, ginocchio, caviglia.
Non è da dimenticare la partecipazione
degli arti superiori
nell’azione di slancio.
Esso può essere:
Da fermo o esplosivo sia in alto (verticale)
che in avanti (orizzontale)
Con la ricorsa (la cui esecuzione ha
valenze coordinative)
Reattivo (ad una fase eccentrica segue
una fase concentrica, quindi pliometrico
Alberto Di Mattia
04/06/2017
IL SALTO NELLA PALLAVOLO
REATTIVO: poco frequente nella pallavolo
che si evidenzia in azioni per prendere il
tempo a
muro (doppio salto) o palleggio in salto.
Muscoli interessati: gastrocnemio,
quadricipiti, adduttori
I tempi di stacco sono brevi.
Sfrutta il rimbalzo pliometrico reagendo
con il pavimento.
È a carico dei piedi e delle caviglie.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
IL SALTO NELLA PALLAVOLO
DA FERMO (o verticale): tipico
delle azioni a muro.
Muscoli interessati: quadricipiti, glutei,
addominali, ileo-psoas
È un salto innaturale, verticale nel quale si
ricade dove si
stacca
È un salto di forza che richiede tempi
lunghi di caricamento
È un salto la cui potenza è fornita dai
muscoli glutei e tricipite della sura il
Quadricipite interviene in fase di ricaduta
come stabilizzatore.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
IL SALTO NELLA PALLAVOLO
CON RINCORSA: è un salto d’attacco per
eseguire la schiacciata. Da taluni giocatori è sfruttato
anche per il servizio (battuta in salto). È un salto
maggiore rispetto a quello da fermo. La rincorsa per
questo tipo di salto, frontale o laterale rispetto alla
rete, varia dal fondamentale eseguito.
Muscoli interessati: quadricipiti, sacrospinali,
addominali
È un salto coordinativo, che ha una partenza (forza
istantanea), un’accelerazione, uno stacco con caricamento
rapido e breve.
Schiena e braccia hanno un ruolo determinante per la
buona riuscita.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
IL SALTO NELLA PALLAVOLO
Un qualsiasi salto si divide in 3 fasi:
CARICAMENTO: il baricentro si abbassa e i muscoli si tendono
come molle pronti ad “esplodere” verso l’alto. Nella pallavolo il
caricamento varia da 90°a 135° e dipende se si intende eseguire
un salto da fermo (a muro), con rincorsa (a muro, battuta, schiacciata)
o reattivo (a muro o palleggiando -nel caso dell’alzatore
palleggiando nel caso del libero -).
STACCO: i muscoli hanno effettuato la loro spinta e si “vola” per
alcuni decimi di secondo. Lo stacco, per essere efficace, deve
avere caratteristiche di rapidità.
ATTERRAGGIO: è la fase di ammortizzamento del salto. Una
ricaduta violenta da altezze significative e talora senza controllo.
Ci si allena a saltare e non a ricadere. Questa fase è spesso ed
erroneamente trascurata e, nel tempo, può causare seri infortuni.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Rapporto carico recupero
Il recupero come mezzo
Il ripristino delle risorse energetiche, funzionali e
strutturali avviene nelle ore successive al lavoro grazie ai
sistemi di adattamento (supercompensazione)
dell’organismo
Il tempo di recupero dei diversi tessuti
Differenze sostanziali nei tempi di recupero del tessuto
muscolare rispetto ad altri tessuti (tendineo e
legamentoso)
Alberto Di Mattia
04/06/2017
CARICO DI ALLENAMENTO
È l’insieme degli stimoli allenanti ai quali viene sottoposto
l’atleta al fine di determinare nel suo organismo gli adattamenti
e i conseguenti processi di Supercompensazione.
La Supercompensazione può essere definita come
l’innalzamento delle capacità lavorative al di sopra dei livelli
che l’atleta era in grado di esprimere poco tempo prima
Il carico di allenamento va modulato affinché non diventi un
sovraccarico ECCESSIVO
Alberto Di Mattia
04/06/2017
OVERTRAINING E PALLAVOLO
Verificare ed individuare il calo di rendimento può
essere difficoltoso soprattutto negli sport ad elevata
componente tecnico -tattica come nella pallavolo.
