Introduzione all’età moderna
L’eredità del Medioevo
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Premessa
Il periodo storico successivo al Medioevo è quello dei
grandi cambiamenti sociali e politici che hanno
creato le condizioni del mondo attuale:
- declino delle due strutture politiche universalistiche;
- pluralità degli stati nazionali;
- divisione della chiesa cristiana;
- nuove forme di cultura dotta;
- maggiore circolazione delle idee;
- unificazione (europeizzazione) del mondo.
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Il Medioevo:
datazione e caratteri fondamentali
Nel 1688 lo storico Cristoph Keller (Cellario) coniò il
termine medioevo per indicare il millennio compreso
tra il 337 (morte di Costantino) e il 1453 (presa di
Costantinopoli da parte dei Turchi).
Questa scelta cronologica (ancora oggi sostanzialmente
accettata) sintetizza due importanti tradizioni:
1) quella dell’Umanesimo (l’età tra Roma antica e il
Quattrocento come età oscura e di barbarie);
2) quella della Riforma luterana (tra la Chiesa delle
origini e quella papale del Quattrocento sono state
introdotte pratiche contrarie al Vangelo che vanno
eliminate)
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Caratteri fondamentali del Medioevo:
- la particolare struttura della società e dei rapporti
giuridici ed economici che vanno sotto il nome di
feudalesimo (M.Bloch)
- trasformazione del Mediterraneo in un lago arabo, con
spostamento della civiltà cristiana nella parte
settentrionale e atlantica dell’Europa (H.Pirenne);
- bisogno di sicurezza e protezione che genera il
fenomeno dell’incastellamento;
- sviluppo della civiltà urbana in Italia centrosettentrionale e in Europa;
- tensioni sociali, culturali e politiche: laici/chierici,
stati/Impero, mercanti/nobili, Cristianesimo/Islam;
- flagello della Peste Nera (1348-1351)
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Da questi fenomeni prese avvio
l’Europa moderna, che
definì il mondo che aveva
alle spalle come un’età di
mezzo, appunto il Medioevo.
Tuttavia, il Medioevo lasciò
una pesante eredità all’età
successiva, eredità che va
sinteticamente e
preliminarmente riepilogata.
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La memoria delle origini e l’attesa della fine
L’atteggiamento mentale dell’uomo medievale è tutto
rivolto al passato e alla memoria: il tempo inizia con
la Creazione e termina con il Giudizio universale.
Tutta la storia è segnata da Cristo: il suo anno di
nascita (stabilito da Dionigi nel VII secolo) divenne il
primo dell’era cristiana. Si impose in tutta Europa
questo sistema di datazione, accordandolo con l’uso
romano di iniziare l’anno il primo gennaio (mese di
Giano)
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La memoria del passato e l’annuncio del futuro erano
scritti nel libro per eccellenza, la Bibbia, il cui
Antico Testamento veniva letto come profezia della
venuta di Cristo.
Dopo la vittoria del Cristianesimo come religione
ufficiale, contro l’Ebraismo (che si richiamava allo
stesso Dio) fu scatenata una vera guerra: gli Ebrei,
che non riconoscono la divinità di Cristo, sono da
questo momento considerati deicidi, diversi,
inassimilabili alla civiltà cristiana ed emarginati
all’interno delle comunità.
Il Cristianesimo, infine, operò una conciliazione con
l’Impero romano: la concezione provvidenzialistica
della storia portava a considerare l’unificazione del
mondo operata da Roma come la preparazione
all’avvento di Cristo.
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La silenziosa fine dell’Impero
La data del 476 d.C.
(deposizione di Romolo
Augustolo) passò del tutto
inosservata: già nel 410 il
saccheggio di Roma ad opera
di Alarico era il segno che il
vecchio ordine stava finendo.
Roma fu abbandonata come
capitale, alla religione
cristiana fu affidato il
compito di salvare la grande
tradizione della cultura latina
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L’alleanza tra Impero e Cristianesimo trasformò la
religione di Cristo da una setta ad una religione
coincidente con i confini dell’Impero stesso: si aprì
un’età in cui le esigenze della politica e quelle della
religione furono in stretta simbiosi (cesaropapismo).
Le eresie (scelte dottrinali diverse dall’ortodossia)
vennero combattute dal potere politico poiché
incrinavano la compattezza dell’ecclesia, coincidente
con lo stesso Impero.
Con il crollo dell’Impero la struttura ecclesiastica
rimase l’unica forma amministrativa, religiosa e
culturale del mondo antico: da ciò, la Chiesa
medievale trasse occasione per accentuare la propria
indipendenza dal potere politico e per porsi come
potenza teocratica.
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L’invasione dei barbari
Alle cause interne della decadenza
dell’Impero (allentamento del
senso dello stato, crisi
dell’identità culturale latina,
divaricazione sociale,
costituzione delle villae), si
aggiunsero le spinte dei nuovi
popoli che si stabilizzarono ai
confini dell’Impero prima e ne
invasero i territori poi.
La storia dei popoli europei e del
Mediterraneo fu rimescolata:
lingue, culture, costumi e forme
di potere nuove diedero avvio
all’Europa moderna
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La legge di Roma
Sostituito in Occidente dalle leggi e
dalle tradizioni dei popoli
occupanti, il diritto romano,
nella forma del Corpus Juris
Civilis di Gistiniano, solo nel sec.
XI, con la rinascita delle città,
tornò a costituire la base
giuridica della vita associata.
