Catechismo della Chiesa
• Il Catechismo della Chiesa Cattolica così
insegna: «Oltre che della liturgia dei
sacramenti e dei sacramentali, la
catechesi deve tener conto della pietà dei
fedeli e della religiosità popolare» (n.
1604; cfr. Redemptionis Sacramentum, n.
41)
Evangelium vitae
• Giovanni Paolo II, nella sua enciclica Evangelium vitae, nel
contesto del capitolo Celebrare il vangelo della vita (nn. 83ss),
sottolinea che principalmente e radicalmente, sono le
celebrazioni liturgiche, specie quella sacramentali, che
esprimono la verità piena sulla nascita, la vita, la sofferenza e
la morte, aiutando a vivere queste realtà come partecipazione
al mistero pasquale di Cristo morto e risorto (EV 84: EV
13,2447). Aggiunge immediatamente: «Nella celebrazione del
Vangelo della vita occorre saper apprezzare e valorizzare
anche i gesti e i simboli, di cui sono ricche le diverse
tradizioni e consuetudini culturali e popolari. Sono momenti e
forme di incontro con cui, nei diversi paesi e culture, si
manifestano la gioia per una vita che nasce, il rispetto e la
difesa di ogni esistenza umana, la cura per chi soffre o è nel
bisogno, la vicinanza all’anziano e al morente, la condivisione
nel dolore di chi è nel lutto, la speranza e il desiderio
dell’immortalità (EV 85: EV 14, 2448). Proprio questo, fra le
altre valenze, vuole essere la pietà popolare: un’autentica
La pietà popolare designa le diverse
manifestazioni cultuali di carattere privato
o comunitario che, nell’ambito della fede
cristiana, si esprimono prevalentemente
non con i moduli della sacra liturgia, ma
nelle forme peculiari derivanti dal genio di
un popolo o di una etnia e della sua
cultura
• Alla formazione della pietà popolare concorre la
gerarchia, che non solo non ostacola la
formazione dell’espressione “popolare” della
fede, ma vi coopera, aiutando il popolo a
tradurre il deposito della fede in un linguaggio
simbolico vicino alla gente, alla sua cultura, in
un
coinvolgimento
partecipe
e
attivo
all’elaborazione del linguaggio della pietà
stessa.
• Teologicamente parlando, la pietà popolare
richiama, dunque, la soggettualità della Chiesa
locale, che vive in pienezza il mistero della
Chiesa universale, ovvero il mistero pasquale di
Cristo.
BISOGNA EVANGELIZZARE MA ANCHE
LASCIARSI EVANGELIZZARE
A giudizio del Papa, la pietà popolare deve
diventare autentica fonte di vita spirituale. Ciò
significa che bisogna porsi di fronte ai testi della
pietà popolare con lo spirito del discepolo, che si
lascia interpellare dalla ricchezza spirituale della
pietà popolare, avvertendola come una forma di
evangelizzazione capace di parlare un
linguaggio semplice e udibile per tutti.
UNA FORMA NATIVA DI COMUNICARE LA
FEDE
SENSUS FIDELIUM QUALE
COMPONENTE TEOLOGICA DEL
DOGMA
LA PIETÀ POPOLARE LUOGO DI ETHOS
CRISTIANO
• La presentazione di alcuni testi significativi della pietà
popolare su Dio, i santi e la Madonna è orientata a mettere
in rilievo come da essi venga veicolato pure un ethos tipico
che ispira le attitudini e i comportamenti del popolo
calabrese
• La presenza di Cristo ridestata dalla pietà popolare
suggerisce e stimola i seguenti atteggiamenti morali propri
della cultura calabra: l’accoglienza incondizionata alla vita,
primo dono umano e divino per ogni famiglia; la fortezza
d’animo di fronte alla fatica, all’ingiustizia e alle sofferenze,
soprattutto se tutto ciò è un bene per la famiglia; la
rassegnazione di fronte alla morte vista come passaggio
obbligato per entrare, come fece Cristo, nella volontà del
Padre
SCOPRIRE IL PROGETTO COMUNITARIO E
SOCIALE
La pietà popolare va assunta come
luogo teologico del sociale e del suo
progetto, in quanto essa è già cultura
ed è terreno da purificare per una
semina e fruttificazione dell’annuncio
cristiano, forma attiva con cui il
popolo evangelizza se stesso
LA PIETÀ POPOLARE COME LUOGO DEL VANGELO
DELLA VITA
Finché vi saranno espressioni di pietà popolare come
Lourdes o affini, l’uomo debole non teme della sua
incolumità perché sa che la pietà popolare diviene la più
potente difesa della vita indifesa. Così facendo la comunità
credente pone un atto sociale e politico, mostrando il
modello di città e di civiltà in cui crede e per il quale si
impegna a lottare. Non è altro che la coerenza con il
primato della persona e con il principio fondamentale della
morale sociale cristiana del «ripartire dagli ultimi» o della
«scelta prioritaria degli ultimi» «quale forma speciale di
primato nell’esercizio della carità» che individua nelle