Nel caso della pallavolo il calo prestativo è un
segnale di sovrallenamento quando è
oggettivamente identificabile (e associato ad altri
segnali) o si protrae nel tempo per motivi che non
possono essere unicamente riconducibili ad
un’errata impostazione tecnico -tattica.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Concetto di forza massima e relativa
Forza massima: entità di tensione muscolare massima che può produrre
una catena cinetica
Forza relativa: forza per chilogrammo di peso corporeo
La forza massima e relativa per il giocatore di pallavolo
Forza massima: componente strutturale
Forza relativa: componente funzionale e coordinativa
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Concetto di quantità di forza massima ottimale
Significato della forza massima nella strategia generale di
prevenzione
Riduzione del grado di significatività degli impatti (palla – salti)
Significato della forza massima nel modello di prestazione
Base del movimento veloce ed esplosivo
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Stabilità funzionale dell’asse corporeo
Tenuta e trasmissione delle spinte
Stabilità funzionale delle principali articolazioni
Velocità esecutiva e trasmissione delle spinte
Equilibrio funzionale destro – sinistro
Controllo delle asimmetrie strutturali
Equilibrio funzionale agonista – antagonista
Range articolari completi
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Criteri di progressività legati ai principi metodologici
Dalla corretta e stabile tecnica esecutiva allo sviluppo della forza
vero e proprio
Dal potenziamento strutturale (ipertrofia) al miglioramento della
componente neuro – muscolare (reclutamento)
Dal potenziamento dell’asse corporeo al potenziamento delle
estremità (allenamento centrifugo)
Dall’allenamento della quantità (progressione del volume delle
ripetizioni e della frequenza di allenamento) all’allenamento
dell’intensità (progressione dell’entità del carico esterno)
Dallo sviluppo del carico esterno allo sviluppo delle accelerazioni (le
espressioni di forza veloci ed esplosive)
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Principi tecnico – esecutivi
Abitudine al controllo della tensione dell’asse corporeo
Schiena tesa – capo in linea – parete addominale contratta
Controllo della fase eccentrica
Inversione del movimento lenta per atleti in fase didattico –
formativa
Inversione del movimento accelerata per atleti evoluti
Inspirare in fase eccentrica ed espirare al culmine dello sforzo
Alberto Di Mattia
04/06/2017
L’allenamento a stazioni (esecuzione di un esercizio completo alla volta)
Consente interventi mirati ed efficaci nell’allenamento di tutte le
espressioni di forza
L’allenamento a circuito (esecuzioni di concatenazioni di esercizi secondo
specifici criteri di progressività)
Dall’esercizio generale allo specifico
Dall’incremento del carico all’incremento delle velocità esecutive
Consente interventi variati e orientamenti qualitativi dell’allenamento
specifico
Il set training (esecuzioni di concatenazioni di esercizi su uno specifico
distretto muscolare)
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Controllo dalla simmetria di sviluppo della forza muscolare
L’utilizzo dei carichi liberi è da preferire all’utilizzo delle
resistenze vincolate
Controllo dell’equilibrio di sviluppo di forza nel sistema agonisti –
antagonisti
Il potenziamento proposto su range articolari completi è da
preferire al potenziamento su range di movimento articolare
parziale
In fase didattico – formativa
Nello sviluppo muscolare strutturale (ipertrofia)
Alberto Di Mattia
04/06/2017
EFFETTI A BREVE A A LUNGO TERMINE DEL