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Il monachesimo
Il monastero, secondo la Regola
benedettina, fu il centro di
una vita comunitaria in cui la
scuola, la biblioteca, il lavoro
ebbero grande peso; attorno
al monastero si costituirono
inoltre aziende agricole e si
effettuarono grandi bonifiche
che tutelarono il territorio
abbandonato a se stesso dopo
la crisi dell’Impero.
Infine, i monasteri si
occuparono della tutela e
trasmissione degli antichi
codici.
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Maometto e l’Islam
La predicazione di Maometto diede
alle popolazioni nomadi
dell’Arabia una religione
monoteista ed un potente fattore
di coesione politico-militare.
La jihad dei successori di
Maometto portò alla conquista
del Medio Oriente, dell’Africa
settentrionale, della Spagna.
La data del 732 d.C., con la
battaglia di Poitiers, segnò il
limite dell’avanzata turca contro
l’occidente cristiano.
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I Pirenei segnarono a lungo i confini tra cristiani e
musulmani, tra due mondi diversi non solo per la
religione: agricolo, chiuso e guerriero il mondo
cristiano; dedito a scambi con l’Oriente e cittadino
quello arabo.
Agli Arabi si deve l’introduzione di un nuovo sistema
numerico e la tecnica di fabbricazione della carta,
nonché la traduzione in arabo dei testi della cultura
greca.
Infine, nei domini arabi era inclusa la città delle tre
religioni monoteiste, Gerusalemme, la cui gestione fu
tollerante e rispettosa dei pellegrini cristiani, almeno
fino alla ripresa dell’espansionismo occidentale e alle
conseguenti Crociate per il possesso della città.
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Carlo Magno e il Sacro Romano Impero
Carlo Magno fonda una realtà
nuova con un nome antico: un
impero europeo, continentale,
che doveva richiamare la solidità
e la vastità di quello romano.
L’incoronazione papale a Roma
indicava che su questo nuovo
organismo politico si stendeva
l’ala sacrale della religione e che
il Vescovo di Roma poteva
disporre del massimo potere
politico in Occidente.
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Papato e Impero
Gli ultimi grandi
Il medioevo è l’epoca in cui si
riflette sulla natura del potere e
Papi: Gregorio
sui rapporti tra Imperium e
VII, Innocenzo
Sacerdotium.
III, Bonifacio VIII
Dopo l’incoronazione romana di
Carlo Magno, il Vicario di
Cristo si definì l’unico
depositario del potere sulla
terra, pronto a colpire gli
Imperatori ribelli con la
scomunica, provvedimento che
scioglie il legame vassallatico e
che è quindi un potente
strumento politico nelle mani
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del Papa.
I tre ordini della società
1) Nasce la moderna idea di Europa: dopo la fine
dell’Impero, la società medievale, pur con tutte le sue
differenze, si sente unita dall’identità cristiana.
L’Europa coincide con la cristianità; si stabilisce
negli uomini un forte senso di appartenenza ad
un’entità ben definita.
2) Il corpo sociale: la società medievale era costituita da
una tripartizione, che prevedeva al vertice il clero
(coloro che pregano), poi i nobili (coloro che
combattono), infine i contadini (coloro che lavorano).
Questa piramide sociale era il frutto di una ideologia
che doveva giustificare il fatto che alcuni dovessero
mantenere con il proprio lavoro quelli che li
proteggevano, con le armi o con i riti.
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Le città
La tripartizione medievale indica
la mancanza di un ceto
artigiano e commerciale.
Nel periodo di passaggio tra
Medioevo e Età moderna, la
rinascita dei centri urbani
determinò la tendenza
associativa degli artigiani, che
si diedero regole e statuti
interni: la Arti o Gilde, che
riunivano datori di lavoro e
prestatori d’opera.
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Le Arti, divise in Maggiori e Minori, regolamentavano
l’esercizio del mestiere, i passaggi da apprendista a
maestro, garantivano il dominio dei padroni sui
lavoranti, stabilivano le paghe e i tempi di lavoro.
L’associazionismo era, dunque, la forma di convivenza
civile che caratterizzava le città: ad es., l’università di
Bologna nacque come associazione di “glossatori”,
cioè commentatori del Corpus Juris Civilis; le
Confraternite Cristiane nascevano da scopi di
assistenza e carità (S.Francesco d’Assisi); lo stesso
Comune cittadino ebbe origine da una forma di
associazione privata che univa i boni homines, gli
uomini più in vista che istituirono le prime forme di
autogoverno cittadino. Dal Comune, per progressiva
espansione territoriale, si passò poi alle Signorie e
agli Stati regionali. Introduzione all'età moderna
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La rivoluzione commerciale
Dopo la crisi dei commerci
dovuta alla caduta dell’Impero
e alla conquista araba del
Mediterraneo, l’economia
monetaria, i consumi e
l’artigianato tornarono a
diffondersi in Europa.
Protagoniste e dominatrici del
commercio furono le città di
Genova e Venezia, in regolare
contatto con l’Oriente per
l’importazione di spezie.
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Due nuove figure: il banchiere e il notaio
Il notaio nasce come
rimedio alla diffidenza: a
lui spetta sigillare ogni
transazione, dandole
valore giuridico. La
scrittura notarile
interviene laddove non
basta più la semplice
parola.
Il banchiere ha una
funzione fondamentale
nello sviluppo
dell’economia
monetaria e delle
attività commerciali:
spesso, furono gli stessi
mercanti ad
intraprendere la
carriera di banchieri,
come fecero i Medici a
Firenze.
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