categorie a rischio della vita i nuovi soggetti della cura della
carità: i proletari del terzo millennio sono proprio i bambini
ancora non nati, i malformati, i malati, specie terminali, gli
anziani. Una sfida, questa, che investe cittadini e
legislatori, chiamati a programmare nuove politiche sociali,
per realizzare una società a misura di uomo
LA CENTRALITÀ DEL MISTERO PASQUALE:
LA VISIONE CRISTIANA DELL’UOMO
In prospettiva bioetica, la visione cristiana
dell’uomo creato a immagine di Dio ha nella
figura del servo sofferente dipinto da Isaia (Is 52,
13 – 53, 12), in cui la fede ha letto la figura del
Cristo crocifisso, la vera immagine dell’uomo. La
struttura centrale celebrativa del venerdì santo
manifesta il mistero della croce gloriosa epifania
di verità e di bellezza, culmine epifanico della
verità del Figlio di Dio come consegna di sé
senza riserve.
PIETÀ POPOLARE ED ETICA ECOLOGICA
• La salvezza cosmica e non solo antropologica, al cui
servizio è posta la Chiesa, è anche il frutto dell’opera
santificatrice della Chiesa
• Sta proprio qui il significato delle benedizioni che la
Chiesa ancora pronuncia su tutta la realtà: non solo sugli
“oggetti di pietà”, ma ancora sulle case, sui greggi, le
macchine, gli utensili, ecc. Tutto ciò di cui l'uomo si serve
può essere portato alla benedizione della Chiesa. Il fatto
che alcuni cristiani travisano il senso, conferendo un
significato magico, non annulla l'autentico senso che
consiste nell'impegno di voler usare del mondo e delle
cose secondo il disegno originario di Dio.
LA RISCOPERTA DELLA SENSIBILITÀ FONDAMENTO
DEI DIRITTI DELL’UOMO
• Nella pietà popolare un ruolo preponderante ha
certamente la sensibilità, tratto tipico della gente del Sud
del mondo
• Ora la sensibilità è uno di quei riferimenti trasversali, che
sono a fondamento della condizione umana
• i diritti dell’uomo vengono radicati con grande esattezza
in una sensibilità comune di fronte alla sofferenza, alla
tortura, ai bisogni legati alla condizione umana,
sensibilità che, come è ovvio, le diverse culture
esprimono in modi diversi anche attraverso i riti religiosi
propri
• È la centralità della cura del malato e del ferito, che
viene riproposta alla cultura come processo di
umanizzazione con un’esigenza di solidarietà umana
verso il corpo sofferente, memoria che non fa perdere il
senso dell’umano, pena la morte del nome stesso di
cultura e di civiltà.
LA PROSPETTIVA ANTROPOLOGICA
La prospettiva antropologica e teologica
della pietà popolare risulta essenziale per
l’integra custodia del concetto di persona,
che accusa una crisi di senso molto
devastante, sostituita com’è dalla qualità
della vita, tanto più necessaria in un’epoca
in cui i totalitarismi politici e l’impiego
ideologico della scienza hanno costituito
una permanente minaccia per l’uomo. La
dimensione
personale
e
teologica
dell’immagine dell’uomo costituisce la difesa
efficace dell’umanità dell’uomo.
Confraternite: evangelicità
• Benedetto XVI rivolgendosi a voi, ha usato questa parola:
evangelicità. Care Confraternite, la pietà popolare, di cui voi
siete un’importante manifestazione è un tesoro che ha la
Chiesa e che i Vescovi latinoamericani hanno definito, in
modo significativo, come una spiritualità, una mistica, che è
uno «spazio di incontro con Gesù Cristo». Attingete sempre a
Cristo, sorgente inesauribile, rafforzate la vostra fede, curando
la formazione spirituale, la preghiera personale e comunitaria,
la liturgia. Nei secoli le Confraternite sono state fucine di
santità di tanta gente che ha vissuto con semplicità un rapporto
intenso con il Signore. Camminate con decisione verso la
santità; non accontentatevi di una vita cristiana mediocre, ma
la vostra appartenenza sia di stimolo, anzitutto per voi, ad
amare di più Gesù Cristo. (Omelia VI domeica di pasqua, 5
maggio 2013)
Ecclesialità
• E qui c’è un secondo elemento che vorrei richiamarvi, come
feceBenedetto XVI, e cioè l’ecclesialità. La pietà popolare è
una strada che porta all’essenziale se è vissuta nella Chiesa in
profonda comunione con i vostri Pastori. Cari fratelli e sorelle,
la Chiesa vi vuole bene! Siate una presenza attiva nella
comunità come cellule vive, pietre viventi. I Vescovi
latinomericani hanno scritto che la pietà popolare di cui siete
espressione è «una modalità legittima di vivere la fede, un
modo di sentirsi parte della Chiesa» (Documento di Aparecida,
264). E’ bello questo! Una modalità legittima di vivere la fede,
un modo di sentirsi parte della Chiesa. Amate la Chiesa!