SOVRACCARICO FUNZIONALE
BREVE TERMINE
LUNGO TERMINE
ª Dolore muscolare
ª Danno muscolare
ª Lesioni tendinee
ª Fatica muscolare locale
ª Lesioni osteoarticolari
ª Contrattura
ª Tendinopatie
ª Condriti (infiam. alle cartilagini)
ªOsteocondriti (infiam. alle ossa)
Osteocondrosi (alterazioni delle
ossa in
via di
accrescimento)
Alberto
Di Mattia
04/06/2017
PREVENZIONE E RECUPERO
TRE CONCETTI base che dovrebbero far
parte della cultura di chi prepara atleti,
sia esso allenatore e/o preparatore, in
staff o meno con medici e fisioterapisti,
ed è responsabile della loro salute
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Caviglia
La propriocettiva: il controllo funzionale del disequilibrio
La mobilizzazione della caviglia
Il range articolare attivo
La caviglia nel salto
Il completamento delle spinte
La ricerca di stabilità nella ricaduta
La caviglia nell’accosciata
La chiusura dell’articolazione tibio – tarsica nell’accosciata
Il controllo degli spostamenti mantenendo le posizioni di
accosciata
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Il ginocchio
La propriocettiva: il controllo del disequilibrio abbassando il
centro di gravità e il controllo degli angoli di movimento di
accosciata
L’equilibrio funzionale nella flesso – estensione
La dinamica della rotula nell’accosciata
La stabilità laterale
La dinamica articolare nelle traslocazioni e nelle ricadute
dai salti
Alberto Di Mattia
04/06/2017
La zona dorso – lombare
Potenziamento addominale e lombare
La funzione stabilizzatrice: potenziamento statico
La trasmissione delle spinte: potenziamento dinamico
Controllo dell’equilibrio posturale
Controllo dei processi di retrazione dei muscoli ad azione posturale che
agiscono sulla colonna
Il controllo delle retrazioni dei muscoli pettorali
Il controllo delle retrazioni dei muscoli ischio – crurali
Controllo delle dinamiche respiratorie
Respirazione toracica
Respirazione diaframmatica
Alberto Di Mattia
04/06/2017
La spalla
La stabilità
Ricerca dei gradi di libertà articolari fisiologici
Potenziamento esteso a tutti i gradi di libertà articolari che
caratterizzano la spalla
Utilizzo di carichi che non vadano ad attivare azioni di compenso
La mobilità attiva delle scapole
Lo scivolamento della scapola sul piatto toracico
Nel’introdurre un movimento di trazione degli arti superiori
Nel completare un’azione di spinta degli arti superiori
Alberto Di Mattia
04/06/2017
PREVENZIONE
Prevenire significa sviluppare un sistema di
lavoro
tecnico e fisico tale da impedire che
subiscano danni
le strutture maggiormente sollecitate
dall’allenamento
specifico della pallavolo. Farlo bene
significa ridurre il
rischio e la gravità degli infortuni che
possono
condizionare il risultato immediato, ma
anche
un’intera stagione.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
COMPENSAZIONE
Compensare significa ristabilire una
situazione di
equilibrio (in particolare muscolare)
laddove i gesti
tecnici specifici tendono ad alterarla
favorendo gli
infortuni e limitando lo sviluppo delle
capacità.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
RIABILITAZIONE
Riabilitare significa riportare l’atleta alla
normale e
completa efficienza sportiva. Farlo bene,
con un
lavoro costante, graduale e progressivo,
vuol dire
scongiurare il pericolo di ricadute che
possono
diventare gravose sul piano umano e
psicologico.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI
Acquisire una conoscenza degli infortuni
tipici del
giocatore di pallavolo
GINOCCHIO: distorsioni, lesione del LCA
(+ femmine),
tendinite rotulea (“jumper’s knee”, il
giocatore impara a
convivere con questa patologia), traumi da
sovraccarico.
SPALLA: Problemi derivati da stress
articolari originati
da eccessivo uso (Over-use). Periartriti,
infiammazioni,
calcificazioni, tendinopatie alla cuffia dei
rotatori
Alberto Di Mattia
04/06/2017
CAVIGLIA: distorsioni da cambi di direzione o
ricadute da un salto (85% dei casi sono interessati i
legamenti laterali)
COLONNA VERTEBRALE: interessa il tratto lombare
per le ricadute (spesso asimmetriche) dai salti e a
causa dell’iperestensione del rachide durante la
battuta e la schiacciata
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Acquisire una conoscenza degli infortuni
tipici del
giocatore di pallavolo
POLSO: distorsioni da
caduta (talvolta con
frattura dello scafoide)
DITA: distorsioni,
lussazioni, interfalangee,
fratture
Alberto Di Mattia
04/06/2017
La maggior parte degli
infortuni del giocatore di
pallavolo sono traumi indiretti
dovuti a:
.Terreno di gioco, clima
.Calzature, ginocchiere
.Carico di allenamento
.Stress del gesto tecnico
.Riposo non sufficiente
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Cause delle lesioni
GINOCCHIO: Troppi salti, sovraccarichi, cadute con
rotazione violenta
SPALLA: tecnica non corretta, troppi attacchi e/o
battute, allenamento privo di esercizi compensatori
(solo muscoli agonisti)
COLONNA VERTEBRALE: uso errato del
potenziamento muscolare, troppi salti, ricadute non
ben ammortizzate, disarmonia muscolare, carenza
addominale, addominali mal eseguiti
Alberto Di Mattia
04/06/2017
PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI
Cause delle lesioni
CAVIGLIA: ricadute da muro o schiacciata, scontri
tra compagni
POLSO: in conseguenza a tuffi, difese
DITA: muri, difese, palleggi
Non mancano le lesioni muscolari. Le zone più colpite:
ADDOMINALI: specie i centrali (estensione esplosiva degli
arti inferiori)
COSCIA: la maggioranza nel quadricipite, poi i flessori
TRICIPITE SURALE (polpaccio)
Alberto Di Mattia
04/06/2017
ATTIVITÀ DI RECUPERO E COMPENSO:
elastici e macchine specifiche
Ottimi esercizi di compenso e/o di potenziamento non
traumatico per le spalle e il tronco sono quelli che si possono
eseguire con gli elastici e carrucole (con sovraccarico minimo
e tante ripetizioni)
Anche per gli arti inferiori è buona norma utilizzare
elastici e
carrucole per compensare disequilibri muscolari. In
particolare
sono importanti gli esercizi che potenziano i muscoli
adduttori
e i flessori della coscia.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
colonna vertebrale
È buona norma dedicare del tempo, specie al termine della
seduta di allenamento, ad esercizi compensativi e posturali
che fanno riferimento alla colonna vertebrale
Durante la stagione agonistica, ma
soprattutto nel periodo di transizione,
è buona norma dedicarsi allo
svolgimento di esercizi compensativi
agli arti superiori per il possibile
squilibrio che potrebbe verificarsi tra
le braccia.
ATTIVITÀ DI RECUPERO E COMPENSO:
braccia e spalle
Durante la stagione agonistica, ma
soprattutto nel periodo di transizione,
è buona norma dedicarsi allo
svolgimento di esercizi compensativi
agli arti superiori per il possibile
squilibrio che potrebbe verificarsi tra
le braccia.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Durante il riscaldamento:
•
Preparare l’organismo a sopportare con
efficienza i
carichi di lavoro successivi aumentando
gradualmente la
temperatura corporea
•
Preparare la competizione con la giusta
concentrazione
•
Prevenzione da infortuni con riscaldamento
localizzato e
specifico
•
Richiamare alla mente gli schemi che
saranno utilizzati
nelle attività programmate
Alberto Di Mattia
04/06/2017
ATTIVITÀ DI PREVENZIONE
A carico del ginocchio:
Propriocezione
Carichi moderati sul quadricipite (tendine rotuleo)
Mobilizzazione articolare
Allungamento muscolare (moderato, meglio al termine
dell’allenamento) a carico del psoas-iliaco e flessori della
coscia
ATTIVITÀ DI PREVENZIONE
A carico della colonna vertebrale:
Potenziamento addominale e lombare
•
Posture
•
Attività compensativa
•
Allungamento muscolare (moderato, meglio al termine
della coscia.
dell’allenamento) a carico del psoas-iliaco, glutei e flessori
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Propriocezione
•
Mobilizzazione articolare
•
Attività per gli stabilizzatori della spalla
(tecnica e pratica corretta dei movimenti della spalla)
ATTIVITÀ DI PREVENZIONE
A carico della caviglia:
•
Propriocezione
•
Mobilizzazione articolare attiva e passiva del piede
•
Sviluppo delle capacità reattive del piede
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Defaticamento a fine allenamento
•
è la fase che termina la seduta di allenamento
•
serve a facilitare il ritorno alla normalità delle
funzioni organiche e muscolari sollecitate
nell’allenamento.
•
in questa fase sono opportune esercitazioni di
rilassamento, ginnastica funzionale e mobilizzazione
articolare
La pratica dello stretching va svolta con estrema
attenzione e moderazione al termine della seduta.
Alberto Di Mattia
04/06/2017
Alberto Di Mattia
04/06/2017