Lasciatevi guidare da essa! Nelle parrocchie, nelle diocesi,
siate un vero polmone di fede e di vita cristiana, un'aria
fresca!. In questa Piazza vedo una grande varietà prima di
ombrelli e adesso di colori e di segni. Così è la Chiesa: una
grande ricchezza e varietà di espressioni in cui tutto è
ricondotto all’unità; la varietà ricondotta all'unità è l’incontro
con Cristo. (Omelia VI domeica di pasqua, 5 maggio 2013)
Missionarietà
• Voi avete una missione specifica e importante, che è quella di
tenere vivo il rapporto tra la fede e le culture dei popoli a cui
appartenete, e lo fate attraverso la pietà popolare. Quando, ad
esempio, voi portate in processione il Crocifisso con tanta
venerazione e tanto amore al Signore, non fate un semplice
atto esteriore; voi indicate la centralità del Mistero Pasquale
del Signore, della sua Passione, Morte e Risurrezione, che ci
ha redenti, e indicate a voi stessi per primi e alla comunità che
bisogna seguire Cristo nel cammino concreto della vita perché
ci trasformi. Ugualmente quando manifestate la profonda
devozione per la Vergine Maria, voi indicate la più alta
realizzazione dell’esistenza cristiana, Colei che per la sua fede
e la sua obbedienza alla volontà di Dio, come pure per la sua
meditazione della Parola e delle azioni di Gesù, è la discepola
perfetta del Signore (cfr Lumen gentium, 53). Questa fede, che
nasce dall'ascolto della Parola di Dio, voi la manifestate in
forme che coinvolgono i sensi, gli affetti, i simboli delle
Valore bioetico delle confraternite
• Cura della malattia
• Accompagnamento del dolore e della
morte
• Cura della sepoltura e del lutto
UNO SGUARDO CONTEMPLATIVO
CORRERE,
COMPETERE,
CONFLIGGERE.
E CONTEMPLARE?
CONCLUSIONE
La pietà popolare è uno di quei mondi
vitali che genera una cultura di vita e di
cura solidale della vita, sprigionano la sua
capacità di concorrere a costruire un
mondo abitabile. Spetta agli operatori
pastorali compiere “l’ermeneutica del
senso”, presente nella pietà popolare, che,
come qualsiasi altro mondo simbolo, a dire
di Ricoeur, “dà a pensare”.
In una parola-chiave del vangelo della vita,
proprio del popolo di Dio in cammino verso
l’eterno, la pietà popolare è un invito pressante a
coltivare lo sguardo contemplativo come radice
dell’agire dell’uomo, come momento e racconto
genetico del senso, che inabita il cuore dell’uomo.
L’attuale crisi della bioetica e dell’etica in genere
nasce proprio dalla caduta della capacità
contemplativa dell’uomo, che si ripercuote
maggiormente sulla gente meridionale proprio
perché essa mina alla radice quel fondamento
trascendente dell’etica della spiritualità e della
religiosità popolare, a cui fa istintivamente ricorso
la gente del Sud, traendone luce e forza nei
momenti cruciali della sua storia
Credo che si possa dire che il progetto
bioetico della pietà popolare è un
manifesto di fede che fonda il
messaggio
centrale
dell’enciclica
Evangelium vitae, quando afferma che
smarrendo il senso di Dio si tende a
smarrire anche il senso dell’uomo,
della sua dignità e della sua vita (n.
21), mentre invita a sviluppare in tutti e
in ciascuno lo sguardo contemplativo.
La vita è un bene perché
partecipazione della vita
stessa di Dio, ed è vissuta
bene quando è vissuta come
un dono, a imitazione di Dio,
per il quale vivere è donarsi.
Il vero significato di
ben-essere è essere buono
più che di star bene